comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Emilia-Romagna
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Piacenza è situata nella Pianura Padana a un'altitudine di 65 metri sul livello del mare. È posta sulla riva destra del Po, tra le foci del fiume Trebbia a ovest e del torrente Nure a est. A una quindicina di chilometri in direzione sud compaiono i declivi dei colli piacentini, prime propaggini dell'Appennino ligure. La posizione geografica, al crocevia fra Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia, ne ha da sempre determinato le sorti strategico-militari e ne ha fatto un importante nodo autostradale e ferroviario.
Piacenza è la città dell'Emilia-Romagna con il clima più continentale; di conseguenza gli inverni sono leggermente più rigidi rispetto alle altre città della regione e le precipitazioni sono maggiori. Le minime invernali registrate sono inoltre inferiori a quelle delle vicine città lombarde. La vicinanza della città al fiume Po porta come conseguenza che, in tutti i periodi dell'anno, il clima sia caratterizzato da una forte umidità: d'inverno si manifesta con grande frequenza il fenomeno della nebbia, d'estate le condizioni meteorologiche sono spesso di afa opprimente.
Sino alla fine degli anni ottanta sono state registrate nevicate record. Nei giorni della nevicata del secolo del 1985 che colpì il nord Italia si superarono i 90 cm di neve con una temperatura record di -22,5 °C registrata alla Stazione meteorologica di Piacenza San Damiano. La neve a Piacenza è sempre caduta durante il periodo invernale, fenomeno alquanto naturale, ma tra la fine degli anni '90 e il primo decennio degli anni 2000 il fenomeno si è rarefatto con un calo della frequenza e dell'intensità delle nevicate[3]. Nell'inverno del 2008/2009 si sono registrate precipitazioni nevose record. Il mese più freddo dell'anno è gennaio con una temperatura media di 0.8 °C mentre il più caldo è luglio, con una temperatura media di 22,9 °C[4].
Popolato sin dall'antichità da popolazioni di stirpe ligure, il territorio corrispondente all'odierna Piacenza ad un certo punto venne conquistato prima dagli Etruschi, poi dai Celti ed infine dai Romani, che vi fondarono la colonia di Placentia nel 218 a.C., soggiogando i territori del Ticino e della Trebbia.
Prima colonia romana nell'Italia settentrionale, seguita da Cremona, essa svolse l'importante ruolo strategico di avamposto militare contro le armate di Annibale, che muoveva dalla Spagna per giungere in Italia e portarvi devastazione[5]. La città resistette agli attacchi punici e fiorì come centro commerciale sulla via Emilia. La cristianizzazione della città avvenne anche per opera di martiri come sant'Antonino, centurione piacentino ucciso sotto Diocleziano. Nel 476 d.C. proprio vicino a Piacenza si tenne la battaglia tra mercenari germanici e ultime truppe romane che portò alla deposizione dell'ultimo imperatore romano d'occidente, Romolo Augusto, ad opera del re degli EruliOdoacre.
Divenuta sede di un ducato longobardo, quindi conquistata dai Franchi, la città acquistò maggiore importanza intorno all'anno mille, trovandosi sulla Via Francigena. Dal 1126 fu libero comune e combatté con la Lega Lombarda contro il Barbarossa a Legnano. Nel 1336 fu nelle mani dei Visconti e rimase in loro dominio fino al 1447 per poi passare, nella prima metà del Cinquecento, alla Francia e in seguito allo Stato Pontificio.
Dal 1731 al 1859 fu soggetta al dominio borbonico, durante il periodo napoleonico fu aggregata all'Impero nel Dipartimento del Taro, successivamente fu attribuita a Maria Luigia d'Austria, che apportò alla città importanti ammodernamenti.
Con un plebiscito del 10 maggio 1848 Piacenza chiese l'annessione al Regno di Sardegna, futuro Regno d'Italia, guadagnandosi il soprannome di città primogenita d'Italia.
Pesantemente colpita nelle Guerre Mondiali, ha poi avuto uno sviluppo agricolo e industriale. Nominata città d'arte, oggi Piacenza ha una forte vocazione turistica.
In realtà nello stemma in uso la lupa è di colore nero.
La parte rossa in cui è raffigurato un quadrato bianco o argenteo costituisce anche lo stemma della Provincia di Piacenza. Sull'origine di questo partito gli studiosi si dividono: per alcuni questa metà rimanderebbe alle insegne della Legione Tebea o Tebana, ai tempi di Diocleziano, nella quale era arruolato il martirecristiano e patrono Antonino. Nella tradizionale iconografia, infatti, il santo protettore è ritratto mentre regge il vessillo militare. La placca quadrata probabilmente rappresenta il tipico accampamento romano, il castrum. Altri mettono in dubbio sia l'appartenenza di Antonino alla Legione Tebea sia la storicità di questa legione così come è tramandata e sostengono che il quadrato sia la stilizzazione di un dado, da ricollegarsi al passaggio di Cesare e alla sua famosa frase all'attraversamento del Rubicone, "il dado è tratto". A generare l'incertezza sono gli stessi piacentini che lo chiamano comunemente "il dado".
Nella parte bianca viene raffigurata la lupa capitolina, emblema di Roma. Ciò simboleggia lo stato di "civitas romana" (e il conseguente dono delle insegne con la lupa) di cui la città, la prima colonia fondata dai romani insieme alla gemella Cremona nel 218 a.C., fu omaggiata.
Il gonfalone, rosso con al centro un rettangolo di tessuto bianco recante lo stemma cittadino, recita: Città di Piacenza, Primogenita d'Italia. Secondo la blasonatura del decreto esso dovrebbe essere interamente bianco. L'appellativo "Primogenita" sta a significare il fatto che la città nel 1848 è stata la prima a chiedere l'annessione al nascente Regno d'Italia, allora Regno di Sardegna.
Il mosaico dell'antico stemma è visibile all'interno del cortile (aperto al pubblico) del Palazzo Gotico (il corrente stemma è invertito rispetto all'antico).
«Prima fra le città italiane, il 10 maggio 1848, con plebiscito pressoché unanime, votava la sua annessione al Piemonte, meritando dal Re Carlo Alberto l'appellativo di Primogenita» — Roma, 27 gennaio 1941 (regio decreto n. 322)[9]
«In venti mesi di duro servaggio riaffermava col sangue dei suoi figli le nobili tradizioni che nel primo Risorgimento la fecero proclamare la “Primogenita”. Fucilazioni, martiri, deportazioni, saccheggi e distruzioni non scossero la fierezza del suo popolo che, tutto unito nel sacro nome dell'Italia, in cento combattimenti contro un nemico soverchiante, si copriva di imperitura gloria. Nelle giornate della riscossa i suoi cittadini ascrivevano a loro privilegio la riconquista delle proprie case e delle patrie libertà ed issavano sulla civica torre il santo tricolore consacrato dal sacrificio dei Caduti» — 8 settembre 1943 – 28 aprile 1945[10][11]
Nel 2016 viene premiata da Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, come "Capitale Antirazzista 2016", per aver vinto un concorso nazionale a cui il comune ha partecipato nel corso del 2015.[12]
Chiesa di San Francesco si trova in Piazza Cavalli all'incrocio con via XX Settembre. È realizzata in stile gotico lombardo del XII secolo (1278-1373). Sulla facciata sono visibili due contrafforti, un rosone, una cuspide e alcune guglie, mentre archi rampanti sono presenti sui lati; su quello destro è ancora esistente parte dei chiostri di cui rimane un porticato. Al suo interno, ornato di affreschi del XV e XVI secolo, venne proclamata l'annessione della città al Regno di Sardegna (1720-1861) nel 1848. Il portale mediano della basilica reca al sommo una lunetta con il rilievo di San Francesco stigmatizzato, e all'interno, sulla parete destra del deambulatorio, v'è un bassorilievo con Rettore in cattedra e frati, eseguiti nella bottega di Giovanni Antonio Amadeo intorno al (1490). Nella basilica è sepolto il patriota Giuseppe Manfredi, presidente del Senato del Regno d'Italia, morto nel 1918.
Basilica di San Giovanni in Canale è un tempio fondato nel 1220 dai Domenicani. Tre campate ampliarono a metà del secolo XVI gli interni gotici di questo complesso; nella stessa epoca venne anche ampliato il coro. Tra i vari monumenti sepolcrali che vi si conservano vi è una tomba dipinta, unica a Piacenza, e il grande sarcofago della famiglia Scotti. Il sepolcro di Guglielmo da Saliceto, del 1501, posto nel chiostro denota i caratteri dello stile dell'Amadeo.
L'organo progettato da Padre Davide da Bergamo
Basilica di Santa Maria di Campagna, di stile rinascimentale, si trova in piazzale delle Crociate, così chiamato perché qui, durante il Concilio di Piacenza del marzo 1095, papa Urbano II annunciò la prima crociata, bandita ufficialmente a novembre dello stesso anno nel corso del Concilio di Clermont. Fu edificata tra il 1522 e il 1528 per poter conservare più degnamente una Madonna lignea policroma, detta "della Campagnola" venerata come miracolosa. La pianta era inizialmente a croce greca, ma in seguito assunse una forma a croce latina rovesciata in seguito all'allungamento del presbiterio. La chiesa è facilmente riconoscibile grazie all'imponente tiburio ottagonale e alla lanterna. Splendidi gli affreschi opera di Giovanni Antonio Sacchi detto il Pordenone che abbelliscono la cupola e due cappelle poste sul lato sinistro. Altre opere sono di Galeazzo, Antonio, Giulio e Bernardino Campi, Camillo Procaccini, Guercino, il Malosso, De Longe, Bibbiena, Stern e Avanzini. La chiesa rappresenta forse il maggior capolavoro raggiunto dall'architetto piacentino Alessio Tramello. Contiene inoltre due pregevoli organi a canne fabbricati dai Serassi di Bergamo. Quello più grande è collocato in cornu Epistolae, costruito tra nel 1825 e nel 1838, consta di due tastiere, ciascuna di 69 tasti (Do-1/Do6) corrispondenti la prima all'Organo Eco e la seconda al Grand'Organo. Le sue particolarità lo rendono quasi unico in Italia perché possiede il meccanismo della Banda Turca (piatti, grancassa, campanelli, rullante, sistro, ecc), il registro dei campanelli, delle campane d'armonia ai tasti e delle campana al pedale. Lo strumento è stato progettato del famoso organista e compositore dell'Ottocento musicale organistico Italiano Padre Davide da Bergamo il quale compose moltissime sonate, sinfonie, elevazioni su quest'organo. Invece l'organo più piccolo, collocato nella navata sul pavimento, è stato costruito nel 1836 ed era in origine strumento di "casa" dei Serassi collocato nella basilica nel 1991 dal Teatro Municipale.
Chiesa di San Sisto è un'altra basilica rinascimentale che vanta un prezioso coro ligneo del 1514. I lavori iniziarono intorno al XIV secolo dove antecedentemente si trovava un tempio edificato nell'874 per volere dell'imperatrice Angilberga, moglie di Ludovico II il Giovane ed è la prima opera religiosa dell'architetto Alessio Tramello nella sua maturità. Ospita la copia del capolavoro di Raffaello Sanzio, la Madonna Sistina: l'originale, eseguito per la chiesa piacentina, venne venduto dai benedettini nel 1754 ad Augusto IIIre di Polonia ed elettore di Sassonia. Ancora oggi la Madonna Sistina", con i suoi angioletti, è l'ambasciatrice più conosciuta della Gemäldegalerie di Dresda ove rappresenta uno dei pezzi più pregiati. La basilica di San Sisto, per secoli il principale monastero benedettino della città prima che le soppressioni decretassero l'allontanamento definitivo dei religiosi, sta tornando ad appropriarsi di capitoli importanti della sua storia, trascurati in passato a causa delle traversie, prima napoleoniche e poi post-unitarie, dalle quali il monumentale complesso ne è uscito separato in due. La quasi totalità del monastero risulta oggi occupata dai militari del Secondo Reggimento Genio Pontieri e gli spazi in uso a San Sisto, trasformata in parrocchia, comprendono la chiesa e una piccola parte dell'edificio un tempo dimora dei benedettini. In quest'ala si stanno concentrando i restauri. Ingresso gratuito.
Basilica del Santo Sepolcro, è un'altra importante basilica realizzata da Alessio Tramello tra il XV e il XVI secolo. La verticalità della facciata è accentuata dalla presenza di contrafforti, mentre un portale barocco contribuisce ad arricchirla. Il nome forse deriva da un pellegrino piacentino che, tornato dalla visita del Santo Sepolcro a Gerusalemme, nel 938 fece edificare un luogo di culto che poi andò distrutto. In epoca napoleonica fu riadattata come ospedale militare e solo nel 1903 fu nuovamente riconsacrata alla preghiera. Ha la dignità di basilica minore.[13]
Del XVI secolo è la basilica di Sant'Agostino; sconsacrata, ora ospita varie mostre. La facciata granitica è in stile neoclassico, realizzata da Camillo Morigia. È l'unica chiesa della città i cui interni, ampi e armoniosi, presentano cinque navate. Frammenti di affreschi del Malosso sono visibili sulle pareti del transetto.
Basilica di Sant'Eufemia, anch'essa in stile romanico. In questa chiesa sono state sepolte le spoglie del vescovo Aldo Gabrielli da Gubbio, colui che consacrò l'edificio che conserva una figura femminile, scultura lignea del 1516 circa, opera di Giovanni Angelo Del Maino.
Chiesa di Santa Brigida d'Irlanda, dedicata alla patrona d'Irlanda Santa Brigida, venne fondata fra l'826 e l'850 come monastero benedettino di S. Brigida dall'irlandese San Donato vescovo di Fiesole per ospitare i pellegrini irlandesi. La chiesa, assieme all'annesso xenodochio, ospedale e ospizio dei pellegrini, in onore alla Santa Risurrezione, con vari possedimenti e beni venne donata il 20 agosto dell'850 all'Abbazia di San Colombano di Bobbio.[14] Donazione confermata con un inventario dei beni bobbiesi in Piacenza, arricchito di altre proprietà feudali, beni e mezzi nell'anno 862 da parte dell'imperatore Ludovico II[15]. Le proprietà feudali del monastero di S. Brigida ereditarono proprietà bobbiesi a cui si aggiunsero altre proprietà monastiche piacentine fra le quali: Caverzago (Travo), Arano, Luganiano (Lugagnano Val d'Arda), Pontenuro (Pontenure), Aricazano (Agazzano), Momeliano e Croara (Corvara o Coruara) di (Gazzola), Trespedano, Galusano (Sinterassi e Galusiano) di San Giorgio Piacentino, Genepreto (Geneureto) di Travazzano di Carpaneto Piacentino, Vicotagolo, Vicourbano, I Vaccari (Vicovaccario) in città o nelle campagne cittadine[16]. In seguito i beni passeranno al monastero piacentino di S. Sisto.
Chiesa di San Paolo è un edificio in stile barocco ma, come altre chiese piacentine, in periodi antecedenti al 1600 vi era un altro luogo di culto. Documentato con certezza è un edificio religioso trecentesco e ancora un'altra chiesa antecedente al Mille. La chiesa ha una facciata molto semplice e l'interno è ad unica navata con sei cappelle laterali. Le opere conservate all'interno di San Paolo sono San Biagio guarisce un fanciullo e San Biagio accolto in paradiso dal Redentore di Giovanni Evangelista Draghi. Di Robert de Longe sono Martirio di San Biagio. Di un pittore trecentesco anonimo è la Madonna con Bambino in trono. Di Pietro e Bartolomeo Baderna sono gli Episodi della sacra scrittura e l'affresco con la Caduta di San Paolo sulla via di Damasco. Gli affreschi raffiguranti le Beatitudini sono di Luciano Ricchetti mentre le decorazioni della volta sono di Angelo Capelli. Il pergamo di Giovanni Leoni è un progetto del piacentino Andrea Guidotti.
Numerosi sono i palazzi di origine aristocratica e borghese, di notevole pregio caratterizzati da bellissimi giardini. Piacenza risulta appunto "città di palazzi" come nessun altro centro della Val Padana. Mancando una corte fissa (il Palazzo Farnese non fu sempre sede della famiglia dal momento che dopo un certo periodo la capitale ducale fu trasferita a Parma), i nobili ebbero la possibilità di ostentare il proprio rango con lussuose opere architettoniche. Tra i vari, si ricordano:
Palazzo Mulazzani;
Palazzo Mandelli, eretto verso la metà del XVIII secolo odierna sede della Banca d'Italia;
Palazzo Scotti da Fombio (noto anche come Collegio Morigi) opera di Giuseppe Marione del 1780 con fronte posteriore a loggiato aperto a "U". Stucchi, tempere e affreschi pregiati adornano lo scalone e il salone d'onore;
Palazzo Landi si trova all'angolo di via Roma con via Giordano Bruno e fu edificato nel Medioevo, ma la sua ricostruzione, da parte di maestri lombardi, è di fine XV secolo. Il pregevole portale rinascimentale, in marmo, è di Giovan Pietro da Rho. Oggigiorno è sede del Tribunale:
Palazzo Costa;
Palazzo Rota Pisaroni;
Palazzo Somaglia.
Splendidi sono, inoltre, i giardini pubblici e privati del centro storico, racchiusi fra i palazzi ai quali donano ulteriore bellezza, quasi nascosti alla vista dei passanti i secondi visibili attraverso raffinate cancellate in ferro battuto, conferendo particolare suggestione alla città.
Una veduta di Palazzo Farnese.
Palazzo Farnese, importante edificio la cui costruzione venne iniziata nel 1568 su desiderio di Ottavio Farnese (secondo duca di Parma e Piacenza) e di sua moglie, Margherita d'Austria, figlia di Carlo I di Spagna. Il progetto iniziale venne elaborato da Francesco Paciotto da Urbino e il cantiere fu affidato ai maestri murari Giovanni Bernardo Dalla Valle, Giovanni Lavezzari e Bernardo Panizzari detto il Caramosino. Il progetto venne poi modificato nel 1589, quando l'architetto Jacopo Barozzi detto Il Vignola, ne prese parte, modificandone l'alzata. Il palazzo non venne terminato poiché i lavori subirono una lunga pausa nel 1568 per mancanza di fondi e per assenza di una direzione competente ma anche per il disinteressamento di Margherita d'Austria. Soltanto nel 1588 riaprirono i cantieri su interesse di Alessandro Farnese e dei figli Ranuccio I Farnese (1670), e Ranuccio II Farnese (1690) che si adoperarono ad ornare sale con splendide decorazioni e arredamenti preziosi. Dal 1731, anno di decesso dell'ultimo duca della dinastia Farnese, inizia un lungo periodo di decadenza che terminerà solo nel 1909 quando iniziarono le prime opere di restauro. Oggi ospita varie rassegne culturali ed è sede del Museo Civico.
Palazzo del Governatore, edificio del XVIII secolo, in stile neoclassico opera di Lotario Tomba. Sulla facciata presenta un orologio ai cui lati sono posti una meridiana solare e un calendario perpetuo. È inoltre la sede della Camera di Commercio
Palazzo dei Mercanti, di origine seicentesca, attuale sede del comune.
Palazzo Comunale.
Il Palazzo Comunale, il Palazzo del Governatore e il Palazzo dei Mercanti sono ubicati ai lati della Piazza denominata dei Cavalli, (Piasa Caväi o, più semplicemente, la Piasa per i piacentini), da sempre il centro della città e della sua vita, ricalca, probabilmente, l'originario impianto dell'accampamento romano nella fattispecie il foro con le vie che si dipartono rettilinee e con incroci ad angolo retto. Prende il nome dalle due statue equestri raffiguranti Ranuccio e Alessandro Farnese, realizzate da Francesco Mochi da Montevarchi tra il 1612 e il 1628.
Teatro Municipale.
Fino al 1798 esisteva il Teatro della Cittadella che venne distrutto da un incendio e fu successivamente sostituito con il Teatro Municipale, inaugurato nel 1804. Progettato dall'architetto Lotario Tomba, ha una facciata ispirata a quella del Teatro alla Scala di Milano. Alessandro Sanquirico, scenografo presso il teatro milanese, fu appunto il decoratore degli interni. I lavori di ristrutturazione degli ultimi decenni hanno, fra l'altro, trasformato l'ex Sala degli Scenografi (posizionata al di sopra della Sala Grande) in un piccolo teatro di 320 posti.
Viale pubblico passeggio, chiamato Facsal (o Faxhall), è la passeggiata nel verde del centro storico. Il Facsal è il percorso su una parte di ciò che è rimasto delle vecchie mura. Ombreggiato da platani secolari e in posizione di rilievo (essendo appunto posto sulle mura cittadine rinascimentali), è luogo di passeggiate o riposo sulle numerose panchine di cui è disseminato. Parte dal centro storico (corso Vittorio Emanuele II) e arriva fino al piazzale della Libertà, non lontano dalla stazione ferroviaria. Il nome Facsal è una storpiatura di quello dei Vauxhall Gardens di Londra, giardini la cui popolarità agli inizi del XIX secolo lo rese un termine generico per indicare anche altri giardini alberati.
Via Taverna (Strä Alvä o la Strä Lvä) con la vicina via Campagna era una delle zone più popolari del centro storico. Tuttora sono considerate residenza di chi è piacentino da innumerevoli generazioni e nell'immaginario è tuttora luogo delle specificità piacentine per antonomasia. Era detta strada Levata poiché si trova in una posizione più alta rispetto ad altre vie limitrofe come via Campagna.
Piazza Cavalli (Piassa Caväi) è la piazza duecentesca su cui sorgono il palazzo Gotico, il palazzo del Governatore e la chiesa di San Francesco e da cui parte via XX Settembre. Le due statue equestri poste ai lati opposti della piazza sono diventati uno dei simboli della città insieme alla piazza stessa e al palazzo Gotico.
Via XX Settembre (la Strä Dritta), nota per i suoi balconi in ferro battuto, collega piazza Duomo e piazza Cavalli in quanto era uso nel medioevo collegare con una strada dritta il simbolo del potere politico con quello religioso. Fu rinominata via XX Settembre per forgiare la memoria popolare sul ricordo della conquista di Roma da parte del re d'Italia nel 1870. È attualmente la via dello shopping per eccellenza, insieme al corso Vittorio Emanuele (San Raimond o, più recentemente, al Curs). In alcuni periodi storici era chiamata anche la Strä di Urévas (la Strada degli Orefici) perché vi si trovavano diverse botteghe di oreficeria.
La muntä di ratt è la caratteristica scalinata che collega via Mazzini alla più bassa via San Bartolomeo (San Burtlamé). Secondo la tradizione popolare, era detta "montata dei topi" perché questi roditori l'avrebbero percorsa al fine di lasciare le zone cittadine più basse e adiacenti al Po durante le alluvioni e le piene del fiume. In realtà è più probabile che l'etimologia sia riconducibile a "montata ratta", espressione che stava ad indicare una ripida salita.
Il monumento alla lupa presso Porta Galera.
Porta Galera un tempo era un quartiere popolare del centro storico. I piacentini chiamavano così le parti terminali di via Scalabrini e via Roma, con relative adiacenze, comprese nella parrocchia di Sant'Anna. Oggi la zona è popolata da numerosi stranieri, specialmente da comunità arabe e sudamericane
Piazzale Roma anche detta la Lupa è la vecchia porta nelle mura che volgeva in direzione di Roma. Il suo soprannome deriva dalla colonna monumentale posta al centro della piazza sull'apice della quale è scolpita la lupa, simbolo di Roma, con gli infanti Romolo e Remo. È situata alla conclusione a sud di via Roma e via Scalabrini e segna l'inizio della via Emilia.
Sant'Agnese (Sant'Agnesa) quartiere, un tempo popolare, al limitare del centro storico che porta il nome della patrona dei barcaioli, essendo un tempo la zona in cui i canali costruiti dai pescatori confluivano nel fiume Po.
Piazza Borgo era il limite a ovest della vecchia città romana. Si formò quando nell'XI secolo con il fenomeno dell'inurbamento arrivarono delle masse contadine dalla campagna sperando di trovare fortuna. Non trovando posto in città, ancora delimitata dalle vecchie mura romane, costruirono le loro case al di fuori del territorio urbano, case che furono poi inglobate dal comune in seguito. Da questa piazza si diramano via del Castello, via Campagna e via Taverna, tre delle strade considerate storiche dai piacentini.
Via XXI Aprile, famosa in quanto è possibile vedere le antiche mura Farnesiane.
Secondo i dati Istat al 1º gennaio 2016[19] la popolazione straniera residente era di 18 548 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Comune Riciclone 2011 - Premio Co.Re.Ve.: un importante riconoscimento del Consorzio Recupero Vetro che premia Piacenza come primo comune del nord Italia per il livello qualitativo di eccellenza grazie all'adozione di modalità di raccolta differenziata monomateriale[20].
La città di Piacenza, congiuntamente a Cremona, è sede di uno dei Campus dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. L'Ateneo piacentino dispone di tre facoltà: Economia e Giurisprudenza; Scienze agrarie, alimentari e ambientali; Scienze della formazione.
L'offerta didattica si completa grazie ad un distaccamento del Politecnico di Milano con le
Scuole di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni e Ingegneria; i corsi di laurea in Infermieristica e in Fisioterapia istituiti dall'Università degli Studi di Parma ed infine il Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza.
Il Museo di Storia Naturale ha cambiato sede e da Palazzo Scotti è stato trasferito all'Urban Center (area nata dalla riqualificazione dell'ex macello cittadino che ospita anche una sede del Politecnico di Milano). È suddiviso nelle sezioni Botanica, Zoologia e Scienze della Terra. Importanti sono l'erbario ottocentesco e la collezione ornitologica.[21]
Importanti sono anche la Biblioteca Comunale Passerini-Landi e il Collegio Alberoni. Quest'ultimo, un vasto complesso architettonico, è dotato di una pinacoteca, un osservatorio astronomico, un museo di scienze naturali, una biblioteca e la chiesa di San Lazzaro.
Eventi
Venerdì Piacentini
La principale kermesse estiva della città, prevede l'apertura serale degli esercizi commerciali del centro storico e la collocazione di eventi musicali, artistici e culturali in tutte le piazze e le strade interne alle mura antiche. Di norma la manifestazione si svolge nei mesi di giugno e luglio di ogni anno, e ha una durata variabile.
Cena Bianca
In occasione del solstizio d'estate, il 21 giugno 2006, circa 250 persone hanno partecipato alla prima "Cena Bianca" d'Italia. I partecipanti, ritrovatisi attorno alla basilica di Sant'Antonino e tutti vestiti di bianco, portavano un mazzo di fiori e una candela ciascuno, dello stesso colore. L'evento si ispira al "dîner en blanc" che si tiene ogni anno, lo stesso giorno, a Parigi nei pressi della cattedrale diNotre Dame. Da allora viene organizzato ogni anno.
Festa del patrono
Il 4 luglio si festeggia il patrono della città, Sant'Antonino. In questa occasione si incontrano l'autorità politica rappresentata dal sindaco, e quella religiosa rappresentata dal vescovocattolico, con il tradizionale dono del cero. Si tiene anche una fiera costituita da un imponente numero di bancarelle che occupano il Viale del Pubblico Passeggio e altre vie del centro storico dalle prime luci dell'alba sino a notte.
Festa di Santa Rita da Cascia
Il 22 maggio è celebrata la festa di Santa Rita da Cascia. L'importante evento per i piacentini devoti alla "Santa della Rosa", è caratterizzato da una Messa nella "Chiesa dei Cappuccini" (sul cui sagrato vengono distribuite ai fedeli rose benedette e gagliardetti raffiguranti la Santa in preghiera) e da una lunga processione di auto per la benedizione, che inizia al mattino e termina la sera tardi.
Festival del Diritto
Dal 2008 nel mese di settembre in città si svolge il Festival del diritto, rassegna che ambisce a raccogliere la partecipazione di alcune cariche dello stato nonché di alcune personalità italiane operanti nell'ambito del diritto e della società civile.
Il comune di Piacenza è stato suddiviso in quattro Circoscrizioni di decentramento comunale, soppresse nel 2012 come previsto dalla legge n. 42 del 2010[22]). La Circoscrizione 1 comprendeva il centro storico, la 2 i quartieri occidentali e le frazioni sudoccidentali, la 3 i quartieri e le frazioni meridionali e la 4 i quartieri e le frazioni orientali.
Quartieri
Centro storico (Sant'Agnese, Porta Galera)
Borgotrebbia
Sant'Antonio
Veggioletta
Infrangibile
Belvedere
Duemila
Besurica
Galleana
zona viale Dante Alighieri
Peep/Farnesiana (Baia del Re, Molino degli Orti, Regina Margherita)
Uno dei punti focali dell'agricoltura piacentina è il settore del latte, in cui operano 24 imprese per quasi 400 addetti. Il prodotto principale realizzato con il latte piacentino è il Grana Padano. Un'altra filiera molto importante è quella dei salumi, con la produzione che si concentra sui 3 DOPCoppa piacentina, Salame piacentino e Pancetta piacentina[24]. Piacenza occupa inoltre una posizione di leadership nella produzione del pomodoro, al quale è dedicato il festival OroRosso[25]. Infine, molto sviluppata è la viticoltura con la presenza di 16 DOC tutelati dal Consorzio Tutela Vini D.O.C. Colli Piacentini con sede in città[26].
Industria
Forte a Piacenza è la presenza di aziende del settore delle macchine utensili con più di 100 imprese per un totale di 2500 addetti operanti nei settori macchine per la lavorazione meccanica per asportazione, automazione, attrezzature e componentistica speciale, servizi tecnici specializzati, ricerca e sviluppo tecnologico[27]. In città è presente anche il laboratorio MUSP che si occupa dello studio delle macchine utensili e dei sistemi di produzione.
Un altro settore molto sviluppato a Piacenza è la raccorderia, presente in città sin dalla fine degli anni '30 con il reparto bocche da fuoco dell'arsenale cittadino, nel complesso nel piacentino sono presenti 15 società di capitali che producono raccordi forgiati[28].
Grazie alla vicinanza strategica con le aree industriali della Pianura Padana e alla presenza di importanti vie di comunicazione (ferrovie e autostrade), a partire dagli anni 2000 si è sviluppato un polo logistico, situato a est della città, nella frazione di Le Mose, a breve distanza dal casello autostradale di Piacenza Sud e collegato tramite un fascio di binari alla ferrovia per Cremona[30]. Tra le aziende insediate nel polo logistico spiccano Unieuro, Italiarredo[30] e IKEA[31].
Sono stati realizzati inoltre progetti per delocalizzare lo scalo merci della stazione ferroviaria nei pressi del polo logistico per favorire l'interscambio gomma-ferro, liberando inoltre dai binari ampi spazi situati non lontano dal centro cittadino nei pressi dell'attuale scalo[32]. Il polo piacentino si candida inoltre a essere la piattaforma logistica privilegiata per il Porto della Spezia; a questo scopo nel luglio 2015 è stato firmato un protocollo d'intesa tra il comune e l'autorità portuale ligure[33].
A poca distanza dal polo logistico si trova il quartiere fieristico, terminato nel 2000 e composto da 3 padiglioni espositivi per complessivi 14.000 m², un'area esterna da 8000 m², due sale congressi e una sala corsi[34].
Turismo
Piacenza fa parte del Circuito Città d'Arte della Pianura Padana insieme ad altre città lombarde ed emiliane[35]. Nel 2015 si sono registrati a Piacenza 117.500 arrivi e 221.300 presenze, che corrispondono circa alla metà del valore complessivo registrato in provincia di Piacenza[36].
Infrastrutture e trasporti
Il ponte stradale (SS 9 Emilia) illuminato sul fiume Po
Strade
Vi si intersecano le autostrade A1 (Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli) e A21 (Torino-Piacenza-Brescia). Le uscite autostradali cittadine e i relativi caselli sono stati quattro fino al 2008: due lungo l'A1 (Piacenza Nord presso Guardamiglio, in provincia di Lodi, e Piacenza Sud) e due lungo l'A21 (Piacenza Ovest e Piacenza Est). La quarta, Piacenza Est sull'A21, è stata rinominata Piacenza Sud, a causa della sua vicinanza con l'omonima uscita sull'A1 dopo che è stato costruito un raccordo che le collega. Da febbraio 2019 è stato cambiato il nome dell'uscita Piacenza nord in Basso Lodigiano.
Essendo posta lungo la linea ferroviaria Milano - Bologna ed essendo capolinea della linea per Alessandria e per Cremona (di interesse locale), Piacenza si rivela uno snodo ferroviario strategico in cui transitano anche i treni diretti a Genova.
Tra il 1881 e il 1938 da Piacenza si diramava una vasta rete tranviaria interurbana a vapore, gestita a partire dal 1908 dalla SIFT, che comprendeva le linee per:
La principale squadra calcistica della città è il Piacenza, che vanta 8 partecipazioni alla Serie A e che disputa le partite interne allo Stadio Leonardo Garilli. Altra squadra cittadina capace di raggiungere il professionismo è stato il Pro Piacenza, sciolto nel 2019 a seguito di una grave crisi socieraria e amministrativa, che vanta 5 partecipazioni alla Serie C. Entrambe le società sono state fondate nel 1919.
Per quanto riguarda la pallavolo, Piacenza è stata rappresentata fino al 2018 dalla squadra maschile Pallavolo Piacenza che ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, una supercoppa italiana e due coppe europee; con la chiusura di questa società, la sua eredità è stata presa dalla neocostituita You Energy Volley, militante nella stagione 2018-2019 in Serie A2. Fino al 2016 era presente a Piacenza anche una squadra femminile, la River Volley, vincitrice di due campionati italiani, trasferitasi, poi, a Modena.[39].
Nella pallacanestro, l'Unione Cestistica Piacentina ha disputato il campionato di Legadue nella stagione 2011-2012 prima di non iscriversi e successivamente fallire. Dopo la scomparsa dell'UCP a rappresentare la pallacanestro a Piacenza c'è la Pallacanestro Piacentina che milita in Serie A2 e l'U.C.C. Assigeco Piacenza nato dalla fusione tra il Piacenza Basket Club e l'U.C. Casalpusterlengo nel 2016[40] che milita anch'esso in Serie A2.
Sono presenti inoltre diverse squadre di rugby, tra cui le due più importanti Piacenza Rugby Club e Rugby Lyons Piacenza che hanno all'attivo diversi campionati di Serie A1/Eccellenza.
Nel baseball è rappresentata dal Piacenza Baseball e dai Red Devils Piacenza, mentre nella pallanuoto dalla Everest Piacenza Pallanuoto, e dalla Kosmo Pallanuoto Piacenza.
Famosa anche la tradizione dello sci alpino dove gli sci club piacentini Libertas Bettola, Ponte dell’Olio e Monte Penice gareggiano nelle Circoscrizioni di Cremona, Mantova, Piacenza e Pavia nel Comitato Alpi Centrali della Federazione italiana sport invernali.
La vicinanza del fiumePo ha favorito il sorgere di numerose associazioni per la pratica della motonautica agonistica. Motonautica Associazione Piacenza e G. S. Esercito presso il Genio Pontieri annoverano tra i loro piloti un nutrito numero di campioni e primatisti mondiali.
Sempre in riva al fiume, le due ultracentenarie società piacentine "Vittorino da Feltre" e "Nino Bixio" mantengono viva la tradizione piacentina del canottaggio e del nuoto.
Citazioni
«Dunque il Po comincia a Piacenza, e fa benissimo...»
^Proveniente, principalmente, dalla raccolta frutto del lavoro di ricerca del medico e ornitologo piacentino Edoardo Imparati.
^Le ex circoscrizioni comunali, su comune.piacenza.it, Comune di Piacenza. URL consultato il 7 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2014).
^Francesco Ogliari, Franco Sapi, Ritmi di ruote. Storia dei trasporti italiani volume 10°. Emilia-Romagna, a cura degli autori, Milano, 1969, pagg. 395-397
^Giovanni Guareschi: Mondo Piccolo-Don Camillo (Introduzione) - Rizzoli 1948
^Guido Piovene: Viaggio in Italia - Baldini Castoldi Dalai Editori
Bibliografia
AA.VV., Storia di Piacenza, 6 volumi, Piacenza 1980-2002
Antonio Saltini, Maria Teresa Salomoni, Stefano Rossi Cescati, Via Emilia. Percorsi inconsueti fra i comuni dell'antica strada consolare, Edagricole-Sole 24 Ore, Bologna 2003, ISBN 88-506-4958-4.
Mario G. Genesi, Teatri d'opera a Piacenza dal 1770 al 1803, Borgonovo V.T., Tipografia Orione, 1999, 320.
Raffaele Casciaro, Dispersione e recupero. Appunti per la storia delle ancone lignee lombarde, in Scultori e intagliatori del legno in Lombardia nel Rinascimento, Electa, Milano 2002.
Gianni Romano, Desiderata per la scultura lignea, in Marco Bascapè, Francesca Tasso (a cura di), Atti della giornata di studio, Milano Castello Sforzesco 17 marzo 2005, Cinisello Balsamo 2005.
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Raffaele Casciaro, Maestri e botteghe del secondo Quattrocento, in Giovanni Romano e Claudio Salsi (a cura di), Maestri della Scultura in Legno nel ducato degli Sforza, Silvana Editoriale, 2005.
Marco Albetario, Giovanni Angelo del Maino e Gaudenzio Ferrari, alle soglie della maniera moderna, in «Sacri Monti. Rivista di arte, conservazione, paesaggio e spiritualità dei Sacri Monti piemontesi e lombardi», I, 2007, 339-364.
Tito Menzani, Matteo Troilo, Piacenza tra crescita economica e modernizzazione. Prime ricerche sul secondo Novecento (1945-1990), in «Studi Piacentini», n. 38, 2007, 47-59.
Mario Genesi, "L'affresco delle nozze di Ercole e Deianira sullo scalone di Palazzo Rota Pisaroni di Piacenza", in "Strenna Piacentina 2014" , pp. 64–77.
M.G.Genesi, Pregevole e abbandonato organo della Chiesa di S. Giorgio di Le Mose uscito dalla bottega di Carlo Bossi nel 1827,in : "L'Urtiga-Quaderni di cultura piacentina", anno 2016,n. 12 (Luglio), pp. 67–74.