Kobe Bryant
Kobe Bean Bryant (Filadelfia, 23 agosto 1978) è un ex cestista statunitense.
Kobe Bryant | |||||||||||||||||||
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Nazionalità | ![]() | ||||||||||||||||||
Altezza | 198 cm | ||||||||||||||||||
Peso | 96 kg | ||||||||||||||||||
Pallacanestro ![]() | |||||||||||||||||||
Ruolo | Guardia | ||||||||||||||||||
Termine carriera | 1º luglio 2016 | ||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||
Giovanili | |||||||||||||||||||
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Squadre di club | |||||||||||||||||||
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Nazionale | |||||||||||||||||||
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Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||
Ha giocato prevalentemente nel ruolo di guardia tiratrice ed è considerato tra i migliori cestisti della storia dell'NBA.[1][2] Figlio di Joe Bryant e Pamela Cox, sorella dell'ex cestista Chubby Cox ritiratosi nel 1983.[3] Ha due sorelle più grandi, Sharia e Shaya, mentre suo cugino John Cox è anch'egli cestista.[3][4] Bryant è cresciuto cestisticamente in Italia,[3] dove ha imparato i fondamentali europei,[3] e ha militato per tutta la sua carriera NBA nei Los Angeles Lakers, squadra con cui ha conquistato 5 titoli.[5] Con la Nazionale statunitense ha partecipato ai FIBA Americas Championship 2007 e ai giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012, vincendo la medaglia d'oro in tutte e tre le manifestazioni.[6][7][8]
Il 4 marzo 2018 ha vinto il Premio Oscar insieme a Glen Keane, nella categoria miglior cortometraggio d'animazione per Dear Basketball, ispirato alla sua lettera di addio al basket.[9]
Biografia
Secondo quanto riportato dalla rivista Forbes, è stato il 10º sportivo più pagato del mondo nel 2014, con un guadagno di 49,5 milioni di dollari.[10] È appassionato di calcio e tifa per il Milan,[11][12] oltre a simpatizzare per il Barcellona.[13][14]
Caratteristiche tecniche
Kobe Bryant è terzo tra i migliori marcatori nella storia dell'NBA, alle spalle di Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone, con 33.643 punti.[15] È quarto, invece, per quanto riguarda i punti realizzati nei playoff, con 5.640 (dietro a LeBron James, Michael Jordan e Kareem Abdul-Jabbar).[16]
Giocava solitamente come guardia tiratrice, ma all'occorrenza poteva ricoprire i ruoli di playmaker e ala piccola[17]. Dal 1999 al 2013 è stato sempre incluso in almeno uno dei tre quintetti dell'All-NBA Team, mentre dal 1998 fino al ritiro ha sempre partecipato all'NBA All-Star Game. Eccellente difensore – dote talvolta messa in secondo piano dall'altrettanto spiccata abilità offensiva –,[18] in 12 occasioni ha fatto parte di uno dei due NBA All-Defensive Team,[19][20] secondo (a pari merito con Kevin Garnett)[20] per volte in cui è stato negli All-Defensive Team dietro a Tim Duncan.[20]
In carriera si è distinto anche per la grande personalità, carisma e mentalità vincente con cui approciava le partite, con cui caricava i compagni.[21][22][23]
Al suo attivo una media di circa 25 punti a partita, da aggiungere ad uno score medio di 4,7 assist, 5,3 rimbalzi ed un totale di oltre 1.800 palle rubate.[24] È stato anche un abile tiratore da tre punti: ha detenuto per anni il record NBA di triple realizzate in una sola partita, 12, prima solo, poi a pari merito con Donyell Marshall e infine con Stephen Curry,[25] che lo ha poi superato il 7 novembre 2016, realizzandone 13.[26] Il record verrà poi battuto da Klay Thompson il 29 ottobre 2018, con 14 triple.[27]
Carriera
Dall'Italia alla high school
Bryant iniziò a giocare a basket sin dai 3 anni e visse in Italia dai 6 fino ai 13 anni di età,[3] spostandosi nelle varie città dei club per i quali giocava il padre.[28] Tra il 1984 e il 1991 passò da Rieti a Reggio Calabria, per proseguire a Pistoia e infine a Reggio Emilia.[3]
Tornato negli USA si iscrisse alla high school, dove guadagna fama a livello nazionale vincendo il titolo statale con la Lower Merion High School, situata in un sobborgo di Filadelfia,[29] infrangendo al contempo il record di punti nel quadriennio liceale per la zona di Philadelphia detenuto da Wilt Chamberlain, mettendo a referto ben 2.883 punti.[29]
Il Draft NBA
Nel 1996, non ancora diciottenne, decise quindi di fare il grande salto tra i professionisti e si dichiarò eleggibile per il Draft NBA senza passare per il college,[29] pratica poco diffusa allora e divenuta poi più comune, prima dell'introduzione di un limite di età per l'ingresso nella lega professionistica.[29]
Venne scelto dagli Charlotte Hornets al primo giro come numero 13 assoluto; subito dopo, però, gli Hornets cedettero ai Los Angeles Lakers i diritti su Bryant in cambio del ventottenne centro Vlade Divac, che dopo sette stagioni lasciò i gialloviola.[30] I californiani avevano appena messo sotto contratto il centro più forte sul mercato, Shaquille O'Neal, e non aveva dunque più bisogno di Divac.[30] I Lakers, prima di orchestrare lo scambio, allestirono un provino per testare le qualità del giovane Kobe (che tra l'altro sperava di essere scelto proprio dai Lakers) e ne furono conquistati.[29] Lo scambio fu architettato da Jerry West che convinse Divac ad andare a Charlotte nonostante lui non volesse venire scambiato per un giocatore che veniva dal college.[29][31]
Le prime stagioni (1996-2000)
Debuttò tra i professionisti il 13 novembre 1996 in una sfida contro i Minnesota Timberwolves,[32] senza segnare punti.[33] All'epoca era il debuttante più giovane nella storia dell'NBA a 18 anni e 72 giorni.[34] Durante la prima stagione a Los Angeles Bryant, riserva di Eddie Jones e di Nick Van Exel, totalizzò 7,6 punti di media a partita.[35] Sempre nell'anno da rookie vinse lo Slam Dunk Contest precedendo Chris Carr e Michael Finley. Nei playoff Bryant mostrò di essere ancora acerbo: nella partita decisiva della serie contro gli Utah Jazz (persa 4-1) tirando corto per tre volte,[35] e il compagno di squdra Nick Van Exel criticò la scelta del coach Del Harris di aver fatto gestire all'inesperto Bryant i possessi palla decisivi.[35]
La stagione successiva vide Bryant raddoppiare la sua media punti, che sale a 15,4 punti a partita. Allo stesso tempo cominciò a mostrare le sue qualità: il voto dei tifosi lo inserì nel quintetto base per l'All-Star Game di New York (record come più giovane titolare nella storia della rassegna),[36] mentre al termine dell'annata venne eletto come secondo miglior 6° uomo dell'anno dietro solo a Danny Manning.[37] I Lakers fecero strada nei playoffs eliminando Portland (4-0) e Seattle (4-1),[38] arrivando sino alla finale di Conference dove vennero nuovamente sconfitti da Utah con il punteggio di 4-0.[38][39]
Per l'anno seguente, a causa delle cessioni di Van Exel e Jones,[40] il ventenne Bryant diventò la guardia titolare. Kurt Rambis, ex giocatore NBA con i Lakers, sostituì il licenziato coach Del Harris;[29] la squadra, dopo una stagione regolare altalenante, raggiunse le semifinali di Conference, venendo eliminata dai San Antonio Spurs, futuri vincitori del titolo.[29]
Gli anni delle Finals (2000-2004)
Nell'estate 1999 Rambis venne degradato a vice-allenatore e come nuovo coach arriva Phil Jackson, già sei volte campione NBA con i Chicago Bulls.[41] Subito i Lakers vinsero tre titoli NBA consecutivi, nel 2000, nel 2001 e nel 2002,[5] terzo three-peat per Jackson, dopo i due con i Bulls.[42]
Sconfitti dai San Antonio Spurs nei playoff del 2003,[43] i Lakers arrivarono, tra non poche vicissitudini, alle finali nel 2004, dove persero a sorpresa contro i Detroit Pistons. L'accesso alla finale avvenne soprattutto grazie all'acquisto[44] a inizio anno di due fuoriclasse come Karl Malone e Gary Payton (oltre allo storico compagno Derek Fisher nel tiro a 0,4 secondi dalla fine contro San Antonio),[45] giocatori storici della NBA entrati nella fase calante della loro carriera che si inserirono in un team già costruito per vincere il titolo NBA,[46] che non erano ancora riusciti a vincere (Payton vi riuscirà poi con i Miami Heat nel 2006, Malone no).[47] I rapporti con O'Neal, da sempre burrascosi, si rovinarono del tutto a seguito dello scandalo che toccherà Bryant circa l'ipotesi di stupro,[48] a causa di frasi dello stesso Bryant che chiamarono in causa O'Neal.[19][29][49] Ad ogni modo, agli occhi di molti osservatori i rapporti fra i due peggiorarono negli anni anche a causa della crescita di Bryant come giocatore, a cui faceva da contraltare la fine della fase di assoluto dominio di O'Neal.[50] Quest'ultimo accettava sempre meno l'ipotesi di dover lasciare la scena e diventare il "secondo" della coppia,[50] permettendo a Bryant di prendere in mano la squadra nei momenti decisivi e garantendo, probabilmente, il prolungamento di una dinastia vincente a LA.[50] A seguito della sconfitta nelle finali NBA del 2004 contro Detroit,[5] Bryant decise di testare il mercato dei free agent, ma il 15 luglio 2004 siglò un rinnovo con i Lakers per sette anni, per la cifra di 136,6 milioni di dollari.[51] Contestualmente, venendo a conoscenza del fatto che il proprietario dei lacustri Jerry Buss era intenzionato a tenere Bryant, O'Neal chiese di essere ceduto, ponendo fine di fatto ad una squadra che aveva dominato l'inizio del millennio.[52] Va notato che O'Neal vinse poi un titolo a Miami con gli Heat nel 2006,[47] dove fece coppia con il nuovo astro nascente Dwyane Wade,[47] a cui O'Neal non fece nessuna fatica a cedere la leadership del team, e fu proprio Wade ad essere meritatamente nominato MVP di quelle finali.[47] All'addio di Shaq, si accompagnò quello di coach Jackson e di alcuni giocatori del nucleo storico dei Lakers (Derek Fisher, Rick Fox) facendo ripartire tutto da Bryant,[29] che rimase nonostante vi fosse la possibilità per lui di trasferirsi ai Clippers.[53]
Gli anni d'attesa (2005-2007)
Dopo una dura stagione 2004-2005 sotto coach Rudy Tomjanovich e Frank Hamblen in cui i Lakers non arrivarono ai playoffs,[54] Phil Jackson tornò ad allenare i losangelini,[55] che oltre a Bryant hanno poche sicurezze nel roster (sostanzialmente, quel che rimane della contropartita per la cessione di O'Neal, ovvero Lamar Odom).[55]
Il 20 dicembre 2005, segnò 62 punti in tre quarti di gioco contro i Dallas Mavericks, con 30 punti nel solo terzo quarto.[56] Al momento di andare in panchina, senza più rientrare per l'ultimo quarto di gioco, Bryant aveva segnato appunto 62 punti contro i 61 dell'intera compagine avversaria, cosa mai accaduto in precedenza dopo tre quarti di gioco.[57]
Il 22 gennaio 2006 stabilì il secondo miglior punteggio di tutti i tempi in una singola partita nella storia NBA, segnando 81 punti contro i Toronto Raptors, guidando i Lakers alla vittoria per 122-104.[58] Significativo il fatto che i Lakers stessero perdendo di 18 punti nel terzo quarto: ciò valorizza ancor di più la prestazione di Bryant, ottenuta per far vincere la propria squadra; la prestazione di Bryant ha visto segnare 21/33 da due punti,[58] 7/13 da tre punti e 18/20 ai tiri liberi, ai quali vanno aggiunti 6 rimbalzi, 2 assist, 3 palle recuperate ed 1 stoppata.[58] 14 punti nel primo quarto, 12 nel secondo e due spaventose realizzazioni di 27 e 28 punti nei due quarti finali.[58] La sua prestazione è seconda solo ai 100 punti messi a segno da Wilt Chamberlain il 2 marzo 1962 con i Philadelphia Warriors contro i New York Knicks.[58] Inoltre ha chiuso la stagione segnando 35,4 punti a partita, il che lo proietta nella top 10 per punti a partita segnati in una stagione, secondo solo a Michael Jordan, Elgin Baylor e a Wilt Chamberlain.[59]
A fine stagione, nonostante i gialloviola fossero arrivati settimi a ovest, Bryant arrivò quarto nelle votazioni per l'MVP della stagione regolare.[60]
Nel luglio 2006 venne operato a un ginocchio,[61] pertanto fu costretto a saltare i mondiali di pallacanestro che si tennero in Giappone tra agosto e settembre.[61] Il 22 marzo 2007 diventò il quarto giocatore nella storia a segnare almeno 50 punti in 3 partite consecutive (con Wilt Chamberlain, Michael Jordan ed Elgin Baylor), il primo a riuscirci dal 1987, quando ci riuscì Jordan.[62] Superò anche questo record due giorni dopo, segnando altri 50 punti che lo portarono a essere il secondo giocatore NBA dopo Wilt a fare un poker over 50 (65-50-60-50).[62] La partita successivò segna 43 punti.[62] Le sue prestazioni fra l'altro valsero un record vittorie-sconfitte di 4-0 alla squadra (dopo un periodo molto negativo per la squadra, con serie anche di 6 sconfitte consecutive).[62] Tuttavia in stagione si rese protagonista di brutti episodi che lo portarono a più squalifiche: il 28 gennaio 2007 tirò una gomitata a Manu Ginóbili, reo di averlo stoppato e venne sospeso per una partita.[63] In marzo invece fu protagonista di due episodi simili in cui le vittime furono Marko Jarić e Kyle Korver, venendo sospeso in entrambi i casi per una partita.[64][65]
La mancata acquisizione di Jason Kidd per non privarsi del giovane ma acerbo centro Andrew Bynum fece montare Bryant su tutte le furie,[66] tanto che nel marzo 2007 Bryant richiese nuovamente la cessione.[67] Tra l'altro Bryant non aveva un buon rapporto con Bynum, tanto che lui spinse per mandare via proprio Bynum.[19]
Il ritorno alle Finals, gli ultimi due titoli e il declino della squadra (2008-2013)
Nella stagione 2007-2008 Bryant rimase, e fu tra gli artefici della bella stagione della squadra in cui vinse il premio di MVP della RS, riuscendoci dopo 12 anni di carriera NBA.[68] I Lakers, grazie anche all'innesto di Pau Gasol arrivato nel febbraio 2008,[29] tornarono alle finali per la prima volta dalla sconfitta del 2004, ma vennero sconfitti dai Boston Celtics 4-2.[5]
Il 2 febbraio 2009 sempre con i suoi Los Angeles Lakers realizzò una prestazione da incorniciare al Madison Square Garden contro i New York Knicks mettendo a referto 61 punti che rappresentarono il record nella lunga storia dello stadio della Grande Mela,[69] prima che Carmelo Anthony realizzasse 62 punti proprio con i New York Knicks il 25 gennaio 2014;[69] il precedente record di punti apparteneva a Bernard King che il giorno di Natale dell'84 totalizzò 60 punti.[70][71] Diventò anche co-MVP dell'All Star Game 2009 a pari merito con l'ex-compagno di squadra Shaquille O'Neal,[72] riproponendo per una gara la coppia del three-peat tra 2000 e 2002.[72]
La stagione 2008-09 confermò i Lakers come una delle migliori squadre, e nella RS ottennero il 2° record assoluto una partita solamente dietro i Cleveland Cavaliers.[73] Il 14 giugno 2009 vinse per la prima volta il premio come MVP delle finali, giocata dai suoi Lakers contro i sorprendenti Orlando Magic (4-1 il risultato finale della serie), diventando il primo giocatore dai tempi di Jerry West nel 1969 a mantenere una media di almeno 32,4 punti e 7,4 assist in una serie[74][75] ed il primo dopo Michael Jordan ad avere una media di almeno 30 punti, 5 rimbalzi e 5 assist per una squadra che abbia vinto il titolo.[76] I suoi 162 punti totali lo videro al 4º posto assoluto della storia per un singolo giocatore in una serie di finale di 5 partite giocate.[77]
La successiva stagione si aprì subito con un Bryant che, anche a causa dell'infortunio di Pau Gasol, si prese più responsabilità offensive sfiorando quota 40 punti in 4 delle prime 11 partite.[78] Il 17 novembre 2009 contro i Detroit Pistons, allo Staples Center di Los Angeles, Bryant mise a referto proprio 40 punti: fu la centesima volta nella sua carriera che realizzò almeno 40 punti;[79] meglio di lui hanno fatto Michael Jordan, 173 volte sopra i 40, e Wilt Chamberlain, 271 volte. Il 1º febbraio 2010, Bryant diventò il miglior marcatore dei Los Angeles Lakers con 25208 punti in carriera, sorpassando Jerry West.[80] Nei playoffs i Lakers arrivarono alle finali dove riaffrontarono i Celtics dopo aver battuto OKC per 4-2, Utah per 4-0 e Phoenix per 4-2;[81] la finale, alla fine della quinta gara, vide i Celtics in vantaggio per 3-2, si decise a gara-7, con la squadra losangelina che batté Boston per 83-79.[5] Bryant vinse così il suo quinto titolo in carriera, insieme al secondo trofeo di miglior giocatore delle finali.[82] Durante l'annata 2010-2011 Bryant entrò nella top-ten dei migliori realizzatori NBA di sempre superando leggende del calibro di John Havlicek, Dominique Wilkins, Oscar Robertson, Hakeem Olajuwon, Elvin Hayes e Moses Malone.[83] Il 20 febbraio 2011 durante l'All Star Game 2011 giocato proprio a Los Angeles conquistò il suo quarto titolo di MVP della gara delle stelle, grazie ad una prestazione da 37 punti e 14 rimbalzi in 29 minuti di gioco;[84][85] lo stesso giorno diventò il primo giocatore ancora in attività ad entrare a far parte della Hollywood Walk of Fame di Los Angeles e secondo giocatore di sempre dietro a Magic Johnson.[85] In quella stagione i Lakers figurarono nuovamente tra i favoriti per la vittoria finale e tutti si aspettavano la finale contro i nuovi Miami Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh.[86] Chiusa la regular season al 2º posto ad ovest dietro i San Antonio Spurs, i Lakers nei playoff superarono 4-2 i New Orleans Hornets dopo aver perso gara 1 in casa,[87] ma in semifinale vennero spazzati via 4-0 dai futuri campioni NBA dei Dallas Mavericks.[88]
Il 6 febbraio 2012 diventò il 5º miglior marcatore della storia NBA, superando in classifica Shaquille O'Neal.[89] Venne inserito nel quintetto base della NBA Western Conference per l'edizione 2012 dell'All-Star Game; nella partita delle stelle ad Orlando con i suoi 28 punti, Kobe supera Michael Jordan come miglior realizzatore di sempre all'All-Star Game.[90] Il 10 marzo 2012 Bryant superò contro i Minnesota T'Wolves quota 29.000 punti in NBA.[91] Anche questa stagione però si chiuse con un'altra eliminazione alle semifinali di conference contro gli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant e Russell Westbrook e quindi Kobe vide sfumare la possibilità di vincere il 6º titolo suo obiettivo dichiarato così da poter eguagliare Michael Jordan.[92]
La stagione 2012-2013 si aprì con grandi aspettative per i lacustri: arrivarono a Los Angeles le stelle Dwight Howard e Steve Nash per aiutare Kobe a vincere il 6° anello.[93] Tuttavia le cose non procedettero come previsto e la squadra non girò[93] tanto che dopo 5 partite Mike Brown venne esonerato per fare spazio a Mike D'Antoni,[94] con cui Bryant non ebbe un bel rapporto.[95][96]
Il 5 dicembre 2012 raggiunse i 30.000 punti nella gara vinta contro i New Orleans Hornets, segnando il suo 14º punto nella partita a un minuto dalla fine del terzo quarto;[97] fu il quinto giocatore a raggiungere tale record, e il più giovane della storia a farlo.[97] Il 30 marzo 2013 raggiunse i 31.423 punti, superando Wilt Chamberlain.[98]
Il 12 aprile 2013 contro Golden State subì un grave infortunio al tendine d'achille che lo costrinse a chiudere anticipatamente la stagione e che mise a rischio la sua carriera.[99] Nei playoffs, col Black Mamba assente, la squadra venne eliminata per 4-0 al primo turno dai San Antonio Spurs futuri finalisti.[93]
Ultimi anni (2013-2016)
Il grave infortunio lo condizionò nella stagione 2013-2014 in quanto Bryant giocò solamente 6 partite.[100] La stagione successiva ne giocò 31,[101] venendo nuovamente condizionato dai problemi fisici giocando la sua ultima partita il 21 gennaio 2015 contro i New Orleans Pelicans,[102] in cui Bryant tentò di rimanere in campo nonostante un forte dolore alle cuffie rotatorie.[102] Questo non gli impedì di superare la soglia dei 32.000 punti segnati in carriera durante la regular season.[24] Il 14 dicembre raggiunse quota 32.293 punti, superando niente meno che Michael Jordan nella classifica dei realizzatori all-time, piazzandosi al terzo posto dopo Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone.[103]
Il 29 novembre 2015, tramite una lettera dedicata alla pallacanestro rilasciata a The Player's Tribune, annunciò il suo ritiro dall'attività agonistica al termine della stagione 2015-2016.[104] La lettera recita così[104]:
From the moment I started rolling my dad's tube socks And shooting imaginary Game-winning shots In the Great Western Forum I knew one thing was real:
I fell in love with you.
A love so deep I gave you my all — From my mind & body To my spirit & soul.
As a six-year-old boy Deeply in love with you I never saw the end of the tunnel. I only saw myself Running out of one.
And so I ran. I ran up and down every court After every loose ball for you. You asked for my hustle I gave you my heart Because it came with so much more.
I played through the sweat and hurt Not because challenge called me But because YOU called me. I did everything for YOU Because that's what you do When someone makes you feel as Alive as you've made me feel.
You gave a six-year-old boy his Laker dream And I'll always love you for it. But I can't love you obsessively for much longer. This season is all I have left to give. My heart can take the pounding My mind can handle the grind But my body knows it's time to say goodbye.
And that's OK. I'm ready to let you go. I want you to know now So we both can savor every moment we have left together. The good and the bad. We have given each other All that we have.
And we both know, no matter what I do next I'll always be that kid With the rolled up socks Garbage can in the corner
- 05 seconds on the clock
Ball in my hands. 5 … 4 … 3 … 2 … 1
Love you always, Kobe»
Il 7 gennaio 2016, nella partita contro i Sacramento Kings persa per 118-115, mise a referto 28 punti superando così la soglia dei 33.000 punti in carriera, terzo giocatore della storia a raggiungere questo traguardo (oltre a essere stato il più giovane a raggiungere il traguardo dei 33.000 punti).[105] Il 13 aprile 2016 giocò la sua ultima partita in NBA concludendo con 60 punti (miglior prestazione realizzativa per un singolo giocatore nell'anno 2015-2016) nella vittoria contro gli Utah Jazz, tirando con il 44% dal campo e stabilendo un nuovo record per punti segnati nell'ultima partita in carriera.[106][107]
Il 18 dicembre 2017 i Lakers, in suo onore, hanno ritirato sia la maglia n°8 che la n°24 con una cerimonia allo Staples Center presieduta da Magic Johnson.[108][109] In questo modo è diventato il primo giocatore nella storia dell'NBA a vedere 2 numeri di maglia ritirati dalla stessa squadra.[110][111]
Nazionale
Rifiuti, infortuni e FIBAS Americas Championship 2007
Dopo avere rifiutato le convocazioni alle Olimpiadi 2000[112] e 2004 (la seconda per problemi giudiziari)[113] e ai Mondiali 2002,[114] e ad avere saltato il Mondiale 2006 per infortunio,[61] la carriera in nazionale di Bryant ebbe inizio nel 2007 in un'amichevole tra i giocatori della Nazionale statunitense[115][116] in preparazione ai FIBA Americas Championship 2007 di Las Vegas.[115][117] Durante la competizione Bryant andò più volte in doppia cifra (segnando 3 ventelli) e segnò anche il suo massimo di punti con il Team USA in occasione della sfida con l'Argentina vinta per 91-76 mettendone a segno 27.[118] Contro gli stessi argentini gli USA vinsero la finale per 118-81,[119] con Kobe che realizzò solo 5 punti (unica volta non in doppia cifra nella competizione, insieme alla sfida contro le Isole Vergini Britanniche vinta 123-59 con 9 punti suoi),[120] e Kobe che vinse la sua prima medaglia.[119]
Olimpiadi 2008
Nel 2008, sotto la guida dell'allenatore di Duke Mike Krzyzewski, disputò i Giochi Olimpici 2008;[121] anche in quell'occasione vinse la medaglia d'oro, segnando 20 punti (di cui 13 nel secondo tempo) nella combattuta finale contro la Spagna.[122] Nel torneo si rivelò importante ai quarti di finale in cui segnò 25 punti nella schiacciante vittoria per 116-85 degli statunitensi.[123]
Olimpiadi 2012 e ritiro
Successivamente disputò anche i Giochi Olimpici 2012,[124] in cui vinse nuovamente la medaglia d'oro contro la Spagna, questa volta per 107-100.[125] Dopo la manifestazione annunciò il proprio ritiro dalla nazionale.[126] Nel 2016 si era intravista la possibilità di concludere per lui la carriera con un terzo oro olimpico;[126] tuttavia lui declinò l'invito.[126]
Con la nazionale disputò complessivamente 37 incontri, di cui 16 alle Olimpiadi e 10 ai FIBA Americas Championship, mettendo a referto in totale 504 punti (con una media di 13,6 punti a partita).
Dopo il ritiro
La lettera con cui annunciò il proprio ritiro al basket nel 2015 fu convertita in un cortometraggio animato intitolato Dear Basketball (che era l'incipit della lettera originale) nel 2017 diretto da Glen Keane.[127] Nel gennaio 2018 venne annunciato che la lettera sarebbe stata candidata all'Oscar come miglior cortometraggio d'animazione;[128] il 4 marzo 2018 la pellicola vinse la statuetta,[9] rendendo Kobe il primo sportivo in assoluto a vincere tale premio.[129]
Durante i playoffs 2018 condusse il programma Detail in cui analizzava le partite della post-season.[130] Il 17 ottobre dello stesso anno venne annunciata la seconda edizione del programma a cui si aggiunse l'ex giocatore NFL Peyton Manning.[131]
Il 12 novembre 2018 pubblicò un libro intitolato The Mamba Mentality - Il mio basket,[132] in cui parla della sua carriera oltre che di avversari da lui affrontati.[132] Collaborarono alla stesura del libro il suo ex allenatore Phil Jackson, che scrisse l'introduzione, oltre che l'ex compagno di squadra Pau Gasol che ha scritto la prefazione.[132][133]
Vita privata
Famiglia
Il suo primo nome, Kobe, fa riferimento alla pregiata qualità di carne bovina, quella che i suoi genitori mangiarono in un ristorante poco prima della sua nascita.[134]
Parla fluentemente l'italiano,[135] avendo vissuto in Italia tra i 6 e i 13 anni, al seguito del padre[3] che aveva lasciato l'NBA per trasferirsi prima a Rieti poi alla Viola Reggio Calabria, all'Olimpia Basket Pistoia e alla Pallacanestro Reggiana.[3] Inoltre parla bene anche lo spagnolo.[37][136]
A 22 anni, il 18 aprile 2001, si sposò con Vanessa Laine.[137] Il rapporto tra i coniugi non è sempre stato dei migliori, oltre che per l'accusa di stupro del 2003 per il fatto che nel dicembre 2011 la moglie chiese il divorzio stanca dei tradimenti del cestista;[138] tuttavia il 12 gennaio 2013 la procedura venne annullata e i 2 si riconciliarono.[139] Comunque Bryant e Vanessa hanno tre figlie: Natalia Diamante, nata il 19 gennaio 2003, Gianna Maria-Onore, nata il 1º maggio 2006, e Bianka Bella, nata il 5 dicembre 2016.[140] Nel gennaio 2019 viene annunciato che è in arrivo la quarta figlia.[140]
Pubblicità e merchandising
Soprannominato Black Mamba,[141] nel 2009 firmò un accordo con Nubeo per la commercializzazione di orologi di lusso siglati "Black Mamba da collezione".[142] Con lo sponsor della Nike, creò una linea di scarpe da basket: le Nike Kobe.
Protagonista di diversi spot pubblicitari per Nike, apparì inoltre in un commercial per il videogioco Call of Duty: Black Ops.[143]
L'accusa di stupro
Il 4 luglio 2003 Bryant venne arrestato: una diciannovenne allora dipendente[144] dell'Hotel Cordillera di Edwards, in Colorado, lo accusò di averla violentata.[145] Bryant confessò di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza, ma negò la violenza affermando che il rapporto fu consensuale.[146] Al fatto, avvenuto il 30 giugno, e all'arresto, seguì l'immediato rilascio del cestista dopo il pagamento di una cauzione di 25.000 dollari.[145] Il 6 agosto 2003 cominciò una serie di udienze[145] conclusasi il 27 agosto 2004[147] con un processo che vide il ritiro delle accuse da parte dei legali della ragazza, i quali decisero comunque di mandare avanti una causa civile.[146] Tra l'altro lo stesso anno, per via dello stress derivante dalla vicenda, sua moglie Vanessa abortì.[148]
In quel periodo Bryant perse alcuni dei suoi contratti, fra cui quello con la Nutella.[147] Contemporaneamente il suo sponsor tecnico personale, la Adidas, non gli rinnovò l'accordo[149] e Bryant fu messo sotto contratto per 8 milioni di dollari da parte della Nike.[149]
Controversia con Karl Malone
Nel dicembre 2004 Karl Malone si rivolse alla moglie di Bryant Vanessa dicendole: <<Sono a caccia di una bella messicana>>.[150] Bryant, dopo avere saputo dalla moglie quanto accaduto, ruppe la propria amicizia con Malone.[150][151] Negli anni il rapporto tra i due è rimasto teso, tanto che Malone nel 2015 invitò pubblicamente Bryant a sfidarlo;[152] tuttavia da parte di Bryant non è mai arrivata alcuna risposta.
Carriera cinematografica
Oltre ad avere vinto l'Oscar per Dear Basketball è stato protagonista di alcune apparizioni sia cinematografiche che televisive: la prima fu nel 1996 nella serie TV Moesha.[153] Nel 2009 Spike Lee realizzò un film-documentario dedicato a lui intitolato Kobe Doin' Work.[154] Nel 2010 apparse in un episodio della serie Modern Family.[155] Nel 2012 apparse nel film Io sono Bruce Lee sull'omonimo ex attore cinese.[156]
Statistiche
- Massimo di punti: 81 vs Toronto Raptors (22 gennaio 2006)[157]
- Massimo di rimbalzi: 16 vs Toronto Raptors (24 gennaio 2010)
- Massimo di assist: 17 vs Cleveland Cavaliers (16 gennaio 2015)
- Massimo di palle rubate: 7 vs Utah Jazz (13 febbraio 2006)
- Massimo di stoppate: 5 (3 volte)
- 25 partite con 50+ punti.[158]
- 6 partite con 60+ punti.[159]
- 40+ punti contro tutte le squadre partecipanti alla NBA.[160][161]
Aggiornato al 13 aprile 2016.
Regular season
Stagione | Squadra | Competizione | Partite | Statistiche tiro | Altre statistiche | ||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Pres. | Titol. | Minuti | Tiri da 2 | Tiri da 3 | Liberi | Rimb. | Assist | Rubate | Stopp. | Punti | |||
1996-1997 | Los Angeles Lakers | NBA | 71 | 6 | 1103 | 176/422 | 51/136 | 136/166 | 132 | 91 | 49 | 23 | 539 |
1997-1998 | Los Angeles Lakers | NBA | 79 | 1 | 2056 | 391/913 | 75/220 | 363/457 | 242 | 199 | 74 | 40 | 1220 |
1998-1999 | Los Angeles Lakers | NBA | 50 | 50 | 1896 | 362/779 | 27/101 | 245/292 | 264 | 190 | 72 | 50 | 996 |
1999-2000 | Los Angeles Lakers | NBA | 66 | 62 | 2524 | 554/1183 | 46/144 | 331/403 | 416 | 323 | 106 | 62 | 1485 |
2000-2001 | Los Angeles Lakers | NBA | 68 | 68 | 2791 | 701/1510 | 61/200 | 475/557 | 399 | 338 | 114 | 43 | 1938 |
2001-2002 | Los Angeles Lakers | NBA | 80 | 80 | 3065 | 749/1597 | 33/132 | 488/589 | 441 | 438 | 118 | 35 | 2019 |
2002-2003 | Los Angeles Lakers | NBA | 82 | 82 | 3403 | 868/1924 | 124/324 | 601/713 | 564 | 481 | 181 | 67 | 2461 |
2003-2004 | Los Angeles Lakers | NBA | 65 | 64 | 2542 | 516/1178 | 71/217 | 454/533 | 359 | 330 | 112 | 28 | 1557 |
2004-2005 | Los Angeles Lakers | NBA | 66 | 66 | 2688 | 573/1324 | 131/387 | 542/664 | 392 | 398 | 86 | 53 | 1819 |
2005-2006 | Los Angeles Lakers | NBA | 80 | 80 | 3277 | 978/2173 | 180/518 | 696/819 | 425 | 360 | 147 | 30 | 2832 |
2006-2007 | Los Angeles Lakers | NBA | 77 | 77 | 3139 | 813/1757 | 137/398 | 667/768 | 439 | 413 | 111 | 36 | 2430 |
2007-2008 | Los Angeles Lakers | NBA | 82 | 82 | 3192 | 775/1690 | 150/415 | 623/742 | 517 | 441 | 151 | 40 | 2323 |
2008-2009 | Los Angeles Lakers | NBA | 82 | 82 | 2961 | 800/1712 | 118/336 | 483/564 | 429 | 399 | 120 | 37 | 2201 |
2009-2010 | Los Angeles Lakers | NBA | 73 | 73 | 2835 | 716/1569 | 99/301 | 439/541 | 391 | 365 | 113 | 20 | 1970 |
2010-2011 | Los Angeles Lakers | NBA | 82 | 82 | 2778 | 740/1639 | 115/356 | 483/583 | 419 | 388 | 99 | 12 | 2078 |
2011-2012 | Los Angeles Lakers | NBA | 58 | 58 | 2232 | 574/1336 | 87/287 | 381/451 | 313 | 264 | 69 | 18 | 1616 |
2012-2013 | Los Angeles Lakers | NBA | 78 | 78 | 3013 | 738/1595 | 132/407 | 525/626 | 433 | 469 | 106 | 25 | 2133 |
2013-2014 | Los Angeles Lakers | NBA | 6 | 6 | 177 | 31/73 | 3/16 | 18/21 | 26 | 38 | 7 | 1 | 83 |
2014-2015 | Los Angeles Lakers | NBA | 31 | 31 | 1087 | 248/654 | 48/161 | 189/233 | 172 | 164 | 46 | 6 | 733 |
2015-2016 | Los Angeles Lakers | NBA | 66 | 66 | 1863 | 398/1113 | 133/467 | 232/281 | 247 | 184 | 62 | 13 | 1161 |
Totale carriera | 1346 | 1198 | 48655 | 11719/26200 44,7% | 1827/5546 32,9% | 8378/10011 83,7% | 7047 | 6306 | 1944 | 640 | 33643 | ||
Nota: per la NBA, la WNBA e la NCAA, la colonna "Tiri da 2" comprende la somma dei tiri dal campo (tiri da 2 + tiri da 3). |
Playoffs
Stagione | Squadra | Competizione | Partite | Statistiche tiro | Altre statistiche | ||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Pres. | Titol. | Minuti | Tiri da 2 | Tiri da 3 | Liberi | Rimb. | Assist | Rubate | Stopp. | Punti | |||
1997 | Los Angeles Lakers | NBA | 9 | 0 | 133 | 21/55 | 6/23 | 26/30 | 11 | 11 | 3 | 2 | 74 |
1998 | Los Angeles Lakers | NBA | 11 | 0 | 220 | 31/76 | 3/14 | 31/45 | 21 | 16 | 3 | 8 | 96 |
1999 | Los Angeles Lakers | NBA | 8 | 8 | 315 | 61/142 | 8/23 | 28/35 | 55 | 37 | 15 | 10 | 158 |
2000 | Los Angeles Lakers | NBA | 22 | 22 | 857 | 174/394 | 22/64 | 95/126 | 98 | 97 | 32 | 32 | 465 |
2001 | Los Angeles Lakers | NBA | 16 | 16 | 694 | 168/358 | 11/34 | 124/151 | 116 | 97 | 25 | 12 | 471 |
2002 | Los Angeles Lakers | NBA | 19 | 19 | 833 | 187/431 | 22/58 | 110/145 | 111 | 87 | 27 | 17 | 506 |
2003 | Los Angeles Lakers | NBA | 12 | 12 | 531 | 137/317 | 25/62 | 86/104 | 61 | 62 | 14 | 1 | 385 |
2004 | Los Angeles Lakers | NBA | 22 | 22 | 973 | 190/460 | 24/97 | 135/166 | 104 | 121 | 42 | 7 | 539 |
2006 | Los Angeles Lakers | NBA | 7 | 7 | 314 | 72/145 | 14/35 | 37/48 | 44 | 36 | 8 | 3 | 195 |
2007 | Los Angeles Lakers | NBA | 5 | 5 | 215 | 60/130 | 10/28 | 34/37 | 26 | 22 | 5 | 2 | 164 |
2008 | Los Angeles Lakers | NBA | 21 | 21 | 863 | 222/463 | 32/106 | 157/194 | 119 | 117 | 35 | 8 | 633 |
2009 | Los Angeles Lakers | NBA | 23 | 23 | 940 | 242/530 | 37/106 | 174/197 | 123 | 126 | 38 | 21 | 695 |
2010 | Los Angeles Lakers | NBA | 23 | 23 | 922 | 234/511 | 49/131 | 154/183 | 138 | 126 | 31 | 16 | 671 |
2011 | Los Angeles Lakers | NBA | 10 | 10 | 354 | 83/186 | 12/41 | 50/61 | 34 | 33 | 16 | 3 | 228 |
2012 | Los Angeles Lakers | NBA | 12 | 12 | 476 | 132/301 | 17/60 | 79/95 | 58 | 52 | 16 | 2 | 360 |
Totale carriera | 220 | 200 | 8640 | 2014/4499 44,6% | 292/882 33,1% | 1320/1617 81,6% | 1119 | 1040 | 310 | 144 | 5640 | ||
Nota: per la NBA, la WNBA e la NCAA, la colonna "Tiri da 2" comprende la somma dei tiri dal campo (tiri da 2 + tiri da 3). |
Cronologia presenze e punti in Nazionale
Palmarès
Club
Nazionale
- Olimpiadi: 2 ori
- FIBA Americas Championship: 1 oro
Individuale
- 2001-2002, 2002-2003, 2003-2004, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011, 2011-2012, 2012-2013
- 2002, 2007, 2009 (a pari merito con Shaquille O'Neal), 2011
- NBA All-Star: 18
Record
Record assoluti
- Più giovane giocatore dell'All Star Game (19 anni e 175 giorni) l'8 febbraio 1998.[36]
- Più giovane giocatore ad essere stato scelto nel NBA All-Rookie Team (1996-97).[162]
- Più giovane giocatore ad avere vinto lo Slam Dunk Contest: (18 anni e 175 giorni) l'8 febbraio 1997.[163]
- Più canestri realizzati negli All Star Game: 115.[164]
- Maggior numero di rimbalzi offensivi: 10 in una gara dell'All Star Game, nel 2011.[164]
- Maggior numero di recuperi negli All Star Game: 37 (a pari merito con Michael Jordan).[164]
- Uno dei due giocatori della storia ad aver segnato 50 o più punti in 4 gare consecutive (l'altro è Wilt Chamberlain che è il primo essendo arrivato a 7 gare consecutive).[62]
- Più tiri da 3 segnati in un tempo: 8 (28 marzo 2003 vs. Washington Wizards).[164]
- Più tiri liberi segnati in un quarto: 14 (20 dicembre 2005 vs. Dallas Mavericks).[164]
- Più tiri da 3 segnati negli All-Star Game: 17.[164]
- Unico giocatore nella storia NBA a segnare almeno 600 punti nella postseason per tre anni consecutivi (2008, 2009, 2010).[161]
- Unico giocatore nella storia NBA ad aver segnato 60 punti nella sua ultima partita da professionista (13 aprile 2016 vs. Utah Jazz).[107]
Record nei Los Angeles Lakers
- Punti
- Miglior realizzatore di sempre dei Los Angeles Lakers avendo superato Jerry West (2 febbraio 2010 vs. Memphis Grizzlies)[80]
- Miglior record di punti segnati nei playoff con la franchigia californiana che era di 4.457 e apparteneva a Jerry West (22 aprile 2010 vs. Oklahoma City Thunder)[164]
- Più punti segnati in una stagione: 2832 (2005-06)[165]
- Più punti in una partita: 81 (22 gennaio 2006 vs. Toronto Raptors, seconda prestazione NBA di sempre dopo i 100 di Wilt Chamberlain)[58]
- Più punti segnati in un tempo: 55 (22 gennaio 2006 vs. Toronto Raptors)[58]
- Più punti segnati in un quarto: 30 (in due occasioni)[164]
- Più punti segnati in un overtime di play-off: 12 (4 maggio 2006 vs. Phoenix Suns)
- Più alta media punti in un mese: 43,4 (gennaio 2006)
- Più partite consecutive oltre i 50 punti: 4 (2006-07)
- Più partite con 60 o più punti in carriera: 6
- Più partite con 50 o più punti segnati in una stagione: 10 (2006-07)
- Più partite con 40 o più punti in carriera: 121 (terzo all time dopo Wilt Chamberlain con 271 e Michael Jordan con 173)
- Più partite con 40 o più punti segnati in una stagione: 27 (2005-06)
- Più partite consecutive con 40 o più punti segnati: 9 (febbraio 2003)
- Più partite consecutive con 35 o più punti segnati: 13 (febbraio 2003, secondo assoluto dopo le serie di Wilt Chamberlain)[166]
- Più partite consecutive con 20 o più punti segnati: 62 (dicembre 2005 - aprile 2006)
- Canestri realizzati
- Più canestri realizzati in un tempo: 18 (22 gennaio 2006 vs. Toronto Raptors)[164]
- Più canestri realizzati in un quarto: 11 (2 febbraio 1999 vs. Seattle SuperSonics)
- Tiri liberi realizzati
- Più tiri liberi realizzati in una partita: 23 (due volte)[164]
- Più tiri liberi realizzati in un tempo: 17 (30 gennaio 2001 vs. Cleveland Cavaliers)
- Più tiri liberi realizzati in un quarto: 14 (20 dicembre 2005 vs. Dallas Mavericks)
- Più tiri liberi realizzati in un quarto in una partita di play-off: 11 (8 maggio 1997 vs. Utah Jazz)
- Più tiri liberi realizzati consecutivamente: 62 (gennaio 2006)
- Tiri da 3 realizzati
- Più tiri da 3 realizzati in una partita: 12 (7 gennaio 2003 contro i Seattle SuperSonics)[25]
- Più tiri da 3 realizzati in un tempo: 8 (28 marzo 2003 contro i Washington Wizards)[164]
- Più tiri da 3 realizzati in un quarto: 6 (7 gennaio 2003 contro i Seattle SuperSonics)
- Più tiri da 3 realizzati consecutivamente: 9 (7 gennaio 2003 contro i Seattle SuperSonics)
- Palle rubate
- Più palle rubate in un tempo: 6[164]
- Più palle rubate in un quarto in una partita di play-off: 3 (17 maggio 1999 vs. San Antonio Spurs)
Filmografia
Cinema
- Kobe Doin' Work, regia di Spike Lee (2009)
- Io sono Bruce Lee, regia di Pete McCormack (2012)
Televisione
- Moesha, serie tv, stag. 2, ep. 5 (1996)
- Modern Family, serie tv, stag. 1, ep. 24 (2010)
Cortometraggi
- Dear Basketball, regia di Glen Keane (2017)
Programmi televisivi
- Detail (2018-in corso)
Riconoscimenti
Opere
- Kobe Bryant, The mamba mentality. Il mio basket, Rizzoli, 2018, ISBN 978-88-58-69537-1.
Note
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- ^ Simona Marchetti, Forbes, Paperone Mayweather: prende quattro volte Messi e CR7, su gazzetta.it, 11 giugno 2015. URL consultato il 28 febbraio 2019.
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Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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