Gli Scordisci (Scordisces in latino o Scordistae in illirico) erano un insieme di popolazioni native alla foce del fiume Sava e di gruppi di invasori celtici, una volta che si erano ritirati dai Balcani, in seguito alle loro prime incursioni del 278 a.C..

Storia

Si stanziarono fin dalla prima metà del III secolo a.C. nell'attuale Jugoslavia nei dintorni di Belgrado e nella bassa valle della Sava[1]. Confinavano a nord con il potente popolo dei Daci, ad ovest con i pannoni Breuci ed Amantini, ad est con i Mesi e a sud con i Dardani.

Negoziarono un trattato di pace con Filippo V di Macedonia nel 183-182 a.C. in seguito alle guerre condotte dal re macedone contro Traci e Dardani[2].

Al tempo in cui Roma conquistò la Macedonia (168 a.C.), gli Scordisci non avevano ancora esteso il loro controllo alla Dardania. Fu solo con la metà del II secolo a.C. che il loro interesse si spostò verso i territori ad occidente ed a sud dei loro possedimenti. In seguito a queste mire avvenne il primo scontro con i Romani nel 156 a.C., ormai "vicini" nell'area balcanica.

Le campagne che seguirno negli anni sussessivi fino al 141 a.C. circa, ampliarono i loro territori fino ad inglobare l'intera Dardania, tanto che il loro territorio coincideva con la futura provincia romana della Mesia Superiore.

Attorno al 113 a.C. riuscirono a respingere un'invasione di Cimbri provenienti dallo Jutland, che in seguito a questo scontro ripiegarono sul vicino Norico scontrandosi con un esercito romano nei pressi di Noreia[3].

Durante l'romana repubblicana

Entrarono in contatto con l'impero romano per la prima volta nel...

Il console Marco Livio Druso, divenuto proconsole di Macedonia nel 111 a.C., otteneva nel maggio dell'anno successivo il Trionfo su questo popolo[4], dopo averlo battuto insieme ad altri popoli suoi alleati (forse Daci e Traci).

Pochi anni più tardi un certo Marco Minucio Rufo (console del 110 a.C.), ora proconsole di Macedonia, ottenne su di loro un trionfo memorabile nel 106 a.C.[5].

Da questo momento in poi subiranno la lenta ma inesorabile avanzata romana da sud a nord. La sconfitta da cui non si ripresero più e che li costrinse ad abbandonare i territori acquisiti della Dardania avvenne al tempo di Silla tra l'88-81 a.C. ad opera di un generale romano di nome Lucio Cornelio Scipione Asiatico, tanto che i vicini Mesi, assogettati agli Scordisci da circa sessant'anni, riuscirono a romperne il giogo.

Nel 75-74 a.C., alleati ancora a Dardani e Daci, combatterono contro il prefetto di Macedonia Gaio Scribonio Curione Burbuleio.

Anche il re dei Daci Burebista li sconfisse attorno alla metà del I secolo a.C., costringendoli, poco dopo, ad allearsi a lui.

Loro annessione sotto Augusto (12 a.C.)

Il popolo degli Scordisci, alleatosi con i Denteleti (del corso superiore del fiume Strymon) invadevano la Macedonia nel 16 a.C.[6], ma erano respinti dal neo governatore Lucio Tario Rufo.

Due anni più tardi 14 a.C. era inviato, in qualità di Legato imperiale sul fronte Illirico, un certo Marco Vinicio in seguito alle continue ribellioni delle genti dell’area di Emona e Siscia. La campagna programmata dallo stesso Augusto nel 13 a.C., dopo una sua visita di ad Aquileia, prevedeva l’occupazione dell’intera area illirica e balcanica.

Marco Vinicio, divenuto ora governatore di Macedonia, sotto l'alto comando prima di Agrippa e dal 12 a.C. di Tiberio Claudio Nerone, condusse il proprio serescito lungo il fronte orientale ed in una manovra a tenaglia, occupò l'intera area della Dardania e della bassa valle della Sava (compresa la piana di Sirmio), grazie alla sottomissione (o forse solo alleanza) degli Scordisci (12 a.C.[7]), forse battuti o sottolessi l'anno precedente.

Il loro territorio al termine della rivolta dalmato-pannonica del 6-9 fu organizzato nella nuova provincia di Mesia.

Note

  1. ^ A.Piganiol, Le conquiste dei Romani, Milano 1989, p.127.
  2. ^ A.Piganiol, Le conquiste dei Romani, Milano 1989, p.278.
  3. ^ A.Piganiol, Le conquiste dei Romani, Milano 1989, p.334.
  4. ^ Fasti triumphales, 643 ab Urbe condita = 110 a.C..
  5. ^ Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 8, 3.Fasti triumphales, 647 ab Urbe condita = 106 a.C..
  6. ^ Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LIV, 20, 3.
    AE 1936, 18 (Macedonia, Amphipolis): Imperatore Caesare divi filio Augusto Lucio Tario Rufo proconsule provinciae legio X Fretensis pontem fecit.
  7. ^ Velleio Patercolo, Storia di Roma, II, 39, 3; Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LIV, 31, 3.

Bibliografia

Fonti primarie

Fonti secondarie

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