Kobe Bean Bryant (Filadelfia, 23 agosto 1978) è un ex cestista statunitense.

Kobe Bryant
Kobe Bryant con il numero 8 indossato nella prima parte della sua carriera.
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Altezza198 cm
Peso96 kg
Pallacanestro
RuoloGuardia
Termine carriera1º luglio 2016
Carriera
Giovanili
1994-1996Lower Merion High School
Squadre di club
1996-2016L.A. Lakers1346 (33.643)
Nazionale
2007-2012Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti37 (504)
Palmarès
 Olimpiadi
OroPechino 2008
OroLondra 2012
 Campionati Americani
OroStati Uniti 2007
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.

Ha giocato prevalentemente nel ruolo di guardia tiratrice ed è considerato tra i migliori cestisti della storia dell'NBA.[1][2] Figlio di Joe Bryant e Pamela Cox, sorella dell'ex cestista Chubby Cox ritiratosi nel 1983.[3] Ha due sorelle più grandi, Sharia e Shaya, mentre suo cugino John Cox è anch'egli cestista.[3][4] Bryant è cresciuto cestisticamente in Italia,[3] dove ha imparato i fondamentali europei,[3] e ha militato per tutta la sua carriera NBA nei Los Angeles Lakers, squadra con cui ha conquistato 5 titoli.[5] Con la Nazionale statunitense ha partecipato ai FIBA Americas Championship 2007 e ai giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012, vincendo la medaglia d'oro in tutte e tre le manifestazioni.[6][7][8]

Il 4 marzo 2018 ha vinto il Premio Oscar insieme a Glen Keane, nella categoria miglior cortometraggio d'animazione per Dear Basketball, ispirato alla sua lettera di addio al basket.[9]

Biografia

Secondo quanto riportato dalla rivista Forbes, è stato il 10º sportivo più pagato del mondo nel 2014, con un guadagno di 49,5 milioni di dollari.[10] È appassionato di calcio e tifa per il Milan,[11][12] oltre a simpatizzare per il Barcellona.[13][14]

Caratteristiche tecniche

Kobe Bryant è terzo tra i migliori marcatori nella storia dell'NBA, alle spalle di Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone, con 33.643 punti.[15] È quarto, invece, per quanto riguarda i punti realizzati nei playoff, con 5.640 (dietro a LeBron James, Michael Jordan e Kareem Abdul-Jabbar).[16]

Giocava solitamente come guardia tiratrice, ma all'occorrenza poteva ricoprire i ruoli di playmaker e ala piccola[17]. Dal 1999 al 2013 è stato sempre incluso in almeno uno dei tre quintetti dell'All-NBA Team, mentre dal 1998 fino al ritiro ha sempre partecipato all'NBA All-Star Game. Eccellente difensore – dote talvolta messa in secondo piano dall'altrettanto spiccata abilità offensiva –,[18] in 12 occasioni ha fatto parte di uno dei due NBA All-Defensive Team,[19][20] secondo (a pari merito con Kevin Garnett)[20] per volte in cui è stato negli All-Defensive Team dietro a Tim Duncan.[20]

In carriera si è distinto anche per la grande personalità, carisma e mentalità vincente con cui approciava le partite, con cui caricava i compagni.[21][22][23]

Al suo attivo una media di circa 25 punti a partita, da aggiungere ad uno score medio di 4,7 assist, 5,3 rimbalzi ed un totale di oltre 1.800 palle rubate.[24] È stato anche un abile tiratore da tre punti: ha detenuto per anni il record NBA di triple realizzate in una sola partita, 12, prima solo, poi a pari merito con Donyell Marshall e infine con Stephen Curry,[25] che lo ha poi superato il 7 novembre 2016, realizzandone 13.[26] Il record verrà poi battuto da Klay Thompson il 29 ottobre 2018, con 14 triple.[27]

Carriera

Dall'Italia alla high school

 
La maglia di Kobe della sua High School (Lower Merion) che è stata ritirata

Bryant iniziò a giocare a basket sin dai 3 anni e visse in Italia dai 6 fino ai 13 anni di età,[3] spostandosi nelle varie città dei club per i quali giocava il padre.[28] Tra il 1984 e il 1991 passò da Rieti a Reggio Calabria, per proseguire a Pistoia e infine a Reggio Emilia.[3]

Tornato negli USA si iscrisse alla high school, dove guadagna fama a livello nazionale vincendo il titolo statale con la Lower Merion High School, situata in un sobborgo di Filadelfia,[29] infrangendo al contempo il record di punti nel quadriennio liceale per la zona di Philadelphia detenuto da Wilt Chamberlain, mettendo a referto ben 2.883 punti.[29]

Il Draft NBA

Nel 1996, non ancora diciottenne, decise quindi di fare il grande salto tra i professionisti e si dichiarò eleggibile per il Draft NBA senza passare per il college,[29] pratica poco diffusa allora e divenuta poi più comune, prima dell'introduzione di un limite di età per l'ingresso nella lega professionistica.[29]

Venne scelto dagli Charlotte Hornets al primo giro come numero 13 assoluto; subito dopo, però, gli Hornets cedettero ai Los Angeles Lakers i diritti su Bryant in cambio del ventottenne centro Vlade Divac, che dopo sette stagioni lasciò i gialloviola.[30] I californiani avevano appena messo sotto contratto il centro più forte sul mercato, Shaquille O'Neal, e non aveva dunque più bisogno di Divac.[30] I Lakers, prima di orchestrare lo scambio, allestirono un provino per testare le qualità del giovane Kobe (che tra l'altro sperava di essere scelto proprio dai Lakers) e ne furono conquistati.[29] Lo scambio fu architettato da Jerry West che convinse Divac ad andare a Charlotte nonostante lui non volesse venire scambiato per un giocatore che veniva dal college.[29][31]

Le prime stagioni (1996-2000)

Debuttò tra i professionisti il 13 novembre 1996 in una sfida contro i Minnesota Timberwolves,[32] senza segnare punti.[33] All'epoca era il debuttante più giovane nella storia dell'NBA a 18 anni e 72 giorni.[34] Durante la prima stagione a Los Angeles Bryant, riserva di Eddie Jones e di Nick Van Exel, totalizzò 7,6 punti di media a partita.[35] Sempre nell'anno da rookie vinse lo Slam Dunk Contest precedendo Chris Carr e Michael Finley. Nei playoff Bryant mostrò di essere ancora acerbo: nella partita decisiva della serie contro gli Utah Jazz (persa 4-1) tirando corto per tre volte,[35] e il compagno di squdra Nick Van Exel criticò la scelta del coach Del Harris di aver fatto gestire all'inesperto Bryant i possessi palla decisivi.[35]

La stagione successiva vide Bryant raddoppiare la sua media punti, che sale a 15,4 punti a partita. Allo stesso tempo cominciò a mostrare le sue qualità: il voto dei tifosi lo inserì nel quintetto base per l'All-Star Game di New York (record come più giovane titolare nella storia della rassegna),[36] mentre al termine dell'annata venne eletto come secondo miglior 6° uomo dell'anno dietro solo a Danny Manning.[37] I Lakers fecero strada nei playoffs eliminando Portland (4-0) e Seattle (4-1),[38] arrivando sino alla finale di Conference dove vennero nuovamente sconfitti da Utah con il punteggio di 4-0.[38][39]

Per l'anno seguente, a causa delle cessioni di Van Exel e Jones,[40] il ventenne Bryant diventò la guardia titolare. Kurt Rambis, ex giocatore NBA con i Lakers, sostituì il licenziato coach Del Harris;[29] la squadra, dopo una stagione regolare altalenante, raggiunse le semifinali di Conference, venendo eliminata dai San Antonio Spurs, futuri vincitori del titolo.[29]

Gli anni delle Finals (2000-2004)

 
Bryant a inizio carriera

Nell'estate 1999 Rambis venne degradato a vice-allenatore e come nuovo coach arriva Phil Jackson, già sei volte campione NBA con i Chicago Bulls.[41] Subito i Lakers vinsero tre titoli NBA consecutivi, nel 2000, nel 2001 e nel 2002,[5] terzo three-peat per Jackson, dopo i due con i Bulls.[42]

Sconfitti dai San Antonio Spurs nei playoff del 2003,[43] i Lakers arrivarono, tra non poche vicissitudini, alle finali nel 2004, dove persero a sorpresa contro i Detroit Pistons. L'accesso alla finale avvenne soprattutto grazie all'acquisto[44] a inizio anno di due fuoriclasse come Karl Malone e Gary Payton (oltre allo storico compagno Derek Fisher nel tiro a 0,4 secondi dalla fine contro San Antonio),[45] giocatori storici della NBA entrati nella fase calante della loro carriera che si inserirono in un team già costruito per vincere il titolo NBA,[46] che non erano ancora riusciti a vincere (Payton vi riuscirà poi con i Miami Heat nel 2006, Malone no).[47] I rapporti con O'Neal, da sempre burrascosi, si rovinarono del tutto a seguito dello scandalo che toccherà Bryant circa l'ipotesi di stupro,[48] a causa di frasi dello stesso Bryant che chiamarono in causa O'Neal.[19][29][49] Ad ogni modo, agli occhi di molti osservatori i rapporti fra i due peggiorarono negli anni anche a causa della crescita di Bryant come giocatore, a cui faceva da contraltare la fine della fase di assoluto dominio di O'Neal.[50] Quest'ultimo accettava sempre meno l'ipotesi di dover lasciare la scena e diventare il "secondo" della coppia,[50] permettendo a Bryant di prendere in mano la squadra nei momenti decisivi e garantendo, probabilmente, il prolungamento di una dinastia vincente a LA.[50] A seguito della sconfitta nelle finali NBA del 2004 contro Detroit,[5] Bryant decise di testare il mercato dei free agent, ma il 15 luglio 2004 siglò un rinnovo con i Lakers per sette anni, per la cifra di 136,6 milioni di dollari.[51] Contestualmente, venendo a conoscenza del fatto che il proprietario dei lacustri Jerry Buss era intenzionato a tenere Bryant, O'Neal chiese di essere ceduto, ponendo fine di fatto ad una squadra che aveva dominato l'inizio del millennio.[52] Va notato che O'Neal vinse poi un titolo a Miami con gli Heat nel 2006,[47] dove fece coppia con il nuovo astro nascente Dwyane Wade,[47] a cui O'Neal non fece nessuna fatica a cedere la leadership del team, e fu proprio Wade ad essere meritatamente nominato MVP di quelle finali.[47] All'addio di Shaq, si accompagnò quello di coach Jackson e di alcuni giocatori del nucleo storico dei Lakers (Derek Fisher, Rick Fox) facendo ripartire tutto da Bryant,[29] che rimase nonostante vi fosse la possibilità per lui di trasferirsi ai Clippers.[53]

Gli anni d'attesa (2005-2007)

 
Bryant in riscaldamento nel 2007

Dopo una dura stagione 2004-2005 sotto coach Rudy Tomjanovich e Frank Hamblen in cui i Lakers non arrivarono ai playoffs,[54] Phil Jackson tornò ad allenare i losangelini,[55] che oltre a Bryant hanno poche sicurezze nel roster (sostanzialmente, quel che rimane della contropartita per la cessione di O'Neal, ovvero Lamar Odom).[55]

Il 20 dicembre 2005, segnò 62 punti in tre quarti di gioco contro i Dallas Mavericks, con 30 punti nel solo terzo quarto.[56] Al momento di andare in panchina, senza più rientrare per l'ultimo quarto di gioco, Bryant aveva segnato appunto 62 punti contro i 61 dell'intera compagine avversaria, cosa mai accaduto in precedenza dopo tre quarti di gioco.[57]

Il 22 gennaio 2006 stabilì il secondo miglior punteggio di tutti i tempi in una singola partita nella storia NBA, segnando 81 punti contro i Toronto Raptors, guidando i Lakers alla vittoria per 122-104.[58] Significativo il fatto che i Lakers stessero perdendo di 18 punti nel terzo quarto: ciò valorizza ancor di più la prestazione di Bryant, ottenuta per far vincere la propria squadra; la prestazione di Bryant ha visto segnare 21/33 da due punti,[58] 7/13 da tre punti e 18/20 ai tiri liberi, ai quali vanno aggiunti 6 rimbalzi, 2 assist, 3 palle recuperate ed 1 stoppata.[58] 14 punti nel primo quarto, 12 nel secondo e due spaventose realizzazioni di 27 e 28 punti nei due quarti finali.[58] La sua prestazione è seconda solo ai 100 punti messi a segno da Wilt Chamberlain il 2 marzo 1962 con i Philadelphia Warriors contro i New York Knicks.[58] Inoltre ha chiuso la stagione segnando 35,4 punti a partita, il che lo proietta nella top 10 per punti a partita segnati in una stagione, secondo solo a Michael Jordan, Elgin Baylor e a Wilt Chamberlain.[59]

A fine stagione, nonostante i gialloviola fossero arrivati settimi a ovest, Bryant arrivò quarto nelle votazioni per l'MVP della stagione regolare.[60]

Nel luglio 2006 venne operato a un ginocchio,[61] pertanto fu costretto a saltare i mondiali di pallacanestro che si tennero in Giappone tra agosto e settembre.[61] Il 22 marzo 2007 diventò il quarto giocatore nella storia a segnare almeno 50 punti in 3 partite consecutive (con Wilt Chamberlain, Michael Jordan ed Elgin Baylor), il primo a riuscirci dal 1987, quando ci riuscì Jordan.[62] Superò anche questo record due giorni dopo, segnando altri 50 punti che lo portarono a essere il secondo giocatore NBA dopo Wilt a fare un poker over 50 (65-50-60-50).[62] La partita successivò segna 43 punti.[62] Le sue prestazioni fra l'altro valsero un record vittorie-sconfitte di 4-0 alla squadra (dopo un periodo molto negativo per la squadra, con serie anche di 6 sconfitte consecutive).[62] Tuttavia in stagione si rese protagonista di brutti episodi che lo portarono a più squalifiche: il 28 gennaio 2007 tirò una gomitata a Manu Ginóbili, reo di averlo stoppato e venne sospeso per una partita.[63] In marzo invece fu protagonista di due episodi simili in cui le vittime furono Marko Jarić e Kyle Korver, venendo sospeso in entrambi i casi per una partita.[64][65]

La mancata acquisizione di Jason Kidd per non privarsi del giovane ma acerbo centro Andrew Bynum fece montare Bryant su tutte le furie,[66] tanto che nel marzo 2007 Bryant richiese nuovamente la cessione.[67] Tra l'altro Bryant non aveva un buon rapporto con Bynum, tanto che lui spinse per mandare via proprio Bynum.[19]

Il ritorno alle Finals, gli ultimi due titoli e il declino della squadra (2008-2013)

 
Bryant con il nuovo numero 24

Nella stagione 2007-2008 Bryant rimase, e fu tra gli artefici della bella stagione della squadra in cui vinse il premio di MVP della RS, riuscendoci dopo 12 anni di carriera NBA.[68] I Lakers, grazie anche all'innesto di Pau Gasol arrivato nel febbraio 2008,[29] tornarono alle finali per la prima volta dalla sconfitta del 2004, ma vennero sconfitti dai Boston Celtics 4-2.[5]

Il 2 febbraio 2009 sempre con i suoi Los Angeles Lakers realizzò una prestazione da incorniciare al Madison Square Garden contro i New York Knicks mettendo a referto 61 punti che rappresentarono il record nella lunga storia dello stadio della Grande Mela,[69] prima che Carmelo Anthony realizzasse 62 punti proprio con i New York Knicks il 25 gennaio 2014;[69] il precedente record di punti apparteneva a Bernard King che il giorno di Natale dell'84 totalizzò 60 punti.[70][71] Diventò anche co-MVP dell'All Star Game 2009 a pari merito con l'ex-compagno di squadra Shaquille O'Neal,[72] riproponendo per una gara la coppia del three-peat tra 2000 e 2002.[72]

La stagione 2008-09 confermò i Lakers come una delle migliori squadre, e nella RS ottennero il 2° record assoluto una partita solamente dietro i Cleveland Cavaliers.[73] Il 14 giugno 2009 vinse per la prima volta il premio come MVP delle finali, giocata dai suoi Lakers contro i sorprendenti Orlando Magic (4-1 il risultato finale della serie), diventando il primo giocatore dai tempi di Jerry West nel 1969 a mantenere una media di almeno 32,4 punti e 7,4 assist in una serie[74][75] ed il primo dopo Michael Jordan ad avere una media di almeno 30 punti, 5 rimbalzi e 5 assist per una squadra che abbia vinto il titolo.[76] I suoi 162 punti totali lo videro al 4º posto assoluto della storia per un singolo giocatore in una serie di finale di 5 partite giocate.[77]

 
Bryant affronta Courtney Lee degli Orlando Magic

La successiva stagione si aprì subito con un Bryant che, anche a causa dell'infortunio di Pau Gasol, si prese più responsabilità offensive sfiorando quota 40 punti in 4 delle prime 11 partite.[78] Il 17 novembre 2009 contro i Detroit Pistons, allo Staples Center di Los Angeles, Bryant mise a referto proprio 40 punti: fu la centesima volta nella sua carriera che realizzò almeno 40 punti;[79] meglio di lui hanno fatto Michael Jordan, 173 volte sopra i 40, e Wilt Chamberlain, 271 volte. Il 1º febbraio 2010, Bryant diventò il miglior marcatore dei Los Angeles Lakers con 25208 punti in carriera, sorpassando Jerry West.[80] Nei playoffs i Lakers arrivarono alle finali dove riaffrontarono i Celtics dopo aver battuto OKC per 4-2, Utah per 4-0 e Phoenix per 4-2;[81] la finale, alla fine della quinta gara, vide i Celtics in vantaggio per 3-2, si decise a gara-7, con la squadra losangelina che batté Boston per 83-79.[5] Bryant vinse così il suo quinto titolo in carriera, insieme al secondo trofeo di miglior giocatore delle finali.[82] Durante l'annata 2010-2011 Bryant entrò nella top-ten dei migliori realizzatori NBA di sempre superando leggende del calibro di John Havlicek, Dominique Wilkins, Oscar Robertson, Hakeem Olajuwon, Elvin Hayes e Moses Malone.[83] Il 20 febbraio 2011 durante l'All Star Game 2011 giocato proprio a Los Angeles conquistò il suo quarto titolo di MVP della gara delle stelle, grazie ad una prestazione da 37 punti e 14 rimbalzi in 29 minuti di gioco;[84][85] lo stesso giorno diventò il primo giocatore ancora in attività ad entrare a far parte della Hollywood Walk of Fame di Los Angeles e secondo giocatore di sempre dietro a Magic Johnson.[85] In quella stagione i Lakers figurarono nuovamente tra i favoriti per la vittoria finale e tutti si aspettavano la finale contro i nuovi Miami Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh.[86] Chiusa la regular season al 2º posto ad ovest dietro i San Antonio Spurs, i Lakers nei playoff superarono 4-2 i New Orleans Hornets dopo aver perso gara 1 in casa,[87] ma in semifinale vennero spazzati via 4-0 dai futuri campioni NBA dei Dallas Mavericks.[88]

 
Bryant mentre difende su LeBron James nel febbraio 2016

Il 6 febbraio 2012 diventò il 5º miglior marcatore della storia NBA, superando in classifica Shaquille O'Neal.[89] Venne inserito nel quintetto base della NBA Western Conference per l'edizione 2012 dell'All-Star Game; nella partita delle stelle ad Orlando con i suoi 28 punti, Kobe supera Michael Jordan come miglior realizzatore di sempre all'All-Star Game.[90] Il 10 marzo 2012 Bryant superò contro i Minnesota T'Wolves quota 29.000 punti in NBA.[91] Anche questa stagione però si chiuse con un'altra eliminazione alle semifinali di conference contro gli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant e Russell Westbrook e quindi Kobe vide sfumare la possibilità di vincere il 6º titolo suo obiettivo dichiarato così da poter eguagliare Michael Jordan.[92]

La stagione 2012-2013 si aprì con grandi aspettative per i lacustri: arrivarono a Los Angeles le stelle Dwight Howard e Steve Nash per aiutare Kobe a vincere il 6° anello.[93] Tuttavia le cose non procedettero come previsto e la squadra non girò[93] tanto che dopo 5 partite Mike Brown venne esonerato per fare spazio a Mike D'Antoni,[94] con cui Bryant non ebbe un bel rapporto.[95][96]

Il 5 dicembre 2012 raggiunse i 30.000 punti nella gara vinta contro i New Orleans Hornets, segnando il suo 14º punto nella partita a un minuto dalla fine del terzo quarto;[97] fu il quinto giocatore a raggiungere tale record, e il più giovane della storia a farlo.[97] Il 30 marzo 2013 raggiunse i 31.423 punti, superando Wilt Chamberlain.[98]

Il 12 aprile 2013 contro Golden State subì un grave infortunio al tendine d'achille che lo costrinse a chiudere anticipatamente la stagione e che mise a rischio la sua carriera.[99] Nei playoffs, col Black Mamba assente, la squadra venne eliminata per 4-0 al primo turno dai San Antonio Spurs futuri finalisti.[93]

Ultimi anni (2013-2016)

Il grave infortunio lo condizionò nella stagione 2013-2014 in quanto Bryant giocò solamente 6 partite.[100] La stagione successiva ne giocò 31,[101] venendo nuovamente condizionato dai problemi fisici giocando la sua ultima partita il 21 gennaio 2015 contro i New Orleans Pelicans,[102] in cui Bryant tentò di rimanere in campo nonostante un forte dolore alle cuffie rotatorie.[102] Questo non gli impedì di superare la soglia dei 32.000 punti segnati in carriera durante la regular season.[24] Il 14 dicembre raggiunse quota 32.293 punti, superando niente meno che Michael Jordan nella classifica dei realizzatori all-time, piazzandosi al terzo posto dopo Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone.[103]

Il 29 novembre 2015, tramite una lettera dedicata alla pallacanestro rilasciata a The Player's Tribune, annunciò il suo ritiro dall'attività agonistica al termine della stagione 2015-2016.[104] La lettera recita così[104]:

«Dear Basketball,

From the moment I started rolling my dad's tube socks And shooting imaginary Game-winning shots In the Great Western Forum I knew one thing was real:

I fell in love with you.

A love so deep I gave you my all — From my mind & body To my spirit & soul.

As a six-year-old boy Deeply in love with you I never saw the end of the tunnel. I only saw myself Running out of one.

And so I ran. I ran up and down every court After every loose ball for you. You asked for my hustle I gave you my heart Because it came with so much more.

I played through the sweat and hurt Not because challenge called me But because YOU called me. I did everything for YOU Because that's what you do When someone makes you feel as Alive as you've made me feel.

You gave a six-year-old boy his Laker dream And I'll always love you for it. But I can't love you obsessively for much longer. This season is all I have left to give. My heart can take the pounding My mind can handle the grind But my body knows it's time to say goodbye.

And that's OK. I'm ready to let you go. I want you to know now So we both can savor every moment we have left together. The good and the bad. We have given each other All that we have.

And we both know, no matter what I do next I'll always be that kid With the rolled up socks Garbage can in the corner

05 seconds on the clock

Ball in my hands. 5 … 4 … 3 … 2 … 1

Love you always, Kobe»

Il 7 gennaio 2016, nella partita contro i Sacramento Kings persa per 118-115, mise a referto 28 punti superando così la soglia dei 33.000 punti in carriera, terzo giocatore della storia a raggiungere questo traguardo (oltre a essere stato il più giovane a raggiungere il traguardo dei 33.000 punti).[105] Il 13 aprile 2016 giocò la sua ultima partita in NBA concludendo con 60 punti (miglior prestazione realizzativa per un singolo giocatore nell'anno 2015-2016) nella vittoria contro gli Utah Jazz, tirando con il 44% dal campo e stabilendo un nuovo record per punti segnati nell'ultima partita in carriera.[106][107]

Il 18 dicembre 2017 i Lakers, in suo onore, hanno ritirato sia la maglia n°8 che la n°24 con una cerimonia allo Staples Center presieduta da Magic Johnson.[108][109] In questo modo è diventato il primo giocatore nella storia dell'NBA a vedere 2 numeri di maglia ritirati dalla stessa squadra.[110][111]

Nazionale

 
Kobe Bryant con la Nazionale statunitense a Pechino 2008.

Rifiuti, infortuni e FIBAS Americas Championship 2007

Dopo avere rifiutato le convocazioni alle Olimpiadi 2000[112] e 2004 (la seconda per problemi giudiziari)[113] e ai Mondiali 2002,[114] e ad avere saltato il Mondiale 2006 per infortunio,[61] la carriera in nazionale di Bryant ebbe inizio nel 2007 in un'amichevole tra i giocatori della Nazionale statunitense[115][116] in preparazione ai FIBA Americas Championship 2007 di Las Vegas.[115][117] Durante la competizione Bryant andò più volte in doppia cifra (segnando 3 ventelli) e segnò anche il suo massimo di punti con il Team USA in occasione della sfida con l'Argentina vinta per 91-76 mettendone a segno 27.[118] Contro gli stessi argentini gli USA vinsero la finale per 118-81,[119] con Kobe che realizzò solo 5 punti (unica volta non in doppia cifra nella competizione, insieme alla sfida contro le Isole Vergini Britanniche vinta 123-59 con 9 punti suoi),[120] e Kobe che vinse la sua prima medaglia.[119]

Olimpiadi 2008

Nel 2008, sotto la guida dell'allenatore di Duke Mike Krzyzewski, disputò i Giochi Olimpici 2008;[121] anche in quell'occasione vinse la medaglia d'oro, segnando 20 punti (di cui 13 nel secondo tempo) nella combattuta finale contro la Spagna.[122] Nel torneo si rivelò importante ai quarti di finale in cui segnò 25 punti nella schiacciante vittoria per 116-85 degli statunitensi.[123]

Olimpiadi 2012 e ritiro

Successivamente disputò anche i Giochi Olimpici 2012,[124] in cui vinse nuovamente la medaglia d'oro contro la Spagna, questa volta per 107-100.[125] Dopo la manifestazione annunciò il proprio ritiro dalla nazionale.[126] Nel 2016 si era intravista la possibilità di concludere per lui la carriera con un terzo oro olimpico;[126] tuttavia lui declinò l'invito.[126]

Con la nazionale disputò complessivamente 37 incontri, di cui 16 alle Olimpiadi e 10 ai FIBA Americas Championship, mettendo a referto in totale 504 punti (con una media di 13,6 punti a partita).

Dopo il ritiro

La lettera con cui annunciò il proprio ritiro al basket nel 2015 fu convertita in un cortometraggio animato intitolato Dear Basketball (che era l'incipit della lettera originale) nel 2017 diretto da Glen Keane.[127] Nel gennaio 2018 venne annunciato che la lettera sarebbe stata candidata all'Oscar come miglior cortometraggio d'animazione;[128] il 4 marzo 2018 la pellicola vinse la statuetta,[9] rendendo Kobe il primo sportivo in assoluto a vincere tale premio.[129]

Durante i playoffs 2018 condusse il programma Detail in cui analizzava le partite della post-season.[130] Il 17 ottobre dello stesso anno venne annunciata la seconda edizione del programma a cui si aggiunse l'ex giocatore NFL Peyton Manning.[131]

Il 12 novembre 2018 pubblicò un libro intitolato The Mamba Mentality - Il mio basket,[132] in cui parla della sua carriera oltre che di avversari da lui affrontati.[132] Collaborarono alla stesura del libro il suo ex allenatore Phil Jackson, che scrisse l'introduzione, oltre che l'ex compagno di squadra Pau Gasol che ha scritto la prefazione.[132][133]

Vita privata

Famiglia

 
Kobe durante un intervento a Manila nel 2009

Il suo primo nome, Kobe, fa riferimento alla pregiata qualità di carne bovina, quella che i suoi genitori mangiarono in un ristorante poco prima della sua nascita.[134]

Parla fluentemente l'italiano,[135] avendo vissuto in Italia tra i 6 e i 13 anni, al seguito del padre[3] che aveva lasciato l'NBA per trasferirsi prima a Rieti poi alla Viola Reggio Calabria, all'Olimpia Basket Pistoia e alla Pallacanestro Reggiana.[3] Inoltre parla bene anche lo spagnolo.[37][136]

A 22 anni, il 18 aprile 2001, si sposò con Vanessa Laine.[137] Il rapporto tra i coniugi non è sempre stato dei migliori, oltre che per l'accusa di stupro del 2003 per il fatto che nel dicembre 2011 la moglie chiese il divorzio stanca dei tradimenti del cestista;[138] tuttavia il 12 gennaio 2013 la procedura venne annullata e i 2 si riconciliarono.[139] Comunque Bryant e Vanessa hanno tre figlie: Natalia Diamante, nata il 19 gennaio 2003, Gianna Maria-Onore, nata il 1º maggio 2006, e Bianka Bella, nata il 5 dicembre 2016.[140] Nel gennaio 2019 viene annunciato che è in arrivo la quarta figlia.[140]

Pubblicità e merchandising

Soprannominato Black Mamba,[141] nel 2009 firmò un accordo con Nubeo per la commercializzazione di orologi di lusso siglati "Black Mamba da collezione".[142] Con lo sponsor della Nike, creò una linea di scarpe da basket: le Nike Kobe.

 
Kobe Bryant a Taiwan per l'inaugurazione di un Nike store.

Protagonista di diversi spot pubblicitari per Nike, apparì inoltre in un commercial per il videogioco Call of Duty: Black Ops.[143]

L'accusa di stupro

Il 4 luglio 2003 Bryant venne arrestato: una diciannovenne allora dipendente[144] dell'Hotel Cordillera di Edwards, in Colorado, lo accusò di averla violentata.[145] Bryant confessò di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza, ma negò la violenza affermando che il rapporto fu consensuale.[146] Al fatto, avvenuto il 30 giugno, e all'arresto, seguì l'immediato rilascio del cestista dopo il pagamento di una cauzione di 25.000 dollari.[145] Il 6 agosto 2003 cominciò una serie di udienze[145] conclusasi il 27 agosto 2004[147] con un processo che vide il ritiro delle accuse da parte dei legali della ragazza, i quali decisero comunque di mandare avanti una causa civile.[146] Tra l'altro lo stesso anno, per via dello stress derivante dalla vicenda, sua moglie Vanessa abortì.[148]

In quel periodo Bryant perse alcuni dei suoi contratti, fra cui quello con la Nutella.[147] Contemporaneamente il suo sponsor tecnico personale, la Adidas, non gli rinnovò l'accordo[149] e Bryant fu messo sotto contratto per 8 milioni di dollari da parte della Nike.[149]

Controversia con Karl Malone

Nel dicembre 2004 Karl Malone si rivolse alla moglie di Bryant Vanessa dicendole: <<Sono a caccia di una bella messicana>>.[150] Bryant, dopo avere saputo dalla moglie quanto accaduto, ruppe la propria amicizia con Malone.[150][151] Negli anni il rapporto tra i due è rimasto teso, tanto che Malone nel 2015 invitò pubblicamente Bryant a sfidarlo;[152] tuttavia da parte di Bryant non è mai arrivata alcuna risposta.

Carriera cinematografica

Oltre ad avere vinto l'Oscar per Dear Basketball è stato protagonista di alcune apparizioni sia cinematografiche che televisive: la prima fu nel 1996 nella serie TV Moesha.[153] Nel 2009 Spike Lee realizzò un film-documentario dedicato a lui intitolato Kobe Doin' Work.[154] Nel 2010 apparse in un episodio della serie Modern Family.[155] Nel 2012 apparse nel film Io sono Bruce Lee sull'omonimo ex attore cinese.[156]

Statistiche

Aggiornato al 13 aprile 2016.

Regular season

Stagione Squadra Competizione Partite Statistiche tiro Altre statistiche
Pres. Titol. Minuti Tiri da 2 Tiri da 3 Liberi Rimb. Assist Rubate Stopp. Punti
1996-1997   Los Angeles Lakers NBA 71 6 1103 176/422 51/136 136/166 132 91 49 23 539
1997-1998   Los Angeles Lakers NBA 79 1 2056 391/913 75/220 363/457 242 199 74 40 1220
1998-1999   Los Angeles Lakers NBA 50 50 1896 362/779 27/101 245/292 264 190 72 50 996
1999-2000   Los Angeles Lakers NBA 66 62 2524 554/1183 46/144 331/403 416 323 106 62 1485
2000-2001   Los Angeles Lakers NBA 68 68 2791 701/1510 61/200 475/557 399 338 114 43 1938
2001-2002   Los Angeles Lakers NBA 80 80 3065 749/1597 33/132 488/589 441 438 118 35 2019
2002-2003   Los Angeles Lakers NBA 82 82 3403 868/1924 124/324 601/713 564 481 181 67 2461
2003-2004   Los Angeles Lakers NBA 65 64 2542 516/1178 71/217 454/533 359 330 112 28 1557
2004-2005   Los Angeles Lakers NBA 66 66 2688 573/1324 131/387 542/664 392 398 86 53 1819
2005-2006   Los Angeles Lakers NBA 80 80 3277 978/2173 180/518 696/819 425 360 147 30 2832
2006-2007   Los Angeles Lakers NBA 77 77 3139 813/1757 137/398 667/768 439 413 111 36 2430
2007-2008   Los Angeles Lakers NBA 82 82 3192 775/1690 150/415 623/742 517 441 151 40 2323
2008-2009   Los Angeles Lakers NBA 82 82 2961 800/1712 118/336 483/564 429 399 120 37 2201
2009-2010   Los Angeles Lakers NBA 73 73 2835 716/1569 99/301 439/541 391 365 113 20 1970
2010-2011   Los Angeles Lakers NBA 82 82 2778 740/1639 115/356 483/583 419 388 99 12 2078
2011-2012   Los Angeles Lakers NBA 58 58 2232 574/1336 87/287 381/451 313 264 69 18 1616
2012-2013   Los Angeles Lakers NBA 78 78 3013 738/1595 132/407 525/626 433 469 106 25 2133
2013-2014   Los Angeles Lakers NBA 6 6 177 31/73 3/16 18/21 26 38 7 1 83
2014-2015   Los Angeles Lakers NBA 31 31 1087 248/654 48/161 189/233 172 164 46 6 733
2015-2016   Los Angeles Lakers NBA 66 66 1863 398/1113 133/467 232/281 247 184 62 13 1161
Totale carriera 1346 1198 48655 11719/26200 44,7% 1827/5546 32,9% 8378/10011 83,7% 7047 6306 1944 640 33643
Nota: per la NBA, la WNBA e la NCAA, la colonna "Tiri da 2" comprende la somma dei tiri dal campo (tiri da 2 + tiri da 3).

Playoffs

Stagione Squadra Competizione Partite Statistiche tiro Altre statistiche
Pres. Titol. Minuti Tiri da 2 Tiri da 3 Liberi Rimb. Assist Rubate Stopp. Punti
1997   Los Angeles Lakers NBA 9 0 133 21/55 6/23 26/30 11 11 3 2 74
1998   Los Angeles Lakers NBA 11 0 220 31/76 3/14 31/45 21 16 3 8 96
1999   Los Angeles Lakers NBA 8 8 315 61/142 8/23 28/35 55 37 15 10 158
2000   Los Angeles Lakers NBA 22 22 857 174/394 22/64 95/126 98 97 32 32 465
2001   Los Angeles Lakers NBA 16 16 694 168/358 11/34 124/151 116 97 25 12 471
2002   Los Angeles Lakers NBA 19 19 833 187/431 22/58 110/145 111 87 27 17 506
2003   Los Angeles Lakers NBA 12 12 531 137/317 25/62 86/104 61 62 14 1 385
2004   Los Angeles Lakers NBA 22 22 973 190/460 24/97 135/166 104 121 42 7 539
2006   Los Angeles Lakers NBA 7 7 314 72/145 14/35 37/48 44 36 8 3 195
2007   Los Angeles Lakers NBA 5 5 215 60/130 10/28 34/37 26 22 5 2 164
2008   Los Angeles Lakers NBA 21 21 863 222/463 32/106 157/194 119 117 35 8 633
2009   Los Angeles Lakers NBA 23 23 940 242/530 37/106 174/197 123 126 38 21 695
2010   Los Angeles Lakers NBA 23 23 922 234/511 49/131 154/183 138 126 31 16 671
2011   Los Angeles Lakers NBA 10 10 354 83/186 12/41 50/61 34 33 16 3 228
2012   Los Angeles Lakers NBA 12 12 476 132/301 17/60 79/95 58 52 16 2 360
Totale carriera 220 200 8640 2014/4499 44,6% 292/882 33,1% 1320/1617 81,6% 1119 1040 310 144 5640
Nota: per la NBA, la WNBA e la NCAA, la colonna "Tiri da 2" comprende la somma dei tiri dal campo (tiri da 2 + tiri da 3).

Cronologia presenze e punti in Nazionale

Cronologia completa delle presenze e dei punti in Nazionale -   Stati Uniti
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Punti Note
22-7-2007 Las Vegas Stati Uniti   104 - 105   Stati Uniti Amichevole 26 referto
22-8-2007 Las Vegas Stati Uniti   112 - 69   Venezuela Americas Ch'ship 2007 - Gironi di qual. 14 referto
23-8-2007 Las Vegas Isole Vergini Americane   59 - 123   Stati Uniti Americas Ch'ship 2007 - Gironi di qual. 9 referto
25-8-2007 Las Vegas Stati Uniti   113 - 63   Canada Americas Ch'ship 2007 - Gironi di qual. 15 referto
26-8-2007 Las Vegas Brasile   76 - 113   Stati Uniti Americas Ch'ship 2007 - 2ª fase a gironi 20 referto
27-8-2007 Las Vegas Stati Uniti   127 - 100   Messico Americas Ch'ship 2007 - 2ª fase a gironi 21 referto
28-8-2007 Las Vegas Porto Rico   78 - 117   Stati Uniti Americas Ch'ship 2007 - 2ª fase a gironi 14 referto
29-8-2007 Las Vegas Uruguay   79 - 118   Stati Uniti Americas Ch'ship 2007 - 2ª fase a gironi 13 referto
30-8-2007 Las Vegas Argentina   76 - 91   Stati Uniti Americas Ch'ship 2007 - 2ª fase a gironi 27 referto
1-9-2007 Las Vegas Stati Uniti   135 - 91   Porto Rico Americas Ch'ship 2007 - Semifinale 15 referto
2-9-2007 Las Vegas Argentina   81 - 118   Stati Uniti Americas Ch'ship 2007 - Finale 5 referto
25-7-2008 Las Vegas Stati Uniti   120 - 65   Canada Amichevole 15 referto
31-7-2008 Macao Stati Uniti   114 - 82   Turchia Amichevole 7 referto
1-8-2008 Macao Stati Uniti   120 - 84   Lituania Amichevole 13 referto
3-8-2008 Shanghai Stati Uniti   89 - 68   Russia Amichevole 19 referto
5-8-2008 Shanghai Stati Uniti   87 - 76   Australia Amichevole 13 referto
10-8-2008 Pechino Stati Uniti   101 - 70   Cina Olimpiadi 2008 - Fase a gironi 13 referto
12-8-2008 Pechino Angola   76 - 97   Stati Uniti Olimpiadi 2008 - Fase a gironi 8 referto
14-8-2008 Pechino Stati Uniti   92 - 69   Grecia Olimpiadi 2008 - Fase a gironi 18 referto
16-8-2008 Pechino Spagna   82 - 119   Stati Uniti Olimpiadi 2008 - Fase a gironi 11 referto
18-8-2008 Pechino Stati Uniti   106 - 57   Germania Olimpiadi 2008 - Fase a gironi 13 referto
20-8-2008 Pechino Stati Uniti   116 - 85   Australia Olimpiadi 2008 - Quarti di finale 25 referto
22-8-2008 Pechino Argentina   81 - 101   Stati Uniti Olimpiadi 2008 - Semifinale 12 referto
24-8-2008 Pechino Spagna   107 - 118   Stati Uniti Olimpiadi 2008 - Finale 20 referto
12-7-2012 Las Vegas Stati Uniti   113 - 59   Rep. Dominicana Amichevole 4 referto
16-7-2012 Washington Stati Uniti   80 - 69   Brasile Amichevole 8 referto
19-7-2012 Manchester Stati Uniti   118 - 78   Regno Unito Amichevole 5 referto
22-7-2012 Barcellona Stati Uniti   86 - 80   Argentina Amichevole 18 referto
24-7-2012 Barcellona Stati Uniti   100 - 78   Spagna Amichevole 6 referto
29-7-2012 Londra Stati Uniti   98 - 71   Francia Olimpiadi 2012 - Fase a gironi 10 referto
31-7-2012 Londra Tunisia   63 - 110   Stati Uniti Olimpiadi 2012 - Fase a gironi 4 referto
2-8-2012 Londra Stati Uniti   156 - 73   Nigeria Olimpiadi 2012 - Fase a gironi 16 referto
4-8-2012 Londra Lituania   94 - 99   Stati Uniti Olimpiadi 2012 - Fase a gironi 6 referto
6-8-2012 Londra Argentina   97 - 126   Stati Uniti Olimpiadi 2012 - Fase a gironi 11 referto
8-8-2012 Londra Stati Uniti   119 - 86   Australia Olimpiadi 2012 - Quarti di finale 20 referto
10-8-2012 Londra Argentina   83 - 109   Stati Uniti Olimpiadi 2012 - Semifinale 13 referto
12-8-2012 Londra Stati Uniti   107 - 100   Spagna Olimpiadi 2012 - Finale 17 referto
Totale Presenze 37 Punti 504

Palmarès

Club

Los Angeles Lakers: 2000, 2001, 2002, 2009, 2010

Nazionale

Stati Uniti: 2008, 2012
Stati Uniti: 2007

Individuale

2007-2008
2009, 2010
2005-2006, 2006-2007
2001-2002, 2002-2003, 2003-2004, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011, 2011-2012, 2012-2013
1999-2000, 2000-2001
1998-1999, 2004-2005
1999-2000, 2002-2003, 2003-2004, 2005-2006, 2006-2007, 2007-2008, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011
2000-2001, 2001-2002, 2011-2012
2002, 2007, 2009 (a pari merito con Shaquille O'Neal), 2011
1998, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016
1997

Record

 
Kobe Bryant al tiro contro Caron Butler

Record assoluti

  • Più giovane giocatore dell'All Star Game (19 anni e 175 giorni) l'8 febbraio 1998.[36]
  • Più giovane giocatore ad essere stato scelto nel NBA All-Rookie Team (1996-97).[162]
  • Più giovane giocatore ad avere vinto lo Slam Dunk Contest: (18 anni e 175 giorni) l'8 febbraio 1997.[163]
  • Più canestri realizzati negli All Star Game: 115.[164]
  • Maggior numero di rimbalzi offensivi: 10 in una gara dell'All Star Game, nel 2011.[164]
  • Maggior numero di recuperi negli All Star Game: 37 (a pari merito con Michael Jordan).[164]
  • Uno dei due giocatori della storia ad aver segnato 50 o più punti in 4 gare consecutive (l'altro è Wilt Chamberlain che è il primo essendo arrivato a 7 gare consecutive).[62]
  • Più tiri da 3 segnati in un tempo: 8 (28 marzo 2003 vs. Washington Wizards).[164]
  • Più tiri liberi segnati in un quarto: 14 (20 dicembre 2005 vs. Dallas Mavericks).[164]
  • Più tiri da 3 segnati negli All-Star Game: 17.[164]
  • Unico giocatore nella storia NBA a segnare almeno 600 punti nella postseason per tre anni consecutivi (2008, 2009, 2010).[161]
  • Unico giocatore nella storia NBA ad aver segnato 60 punti nella sua ultima partita da professionista (13 aprile 2016 vs. Utah Jazz).[107]

Record nei Los Angeles Lakers

  • Punti
  • Miglior realizzatore di sempre dei Los Angeles Lakers avendo superato Jerry West (2 febbraio 2010 vs. Memphis Grizzlies)[80]
  • Miglior record di punti segnati nei playoff con la franchigia californiana che era di 4.457 e apparteneva a Jerry West (22 aprile 2010 vs. Oklahoma City Thunder)[164]
  • Più punti segnati in una stagione: 2832 (2005-06)[165]
  • Più punti in una partita: 81 (22 gennaio 2006 vs. Toronto Raptors, seconda prestazione NBA di sempre dopo i 100 di Wilt Chamberlain)[58]
  • Più punti segnati in un tempo: 55 (22 gennaio 2006 vs. Toronto Raptors)[58]
  • Più punti segnati in un quarto: 30 (in due occasioni)[164]
  • Più punti segnati in un overtime di play-off: 12 (4 maggio 2006 vs. Phoenix Suns)
  • Più alta media punti in un mese: 43,4 (gennaio 2006)
  • Più partite consecutive oltre i 50 punti: 4 (2006-07)
  • Più partite con 60 o più punti in carriera: 6
  • Più partite con 50 o più punti segnati in una stagione: 10 (2006-07)
  • Più partite con 40 o più punti in carriera: 121 (terzo all time dopo Wilt Chamberlain con 271 e Michael Jordan con 173)
  • Più partite con 40 o più punti segnati in una stagione: 27 (2005-06)
  • Più partite consecutive con 40 o più punti segnati: 9 (febbraio 2003)
  • Più partite consecutive con 35 o più punti segnati: 13 (febbraio 2003, secondo assoluto dopo le serie di Wilt Chamberlain)[166]
  • Più partite consecutive con 20 o più punti segnati: 62 (dicembre 2005 - aprile 2006)
  • Canestri realizzati
  • Tiri liberi realizzati
  • Più tiri liberi realizzati in una partita: 23 (due volte)[164]
  • Più tiri liberi realizzati in un tempo: 17 (30 gennaio 2001 vs. Cleveland Cavaliers)
  • Più tiri liberi realizzati in un quarto: 14 (20 dicembre 2005 vs. Dallas Mavericks)
  • Più tiri liberi realizzati in un quarto in una partita di play-off: 11 (8 maggio 1997 vs. Utah Jazz)
  • Più tiri liberi realizzati consecutivamente: 62 (gennaio 2006)
  • Tiri da 3 realizzati
  • Palle rubate
  • Più palle rubate in un tempo: 6[164]
  • Più palle rubate in un quarto in una partita di play-off: 3 (17 maggio 1999 vs. San Antonio Spurs)

Filmografia

Cinema

Televisione

Cortometraggi

Programmi televisivi

Riconoscimenti

Premio Oscar

Opere

Note

  1. ^ Marco Gaetani, Bryant, la leggenda con l'Italia nel cuore, su repubblica.it, la Repubblica, 14 aprile 2016. URL consultato il 5 maggio 2016.
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  3. ^ a b c d e f g h Barocci.
  4. ^ (ES) John Cox, el primo venezolano de Kobe Bryant, in elnuevoherald. URL consultato il 5 maggio 2017.
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  6. ^ Kobe Bryant profile, FIBA Americas Championship 2007, su FIBA.COM. URL consultato il 1º marzo 2019.
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  9. ^ a b Massimo Lopes Pegna, Oscar 2018, trionfa Kobe Bryant. Miglior film "La forma dell'acqua", su gazzetta.it, La Gazzetta dello Sport, 5 marzo 2018. URL consultato il 1º marzo 2019.
  10. ^ Simona Marchetti, Forbes, Paperone Mayweather: prende quattro volte Messi e CR7, su gazzetta.it, 11 giugno 2015. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  11. ^ Sky Sport, Milan, omaggio a Kobe: "Più di un campione, una leggenda", su sport.sky.it. URL consultato il 1º marzo 2019.
  12. ^ Il Milan a Kobe Bryant: «Gli eroi vanno e vengono, ma le leggende sono per sempre», su www.corrieredellosport.it, 13 aprile 2016. URL consultato il 1º marzo 2019.
  13. ^ Kobe Bryant: "Rossonero da sempre. Mi piace lo stile del Barcellona" - TUTTOmercatoWEB.com, su www.tuttomercatoweb.com. URL consultato il 1º marzo 2019.
  14. ^ (EN) Kobe Bryant, Barça all the way, su www.fcbarcelona.com. URL consultato il 1º marzo 2019.
  15. ^ (EN) Kobe Bryant retires - NBA legend's career in numbers, su bbc.co.uk, BBC Sport, 14 aprile 2016. URL consultato il 6 maggio 2016.
  16. ^ (EN) NBA & ABA Career Playoff Leaders and Records for Points, su Basketball-Reference.com. URL consultato il 1º marzo 2019.
  17. ^ (EN) Ethan Sherwood Strauss, Will Kobe Bryant's Shift to Small Forward Impact His Play?, su bleacherreport.com, 21 dicembre 2012. URL consultato il 1º marzo 2019.
  18. ^ Dario Vismara, Nba, il lato nascosto (ma fenomenale) di Kobe Bryant: la difesa, su gazzetta.it, 5 gennaio 2016. URL consultato il 10 novembre 2016.
  19. ^ a b c Serrano
  20. ^ a b c NBA All-Defensive Teams, Players with the Most Selections., su www.landofbasketball.com. URL consultato il 1º marzo 2019.
  21. ^ La lista di Kobe, su L'Ultimo Uomo, 15 dicembre 2014. URL consultato il 15 marzo 2019.
  22. ^ (EN) Eric He, Ranking the NBA's 15 Most Charismatic Players, su Bleacher Report. URL consultato il 15 marzo 2019.
  23. ^ (EN) Hayk Jernazian, Kobe Bryant: Insight Into The Character Of The Hardest Working Man In Basketball, su Bleacher Report. URL consultato il 15 marzo 2019.
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  29. ^ a b c d e f g h i j k Fabbri, Caianiello.
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