William Todd Lithgow (1854–1908) fu un progettista navale scozzese che diventò il solo proprietario di una società di costruzioni navali estremamente di successo. Per buona parte del XX secolo il suo nome fu Lithgows, dato che fu ulteriormente svillupata dai figli James (1883–1952) e Henry Lithgow (1886–1948) e dal nipote William Lithgow (nato nel 1934). Nel 1950 era la più grande azienda privata di cantieristica navale del mondo.

Biografia

William Lithgow iniziò la sua vita lavorativa come apprendista tracciatore navale a Port Glasgow, sul fiume Clyde, quando questo era la più importante area per la cantieristica navale britannica.

Entrambi i parenti di Lithgow morirono prima che compisse 17 anni. Il padre vendeva filato di cotone e gli lasciò 1000 £ da investire nelle costruzioni navali. Nel 1874 divenne socio di Joseph Russell (c. 1834 – 1917), costruttore d'esperienza e socio di maggioranza della nuova Russell & Co. Anderson Rodger (c. 1843 – 1909) era il terzo socio. Il grosso dei loro affari fu la costruzione di grosse navi a vela in ferro per il trasporto lento a lungo raggio. Lithgow era il capo tracciatore-progettista e il suo lavoro fu fondamentale nella strategia di standardizzare la forma degli scafi e i componenti, per aumentare l'efficienza e il profitto del cantiere.

Mentre la società si espandeva in quella che sarebbe diventata la futura base, il Kingston Yard, Lithgow divenne sempre più ricco. Nel 1879 sposò Agnes Birkmyre, di una prominente famiglia locale di produttori di cordame e costruttori navali. Nel 1883 si trasferirono da Port Glasgow in una nuova grande casa, Drums, poche miglia più a monte, a Langbank. James nacque quell'anno e Henry nel 1886.

Le vendite erano aiutate dal fatto che la Russell & Co. si facesse carico di una porzione dell'investimento degli armatori nelle loro navi, e furono anche la prima compagnia britannica a costruire su specifiche. Dopo la costruzione di 34 navi, per un totale di più di 70000 t in un anno, Lithgow e i suoi soci vinsero nel 1890 il premio Nastro Blu per la maggiore produzione.

Anche se gli anni 80 del XIX secolo furono una decade operosa e piena di successi per Russell & Co., iniziarono però tensioni tra Lithgow e Rodger, che portarono alla dissoluzione della società. A Lithgow rimase il nome originale e il Kingston Yard. Russell, che aveva un'ottima opinione del collega più giovane, si offrì in aiuto ma Lithgow era ora l'unico proprietario dell'azienda.

Gli anni 90 videro un allontanamento dalla prima generazione di navi a vela verso piroscafi da carico e infatti l'ultima nave a vela del cantiere fu varata nel 1894. L'azienda continuò ad ingrandirsi e a prosperare e Lithgow consolidò la posizione della famiglia tramite investimenti in azioni e trasferendo denaro ai suoi figli. James iniziò come apprendista nel 1901, l'anno seguente Lithgow comprò una tenuta a Ormsary, nell'Argyll, e Henry iniziò il suo apprendistato nel 1905.

William Lithgow soffrì di una seria crisi di salute nel 1907 che portò Joseph Russell a tornare a lavorare per aiutare la nuova generazione di Lithgow, dato che la società portava ancora il suo nome. Lithgow morì nel 1908, avendo trasformato le iniziali 1000 £ in più di due milioni. La pubblicazione del suo testamento riportava la dicitura "costruttore di navi milionario", che portò al commento della stampa sull'enorme valore della sua azienda, ancora chiamata Russell & Company. Il nome fu cambiato solo nel 1918, quando la società divenne Lithgows Limited.

Russell & Co.'s best-known ship, Falls of Clyde, was one of their earlier vessels, built in 1878 as part of a series named after Scottish waterfalls for the Falls Line. A four-masted "British medium clipper", solidly built with "iron Z-bar frames and double riveted iron plate", it was highly rated by the insurers, Lloyd's of London. Its maiden voyage was to Karachi, and many more of its early voyages were between different parts of the British Empire. The Falls Line also had Russell & Co. build ships named after the waterfalls at Bruar, Dee, Afton, Foyers, Earn, Garry, Halladale and, lastly, the Falls of Ettrick which was launched in 1894.

In 1891 the Kingston Yard saw the launch of one of the first five-masted ships in the world, Maria Rickmers, and in 1901 Lithgow built what was the "largest four-masted vessel afloat" at the time. This was an oil carrier ordered by the Anglo-American Oil Company: Brilliant.

The city of Dundee has an online collection of photographs of four- and three-masted ships built by Russell & Co. and photographed in Dundee docks in the late 19th century. Looking through these archives and also exploring a database of Clyde-built ships gives a glimpse of the extent of Russell & Co.'s enterprise, and the number of companies who bought their ships.

Note

Bibliografia

  • Moss, Michael S. "William Todd Lithgow - Founder of a Fortune," Scottish Historical Review, April 1983, Vol. 62#1 pp 47–72
  • Slaven, Anthony The Lithgow Family in the Oxford Dictionary of National Biography
  • Walker, Fred M. The Song of the Clyde: A History of Clyde Shipbuilding (1984)
  • Walker, Fred.M. Joseph Russell in the Newsletter of the Royal Institution of Naval Architects (Oct 2005)

Collegamenti esterni

L'Akashi (明石) fu un incrociatore protetto classe Suma della marina imperiale giapponese, gemello del Suma. Il nome Akashi viene dell'antico nome di una porzione della costa vicino a Kobe, nella prefettura di Hyōgo.

Contesto

L'Akashi fu progettato e costruito all'arsenale navale di Yokosuka, come parte di un programma della marina nipponica per troncare la dipendenza dalle potenze straniere per il progetto e la costruzione di nuove navi da guerra, utilizzando progetti e materiali totalmente giapponesi. La costruzione durò 4 anni, dal 1892 al 1896. La chiglia fu posata il 6 agosto 1894, varato il 18 dicembre 1897 e completato il 30 marzo 1899. Anche se armato meno e con protezione più leggera di molti incrociatori contemporanei, la piccola taglia facilitò la costruzione della nave e la sua elevata velocità lo resero utile in molte azioni militari. Come la maggior parte dei progetti giapponesi del periodo, però, si dimostrò poco stabile e marina, a causa del baricentro troppo alto.

Progetto

Il progetto dell'Akashi fu basato su un doppio scafo in acciaio con ponte corazzato al di sotto protetto da paratie stagne trasversali. La corazzatura era del tipo Harvey, presente solo nelle parti essenziali, come attorno alle caldaie, alle polveriere e ai macchinari, con uno spessore di 25 mm sul ponte.

La batteria principale consisteva in due cannoni a fuoco rapido da 152/40, uno sul castello di pua e uno a poppa. Questi cannoni avevano una gittata fino a 9100 m con una velocità di tiro nominale di 5,7 colpi al minuto. L'armamento secondario consisteva in sei cannoni a fuoco rapido da 120 mm montati su estrusioni del ponte superiore. i cannoni secondari avevano una gittata paragonabile a quella di ll'armamento principale e una velocità di tiro di 12 colpi al minuto. Erano presenti anche dieci cannoni Hotchkiss da 47 mm, con una gittata massima di 6000 m e una velocità di tiro di 20 colpi al minuto. Erano posizionati quattro sul ponte superiore, due sul castello di prora, due sul cassero, uno a prua e uno a poppa. Quattro cannoni Nordenfelt da 25 mm erano originariamente a bordo ma furono poi rimpiazzati da 4 mitragliatrici Maxim da 7,62 mm. Due tubi lanciasiluri da 356 mm erano montati sul ponte.

L'impianto propulsivo consisteva in due motori a vapore a triplice espansione verticale con 9 caldaie montate in due locali separati da una paratia stagna.

I problemi di stabilità del Suma furono scoperti prima del completamento dell'Akashi e fu quindi possibile modificarlo durante la costruzione per avere un bordo libero maggiore a mezza nave, più volume coperto a prua e senza coffe di combattimento per abbassare ulteriormente il baricento.

Servizio

Primi anni

Dopo essere entrato in servizio nel marzo 1899, l'Akashi ebbe svariati problemi meccanici e dovette tornare all'arsenale di Yokosuka per riparazioni nell'ottobre dello stesso anno e nel gennaio seguente. Ulteriori riparazioni furono effetuate nel maggio 1900 all'arsenale di Kure e in luglio nell'arsenale di Sasebo.

Il primo incarico oltremare fu tra il luglio e il novembre 1900, in supporto alle forze di sbarco giapponesi che occuparono la città portuale di Tiensin durante la rivolta dei Boxer, come parte del contributo giapponese all'alleanza delle otto nazioni.

Immediatamente al suo ritorno ricevette riparazioni alle caldaie a Kure. Dall'aprile all'ottobre 1901 l'Akashi fu mandata nel sud della Cina e poi nuovamente al raddobbo a Kure. Dal febbraio 1902 l'Akashi fu nuovamente di stanza in Cina ma dovette di nuovo abbreviare la missione quando si scoprì che tre delle caldaia non potevano tenere la pressione e non poteva quindi raggiungere i 14 nodi di velocità. Nel maggio successivo tornò in Cina, dovendo poi tornare in Giappone a giugno. Nell'agosto 1902 l'Akashi fu reputata non più in grado di servire in prima linea e fu trasferita alla flotta di riserva. Non volendo rassegnarsi alla non riuscita della nave, il comando generale della marina imperiale giapponese ordinò che l'Akashi fosse completamente rimodernato nel marzo 1903 presso l'arsenale di Kure e poi fu mandata come nave scuola per l'accademia imperiale del genio navale in crociera sulle coste di Cina e Corea, fermandosi a Fuzhou, Shanghai, Yantai, Inchon, Busan e Wonsan, e tornando a Sasebo nel settembre1903. Nell'ottobre e novembre 1903 l'Akashi fu capace di partecipare alle manovre di combattimento con gli altri incrociatori della flotta. L'Akashi fu allora assegnata come scorta della posacavi che stava posando il primo cavo telegrafico tra Sasebo e Incheon tra l'8 e il 17 gennaio 1904. Durante le prove in mare svolte nel gennaio 1904 l'Akashi raggiunse la velocità massima di 19,5 nodi.

Guerra russo-giapponese

L'Akashi era di base nel distretto di guardia di Chinkai, in Corea, all'inizio della guerra russo-giapponese e immediatamente fu mandata in mare a sud est della penisola di Corea come staffetta telegrafica. Prese parte alla battaglia della baia di Chemulpo, facendo parte della linea di battaglia dietro all'incrociatoreTakachiho e assistendo all'affondamento dell'incrociatore russo Varyag e della cannoniera Korietz. Durante la battaglia un proiettile del Varyag gli passò tra i fumaioli.

In aprile e maggio l'Akashi scortò trasporti che portavano la Seconda Armata giapponese in Manciuria e scortò anche squadre di cacciatorpediniere dal Giappone alla prima linea. Il 15 maggio assistette al salvataggio dei sopravvissuti delle corazzate Hatsuse e Yashima dopo che queste avevano colpito mine davanti a Port Arthur. Prese poi parte al blocco della base navale russa durante la battaglia di Port Arthur.

Il 16 maggio l'Akashi, con gli incrociatori Akitsushima e Chiyoda, bombardò le truppe russe e gli edifici del golfo di Bohai. L'operazione fu cancellata a causa della densa nebbia il 17, quando le cannoniere Ōshima e Akagi ebbero una collisone, causando l'affondamento della prima.

Il 7 giugno l'Akashi, insieme al Suma, alla cannoniera Uji, e a un distaccamento di cacciatorpediniere entrò nel golfo di Bohai per supportare gli sbarchi della seconda armata e in seguito bombardò le installazioni costiere russe e la ferrovia lungo la costa della Manciuria.

Il 10 agosto, durante la battaglia del Mar Giallo, l'Akashi non partecipò alla prima fase perchè arrivò in ritardo. Prese però parte alla rincorsa degli incrociatori russi Askold e Novik, ma non riuscì ad evitare la loro fuga.

Il 10 dicembre l'Akashi colpì una mina mentre pattugliava davanti a Port Arthur. L'esplosione aprì una grossa falla prua, allagando diversi compartimenti e facendola inclinare molto a dritta. A causa del ghiaccio sul ponte e all'oscurità della notte i tentativi di salvataggio furono difficili ma l'equipaggio riuscì a stabilizzare la nave e, accompagnata dagli incrociatori Itsukushima e Hashidate, raggiunse Dalian per le dovute riparazioni.

Durante la battaglia di Tsushima, il 27 maggio 1905, l'Akashi era nel 4° Distaccamento da combattimento, al comando del retroammiraglio Uryu Sotokichi e composto dagli incrociatori Akashi, Naniwa, Takachiho, and Suma. Alla scoperta della flotta russa il 4° Distaccamento attaccò i trasporti russi e gli incrociatori Oleg, Aurora, Vladimir Monomakh e Dmitrii Donskoi, e affondò la corazzata precedentemente danneggiata Knyaz Suvorov e la nave officina Kamchatka. Durante la battaglia l'Akashi ricevette 5 colpi, che buttarono il fumaiolo fuoribordo, uccisero tre marinai di guardia e ne ferirono altri sette. La mattina seguente l'Akashi fu inizialmente rallentato dalle riparazioni ma si unì poi alla ricerca delle rimanenti navi russe, assistendo all'affondamento degli incrociatori corazzati Dmitrii Donskoi  e Svetlana. Il 30 maggio tornò a Sasebo con il cacciatorpediniere catturato Biedovy.

After the battle, on 14 June, "Akashi" returned to Takeshiki Guard District to start patrols of the Korea Strait. She was overhauled at Kure Naval Arsenal from 4–29 July. On 10 October, Akashi intercepted the German-flagged steamer, M Struve (1582 tons), which was attempting to smuggle a cargo of rice, salt, bread and flour to Vladivostok. The steamer was sent with a prize crew to Sasebo.

Akashi arrived in Yokohama to participate in a naval review celebrating the Japanese victory on 23 October 1905.

Prima guerra mondiale

From 1908–1909, future Prime Minister of Japan Suzuki Kantarō served as captain of Akashi. In 1912, Akashi was re-boilered, with her nine horizontal locomotive-style boilers replaced with nine Niclausse boilers.

In World War I, Akashi was part of the IJN 2nd Fleet in combat against the Imperial German Navy at the Battle of Tsingtao. In 1916, she was assigned to patrol the sea lanes from Borneo to the Malacca Straits and eastern Indian Ocean against German commerce raiders, as part of Japan's contribution to the Allied war effort under the Anglo-Japanese Alliance, and was based at Singapore.

Rear-Admiral Kōzō Satō commanded the 2nd Special Squadron with Akashi as flagship with the 10th and 11th Destroyer Units (eight destroyers) based at Malta from 13 April 1917. He was reinforced by the 15th Destroyer Unit with four more destroyers from 1 June 1917 to carry out on direct escort duties for Allied troop transports in the Mediterranean. After being relieved by the cruiser Izumo, Akashi returned to Japanese home waters, where she spent the remainder of the war.

After the end of the war, Akashi was re-designated as a 2nd class coastal defense vessel from 1 September 1921. She was removed from the navy list on 1 April 1928. Deemed obsolete, she was expended as a target for dive bombers south of Izu Ōshima on 3 August 1930.

The main mast of Akashi is preserved at the Japan Maritime Self Defense Academy at Etajima, Hiroshima.

Note

Bibliografia

  • Chesneau, Roger (1979). Conway's All the World's Fighting Ships, 1860–1905. Conway Maritime Press. ISBN 0-85177-133-5.
  • Evans, David C.; Peattie, Mark R. (1997). Kaigun: Strategy, Tactics, and Technology in the Imperial Japanese Navy, 1887–1941. Annapolis: Naval Institute Press. ISBN 0-87021-192-7.
  • Howarth, Stephen (1983). The Fighting Ships of the Rising Sun: The Drama of the Imperial Japanese Navy, 1895–1945. Atheneum. ISBN 0-689-11402-8.
  • Jane, Fred T. (1904). The Imperial Japanese Navy. Thacker, Spink & Co.
  • Jentsura, Hansgeorg (1976). Warships of the Imperial Japanese Navy, 1869–1945. Annapolis: Naval Institute Press. ISBN 0-87021-893-X.
  • Roberts, John (ed). (1983). Warships of the world from 1860 to 1905 – Volume 2': United States, Japan and Russia. Bernard & Graefe Verlag, Koblenz. ISBN 3-7637-5403-2.
  • Schencking, J. Charles (2005). Making Waves: Politics, Propaganda, And The Emergence Of The Imperial Japanese Navy, 1868–1922. Stanford University Press. ISBN 0-8047-4977-9.

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