Limes (storia romana)

termine odierno utilizzato per definire il sistema difensivo dei confini dell'Impero romano

Il termine di Limes romano in latino aveva un doppio significato:

  • nel primo caso, inteso come Linea di confine, limite, rappresentava l'equivalente della Grande muraglia cinese o della più recente Linea Maginot, ovvero una barriera per difendersi all'interno dei confini imperiali;
  • nel secondo caso, nel significato di Via, strada, costituiva la via di penetrazione all'interno di territori di recente conquista (o ancora da conquistare), come nel caso del limes germanico augusteo che correva lungo le rive del fiume Lippe, presidiato da numerosi forti ausiliari e fortezze legionarie, nella costituenda provincia romana di Germania.
Ricostruzione della palizzata e di una torretta di avvistamento lungo il Limes in Germania.

Limes come forma di barriera

Copia di una torre di guardia lungo il limes presso Rheinbrohl, nella zona del Reno.

Esso formava l'insieme delle frontiere dell'Impero romano, classificate in base al loro modo di essere barriera: naturale o artificiale.

Barriere naturali

Nel primo caso le barriere, che dividevano il mondo romano dai barbari o dagli altri stati stranieri, potevano essere:

Barriere artificiali

Nel secondo caso le barriere erano costruite, in modo artificiale, dal lavoro dell'uomo, con un agger di terra, una palizzata o un muro in pietra (a partire soprattutto da Adriano, ed un fossato antistante, come nel caso del Vallo di Adriano, del Vallo di Antonino, del Vallo Porolissensis o del Limes germano-retico.

Ogni frontiera era, inoltre, seguita parallelamente a tutta la sua estensione, da una strada presidiata ad intervalli regolari, da forti, fortini e torrette di avvistamento, dove erano distaccate unità di truppe ausiliarie o fortezze legionarie.

Raffigurazioni del limes romano si possono scorgere nei fregi della Colonna Traiana e di quella di Antonina, dove le scene iniziali rappresentano la riva destra del Danubio, con tutta una serie di posti di guardia, forti, fortezze, difesi da palizzate, cataste di legna e covoni di paglia che, se incendiati, servivano come segnalazione.

I diversi settori strategico/territoriali del Limes

Di Antonino Pio è famoso il vallo che porta il suo nome e che fu fatto da lui costruire nel 142 tra i fiumi Forth e Clyde a difesa dalle invasioni scozzesi. Ancor più noto è il Vallo di Adriano, situato sempre nell'Inghilterra settentrionale, del quale molti resti sono ancor oggi visibili. Era stato fatto erigere da Adriano intorno al 122 a difesa della Britannia romana ed era arricchito di castelli, torri e fossati.

Lungo il basso corso del fiume Reno

 
Pianta della fortezza legionaria di Castra Vetera.
 
La provincia romana della Germania Magna nel 9 d.C..

La conquista della Gallia da parte di Caio Giulio Cesare (negli anni 58-51 a.C.), aveva decretato un nuovo confine dei territori della Repubblica romana: il fiume Reno, al di là del quale si estendevano i territori dei Germani.

Con l'avvento di Augusto, i progetti del primo imperatore romano mutarono. Egli voleva portare il Limes più ad est, oltre il Reno fino al fiume Elba. Una volta sottomesse le popolazioni in Spagna e nelle Alpi della cosiddette "Aree interne", si provvedette a partire dal 16-13 a.C., a disporre le legioni lungo il Reno in punti strategici come Castra Vetera e Mogontiacum, di fronte a vie di penetrazione strategiche per la prossima conquista della Germania.

A partire dal 12 a.C. furono lanciate in Germania tutta una serie di campagne, attraverso 3-4 differenti linee di penetrazione, da nord a sud:

  • dal mare fino alle foci dei fiumi Amisia e Visurgi, con la costruzione di un canale artificiale: la Fossa Drusi;
  • lungo il fiume Lippe, dove ancora esistono le rovine di diverse fortezze legionarie come quelle di Haltern (la latina Aliso o Alisone), Oberaden (di 54 ettari di dimensione) ed Anreppen (di 20 ettari);
  • lungo i monti del Taunus, proseguendo da sud-ovest a nord-est, percorrendo la strada che conduce a Rodgen (base di approvvigionamento).

L'occupazione da parte delle armate romane portò sotto il dominio di Roma, prima i territori germani tra Reno e Weser, dal 5 in poi anche quelli più ad est, tra Weser ed Elba.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Occupazione romana della Germania sotto Augusto.

È solo in seguito alla disfatta di Teutoburgo del 9 che i piani del Princeps, Augusto, mutarono e le armate romane furono ritirate definitivamente, riportando il Limes, ancora una volta, al fiume Reno.

La Germania era definitivamente perduta. Nessun altro imperatore successivo avrebbe avuto in futuro piani di conquista. Vi furono soprattutto spedizioni punitive nei confronti delle popolazioni germaniche per evitare i pericoli di possibili invasioni della Gallia, ma il Reno doveva rimanere per i prossimi 400 anni la nuova linea di confine tra l'Impero romano ed i barbari. Quei territori così inospitali e selvaggi, quelle genti così primitive e feroci, sarebbero rimaste libere, non sottomesse al giogo di Roma.

Ancora oggi il fiume Reno sancisce la linea di demarcazione tra due differenti lingue europee: quella neo-latina e quella germanica.

Il Reno, dopo le campagne punitive di Tiberio del 10-11 e di Germanico del 14-16, fu costantemente fortificato per i successivi 200 anni, tanto che lungo le sue sponde, i contingenti legionari furono portati fino ad un totale di 8, così distribuiti:

E sempre a questo periodo è da attribuire la costituzione della Classis Germanica lungo il fiume Reno, con base principale a 3 km a sud di Colonia, oltre a numerose altre basi secondarie tra cui Neuss e Castra Vetera.

La conquista della Britannia sotto Claudio del 43] richiese il ritiro di una delle legioni renane dalla fortezza legionaria di Argentorate (l'odierna Strasburgo): si trattava della legio II Augusta. La partenza della legione fu rimpiazzata da un contingente ausiliario fino all'epoca di Vespasiano, quando venne ripristinato l'antico castrum legionario.

Nel 47 l'imperatore Claudio fermò una nuova avanzata in Germania, malgrado i successi iniziali su Frisoni e Cauci da parte di Gneo Domizio Corbulone, allora legato della Germania Inferiore, ed ordinò il ritiro definitivo e completo di tutte le truppe romane dalla riva destra del Reno definitivamente[1]. Roma aveva così definitivamente rinunciato ad ogni possibile ingerenza sui territori germani. L'inizio della conquista della vicina Britannia, non permetteva la dispersione di forze su troppi fronti, tanto da dover ridurre il numero delle legioni lungo il Reno a 6-7 unità. Nuovi forti furono costruiti lungo la sua riva sinistra in successione lineare, ponendoli ad una distanza media di 7-8 km l'uno dall'altro, dalla costa del Mare del Nord fino alla confluenza tra il fiume Reno ed il Waal.

In seguito alla rivolta batava del 69, la doppia fortezza legionaria di Castra Vetera, distrutta dalla truppe batave ribelli, fu ricostruita per una singola legione, mentre la seconda legione fu inviata nel nuovo accampamento di Nimega.

Sotto Domiziano, a causa delle continue guerre contro i Daci di Decebalo, il Reno perdeva il primato di settore strategico più importante, a vantaggio del settore danubiano, a cui seguì la conquista della Dacia da parte di Traiano (101-106 d.C.).

Tra Reno e Danubio: il limes artificiale germano-retico

 
Il forte di Saalburg, non molto distante da Francoforte.

Oggi molti storici, parlando di Limes, intendono quella parte di confine che si estendeva in Germania, fra i fiumi Reno e Danubio, e che da Rheinbrohl, vicino Neuwied, congiungeva Kelheim an der Donau, dopo ben 548 km di strade, fortificazioni, torrette di avvistamento, fossati, agger e palizzata. Lungo il suo percorso, divenuto patrimonio dell'Umanità sotto il patrocinio dell'Unesco, si trovano gli importanti siti archeologici, con i relativi musei, di Aalen, Saalburg e Weißenburg.

Sotto i Flavi

L'opera cominciò sotto Vespasiano, in seguito alle prime campagne del legato della Germania Superiore, un certo Cneo Pinario Cornelio Clemente nel 74, con la costruzione di una via che, inizialmente, doveva condurre da Argentorate alla Rezia[2] e di alcuni forti tra cui quelli di Rottweil (l'antica Arae Flaviae) sull'alto Neckar, di Groß-Gerau, di Ladenburg e di Heidelberg-Neuenheim.

A queste prime campagne sotto Vespasiano, seguì la costruzione di un forte a nord del Danubio, a Kösching, sotto il figlio maggiore Tito. Pochi anni più tardi Domiziano, cominciò l'occupazione dell'area del Taunus (83-85 d.C.) collegando Mogontiacum ad Augusta Vindelicorum, riducendo drasticamente i confini tra Reno e Danubio.

Così facendo si andavano ad includere all'Impero aree che, pur fittamente boscose e scarsamente popolate, miglioravano le comunicazioni tra Germania superiore e Rezia e la difendibilità dei confini imperiali. La nuova via portò alla costruzione di piccoli fortini nella zona del Taunus, a Saalburg, a Ockstadt ed a Kemel.

Il nuovo limes così creato sotto Domiziano, era costituito da semplici strade che ne percorrevano i suoi confini, da alcuni forti e fortini (dove erano acquariterate alcune unità di Auxilia) e da torrette di segnalazione in legno, con il compito di avvistamento e sorveglianza dell'intero percorso difensivo.

La frontiera continuò a svilupparsi anche negli anni successivi attorno ai primi anni 90 con la costruzione di nuovi forti a: Butzbach, Arnsberg, a Echzell (un forte tra i più grandi di ben 5,2 ettari), più a sud a Heidenheim (dove risiedette l'Ala II Flavia milliaria) ed a Degerfeld.

 
Il limes Germano-retico dai Falvi agli Antonini.

Sotto Traiano fu creato un nuovo tratto di frontiera che collegava il fiume Meno con il Neckar, il cosiddetto limes di Odenwald, che dal Meno presso Wörth raggiunge il medio Neckar a Wimpfen. Questo limes consisteva in una strada militare sorvegliata da torri di osservazione e da una decina di piccoli forti (ciascuno di 0,6 ettari) e fortini (occupati da Numeri) intermedi disseminati ad intervalli regolari lungo i 70 km di questo percorso.

Il successore Adriano, recatosi lungo la frontiera germano-retica, contribuì alla costruzione della linea dell'Alb, fatta di torri di guardia paragonabili al limes del Taunus-Wetterau-Odenwald, alla ricostruzione di numerosi forti in pietra ed al consolidamento di quanto fatto dai suoi predecessori. Il nuovo spostamento degli auxilia sulla nuova linea di frontiera, portò all'abbandono dei forti del retroterra come Wiesbaden ed Heddernheim. Egli provvide inoltre, come ci racconta il suo biografo:

«...Adriano stabilì una separazione tra i barbari e noi, tramite grandi pali conficcati profondamente nel terreno e legati insieme in modo da formare una palizzata...»

Si trattava, pertanto, di una palizzata con tronchi di quercia del diametro di circa 30 cm, conficcati nella terra per non meno di un metro, e che si innalzavano per circa 3 metri sopra il livello del terreno. Questa palizzata era stata eretta solo dove non scorreva il fiume, non tanto come forma di barriera protettiva, ma per segnare il margine esterno dell'Impero. Cominciava in Germania superiore, dove la frontiera si allontana dalla riva sinistra del Reno, attraversa il Taunus, il Wetterau e finisce sul Meno. Riprende nell'Odenwald, termina sul fiume Neckar e riprende con il limes dell'Alb, e cessa sul Danubio presso Eining.

Sotto gli Antonini (138-192 d.C.)

 
Il forte alare di Biriciana, oggi Weißenburg in Baviera.

E' sotto Antonino Pio che molte delle torri e dei forti costruiti in precedenza in legno, furono ricostruiti interamente in pietra (a volte in siti differenti) e soprattutto si ebbe la definitiva evoluzione di questo tratto di limes tra Germania superiore e Rezia. Egli, infatti, già a partire dal 145-146 promosse l'abbandono della precedente linea di difesa dell'Odenwald-[èNeckar]] a favore di una posizione più avanzata di 30 km, ma non sappiamo se ciò comportò notevoli operazioni di guerra nell'area. Furono costruiti una nuova palizzata, torri in pietra e tutte le unità ausiliarie di questo tratto furono spostate in avanti in nuove basi, come avvenne per l'Ala II Flavia milliaria ora posizionata nella nuova base di Aalen (tra il 148 ed il 161 d.C.), determinando la successiva chiusura del vecchio forte di Heidenheim.

Il limes della zona del Taunus e del Wetterau fu completato, aggiungendo alla palizzata preesistente, un terrapieno ed un fossato a forma di "V" (largo tra i 6-7 metri e profondo circa 2 metri), il cosiddetto "Pfahlgraben", posizionato tra la palizzata e le torrette di avvistamento. In alcuni casi era stato sostituito il terrapieno ed il fossato con un muro di pietre, ed in alcuni punti c'erano interruzioni del terrapieno e del fossato. Quest'ultima modifica potrebbe risalire però all'epoca di Marco Aurelio o di Commodo in seguito alle Guerre marcomanniche, a causa dell'invasione dei Catti del 161-162 e del 170-172. Sempre in questo periodo un'intera legione, la III Italica, era trasferita in zona Eining dove soggiornava fino al definitivo trasferimento a Castra Regina, avvenuto nel 179.

Nella Rezia il limes subiva una differente modifica, con la sostituzione di un muro di pietra (spesso 1,2 metri ed alto 3-4 metri) al posto della palizzata. Questo limes è oggi chiamato degli storici/archeologi, il "Teufelsmauer".

Da Caracalla all'occupazione degli Alemanni nel 260-270

Sotto Caracalla, potrebbero essere stati aggiunti ulteriori sbarramenti, fossati, palizzate e terrapieni, in seguito alle prime invasioni degli Alemanni del 213, i quali continuarono a guerreggiare con i successori, da Alessandro Severo a Massimino il Trace, fino a Gallieno. E quest'ultimo decise il definitivo abbandono ed evacuazione di tutti i territori ad est del Reno ed a nord del Danubio, a causa delle continue invasioni delle tribù germaniche limitrofe degli Alemanni. Era il 260 circa d.C..

Il tardo periodo imperiale

Dopo il 275 ci fu un timido tentativo di recupero della zona del Taunus da parte dell'imperatore Probo, ma nulla di più. Le terre al di là di Reno e Danubio erano andate ormai perdute per sempre, ma Probo, dopo aver respinto le incursioni di Alemanni, Burgundi e Vandali nel 277-278 da questa regione, cominciò a fortificare l'intero settore, creando un collegamento lungo la valle dell'Iller tra i due grandi fiumi utilizzati come nuovo limes. Questi lavori furono ripresi sia da [Diocleziano]] (attorno al 284-290), sia da Valentiniano dopo il 350.

Lungo il Danubio

Il settore danubiano risulta essere più complesso da difendere, rispetto a quello renano, considerata anche la lunghezza dei due fiumi: il primo di 2.888 km, il secondo di 1.326 km, pari a poco meno della metà. Non a caso da Domiziano-Traiano in poi, il settore renano fu ridotto da 8 a 4 legioni, mentre quello danubiano fu aumentato da 6 a 12 (compresa la provincia della Dacia).

Lungo l'alto e medio corso: dalla Rezia alla Pannonia

Se l'impero romano ai tempi di Cesare si fermava alle Alpi, alla costa illirica ed alla Macedonia, a partire dalla seconda decade del principato di Augusto, i Romani raggiunsero ed occuparono stabilmente alcuni territori lungo la riva destra del Danubio:

 
La Pannonia da Traiano a Caracalla

L'occupazione dell'intera area a sud del Danubio, dalla Rezia alla Pannonia, avveniva, però, solo sotto l'imperatore Claudio, con la creazione di due nuove province: quella di Rezia e quella del Norico, in seguito all'annessione degli ultimi territori compresi tra le Alpi ed il Danubio. Da questo momento tutta una serie di forti e fortini furono costruiti lungo la riva destra del Danubio, dal forte di Eining alla costituenda fortezza legionaria di Carnuntum (del 50).

Dai Flavi agli Antonini (69-192)

Dai Flavi in poi, il settore strategico dell'alto-medio corso del Danubio fu costantemente rafforzato con forti e fortezze legionarie, ed a partire dal 90 circa, c'erano ben 5-6 legioni nei pressi del grande fiume: a Vindobona, Carnuntum, Brigetio, Aquincum, forse a Mursa (lungo la Drava) ed a Sirmio.

Negli anni che seguirono, la pannonico fu teatro di numerosi scontri con le popolazioni limitrofe a nord e ad est del grande fiume di: Marcomanni, Quadi, Naristi (di stirpe sueba) e Iazigi (questi ultimi di stirpe sarmata), sia sotto Domiziano e Nerva (tra l'89 ed il 97), sia sotto Adriano (nel 117-119 lungo il fronte sarmato, e negli anni 135-137 sul fronte suebo) ed Antonino Pio (negli anni attorno al 142-145 d.C.).

Con lo scoppio della guerre marcomanniche, iniziate nel 166-167, i progetti mutarono per un quindicennio, poiché Marco Aurelio era intenzionato ad annettere i territori a nord della Pannonia, inglobandone i relativi popoli (di Marcomanni, Quadi e Naristi), e formando la nuova provincia di Marcomannia.

Il figlio Commodo, alla morte del padre 180, ritirava, però, tutte le truppe dai nuovi territori appena occupati, e riportava definitivamente il Limes all'alto-medio corso del Danubio, rafforzandone e moltiplicando i presidi lungo il grande fiume.

Da qui in poi i territori furono conservati fino al termine del IV secolo d.C., quando i Goti, dopo la battaglia di Adrianopoli del 378 si stanziarono in Pannonia come foederati dell'impero romano.

Dal medio al basso corso: nelle due Mesie

All'inizio del principato di Augusto, un certo Marco Licinio Crasso (console 30 a.C.), conduceva due fortunate campagne (nel 29-28 a.C.) contro le popolazioni della riva destra del Danubio: Geti, Traci e Mesi, pur non occupando la zona in modo permanente. Era l'inizio di un processo di occupazione graduale dell'area basso danubiana. Pochi anni piu tardi, un certo Lucio Calpurnio Pisone (console 15 a.C.), accompagnato da un paio di legioni, era costretto ad intervenire in Tracia per reprimere una rivolta durata ben tre anni di guerre sanguinose (dal 12 al 10 a.C.), al termine delle quali si meritò gli ornamenta triumphalia. Le operazioni in Tracia costituivano il logico completamento, alle più vaste operazioni per la conquista di tutta l’area illirico-balcanica.

Oltre il Danubio, in Dacia

In Africa

Dalla Cirenaica all'Egitto

In Oriente

Lungo l'Eufrate: in Cappadocia e Cilicia

Nel deserto: dalla Siria all'Arabia

Voci collegate

Bibliografia

Limes Congress:

  • 1th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di E.Birley, Durham 1952;
  • 2nd International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di E.Swoboda, Graz-Colonia 1956;
  • 3rd International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di R.Laur-Belart, Basilea 1959;
  • 4th International Congress of Roman Frontier Studies, Durham 1959;
  • 5th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di Grga Novak, Zagabria 1964;
  • 6th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di H.Schönberger, Colonia-Graz 1967;
  • 7th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di S.Appelbaum, Tel Aviv 1971;
  • 8th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di E.Birley, B.Dobson e M.Jarrett, Cardiff 1974;
  • 9th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di D.M.Pippidi, Bucarest 1974;
  • 10th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di D.Haupt e H.G.Horn, Colonia 1974;
  • 11th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di J.Fitz, Budapest 1977;
  • 12th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di W.S.Hanson e L.J.F.Keppie, Oxford 1980;
  • 13th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di C.Unz, Stoccarda 1986;
  • 14th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di H.Vetters e M.Kandler, Vienna 1990;
  • 15th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di V.A.Maxfield e M.J.Dobson, Exeter 1991;
  • 16th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di W.Groenman-van Waateringe, B.L.van Beek, W.J.H.Willems e S.L.Wynia, Exeter 1997;
  • 17th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di N.Gudea, Zălau 1999;
  • 18th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di P.Freeman, J.Bennett, Z.T.Fiema e B.Hoffmann, Oxford 2002;
  • 19th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di Z.Visy, Pecs 2003;
  • 20th International Congress of Roman Frontier Studies, a cura di Ángel Morillo Cerdán, León 2006;

Altri testi:

  • H.M.D.Parker, The Roman Legions, Cambridge 1958.
  • H.Schonberger, The Roman Frontier in Germany: An Archaeological Survey, in Journal of Roman Studies N.59, Exeter 1969, p.149-170.
  • E.Luttwak, La grande strategia dell'Impero romano, Milano 1981.
  • AAVV, Il mondo di Roma imperiale: la formazione, Bari 1989.

Collegamenti esterni

Il limes romano di Rezia e Germania superiore è incluso dal 1987 nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.