Asola (Àsula in dialetto alto mantovano[5]) è un comune italiano di 10 067 abitanti[2] della provincia di Mantova in Lombardia.

Asola
comune
Asola – Veduta
Asola – Veduta
Piazza XX Settembre
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Mantova
Amministrazione
SindacoGiordano Busi dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°13′N 10°25′E
Altitudine42 m s.l.m.
Superficie73,48 km²
Abitanti10 067[2] (28-2-2017)
Densità137 ab./km²
FrazioniBarchi, Castelnuovo, Gazzuoli, San Pietro, Sorbara, Seriole[1]
Comuni confinantiAcquanegra sul Chiese, Canneto sull'Oglio, Casalmoro, Casaloldo, Casalromano, Castel Goffredo, Fiesse (BS), Gambara (BS), Mariana Mantovana, Piubega, Remedello (BS)
Altre informazioni
Cod. postale46041
Prefisso0376
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT020002
Cod. catastaleA470
TargaMN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 420 GG[4]
Nome abitantiasolani
Patronosan Giovanni Crisostomo
Giorno festivo27 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Asola
Asola
Asola – Mappa
Asola – Mappa
Posizione del comune di Asola nella provincia di Mantova
Sito istituzionale

Geografia fisica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Alto Mantovano.

Origini del nome

Asola è diminutivo del latino "ansa", curva del fiume Chiese presso il quale la città fu fondata.[5]

Storia

Dalla fondazione al Medioevo

Secondo i principali storici asolani Besutti, Bernoni e Mangini le origini di Asola sono avvolte nella leggenda per la mancanza di testimonianze dirette. Molto probabilmente Asola venne fondata dai Galli Cenomani[6] nel III secolo a.C. e nel 180 a. C. divenne "Municipium" romano seguendo le sorti dell'impero fino alla sua fine.

Con la caduta dell'impero romano Asola subì le stesse sorti del territorio padano con l'invasione e la dominazione dei Goti,[7] dei Longobardi e dei Franchi. Sotto la dominazione longobarda Asola fece parte della provincia bresciana, governata da un duca longobardo, e fu sottoposta al governo di una serie di vicari regi che contribuirono a far prosperare il paese. Sotto il governo del conte e pretore Eriberto (743) fu iniziata la costruzione della rocca grande sulla riva del Chiese e delle mura per la difesa di Asola. Secondo il Mangini è a questo conte longobardo che si deve la creazione di una vera e propria forma di governo con l'applicazione delle leggi longobarde, la creazione di un consiglio e l'elezione dei consoli e degli anziani.[8]

Il territorio di Asola successivamente fu confermato in feudo ad Aroldo, signore longobardo, da Carlo Magno. Anche sotto la dominazione dei Franchi, quindi, Asola continuò a prosperare e a seguire i propri ordinamenti. Con la morte di Carlo Magno e lo smembramento dell'impero fra i suoi figli, tuttavia, inizia un periodo di incertezze e di vacanza del potere centrale che ha notevoli conseguenze anche per l'Italia, che ancora una volta è sconvolta da guerre, saccheggi e invasioni di popoli barbari.

Per Asola la situazione si ristabilisce nel 964 con il passaggio della Lombardia sotto il dominio dell'Impero Germanico e con l'arrivo dei vicari imperiali.[9] L'imperatore Ottone infatti costituì ad Asola un vicario imperiale (conte Ermanno) indipendente da qualunque altro vicario, con il potere di giudicare secondo le leggi d'Italia o longobarde allora usate. In questo modo Asola ebbe proprie consuetudini, leggi, godette di varie esenzioni e fu legata all'impero solo dal giuramento di fedeltà, dall'investitura feudale e dai tributi da pagare all'imperatore. Tutto ciò attesta che Asola si era ormai sottratta al dominio bresciano e non dipendeva nemmeno da Mantova, ma anzi manteneva una propria autonomia riconosciuta dallo stesso Impero Germanico. Alla morte di Ottone i suoi successori, per premiare la fedeltà di Asola, non fecero che riconfermare la presenza dei vicari imperiali, mantennero le antiche esenzioni e concessero nuovi privilegi. È proprio in questo periodo, più precisamente nel 1057, che vi fu la donazione di beni e di particolari privilegi alla Chiesa di S.Maria Assunta di Asola da parte dell'imperatore Enrico III e del papa Vittore II.

Sotto l'imperatore Enrico IV Asola fu data in feudo al conte Bosone[10] (1077), il quale, già signore di Sabbioneta e Commessaggio, ricevette in feudo anche molte terre vicine tra cui Redondesco, Piubega, Mariana, Casalmoro, Casalromano, Mosio e Fossa Caprara. Sotto il suo governo Asola si mantenne fedele all'impero e godette di una propria autonomia, di vari privilegi e soprattutto mantenne la sua indipendenza. Alla sua morte venne nominato vicario imperiale suo figlio Uberto (1118), che riottenne la conferma di molti dei privilegi del padre. Il governo del conte Uberto fu breve in quanto di lì a poco fu scacciato dai signori di Casaloldo, che si impossessarono di Asola, ma ben presto i bresciani attaccarono e sconfissero i Conti di Casaloldo per impadronirsi di Asola. Una volta conquistata la città, questi distrussero la rocca, ma dopo poco tempo Asola venne ripresa dai conti di Casaloldo, che sui resti della rocca distrutta ne riedificarono una nuova.[8]

 
Asola, il leone di San Marco
 
Assedio di Asola (Tintoretto), 1544-1545, Museo Civico "Goffredo Bellini", riproduzione in scala 1:1
 
Mappa del XVII sec. raffigurante il confine tra Brescia ed il Ducato di Mantova, in Giallo la Fortezza di Asola

Con la discesa dell'imperatore Federico II in Italia (1236)[11] e le lotte tra i comuni e le truppe imperiali, Asola cade sotto il potere delle forze tedesche comandate da Anselmo da Padova. La crudeltà del suo dominio induce gli asolani a ribellarsi e a sottomettersi alla città di Brescia (1238) in cambio del suo aiuto contro le forze imperiali. Il Consiglio Generale di Brescia accetta la dedizione di Asola e manda gli aiuti richiesti, ma per non incorrere nelle ire dell'imperatore e per non sguarnire le sue difese dichiara la città di Asola libero comune, sebbene fedele a Brescia. Concede, inoltre, agli asolani di eleggere il proprio Consiglio Generale (Consiglio di Credenza), i suoi consoli e il suo podestà e cede alla città di Asola tutte le proprietà del territorio asolano che aveva acquistato o confiscato nei decenni precedenti a vari feudatari. In cambio chiede agli asolani di riedificare e consolidare la rocca e le sue mura.

Tuttavia le rivalità tra le fazioni guelfe e ghibelline minano la stabilità di Asola che ancora una volta cade nelle mani di Federico II (1248) e dei ghibellini, fino a che nel 1252 Asola viene ripresa dai guelfi bresciani che impongono i loro Statuti. Ormai compresa nel territorio bresciano Asola segue le vicende di Brescia e subisce dapprima la tirannia di Ezzelino da Romano[12] e poi quella del marchese Oberto Pallavicini che si impadroniscono di Brescia e di tutti i suoi territori compresa la città di Asola.

Successivamente con la sottomissione di Brescia al re Carlo I d'Angiò[13] (1270), Asola viene occupata dalle sue truppe, ma continua a essere teatro di scontri tra le fazioni guelfe e ghibelline. La situazione precipita con la discesa di Enrico VII (1310) in Italia che sconfigge i guelfi e sottomette Cremona, Brescia, Mantova e Asola che viene data in feudo al vicario imperiale Oldofredo di Verenisengen,[14] fino a che nel 1316 Giovanni Cavalcabò di Cremona, di parte guelfa, conquista Asola e scaccia ancora una volta i ghibellini. In questo stesso periodo la Commenda di Santa Maria Assunta di Asola, prima indipendente sia dalla diocesi di Mantova che da quella di Brescia, cade sotto la giurisdizione della diocesi bresciana per la mancanza di un suo titolare. Intanto Asola, insieme alla città di Brescia, si pone sotto la protezione del papa Giovanni XXII per sfuggire ai tentativi di Can Grande della Scala di conquistare il territorio asolano e bresciano.

Alla morte di Can Grande della Scala il nipote Mastino riesce finalmente ad impossessarsi di Asola (il 14 giugno 1332) e di Brescia che governa con ferocia e pugno di ferro. Gli asolani nel 1335[15] (20 giugno) approfittando dei contrasti sorti tra Mastino della Scala, Luigi Gonzaga e i comuni vicini, decidono di darsi a Luigi Gonzaga, che accoglie la richiesta e concede vari privilegi. Asola, infatti, pur concedendo il dominio di se stessa al Gonzaga e ai suoi successori manteneva la propria indipendenza territoriale e notevoli privilegi ed esenzioni quali la facoltà di giudicare in materia civile e penale, l'esenzione dai dazi e dall'obbligo di fornire vettovaglie all'esercito del Gonzaga, il libero mercato, l'amministrazione e l'esercizio del potere per mezzo dei propri consoli e del proprio capitano che, a sua volta, doveva attenersi agli statuti, alle leggi e alle consuetudini locali. Quindi Asola dipendeva dai Gonzaga, ma non era incorporata nel territorio mantovano e questo è testimoniato dal fatto che mantiene le terre che formavano la sua Quadra.

Durante i tredici anni del dominio dei Gonzaga Asola conosce la pace, restaura la sua cinta muraria, la Rocca e la Rocchetta. La pace viene turbata solo nel 1337 dal tentativo di Azzone Visconti,[16] signore di Milano, di impossessarsi di Asola. Questo primo tentativo fallisce, tuttavia, Luchino Visconti nel 1348 riesce a impadronirsi della città a cui impone un capitano, la sudditanza a Brescia e la privazione degli antichi privilegi.[17]

Con la salita al potere di Giovanni Visconti Asola ottiene, grazie alla missione degli ambasciatori asolani Antonio Mancassola e Antonio Mozzi, la reintegrazione di alcune terre e alcuni privilegi (libero mercato, diritti sulle acque), ma non l'indipendenza da Brescia. Il decreto visconteo del 14 marzo 1351,[18] infatti, stabiliva che la città di Asola pur amministrandosi da sé fosse soggetta al podestà e referendario visconteo di Brescia nelle cose civili e penali e che il vicario asolano potesse giudicare nelle cause fino a 400 lire imperiali secondo gli statuti bresciani e le consuetudini asolane. Sarà solo nel 1353, con l'arrivo del vicario Giustacchino dotato di ampi poteri, che Asola vedrà riconosciuta la sua indipendenza da Brescia pur dovendo ancora sottostare agli statuti bresciani nell'amministrazione della giustizia.

Nel 1355 Asola ritorna in mano ai Gonzaga e ottiene il riconoscimento degli antichi privilegi di mero e misto imperio con potestà di spada, l'indipendenza assoluta da qualsiasi terra e città eccetto Mantova, con il decreto del 16 maggio 1356. Questa situazione non dura e Asola negli anni successivi sarà ancora il teatro di aspre lotte e saccheggi all'interno del conflitto tra i Visconti, i Gonzaga, le altre signorie italiane e il papato.

Nel 1366 Asola cade nelle mani di Bernabò Visconti, insieme al bresciano. Privata dei suoi privilegi sarà costretta ad erigere a sue spese nuove fortificazioni tra cui la Fossa Magna e subirà le angherie e le vessazioni di questo signore nonostante i vari tentavi di ribellione. Con l'uccisione di Bernabò Visconti da parte di Gian Galeazzo (1385), Asola con tutti i territori del ducato cade nelle mani di quest'ultimo che le concede alcuni privilegi e provvede al restauro delle mura e della Rocca Grande (1392). Il suo dominio tirannico riapre le lotte tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini tanto che nel 1403 la città di Asola e la Rocca vengono rase al suolo dai ghibellini filoviscontei.

All'indomani del disastroso evento gli asolani, dopo aver richiesto e ottenuto la protezione di Pandolfo Malatesta, signore di Fano e governatore di Milano dal 1402, avviarono l'opera di ricostruzione della città che ebbe due organismi di difesa, la Rocca Grande a ponente e la Rocca Piccola (o rocchetta) a Nord-Est. Sotto Pandolfo Malatesta Asola riuscì a ottenere che i suoi capitani e podestà avessero la facoltà di giudicare e di pronunciare condanne senza ricorrere alla città di Brescia e inoltre nel 1406 ottennero l'esenzione per tre anni da qualsiasi tributo in denaro e in armi.

Gli anni successivi non sono facili, Asola rimane fedele a Pandolfo Malatesta ma viene coinvolta nelle lotte tra questi, i Visconti, i Gonzaga e subisce vari attacchi. Alla morte di Pandolfo, Asola passa sotto il dominio di Filippo Maria Visconti fino a che nel 1426, Asola si consegna ai Veneziani i quali due anni dopo (il 16 marzo 1428) la danno definitivamente a Gianfrancesco Gonzaga, marchese di Mantova.[19]

All'interno dello stato gonzaghesco Asola assume il ruolo di importante avamposto nei confronti del Ducato di Milano, tanto che gli asolani sono costretti, a loro spese, a restaurare le rocche e a costruire nuovi fortilizi con baluardi difensivi. Il dominio gonzaghesco si rivela non meno vessatorio di quello visconteo e Asola oltre a essere governata in modo tirannico, si ritrova coinvolta nella lotta tra la Repubblica di Venezia, i Visconti e i Gonzaga.

I continui attacchi al territorio asolano e bresciano da parte delle forze veneziane e viscontee, il regime tirannico e le nuove imposizioni fiscali da parte dei Gonzaga, inducono gli asolani, insieme a Peschiera e Lonato, a ribellarsi a Gianfrancesco Gonzaga e a darsi ai Veneziani. Nel luglio del 1440 Filippo Ravani, capitano del popolo e plenipotenziario di Asola, si recò al campo trincerato di Marcaria per trattare con Pasquale Malipiero, provveditore generale dell'esercito veneziano, i termini della loro dedizione.

Con la ducale del 27 luglio 1440[20] e la successiva del 31 agosto il doge Francesco Foscari conferma il capitolato di dedizione e l'entrata di Asola, con i territori della sua quadra, all'interno del dominio veneto. Con queste due ducali vengono riconosciuti e confermati gli antichi privilegi di Asola. La città ottiene, infatti, di essere direttamente soggetta a Venezia e di gestire in proprio il potere giurisdizionale per mandato dogale, anche se il doge impone un podestà bresciano che deve governare e giudicare secondo gli statuti bresciani e le leggi asolane. Ottiene, inoltre, l'esenzione per dieci anni da qualsiasi onere fiscale e viene dichiarata "terra separata". I capitoli confermano, infine, l'immunità per i governanti e per i cittadini di Asola, la proprietà delle acque di tutto il territorio asolano e la reintegrazione nella Quadra di alcuni territori (Mariana, Piubega, Acquanegra, Beverara, Casalromano). Anche la Chiesa di Asola con la ducale di Pasquale Malipiero del 27 luglio 1440 ottiene la riconferma di tutti i suoi privilegi.

Con la pattuizione del 10 giugno 1441 vengono definiti i rapporti istituzionali all'interno della quadra di Asola riguardanti la gerarchia politica e la ripartizione dei gravami fiscali ma soprattutto viene stabilita la demolizione delle fortificazioni di Remedello Sopra e Casaloldo, l'obbligo per i due comuni di sostenere finanziariamente l'impegno bellico della Serenissima e il divieto di erigere nuove fortificazioni all'interno della quadra, in quanto il baluardo difensivo era costituito dalla rocca asolana.

Sotto il dominio veneto Asola era retta da un Capitano, inviato da Venezia e responsabile del fisco e della difesa, e da un Podestà che si occupava della giustizia e della vita politica. Affiancavano queste due autorità il Consiglio Generale (o Gran Consiglio) formato dai nobili asolani, il Consiglio Speciale (o Consiglio di Credenza) e la Consulta con a capo l'Abate che era il primo magistrato cittadino e presiedeva tutti e tre i consigli. Altre istituzioni presenti erano il Collegio dei Giudici e quello dei Notai, il Massaro (esattore e cassiere comunale) e il Castellano a custodia delle rocche.

In questo primo periodo di dominazione veneta Asola si trova di nuovo coinvolta nelle lotte tra Venezia e i Visconti e successivamente tra Venezia, gli Sforza e i Gonzaga, ma pur rischiando di cadere di nuovo in mano ai Gonzaga rimane fedele alla Serenissima e ne viene ricompensata nel luglio 1454 con ulteriori privilegi concessi con una nuova ducale del doge Francesco Foscari. Questo documento concedeva agli asolani la cittadinanza bresciana e confermava la totale autonomia finanziaria e amministrativa di Asola e della sua quadra da Brescia. Venezia, inoltre, riconoscendo l'importanza strategica di Asola avviava un nuovo progetto di restauro delle strutture difensive e della fortezza della città.[21]

Età Moderna

Gli anni successivi sono occupati dai contrasti interni tra Asola e Brescia per il mantenimento delle autonomie asolane, ma soprattutto dalle lotte tra Venezia (alleata con Genova, il Papa e altri minori principi italiani) e il Duca di Milano alleatosi col re di Napoli e Federico Gonzaga. Asola diviene teatro di contesa, subisce attacchi e saccheggi, perde i privilegi concessi ma nonostante ciò rimane fedele a Venezia anche dopo la sconfitta della Serenissima ad Agnadello nel 1509 ad opera delle forze della Lega di Cambrai. Asola cade nelle mani dei Gonzaga e solo nel 1515 riesce a tornare sotto il dominio veneto.

Con il ritorno sotto Venezia vengono ristabiliti i vecchi ordinamenti: Venezia manda come suo provveditore Francesco Contarini e come podestà il bresciano Gottardo Brigio. Prima cura dei rettori fu la ricostituzione del Consiglio della Comunità, in quanto quello nominato nel 1509 dai Gonzaga era composto da elementi favorevoli ai mantovani.

La relativa tranquillità viene di nuovo sconvolta dall’arrivo in Italia di Massimiliano I, imperatore di Germania, che vuole impadronirsi della Lombardia. Ancora una volta Asola viene posta sotto assedio, ma riesce a resistere. L'episodio è stato anche raffigurato dal Tintoretto in un'opera databile 1544-1545, recentemente ritrovata.[22] La sua strenua difesa e la fedeltà dimostrata verso Venezia, le valgono la riconferma dei privilegi che aveva prima del 1484 e soprattutto l’indipendenza da Brescia. La ducale del 10 maggio 1516, inoltre, conferma come Asola fosse parificata in tutto e per tutto a Brescia pur non essendo a lei sottoposta.

Il periodo che va dal 1516 al 1600 fu relativamente tranquillo e la comunità di Asola si dedicò al ristabilimento del governo e delle finanze e alla ricostruzione della città. È in questo periodo (1540) che si ha una prima riforma del Consiglio Generale che viene portato da 48 a 60 membri, grazie all’allargamento della base elettorale, per evitare la concentrazione del potere nelle mani di poche persone. Ma sarà solo con la riforma del capitano Domenico Priuli (marzo 1572) che lo scopo sarà raggiunto. Tra il 1500 e la fine del ‘600 Asola fu coinvolta nei contrasti tra Carlo V e Francesco I nella lotta tra Venezia e il Papato, e tra Venezia e l’Austria. Questo provocò un forte indebitamento della comunità che doveva aiutare la Repubblica con armi, truppe, vettovagliamenti e contributi in denaro, e che doveva sostenere l’urto dei vari attacchi. Veneziapremierà la fedeltà degli asolani con la concessione di sgravi fiscali e avvierà un nuovo programma di potenziamento delle strutture difensive della città. L’ultimo periodo della dominazione veneziana, tuttavia, vede una diminuzione dell’importanza della piazzaforte di Asola, anche per la strategia pacifista adottata dalla Serenissima nel corso del 1700, e un allentamento di rapporti tra la dominante e Asola.

Età Contemporanea

L’arrivo di Napoleone in Italia fa precipitare la situazione, Venezia si dichiara neutrale e Asola, pur rimanendo fedele alla Serenissima, si trova da sola a fronteggiare la situazione tanto che nel 1796 verrà invasa dalle truppe francesi. L’anno seguente, dopo la sollevazione di Bergamo e la proclamazione della Repubblica Bresciana, Asola cade definitivamente nelle mani dei francesi.

Con la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797 ad opera delle armate francesi di Napoleone, Asola entra a far parte della Repubblica Cisalpina e insieme ai distretti di Castelgoffredo, Castiglione delle Stiviere e Acquanegra viene aggregata al Dipartimento del Benaco che ha sede a Desenzano del Garda. L’anno successivo il distretto di Asola viene integrato nel Dipartimento del Mincio e per effetto dei decreti del 1802 ha nuovi referenti amministrativi. Nel 1803 il Dipartimento del Mincio viene riorganizzato e Asola viene inserita nel Cantone III formato da Castelgoffredo (capo cantone e sede del cancelliere censuario), Ceresara, Piubega, Casalmoro, Casaloldo.

Nel 1814, con la vittoria dell’Austria e la costituzione del Regno Lombardo Veneto, Asola passa nelle mani degli austriaci e viene aggregata alla Provincia di Mantova.L’organizzazione del Regno Lombardo Veneto era divisa in due territori governativi: il Governo Milanese e quello Veneto, a loro volta ripartiti in province, distretti e comuni. L’amministrazione della provincia era affidata a una regia delegazione, dipendente direttamente dal governo, mentre quella del distretto ad un cancelliere del censo (sostituito dal 1819 dal regio commissario distrettuale) agli ordini della regia delegazione della provincia.

Questo assetto territoriale, stabilito dalla Sovrana Risoluzione del 28 gennaio 1853, era però destinato a cambiare a causa della Seconda Guerra di Indipendenza. Infatti, a seguito della Pace di Zurigo del 10 novembre 1859, la Provincia di Mantova venne smembrata e divisa in due parti ponendo il corso del fiume Mincio come linea di demarcazione tra il Regno di Sardegna (Regno d'Italia dal 1861) e l'Impero d'Austria. In pratica i distretti a destra del Mincio, cioè quelli dell'Alto e del Medio Mantovano e del destra Oglio furono incorporati nel Regno di Sardegna, mentre i distretti alla sinistra del Mincio e dell'Oltrepò furono assoggettati al dominio austriaco fino al 1866. La Provincia di Mantova quindi risultava ridotta ai distretti di Mantova, Revere, Gonzaga, Sermide e Ostiglia, mentre i paesi degli altri distretti dopo essere stati annessi al Regno di Piemonte furono divisi tra la Provincia di Brescia e quella di Cremona. Il comune di Asola venne separato così dalla Provincia di Mantova e aggregato a quella di Brescia, dopo essere stato inserito nel Circondario di Castiglione delle Stiviere ed essere diventato capo mandamento. Sotto la Provincia di Brescia il comune di Asola continuò comunque ad essere sede del Commissariato Distrettuale, della Pretura e della Reale Giudicatura Mandamentale.

Questo stato di cose però era destinato a cambiare ancora una volta a causa della Terza Guerra di Indipendenza. Con la sconfitta degli austriaci e la Pace di Vienna del 3 ottobre 1866 il Veneto e Mantova furono restituiti all'Italia, ma nonostante ciò la Provincia di Mantova continuava a rimanere divisa. Cominciò così nell'ottobre del 1866 un vasto movimento tra i mantovani per la ricostituzione della Provincia di Mantova e per far si che il governo varasse una legge in tal senso. Furono quindi interpellati i comuni mantovani che erano aggregati alle province di Brescia e di Cremona, in merito alla loro riaggregazione alla Provincia di Mantova. A questo primo giro di consultazione risposero affermativamente 15 comuni, mentre altri 23 comuni, tra cui quello di Asola, non espressero alcun parere e preferirono aspettare e vedere come si metteva la situazione. L'incertezza del comune di Asola come quella dei comuni dell'Alto Mantovano, era dovuta al fatto che pur sentendosi attratti da interessi morali verso Mantova, erano legati da interessi economici alla Provincia di Brescia. Oltretutto la disastrosa situazione economico - sociale dell'esigua Provincia di Mantova non invogliava ad optare per la riaggregazione. Dopo essere stato nuovamente interpellato dalla Deputazione Provinciale di Mantova e da quella di Brescia, il comune di Asola espresse parere favorevole alla sua riaggregazione alla provincia di Mantova il 17 agosto 1867.

A seguito di ciò venne soppresso il Circondario di Castiglione delle Stiviere e il comune di Asola divenne capoluogo del Sesto Distretto, di cui ora facevano parte i paesi di Casalmoro, Casaloldo, Casalpoglio, Castelgoffredo, Ceresara e Piubega. Di conseguenza cambiarono ancora una volta i referenti amministrativi del comune di Asola che ora erano il Prefetto di Mantova e il Sottoprefetto di Castiglione delle Stiviere.

Molti asolani presero parte alle Guerre Risorgimentali. Tra questi ricordiamo, nel 1860, Gaetano Benedini e Goffredo Ghirardini, partecipanti come volontari alla Spedizione dei Mille. Asola stessa fu meta di personaggi storici come Carlo Alberto di Savoia, Umberto I di Savoia e Giuseppe Garibaldi.

La riaggregazione di Asola a Mantova fu abbastanza difficoltosa e gravosa in quanto la Provincia di Mantova oltre a essere tagliata fuori dai collegamenti ferroviari e quindi dalle grandi vie di comunicazione, aveva poche industrie, insufficienti a vivificare la sua economia e una produzione agricola ridotta. Oltretutto era gravata dai problemi delle inondazioni che richiedevano grosse opere di arginatura dei fiumi e di bonifica dei terreni. Tutto ciò unito alla pesante imposizione fiscale necessaria per la ricostruzione della provincia, indussero il comune di Asola, di Castiglione delle Stiviere e di Castelgoffredo a promuovere nel 1871 una petizione tra i vari comuni limitrofi per chiedere il ritorno alla Provincia di Brescia. Il tentativo però non riuscì per le poche adesioni ricevute e il 2 maggio 1872 il comune di Asola annullò la pratica di ricorso. Nel frattempo si era fatta più pressante la questione dei collegamenti ferroviari ed erano iniziate le pratiche per la costruzione di varie linee ferroviarie che vedevano il concorso della Provincia di Mantova e dei vari comuni mantovani.

Mentre si realizzavano le linee Verona - Mantova - Modena (1873), Mantova - Cremona (1874), Mantova - Parma ed altre, il comune di Asola era impegnato nella realizzazione della ferrovia Brescia - Parma. Le pratiche erano iniziate nel 1860 con lo studio del tracciato e le varie discussioni per la partecipazione alle spese dei vari comuni attraversati dalla nuova ferrovia. I lavori si compirono nel 1896 e portarono alla costruzione di una stazione ferroviaria ad Asola e della relativa strada d'accesso alla ferrovia.

Tra il 1878 e il 1906 inoltre il comune di Asola partecipò alle costruzioni delle tramvie Asola - Brescia, Asola - Mantova, Asola - Viadana, Asola - Cremona che avevano lo scopo di congiungere Asola con Mantova e con gli altri paesi e le altre città del mantovano, del bresciano e del cremonese. Parallelamente il comune, in collaborazione con la Deputazione Provinciale di Mantova, proseguiva i lavori di classificazione delle strade distinguendole in comunali, provinciali e nazionali e portava avanti anche i lavori di manutenzione e costruzione delle varie strade comunali in modo da integrare la rete ferroviaria e tramviaria con quella stradale. Furono approntati anche i lavori per la manutenzione e la costruzione dei vari ponti che attraversavano le strade comunali, ma soprattutto si procedette al restauro del ponte sul Chiese.

Tra la fine dell'800 e i primi del '900 vennero istituiti anche i Comizi Agrari e le Camere Arbitrali Agrarie grazie al concorso della Provincia che prevedeva la costituzione di questi uffici nei capoluoghi di mandamento. Tali organismi avevano lo scopo di dirimere le controversie fra proprietari o affittuari e lavoratori, rendendo più facili e più efficaci i rapporti tra capitale e manodopera. La stessa opera di incentivazione si ha nel campo scolastico. Tra il 1860 e il 1906 il comune procedette alla costruzione di nuove scuole e di asili sia nel paese che nelle frazioni. Furono istituite anche numerose scuole serali e festive per gli adulti allo scopo di diffondere il più possibile la cultura.

Il 13 febbraio 1945, durante la seconda guerra mondiale, il giocatore di football americano Bob Chappuis precipitò col suo aeroplano nei pressi di Asola, fu nascosto per tre mesi dai partigiani asolani guidati da Aldo Comucci nell'abitazione di Angelo Ugolini sita in Via Torresano 30, e riuscì quindi a salvarsi insieme ad altri due membri dell'equipaggio alla cattura dei soldati tedeschi.

Riconosciuta "nobile città murata" nel Medioevo, ha riottenuto il titolo di città, nel 1951 in virtù dei suoi monumenti e della sua storia millenaria.[23]

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Cattedrale di Sant'Andrea

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Sant'Andrea (Asola).
 
Cattedrale di S.Andrea

Costruita a partire dal 1472 sulla base di un precedente edificio, la cattedrale è oggi un notevole esempio di architettura tardogotica lombarda e conserva numerose e importanti opere d'arte: un organo Antegnati, tele del Moretto, del Romanino, di Lattanzio Gambara e di Jacopo Palma il Giovane, il quattrocentesco Polittico della Misericordia di Antonio della Corna e altre opere più tarde, seicentesche e settecentesche.

Chiesa di San Rocco

 
Chiesa di San Rocco

Iniziata nel 1475, ora viene chiamata la Chiesa dell'Ospedale. L'attuale edificio (1539-1544) sostituisce la chiesa quattrocentesca eretta come ex voto per la peste. E' frutto della stretta collaborazione tra due artisti asolani: Cristoforo da Leno, a cui si devono le linee architettoniche dell'edificio, e Giovanni Antonio de Fedeli, che eseguì le decorazioni ad affresco attenendosi ai disegni forniti dal de Leno stesso.

L'interno è a navata unica con soffitto a botte, le pareti laterali sono scandite dai pilastri fra gli archi a tutto sesto. Nella ricca ornamentazione classicheggiante spicca la lunetta sopra l'altare maggiore con il Compianto del Cristo morto, direttamente ispirato all'affresco dipinto pochi anni prima dal Pordenone nel Duomo di Cremona. [24]

Chiesa dei Disciplini Bianchi (Santa Maria della Misericordia)

In Via Oberdan, a fianco della Cattedrale, è ubicata la chiesa che prende il nome dalla confraternita dei Disciplini Bianchi, che ne fece la propria sede. E' detta anche Chiesa di Santa Maria Della Misericordia'.

L'edificio è di antica fondazione e fu molto rimaneggiato nella prima metà del Settecento, periodo a cui risalgono le decorazioni di gusto barocco della facciata.

L'interno è a navata unica e si caratterizza per il presbiterio sopraelevato a cui si accede tramite due rampe di scale ornate da una raffinata ringhiera di ferro battuto. L'accesso alla cripta sottostante è decorato da una mostra di marmi bianchi e neri, che da una spiccata imponenza rispetto al resto della chiesa. Era adibita a memoriale del Santo Sepolcro e in essa veniva custodita la statua del Cristo Morto di Clemente Zamara. La meditazione della Passione era infatti centrale nella spiritualità dei Disciplini.

Oltre all'altare maggiore, intitolato alla Madonna del Carmine, sono presenti due altari laterali dedicati rispettivamente alla Natività (a sinistra) e ai santi Francesco da Paola, Giovanni Nepomuceno, Faustino e Giovita (a destra).[25]

Chiesa dei Disciplini Rossi (Santa Maria al Lago o in Betlemme).

 
Chiesa S.Maria del Lago

Iniziata nel 1569, fu edificata dove già esisteva una cappella dedicata a Santa Maria, molto venerata già agli inizi del Cinquecento.

La facciata ha ritrovato grazie a un recente restauro le vigorose linee originali, mentre l'interno a una navata con presbiterio rettangolare e cappelle è stato rimaneggiato secondo il gusto barocco con una vivace decorazione a stucchi e affreschi.

Nell'altare maggiore spicca la pala con l'Assunta, tela a olio dipinta da Orazio Lamberti (1552-1612), originario di Cento di Ferrara, che visse a lungo ad Asola, operando anche a Mantova e Cremona.

Di notevole interesse è pure la decorazione della volta, dove in spazi rettangolari sono affrescate scene di vita di Maria e al centro si osserva L'incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra nella gloria degli angeli. [26]

Architetture civili

Palazzo Municipale

Situato nella Piazza XX Settembre, la facciata è caratterizzata da un porticato sormontato da finestroni neoclassici. Nell'angolo nord dell'edificio si apre un'elegante Loggia Veneta costruita nel 1610 su progetto dell'architetto Lantana, in origine ornata con otto dipinti del Moretto, poi traslati nella Cattedrale.

All'interno della sede municipale, col Salone del Consiglio Maggiore e del Consiglio dei Dieci, si possono ammirare le tele raffiguranti Dogi e Provveditori della fortezza di Asola.

Fontana di Ercole

Fontana monumentale raffigurante Ercole che schiaccia l'idra, copia in marmo dell'opera dello scultore Giovanni Antonio Carra (XVI secolo).

Gran Caffè Liberty Enoteca

Locale usato per custodire l'archivio storico comunale, nel 1811 diventa sede della Pretura e in seguito Caffè del Popolo, Gran Caffè Savoia, Caffè Centrale ed infine Gran Caffè Liberty Enoteca. Conserva interni in stile liberty, ed è stato riconosciuto locale storico di rilievo regionale con D.G.R. VII/1733 del 18 gennaio 2006. Aperto dal 1936.

Il Palazzo della Congregazione di Carità

Un imponente ed elegante palazzo in stile neoclassico, ora sede del Museo Civico Goffredo Bellini.

Palazzo Terzi

Dalla sobria facciata con il balcone dal quale si affacciò Garibaldi nel giugno del 1862 per parlare agli asolani e, all'interno, un parco di vegetazione varia ed esotica, viene aperto al pubblico solo in due occasioni all'anno: La festa di San Rocco (15 agosto) e durante il periodo natalizio in occasione del presepe vivente organizzato dal gruppo scout di Asola.

 
Fontana di Ercole
 
Palazzo Municipale
 
Palazzo Beffa Negrini

Palazzo Beffa Negrini

Il palazzo del conte Antonio Beffa Negrini, poeta amico del Tasso, con facciata barocca adorna di trofei di marmo e un solenne portale, una dimora che è sempre stata chiusa al pubblico e che, da poco, ha beneficiato di un'attenta opera di restauro complessivo. Recentemente acquistato da un istituto religioso, nel palazzo sono state scoperte alcune decorazioni realizzate in tempi diversi (secc. XVI-XIX) che testimoniano il nobile passato dell'edificio. Per secoli residenza di una casata più volte al servizio dei Gonzaga, la costruzione è attribuita a Nicolò Sebregondi, architetto di corte durante il XVII secolo e artefice della celebre Villa La Favorita.

Abside romanica di Sant'Erasmo

Non lontano dalla piazza XX Settembre è quanto resta di una ricca chiesa trasformata dal 1890 nel Teatro Sociale.

Architetture militari

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[27]

Etnie e minoranze straniere

Gli stranieri residenti nel comune sono 1 443, ovvero il 14,22% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[28]:

  1. Albania: 301
  2. Romania: 254
  3. Macedonia del Nord: 188
  4. Marocco: 139
  5. Cina: 127
  6. India: 99
  7. Ucraina: 73
  8. Nigeria: 37
  9. Polonia: 24
  10. Bangladesh: 23

Lingua e dialetti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto alto mantovano.

Cultura

Musei

Geografia antropica

Urbanistica

Lo sviluppo urbanistico post-risorgimentale ha mantenuto intatta l'eleganza del centro abitato. Sulla grande piazza XX Settembre, affiancata da comodi portici, si affacciano la cattedrale ed il palazzo municipale; da qui si ripartono, a raggiera, le vie principali.

Infrastrutture e trasporti

Il comune è attraversato dall'ex Strada statale 343 a cui Asola dà il nome

La stazione di Asola, posta sulla ferrovia Brescia-Parma, è servita da treni regionali eserciti da Trenord e cadenzati a frequenza oraria[29] nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia.

In passato la stessa offriva coincidenze con due tranvie extraurbane, la Cremona-Asola, attiva fra il 1929 e il 1955, e la Mantova-Asola, attiva fra il 1886 e il 1933[30]

La città è collegata a Mantova da due linee dell'APAM: una diretta a Castiglione delle Stiviere e l'altra a Mantova.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1999 2004 Giordano Rivera Lista civica
Asola la nostra Città
Sindaco [31][32]
2004 2009 Giovanni Calcina Lista civica
Gruppo Civico Asolano
Sindaco [31][33]
2009 2014 Giordano Busi Il Popolo della Libertà-Lega Nord Sindaco [31][34]
2014 in carica Raffaele Favalli Lista civica
Asola Impegno Comune
Sindaco [31][35]

Gemellaggi

Sport

  • Associazione dilettanti Pallacanestro Asola

Serie C - Anno di fondazione 1987 - Colori sociali: bianco e blu

  • ASD Tennistavolo Asola

La società sportiva asolana si è distinta nel panorama pongistico nazionale fin dagli anni cinquanta. Nel corso degli anni sessanta la formazione asolana di tennistavolo trova stabile collocazione ai vertici del pongismo nazionale, vincendo per due volte il titolo di campione d'Italia a squadre (1964 e 1970). Tuttora si presenta con numerose squadre iscritte ai campionati nazionali e regionali e con atleti che vantano anche esperienze internazionali.

Note

  1. ^ Comune di Asola - Statuto.
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 28 febbraio 2017.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ a b Pierino Pelati, Acque, terre e borghi del territorio mantovano. Saggio di toponomastica, Asola, 1996.
  6. ^ Bernoni, p. 8.
  7. ^ Bernoni, p. 14.
  8. ^ a b http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB0010FC/, su lombardiabeniculturali.it.
  9. ^ Bernoni, p.25.
  10. ^ Bernoni, p.26.
  11. ^ Bernoni, p.55.
  12. ^ Bernoni, p.60.
  13. ^ Bernoni, p.61.
  14. ^ Bernoni, p.65.
  15. ^ Bernoni, p.80.
  16. ^ Bernoni, p.81.
  17. ^ Bernoni p.82.
  18. ^ Bernoni, p.83.
  19. ^ Bernoni, p.93.
  20. ^ Bernoni, p.114.
  21. ^ Bernoni, p.130.
  22. ^ Dopo lunghe ricerche, nel dicembre 2008 l'opera, di cui si erano perse le tracce negli anni sessanta, è stata ritrovata da alcuni soci della Pro loco di Asola, nel Museo Nazionale di Poznań in Polonia.
  23. ^ Lions Club-Chiese Mantovano, Appunti per una storia di Asola / a cura di M.Monteverdi, Asola, 1991.
  24. ^ Garini, Lui, Molinari, Monteverdi, La Cattedrale di Asola, 2015 p.101.
  25. ^ Garini, Lui, Molinari, Monteverdi, La Cattedrale di Asola, 2015 p.101.
  26. ^ Garini, Lui, Molinari, Monteverdi, La Cattedrale di Asola, 2015 p.101.
  27. ^ Dati tratti da:
  28. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2015 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  29. ^ Orario ufficiale Trenitalia, quadro 196
  30. ^ Mario Albertini, Claudio Cerioli, Trasporti nella Provincia di Cremona - 100 anni di storia, Editrice Turris, Cremona, 1987, pp. 125–133, ISBN 88-85635-89-X.
  31. ^ a b c d Ministero dell'Interno - Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali - Storia amministrativa dell'ente - Comune: Asola (CSV), su amministratori.interno.gov.it. URL consultato il 15 febbraio 2018.
  32. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni comunali Asola 13 giugno 1999, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 15 febbraio 2018.
  33. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni comunali Asola 12 giugno 2004, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 15 febbraio 2018.
  34. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni comunali Asola 7 giugno 2009, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 15 febbraio 2018.
  35. ^ Ministero dell'Interno - Elezioni comunali Asola 25 maggio 2014, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 15 febbraio 2018.

Bibliografia

  • Lions Club-Chiese Mantovano, Appunti per una storia di Asola / a cura di M. Monteverdi, Asola, 1991
  • Bartolomeo Arrighi, Mantova e la sua provincia, Brescia, 1859. ISBN non esistente.
  • Domenico Bernoni, Le vicende di Asola, Roma, 1876, ISBN non esistente.
  • Antonio Besutti, Storia di Asola, Mantova, 1952.
  • Renato Bonaglia, Mantova, paese che vai..., Mantova, 1985. ISBN non esistente.
  • Carlo Gozzi, Raccolta di documenti per la storia patria od Effemeridi storiche patrie. Tomo II, Mantova, Sometti, 2003. ISBN 88-7495-059-4.
  • Lodovico Mangini, Historie di Asola, fortezza posta tra gli confini del ducato di Mantova, Brescia e Cremona. Vol. I, Mantova, 1999. ISBN non esistente.
  • Lodovico Mangini, Historie di Asola, fortezza posta tra gli confini del ducato di Mantova, Brescia e Cremona. Vol. II, Mantova, 2001. ISBN non esistente.
  • Pierino Pelati, Acque, terre e borghi del territorio mantovano. Saggio di toponomastica, Asola, 1996. ISBN non esistente.
  • Garini, Lui, Molinari, Monteverdi, La Cattedrale di Asola, 2015

Voci correlate

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