Crepis praemorsa

pianta erbacea spermatofita dicotiledone della famiglia delle Asteraceae
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La radicchiella siberiana (nome scientifico Crepis praemorsa (L.) Tausch, 1828) è una pianta erbacea spermatofita dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.

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Radicchiella siberiana
Crepis praemorsa
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Tricolpate basali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi II
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùCrepidinae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùCrepidinae
GenereCrepis
SpecieCrepis praemorsa
Nomenclatura binomiale
Crepis praemorsa
(L.) Tausch, 1828
Nomi comuni

Crepide rosicchiata

Etimologia

L'etimologia del nome generico (Crepis) non è molto chiara. In latino Crèpìs significa pantofola, sandalo e i frutti, di alcune specie di questo genere, sono strozzati nella parte mediana ricordando così (molto vagamente) questo tipo di calzare. Inoltre lo stesso vocabolo (krepis) nell'antica Grecia indicava il legno di Sandalo e anche una pianta non identificata descritta da Teofrasto[1]. Non è chiaro quindi, perché Sébastien Vaillant (botanico francese, 1669 - 1722) abbia scelto proprio questo nome per indicare il genere della presente specie[2]. Il nome specifico (praemorsa) deriva da due parole latine: "prae" (= molto) e "morsus" (= mordere), ma non si sa con quale riferimento alla pianta di questa voce.[3]
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Hieracium praemorsum (basionimo), proposto dal botanico Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 801" del 1753, modificato successivamente in quello attualmente accettato proposto dal botanico boemo Ignaz Friedrich Tausch (1793-1848) nella pubblicazione "Flora; oder, (allgemeine) botanische Zeitung. Regensburg, Jena - 12(1, Ergänzungsbl.): 79. 1828" del 1828.[4]
In alcune checklist il nome dell'Autore è Friedrich Ludwig Walther (1759-1824) con la pubblicazione "Flora von Giessen und der umliegenden Gegend - 584. 1802" del 1802.[5]

Descrizione

 
Descrizione delle parti della pianta
 
Portamento

Queste piante sono alte da 2 a 6 dm (massimo 9 dm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è robusta.[6][7]

Radici

Le radici sono dei rizomi orizzontali (o obliqui).

Fusto

La parte aerea del fusto è eretta, afilla, snella o robusta e ramoso-racemosa nella parte alta. I rami si trovano all'ascella di brattee lesiniformi (lunghe 1 cm). La superficie può essere sia glabra che pubscente e striata. Il fusto alla base è largo 0,5 – 1 cm.

Foglie

 
Rosetta basale

Tutte le foglie sono basali e formano una rosetta. Le foglie sono picciolate con base attenuata, a volte il picciolo è alato. La forma è da strettamente ovate a oblanceolato-spatolata, intera e revoluta sui bordi che sono dentellati. All'apice sono mucronate, ottuse o acute. La superficie può essere mollemente tomentosa; è inoltre percorsa da nervi, quelli secondari sono arcuati. Le foglie cauline sono assenti o poche e di tipo squamiforme. Lunghezza delle foglie basali: 5 – 20 cm (la larghezza è 1/3 - 1/4 della lunghezza).

Infiorescenza

 
Sinfloresenza

Le infiorescenze sono composte da numerosi capolini peduncolati disposti in un racemo allungato. Il peduncolo può essere scabro o tomentoso e ricoperto da brattee. I capolini sono formati da un involucro a forma cilindrica composto da brattee (o squame) disposte su 2 serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. L'involucro è verde con superficie pubescente, ispida o glabra; le brattee esterne hanno una forma ovata con apici ottusi, subacuti o acuti, i margini spesso sono minutamente cigliati; le brattee interne sono da lineari-ovate, oblunghe a strettamente ovate con apici e margini simili a quelle esterne, in alcuni casi i margini sono scariosi. Il ricettacolo è piatto e nudo (privo di pagliette). Lunghezza del peduncolo: 1 - 2,5 cm. Diametro del capolino: 15 – 22 mm. Dimensioni dell'involucro: larghezza 3,5 – 5 mm; lunghezza 8 – 12 mm. Dimensione delle brattee dell'involucro: larghezza 0,7 – 1 mm; lunghezza 4 – 12 mm.

Fiore

 
Capolino

I fiori (da 25 a 30) sono tutti del tipo ligulato[8] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e zigomorfi.

 
Fiori ligulati
  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[9]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla è colorata di giallo; lunghezza della corolla: 11 – 12 mm (massimo 14 mm); larghezza delle ligule: 2 mm; il tubo è lungo 3,5 – 4 mm ed è densamente pubescente.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[10] Le antere (lunghezza 3,8 mm) alla base sono acute ed hanno delle appendici di 0,5 mm.
  • Gineceo: lo stilo è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi sono lunghi 1,3 mm e sono gialli.
  • Fioritura: da maggio a giugno (luglio).

Frutti

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, fusiformi, debolmente compressi, lievemente incurvati o diritti, sono lunghi 4 – 5 mm (larghezza 0,5 - 0,7 mm) ed hanno circa 20 coste longitudinali; all'apice sono più o meno assottigliati; il colore è bruno chiaro. Il pappo, caduco, è bianco (o marroncino) e soffice (setole flessibili ma tenaci). Lunghezza del pappo: 4,5 – 5 mm.

Riproduzione

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

 
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[11] – Distribuzione alpina[12])

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[12]

Formazione : comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe : Trifolio-Geranietea sanguinei
Ordine : Origanetalia vulgaris
Alleanza : Geranion sanguinei

Sistematica

La famiglia di appartenenza della Crepis praemorsa (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale e comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[13] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[14]). All'interno della famiglia il genere Crepis fa parte della sottofamiglia Cichorioideae (una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae); mentre Cichorieae è una delle 7 tribù della sottofamiglia, e la sottotribù Crepidinae è una dell 11 sottotribù di Cichorieae.[15] C. praemorsa appartiene a un genere (Crepis) abbastanza numeroso comprendente dalle 200 alle 300 specie (secondo le varie classificazioni), diffuse soprattutto nell'emisfero boreale (Vecchio Mondo), delle quali quasi una cinquantina sono proprie della flora italiana.
Il basionimo per questa specie è: Hieracium praemorsum L., 1753
Il numero cromosomico di C. praemorsa è: 2n = 16.[16]

Ibridi

Dato l'alto grado di variabilità delle specie del genere Crepis, si possono creare degli ibridi anche con specie di altri generi (ibridazione intergenerica). La pianta ×Crepihieracium garnieri (Petitmengin) P. Fourn., 1928, è un ibrido tra Crepis praemorsa e Hieracium murorum.[17]

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[18]

  • Aracium praemorsum D.Dietr.
  • Crepis fistulosa Fisch. ex Turcz.
  • Crepis praemorsa subsp. tatrensis
  • Crepis racemosa St.-Lag.
  • Geracium praemorsum Rchb.

Specie simili

Una specie molto simile a quella di questa voce è la Crepis froelichiana DC.. Questa si distingue per l'habitus meno robusto, per le foglie basali meno lunghe e per l'infiorescenza più corimbosa con fiori quasi rosati.

Altre notizie

La crepide rosicchiata in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Trauben-Pippau, Abbiss-Pippau
  • (FR) Crépide rongée
  • (EN) Leafless Hawk's-beard

Note

  1. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 29 giugno 2013.
  2. ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 767
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 luglio 2013.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 luglio 2013.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 19 luglio 2013.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 276
  7. ^ a b Cichorieae Portal, su wp6-cichorieae.e-taxonomy.eu. URL consultato il 19 luglio 2013.
  8. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 12
  9. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1
  11. ^ Conti et al. 2005, pag. 81
  12. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 676
  13. ^ Judd 2007, pag. 520
  14. ^ Strasburger 2007, pag. 858
  15. ^ Funk & Susanna, pag. 348
  16. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 19 luglio 2013.
  17. ^ The Plant List - Checklist Database, su theplantlist.org. URL consultato il 19 luglio 2013.
  18. ^ The Plant List - Checklist Database, su theplantlist.org.

Bibliografia

  • Pag. 343-383 V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 276, ISBN 88-506-2449-2.
  • D. Aeschimann, K. Lauber, D.M. Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 676.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F. Conti, G. Abbate, A. Alessandrini, C. Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 81, ISBN 88-7621-458-5.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 198, Berlin, Heidelberg, 2007, p. 184.
  • Cichorieae Portal, su wp6-cichorieae.e-taxonomy.eu, p. Crepis praemorsa. URL consultato il 15 luglio 2013.

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