Guido Bonarelli
Guido Bonarelli (Ancona, 25 luglio 1871 – Roma, 11 gennaio 1951) è stato un geologo, paleontologo e antropologo italiano.
Biografia
Nacque dal conte Giulio, discendente dall'antica famiglia dei Bonarelli d'Ancona, e dalla contessa Giulia Salvadori Paleotti.
Si trasferì nel 1883 a Gubbio, dove il padre Giulio divenne amministratore delle finanze comunali. A Gubbio, città che amerà profondamente e ove porrà i suoi interessi e i suoi affetti, Guido terminò il corso di studi fino alla terza ginnasiale, frequentando i restanti anni del ginnasio e del liceo a Perugia. Fu in questi anni, durante una visita nella tenuta di famiglia a Montanaldo, che raccolse alcuni fossili ed ebbe dal padre un'esauriente spiegazione sulla loro origine, evento che doveva appassionarlo a tal punto alla geologia e alla paleontologia da determinare la sua vocazione scientifica e professionale.
Si iscrisse a Scienze Naturali prima a Roma nel 1890, quindi nel 1891 a Torino, ove, dopo aver seguito il corso di quella università, si laureò nel 1894 e nel 1896 conseguì la libera docenza in Geologia e Paleontologia, confermata nel 1900 [1]. Ebbe, tra i maestri, lo zio conte T. Salvadori Paleotti, L. Camerano e C. F. Parona, che lo avviò verso i primi studi paleontologici. Dal 1895 al 1897 venne chiamato quale assistente nell'Istituto di Geologia dell'Università di Bologna, diretto da G. Capellini, e nel 1897 ottenne la cattedra di Geologia e Mineralogia all'Istituto Agrario Sperimentale di Perugia. Nel biennio 1899-1901 tornò a Torino come assistente alla cattedra di Geologia tenuta dal Parona, incarico che gli verrà riconfermato, nella vana speranza di un suo ritorno dalle Indie Olandesi, per il biennio 1902-1903.
Ma al suo spirito irrequieto, esuberante, alla sua vivace intelligenza e propensione a interessarsi di discipline diverse, come testimonia tutta l'opera scientifica di Bonarelli, quasi naturalmente si dischiusero presto nuovi orizzonti anche geografici.
Nel 1901, su invito del conte C. Porro, che aveva esplorato per la Royal Dutch alcune aree petrolifere della zona settentrionale di Sumatra, accettò infatti di essere assunto dalla compagnia olandese per proseguire l'attività di ricerca. Egli abbandonava così la via promettente dell’insegnamento per quella dell'esplorazione petrolifera di regioni lontane ed ignote, dividendo da allora la sua vita tra l'Italia e i molti paesi esteri ove effettuò missioni scientifiche. Dal 1901 al 1907 dunque, con una breve interruzione tra l'estate del 1904 e quella del 1905, eseguì per conto della Royal Dutch ricerche petrolifere, ma anche aurifere, nelle Indie olandesi (a Sumatra, Celebes, ma soprattutto a Borneo), conducendo una vita pionieristica e avventurosa, abitando tra i cacciatori di teste Dajacchi, raccogliendo materiale naturalistico, etnografico e documentario riguardante quei luoghi e quelle popolazioni, contraendo la malaria, navigando i corsi d'acqua - uniche vie percorribili con una certa velocità - con imbarcazioni non sempre sicure, fino a subire nel 1906 un naufragio che avrebbe potuto costargli la vita.
Nel 1911 si trasferì in Argentina, dove, salvo qualche interruzione, svolse sino al 1927 un ruolo fondamentale attraverso un'intensa opera di esplorazione e di organizzazione della ricerca, prima quale geologo specialista in ricerche petrolifere presso la División (poi Dirección General) de Minas, Geología e Hidrología, quindi dal 1923 come direttore della divisione geologica dei Yacimientos Petrolíferos Fiscales, avvalendosi di collaboratori italiani come E. Feruglio ed E. Fossa Mancini, che ne continuarono l'opera contribuendo a costruire una valida conoscenza della geologia petrolifera di quel paese.
L'attività esplorativa di Bonarelli in Argentina, come nelle Indie Olandesi, avvenne sovente in condizioni di particolare avversità. Iniziò da nord con la Zona Subandina, da lui stesso così denominata e ritenuta zona petrolifera strategica per eccellenza, che da sud nel distretto di Tucumán risale a nord sino al distretto di Tartagal e si prolunga sempre più a nord oltre il confine in Bolivia fino quasi a Santa Cruz, eseguendone il rilievo topografico e stabilendo l'ubicazione delle aree di Capiazuti e Campo Durán, effettuando numerose indagini geologiche nel Chaco subandino e nelle province di Tucumán, e quindi proseguì nel centro e sud del paese, a Mendoza, Entre Ríos, Corrientes, Neuquén, Buenos Aires meridionale, costa patagonica fino alla Terra del Fuoco e in Cile, Punta Arenas e costa del Pacifico. In uno studio del 1921 elencava tutte le regioni petrolifere del paese con le migliori prospettive: Comodoro Rivadavia, Neuquén e Mendoza meridionale, Cacheuta a Mendoza, la Puna de Jujuy e le regioni subandine di Jujuy, Salta e Bolivia.
Nel secondo periodo argentino, dal 1923 al 1927, continuò con gli studi dei giacimenti petroliferi dell'YPF a Comodoro Rivadavia, Neuquén, Mendoza e province settentrionali, e realizzò, a partire dal 1926, in collaborazione con E. Longobardi, un'importante studio geologico, agrologico, minerario e di rilevamento con l'elaborazione di una carta geografica della provincia di Corrientes, pubblicata nel 1929.
Nel frattempo, dal 1919 al 1921, svolse la sua attività professionale per la SIPEBA, società privata con capitale italiano, nella Penisola Balcanica (Turchia, Bulgaria, Romania, Albania), in alcune regioni minerarie dell’Asia Minore e dell’Egitto e in Italia nel Parmense.
In Italia lavorò per l'AGIP fin dalla sua creazione (1926-1935), diresse dal 1936 al 1938 il servizio geologico in Africa Orientale, quindi gli venne affidata la direzione ricerche (1939-1944) dell'Ente Nazionale Metano (ENM), organismo che doveva poi confluire nell'ENI. Nel secondo dopoguerra, a partire dal 1946, sostenne con convinzione Enrico Mattei nella ricostituzione dell'AGIP e dell'ENM, processo che doveva portare nel 1953, due anni dopo la sua scomparsa, alla nascita dell'ENI.
Bonarelli è inoltre internazionalmente noto per avere individuato un "livello guida", un marker stratigrafico di notevole estensione su scala mondiale, ascrivibile a circa 90 milioni di anni fa e che segna il limite fra Cenomaniano e Cretaceo superiore, il cosiddetto "livello Bonarelli".
Venne nominato membro della Società Romana di Antropologia, socio corrispondente della Sociedad Cientifica Argentina nel 1921, socio corrispondente della Reale Deputazione di Storia Patria per le Marche nel 1923, socio della Sociedad Argentina de Estudios Geográficos Gaea nel 1925, socio corrispondente dell’lstituto Marchigiano di Scienze Lettere e Arti nel 1926, membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 1929, socio nel 1933 dell'Accademia delle Scienze di Torino, presidente della Società Geologica Italiana nel 1946.
Nel 1989 l'European Association of Geoscientists and Engineers (EAGE) ha istituito un premio annuale intitolato a Guido Bonarelli per il migliore contributo scientifico con presentazione orale (Guido Bonarelli Award).
Guido Bonarelli conobbe anche una breve parentesi politica come sindaco di Gubbio, dalla sua elezione nel febbraio 1923 fino all'ottobre dello stesso anno, quando lasciò la carica dopo aver conseguito risultati di rilievo come l'istituzione del liceo classico, ovvero di un curriculum scolastico che, attraendo anche giovani allievi dalle città vicine, potesse portare direttamente agli studi universitari, la riforma sanitaria e l'invito alla valorizzazione delle miniere di lignite di Branca da parte del governo nazionale.
Pubblicazioni
Di Bonarelli si contano, in varie lingue, oltre duecento tra scritti editi e inediti di geologia e paleontologia, in gran parte sull'Appennino centrale, sulle regioni italiane in genere e sull'Argentina, nonché di antropologia, storia, glottologia, e altrettante relazioni geologiche redatte per i diversi enti con i quali collaborò.
Tra le pubblicazioni, degne di nota particolare sono il suo primo lavoro Il territorio di Gubbio, edito nel 1891, cioè nel secondo anno di frequenza universitaria, che conteneva già l'osservazione di quel marker stratigrafico che poi sarebbe stato approfondito con maggiore dettaglio, mettendone in rilievo l’importanza ai fini petroliferi, nella Descrizione geologica dell'Umbria Centrale, del 1901, e che verrà più tardi chiamato, dal nome del suo scopritore, "livello Bonarelli".
Studi e ricerche dell'attività professionale nelle Indie Olandesi sono contenute in altrettante relazioni svolte per la Royal Dutch, mentre dell'attività esplorativa in Argentina rimangono una copiosissima documentazione e pregevoli pubblicazioni, a cominciare dal testo della conferenza che tenne il 14 maggio 1913 alla Sociedad Cientifica Argentina con il titolo: “La formación petrolífera de Salta y Jujuy”, che risultò “profetica con el trascurso de los años” («Anales de la Sociedad Cientifica Argentina», agosto 1951).
Le sue osservazioni etno-paleo-antropologiche, che ebbero origine dal campo vivo delle sue esplorazioni, vennero invece raccolte in diversi studi successivi, a partire dai primi scritti frutto dell'esperienza nelle Indie Olandesi, ovvero Trenta mesi a Borneo e Le razze umane e le loro probabili affinità, ambedue del 1909, fino a Sylloge synonymica hominidarum fossilium hucusque cognitorum systematice ordinata, del 1944, dove metterà in evidenza il falso dell'uomo fossile di Piltdown.
Egli svolse inoltre ricerche storiche sulle Marche, sulla propria città natale, Ancona, e sull'origine e le vicende della famiglia Bonarelli, che raccolse in altrettante opere, una delle quali pubblicata postuma.
Principali pubblicazioni:
- Il territorio di Gubbio, Roma 1891
- con C.F. Parona, Sur la faune du Callovien Inférieur de Savoie, «Mémoires de l'Academie de Savoie», vol. 6, 1895-96;
- Descrizione geologica dell'Umbria Centrale, ms. 1901, ed. postuma 1967;
- Trenta mesi a Borneo, «Bollettino della Società Geografica Italiana», fasc. 5, 1909;
- Le razze umane e le loro probabili affinità, «Bollettino della Società Geografica Italiana», fasc. 8-9, 1909;
- Exploración de la región petrolífera de Salta, «Anales de la Sociedad Cientifica Argentina», tomo LXXVI, entr. I, jul. 1913, pp. 5-27, 1913.
- La stele pesarese, «Rendiconti dell'Istituto Marchigiano di Scienze, Lettere e Arti», vol. 4, 1928;
- Mapa geo-agrológico y minero de la prov. de Corrientes (Rep. Arg.) y memoria explicativa. T. I, pp. 245-456, 1929;
- America Meridionale. Geologia, «Enc. Treccani», vol. 2, 1929;
- Le regioni petrolifere italiane, «La Miniera Italiana», 1929-30;
- La battaglia del Metauro. Vol. I. Esame critico delle fonti storiche e della bibliografia, Ancona 1942;
- Glottologia sistematica, «Ultima Miscellanea», vol. 1, 1943;
- Sylloge synonymica hominidarum fossilium hucusque cognitorum systematice ordinata, «Ultima Miscellanea», vol. 1, 1944;
- Effemeridi anconitane, «Ultima Miscellanea», vol. 1, 1944;
- Nomenclatura e sistematica in paleontologia, «Ultima Miscellanea», vol. 2, 1946;
- Generi e specie in antropologia sistematica, «Ultima Miscellanea», vol. 2, 1946;
- I Bonarelli d'Ancona e l'insediamento dei Normanni nella Marca Fermana, Gubbio 1983.
Note
- ^ Nel 1891, a 19 anni, pubblicò il suo primo lavoro Il territorio di Gubbio. Negli anni dell'università editò altri quattro scritti sia geologici sia paleontologici. Aveva 25 anni quando conseguì la libera docenza.
Bibliografia
- E. Feruglio, Guido Bonarelli, “Bollettino della Società Geologica Italiana”, vol. LXX, 1951
- C. Lippi-Boncambi, Bonarelli, Guido, (online) in Dizionario Biografico degli Italiani
- Guido Bonarelli, a leading oil pioneer, in «Spe Bullettin», 1999, n° 3 (online)
- L. Bonarelli, Guido Bonarelli (1871-1951) La vita e l'opera scientifica, S. Donato Milanese 2001
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Voce (online) dell'Enciclopedia Treccani
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