Learn to Fly

singolo dei Foo Fighters del 1999
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Learn to Fly è un singolo del gruppo musicale statunitense Foo Fighters, pubblicato il 18 ottobre 1999 come primo estratto dal terzo album in studio There Is Nothing Left to Lose.

Learn to Fly
singolo discografico
Screenshot tratto dal video del brano
ArtistaFoo Fighters
Pubblicazione18 ottobre 1999
Durata3:55
Album di provenienzaThere Is Nothing Left to Lose
GenereRock alternativo
EtichettaRoswell, RCA
Registrazione1999
FormatiCD
Certificazioni originali
Dischi d'oroCanada (bandiera) Canada[2]
(vendite: 40 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito[3]
(vendite: 400 000+)
Dischi di platinoAustralia (bandiera) Australia[4]
(vendite: 70 000+)
Messico (bandiera) Messico[5]
(vendite: 60 000+)
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti[6]
(vendite: 1 000 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi d'oroItalia (bandiera) Italia[1]
(vendite: 25 000+)
Foo Fighters - cronologia
Singolo precedente
(1998)
Singolo successivo
(2000)

Video musicale

Il videoclip si svolge su un aereo, ed è una parodia del film L'aereo più pazzo del mondo. Due meccanici di una compagnia aerea (interpretati dai Tenacious D) nascondono nella macchina del caffè una bustina con scritto «WORLD DOMINATION "EROTIC" Sleeping Powder», che causa allucinazioni e comportamenti strani in chiunque beva il caffè. I componenti del gruppo, gli unici a bordo a non averlo bevuto, si trovano costretti a far atterrare l'aereo al posto dei piloti, impossibilitati a farlo. Nel video, ogni componente del gruppo (Dave Grohl, Nate Mendel e Taylor Hawkins) interpreta sia sé stesso che altri ruoli.

Cover

Il 26 luglio 2015, mille musicisti italiani (350 chitarristi, 250 cantanti, 250 batteristi e 150 bassisti) si sono radunati a Cesena, presso il parco dell'ippodromo nell'ambito di un progetto chiamato Rockin'1000, suonando il brano simultaneamente. L'evento, da record per il numero di persone coinvolte, ha avuto lo scopo principale di invitare i Foo Fighters a esibirsi dal vivo proprio nella sopracitata città. Il video ufficiale dell'esecuzione del brano è divenuto subito virale su YouTube e il 31 luglio, attraverso i social network, Dave Grohl ha espresso la sua ammirazione, promettendo che il gruppo avrebbe accolto l'invito,[7] promessa poi mantenuta il 3 novembre successivo con un concerto al Carisport di Cesena.[8]

Tracce

CD singolo – parte 1
  1. Learn to Fly
  2. Iron and Stone (Weinrich)
  3. Have a Cigar (Waters)
CD singolo – parte 2
  1. Learn to Fly
  2. Make a Bet
  3. Have a Cigar (Waters)

Formazione

Classifiche

Classifica (1999) Posizione
massima
Australia 36
Canada 13
Europa 65
Nuova Zelanda 23
Paesi Bassi 32
Regno Unito 21
Stati Uniti 13
Stati Uniti (adult top 40) 15
Stati Uniti (alternative) 1
Stati Uniti (mainstream rock) 2
Stati Uniti (pop) 22
Svezia 52

Curiosità

Note

  1. ^ Learn to Fly (certificazione), su FIMI. URL consultato il 21 maggio 2018.
  2. ^ (EN) Gold/Platinum, su musiccanada.com, Music Canada. URL consultato il 19 maggio 2015.
  3. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 7 ottobre 2018. Digitare "Foo Fighters" in "Search BRIT Certification" e premere Invio.
  4. ^ (EN) Accreditations - 2014 Singles, su aria.com.au, Australian Recording Industry Association. URL consultato il 19 maggio 2015.
  5. ^ (ES) Certificaciones, su amprofon.com.mx, Asociación Mexicana de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 22 luglio 2020. Digitare "Learn to Fly" in "Título".
  6. ^ (EN) Foo Fighters - Learn to Fly – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 5 settembre 2017.
  7. ^ 'Rockin' 1000' per i Foo Fighters a Cesena, Dave Grohl dice sì, su adnkronos.com, Adnkronos, 30 luglio 2015. URL consultato il 24 luglio 2016.
  8. ^ Carmine Saviano, Foo Fighters, la notte delle sorprese. Grohl: "Avete fatto una cosa rivoluzionaria", su repubblica.it, la Repubblica, 3 novembre 2015. URL consultato il 24 luglio 2016.
  9. ^ Canzoni censurate negli USA, su sitopreferito.it. URL consultato il 26 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2011).

Collegamenti esterni

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