Concattedrale di San Nicola (Palmi)

edificio religioso di Palmi

La concattedrale di San Nicola è il duomo della città di Palmi, situato nell'omonima piazza. Sorge di fronte al Palazzo comunale e a fianco degli uffici vescovili della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi. Nota anche come chiesa madre o matrice[2], è sede dell'omonima parrocchia e le notizie più antiche del luogo di culto risalgono al XIV secolo. Al suo interno è custodita la reliquia del Sacro Capello oltre alla venerata icona della Madonna della Sacra Lettera.

Concattedrale di San Nicola
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Calabria
LocalitàFile:Palmi-Stemma.png Palmi[1]
Coordinate38°21′33.48″N 15°50′56.33″E
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Nicola di Bari[1]
Maria Santissima della Sacra Lettera[2]
Diocesi Oppido Mamertina-Palmi
ArchitettoMario Pandelli[1]
Stile architettoniconeoromanico
Inizio costruzioneXIV secolo (prima chiesa di cui si abbia documentazione)[1]
Completamento1932 (chiesa attuale)[2]
Sito webwww.presenzacalabria.it/

Storia

Tra il 1310 ed il 1311, è attestata in Palmi una chiesa di san Nicola, con cappellano un presbitero di nome Bartolomeo,[3] che risultava essere l'unica del villaggio.[4]

La chiesa di san Nicola è nuovamente citata in atti del 1532[1] e del 1586, nella visita ex limina a Palmi di mons. Marcantonio Del Tufo, vescovo della Diocesi di Mileto.[5] L'edificio sorgeva discosto dalle mura cittadine di Carlopoli e vi avevano sede la confraternita di san Nicola e la confraternita del Santissimo Sacramento.[6] Al suo interno vi era l'altare maggiore,[7] una cappella del Santissimo Sacramento[8] e degli altari dedicati rispettivamente a san Pietro,[9] san Nicola,[10] san Giorgio,[11] san Girolamo[12] ed alla Natività del Signore.[13]

Nel 1664 vi venne fondata una congrega del "Purgatorio" o del "Sacro Monte delle cinquanta messe".[6] In quegli anni, nella chiesa, erano custoditi un quadro di san Giovanni che predica, di autore ignoto, ed un quadro dell'Assunta, opera di Giacomo Farelli.[14]

 
Il corso Carolino dopo il terremoto del 1894, con la chiesa Madre sullo sfondo.

La chiesa, venne riedificata nel periodo 1740-1743, poiché distrutta dal terremoto del 1693. Il 25 agosto 1741 il vescovo della diocesi di Mileto Marcello Filomarini, eresse la nuova chiesa ad insigne collegiata.[15] Nella seconda metà del XVIII secolo, il feudatario di Palmi Giovan Battista Spinelli II, collocò nella chiesa matrice di san Nicola il suo seggio ducale, che era stato spostato da Seminara a Palmi.[16][17][18]

La chiesa venne nuovamente distrutta dal violento terremoto del 5 febbraio 1783. Nel marzo del 1786 il vicario generale per il dipartimento della Piana, riferì che si era quasi interamente riedificata, con la città di Palmi, la sua <<chiesa cattedrale>> ad opera dell'ing. Pietro Galdo.[1] Questo nuovo edificio di culto fu però ricostruito con materiale difettoso ed i muri, dopo pochi anni, incominciarono a far crepe anche a seguito del terremoto del 1791 e, verso il 1803, crollarono in più parti[19] tanto che l'edificio fu reso inagibile e le funzioni parrocchiali furono spostate nella chiesa di san Rocco,[20] dove vennero collocati temporaneamente il quadro della Madonna della Lettera e la statua di san Nicola.

 
La vecchia chiesa madre di san Nicola danneggiata dal terremoto del 1908

La chiesa, tornata agibile, aveva dimensioni che la rendevano imponente, tanto che nel panorama della città il tempio si stagliava sulle altre costruzioni dell'abitato.[21][22] La collegiata però venne ulteriormente danneggiata dal terremoto del 1894.[23][24][1]

Si provvide quindi ancora una volta alla sua parziale ricostruzione, ma sopraggiunse il terremoto del 1908 che arrecò ulteriori gravi danni alla struttura che ne pregiudicarono l'utilizzo.[1] Pertanto, nel 1909, si procedette alla demolizione del fabbricato.[20] Una chiesa provvisoria venne realizzata, negli anni post terremoto, vicino al luogo dove sorgeva la vecchia chiesa demolita.

Nel 1915, il Comune di Palmi affidò l’incarico di progettare la nuova chiesa all’ing. padre Carmelo Angiolini. Il progetto venne approvato nel 1926.[1][25] L'anno seguente venne approvato però un nuovo progetto, redatto stavolta dall'ing. Mario Pandelli.[26][1] I lavori iniziarono nel 1929, realizzati dalla ditta S.I.L.A. di Roma con fondi stanziati per la ricostruzione delle chiese dei centri terremotati del 1908.[1] La nuova e attuale chiesa collegiata fu aperta al culto nel 1932.[1]

Nel 1954 venne realizzato ed inaugurato il nuovo campanile, che funge anche da torre civica della città[1] e, negli anni sessanta, vi fu l'adeguamento della chiesa alla riforma liturgica post Concilio Vaticano II.[1][27]

Il 20 giugno 1988 la chiesa assunse il titolo di concattedrale della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.[1]

A metà degli anni novanta del XX secolo, accanto alla concattedrale furono realizzate ed inaugurate alcune importanti strutture sociali al servizio della parrocchia e della città[28] mentre la chiesa è stata completamente ristrutturata, con i fondi dell'otto per mille, nel periodo 2001-2003 su progetto dell'ing. Nicola Gentile.[29]

In occasione del Giubileo straordinario della misericordia del 2015-2016 la concattedrale è stata scelta quale chiesa giubilare.[30]

Descrizione

Esterno

L'edificio, in cemento armato, è in stile neo romanico. La facciata a salienti è ripartita verticalmente da quattro lesene raccordate alla cima da una cornice con archetti pensili.[1] nella ripartizione centrale, più alta di quelle laterali, è collocato centralmente un protiro con timpano triangolare ed un piccolo portico, con arco a tutto sesto sorretto da quattro colonne. Nelle colonne sono inseriti dei capitelli con i simboli dei quattro evangelisti.[1] Gli ingressi della facciata principale sono tre, uno centrale nel protiro e due laterali, che presentano anch'essi un arco a tutto sesto.[1] Sopra l'ingresso principale è collocato un artistico rosone mentre sopra gli ingressi laterali sono collocate due monofore.

La copertura, con manto in tegole marsigliesi presenta numerosi spioventi, ad altezze differente ed in corrispondenza delle divisioni interne dell'edificio.[1]

Torre civica

La Torre civica è collocata a lato sinistro della chiesa. È detta anche Torre dell'orologio per la presenza di quattro orologi, disposti su ognuna delle facce della torre, che suonano ad ogni ora con dei rintocchi. Il monumento svolge anche la funzione di campanile della concattedrale, poiché dotato di campane (che appartenevano alla vecchia chiesa madre del XIX secolo). La torre venne realizzata nel 1954 ed ebbe notevoli difficoltà di costruzione, data l'altezza del manufatto di 40 metri e poiché il sottosuolo era composto da terreni superficialmente sciolti. Pertanto il direttore dei lavori, l'ingegnere Francesco De Luca, progettò una palificazione di 81 pali in cemento compresso, affondati nel terreno per una quota che andava da 5 a 23 metri. La suddetta palificazione venne sormontata da un massiccio telaio in calcestruzzo che formò la piattaforma sopra la quale venne innalzata la torre. Il costruttore dell'opera fu il cavaliere Annunziato Seminara.

La torre avente tutte e quattro facce uguali, inizia con una zoccolatura bugnata, sopra la quale sono collocate delle trifore con archi a tutto sesto. Nella parte centrale disposti come detto i quattro orologi e, nella parte superiore, vi sono delle aperture in archi a sesto acuto nella zona di alloggio delle campane. Infine, nella sommità della torre vi è un tamburo poligonale sopra il quale è collocata la copertura cuspidata.[1]

La Torre civica è attualmente la costruzione più alta della città di Palmi, ed una delle più alte della Calabria.

Interno

 
Navata centrale della chiesa

Nel suo interno l'edificio è suddiviso in tre navate scandite da arcate a tutto sesto[1] definite da due file di otto colonne doriche quadrangolari. Dalle navate laterali si aprono, all'incrocio con il transetto, due absidi laterali corrispondenti alle cappelle consacrate, rispettivamente, a san Nicola ed al Sacro Cuore di Gesù.[1][22] L'abside ottagonale che conclude la navata centrale, alle spalle dell'altare maggiore, funge da deambulatorio.[1] All'incrocio tra la navata centrale ed il transetto è collocata una cupola ottagonale, priva di finestrature. Dalla navata destra, sopra presbiterio, è raggiungibile la Cappella della Madonna della Lettera.[1]

Le tre navate, fino al transetto compreso, corrispondono all'aula, mentre il presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al resto dell'edificio, è collocato nel coro, avente anch'esso larghezza pari a tutte e tre le navate.

 
Il dipinto di san Francesco d’Assisi che abbraccia Gesù crocifisso.

La navata destra presenta nella controfacciata un ingresso sormontato da una monofora, mentre nella parete laterale dell'edificio delle arcate, anch'esse dotate ognuna di monofora, oltre ad un ingresso laterale. In corrispondenza dell'incrocio con il transetto si apre l'abside corrispondente alla cappella consacrata al Sacro Cuore di Gesù. Salendo sul coro è collocata la porta d'accesso alla cappella del Sacro Capello. Partendo dalla controfacciata la navata destra presenta, addossate alla parete laterale, le seguenti opere d'arte:

Completano le opere d'arte della navata alcune stazioni della Via Crucis.

Il pavimento della navata risulta in seminato veneziano nell'aula ed in marmo nel coro, mentre il soffitto è formato da volte a crociera.[1]

 
Il dipinto san Giuseppe e Gesù Bambino, opera di Domenico Augimeri.

La navata sinistra presenta anch'essa nella controfacciata un ingresso sormontato da una monofora, mentre nella parete laterale dell'edificio delle arcate anch'esse dotate ognuna di monofora. In corrispondenza dell'incrocio con il transetto si apre l'abside corrispondente alla cappella consacrata a San Nicola. Salendo sul coro è collocata la porta d'accesso alla sacrestia. Partendo dalla controfacciata la navata destra presenta, addossate alla parete laterale, le seguenti opere d'arte:

Completano le opere d'arte della navata alcune stazioni della Via Crucis.

Il pavimento della navata risulta in seminato veneziano nell'aula ed in marmo nel coro, mentre il soffitto è formato da volte a crociera.[1]

 
L'altare maggiore.

In corrispondenza della controfacciata, la navata centrale presenta una bussola in muratura con tre porte in legno, due laterali ed una maggiore centrale. Sopra la bussola è posizionato il rosone. All'incrocio con il transetto la navata presenta un arco trionfale.

Salendo sopra il presbiterio, nella navata centrale è collocato l'altare maggiore, realizzato in marmo dal maestro Alfarone, che già appartenne alla vecchia chiesa matrice demolita a seguito del terremoto del 1908.[1] L'opera, in marmo bianco e policromo intarsiato, presenta tre pinnacoli alla cui cima sono posti ornamenti vegetali, ed un'edicola. Nel pinnacolo centrale è raffigurato, in bronzo, il simbolo dell'Agnus Dei.[38] Nell'edicola dell'altare è esposta una preziosa icona antica di Maria Santissima della Lettera con il Bambino (1774), realizzata in metallo laminato e legno scolpito e dipinto a olio. Il quadro è opera di autore sconosciuto,[39] probabilmente di scuola messinese. Ai due lati l'altare presenta due aperture ad arco acuto, che conducono all'interno dell'edicola, chiuse da sportelli in ferro battuto e dipinto.

Nella parte basse della parete di fondo della navata si apre il deambulatorio mentre, nella parte alta, è posizionata una trifora centrale.

Il pavimento della navata risulta in seminato veneziano nell'aula ed in marmo nel coro, mentre il soffitto è formato da volte a crociera.[1]

Transetto

Il transetto si sviluppa trasversalmente a tutte e tre le navate, con lunghezza pari alla larghezza totale di queste ultime e risulta scandito da pilastri cruciformi.[1] Alle estremità presenta delle pareti con, nella parte alta, una trifora centrale e, nella parte bassa, le aperture delle cappelle del Sacro Cuore di Gesù (lato destro) e di San Nicola (lato sinistro). Le uniche opere d'arte collocate nel transetto corrispondono ad alcune stazioni della Via Crucis.

Il pavimento del transetto risulta in seminato veneziano, mentre il soffitto è formato da volte a crociera ad eccezione dell'incrocio con la navata centrale nel quale è posizionata la cupola ottagonale.[1]

Cappella del Sacro Cuore di Gesù

 
L'abside sinistra del Sacro Cuore di Gesù.

Nell'abside posta all'estremità destra del transetto è collocata la cappella consacrata al Sacro Cuore di Gesù.

Il pavimento della cappella è in marmo e risulta rialzato di un gradino rispetto all'aula. Le pareti verticali sono, nella parte bassa, in mattoni faccia a vista e dispongono di quattro monofore, una per lato. La copertura della cappella è formata da una semi-cupola che presenta policromi affreschi con angeliche figure, ad opera di Vincenzo Pugliese.

Cappella di San Nicola di Bari

 
La statua di San Nicola di Bari.

Nell'abside posta all'estremità sinistra del transetto è collocata la cappella consacrata a San Nicola di Bari, patrono di Palmi[40] e compatrono della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.[41]

Centralmente all'abside è posto l'altare laterale di San Nicola di Bari (1937),[42] realizzato da maestranze locali in marmo bianco e grigio scolpito, con sportello di tabernacolo in metallo raffigurante l'Agnus Dei.[43] Sopra l'altare sono posizionate, alle due estremità, due statue di angeli reggi-candelabro mentre centralmente è collocata la nicchia, in muratura intonacata, contenente la statua di San Nicola di Bari (XIX secolo), quest'ultima opera di scuola dell'Italia meridionale, realizzata in legno scolpito e dipinto.[44] La statua è stata restaurata nel 2018 dall'architetto Amedeo Lico della Bretia Restauri di Rogliano, a seguito di raccolta di fondi effettuata dal "Comitato Festeggiamenti Patronali di San Nicola".

Il pavimento della cappella è in marmo e risulta separato rispetto all'aula da un cancello di balaustra in ferro battuto e dipinto (XX secolo), opera di bottega Calabrese. Le pareti verticali sono, nella parte bassa, in mattoni faccia a vista e dispongono di quattro monofore, una per lato. La copertura della cappella è formata da una semi-cupola che presenta policromi affreschi con angeliche figure, ad opera di Vincenzo Pugliese.

Deambulatorio

L'abside che si apre a conclusione della navata centrale, dietro il presbiterio e l'altare maggiore, ha la funzione di deambulatorio.

In questa parte della chiesa è conservata una statua in legno scolpito e dipinto di Sant'Elia profeta (seconda metà del XVIII secolo) opera della scuola di Giuseppe Sammartino[45] ed un ritratto, dipinto in olio su tela, di monsignor Valentino Marino (XX secolo), opera di scuola dell'Italia meridionale.[46]

La pavimentazione è in marmo, le pareti verticali presentano una monofora per ogni lato e la copertura è formata da una volta a botte.[1]

Cappella della Madonna della Lettera

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sacro Capello.

La cappella, restaurata e ristrutturata nel XXI secolo, risulta accessibile dal coro della navata destra, ed è consacrata alla Madonna della Lettera e conserva la reliquia mariana del Sacro Capello. Tale reliquia è posta all'interno di un reliquiario (XVIII secolo), realizzato da bottega dell'Italia meridionale, a sua volta collocato dentro una teca, inaugurata il 29 agosto 2009,[47] e addossata alla parete laterale destra della cappella. L'opera è stata realizzata su progetto dell'architetto Carmelo Bagalà[47] ed è adornata da un bassorilievo dell'artista Maurizio Carnevali.[47] Sopra la teca è posizionato un dipinto, in olio su tela, raffigurante Maria Santissima della Sacra Lettera (XVIII secolo).[48]

La pavimentazione della cappella è in ceramica mentre il soffitto presenta una copertura piana.[1]

Feste e ricorrenze

Titoli

Riconoscimenti

  • Provvedimento di tutela tramite decreto della Direzione Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, n. 937 del 30 agosto 2011, della <<Chiesa di San Nicola vescovo>>, per vincolo architettonico e monumentale.[51]

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah Chiesa di San Nicola vescovo <Palmi>, su http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/. URL consultato il 18 settembre 2016.
  2. ^ a b c d e f g La voce del Tirreno, 5 marzo 2009 anno 3 n. 3 (PDF), su lavocedeltirreno.it. URL consultato il 24 settembre 2016.
  3. ^ «Pbr. Bartholomeus, cappellanus eccl.e S.ti Nicolai de Palma, pro secunda decima solvit tar. III gr. decem».
  4. ^ Rossella Agostino, pagg. 229-230
  5. ^ La chiesa era servita dall'arciprete Minico Porfida, che aveva diritto a cinque porzioni, e dall'abate sestuario Ottaviano Bellafaccia, che percepiva una porzione soltanto. I rettori esigevano tre tomoli di grano per due appezzamenti di terra, e ricevevano annualmente 228,00 ducati alla pubblica amministrazione. Nel fonte battesimale l'acqua benedetta era posta dentro un recipiente di rame. Nella sagrestia vi erano i sacri arredi della parrocchia: una croce di legno dorata, due calici con coppe e patene d'argento ed un incensiere anche d'argento, cinque pianete, i ferri per le ostie, tre camici con amitti e cingoli, tre messali ed un «battisterio», un antifonario, un graduale, un campanello. Nella chiesa pavimentata e senza soffitto vi erano le sepolture, l'acquasantiera, il pulpito di legno, un orologio, due campane efficienti e le porte munite di serrature. Quasi tutti gli altari erano sprovvisti di crocifisso e di pietra sacra.
  6. ^ a b De Salvo, pag. 200
  7. ^ Nell'altare maggiore il Santissimo Sacramento era conservato in un vaso di argento col suo coperchio, dentro una custodia col prospetto di marmo rivestita all'interno con drappo di seta. Erano consacrati sia la chiesa che l'altare, sul quale vi erano intagliate le figure di san Pietro e san Nicola di marmo con le sue colonne e cornici intagliate.
  8. ^ Sul lato destro dell'altare maggiore era eretta la vecchia cappella del Santissimo Sacramento, nella quale erano riposti gli oli santi contenuti in due vasi di stano separati. In essa celebravano i cappellani titolari dei "benefici" istituiti con le descritte rendite annualmente esatte da censi e da immobili.
  9. ^ Era stato costruito dalla "casata antiqua" dei Miccinà, dotato di una rendita annua di 1,50 ducati sopra un orto in contrada "la bivera" assegnata ai rettori per la celebrazione di una messa di requiem ogni settimana.
  10. ^ Sull'altare era collocata l'«Immagine di rilievo del beato Santo Nicola e al muro dipinta l'Immagine della Madonna Santissima di Sant'Ambrogio e Sant'Agostino coperta da una intempiatura dipinta che faceva da baldacchino».
  11. ^ I due altari seguenti, dedicati uno a san Giorgio e l'altro senza immagine, erano privi di ornamenti. Ogni settimana si celebrava nel primo una volta per il legato di 1,50 ducati di Tommaso Lametta, e nel secondo due volte dall'entrata di 3,00 ducati lasciati da Paolo Lombardo.
  12. ^ L'altare di san Girolamo con quadro vecchio del titolare, consacrato, era ornato con tre tovaglie e due candelieri e con l'avantaltare di oropelle. Ius patronato di Scipione Timera, era cappellano il sacerdote Tommaso Bendici, istituito con bolla del vicario generale Salvatore Barbieri il 7 agosto 1578. Le entrate provenivano da un giardino di gelsi e da due piccoli fondi olivetati, e da 5,60 ducati su una casa ed un casaleno di Palmi.
  13. ^ L'altare era ornato con le sole tovaglie. Si celebrava una messa ogni settimana con il lascito di 1,80 ducati di Bernardino Cosentino.
  14. ^ Pacichelli, 1702
  15. ^ a b De Salvo, pagg. 234-235
  16. ^ De Salvo, pp. 293
  17. ^ Alla sua morte, avvenuta nel 1791, il feudatario fu seppellito in questa chiesa poiché la sua moglie Maria Caterina Doria gli fece costruire un mausoleo con lapide. Il testo della lapide recitava: "D.O.M. / Scipioni Spinello Saverio / Ex Carinenbis. Princibus / Seminariae Duci / Non Magis Majorum Imaginibus / Quam Comitate Beneficentia Animique Candore / Spetatissimo / Vixit annos XXIX / Obiit III Kal. Septembris An. MDCCXCI / Maria Catharina Doria / Ex Princibus Angri / Conjux Desolata / Viro Suo Optimo Benemerentissimo / Propera Eheu. Morte Praerepto / De Quo Nihil Doluit Praeter Mortem Eius /Contra Votum / Posuit". Il mausoleo andò distrutto a causa dei vari terremoti.
  18. ^ Leopardi, pag. 125
  19. ^ De Salvo, pagg. 284-285
  20. ^ a b Periodico "Madre Terra News" n. 34 - Ottobre 2012 Pag. 30-31.
  21. ^ L'edificio misurava 29,95 metri di lunghezza, 10,58 metri di larghezza e 7,94 metri d'altezza
  22. ^ a b Domenico Ferraro, pag. 2
  23. ^ Annibale Riccò, pag. 31
  24. ^ La relazione di Riccò riporta, per la Cattedrale di Palmi, quanto segue: «È di costruzione recente, ancora incompleta nelle decorazioni. È caduta la volta a botte di mattoni in taglio della navata centrale ed un'altra è rotta nel vertice; nell'abside vi sono due grandi fratture simmetriche le quali si prolungano anche nella volta; molti archi sono rotti in chiave; le maggiori lesioni sono nei muri diretti NNW-SSE. Nella facciata diretta ENE-WSW, vi sono varie fratture poco rilevanti».
  25. ^ Il progetto dell'ing. Angiolini prevedeva la ricostruzione della chiesa nello stesso luogo di quella precedente demolita nel 1909, con la realizzazione di un campanile di forma ottagonale dietro l’abside.
  26. ^ Il nuovo progetto prevedeva lo spostamento della sede nel luogo attuale, una nuova posizione del campanile e forme più semplici, mantenendo lo stile neoromanico.
  27. ^ Venne aggiunto un nuovo altare marmoreo, mantenendo quello antico e, a sinistra del presbiterio, fu realizzato un nuovo ambone marmoreo.
  28. ^ Fu realizzato il centro socio-educativo e riabilitativo "Emmanuele", centro d'accoglienza con laboratori per bambini e giovani portatori di handicap, la "Casa Emmaus", centro residenziale per anziani provvisto di sala teatro, biblioteca, studio medico, ristorante e palestra di riabilitazione psicomotoria, ed una palestra di fisioterapia.
  29. ^ Le opere consistettero nel ripristino degli intonaci esterni e nella risarcitura delle lesioni, oltre alla tinteggiatura dell'interno.
  30. ^ Apertura della Porta della Misericordia nella Concattedrale di Palmi, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato il 18 settembre 2016.
  31. ^ AA.VV., pag. 63-65
  32. ^ Pellegrino P. (1937), Sant'Anna e Maria bambina, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 22 aprile 2019.
  33. ^ Scuola calabrese sec. XVIII, San Giuseppe e Gesù Bambino, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 22 aprile 2019.
  34. ^ Pugliesi V. (1935), San Francesco d'Assisi abbraccia Cristo crocifisso, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 22 aprile 2019.
  35. ^ Ambito calabrese sec. XX, Crocifisso, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 22 aprile 2019.
  36. ^ Scuola dell'Italia meridionale sec. XVIII, Madonna assunta e angeli, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 22 aprile 2019.
  37. ^ Biografia di Domenico Augimeri, su piazzascala.altervista.org. URL consultato il 24 settembre 2016.
  38. ^ Maestranze calabresi (1941), Altare maggiore, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 27 aprile 2019.
  39. ^ Lovecchio, pag. 33
  40. ^ Statuto comunale di Palmi, su comune.palmi.rc.it. URL consultato il 24 settembre 2016.
  41. ^ Cenni storici, su oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato il 2 maggio 2019.
  42. ^ Nella parte bassa dell'altare, sotto il tabernacolo, è riportata la seguente iscrizione: <<A DEVOZIONE / DI / N. NICOLINA VERGA PLATEROTI / IN MEMORIA / DELLO ZIO / SACERDOTE DOMENICO BELLINFANTE / 14 SETTEMBRE 1937>>.
  43. ^ Maestranze calabresi (1937), Altare di San Nicola da Bari, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 2 maggio 2019.
  44. ^ Scuola dell'Italia meridionale sec. XIX, San Nicola di Bari.
  45. ^ Cerchia di Giuseppe Sanmartino sec. XVIII, Sant'Elia profeta, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 6 maggio 2019.
  46. ^ Ambito dell'Italia meridionale sec. XX, Ritratto di monsignor Marino Valentino, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 6 maggio 2019.
  47. ^ a b c Articolo sulla teca per l'esposizione permanente del Sacro Capello alla venerazione dei fedeli, su piazzascala.altervista.org. URL consultato il 10 marzo 2013.
  48. ^ Scuola siciliana sec. XVIII, Madonna della Lettera, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 15 aprile 2019.
  49. ^ Decreto Quo aptius in (LA) Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale (PDF), su vatican.va, LXXI, 1974, 1360-1361. URL consultato il 5 giugno 2012.
  50. ^ LE CHIESE DI PALMI NEL 1586 (PDF), su lalbadellapiana.it. URL consultato il 24 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2016).
  51. ^ Regione Calabria Dipertimento Urbanistica - AGGIORNAMENTO QUADRO CONOSCITIVO QTRP, su burc.regione.calabria.it. URL consultato il 15 aprile 2019.

Bibliografia

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