Il codice ISTAT è un identificativo numerico assegnato a fini statistici alle unità amministrative italiane (esistenti o soppressi) da parte dell'Istituto nazionale di statistica. Il codice fu istituito nel 1966.[1]

Map
Confini del comune di Misiliscemi (codice ISTAT 081025), istituito nel 2021

Formato

Regioni, province e citta metropolitane

Per le regioni è utilizzato un identificativo di due cifre su criterio geografico.

Nel 1966 le province furono identificate su base geografica con un codice ISTAT da tre cifre e numerazione progressiva secondo l'ordine numerico delle regioni d'appartenenza; la numerazione originaria era da 001 Torino a 092 Cagliari.[1] Alle province istituite successivamente furono attribuiti codici in ordine cronologico.

Con la formazione delle città metropolitane vennero creati codici appositi, aggiungendo 200 al codice della provincia originaria. Ad esempio si passò da 037 Provincia di Bologna a 237 Città metropolitana di Bologna. Anche se di norma la prima parte del codice per i comuni è costituito dal codice dell'ente sovracomunale di appartenenza, per le città metropolitane vengono mantenuti i codici delle province originarie (indicati come "storici"); ad esempio il comune di Basicò ha codice che inizia per 083 anche se parte della città metropolitana di Messina che ha codice 283.[2]

Non sono utilizzati codici separati per i liberi consorzi comunali. Per il Friuli-Venezia Giulia, nonostante l'istituzione di Unioni Territoriali Intercomunali e di Enti di decentramento regionale, sono in uso i codici relativi alle province soppresse (indicate come "unità non amministrative").[2]

Comuni

L'identificativo ISTAT dei comuni è composto da sei cifre:

  • le prime tre sono quelle della provincia d'appartenenza (per le città metropolitane si utilizza il codice provinciale "storico");
  • le altre tre originariamente furono assegnate in ordine alfabetico all'interno di ogni provincia partendo da 001; ai comuni costituiti successivamente o trasferiti da un'altra provincia è assegnato il primo codice disponibile.[3]

In caso di soppressione di un comune il codice relativo è ritirato e non più riutilizzabile.[3] Lo stesso avviene in caso di comune trasferito ad altra provincia; però in occasione dell'istituzione delle province di Pordenone (1968), Isernia (1970) e Oristano (1974) i comuni rimasti nelle province originarie (rispettivamente di Udine, di Campobasso e di Cagliari) furono rinumerati a partire da 001, creando così codici non univoci.[4]

Dati storici

 
Confini del comune di San Cipirello (codice ISTAT 082063), istituito nel 1865

Al fine di codificare anche le statistiche relative a comuni non più esistenti, nel 2001 furono pubblicati i codici relativi a quelli soppressi anteriormente al 1966.[5] Riguardo alle province non più facenti parte dell'Italia furono emessi codici di tre cifre con iniziale in 7 (701 per Fiume, 702 per Pola e 703 per Zara); per i comuni soppressi prima del 1966 fu utilizzato un codice con le tre cifre finali a partire da 801.[6]

Le denominazioni obsolete dei comuni furono altresì identificate da codici in cui le tre cifre finali iniziano con 5 a partire da 500;[7] a titolo d'esempio, il comune di Albiano d'Ivrea, codice 001004, prima del 4 febbraio 1863 aveva nome Albiano, a cui è stato assegnato il codice 001500.[8] Nell'elenco ufficiale non compaiono però alcuni cambi di denominazione, come per Pino di Chieri divenuto Pino Torinese dal 2 gennaio 1862.[9]

Con la creazione dell'Archivio storico dei comuni (distribuito in formato CSV) per l'Anagrafe nazionale della popolazione residente sono stati diffusi anche codici relativi alle variazioni territoriali avvenute prima del 1966; i codici risultano inoltre abbinati cronologicamente al codice nazionale attribuito ai comuni dall'Agenzia delle entrate.[10] Il file contiene anche codici che iniziano con 801 e 802 relativi a comuni rispettivamente della Venezia Giulia e della Venezia Tridentina per il periodo tra il 1920 e il 1923. I dati appaiono però incompleti perché non sono presenti numerosi comuni soppressi nel XIX secolo ma considerati dall'elenco ufficiale di ISTAT; ad esempio mancano Legnaia (codice 048803, soppresso nel 1865[11]) e Alteta (codice 044801, soppresso nel 1898[12]). Inoltre mancano i dati più vecchi per alcuni comuni, come nel caso del comune di Marcaria (codice 020031) per il quale sono presenti informazioni solo dal 1872, anziché dal 1861.

Tabelle

Struttura del codice

Tipo Numero di cifre Codice ISTAT Descrizione Epoca Esempio di codice
da a
Regione 2 01 99 Regioni dal 1966 01 Piemonte
Provincia
o città metropolitana
3 001 200 Province o liberi consorzi comunali dal 1966 001 Provincia di Torino
201 400 Città metropolitane 201 Città metropolitana di Torino
701 703 Province cessate (Fiume, Pola e Zara) prima del 1966 701 Provincia di Fiume
801 802 Venezia Giulia e Venezia Tridentina 1920-1923 801 Venezia Giulia
Comune 6 ...001 ...499 Comuni dal 1966 001001 Agliè
...500 ...700 Denominazioni precedenti 001500 Albiano (per Albiano d'Ivrea)
...701 ...800 Comuni ceduti a stato estero prima del 1966 031701 Aidussina
...801 ...999 Comuni soppressi o ceduti ad altra provincia prima del 1966 001801 Abbadia Alpina

Suddivisioni

Ripartizione Regione Provincia Codici dei comuni
1 Nord-ovest 01 Piemonte 201 Torino 001…
002 Vercelli 002…
003 Novara 003…
004 Cuneo 004…
005 Asti 005…
006 Alessandria 006…
096 Biella 096…
103 Verbano-Cusio-Ossola 103…
02 Valle d'Aosta 007 Valle d’Aosta 007…
03 Lombardia 012 Varese 012…
013 Como 013…
014 Sondrio 014…
215 Milano 015…
016 Bergamo 016…
017 Brescia 017…
018 Pavia 018…
019 Cremona 019…
020 Mantova 020…
097 Lecco 097…
098 Lodi 098…
108 Monza e Brianza 108…
2 Nord-est 04 Trentino-Alto Adige 021 Bolzano 021…
022 Trento 022…
05 Veneto 023 Verona 023…
024 Vicenza 024…
025 Belluno 025…
026 Treviso 026…
227 Venezia 027…
028 Padova 028…
029 Rovigo 029…
06 Friuli-Venezia Giulia 030 Udine 030…
031 Gorizia 031…
032 Trieste 032…
093 Pordenone 093…
1 Nord-ovest 07 Liguria 008 Imperia 008…
009 Savona 009…
210 Genova 010…
011 La Spezia 011…
2 Nord-est 08 Emilia-Romagna 033 Piacenza 033…
034 Parma 034…
035 Reggio Emilia 035…
036 Modena 036…
237 Bologna 037…
038 Ferrara 038…
039 Ravenna 039…
040 Forlì-Cesena 040…
099 Rimini 099…
3 Centro 09 Toscana 045 Massa-Carrara 045…
046 Lucca 046…
047 Pistoia 047…
248 Firenze 048…
049 Livorno 049…
050 Pisa 050…
051 Arezzo 051…
052 Siena 052…
053 Grosseto 053…
100 Prato 100…
10 Umbria 054 Perugia 054…
055 Terni 055…
11 Marche 041 Pesaro e Urbino 041…
042 Ancona 042…
043 Macerata 043…
044 Ascoli Piceno 044…
109 Fermo 109…
12 Lazio 056 Viterbo 056…
057 Rieti 057…
258 Roma 058…
059 Latina 059…
060 Frosinone 060…
4 Sud 13 Abruzzo 066 L'Aquila 066…
067 Teramo 067…
068 Pescara 068…
069 Chieti 069…
14 Molise 070 Campobasso 070…
094 Isernia 094…
15 Campania 061 Caserta 061…
062 Benevento 062…
263 Napoli 063…
064 Avellino 064…
065 Salerno 065…
16 Puglia 071 Foggia 071…
272 Bari 072…
073 Taranto 073…
074 Brindisi 074…
075 Lecce 075…
110 Barletta-Andria-Trani 110…
17 Basilicata 076 Potenza 076…
077 Matera 077…
18 Calabria 078 Cosenza 078…
079 Catanzaro 079…
280 Reggio Calabria 080…
101 Crotone 101…
102 Vibo Valentia 102…
5 Isole 19 Sicilia 081 Trapani 081…
282 Palermo 082…
283 Messina 083…
084 Agrigento 084…
085 Caltanissetta 085…
086 Enna 086…
287 Catania 087…
088 Ragusa 088…
089 Siracusa 089…
20 Sardegna 090 Sassari 090…
091 Nuoro 091…
292 Cagliari 092…
095 Oristano 095…
111 Sud Sardegna 111…
Non più esistenti 701 Fiume 701…
702 Pola 702…
703 Zara 703…

Elementi non codificati

Nelle versioni pubblicate fino a inizio 2022 tra i codici ISTAT per i comuni soppressi non appaiono alcuni comuni che hanno però fatto parte del Regno d'Italia.

Come unità amministrative non risultano codificati circondari e mandamenti del Regno d'Italia, soppressi nel 1927.[25]

Note

  1. ^ a b Istat 1967.
  2. ^ a b Elenco dei codici e delle denominazioni delle unità territoriali, su Codici statistici delle unità amministrative territoriali: comuni, città metropolitane, province e regioni, istat.it, Istituto nazionale di statistica.
  3. ^ a b Istat 1967, p. VII.
  4. ^ Nota informativa. Codici di comuni, città metropolitane, province, regioni e variazioni territoriali e amministrative (PDF), su Istat.
  5. ^ Istat 2001.
  6. ^ Istat 2001, p. 12.
  7. ^ Elenco delle denominazioni precedenti, su Codici statistici delle unità amministrative territoriali: comuni, città metropolitane, province e regioni, istat.it, Istituto nazionale di statistica. URL consultato il 4 maggio 2022.
  8. ^ Regio Decreto 21 dicembre 1862, n. 1083, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 20 ottobre 1863. URL consultato il 5 aprile 2022.
  9. ^ Regio decreto 1 dicembre 1861, n. 344, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 18 dicembre 1861.
  10. ^ Archivio storico dei comuni, su Anagrafe nazionale della popolazione residente.
  11. ^ Regio decreto 26 luglio 1865, n. 2412, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 29 luglio 1865.
  12. ^ Regio decreto 29 luglio 1898, n. 376, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 30 agosto 1898.
  13. ^ Arcagnano, su Ministero delle finanze.
  14. ^ Zunico, su Ministero delle finanze.
  15. ^ a b Legge 20 febbraio 1862, n. 1009, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 11 dicembre 1862.
  16. ^ a b c Regio decreto 23 novembre 1862, n. 1011, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 12 dicembre 1862.
  17. ^ San Savino, su Ministero delle finanze.
  18. ^ Gere del Pesce, su Ministero delle finanze.
  19. ^ Straconcolo, su Ministero delle finanze.
  20. ^ Legge 21 aprile 1862, n. 1010, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 11 dicembre 1862.
  21. ^ Tabella in Regio decreto 13 ottobre 1866, n. 3282, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 24 ottobre 1866.
  22. ^ Decreto del Regio Commissario del 6 settembre 1866. E. Fontebasso, I primi anni dell'indipendenza. Documenti municipali della città di Treviso, Treviso, 1874, p. 22.
  23. ^ Regio decreto 19 gennaio 1922, n. 22, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 2 febbraio 1922.
  24. ^ Regio decreto 30 novembre 1922, n. 1589, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 15 dicembre 1922.
  25. ^ Regio decreto-legge 2 gennaio 1927, n. 1, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 11 gennaio 1927.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni