Platycarpheae V. A. Funk & H. Rob., 2009 è una tribù di piante della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Cichorioideae). Comprende solo tre specie, diffuse in Sudafrica, Namibia e Botswana[1][2].

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Platycarpheae
Platycarphella parvifolia
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi II
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùPlatycarpheae
V. A. Funk & H. Rob., 2009
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Generi

Descrizione

Sono piante erbacee perenni, acauli, con foglie allungate disposte in rosetta, e stoloni che si dipartono dalla base della corona.
Il capolino, discoide, ha una struttura complessa costituita da plurimi capolini secondari (sinflorescenza), con corolla di colore dal porpora al rosa, raramente biancastra, con 5 lobi di uguali dimensioni. L'involucro è subgloboso o cilindrico.
Il frutto è un achenio a 3 o 5 facce, scuro, oblungo, con sottili nervature, superficie rugosa o liscia; presenta un pappo squamoso, biancastro, persistente[3].

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[4], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[5] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[6]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[7][8][9]

Filogenesi

Thunberg nel 1800 descrisse la specie tipo di questo gruppo come Cynara glomerata. Lessing nel 1831 incluse la specie descritta da Thunberg in un genere a sé stante, Platycarpha. La collocazione del genere è stata a lungo incerta e nel corso degli anni è stata attribuita dapprima alla tribù delle Vernonieae, successivamente alle Arctotideae, in epoca più recente alle Mutisieae e alle Cardueae.[10]

Una revisione del 2007 includeva nuovamente Platycarpha nella tribù delle Arctotideae, etichettando come incertae sedis la sua collocazione sottotribale.[11] Al genere Platycarpha venivano attribuite 3 specie, Platycarpha glomerata, Platycarpha carlinoides e Platycarpha parvifolia.[12] Le ultime 2 sono state recentemente assegnate ad un genere a sé stante, Platycarphella e quindi all'istituzione della tribù di questa voce.[1]

I risultati di recenti studi molecolari hanno infine portato al riconoscimento delle Platycarpheae come una tribù monofiletica a sé stante all'interno, prima, della sottofamiglia Cichorioideae e in seguito alla sottofamiglia Vernonioideae. Insieme al clade Liabeae-Vernonieae formano un "gruppo fratello". [1]

I caratteri più indicativi della tribù sono:[13]

  • il portamento è relativo a erbe perenni acaulescenti (sono anche stolonifere);
  • le foglie sono allungate prostrate;
  • i capolini si presentano con complcaite strutture secondarie.

I due generi della tribù sono molto diversi morfologicamente e si distinguono per l'habitus, e foglie, lo stilo e il polline.[13]

Composizione della tribù

La tribù Platycarpheae comprende 2 generi e 3 specie[1][2]:

Distribuzione e habitat

La specie con l'areale più ampio è Platycarphella carlinoides, diffusa nel Sudafrica nord-occidentale (provincia del Capo Settentrionale), sugli altipiani centrali della Namibia e nel Botswana. Platycarphella parvifolia è endemica del Sudafrica (provincia del Nordovest, Free State e Mpumalanga) e così pure Platycarpha glomerata (provincia del Capo Orientale e KwaZulu-Natal).[2]

Crescono dal livello del mare, nelle aree costiere del Sudafrica, sino ai 1800 m di altitudine, negli altipiani della Namibia. Prediligono i terreni rocciosi e sabbiosi, in piena luce.[14]

Note

  1. ^ a b c d Funk V.A. & Robinson H, A new tribe Platycarpheae and a new genus Platycarphella in the Cichorioideae (Compositae or Asteraceae) (PDF), in Comp. Newsl. 2009; 47: 24-27.
  2. ^ a b c Funk V.A.& Koekemoer M, A Monograph of the Small Tribe Platycarpheae (Compositae: Cichorioideae), in Systematic Botany 2011; 36(1): 191-208.
  3. ^ Funk V.A., Susanna A. et al., 2009, p.182.
  4. ^ Judd 2007, pag. 520.
  5. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  6. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore APG
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore FS
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore KJ
  10. ^ Funk V.A., Koekemoer M. et al., 2009, p. 471.
  11. ^ Karis, P.O. in Kadereit J.W. & Jeffrey C., 2007, pp.200-202
  12. ^ Mabberley D.J., Mabberley's Plant-Book 3rd edition, Cambridge University Press, UK, 2008, ISBN 978-0-521-82071-4.
  13. ^ a b Funk et al. 2009
  14. ^ Funk V.A., Koekemoer M. et al., 2009, p.475.

Bibliografia

Collegamenti esterni

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