Fobos (astronomia)
Fobos (Φόβος, in lingua greca), spesso scritto anche Phobos, è il maggiore e il più interno dei due satelliti naturali del pianeta Marte (l'altro è Deimos), scoperto nel 1877 da Asaph Hall.
| Fobos (Marte I) | |
|---|---|
| Satellite di | Marte |
| Scoperta | 17 agosto 1877[1] |
| Scopritore | Asaph Hall[1] |
| Parametri orbitali | |
| (all'epoca 1º gennaio 1950[2]) | |
| Semiasse maggiore | Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[3] |
| Periareo | 9 233,3 km[4] |
| Apoareo | 9 516,65 km[4] |
| Circonf. orbitale | 58 901 km[4] |
| Periodo orbitale | 0,32 giorni[3] (7 h 39 min)[3] |
| Velocità orbitale |
|
| Inclinazione rispetto all'equat. di Marte | 1,1°[3] |
| Inclinazione rispetto al piano di Laplace | 1,076°[5] |
| Eccentricità | 0,015[3] |
| Dati fisici | |
| Dimensioni | Errore in {{M}}: parametro 1 non è un numero valido.[1] |
| Diametro medio | Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[6] |
| Schiacciamento | 0,12-0,31[senza fonte] |
| Superficie | 1,5483×109[7] |
| Volume | 5,729×1012[7] |
| Massa | |
| Densità media | Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[7] |
| Acceleraz. di gravità in superficie | 0,0057[7] |
| Velocità di fuga | Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[7] |
| Periodo di rotazione | 7 h 39 min (rotaz. sincrona)[3] |
| Inclinazione assiale | nulla[senza fonte] |
| Temperatura superficiale | |
| Pressione atm. | nulla[1] |
| Albedo | 0,071[9] |
| Dati osservativi | |
| Magnitudine app. | 11,8 |
| Diametro apparente da Marte | |
Secondo la mitologia greca, Fobos è uno dei figli di Ares (Marte) e Afrodite (Venere). I nomi di Deimos e Fobos significano rispettivamente terrore e paura, e furono assegnati su suggerimento del professore di scienze di Eton Henry Madan in onore dei due compagni del dio della guerra Marte citati nel XV libro dell'Iliade.
Orbita a meno di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. dalla superficie di Marte e si tratta del satellite naturale più vicino al proprio pianeta dell'intero sistema solare; è così vicino che per restare in orbita ruota più velocemente di quanto Marte ruoti su se stesso, completando un moto di rivoluzione in sole 7 ore e 39 minuti e, visto da Marte, sorge da ovest e tramonta ad est. Nonostante la vicinanza, visto da Marte appare più piccolo della Luna vista da Terra, a causa delle sue dimensioni ridotte con un diametro di 22 km.
La sua origine e la sua composizione rimangono incerti, potrebbe essere un asteroide catturato oppure essersi formato contemporaneamente a Marte o poco dopo a causa di un impatto astronomico. È poco riflettente ed appare come un asteroide carbonioso. Dagli anni 1970 in poi è stato oggetto di osservazioni ravvicinate da parte di sonde spaziali orbitanti attorno a Marte, che hanno permesso di chiarire alcuni dubbi sul suo aspetto, la sua composizione e la sua struttura interna.
Osservazione
Dalla Terra
L'osservazione di Fobos dalla Terra è ostacolata dalle sue ridotte dimensioni e dalla sua vicinanza al pianeta rosso.[11] È osservabile solo per un limitato periodo di tempo quando Marte è prossimo all'opposizione[12] e appare come un oggetto puntiforme, senza che sia possibile risolverne la forma.[13] In tale circostanza Fobos raggiunge una magnitudine di 11,6.[10] Per confronto Marte può raggiungere una magnitudine massima di −2,8[14] risultando poco meno di seicentomila volte più luminoso. Inoltre all'opposizione Fobos si discosta in media 24,6 arcosecondi dal pianeta.[10] Di conseguenza è più semplice osservare Deimos, che si discosta da Marte 61,8 arcosecondi, pur raggiungendo una magnitudine di 12,8.[10][15]
Per procedere all'osservazione di entrambi i satelliti, in condizioni particolarmente favorevoli, è necessario disporre di un telescopio di almeno 12 pollici (Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.).[15][16] Utilizzare un elemento che occulti il bagliore del pianeta e dispositivi per la raccolta di immagini quali lastre fotografiche o CCD, con esposizioni di alcuni secondi, risulta d'aiuto.[17]
Da Marte
Fobos appare grande quanto un terzo della Luna vista dalla Terra.[18] Data la sua vicinanza col pianeta, la vista migliore si ottiene dalle latitudini equatoriali della superficie di Marte e appare tanto più piccolo quanto maggiore è la latitudine dell'osservatore;[19] risulta invece completamente invisibile (sempre oltre l'orizzonte) da latitudini maggiori di 69°.[20][21] Raggiunge una magnitudine apparente massima di -3,9[10] all'opposizione (corrispondente a una fase di Luna piena) con un diametro angolare di 8'.[10]
Poiché Fobos completa un'orbita in meno di un giorno marziano, un osservatore sulla superficie del pianeta lo vedrebbe sorgere a ovest e tramontare a est. Il suo moto sarebbe molto veloce con un periodo apparente di 11 ore (in 4,5 delle quali attraversa il cielo, sorgendo nuovamente 6,5 ore dopo).[11] Il suo aspetto, inoltre, varierebbe a causa del fenomeno delle fasi,[19] il cui ciclo si completa in una notte.[16]
Sempre a causa della sua peculiare vicinanza al pianeta, Fobos viene eclissato da Marte, salvo che per brevi periodi in prossimità degli equinozi, subito dopo esser sorto fino a poco prima di tramontare, rimanendo un'ombra scura vagante per gran parte del suo percorso apparente del cielo marziano.[22]
Il diametro angolare del Sole visto da Marte è di circa 21'. Di conseguenza non possono verificarsi eclissi totali sul pianeta perché le due lune sono entrambe troppo piccole per coprire il disco solare nella sua interezza. D'altra parte dall'equatore è possibile osservare transiti di Fobos quasi ogni giorno; essi sono molto rapidi e si concludono in meno di mezzo minuto circa.[11][23] Invece Deimos transita sul disco solare una volta al mese circa, ma il fenomeno, che dura circa un minuto e mezzo,[11] rimane poco visibile.[19]
Marte visto da Fobos
Fobos è in rotazione sincrona con Marte cioè mostra sempre la stessa faccia al pianeta, come la Luna alla Terra. Così da tale faccia Marte sarebbe sempre visibile, raggiungendo una dimensione di 42° (pari a circa 80 volte quella della Luna piena vista dalla Terra).[24] Invece dalla faccia opposta sarebbe possibile osservare periodicamente Deimos.[25]
Inoltre, come quello di Phobos visto da Marte, l'aspetto di quest'ultimo visto dal satellite cambia a seconda dell'angolazione d'arrivo dei raggi del Sole.
Storia delle osservazioni
Anticipazioni
Le due lune di Marte furono "scoperte" prima nel mondo della fantasia che in quello reale. Con un ragionamento tanto logico quanto assurdo all'inizio del XVII secolo Keplero aveva ipotizzato che Marte potesse avere due satelliti essendo allora noto che ne avesse uno il pianeta che lo precede, la Terra, e quattro quello subito seguente, Giove.[26][27]
Nel 1726 Jonathan Swift, probabilmente ispirato dall'ipotesi di Keplero,[28] nei suoi Viaggi di Gulliver fece descrivere agli scienziati di Laputa il moto di due satelliti orbitanti attorno a Marte.[29][30] Voltaire, presumibilmente influenzato da Swift,[31] fornì una descrizione analoga nel suo racconto filosofico Micromega del 1752.[32] Al tempo di entrambi, i telescopi non erano abbastanza potenti da poter individuare satelliti così piccoli come Fobos e Deimos. Si tratta quindi solo di licenze letterarie.
Scoperta
Asaph Hall scoprì Deimos il 12 agosto 1877 e Fobos il seguente 18 agosto (le fonti dell'epoca adottano la convenzione astronomica, precedente al 1925, che il giorno inizi a mezzogiorno, conseguentemente le scoperte sono riferite rispettivamente all'11 e al 17 agosto) con il telescopio rifrattore di 26 pollici (Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.) di diametro dello United States Naval Observatory a Washington,[33][34][35] il più potente allora esistente inaugurato quattro anni prima.[36] Hall in quel periodo stava cercando sistematicamente delle possibili lune di Marte. Il 10 agosto aveva già visto una luna del pianeta, ma, a causa del maltempo, non riuscì a identificarla se non nei giorni seguenti.[37]
I nomi delle due lune, adottati inizialmente con l'ortografia Phobus e Deimus, furono proposti da Henry Madan[38] (1838 – 1901), "Science Master" a Eton, e richiamano quelli dei personaggi di Fobos (paura) e Deimos (terrore), che secondo la mitologia greca accompagnavano in battaglia il loro padre, Ares, dio della guerra.[39] Ares è l'equivalente greco della divinità romana Marte.
ζευγνύμεν, αὐτὸς δ' ἔντε' ἐδύσετο παμφανόωντα.»
«Egli [Ares] parlò, e ordinò al Terrore e alla Paura di preparare i suoi destrieri. E lui stesso indossò l'armatura scintillante.»
Osservazioni successive
Le dimensioni e le caratteristiche orbitali dei satelliti di Marte hanno consentito, per lungo tempo, la loro osservazione solo in occasioni favorevoli, con il pianeta all'opposizione e i due satelliti in condizioni di elongazione adeguata che ricorrono circa ogni due anni, con condizioni particolarmente favorevoli che si verificano circa ogni 16 anni. La prima configurazione favorevole si verificò nel 1879. Numerosi osservatori, in tutto il mondo, parteciparono alle osservazioni con lo scopo di determinare con esattezza le orbite dei due satelliti.[40]
Nei quarant'anni seguenti la maggior parte delle osservazioni (più dell'85% del totale di quelle compiute tra il 1888 e il 1924) avvennero presso due osservatori statunitensi, lo United States Naval Observatory e l'Osservatorio Lick,[40] con l'obiettivo, tra gli altri, di determinare la direzione dell'asse di rotazione del pianeta.[41] Tra il 1926 e il 1941 proseguì soltanto il Naval Observatory, con 311 osservazioni visuali. Dal 1941 in poi, le osservazioni avvennero solo con la tecnica fotografica.[40]
Nei quindici anni seguenti le ricerche furono poche o nulle e ripresero nel 1956, volte soprattutto a individuare eventuali altri satelliti. Nel 1945 Bevan P. Sharpless aveva rilevato un'accelerazione di Fobos che non poteva essere spiegata come effetto delle perturbazioni della tenue atmosfera marziana. L'informazione non ricevette particolare attenzione finché non fu ripresa da Iosif Šklovskij, che nel 1959 avanzò l'ipotesi che Fobos potesse essere un oggetto cavo[42] e - speculò - un satellite artificiale lanciato da una civiltà aliena presente anticamente sul pianeta.[43] Tale ipotesi guadagnò una certa notorietà e fu riproposta nel 1966 da Šklovskij stesso nel libro Intelligent Life in the Universe scritto con Carl Sagan.[44] La controversia che l'accompagnò portò a nuove osservazioni astrometriche che coinvolsero entrambe le lune negli anni sessanta e settanta,[40][43] che confermarono l'accelerazione orbitale, ma riducendola a soli 1,8 cm l'anno anziché i 5 cm l'anno misurati inizialmente di Sharpless, che così ridotta poteva essere spiegata con effetti mareali.
Nel 1988, in concomitanza con le missioni sovietiche del Programma Phobos, furono condotte osservazioni da Kudryavtsev e colleghi. Nei dieci anni seguenti, invece, le due lune non furono oggetto di alcuna osservazione, fino al 2003, quando osservazioni molto accurate furono condotte dall'Osservatorio Lowell.[45]
Nel 2005 sono state condotte osservazioni radar di entrambi i satelliti dal radiotelescopio di Arecibo che hanno prodotto alcune stime della densità del materiale superficiale.[46]
Missioni spaziali
Difficilmente osservabili dalla Terra, è stato possibile studiare estensivamente Fobos e Deimos solo grazie all'esplorazione spaziale del pianeta rosso. La prima sonda a fotografare Fobos fu il Mariner 7 nel 1969. Le immagini ottenute non consentirono di identificare alcuna caratteristica della superficie; nella migliore di esse, identificata dalla sigla 7F91, Fobos occupava solo quaranta pixel che permisero tuttavia una stima del suo diametro e della sua albedo.[47][48][49]
La missione successiva fu quella del Mariner 9 che raggiunse Marte nel 1971 e trovò il pianeta interessato da una tempesta di sabbia globale che impedì l'osservazione diretta della superficie marziana per circa due mesi. Parte di questo periodo fu allora utilizzato per condurre uno studio approfondito dei due satelliti di Marte.[50] La sonda raccolse un centinaio di immagini di Fobos - con una risoluzione massima di 100 metri - che permisero di determinarne le dimensioni, la forma e il periodo di rotazione, di migliorare le conoscenze sul suo moto orbitale e di identificare le principali caratteristiche superficiali.[51][52] Fu inoltre rilevata la presenza di uno strato di regolite sulla superficie di entrambe le lune.[53] Al massimo del suo avvicinamento a Fobos, il Mariner 9 raggiunse una distanza di 5.710 km.[53]
Con le missioni Viking 1 e 2 del 1976 si ebbe un ulteriore incremento nelle conoscenze su entrambi i satelliti, grazie sia ai miglioramenti tecnici introdotti nei sistemi di raccolta di immagini, sia ai passaggi più stretti che i due orbiter eseguirono soprattutto con Fobos.[54] Per la prima volta, inoltre, lo studio dei satelliti naturali di Marte fu posto tra gli obiettivi primari durante l'estensione delle missioni e la mole di dati raccolta non fu superata per i successivi quarant'anni.[55] In particolare, la superficie fu osservata ad alta risoluzione nel visibile, nell'infrarosso e nell'ultravioletto, rilevando variazioni di colore. Di Fobos fu determinata la massa,[56] la densità e stimata l'età e la composizione. Furono identificate le striature (indicate grooves in inglese) tanto caratteristiche della superficie della luna: catene di crateri irregolari di diametro compreso tra 50 e 100 m, molto compatte e orientate preferenzialmente in direzione parallela al piano orbitale di Fobos. I dati raccolti condussero a ipotizzare che Fobos fosse un asteroide di tipo C catturato da Marte.[54]
Nel 1988, i sovietici, con una nutrita partecipazione internazionale,[57] lanciarono due sonde complementari, denominate Phobos 1 e 2, per l'esplorazione di Marte e Fobos. Dopo aver eseguito osservazioni del mezzo interstellare nella fase di crociera e del pianeta e delle sue lune da un'orbita areocentrica, le sonde avrebbero dovuto eseguire un sorvolo ravvicinato particolarmente stretto su Fobos, transitando a soli 50 m dalla superficie della luna. Contestualmente avrebbero rilasciato ciascuna due lander, dei quali uno avrebbe avuto possibilità di spostarsi "a saltelli" mentre l'altro sarebbe stato una piattaforma fissa.[58][59] Phobos 1 fu perduta durante la fase di crociera, Phobos 2 raggiunse Marte, ma andò perduta per un malfunzionamento del computer[58] quando si trovava a meno di 100 km dalla luna, nel sorvolo programmato per il rilascio dei lander. La missione produsse risultati scientifici di rilievo, tra i quali nuovi valori della massa di Fobos e della sua densità, immagini ad alta risoluzione della superficie,[60] indizi della presenza di un debole campo magnetico interno[61] e una prova indiretta (e non definitiva[62]) dell'esistenza di un toro di gas e polveri, probabilmente rilasciati dalla superficie di Fobos, in corrispondenza dell'orbita della luna.[63][62] Sebbene le ragioni che condussero alla perdita della missione siano state identificate,[64] l'episodio è stato attribuito da alcuni ufologi all'azione di un veicolo alieno, di cui la sonda avrebbe ripreso l'ombra proiettata sulla superficie del pianeta nelle sue ultime fotografie. In realtà, l'ombra osservata sulla superficie di Marte apparteneva a Fobos, deformata dalla particolare prospettiva determinata dal sorvolo ravvicinato e dai tempi di esposizione degli apparecchi fotografici.[65]
Nel 1997 Fobos fu oggetto di osservazioni da due sonde statunitensi, Mars Pathfinder, dalla superficie del pianeta, e Mars Global Surveyor, dall'orbita. Per entrambe le sonde, lanciate nel 1996, Fobos costituì un obiettivo secondario, di opportunità. In particolare, nel caso del Mars Global Surveyor l'orbita operativa fu raggiunta attraverso una fase di aerofrenaggio durata quattro mesi, durante i quali la sonda eseguì alcuni passaggi a qualche migliaio di chilometri di distanza da Fobos, acquisendo immagini ad alta risoluzione della superficie e provando a determinarne spettroscopicamente la composizione.[66] Anche Mars Pathfinder eseguì osservazioni spettroscopiche delle due lune, ottenendo dati che misero in discussione alcune conclusioni tratte durante gli anni settanta e correlando Fobos e Deimos agli asteroidi di tipo D.[67] Nei dieci anni in cui il Mars Global Surveyor è stato attivo non ha più potuto osservare direttamente Fobos, ma ha più volte registrato la posizione della sua ombra sulla superficie di Marte, acquisendo informazioni utili a migliorare la conoscenza dell'orbita della luna.[68]
Nel 2001 la NASA lanciò un secondo orbiter marziano, il Mars Odyssey, per il quale non previde alcuna osservazione di Fobos o Deimos. Solo un aggiornamento del software avvenuto nel 2017 ha dato alla sonda la possibilità di riorientarsi verso la piccola luna e rilevare la temperatura in vari punti della superficie.[69]
Un netto miglioramento nella comprensione di Fobos è stato dovuto alla sonda Mars Express (MEX),[70] il debutto europeo nell'esplorazione di Marte.[71] A differenza degli orbiter statunitensi che erano stati collocati su orbite di lavoro basse, MEX (lanciata nel 2003) fu posta su un'orbita ellittica con apoastro oltre l'orbita di Fobos. In particolare, ogni cinque mesi e mezzo la sonda avrebbe eseguito una serie di passaggi ravvicinati alla luna, addirittura con un richio non nullo di collidere con essa.[72] Fobos fu quindi incluso tra gli obiettivi secondari della missione.[70] Nella primavera del 2010 ci fu una delle migliori serie di incontri, con dieci sorvoli ad una distanza inferiore ai 1000 km; nel corso del più stretto la sonda transitò a 77 km dalla centro della luna, battendo in tal modo il record di 80 km detenuto fino ad allora dal Viking Orbiter 1.[72][73] MEX ha eseguito un sorvolo ancora più stretto il 29 dicembre 2013, transitando a soli 45 km dal centro della luna.[74][75]
Mars Express ha permesso di ottenere nuove stime della massa di Fobos, delle sue dimensioni e, quindi, della sua densità. È stato inoltre stimato che il materiale che costituisce la luna possegga una porosità del 30% ± 5%.[76] Il 75% della superficie di Fobos è stata mappata con una risoluzione di 50 m/pixel.[77] Ciò ha permesso di tracciare una mappa completa delle striature e di stimare l'età di Fobos utilizzando il metodo del conteggio dei crateri.[78] Mars Express non ha fornito dati conclusivi riguardo l'origine della luna, ma ha rilevato la presenza di minerali ricchi di ferro e magnesio e, in prossimità del cratere Stickney, di argilla. Queste osservazioni supportano l'ipotesi che Fobos si componga dello stesso materiale che costituisce il pianeta e avvalorano l'ipotesi dell'impatto gigante.[79] Infine, l'orbita di Fobos è stata determinata con un errore di 30 m sulla sua posizione.[80]
Quando Mars Express non sarà più operativa, e non potrà più essere manovrata, alla lunga precipiterà su Fobos. L'impatto, la cui probabilità diventa certa in un periodo di tempo compreso tra 5 secoli e un millennio, originerà una nuvola di detriti di cui sarà necessario tener conto nell'esplorazione della luna.[81]
Dal 2005 orbita attorno a Marte il Mars Reconnaissance Orbiter che ha sperimentato un sistema di navigazione alternativo basato sul puntamento ottico di Fobos e Deimos.[82] Durante la sua missione, ancora operativa al 2019, ha catturato delle immagini ad alta definizione della superficie di Fobos usando lo strumento HiRISE, un telescopio riflettore di mezzo metro.[83]
Nel 2011 la Russia ha lanciato la sonda Fobos-Grunt che, dopo essere entrata in orbita su Marte e aver effettuato una serie di sorvoli ravvicinati di Fobos, sarebbe dovuta atterrare sulla sua superficie nel 2013 e recuperare dei campioni di suolo che avrebbe riportato sulla Terra nel 2014. Sfortunatamente, la sonda non lasciò nemmeno l'orbita terrestre per un problema elettrico e dopo un anno precipitò nell'oceano Pacifico.[84][85]
Fobos è stato oggetto di osservazioni nell'ultravioletto da una distanza di 300 km attraverso la sonda statunitense MAVEN, lanciata nel 2013, che percorre un'orbita ellittica con periastro a soli 145 km dalla superficie di Marte e apoastro poco oltre l'orbita di Fobos.[86] L'orbita percorsa da MAVEN, così come quella di Mars Express, espone la sonda al rischio di collidere con Fobos; opportune manovre correttive sono periodicamente condotte per evitare che ciò accada.[87] Anche la Mars Orbiter Mission, lanciata dall'ISRO nel 2013, ha l'opportunità di osservare Fobos, anche se il contributo più significativo l'ha offerto nell'osservazione della "faccia nascosta" di Deimos.[88]
I rover utilizzati dalla NASA per esplorare la superficie di Marte hanno rivolto diverse volte le fotocamere al cielo sia durante la notte, per osservare il moto di Fobos, sia di giorno, per fotografare dei transiti di Fobos sul disco solare. Queste osservazioni permettono di migliorare la conoscenza dell'orbita della luna.[89]
Missioni future
Fobos è stato più volte indicato come possibile obiettivo di una missione per la raccolta di campioni da riportare sulla Terra. La JAXA (l'Agenzia spaziale giapponese) sta pianificando di lanciare nel 2024 il Martian Moons eXploration (MMX) per raggiungere le due lune di Marte, recuperare dei campioni dalla superficie di Fobos e portarli sulla Terra nel 2029. Un esame dettagliato dei campioni potrebbe risolvere una volta per tutte l'arcano della formazione dei satelliti marziani.[90]
Fobos è stato anche indicato come possibile obiettivo di una missione umana, quale passo preliminare di una missione sulla superficie di Marte, della quale potrebbe permettere di stabilire con più precisione costi, rischi e fattibilità.[91] La missione su Fobos risulterebbe di gran lunga più economica e quindi realizzabile anni prima di una missione su Marte, considerando i limiti di budget a cui le agenzie spaziali nazionali sono sottoposte.[92]
Parametri orbitali e rotazione
Il moto orbitale di Fobos è uno dei più studiati tra quelli dei satelliti naturali del sistema solare.[93] Fobos percorre un'orbita prograda quasi circolare, inclinata di 1,082° rispetto al piano equatoriale di Marte.[2][94] Con una distanza media dal pianeta di circa 5980 km (pari a circa 1,75 volte il raggio di Marte), l'orbita di Fobos è più bassa di un'orbita areosincrona (l'equivalente per Marte di un'orbita geostazionaria attorno alla Terra). Fobos cioè orbita più vicino al pianeta rosso di quanto non faccia una satellite geostazionario attorno alla Terra, sia in termini assoluti, sia in proporzione, cioè rapportando le distanze in termini dei raggi dei due pianeti. Conseguentemente, Fobos completa un'orbita in 7 ore e 39 minuti, più rapidamente di quanto Marte ruoti su se stesso - in 24,6 ore.[21] Prima della sua scoperta, non era noto alcun satellite con tale caratteristica e Fobos ha continuato a rappresentare un'eccezione fino a quando le sonde Voyager non hanno individuato altri casi analoghi nel sistema solare esterno, quali ad esempio Metis. Fobos mantiene il primato di satellite naturale più vicino alla superficie del pianeta madre.[87]
Come anche Deimos, è in rotazione sincrona con il pianeta[21][95] e in virtù di ciò rivolge sempre la stessa faccia verso la superficie marziana. L'asse di rotazione è perpendicolare al piano orbitale.[96]
L'asimmetricità del campo gravitazionale marziano impartisce all'orbita di Fobos un moto di precessione degli apsidi e una retrogradazione dei nodi che si completano in circa 2,25 anni.[97] Tuttavia, poiché l'orbita è quasi equatoriale, il suo aspetto complessivamente risulta poco variato.[94]
Fobos subisce, inoltre, una accelerazione stimata in 1,270 ± 0,003 × 10−3 °/anno2,[98][99] che determina una costante riduzione della sua orbita.
Il destino di Phobos
Il decadimento dell'orbita di Fobos è di circa 1,8 centimetri all'anno, ovvero di 1,8 metri ogni secolo.[100] Il fenomeno potrebbe portare la luna a precipitare sul pianeta in un tempo compreso tra trenta e cinquanta milioni di anni.[101][102] È tuttavia probabile che gli effetti mareali che lo determinano condurranno alla disgregazione della luna, portando alla formazione di un anello di detriti attorno a Marte, ben prima di allora, quando, avvicinatasi maggiormente alla superficie, supererà il limite di Roche.[103][104][105]
Formazione
L'origine dei satelliti naturali di Marte è una questione ancora aperta,[106][107][108] che ha visto contrapporsi prevalentemente tre teorie[109]. I due satelliti potrebbero essersi formati per accrescimento nel processo che ha condotto anche alla formazione del pianeta Marte, potrebbero essere degli asteroidi catturati[110][111] oppure potrebbero essersi formati dopo l'impatto di un corpo vagante col pianeta.[106] La questione si potrebbe risolvere con una missione in loco o con una che preveda il campionamento del suolo con trasferimento dei campioni sulla Terra per un analisi dettagliata delle loro caratteristiche minerologiche.[109]
Ipotesi della cattura
Per aspetto, dimensioni e classificazione spettrale, Fobos e Deimos sono stati spesso associati agli asteroidi carboniosi (di tipo C o D) della fascia principale; tuttavia asteroidi catturati dal pianeta difficilmente sarebbero venuti a trovarsi - pur nei tempi in cui è avvenuta la formazione del sistema solare - sulle attuali orbite percorse dai due oggetti, con eccentricità e inclinazioni quasi nulle. Avrebbero anzi potuto mostrare caratteristiche orbitali simili a quelle dei satelliti irregolari dei giganti gassosi.[112] Anche i dati sulla composizione e sulla porosità di Fobos ottenuti grazie alla sonda Mars Express sembrano incompatibili con l'ipotesi che Fobos sia un asteroide della fascia principale catturato dal pianeta.[3]
In letteratura sono stati proposti vari modelli per descrivere possibili processi che avrebbero condotto alla regolarizzazione delle due orbite, sebbene non abbiano fornito spiegazioni conclusive. Ad esempio, alcuni modelli riuscirebbero a giustificare la variazione della quota di apocentro di Fobos, ma non quella di Deimos[101] - piccolo e relativamente lontano da Marte. Altre difficoltà verrebbo incontrate nel giustificare i valori dell'inclinazione orbitale, a meno di non assumere che i due oggetti non percorressero già delle orbite eliocentriche fortuitamente prossime al piano equatoriale di Marte.[110][111] I risultati di simulazioni numeriche pubblicati nel 2018 da B. Hansen forniscono una possibile spiegazione: Fobos e Deimos potrebbero non corrisponderebbero agli oggetti direttamente catturati da Marte, ma si sarebbero aggregati a partire da quelli, nelle ultime fasi di formazione planetaria; ciò potrebbe giustificare anche il fatto che Fobos appaia come un agglomerato di massi.[112]
Altrimenti, secondo un'ipotesi avanzata da Geoffrey Landis nel 2009, Fobos e Deimos avrebbero potuto essere lune asteroidali di oggetti delle dimensioni di Cerere o componenti di asteroidi binari a contatto, che si sarebbero avvicinati al pianeta con una velocità d'eccesso iperbolico pressoché nulla. La separazione della coppia avrebbe quindi condotto alla cattura di uno dei due componenti. Il modello proposto da Landis è stato però utilizzato, per altro dando esito favorevole, solo nella descrizione della cattura di Fobos.[107]
Ipotesi dell'accresimento
I dati spettrografici rilevati dalla sonda Mars Express suggeriscono che il materiale di cui si compone la piccola luna risalga ai tempi della formazione planetaria; Fobos quindi avrebbe potuto essersi formato contemporaneamente a Marte. Ciò giustificherebbe con semplicità anche i valori di eccentricità e inclinazione orbitale delle due lune.[3] D'altra parte, il meccanismo previsto per la formazione di satelliti regolari incontra alcune difficoltà, con i due oggetti che sembrerebbero essersi entrambi aggregati in prossimità dell'orbita areosincrona e quindi troppo vicini tra loro rispetto a quanto previsto dal modello.[111]
Un possibile alternativa è che le due lune nascano dal materiale di un precedente satellite regolare, che sarebbe andato distrutto a seguito di un impatto.[3]
Ipotesi dell'impatto
Robert A. Craddock nel 2011 ha proposto che l'impatto di un terzo corpo con il pianeta potrebbe aver lanciato del materiale in orbita che, organizzatosi in un disco, si sarebbe poi riassemblato in una serie di piccoli oggetti, di cui Deimos e Fobos sarebbero gli ultimi superstiti. Il processo di aggregazione da un disco circum-planetario spiegherebbe bene i valori di inclinazione ed eccentricità delle orbite di entrambi mentre le condizioni di bassa gravità ne spiegherebbero le densità.[106] Già nel 1982, Schultz e Lutz-Garihan avevano in effetti ipotizzato, alla luce di alcune regolarità nei crateri di impatto presenti sulla superficie di Marte, che il pianeta fosse stato circondato da una serie di satelliti che, in una fase molto remota della sua storia, progressivamente impattarono sulla superficie.[113] A rafforzare l'ipotesi ha inoltre concorso il fatto che Mars Express abbia rilevato che la regolite in prossimità del cratere Stickney si componga di basalto e fillosilicati, minerali che potrebbero provenire dalla superficie di Marte.[108] La Vastitas Borealis è stata anche indicata da più soggetti come una possibile sede dell'impatto. In tal caso, l'evento sarebbe stato tanto potente da riorientare l'asse di rotazione del pianeta, portando il bassopiano nell'attuale posizione circumpolare.[114]
Tra le difficoltà presentate da questo scenario c'è il fatto che le due lune siano molto piccole e poco massicce. Come nel caso della formazione della Luna, l'impatto avrebbe potuto sollevare tanto materiale da condurre alla formazione di un satellite di dimensioni nettamente maggiori.[115] Una possibile spiegazione verrebbe offerta se l'impatto fosse avvenuto abbastanza precocemente durante la formazione di Marte. Il disco che si sarebbe venuto a formare, sarebbe stato parzialmente depauperato della sua massa dagli incontri ravvicinati che il pianeta avrebbe avuto con i planetoidi che costituivano la nebulosa solare.[112]
Caratteristiche fisiche
Massa e dimensioni
Fobos ha una forma irregolare, ben lontana da uno sferoide in equilibrio idrostatico; le sue dimensioni sono pressappoco di 27 × 22 × 18 chilometri[1], cui corrisponde un diametro medio di 22,2 km e un volume di 5 729 km³.
Ha una massa di Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido.[7], circa un milionesimo di quella della Luna. La densità è inferiore a molti altri corpi rocciosi, solo di 1,872, dovuta all'elevata porosità (30%). Il corpo ha una gravità trascurabile, di soli 0,0057,[7] quindi un uomo di 80 kg sulla superficie peserebbe solamente 46 grammi.
Composizione
Fobos appare come un asteroide di tipo C[1] ma probabilmente molto più poroso, a causa della sua densità ridotta. Date le sue dimensioni limitate non presenta alcuna differenzazione. Il materiale di cui è composto è molto antico e risale all'era della formazione planetaria. È costituito principalmente da un tipo di regolite ancora non precisamente classificato, in particolare si nota una carenza di minerali ferrosi comuni come olivina e pirosseno.[116] Sotto la superficie ci sono tracce di acqua in forma di ghiaccio; se dovesse essere confermata la composizione simile ad un asteroide di tipo C, ci si può aspettare di trovare fino al 22% di acqua.[117] L'acqua potrebbe essersi allontanata dal centro del corpo ed essere emigrata sotto la superficie a causa del calore; l'acqua sulla superficie, in fomra di vapore, scomparirebbe totalmente; si stima che con questo ciclo Fobos perda circa 3 grammi di acqua al secondo.[118]
Struttura interna
È stato ipotizzato che Fobos, come Gaspra, Ida, Mathilde e altri asteroidi che presentano crateri da impatto di notevoli dimensioni, non sia un corpo compatto, ma un agglomerato. Questa struttura interna potrebbe spiegare sia il valore della densità[119] sia la capacità di resistere a impatti potenzialmente catastrofici, come quello che ha generato il cratere Stickney.[120][121]. Inoltre, la sua struttura ad agglomerato lo rende più vulnerabile alle forze mareali: la struttura interna potrebbe subire movimenti non visibili in superficie, nascosti dallo strato di regolite che si comporterebbe come una membrana cementizia elastica.[122]
Potrebbe contenere acqua sotto forma di ghiaccio a circa 500 metri di profondità nelle zone equatoriali, e più in superficie, circa 50 metri di profondità, in prossimità dei poli[118]. La regolite che copre questi strati ne impedisce la sublimazione.
Superficie
Fobos è un corpo molto scuro, di albedo geometrica solamente 0,071,[9] apparentemente composto da materiale superficiale simile a quello degli asteroidi di tipo C della fascia principale.
La superficie di Fobos appare pesantemente craterizzata. La sua caratteristica più prominente è certamente il grande cratere Stickney, battezzato con il cognome da nubile della moglie di Asaph Hall (Angeline Stickney).[123] Come nel caso del cratere Herschel di Mimas (satellite di Saturno) l'impatto fu così devastante che avrebbe dovuto distruggere il corpo.
La sonda spaziale sovietica Phobos 2 rilevò nel 1988 una debole ma costante emissione di gas, sfortunatamente la sonda smise improvvisamente di funzionare prima di poter identificare il materiale emesso e finire la propria missione con l'atterraggio dei due lander, ma molto probabilmente si trattava di acqua.[124] Le recenti immagini della Mars Global Surveyor indicano che Fobos è ricoperto da uno strato di polvere sottile spesso circa un metro simile alla regolite che ricopre la Luna.[55]
Inoltre sono presenti delle striature che percorrono quasi l'intera superficie del satellite e sembrano originate dall'impatto stesso, in quanto la loro direzione proviene dal centro del cratere, ma sorgono dubbi in proposito in quanto se si paragonano le immagini inviate dalla sonda Viking 1 e quelle inviate da Phobos 2 si nota chiaramente uno strano aumento delle stesse.[125] Le striature sono totalmente assenti nei pressi della Laputa Regio. L'ipotesi più plausibile risulta che siano causate da ejecta da Marte rimaste in orbita per lungo tempo e a causa delle caratteristiche orbitali di Fobos, avrebbero colpito il satellite solo in particolari zone.[126] I detriti da impatto circumnavigato il satellite ripetutamente strisciando, lasciando i solchi e riuscendo a saltare il bassopiano dalla Laputa Regio a causa della scarsa gravità.[127]
L'unica zona con un'albedo considerevolmente alta rispetto al resto del satellite è in un piccolo monolito di poco meno di un centinaio di metri, situato a 15° Nord e 14° Ovest, pochi chilometri ad est del cratere Stickney, che si erge dalla superficie e proietta un'ombra lunga.[128]
Topografia
Le caratteristiche di superficie di Fobos hanno ricevuto nomi di astronomi o di personaggi de I viaggi di Gulliver, il romanzo di Jonathan Swift. In tutto sono 20 le denominazioni ufficiali, di cui 17 crateri, una regio (Laputa Regio), un dorsum (Kepler Dorsum), e una planitia (Lagado Planitia)[129].
Fobos nella cultura
Fobos viene descritto in maniera molto accurata nel capitolo XXII del libro di fantascienza To Mars via the moon: an astronomical story di Mark Wicks del 1911[130] e nel romanzo di Edgar Rice Burroughs Sotto le lune di Marte del 1912.[131]
Lo scrittore Arthur C. Clarke ha ambientato parte dei suoi romanzi in questa luna di Marte. È un campo di battaglia in K. 15, dove un agente in fuga sfrutta la sua agilità dovuta alla bassa gravità per difendersi dagli attacchi di un incrociatore, mentre ne Le sabbie di Marte un processo di terraformazione di Marte prevede l'ignizione di Fobos tramite reazioni nucleari per farlo brillare per almeno 1000 anni e trasformarlo in un piccolo secondo sole per permettere l'agricoltura.
Nella Trilogia di Marte di Kim Stanley Robinson ambientata durante la colonizzazione di Marte, nascono dei conflitti tra le varie comunità marziane e le corporazioni transnazionali e Fobos viene usato come base militare dai ribelli; le corporazioni entrano in guerra e decidono allora di far schiantare il satellite naturale sulla superficie.
Fobos è usato come ambientazione in molti giochi moderni per computer ad ambientazione fantascientifica. In Zone of the Enders: The 2nd Runner viene usato come piattaforma per un'arma capace di distruggere qualunque oggetto del sistema solare. In Armored Core 2, invece, è ambientata l'ultima missione del gioco, dove si scopre che il satellite non è naturale, ma è stato costruito da una civiltà extraterrestre e possiede un meccanismo di deorbitazione che va disattivato, in quanto potrebbe farlo schiantare sulla superficie e distruggere la colonia marziana. In Unreal Tournament attorno a Fobos orbita un satellite artificiale che è terreno di battaglia per i giocatori. Nel gioco Leather Goddesses of Phobos la piccola luna marziana è l'origine di una spedizione verso la Terra per schiavizzare l'umanità. In RTX Red Rock da una stazione spaziale situata sulla superficie di Fobos iniziano le avventure del protagonista che deve difendere la colonia marziana da un attacco alieno.
Note
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Pubblicazioni scientifiche (in inglese)
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Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (EN) NASA, Phobos, su solarsystem.nasa.gov, 23 gennaio 2018 (Ultimo aggiornamento). URL consultato il 19 gennaio 2019. Descrizione di Fobos sul sito della NASA.
- (EN) ESA, Martian Moons: Phobos, su sci.esa.int, 22 marzo 2017 (Ultimo aggiornamento). URL consultato il 19 gennaio 2019. Descrizione di Fobos sul sito dell'ESA.
- ESA, Phobos e Deimos, su ESA kids, 19 gennaio 2011 (Ultimo aggiornamento). URL consultato il 19 gennaio 2019. Fobos e Deimos spiegato dall'Esa per i bambini.
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