The Nice
The Nice sono stati un gruppo musicale britannico attivo dal 1967 al 1970 e riunitosi per una breve serie di concerti nel 2002.
The Nice | |
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Paese d'origine | ![]() |
Genere | Art rock Rock progressivo |
Periodo di attività musicale | 1967 – 1970 |
Etichetta | Immediate Charisma Records Castle Music Sanctuary |
Membri fondatori del gruppo furono il tastierista Keith Emerson (1944—2016), il bassista e cantante Lee Jackson (1943), il batterista Ian Hague, sostituito dopo pochi mesi da Brian Davison (1942—2008) ed il chitarrista e cantante Davy O'List (1948), che il gruppo allontanò nel settembre 1968 per poi proseguire come trio.
Keith Emerson, autore di buona parte delle musiche, sciolse il gruppo nel marzo 1970 e nel giugno seguente fondò Emerson, Lake & Palmer.
La musica dei Nice fu caratterizzata dalla fusione di stili, mescolando beat, psichedelia, jazz e citazioni dalla musica classica con l'occasionale coinvolgimento dell'orchestra a supporto degli arrangiamenti; è considerata uno dei primi esempi di progressive rock.[1]
Storia del gruppo
Dalle origini al debutto discografico
L'occasione per fondare il gruppo si presentò a Keith Emerson nel 1967. Subito dopo aver lasciato il gruppo VIP, il tastierista fu contattato da Andrew Loog Oldham, manager della Immediate Records e della cantante soul statunitense P. P. Arnold, la quale aveva appena ottenuto un discreto successo nel Regno Unito con il 45 giri The First Cut Is the Deepest scritto per lei da Cat Stevens: Oldham era in cerca di una band che accompagnasse la cantante in tournée; Emerson pose la condizione che il gruppo che si accingeva a formare, oltre ad eseguire il repertorio della Arnold, avesse un proprio spazio all'inizio dello spettacolo; Oldham acconsentì dal momento che ciò gli risolveva anche il problema di ingaggiare un gruppo spalla.[1] Emerson coinvolse quindi il bassista Lee Jackson, col quale aveva suonato in Gary Farr and the T-Bones e con cui divideva all'epoca un appartamento a Londra, e poco dopo reclutò Ian Hague, già batterista di Chris Farlowe. Il chitarrista Davy O'List gli fu invece consigliato dal giornalista del Melody Maker Chris Welch, che lo aveva notato qualche tempo prima sul 45 giri degli Attack Any More than I Do, del quale O'List era anche coautore. Il chitarrista accettò l'offerta preferendola ad una tournée con John Mayall & the Bluesbreakers: in seguito motivò la scelta con il fatto che Emerson gli avrebbe consentito di suonare anche la propria musica.[1]
Secondo il racconto di Lee Jackson, il nome del gruppo nacque per puro caso da una conversazione che i quattro ebbero con la Arnold sul furgone col quale si recavano al loro primo concerto. La cantante citò un monologo dell'attore comico statunitense Lord Richard Buckley il cui tormentone, riferito a Gesù, era: «here comes the Naz!» («ecco arrivare il Nazareno!») e perciò propose il nome «P. P. Arnold and the Naz»; tuttavia, a causa dell'accento della cantante, tutti i presenti unanimemente credettero di aver udito «the nice» e si resero conto dell'equivoco solo alcuni giorni dopo, quando il nome travisato aveva ormai preso piede, tanto da figurare sulle locandine dei concerti seguenti. Emerson anni dopo raccontò che il nome non lo entusiasmava particolarmente e, quando interpellato su come il gruppo si chiamasse, spesso rispondeva storpiandolo in vari modi derisori, tra cui: «B. B. Armpit and the Mice» («B. B. Ascella e i Topolini»).[1]
La tournée britannica di P. P. Arnold partì nel maggio 1967. L'apertura dei concerti, riservata come già detto ai soli Nice, comprendeva inizialmente rielaborazioni di brani come il tema di Ennio Morricone per il film Per un pugno di dollari, She Belongs to Me di Bob Dylan, Billy's Bag di Billy Preston e, dopo la pubblicazione di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles (1º giugno), anche A Day in the Life; nella seconda parte, la band accompagnava la cantante nel suo repertorio tipicamente soul, con brani come Respect di Aretha Franklin o Sweet Soul Music di Arthur Conley, oltre ovviamente a The First Cut Is the Deepest. Col tempo i quattro aggiunsero materiale originale alla loro scaletta, allungandola progressivamente, e incominciarono a catturare l'attenzione del pubblico non più soltanto come musicisti di contorno, ma in quanto band vera e propria.[1]
Decisivo sotto vari aspetti per il gruppo fu il 7th National Jazz and Blues Festival che si svolse a Windsor il 17 agosto 1967: Oldham fece in modo che i Nice eseguissero il loro set di apertura su uno dei palchi secondari del festival, collocato sotto una tenda; l'esibizione fu accompagnata da vistosi effetti scenici tra cui fuochi d'artificio e rubò così la scena al palco principale radunando nella tenda un folto pubblico, tra cui il giornalista Chris Welch il quale diede poi risalto all'evento sulle pagine del Melody Maker e divenne in breve tempo un fan del gruppo. Stando al racconto del roadie Barrington "Bazz" Ward, la serata fu anche segnata dal fatto che nella seconda parte dello spettacolo, in cui il gruppo accompagnava la Arnold sul palco principale, Ian Hague era «ubriaco fradicio» e dopo il concerto ebbe un alterco con un poliziotto. L'inaffidabilità del batterista era mal vista all'interno del gruppo e pochi giorni dopo Emerson si occupò personalmente di licenziarlo. Hague, dopo una serie di esperienze in gruppi minori negli anni immediatamente seguenti, avrebbe interrotto la sua carriera a causa di gravi lesioni riportate in un incidente automobilistico.[1]
Per il rimpiazzo del batterista, fu nuovamente Welch a venire in aiuto ai Nice raccomandando loro Brian Davison, proveniente dai disciolti Mark Leeman Five. Il primo impegno della nuova formazione fu partecipare alla registrazione di un album di P. P. Arnold, prodotto da Mick Jagger: The First Lady of Immediate (sul quale, tuttavia, le parti di batteria finirono per essere registrate da John Hiseman). L'ultimo concerto dei Nice in supporto a P. P. Arnold, l'unico con Davison alla batteria, si svolse al Flamingo Club di Londra il 28 agosto 1967. Subito dopo, la cantante tornò negli Stati Uniti con l'intento di trasferire poi definitivamente tutta la sua famiglia nel Regno Unito. Il gruppo tenne il primo concerto intero senza di lei il 1º settembre, al Big C club di Farnborough. Più o meno negli stessi giorni, Oldham offrì ai Nice un contratto discografico con la Immediate, come gruppo a sé stante.[1]
In novembre, il gruppo partecipò ad una tournée collettiva del Regno Unito organizzata da Jimi Hendrix, alla quale — oltre allo stesso Hendrix — parteciparono fra gli altri Pink Floyd, The Move e Amen Corner. Durante il tour, Davy O'List suonò occasionalmente anche con i Pink Floyd al posto del loro chitarrista/cantante Syd Barrett, il quale non si era presentato ad alcuni concerti a causa dell'instabilità psichica causatagli dall'abuso di LSD: O'List fu fatto vestire come Barrett e il gruppo si esibiva in penombra: Lee Jackson raccontò in seguito che nessuno fra il pubblico si accorse della sostituzione, anche perché i Pink Floyd, nei 15 minuti di spettacolo a loro riservati, eseguivano solo brani strumentali.[1] Uno dei roadie in quella tournée era Ian "Lemmy" Kilmister, anni dopo divenuto celebre come leader dei Motörhead; questi vide Emerson sul palco conficcare coltelli fra i tasti dell'organo Hammond per tenerli abbassati e scuotere poi lo strumento producendo effetti rumoristici; appassionato collezionista di anticaglie del nazismo, Lemmy regalò al tastierista un pugnale della gioventù hitleriana che Emerson avrebbe poi impiegato allo scopo di cui sopra per molti anni a venire.[1]
Alla fine del 1967 i Nice entrarono agli Olympic Studios di Barnes a Londra per registrare il loro primo album, con Glyn Johns come ingegnere del suono. The Thoughts of Emerlist Davjack, nel cui titolo si celano parzialmente i cognomi dei quattro musicisti, sarebbe uscito a marzo dell'anno seguente. L'album fonde rock, jazz, beat, psichedelia e musica classica, come ad esempio nel brano Rondo, rilettura rock di oltre 8 minuti del brano jazz Blue Rondo à la Turk (1959) del Dave Brubeck Quartet, in cui Emerson inserisce una citazione dalla Toccata e fuga in Re minore di Bach.
1968: da America alla formazione a tre
Nel febbraio del 1968 i Nice si recarono per la prima volta negli Stati Uniti, grazie ad un accordo tra Oldham e la CBS la quale, in cambio, inviò i Blood Sweat & Tears in tournée nel Regno Unito. Giunti a Los Angeles, i quattro fecero un sopralluogo al Whisky a Go Go, dove avrebbero suonato il giorno dopo: qui O'List fu visto in compagnia di David Crosby, noto fra l'altro nell'ambiente musicale per l'abitudine di "correggere" di nascosto con LSD le bevande altrui, cosa che con ogni probabilità fece anche quella sera con il chitarrista dei Nice. Stando ai racconti sia del gruppo che dello staff, l'episodio segnò per O'List l'inizio di un'immediata ed evidente instabilità psichica che, alcuni mesi più tardi, avrebbe portato al suo allontanamento.[1]
In aprile i Nice decisero di separare il proprio management dalla casa discografica e pertanto, per il ruolo di manager, sostituirono Oldham con l'ex giornalista Tony Stratton-Smith, più tardi noto per aver fondato la Charisma Records.[1]
Nel frattempo, i quattro registrarono in studio una rilettura strumentale del brano America dal musical West Side Story (1957) di Leonard Bernstein. Il loro arrangiamento del brano era aggressivo, con l'uso di effetti sonori come esplosioni e grida, e con un'improvvisazione che ne portava la durata ad oltre sei minuti. In apertura e nella parte centrale, il gruppo citava due temi tratti dalla Sinfonia n.9 in Mi Minore op. 95 Dal nuovo mondo di Antonín Dvořák, anch'essa ispirata all'America. In generale, i quattro intendevano esprimere l'impressione mista di fascino e paura ricavata dal loro primo impatto con gli Stati Uniti.[1]
In coda al pezzo fu registrata la voce del figlio di P. P. Arnold, Kevin, che recitava un verso della canzone Dawn dal primo album del gruppo, ma con la parola dawn sostituita da America:
but is killed by the hand of the inevitable.»
«L'America è gravida di promesse e aspettative
ma è uccisa per mano dell'inevitabile.»
America fu pubblicato come 45 giri nel Regno Unito nel giugno 1968 con il sottotitolo 2nd Amendment, riferito al II emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America che sancisce il diritto di possedere armi. Ciò evidentemente sottintendeva una critica alla politica statunitense in materia. Emerson in seguito definì il brano «la prima canzone di protesta strumentale di sempre».[1]
Negli stessi giorni in cui America usciva sul mercato, Robert Kennedy fu assassinato a Los Angeles. Con mossa provocatoria, i quattro pubblicizzarono il singolo mediante una foto che li ritraeva con in braccio tre bambini i cui volti erano coperti da ritratti fotografici di Robert e John F. Kennedy e di Martin Luther King, tutti e tre illustri vittime recenti di armi da fuoco.[1]
Il 26 giugno il gruppo si esibì alla Royal Albert Hall di Londra, in occasione di un evento contro l'apartheid dal titolo Come Back Africa, alla presenza di artisti statunitensi come Marlon Brando e Sammy Davis Jr. Violando precedenti accordi tra il gruppo e l'organizzatore, Emerson durante l'esecuzione di America tracciò con vernice spray rossa su una tela appesa al centro del palco una bandiera statunitense stilizzata, cui poi dette fuoco. Alla luce dell'episodio il gruppo fu bandito per sempre dal suonare nel prestigioso teatro e, per quasi un anno, incontrò difficoltà anche a tornare oltreoceano. Lo stesso Bernstein, offeso perché il suo brano era stato stravolto in senso antiamericano, tentò per diverso tempo di bloccare la pubblicazione del singolo negli Stati Uniti.[1]
I mesi seguenti videro i rapporti fra O'List e il resto del gruppo deteriorarsi a causa del comportamento sempre più imprevedibile del chitarrista: l'abuso di stupefacenti l'aveva reso inaffidabile al punto di dimenticare di presentarsi ad alcuni concerti, suonare a volume assordante, rompere di continuo le corde della chitarra, sbagliare o dimenticare le sue parti e, fuori dal palco, dare segni di paranoia. Il punto di non ritorno giunse alle Farfield Halls di Croydon, il 29 settembre: O'List durante il concerto sferrò un pugno in faccia al roadie "Bazz" Ward, accorso poco prima sul palco per risolvere un problema alla batteria; il chitarrista motivò poi l'aggressione con il fatto che "Bazz" e Davison stavano «tramando contro di lui».[1] Il giorno seguente Emerson, Jackson e Davison si riunirono e decisero all'unanimità che O'List doveva andarsene; due giorni dopo a Bournemouth i Nice suonarono per l'ultima volta come quartetto: al termine del concerto Tony Stratton-Smith, alla presenza di tutto il gruppo, licenziò formalmente il chitarrista.
Negli anni seguenti O'List, oltre a provare per pochi giorni con i Jethro Tull al posto del loro primo chitarrista Mick Abrahams, nel 1971 si unì per qualche mese ai Roxy Music (fu poi sostituito da Phil Manzanera) e nel 1974 fondò il gruppo glam rock dei Jet per poi collaborare occasionalmente in studio con Bryan Ferry. Dopo lunga assenza dalle scene, nel 1997 e nel 2015 pubblicò due album come solista. In merito all'intera esperienza nei Nice, in rare interviste fornì versioni dei fatti palesemente discordanti da quelle di tutti gli altri diretti interessati; Chris Welch raccontò che il chitarrista psichicamente non recuperò mai del tutto e per anni continuò ad esprimere aperto risentimento nei confronti di Stratton-Smith e degli altri membri dei Nice, spiegando la propria uscita dal gruppo come il semplice effetto di uno "scontro di potere" con Emerson.[1]
Il gruppo cercò dapprima un nuovo chitarrista (Steve Howe, futuro membro degli Yes, provò assieme a loro una sola volta, per poi cambiare idea), quindi Emerson tentò di imparare egli stesso alcune parti di chitarra ma desistette dopo un solo concerto;[1] infine i tre decisero di proseguire come trio e ad ottobre 1968 incominciarono le registrazioni del loro secondo album.
A novembre 1968 fu pubblicato Ars Longa Vita Brevis, in parte realizzato con l'ausilio di un'orchestra e con il lato B interamente occupato dall'omonima suite in sei parti, costruita attorno ad un nucleo tratto dal primo movimento del Concerto brandeburghese n.3 di Bach. La fusione tra musica classica e rock, rappresentata sul disco anche dal brano Intermezzo dalla suite Karelia di Jean Sibelius, avrebbe caratterizzato buona parte del successivo repertorio del gruppo. Una nota in copertina, firmata dal solo Emerson, lasciava intuire che il tastierista — peraltro con il pieno assenso dei suoi due compagni — aveva assunto la leadership del gruppo.[1]
1969-1970: gli ultimi lavori e lo scioglimento
Con l'incidente della Royal Albert Hall finalmente alle spalle, il trio tornò ad esibirsi negli Stati Uniti nel marzo del 1969 e vi rimase per circa tre mesi. Grazie all'interessamento di Stratton-Smith, alcune performance dal vivo furono registrate e parte di esse sarebbero in seguito finite anche su disco. L'incessante attività concertistica proseguì in Europa; al 9th National Jazz and Blues Festival svoltosi a Plumpton nel Sussex il 10 agosto 1969, il gruppo si esibì accompagnato da un'orchestra di quaranta elementi diretta da Joseph Eger e da suonatori di cornamusa. L'evento ebbe un'eco notevole sulla stampa: il Melody Maker titolò «The Who e The Nice si impadroniscono del Plumpton Festival».[1]
Subito dopo il trio entrò ai Trident Studios per registrare quattro brani che divennero il lato A del loro terzo album, intitolato semplicemente Nice. Sul lato B del disco furono inseriti due brani registrati dal vivo durante due concerti tenuti in aprile al Fillmore East di New York. L'album fu pubblicato a settembre del 1969 e fu l'ultimo inciso dal gruppo per la Immediate nonché l'ultima loro pubblicazione prima dello scioglimento.
L'idea di allargare lo spettacolo all'orchestra era destinata ad avere un seguito: poco tempo dopo Michael Emmerson, allora direttore del Newcastle Arts Festival, commissionò al gruppo un brano dedicato a Newcastle upon Tyne, città natale di Lee Jackson. Emerson compose le musiche con l'aiuto di Joseph Eger e Jackson scrisse testi dedicati ai cinque ponti sul fiume Tyne e allo stadio di football di St. James's Park. L'opera, dal titolo The Five Bridges Suite fu eseguita dal solo trio in prima assoluta a Newcastle il 10 ottobre 1969 e, una settimana dopo, il gruppo la presentò con l'ausilio di un'orchestra, diretta dallo stesso Eger, alle Fairfield Halls di Croydon. Il concerto fu integralmente registrato e parte di esso divenne in seguito l'album Five Bridges, pubblicato postumo dalla Charisma nel giugno 1970.[1]
In questo stesso periodo, Emerson cominciò segretamente la ricerca di un nuovo bassista/cantante, poiché insoddisfatto della voce di Lee Jackson. Interpellò invano Chris Squire degli Yes e Jack Bruce, quindi Stratton-Smith gli suggerì Greg Lake, che con i King Crimson aveva aperto il concerto di Croydon; non è chiaro tuttavia se vi furono contatti tra i due già in questa fase.[1]
Il 1969 si concluse per i Nice con l'ultima loro tournée degli Stati Uniti. Il 12 dicembre al Fillmore West di San Francisco il trio condivise nuovamente il palco con i King Crimson: dopo il concerto, Emerson si incontrò con Greg Lake e gli propose di prendere parte ad un nuovo progetto musicale. Dato che i King Crimson alla fine del tour americano si erano smembrati a causa dell'uscita di Mike Giles e Ian McDonald,[2] Lake era disponbile e i due incominciarono a pianificare una collaborazione per l'anno a venire.
È probabile che Emerson all'epoca intendesse mantenere Davison, il quale infatti venne al corrente dell'imminente scioglimento dei Nice solo nel febbraio seguente, quasi un mese dopo Jackson; anni dopo il batterista dichiarò di aver anch'egli incontrato Lake e di aver fin da subito capito che non avrebbe tollerato il suo atteggiamento «da superstar», il che indirettamente confermerebbe l'intento iniziale di Emerson.[1] Lake dal canto suo raccontò che pose al tastierista la condizione di non essere il mero sostituto di Jackson nei Nice ma che si desse vita a un gruppo del tutto nuovo sia nel repertorio che, soprattutto, nella parità decisionale fra i membri.[3]
I Nice conclusero l'ultimo tour europeo prima dello scioglimento ufficiale a Berlino, il 30 marzo 1970. In giugno, Emerson e Lake conobbero Carl Palmer con cui diedero vita al noto trio Emerson, Lake & Palmer, destinato ad un notevole successo commerciale tra il 1970 e il 1978. In seguito, Davison e Jackson fondarono rispettivamente i gruppi Every Which Way e Jackson Heights per poi confluire nel 1974, per un solo album, nei Refugee assieme al tastierista svizzero Patrick Moraz. Il batterista successivamente si dedicò alla didattica musicale, mentre Jackson si trasferì a Los Angeles per circa trent'anni suonando soltanto a livello semi-professionale.[1]
Nel 1971 la Charisma pubblicò l'album postumo Elegy contenente due brani in studio e due dal vivo. L'anno seguente uscì una raccolta dal titolo Autumn '67 - Spring '68, contenente i due primi 45 giri e versioni alternative di altri brani incise quando Davy O'List era ancora nel gruppo.
La reunion del 2002
Nell'ottobre 2002 i Nice si riunirono dopo 32 anni, nella formazione a tre, per quattro soli concerti nel Regno Unito. Lo spettacolo prevedeva nella prima parte il trio che eseguiva il proprio repertorio e nella seconda Emerson riproporre brani di Emerson, Lake & Palmer con la propria band. Da tali concerti fu tratto il triplo CD Vivacitas, pubblicato nel 2003.
Brian Davison morì a Horns Cross, Devon il 15 aprile 2008 a causa di un tumore. Keith Emerson si suicidò a Santa Monica l'11 marzo 2016.
Stile musicale
I Nice si collocano nella scena musicale inglese di fine anni sessanta del XX secolo, e si trovarono stilisticamente a fianco di altri gruppi britannici con cui si incrociarono e che sarebbero esplosi di lì a poco arrivando a livelli molto alti di popolarità; fra di essi Genesis, King Crimson e Yes. Attraverso la scelta ardita di un trio in cui la chitarra veniva sostituita dalle tastiere[4] e favoriti dalla formazione musicale e dal virtuosismo del tastierista Keith Emerson[5] e dalle sue esperienze giovanili in club jazz e blues di Londra[6], seppero creare con originalità una fusione fra rock e musica classica.[7] Questo nuovo tessuto sonoro, in cui confluivano anche venature jazz e blues sarebbe stato definito in seguito progressive rock.[8][9]
Oltre a rileggere in chiave rock brani classici, spaziando da Johann Sebastian Bach a Jean Sibelius, da Leonard Bernstein a Antonín Leopold Dvořák, il gruppo fece anche incursioni in territorio jazz e blues psichedelico[10] e interpretò anche cover di cantautori come Tim Hardin e Bob Dylan.[9]
Formazione
Ultima
- Keith Emerson - organo Hammond, pianoforte, voce
- Lee Jackson - basso, chitarra, voce
- Brian Davison - batteria, percussioni
Altri componenti
- Davy O'List - chitarra, voce (1967-1968)
- Ian Hague - batteria (maggio-agosto 1967)
Discografia
- Album in studio
- 1968 - The Thoughts of Emerlist Davjack
- 1968 - Ars Longa Vita Brevis
- 1969 - Nice
- 1971 - Elegy
- Live
- 1970 - Five Bridges
- 2003 - Vivacitas'
- Altro
- 1972 - Autumn '67 - Spring '68 (antologia)
- 2001 - The Swedish Radio Sessions (registrazioni live presso la radio svedese nel 1967, Bob Dylan in "She belongs to me")
- 2002 - BBC Sessions (dal vivo con inediti e rarità)
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Hanson, Martyn,, The story of The Nice, Revised edition, ISBN 9781905792610, OCLC 930767369. URL consultato il 22 luglio 2019.
- ^ Smith, Sid, 1957-, In the court of King Crimson, Helter Skelter, 2001, ISBN 1900924269, OCLC 47118764. URL consultato il 22 luglio 2019.
- ^ Lake, Greg, 1947-2016,, Lucky man : the autobiography, ISBN 9781472126481, OCLC 999620896. URL consultato il 22 luglio 2019.
- ^ (EN) Jim Allen, How Keith Emerson Changed the World, su ultimateclassicrock.com, ultimate classic rock. URL consultato il 19 agosto 2016.
- ^ Morto Keith Emerson, Colpo alla testa “è suicidio”, su tgcom24.mediaset.it, tgcom24, 11 marzo 2016. URL consultato il 20 agosto 2016.
- ^ (EN) Progressive rock pioneer Keith Emerson 'wanted to be known as a composer', su irishexaminer.com, Irish Examiner, 12 marzo 2016. URL consultato il 19 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
- ^ Paola Biamonte, Morto Keith Emerson, è suicidio. Fondò gli “Emerson, Lake & Palmer”, su ansa.it, Ansa, 12 marzo 2016. URL consultato il 19 agosto 2016.
- ^ (EN) The Nice, su progarchives.com, Prog Archives. URL consultato il 19 agosto 2016.
- ^ a b (EN) Keith Emerson obituary, su theguardian.com, The Guardian, 13 marzo 2016. URL consultato il 19 agosto 2016.
- ^ (EN) Bruce Eder, Artist Biography, su allmusic.com, Allmusic. URL consultato il 19 agosto 2016.
Bibliografia
- Martyn Hanson, Hang on to a Dream - The Story of The Nice, 2ª ed., Helter Skelter Publishing, 2014 [2002], ISBN 978-1-905792-61-0.
- Cesare Rizzi, Enciclopedia della Musica Rock: 1954-1969, Giunti, 1996, ISBN 88-09-21003-4.
- Nick Logan e Bob Woffinden, Enciclopedia del rock, Milano, Fratelli Fabbri Editore, 1977.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su The Nice
Collegamenti esterni
- The Nice, su Last.fm, CBS Interactive.
- (EN) The Nice, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) The Nice, su Discogs, Zink Media.
- (EN) The Nice, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) The Nice, su Billboard.
- Enciclopedia della Musica Rock di Cesare Rizzi - Nice (GB), su books.google.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 134131253 · ISNI (EN) 0000 0000 9165 152X · Europeana agent/base/147632 · GND (DE) 10278613-6 |
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