Crepis pyrenaica

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La radicchiella dei Pirenei (nome scientifico Crepis pyrenaica (L.) Greuter, 1970) è una pianta erbacea spermatofita dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.

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Radicchiella dei Pirenei
Crepis pyrenaica
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi II
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùCrepidinae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCichorieae
SottotribùCrepidinae
GenereCrepis
SpecieCrepis pyrenaica
Nomenclatura binomiale
Crepis pyrenaica
(L.) Greuter, 1970
Nomi comuni

Crepide dei Pirenei

Etimologia

L'etimologia del nome generico (Crepis) non è molto chiara. In latino Crèpìs significa pantofola, sandalo e i frutti, di alcune specie di questo genere, sono strozzati nella parte mediana ricordando così (molto vagamente) questo tipo di calzare. Inoltre lo stesso vocabolo (krepis) nell'antica Grecia indicava il legno di Sandalo e anche una pianta non identificata descritta da Teofrasto[1]. Non è chiaro quindi, perché Sébastien Vaillant (botanico francese, 1669 - 1722) abbia scelto proprio questo nome per indicare il genere della presente specie[2]. Il nome specifico (pyrenaica) indica la zona di provenienza della specie (monti Pirenei).
Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Hieracium pyrenaicum (basionimo), proposto dal botanico Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 801" del 1753, modificato successivamente in quello attualmente accettato proposto dal botanico svizzero Werner Rodolfo Greuter (1938-) nella pubblicazione "Exsiccatorum Genavensium e Conservatorio Botanico Distributorum Fasciculus. Geneva - 1: 15 (1970)" del 1970.[3]

Descrizione

 
Portamento

Queste piante sono alte da 2 a 7 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è irsuta.[4]

Radici

Le radici sono verticali tipo fittone (non rizomatose).

Fusto

La parte aerea del fusto è ascendente, semplice o poco ramosa nella parte alta.

Foglie

 
Foglie

Le foglie si dividono in basali e cauline. Quelle basali sono assenti alla fioritura. Quelle cauline sono sessili con forme lanceolate e apice acuto; la base è semiamplessicaule con due orecchiette acute e divergenti; i bordi sono dentellati. Dimensione delle foglie cauline: larghezza 3 cm; lunghezza 8 – 12 cm.

Infiorescenza

Le infiorescenze sono composte da pochi capolini (da 1 a 3) su lunghi peduncoli afilli. I capolini sono formati da un involucro composto da brattee (o squame) disposte su 2 serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. L'involucro è irsuto a forma emisferica; alla base sono spesso presenti delle brattee fogliacee; le squame invece sono tutte della stessa lunghezza. Dimensione dell'involucro: larghezza 12 mm; lunghezza 15 mm. Dimensione delle brattee fogliacee: larghezza 2 mm; lunghezza 8 – 13 mm. Diametro del capolino: 30 – 40 mm.

Fiore

 
Il capolino

I fiori sono tutti del tipo ligulato[5] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e zigomorfi.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[6]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla è colorata di giallo; lunghezza della corolla: 20 – 23 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[7] Le antere alla base sono acute.
  • Gineceo: lo stilo è filiforme e peloso sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
  • Fioritura: da giugno a luglio (agosto).

Frutti

 
I frutti con il pappo

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono lunghi 6 – 8 mm ed hanno circa 20 coste longitudinali; all'apice sono più o meno assottigliati. Il pappo è bianco (o marroncino) e soffice (setole flessibili ma tenaci).

Riproduzione

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

 
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[8] – Distribuzione alpina[9])

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[9]

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Mulgedio-Aconitetea
Ordine: Calamagrostietalia villosae

Sistematica

La famiglia di appartenenza della Crepis pyrenaica (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale e comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[10] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[11]). All'interno della famiglia il genere Crepis fa parte della sottofamiglia Cichorioideae (una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae); mentre Cichorieae è una delle 7 tribù della sottofamiglia, e la sottotribù Crepidinae è una dell 11 sottotribù di Cichorieae.[12] C. pyrenaica appartiene a un genere (Crepis) abbastanza numeroso comprendente dalle 200 alle 300 specie (secondo le varie classificazioni), diffuse soprattutto nell'emisfero boreale (Vecchio Mondo), delle quali quasi una cinquantina sono proprie della flora italiana.
Il basionimo per questa specie è: Hieracium pyrenaicum L., 1753
Il numero cromosomico di C. pyrenaica è: 2n = 8.[13]

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[14][15]

  • Catonia blattarioides Cass.
  • Catonia sagittata Moench
  • Crepis amplexicaulis Schur
  • Crepis austriaca Jacq.
  • Crepis blattarifolia St.-Lag.
  • Crepis blattarioides (L.) Vill.
  • Crepis foliosa Dulac
  • Hieracium blattarioides L.
  • Hieracium pyrenaicum L., 1753

Altre notizie

La crepide dei Pirenei in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Pyrenäen-Pippau, Schabenkraut-Pippau
  • (FR) Crépide des Pyrénées

Note

  1. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 29 giugno 2013.
  2. ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 767.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 22 luglio 2013.
  4. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 274.
  5. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 12.
  6. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  7. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  8. ^ Conti et al. 2005, pag. 81.
  9. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 672.
  10. ^ Judd 2007, pag. 520.
  11. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  12. ^ Funk & Susanna, pag. 348.
  13. ^ Tropicos Database [collegamento interrotto], su tropicos.org. URL consultato il 22 luglio 2013.
  14. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 22 luglio 2013.
  15. ^ The Plant List - Checklist Database [collegamento interrotto], su theplantlist.org. URL consultato il 22 luglio 2013.

Bibliografia

  • Pag. 343-383 V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 274, ISBN 88-506-2449-2.
  • D. Aeschimann, K. Lauber, D.M. Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 672.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F. Conti, G. Abbate, A. Alessandrini, C. Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, pag. 81, ISBN 88-7621-458-5.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 198, Berlin, Heidelberg, 2007, p. 184.
  • Cichorieae Portal, su wp6-cichorieae.e-taxonomy.eu, p. Crepis pyrenaica. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2013).

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