Società Sportiva Lazio
La Società Sportiva Lazio 1900, nota come S.S. Lazio o, più semplicemente, Lazio, è una società polisportiva fondata a Roma il 9 gennaio 1900, militante in Serie A, ed è tra le principali società di calcio italiane e una delle più antiche d'Europa. Insieme alla Roma, rappresenta la capitale italiana nel calcio. È la più antica delle squadre di calcio di Roma.
SS Lazio Calcio ![]() | |
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Biancocelesti, Biancazzurri, Aquilotti, Biancoblù | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Simboli | Aquila |
Inno | "Vola Lazio Vola", "Non Mollare Mai" Tony Malco, Francesco Scarcelli |
Dati societari | |
Città | Roma |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | File:Italy national football team crest.png FIGC |
Fondazione | 1900 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Olimpico (83.000 posti) |
Sito web | www.sslazio.it |
Palmarès | |
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Scudetti | 2 |
Trofei nazionali | 4 Coppe Italia 2 Supercoppe italiane |
Trofei internazionali | 1 Coppe delle Coppe 1 Supercoppe UEFA |
Si invita a seguire il modello di voce |
Nata come società podistica agli inizi del secolo, ha incrementato nel corso degli anni il numero di discipline praticate, tanto da divenire la più grande polisportiva d'Europa. La sezione più titolata della società è sicuramente quella calcistica, una delle più antiche d'Italia.
Nel corso della sua storia ultracentenaria è arrivata due volte prima in campionato, tre volte seconda e sei volte terza. Tra i trofei più importanti ha vinto quattro Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea.
Attualmente, la Lazio è la sesta squadra d'Italia per numero di tifosi, dietro Juventus, Milan, Inter, Napoli e Roma.[1].
Struttura della polisportiva
La sezione calcistica è compresa in una società polisportiva che conta attualmente, oltre al calcio, altre 36 discipline tra cui calcio femminile, calcio a 5, nuoto, pallanuoto, rugby, baseball, cricket, pallavolo, hockey su prato, triathlon,[2] atletica leggera,[3] canoa polo e, in epoche meno recenti, basket e ciclismo. Nuove sezioni sono state aggiunte recentemente, in particolare football americano e motociclismo.
S.S. Lazio Handicap
Storia
La Lazio nasce a Roma il 9 gennaio 1900 come società podistica; fondazione che avviene in un ufficio in piazza della Libertà, tra il rione Prati e l’odierno quartiere delle Vittorie.
Presto la società diviene polisportiva e vengono scelti come colori sociali il bianco e il celeste, in omaggio alla bandiera della Grecia, patria dello sport e dei Giochi Olimpici, al cui spirito i fondatori della Lazio si ispirano (la fondazione avviene tra la I Olimpiade, disputata ad Atene nel 1896, e la II, che si sarebbe tenuta a Parigi di lì a poco, nell’estate del 1900).[4]
Come simbolo viene scelta l’aquila romana, emblema delle legioni imperiali e, per metafora, immagine della potenza di Roma nel mondo (l'aquila è anche il simbolo di Zeus, "Signore dell' Olimpo").
Fondatori della società sono: Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Giacomo Bigiarelli, Luigi Bigiarelli (sottufficiale dei bersaglieri), Alceste Grifoni, Giulio Lefévre, Galileo Massa, Alberto Mesones ed Enrico Venier. A loro ricordo nel 2000, in occasione del centenario, è stata affissa in piazza della Libertà (Roma, Prati), una targa per ricordare i loro nomi, voluta dall'allora presidente laziale Sergio Cragnotti.
Storia della sezione calcistica
Divisione Nazionale a gironi
La prima partita non ufficiale di calcio con un’altra squadra (fino ad allora le partite si erano disputate tra i soci) viene disputata il 16 maggio 1902 in Piazza d'Armi (la zona dell’attuale piazza Bainsizza, non distante da piazza Mazzini) e vede la Lazio battere la Virtus (squadra nata da una polemica scissione dalla stessa Lazio) per 3-0 con tripletta del centrattacco Sante Ancherani. Secondo altre fonti, questa partita si è disputata nel 1904 e una delle marcature è stata realizza da Masini.[5]
Negli anni successivi la Lazio inizia a confrontarsi con altre realtà calcistiche italiane, in particolare nel centro Italia, anche se tali confronti non valgono mai a livello ufficiale.[6]
Nel 1907 la Federazione Italiana Football (futura FIGC) sponsorizza il Campionato Romano di I Categoria, che si conclude con la vittoria della Lazio in finale sulla Virtus. Tale successo, tuttavia, non costituisce titolo per un'eventuale ammissione ufficiale alle fasi successive del campionato nazionale.
Con l’estensione del campionato nazionale da parte della FIGC al centro-sud, il Campionato Romano viene declassato a III Categoria impedendo così nuovamente la partecipazione della Lazio al torneo nazionale. Nel 1913 la FIGC riforma il campionato e ammette alla Prima Divisione le squadre del centro-sud, che giocano in un girone autonomo. La finale scudetto viene giocata tra le vincitrici dei gironi nord e quelle del centro-sud.
Fu la Lazio la prima squadra campione del centro-sud (la finale scudetto venne disputata poi contro la Pro Vercelli e fu vinta dai piemontesi per sei a zero). In seguito la Lazio, prima dell'introduzione del Girone Unico, giunse alla finale nazionale per lo scudetto in altre due occasioni, nel 1914 (sconfitta dal Casale) e nel 1923 (sconfitta dal Genoa). Nel 1927, anno di nascita della futura rivale cittadina della Lazio, la Roma (costituita sull’eredità di Alba Audace, Roman e Fortitudo) si è in pieno sforzo propagandistico da parte del Partito Nazionale Fascista, che tenta di ridisegnare una nuova mappa dell’identità culturale italiana; la cosa coinvolge usi e costumi, anche lo sport.
Così si cerca di unificare le squadre di calcio romane in un unico club che, in linea col ruolo centrale che il Fascismo voleva per Roma, potesse primeggiare a livello nazionale e competere con le squadre dei gruppi industriali del Nord: la Juventus, (già all’epoca di proprietà della famiglia Agnelli), il Milan e l'Inter, nel frattempo ribattezzata Ambrosiana.
A contrastare il tentativo di unificazione c'è il generale della Milizia Giorgio Vaccaro, che riesce a convincere i gerarchi a desistere da un progetto che comporterebbe l’unificazione di due squadre e due mondi diversi.[7][8] Dopo la guerra, Vaccaro diverrà anche presidente della Lazio (1965).
Gli anni trenta
A partire dalla stagione 1929/30 viene istituito il campionato a girone unico.
L'esordio in Serie A della compagine biancoceleste avviene il 6 ottobre 1929 nello stadio della Rondinella, contro il Bologna campione in carica. Gli inizi sono dei più beneauguranti, il risultato è infatti di 3 a 0 per la Lazio; il resto della stagione sarà tutt'altro che esaltante, con un quindicesimo posto raggiunto all'ultima giornata.
I primi del decennio sono gli anni della Brasilazio, una formazione imbottita di brasiliani che però non ottiene il successo sperato. Le sue infatti, sono prestazioni altalenanti, i risultati a fine stagione sono un ottavo posto nel 1930/31 e un tredicesimo nel 1931/32. Nell'estate del 1932 Sturmer sostituisce come allenatore il brasiliano Barbuy e nello stesso anno la Lazio batte la Roma per 2 a 1 nel derby casalingo, ottenendo il primo successo contro i "cugini". A dimostrazione di come la stracittadina fosse già molto sentita, nonostante si giocasse solo da pochi anni, il Littoriale descriveva così l'ingresso in campo:
Con la presidenza Gualdi aumentano anche le ambizioni, vengono acquistati, Piola e Ferraris IV e nella stagione 1936/37 la Lazio raggiunge il secondo posto alle spalle del Bologna, all’epoca una delle squadre più forti d’Europa, dopo aver terminato il girone d'andata in testa e aver visto sfumare lo scudetto a causa degli infortuni e di riserve non all'altezza. In quel periodo la squadra é trascinata da uno dei migliori attaccanti della storia del calcio, Silvio Piola. Piola a Roma gioca per nove stagioni e vanta tuttora il record di marcature in serie A con la Lazio (143 su 274 sue reti in totale in Serie A tra Pro Vercelli, Lazio, Juventus e Novara a cui dovrebbero aggiungersi i 27 gol segnati da Piola con la maglia del Torino nel Campionato di Guerra 1943/44 e i 16 con la Juventus del Campionato 1945/46 a due gironi geografici, i cui risultati non furono mai conteggiati a fini statistici).
In quello stesso anno la squadra fa anche le prime esperienze europee ad alti livelli partecipa alla Coppa Europa e viene sconfitta solo in finale dal Ferencvaros.
Gli anni seguenti sono privi di grandi soddisfazioni, eccezion fatta per il derby del 1939 in cui i biancocelesti espugnano il campo Testaccio con un secco 2 a 0. L'anno seguente, invece, viene raggiunto un ottimo quarto posto dietro le grandi dell'epoca: Ambrosiana, Bologna e Juventus.
Gli anni quaranta
È l'epoca del Grande Torino e la Lazio si attesta in posizioni di mezza classifica. Nel 1943 il campionato viene sospeso per cause belliche. A livello locale viene organizzato il Campionato Romano con il quale sembra tornare all'epoca dei pionieri. Finita la guerra, nel campionato del 1945/46, diviso in due gironi, non riesce a raggiungere la fase finale. Anche quella del 1948/49 è una stagione difficile, con stipendi al minimo e giocatori che scioperano e a metà stagione la Lazio si ritrova ultima nonostante l'illusione degli otto gol rifilati al Bologna. Tocca al presidente Zenobi ricostruire e i risultati non tardano ad arrivare. La Lazio conclude al tredicesimo posto, in una partita casalinga costringe al pareggio il grande Torino. L'anno seguente si classifica quarta mostrando una difesa di ferro e grandi prestazioni del portiere Sentimenti IV, che era stato scartato dalla Juventus perché giudicato ormai vecchio. La posizione viene confermata nel campionato seguente.
Gli anni cinquanta
Nel frattempo, complice una defezione internazionale della Juventus, la Lazio si riaffaccia sul panorama internazionale giocando la Coppa Latina del 1950 (antesignana della Coppa dei Campioni). I risultati non sono quelli sperati, ma il misurarsi con altre realtà calcistiche contribuisce alla crescita sportiva del club.[9] Nel 1953 termina l'era Zenobi sotto la quale la Lazio era riuscita a ridurre la differenza con le squadre del nord e vincere sette derby su otto. Gli succede Tessarolo, vengono acquistati giocatori importanti ma a fine carriera, questa politica non porta grossi risultati, provoca invece problemi di bilancio. Nella stagione 1955/56 viene effettuata un'onerosa campagna acquisti, spiccano i nomi di Selmosson e Muccinelli. Il campionato si svolgerà tra alti e bassi e si concluderà con un terzo posto.
L'estate successiva con altri acquisti si cerca di consegnare a Carver una squadra che possa vincere finalmente il titolo, ma, complice una partenza a rilento, sarà ancora terzo posto nonostante le vittorie entrambe per 3 a 0 su Milan e Fiorentina, le prime due classificate al termine del campionato. Tessarolo lascia la società con un ingente deficit di bilancio. La gestione successiva si occupa soprattutto di ripianare i debiti, ma arriva comunque la conquista del primo trofeo ufficiale: la Coppa Italia del 1958,[10] con "Fuffo" Bernardini in panchina. La gioia dura poco, in estate viene ceduto Selmosson alla Roma generando una vera e propria rivolta dei tifosi. Con lui partono anche altri giocatori di esperienza, la Lazio si affida a calciatori promettenti e di prospettiva, il risultato sarà un undicesimo posto. Nel 1959/60 la Lazio, a causa delle perduranti difficoltà economiche, cede anche Humberto Tozzi, l'unico giocatore di livello rimasto.
Gli anni sessanta
È sicuramente un decennio tra i più negativi della storia della Lazio: nel 1961 arriva la prima retrocessione in serie B, che condanna così la squadra al primo dei suoi 11 campionati nella serie cadetta (l’ultimo nel 1987/88).
Il ritorno nella massima serie sarebbe immediato se l'arbitro Rigato, nella partita decisiva contro il Napoli, vedesse il tiro di Seghedoni infilatosi nella rete per poi uscire.[11]
La squadra viene poi affidata all'allenatore argentino Juan Carlos Lorenzo e nel 1963 termina il purgatorio della Serie B, la Lazio conquista la promozione nella partita casalinga contro la Pro Patria davanti ad oltre 60.000 spettatori.
Nel 1963/64 Lorenzo ottiene un buon ottavo posto con una squadra giovane. L'anno seguente l'argentino passa sull'altra sponda del Tevere.
Con Mannocci in panchina i biancocelesti raggiungono la salvezza ma a fine stagione si riaffaccia la crisi finanziaria, la presidenza viene rilevata da Umberto Lenzini, un personaggio che da lì a poco cambierà la storia della Lazio.
La sua presidenza inizia però nel peggiore dei modi, dopo una stagione anonima arriva una nuova retrocessione in Serie B dopo che in estate c'era stata una deludente campagna acquisti.
Partita per vincere il campionato la Lazio si ritrova a lottare nelle parti basse della classifica, subentra come allenatore Lorenzo, di ritorno dalla Roma dove aveva decisamente fallito, che ottiene la salvezza.
Nella stagione seguente, anche grazie ad acquisti finalmente all'altezza, la Lazio torna in Serie A con due giornate d'anticipo.
- 1929 - Pietro Piselli
- 1930 - Ferenc Molnár
- 1931 - Amilcar Barbuy
- 1932 - Karl Sturmer
- 1934 - Walter Alt
- 1936 - József Viola
- 1939 - Luigi Allemandi
- 1939 - Géza Kertész
- 1941 - Ferenc Molnár
- 1941 - Dino Canestri
- 1941 - Alexander Popovich
- 1945 - Tony Cargnelli
- 1948 - Orlando Tognotti
- 1949 - Mario Sperone
- 1951 - Giuseppe Bigogno
- 1953 - Mario Sperone
- 1954 - Federico Allasio
- 1955 - George Raynor
- 1955 - Roberto Copernico
- 1955 - Luigi Ferrero
- 1956 - Roberto Copernico
- 1956 - Luigi Ferrero
- 1956 - Jesse Carver
- 1957 - Milovan Ćirić
- 1958 - Alfredo Monza
- 1958 - Fulvio Bernardini
- 1960 - Enrico Flamini
- 1960 - Jesse Carver
- 1961 - Paolo Todeschini
- 1962 - Alfonso Ricciardi
- 1962 - Carlo Facchini
- 1963 - Juan Carlos Lorenzo
- 1964 - Umberto Mannocci
- 1966 - Maino Neri
- 1967 - Renato Gei
- 1968 - Roberto Lovati
- 1968 - Juan Carlos Lorenzo
- 1971 - Tommaso Maestrelli
- 1975 - Giulio Corsini
- 1976 - Tommaso Maestrelli
- 1976 - Luís Vinício
- 1978 - Roberto Lovati
- 1980 - Ilario Castagner
- 1982 - Roberto Clagluna
- 1983 - Juan Carlos Morrone
- 1984 - Paolo Carosi
- 1985 - Juan Carlos Lorenzo
- 1985 - Giancarlo Oddi
- 1985 - Roberto Lovati
- 1985 - Luigi Simoni
- 1986 - Eugenio Fascetti
- 1988 - Giuseppe Materazzi
- 1990 - Dino Zoff
- 1994 - Zdeněk Zeman
- 1997 - Dino Zoff
- 1997 - Sven-Göran Eriksson
- 2001 - Dino Zoff
- 2001 - Alberto Zaccheroni
- 2002 - Roberto Mancini
- 2004 - Domenico Caso
- 2005 - Giuseppe Papadopulo
- 2005 - Delio Rossi
Gli anni settanta
Nel campionato 1969/70 la Lazio può contare sui gol di Giorgio Chinaglia e sul libero Pino Wilson, arrivati in estate un po' in sordina dall'Internapoli. Raggiunge una salvezza tranquilla. Nel 1970/71, dopo un girone di ritorno disastroso, la Lazio retrocede nuovamente in Serie B. L'ambiente ha bisogno di una svolta, è così che il presidente Umberto Lenzini pensa a Tommaso Maestrelli uno degli allenatori in ascesa in quel periodo.
Una scelta azzeccatissima visto che la Lazio torna subito in Serie A. In estate tra non poche polemiche viene ceduto Giuseppe Massa all'Inter, a Roma arrivano Mario Frustalupi, Renzo Garlaschelli, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Martini.
Si viene a formare un gruppo di giocatori tra di loro eterogenei ma dotati di estro e personalità, guidati e tenuti insieme da Tommaso Maestrelli, allenatore - psicologo e tuttofare, che dà alla squadra che un gioco brillante molto simile al calcio totale reso famoso dagli olandesi di quella generazione ai mondiali di Germania del 1974.
Nel 1972/73, appena rientrata in Serie A, si ritrova a lottare praticamente fino all'ultima giornata per lo scudetto. Prima dell'ultima partita del torneo comanda il Milan con 44 punti, seguono Lazio e Juventus appaiate ad un solo punto. La fine del primo tempo vede i rossoneri e i bianconeri perdere rispettivamente a Verona e a Roma contro i giallorossi mentre la Lazio pareggia a reti bianche a Napoli. Nel secondo tempo i torinesi ribaltano il risultato, il gol del Napoli consegna un contestatissimo titolo alla Juventus, la Lazio termina terza.
Il campionato riparte tra lo scetticismo dell'opinione pubblica che non crede che la Lazio possa ripetersi. La tifoseria è ancora amareggiata per il finale dell'anno prima ma è consapevole della forza della squadra che esprime un gioco spettacolare. L'unica aggiunta ad un meccanismo già collaudato è la giovane ala Vincenzo D'Amico proveniente dalle giovanili. La stagione è una vera e propria cavalcata, interrotta solo da qualche incertezza in alcune partite. La vittoria per 3 a 1 nello scontro diretto contro la Juventus e la prova di forza nel derby di ritorno, in cui la Lazio è capace di ribaltare il risultato contro una Roma che vuole arrestare a tutti i costi la marcia dei biancocelesti, portano saldamente la squadra in testa alla classifica.
La Lazio perde un'ultima partita con il Torino ma riesce comunque a laurearsi Campione d'Italia,[12] con una giornata d'anticipo, nell'incontro casalingo contro il Foggia in un Olimpico stracolmo.[13] Nonostante lo Scudetto e i relativi incassi la società non gode di grande floridezza economica, in estate è pressoché immobile sul mercato. Il campionato 1974/75 non è trionfale come quello precedente, inoltre si viene a sapere che Maestrelli è afflitto da una grave malattia e ciò non può che influire negativamente sull'andamento. La stagione si conclude al quarto posto con Lovati in panchina, ma la mente di tutti i laziali è rivolta sicuramente altrove. Viene ceduto Frustalupi, punto di riferimento del centrocampo, la panchina affidata a Corsini, Giorgio Chinaglia emigra in America al Cosmos. La Lazio rimane invischiata nella lotta per non retrocedere, è necessario il ritorno di Maestrelli perché venga evitata la Serie B.
Nel campionato 1976/77 Lenzini chiama Luis Vinicio sulla panchina e strappa Cordova alla Roma, è una Lazio che fa forza sul proprio vivaio, oltre a Giordano e D'Amico si mettono in luce anche Manfredonia e Agostinelli. A fine stagione la squadra arriva quinta, ma due lutti sconvolgono l'ambiente, quelli di Maestrelli e Re Cecconi, il secondo ucciso da un colpo di pistola mentre faceva uno scherzo simulando una rapina.
Quella formazione che solo pochi anni prima aveva conquistato uno storico traguardo si viene a sgretolare, Pulici viene ceduto al Monza e sostituito da Claudio Garella voluto da Luís Vinício. L'allenatore con i suoi metodi rigidi non ha più il controllo della squadra, viene sostituito da Bob Lovati che ancora una volta si erge a salvatore della patria e riesce a raggiungere la salvezza. Viene confermato anche nella stagione seguente, la Lazio si classifica ottava, Bruno Giordano diventa capocannoniere con 19 gol.
Gli anni ottanta
La stagione 1979/1980 è forse la più drammatica di tutta la storia laziale, durante il derby viene ucciso il tifoso laziale Vincenzo Paparelli colpito da un razzo proveniente dalla curva romanista. Sul finire dell'anno scoppia lo "Scandalo calcioscommesse", e la Lazio viene retrocessa in Serie B insieme al Milan e alcuni suoi giocatori squalificati per delibera della CAF.[14]
La squadra faticherà a riaversi: Giorgio Chinaglia, tra gli artefici in campo dello scudetto del 1974, assume la presidenza della società dopo il suo ritorno in Serie A nel 1983, ma la squadra, dopo una stentata salvezza nel 1984 retrocede di nuovo nel 1985.
Ancora più difficile per la Lazio è la situazione creatasi dopo il coinvolgimento della società nel cosiddetto “secondo scandalo calcioscommesse” del 1986: la squadra, già militante in Serie B, è penalizzata di 9 punti per la stagione 1986/87, cosa questa che minacciava seriamente di far finire la squadra in Serie C per la prima volta nella sua storia. La squadra riesce a raggiungere il terzultimo posto insieme al Taranto e al Campobasso, contro i quali è costretta a spareggiare a Napoli nel giugno 1987 per non retrocedere. Alla fine, battendo il Campobasso, la Lazio riesce a mantenere la Serie B. Quella salvezza ebbe l’effetto di avvicinare ancor più i tifosi alla squadra. La società viene, nel frattempo, rilevata da Gianmarco Calleri che, dopo la promozione in Serie A e il risanamento economico, la vende al finanziere - ex direttore finanziario del gruppo alimentare Ferruzzi-Gardini - Sergio Cragnotti.
Gli anni novanta
L'inizio dell'era Cragnotti
Cragnotti, uscito dalla Enimont, una società del gruppo Ferruzzi, con 100 miliardi di lire e all’epoca proprietario delle alimentari Cirio e Del Monte Food, con stile spregiudicato[15] costruirà una delle realtà calcistiche più forti a livello mondiale. Sergio Cragnotti arriva alla Lazio nel 1992, gli fu suggerito di investire nel mondo del calcio, dato che all'epoca si occupava di risanare e vendere società produttive ma in difficoltà decise di acquistare una Lazio reduce dalla serie B, con lo scopo di portarla in alto e rivenderla al miglior offerente, presto però Cragnotti, come racconta nel suo ultimo e unico libro, si ritrovò costretto a tenere la Lazio per lungo tempo e ad abbandonare l'idea di una sua pronta cessione. La sua prima stagione alla Lazio non è certo scintillante ma arrivano alcuni giocatori importanti come Gascoigne, Favalli, Winter e Signori che poi diverranno la base della Lazio per gli anni successivi e si classifica quinta a fine anno guadagnandosi l'ingresso in Europa che la Lazio non raggiungeva ormai da quasi vent'anni. L'anno successivo si caratterizza per un altro innesto, stavolta dalle giovanili, di fondamentale importanza: Alessandro Nesta. Il vero uomo guida per la Lazio fino alla sua triste cessione nel 31 agosto 2002. Quell'anno la Lazio guidata da Dino Zoff arriva quarta, in Uefa invece esce ai sedicesimi.
L'arrivo di Zeman
Nel 1994 la Lazio decide di puntare su un tecnico emergente, che proviene da stagioni molto positive nel Foggia: è il turno di Zdenek Zeman che, più tardi, dirà che la Lazio è la squadra più forte che abbia mai allenato.
Il suo arrivo scuote il gioco, si passa dal gioco difensivista di Zoff al 4-3-3 sbilanciato del boemo. L'emergente ex tecnico dei rossoneri alterna alcuni risultati nettamente posiviti tra i quali un 8 a 2 alla Fiorentina, un 7 a 1 al "suo" Foggia, un 5 a 1 al Napoli, un clamoroso 4 a 1 all'Inter a prestazioni decisamente meno convincenti. Troppo spesso la Lazio butta via delle partite nelle quali forse un po' più di elasticità tattica le sarebbe stata sufficiente per conquistare i 3 punti.
Il primo anno di Zeman si concluderà con un ottimo secondo posto a 10 punti dalla Juventus, tale risultato sarà oggetto di discussione negli anni successivi: i più accaniti fan di Zeman sostengono che tale scudetto andrebbe assegnato alla Lazio dato che la Juventus, quell'anno, avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti. Quello fu il miglior piazzamento di tutta la carriera del tecnico ceco. In Coppa Uefa la Lazio arriverà ai quarti di finale, fino ad allora mai raggiunti, eliminata da Borussia Dortmund per un gol subito negli ultimi minuti. la partita fu giocata di martedì ed alla Lazio, che la domenica sera precedente aveva giocato la partita di campionato con il Napoli, non fu concesso di spostare l'incontro.
Nella stagione a seguire, 1995/1996, la Lazio continua ad offrire uno spettacolo simile a quello della precedente stagione, con altrettanti bizzarri risultati, in Europa si ferma ai sedicesimi di finale ed in campionato conclude con un eccellente terzo posto, che la fa accedere alla Coppa Uefa. L'anno successivo segna la conclusione dell'avventura del tecnico boemo sulla panchina biancoceleste, una sconfitta per 2 a 1 con il Bologna segnerà la fine di 3 anni nei quali la Lazio aveva brillato come gioco ma non aveva ottenuto comunque nessun successo, l'unica magra consolazione è la vittoria di Giuseppe Signori nella classifica dei capocannonieri del 1995/1996. Il traghettatore di quella squadra diviene l'esperto Dino Zoff, che conclude comunque con un positivo quarto posto e la "solita" eliminazione ai sedicesimi di Coppa Uefa.
Il ciclo di Eriksson
Nel 1997/1998 la Lazio decide che è giunta l'ora di puntare su un tecnico esperto sia a livello internazionale sia a livello nazionale, la scelta ricade su Sven Goran Eriksson. Un allenatore, fino a quel momento, che viene descritto come un eterno perdente, per lui il ritorno a Roma, stavolta sponda laziale, è però una vera benedizione. È infatti proprio nella Lazio che Eriksson conosce il suo periodo più felice, dal 1997 al 2001 non passa una stagione senza vincere un trofeo, è l'unico allenatore della Lazio a riuscirci. Il suo arrivo spinge ancor di più Cragnotti ad investire nel suo sogno, portare la Lazio a vincere il suo secondo scudetto. Arrivano 4 acquisti di una caratura notevole: Matias Almeyda, Vladimir Jugović, Roberto Mancini e Alen Boksic i quali vanno solo ad aggiungersi ad una squadra che era già piena di importanti giocatori come Pavel Nedved, Pierluigi Casiraghi, Paolo Negro e il già citato Alessandro Nesta. La Lazio per bocca del suo presidente punta già quell'anno al titolo, ed infatti lotta per lo scudetto fino a sette giornate dal termine quando viene sconfitta dalla Juventus in casa anche grazie ad un clamoroso errore dell'arbitro che non vede un evidentissimo fallo di mano in area dello juventino Mark Iuliano. La Lazio centra però la Coppa Italia e giunge ad un passo dalla Coppa Uefa. Curiosamente, nello stesso giorno della finale di Coppa Uefa, la Lazio entra in borsa. La Coppa Italia viene vinta ai danni del Milan dopo un'incredibile rimonta, in seguito ad una beffarda sconfitta con gol di Weah, nell'altra sfida contro i milanesi dell'Inter la Lazio esce sconfitta per 3 a 0, abbandonando il sogno di Cragnotti di portare il primo trofeo europeo a Roma. Ma il sogno è solo rinviato.
Birmingham, Villa Park, 19 maggio 1999
Marcatori: 7' Vieri 11' Dani 80' Nedved
LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, D.Stankovic (56’ Sergio Conceicao), Almeyda, Mancini (90’ Couto), Nedved (83’ Lombardo), Salas, Vieri. Allenatore: Eriksson.
MAIORCA: Roa, Olaizola, Marcelino, Siviero, M.Soler, Lauren, Engonga , J.Stankovic, Ibagaza, Dani, Biagini (72’ Paunovic ). Allenatore: Cuper.
Arbitro: Benko (Austria)
Ammoniti: Mihajlovic, Siviero, Vieri e Marchegiani
Spettatori: 33.000
L'anno successivo avrà un sapore a metà tra il dolce e l'amaro. Arrivano Iván de la Peña, all'epoca considerato come un emergente fenomeno, Fernando Couto, Sinisa Mihajlovic, Sergio Conceicao, Dejan Stankovic, strappato alla Roma in extremis, e Marcelo Salas. Non pago, il presidente Cragnotti decide di comprare il giocatore italiano che meglio aveva fatto nei mondiali, appena terminati, di Francia '98: Christian Vieri. Al termine di una trattativa lampo il presidente romano brucia la Juventus, intenzionata a riprenderlo, e ufficializza l'acquisto del giovane Vieri.
Sembra tutto pronto per la conquista dello scudetto, la stagione va confermandolo dato che la Lazio domina il campionato senza rivali e in Europa convince passando man mano tutti i turni della Coppa delle Coppe, giunta alla sua ultima edizione. Non tutto però va come sperato: la Lazio ha un finale di stagione un po' infelice e il Milan si avvicina passo passo, alla penultima giornata il vantaggio è ormai ridotto all'osso e un episodio sfavorevole condanna i capitolini a dire addio al sogno scudetto, almeno per quell'anno: Mirri atterra Salas in area, l'arbitro Treossi lascia proseguire e la Fiorentina ferma beffardamente la Lazio sull'1 a 1. La giornata successiva la Lazio batte inutilmente il Parma. Sembra vivere un incubo la Lazio, alla quale anche nello scontro diretto con il Milan era stata annullata una rete regolare di Vieri, proprio quando era ad un passo dal sogno. Tutt'oggi molti tifosi capitolini continuano a sostenere che la Lazio meritò più lo scudetto quell'anno che nell'anno successivo. Va comunque detto che l'episodio di Firenze e quello precedente, relativo allo scontro diretto contro il Milan, non furono gli unici sospetti di una stagione comunque fantastica, ma che contò uno strano e opposto comportamento da parte dei direttori di gara nei confronti delle candidate al titolo. La stagione però non è assolutamente da buttare: la Lazio affronta il Real Club Deportivo Mallorca di Hector Cuper, un giovane tecnico argentino che ha portato in finale una squadra da tutti considerata come una vera e propria sorpresa. Questa volta la Lazio non fallisce: i gol di Vieri e Nedved portano a Roma l'ultima edizione della Coppa delle Coppe, il primo trofeo europeo riconosciuto dall'UEFA vinto a Roma dopo quasi 100 anni dal'arrivo del calcio nella capitale. Il secondo posto della Lazio, inoltre, le garantisce l'accesso alla Champions League, grande sogno mai realizzato del presidente Cragnotti.
L'anno del centenario e del secondo scudetto
Tra i tanti anni di storia della Lazio non vi è dubbio che quello che i tifosi laziali ricorderanno come il più importante è proprio il 1999/2000, l'anno del centenario, del secondo scudetto e della terza Coppa Italia.
Durante il calciomercato estivo Cragnotti fa andare su tutte le furie la propria tifoseria, un'ira che non si vedeva dai tempi della cessione di Giuseppe Signori: l'italoaustraliano Bobo Vieri, eroe della finale di Coppa delle Coppe con il Mallorca, lascia Roma destinazione Inter. I 90 miliardi di lire comprensivi del cartellino di Diego Pablo Simeone non bastano a placare le ire del popolo biancoceleste, ferito dalla cessione di quell'attaccante che tanto ricordava l'indimenticato Giorgio Chinaglia. Al di là di questa pesante cessione la campagna acquisti laziale non si può proprio definire beffarda, arrivano Nestor Sensini, il già citato Simeone, Juan Sebastian Veròn e il giovane piacentino Simone Inzaghi, fratello del più noto Pippo. Sarà proprio Veròn l'indiscusso protagonista della brillante stagione laziale: in campionato dopo un inizio convulso ma alla pari con la Juventus quest'ultima prende il largo, i tanti punti di distacco accumulati dalla formazione laziale fanno pensare ad alcuni che per un altro anno il sogno scudetto rimarrà tale, è il neoacquisto Simeone a scuotere l'ambiente, prima a parole con la sua famosa frase "chi non se la sente alzi la mano" e poi con la testa che regala alla Lazio un insperato successo a Torino proprio contro i rivali diretti della Juventus.
La Lazio sogna la rimonta, e i risultati sembrano girare decisamente a suo favore: i torinesi inciampano in una serie di partite, bruciando in breve tempo il largo divario, perdendo contro formazioni nettamente inferiori (memorabile una sconfitta contro il Verona con protagonista Cammarata), si giunge così alla penultima giornata, il distacco è minimo ed è il Parma, in lotta per la Champions, il rivale della Juventus. La Lazio è a 2 punti, un pareggio della Juventus e una sua contemporanea vittoria le permetterebbero di raggiungere la Juventus e di sognare uno storico spareggio. La Juve passa in vantaggio con Del Piero, il Parma non si arrende e su un calcio d'angolo Cannavaro insacca, tra la Lazio e lo spareggio si frappone però De Santis (poi radiato in seguito alle vicende di Calciopoli) che annulla il gol di Cannavaro e sembra anticipare lo scudetto della Juventus, che vince 1 a 0 lasciando intatti i due punti che la separano dai romani. La furia del popolo laziale si abbatte sulla Federcalcio che però non interviene in alcun modo. Il 14 maggio 2000 i tifosi della Lazio, in occasione della partita casalinga con la Reggina, organizzano un funerale del calcio, morto, secondo loro, in seguito alla vittoria della Juventus sul Parma, trovando la solidarietà di molte tifoserie, scosse dalla decisione di De Santis.
Montecarlo, Stade Louis II, 27 agosto 1999
Manchester Utd - Lazio 0-1
Marcatore: 35' Salas
MANCHESTER UTD: Van der Gouw, G.Neville, Berg, Stam ( 57’ Curtis), P.Neville, Beckham ( 58’ Cruijff), Keane, Scholes, Cole ( 77’ Greening), Sheringham, Solskjaer . Allenatore: Ferguson.
LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, D.Stankovic (56’ Sergio Conceicao), Veron, Almeyda, Nedved ( 66’ Simeone), Mancini (84’ Lombardo), S.Inzaghi ( 21’ Salas). Allenatore: Eriksson.
Arbitro: Wojcik (Polonia)
Ammoniti: Veron e Scholes
Spettatori: 20.000
Allo stadio Renato Curi, di Perugia i biancocelesti trovano però un'inaspettata sorpresa. Qui la Juventus, impegnata contro la squadra del focoso presidente Luciano Gaucci, si ritrova nel bel mezzo di un diluvio incredibile che, a metà partita, costringe l'arbitro Collina a sospendere l'incontro. Il direttore di gara dopo aver effettuato numerosi sopralluoghi, coll'intento di verificare l'esistenza delle condizioni necessarie per riprendere la partita, e nella speranza di evitare di effettuare un rinvio del match a data da destinarsi che causerebbe la lesione del principio di contemporaneità dell'ultima giornata, decide che la partita può riprendere: il diluvio si è fermato e le squadre possono scendere in campo. La Juventus fatica. Da una rimessa laterale, inizialmente accordata ai bianconeri ma poi concessa al Perugia in seguito ad un'ammissione di Pessotto, scaturisce l'inaspettato gol di Alessandro Calori. L'uno a zero del giocatore perugino segnerà la fine delle speranze scudetto della Juventus e porterà la Lazio ad un'incredibile, inattesa e incessante festa: dopo 26 anni lo scudetto è ritornato in mano alla compagine biancoceleste. L'ultimo impegno della stagione vedrà una Lazio decisamente in festa e con tutti i giocatori con i capelli tinti di strani colori pareggiare 0 a 0 con l'Inter di Moratti e Vieri e conquistare la sua terza Coppa Italia.
In Europa però la storia è un'altra: la stagione inizia nel migliore dei modi, un gol di Salas allo stadio Louis II di Montecarlo regala alla Lazio la Supercoppa Europea ai danni del Manchester United, la Champions League vede la Lazio trionfare nel suo girone con 14 punti, nella fase successiva sarà ancora prima con 11. Il sorteggio dei quarti sarà però beffardo per la Lazio: ancora Cúper, questa volta a Valencia, questa volta finisce 5 a 2 per l'argentino. La vittoria per 1 a 0 nel ritorno, a Roma, sarà solo una magra consolazione per i romani che salutano i sogni di gloria.
Il giorno che però i laziali ricorderanno con maggior piacere di tutta la stagione sarà il 9 gennaio del 2000, quando la Lazio, dopo aver battuto faticosamente i rossoblù del Bologna, festeggerà il suo centesimo compleanno. La festa, ben organizzata dal presidente Cragnotti, vedrà partecipare numerose autorità e scenderà in campo egli stesso realizzando anche un gol.
- 1901 - Giuseppe Pedercini
- 1904 - Fortunato Ballerini
- 1924 - Giorgio Guglielmi
- 1925 - Gerardo Branca
- 1926 - Riccardo Barisonzo
- 1927 - Remo Zenobi
- 1932 - Alfredo Palmieri
- 1935 - Eugenio Gualdi
- 1938 - Remo Zenobi
- 1939 - Andrea Ercoli
- 1941 - Giovanni Minotto
- 1944 - Andrea Ercoli
- 1947 - Roberto Borniggia
- 1948 - Giovanni Mazzitelli
- 1949 - Remo Zenobi
- 1953 - Costantino Tessarolo
- 1956 - Leonardo Siliato
- 1960 - Massimo Giovannini
- 1962 - Ernesto Brivio
- 1963 - Angelo Miceli
- 1965 - Giorgio Vaccaro
- 1966 - Umberto Lenzini
- 1980 - Aldo Lenzini
- 1981 - Gian Chiaron Casoni
- 1983 - Giorgio Chinaglia
- 1986 - Gianmarco Calleri
- 1992 - Sergio Cragnotti
- 1994 - Dino Zoff
- 1998 - Sergio Cragnotti
- 2003 - Ugo Longo
- 2004 - Claudio Lotito
Dal 2000 ad oggi
L'ultimo anno di Eriksson
Il calciomercato estivo 2000-2001 si apre con gli arrivi del portiere Angelo Peruzzi , del centrocampista Roberto Baronio e degli attaccanti Hernan Crespo e Claudio López. Partono intanto due importanti giocatori: Matias Almeyda e Sergio Conceicao. Intanto all'Olimpico la Lazio inizia nel migliore dei modi la nuova stagione mettendo in bacheca un nuovo trofeo. Gli aquilotti riportano a Roma, dopo due anni, la Supercoppa Italiana, vincendola contro l'Inter. L'inizio scoppiettante fa pensare ad un'altra grande stagione di vittorie in riva al Tevere, in realtà, nonostante alcuni ottimi risultati, la Lazio chiude con un terzo posto in campionato, a 6 punti di distanza dai cugini della Roma vincitori dello scudetto.
L'avventura della Lazio in Coppa Italia si conclude ai quarti di finale. dove viene eliminata dall'Udinese.
Senza dubbio l'intera stagione è caratterizzata dalle vicende contrattuali dell'allenatore che, a stagione in corso, si era accordato con la nazionale Inglese. Eriksson si ritrova così ad essere contemporaneamente allenatore della Lazio e selezionatore inglese, la situazione non dura a lungo visti i risultati poco soddisfacenti. La dirigenza decide così di sostituirlo con Dino Zoff, che era stato anche il suo predecessore.
L'anno nero di Sergio Cragnotti
La stagione successiva segna l'ultimo anno intero di Sergio Cragnotti presidente, e senza dubbio è il peggiore alla Lazio: se ne vanno infatti giocatori di altissimo livello come Pavel Nedved, Juan Sebastian Veròn e Marcelo Salas. A Roma arrivano intanto Gaizka Mendieta, acquistato per una cifra record, Giuliano Giannichedda, Stefano Fiore, Fabio Liverani, Cesar e Jaap Stam.
L'inizio della stagione è disastroso, tanto che Zoff viene esonerato e sostituito con Zaccheroni. In Europa le cose non vanno affatto meglio: la squadra esce praticamente subito dalla Champions League e, soprattutto, si fa liquidare 5 a 1 dai cugini della Roma.
In campionato la Lazio riesce comunque ad inserirsi nella lotta per lo scudetto, ma infine conclude solo sesta.
La banda Mancini
A Zaccheroni restano ancora 2 anni di contratto, ma Cragnotti si accorge della netta impopolarità del tecnico e decide di esonerarlo, il suo sostituto è Roberto Mancini reduce da una disastrosa stagione alla Fiorentina ma idolatrato dai tifosi biancocelesti. Questa volta il mercato non lascia spazio a dubbi: la Lazio subisce un ridimensionamento rispetto agli anni passati. Se ne vanno Alessandro Nesta e Hernan Crespo, e gli unici acquisti sono Bernardo Corradi, Enrico Chiesa, e, a metà stagione, Nikola Lazetić.
La stagione inizia male, anche sui problemi finanziari: la squadra è senza stipendio da mesi e il presidente è impegnato altrove. Ma non basterà questo a fermare la Lazio di Mancini, che sembra ignorare i suoi problemi e vola nelle posizioni alte della classifica, tanto da suscitare nell'opinione pubblica un clamore notevole. Il merito di quel miracolo verrà dato tutto a Roberto Mancini, che verrà innalzato dai tifosi come vero e proprio simbolo della Lazio. La stagione europea si rivelerà invece beffarda: la Lazio verrà fermata 4 a 1 dal Porto, e dirà addio al sogno di portare a Roma quella coppa persa nel 1998 a Parigi. In campionato centrerà invece un inatteso quarto posto, e in Coppa Italia verrà sconfitta dai cugini giallorossi.
Tra i più importanti eventi della stagione c'è da segnalare l'addio, doloroso e difficile, del presidente Sergio Cragnotti a gennaio del 2003. Chiuderà la sua storia in biancoceleste come il più vincente presidente di tutti i tempi nella capitale, superando Dino Viola e Lenzini.
L'anno successivo la Lazio gira tutto l'anno tra il quarto ed il sesto posto, a metà stagione saluta il suo capitano Dejan Stanković che, per 2 milioni di euro e la comproprietà del giovane Goran Pandev, saluta i capitolini e va all'Inter.
In campionato la Lazio conclude sesta, sprecando la possibilità di arrivare in migliore posizione perdendo la penultima partita contro il Brescia. In Champions League esce pressoché subito: dopo aver eliminato brillantemente il Benfica nei preliminari, i gironi sono amari per la Lazio che se la gioca fino all'ultimo ma non riuscirà nella qualificazione. Decisamente più fortunata l'avventura in Coppa Italia, che vince dopo una bella e schiacciante vittoria sui campioni d'Europa del Milan e dopo una finale spettacolare con la Juventus.
Tra le cose da ricordare c'è il record di abbonamenti: 42.000.
L'estate di fuoco della Lazio
Sembrano passati i brutti tempi in cui la Lazio sfiorava di non iscriversi al campionato, quando dovette sacrificare grandi campioni, solo pochi anni prima, per raggiungere il faticoso obiettivo di giocare anche l'anno successivo. Questa volta le cose sembrano essersi fatte ancora più complicate: salutano Roma Jaap Stam, Stefano Fiore, Bernardo Corradi, Siniša Mihajlović, l'allenatore Roberto Mancini con tutto il suo staff e il capitano Giuseppe Favalli, inoltre mancano i soldi per i rinnovi contrattuali di Fernando Couto e Angelo Peruzzi, ciò che rimane alla Lazio è un pugno di mosche o poco più, quella squadra che aveva ottenuto la Coppa Italia e che aveva fatto tanto gioire i tifosi, ora è stata definitivamente smantellata dai soliti problemi economici. A quanto pare, però, questa emorragia non sarà sufficiente a dissetare le casse societarie, sempre più vuote: l'amministratore Masoni, che aveva sostituito Baraldi, dichiara che se la Lazio non incasserà almeno 80 milioni di euro dall'aumento di capitale la Lazio è destinata a fallire. Scoppia l'allarme tra i tifosi, l'aumento di capitale è drammatico: sono pochissimi i soldi che la Lazio riesce a raccogliere da questo aumento, tra cui da ricordare i soldi versati da Alessandro Nesta (all'incirca 1 milione di euro), a causa della poca fiducia che circola intorno all'ambiente: Mancini se ne è andato dopo una lunga querelle e il valore della rosa è basso. Il destino della Lazio sembra ormai segnato quando a pochi giorni dalla "dead line" si fanno avanti due investitori: Tulli e Lotito, nonostante Capitalia e la Lazio si augurino un investimento contemporaneo dei due imprenditori romani ciò non si verificherà e ci saranno una serie di tentennamenti: sono diverse le volte che Lotito dichiara che non è più interessato a investire nella Lazio e che la trattativa è saltata, Tulli invece rimane sempre un po' fuori dai giochi e sembra difficile che si possa realmente impossessare del controllo della società.
Inizia l'era Lotito
Il 19 luglio il presidente Ugo Longo annuncia che la Lazio ha trovato il suo nuovo presidente: si tratta di Claudio Lotito che dopo una faticosa trattativa porta alle casse laziali 21 milioni di euro, scatenando l'entusiasmo dei tifosi laziali.
La società, nonostante l'arrivo del nuovo presidente e di nuova liquidità, rischia comunque di fallire a causa di un debito accumulato con l'erario di circa 110 milioni di euro. Per scongiurare questo rischio la dirigenza intraprende una trattativa con l'Agenzia delle Entrate che si conclude con l'ammissione della Lazio ai benefici del decreto legge 138 dell'agosto del 2002, convertito in legge 178/02[16]. In tal modo viene concessa una dilazione del debito in 23 anni e verranno tolti gli interessi di mora e le sanzioni. A proposito del provvedimento di cui ha usufruito la Lazio è da segnalare la forte contrarietà della Lega Nord, che paradossalmente è il partito che aveva proposto questa controversa legge.
Come allenatore viene scelto Domenico Caso, e la campagna estiva sarà solamente di puro rattoppamento. In questo clima di incertezza alcuni giocatori iniziano a chiedere di lasciare il club, e così inizia la difficile stagione della Lazio.
Dopo una serie di partite abbastanza negative, il presidente Lotito opta per l'esonero del tecnico Domenico Caso, e incarica l'esperto Giuseppe Papadopulo di guidare la Lazio verso la salvezza, che viene centrata nelle ultime giornate.
La Lazio di Delio Rossi
Nonostante Papadopulo abbia centrato l'obiettivo salvezza, e a sorpresa anche l'Intertoto, non rimane sulla panchina laziale: Lotito decide per il suo esonero e il sostituto si chiama Delio Rossi. Inoltre la Lazio assume, non ufficialmente, il direttore Walter Sabatini (il ds ufficiale risulterà invece Osti, dall'Atalanta). Il trio Rossi-Lotito-Sabatini prenderà una squadra tappezzata e salvatasi quasi per miracolo e la porterà a ben altri palcoscenici.
Questa volta l'estate è abbastanza tranquilla e la Lazio può, con tutta calma, programmare il suo calciomercato che in effetti si rivela molto prolifico: arrivano Marco Ballotta, Fabio Firmani, Manuel Belleri, Emílson Sánchez Cribari, Igli Tare, Guglielmo Stendardo, Valon Behrami e Gaby Mudingayi, viene inoltre riscattato Sebastiano Siviglia dal Parma e Tommaso Rocchi dall'Empoli. L'arrivo di questi giocatori e il buon lavoro del tecnico Delio Rossi porteranno la Lazio a esprimere un gioco ordinato e chiaro e, a differenza della stagione precendente, ad ottenere buoni risultati. Nella sessione invernale del calciomercato viene ceduto César all'Inter; mentre arrivano Massimo Bonanni in prestito dal Palermo e soprattutto Stefano Mauri acquistato dall'Udinese, quest'ultimo sarà una pedina fondamentale per la stagione laziale. In campionato l'obiettivo salvezza viene presto accantonato e la Lazio centra un inatteso sesto posto.
In Europa la squadra è iscritta alla Coppa Intertoto 2005, ma il cammino nella competizione non è molto felice, infatti dopo avere eliminato i finlandesi del Tampere (3-0 all'Olimpico e 0-0 al Ratinan) l'eliminazione avviene in semifinale in seguito ad un pareggio 1-1 in casa e ad una sconfitta per 3-0 allo stadio Vélodrome contro l'Olympique Marsiglia.
In Coppa Italia il cammino della Lazio, dopo aver eliminato i veneti del Cittadella, termina ai quarti di finale in seguito all'eliminazione per mano dell'Inter, squadra vincitrice della competizione.
La lunga estate di "Calciopoli" ed il terzo posto
Nella settimana che accompagna l'ultima giornata del campionato 2005/2006 la Lazio viene coinvolta nell'affare "Calciopoli", uno scandalo calcistico riguardante la stagione 2004/2005. Da Formello arrivano notevoli assicurazioni, la Lazio si tira fuori e sottolinea come sia paradossale che Claudio Lotito, che in quell'anno era appena entrato nel calcio, già fosse parte integrante di corrotti meccanismi e che godesse di vantaggi arbitrali. Il processo calcistico per "Calciopoli" inizia e fra gli accusati, oltre a Milan, Fiorentina e Juventus, è presente anche la Lazio.
Per la squadra capitolina la penalizzazione sarà di 3 punti in campionato, e il sogno di giocare la Coppa UEFA centrata la stagione passata è definitivamente cancellato, siccome riceve una seconda penalizzazione di 30 punti validi per la stagione precedente. Lotito nel frattempo lavora anche sul fronte calciomercato: Stefano Mauri, Goran Pandev, Sanchez Emilson Cribari e Manuel Belleri vengono confermati, viene comprata l'altra metà del cartellino di Valon Behrami, e vengono acquistati, Cristian Ledesma, e Stephen Makinwa.
Sul lato delle cessioni, a gennaio, si registra il contestatissimo trasferimento al Milan del capitano Massimo Oddo, in cambio di una cifra intorno ai 7 milioni di euro e del giovane talento Foggia.
La Lazio si compatta e prepara l'inizio di stagione in maniera molto professionale: distaccata dai problemi giudiziari e attenta solo a tenere gli occhi aperti in una stagione che si preannuncia emblematica. In Coppa Italia il cammino della Lazio comincia dal primo turno e termina al terzo. Infatti, dopo aver eliminato il Rende e il Monza, l'eliminazione arriva ad opera del Messina, allenato dall'indimenticato ex-giocatore Bruno Giordano.
L'inizio del campionato 2006/2007 è inizialmente sfavorevole alla Lazio, ma dopo qualche settimana a seguito di una serie positiva di risultati la posizione in classifica migliora notevolmente. La compagina di Delio Rossi si rende protagonista di una stagione più che positiva, condita da una vittoria nel derby d'andata per 3 a 0, e dopo un'annata decisamente convincente centra un clamoroso terzo posto che permette alla squadra di centrale la qualificazione per l'ultimo turno preliminare di Champions League.
La terza Lazio di Delio Rossi
Il calciomercato estivo 2007, nonostante la qualificazione alla Champions League 2008, continua nella filosofia del risanamento economico. Abbandonano la Lazio il portiere Angelo Peruzzi, vero simbolo e leader della squadra, che decide di abbandonare il calcio, e l'altro portiere Matteo Sereni, deluso dai mancati accordi economici con la società. Il rebus portiere resta irrisolto anche dopo l'annuncio dell'ingaggio del portiere argentino Juan Pablo Carrizo, poiché sorgono problemi con il passaporto del giocatore, che dichiara di avere un nonno italiano ma che per un errore di trascrizione all'anagrafe è registrato come svizzero. Arrivano intanto Aleksandar Kolarov, Fernando Muslera, Mourad Meghni ,Simone Del Nero e Lionel Scaloni, Ivan Artipoli e Fabio Vignaroli. La delusione nei tifosi è grande poiché tra nessuno di questi giocatori si nasconde il grande colpo che tutti si aspettavano per affrontare al meglio una competizione impegnativa come la Champions League.
L'avventura della Lazio in questa competizione comincia dal 3° turno preliminare. L'avversaria sorteggiata è la Dinamo Bucarest, e i biancocelesti riescono ad aggiudicarsi il passaggio nei gironi nella gara di ritorno. Nella fase successiva, la squadra viene sorteggiata con i campioni di Spagna in carica del Real Madrid , i tedeschi del Werder Brema e i greci dell'Olympiakos Pireo nel gruppo C. Il cammino europeo si conclude malamente con l'ultimo posto nel girone, facendo sfumare anche l'obbiettivo minimo del terzo posto che sarebbe valso l'accesso alla Coppa UEFA.
Il campionato incomincia male. La squadra, che nella passata stagione aveva brillato, piazzandosi al terzo posto, sembra sparita e bisogna attendere la quinta giornata per vedere la prima vittoria dei biancocelesti. Ad influire sulle prestazioni vi è una serie di infortuni a ripetizioni che colpiscono in particolare Diakité, Cribari, Ledesma e Mauri. Il bilancio della squadra è negativo con più sconfitte che vittorie e la zona retrocessione poco distante.
In Coppa Italia la Lazio esordisce dagli ottavi di finale affrontando il Napoli. Nella partita di andata i romani si sono imposti sui partenopei per 2-1 recuperando lo svantaggio iniziale.
Contesti sociali e politici
Nonostante negli ultimi anni una parte dei sostenitori della Polisportiva Lazio si sia distinta per la sua matrice politica di destra o estrema destra, nessuna connotazione specificamente politica univoca è attribuibile alla Società Sportiva Lazio sulla base delle fonti e delle testimonianze storiche.
La Lazio nasce nell' anno 1900 a Roma su volontà di alcuni appassionati romani, ed aveva come motto Concordia parva crescunt che spiegava la filosofia della nuova società, ovvero: "Nella concordia le cose piccole crescono" una filosofia ispirata alla pluralità e all' uguaglianza di tutti coloro i quali volevano far parte della società. Un vero e proprio circolo aperto a tutti (giovani e non) senza nessun requisito di tipo né politico né di altro tipo.
Quindi, la Lazio non nasce per volontà di membri del partito fascista (che avrebbe fatto la sua comparsa venti anni dopo) ma da ideali sportivi introdotti a Roma dal bersagliere Luigi Bigiarelli, ideali ben lontani dal mondo politico e dall'ideologia fascista.
Tifoseria
La storia della tifoseria laziale comincia verso la fine degli anni '60, periodo di sollevazioni giovanili in cui piccoli gruppi di ragazzi riempiono le gradinate dello stadio Olimpico. Storicamente il gruppo degli Eagles supporters ha concentrato il tifo ultras della Lazio fino al suo scioglimento negli anni '80. vari altri gruppi gruppi hanno fatto sentire il loro incitamento alla Lazio: Tuparamos, Aquile, Ultras, Vigilantes, NAB, CAST, Marines. Attualmente il gruppo ultras più numeroso è quello degli Irriducibili, costituitosi nel 1987.
Cronistoria
Cronistoria della Società Sportiva Lazio 1900 | ||
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Rosa 2007/2008
Stagioni precedenti
Template:Archivio stagioni SS Lazio
Palmarès
Ufficiali
Nazionali
8 trofei
File:Coccarda italia.png Coppe Italia: 4
Internazionali
2 trofei
File:UEFA - Super Cup.svgSupercoppa Europea: 1
Trofei minori
Nazionali
Internazionali
Giovanili
- 4 Campionati Primavera (1975/76, 1986/87, 1994/95 e 2000/01)
- 1 Coppa Italia Primavera (1978/79)
- 2 Campionati “De Martino” (1967/68 e 1970/71)
- 1 Campionato Under 23 (1973/74)
- 1 Campionato Cadetti (1955/56)
- 1 Campionato Berretti (1976/77)
- 3 Campionati Giovanissimi (1990/91, 1993/94 e 2000/01)
- 1 Campionato di Lega Giovanile (Juniores) (1947/48)
- 1 Torneo Internazionale Sanremo (Carlin's Boys) (1974)
Trofei amichevoli
- Campionato romano 1902, 1910, 1911, 1912 e 1915
- Coppa Baccelli 1906, 1908, 1909 e 1910
- Torneo di Pisa 1907
- Torneo di Perugia 1907
- Torneo di Napoli 1908
- Coppa Tosti 1908 e 1909
- Coppa Giornale d'Italia 1911
- Coppa Gaia Perugini 1911
- Targa Audace 1912/13
- Coppa Branca 1912/13
- Coppa Ancherani 1912/13
- Coppa di Pasqua 1913/14 e 1919
- Coppa di Natale 1915
- Torneo Canalini 1919/20
I giocatori
Calciatori che hanno militato nella squadra
Record
File:Laziostemma.png
Presenze totali
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File:Laziostemma.png
Reti segnate totali
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File:Laziostemma.png
Rigori totali segnati
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File:Laziostemma.png
Presenze in campionato
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File:Laziostemma.png
Reti in campionato
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File:Laziostemma.png
Presenze nelle Coppe Europee (*)
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File:Laziostemma.png
Reti nelle Coppe Europee (*)
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(*) Champions - Coppe - Uefa - Fiere - Intertoto - Supercoppa
File:Laziostemma.png
Presenze nelle Coppe Nazionali (*)
(*) Coppa Italia e Supercoppa Italiana
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File:Laziostemma.png
Capocannonieri Campionato
Stagione Bomber Gol / Presenze 1936/37 Silvio Piola 21 / 28 |
I Presidenti
Qui sotto è presente una lista completa degli allenatori della S.S. Lazio, da quando il club fu fondato.[17].
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Gli allenatori
Qui sotto è presente una lista degli allenatori della S.S. Lazio dalla Serie A 1929-1930.[18].
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Gli incontri
Incontri ufficiali
Campionato a girone unico
File:Lega Calcio marchio.png Serie A | Incontri | V | N | P | RF | RS | |
Totale | 2137 | 771 | 666 | 701 | 2884 | 2662 | |
In casa | 1068 | 551 | 326 | 191 | 1824 | 999 | |
Fuori casa | 1069 | 220 | 340 | 509 | 1060 | 1663 |
Incontri internazionali
File:Uefa.gif Competizioni UEFA | Incontri | V | N | P | RF | RS | |
Totale | 125 | 59 | 32 | 34 | 193 | 140 | |
Champions League | 50 | 21 | 12 | 17 | 79 | 61 | |
File:Logo cup winners cup.jpgCoppa delle Coppe | 9 | 4 | 5 | 0 | 16 | 7 | |
File:UEFA Cup.png Coppa UEFA | 61 | 32 | 13 | 16 | 92 | 67 | |
File:UEFA Super Cup.jpg Supercoppa Europea | 1 | 1 | 0 | 0 | 1 | 0 | |
File:Intertoto Cup.jpg Intertoto | 4 | 1 | 2 | 1 | 5 | 5 |
Partecipazioni a Coppe, Tornei e Trofei non ufficiali
Vittorie con il massimo scarto
In assoluto, la vittoria della Lazio con il più ampio scarto per gare di campionato è il 9-1 inflitto al Modena il 12 giugno 1932, 34ª e ultima giornata del campionato 1931/32.
I marcatori dell'incontro furono al 24’ Demaria; 25’, 37’ 49’ e 67’ Fantoni I; 29’, 45’ e 78’ Guarisi; 65’ Castelli. Per il Modena segnò al 46’ Barbolini.
Per quanto riguarda la vittoria più ampia in trasferta, essa risale al 16 giugno 1957, alla Favorita di Palermo, anch’essa all’ultima giornata di campionato. La Lazio vinse 6-2 e i marcatori furono al 10’ Benedetti (Palermo, a); 14’ e 83’ Tozzi; 25’ Bettini; 43’ Lucentini, 89’ Burini, mentre per il Palermo le marcature furono al 57’ Gomez e al 61’ Vernazza (r).
Infine, relativamente ai derby, la vittoria in campionato con il massimo scarto è del 10 dicembre 2006, 15ª giornata del campionato 2006/07. Quel giorno la Lazio sconfisse la Roma 3-0 e i marcatori furono al 44’ Ledesma, 50’ Oddo (r) e 72’ Mutarelli.
La S.S. Lazio S.p.A.
Nome della Società
- S.S. Lazio S.p.A.[19]
- 1900
- Consiglio di gestione
Dott. Claudio Lotito Presidente
Dott. Marco Moschini Consigliere - Consiglio di sorveglianza
Prof. Corrado Caruso Presidente
Prof. Alberto Incollingo Vice-Presidente
Dott. Giovanni Gilardoni-Consigliere
Dott. Antonio Nottola-Consigliere
Avv. Avilio Presutti-Consigliere
Direzione Relazioni Esterne & Comunicazione
- Direttore
Claudio Lotito - Capo Ufficio Stampa
Giacomo Mazzocchi - Segreteria
Cristina Moretti
Note
- ^ Fonte: Articolo di Repubblica. Al primo posto la Juventus (28%), al secondo il Milan (23%), al terzo l'Inter (16%). Il Napoli è quarto (9%), davanti alla Roma (7%) ed alla Lazio (3%).
- ^ La sezione del triathlon
- ^ La sezione di atletica leggera
- ^ Il nome “Lazio” fu, di fatto, una scelta obbligata da parte dei fondatori, in quanto il nome “Roma” era all’epoca già usato da un’altra polisportiva, la Società Ginnastica Roma (fondata nel 1890). Per evitare confusioni fu quindi scelto un nome che, nell’intenzione dei fondatori, comprendesse un ambito più grande della Capitale, sì da coinvolgere nelle attività della nuova società anche gli abitanti della regione.
- ^ La Lazio rivendica l’introduzione del calcio - nella forma oggi conosciuta - nella Capitale. Le prime partite giocate a Roma secondo le regole dell’Association football stabilite dall’IFAB si tengono nel 1901 tra squadre composte da associati della Lazio, laddove altre formazioni estemporanee, di cui rimangono frammentarie tracce nelle cronache di fine secolo, giocano un calcio non aderente alle regole del gioco, quando non praticano forme ibride tra calcio e rugby.
- ^ Nel giugno 1907 la Lazio, capitanata dal citato Sante Ancherani, giunge in treno a Pisa per affrontarvi la locale squadra. Capita, invece, di giocare tre partite nella stessa giornata, tutte vinte: contro il Pisa (4-0), il Lucca (3-0) e il Livorno (1-0).
- ^ Calcio Romanus Sum, di Piero Strabioni, E.n.n.e B.i., 2007
- ^ Storicamente, infatti, tra la tifoseria laziale e quella romanista sono sempre esistite profonde distinzioni, le cui origini sono legate alle radici dei due club. La Lazio, infatti, fondata nel quartiere borghese di Prati, si allenava e giocava al campo Rondinella ai Parioli, laddove la Roma iniziò al Velodromo Appio, dalle parti dell’Acqua Santa, per passare poi nel quartiere popolare di Testaccio. Il goliardico appellativo di "burini" risulta essere d'origini decisamente recenti. Infatti, fino al 1927 (anno in cui il regime fascista creò la "AS Roma", per dirla con le stesse parole del "messaggero" d'allora, <<in ossequio al desiderio delle superiori gerarchie del Partito>>), la Lazio resta de facto la principale squadra di calcio della capitale, con un largo seguito popolare. I beffardi luoghi comuni sulla natura "aristocratica" e provinciale dei laziali cominciano a circolare solo dopo tale data, allorché i biancocelesti, scampato il pericolo della fusione nella As Roma, vengono ingiustamente identificati come "refrattari" e "reprobi anti-fusionisti".
- ^ La Coppa Latina vedeva ogni anno sfidarsi i campioni nazionali di Francia, Italia, Portogallo e Spagna. La Lazio, già priva dei nazionali (impegnati nel campionato del mondo in Brasile) Sentimenti IV, Remondini e Furiassi (sostituiti dai prestiti temporanei Sandroni e Fioravanti del Venezia e Trevisan della Triestina) sulla strada per Lisbona, sede di quell’edizione della Coppa, andò a giocare la Coppa Teresa Herrera a La Coruña contro i campioni di Spagna dell’Atlético Madrid. La partita fu vinta, ma una doccia troppo fredda dopo l’incontro causò una faringite ad alcuni giocatori. La squadra arrivò così a Lisbona in condizioni fisiche precarie e non poté evitare, malgrado l’impegno in campo, di essere battuta dallo stesso Atlético e dal Benfica, che poi vinse la Coppa.
- ^ Nell' estate del 1958 la Federazione decise di ripristinare la Coppa Italia che dopo la guerra non era più stata organizzata
- ^ Seghedoni tirò un potente calcio di punizione che si infilò in porta per poi uscire, forse a causa della rete allentata dalla pioggia.Tutti si accorsero che il pallone era entrato (clamoroso il gesto del portiere del Napoli con le mani tra i capelli), tranne l'arbitro Rigato che non convalidò la rete
- ^ Tuttavia, la Lazio non poté partecipare alla Coppa dei Campioni 1974/75 a causa di una squalifica di un anno subita dall’UEFA a seguito di incidenti avvenuti in un incontro di coppa della stagione 1973/74 contro l’Ipswich Town.
- ^ Erano presenti 78.859 spettatori, record tuttora imbattuto per una partita disputata allo Stadio Olimpico
- ^ Squalifica a vita per Wilson, 5 anni per Cacciatori, 3 per Giordano e Manfredonia
- ^ Nel 2003 lasciò, infatti, la società sull’orlo della bancarotta e con un debito fiscale di circa 40 milioni di euro, divenuto di 170 al termine della seguente gestione; in seguito fu protagonista di una serie di disavventure giudiziarie che portarono Cragnotti a un breve periodo di detenzione per custodia cautelare in vista del processo
- ^ "Lazio, chiusa la partita col fisco. Cacciato lo spettro del fallimento", la Repubblica.it, 29 marzo 2005
- ^ I presidenti della Lazio - UltrasLazio.it, su ultraslazio.it. URL consultato il 10-01-2008.
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- Valilutti, Francesco; Breve storia della grande Lazio - Roma : Newton & Compton editori - 1997
Voci correlate
- Derby di Roma
- Città di Roma
- Calcio
- Albo d'oro Campionato di Serie A
- Albo d'oro Coppa Italia
- Stadio Olimpico di Roma
- Coppa delle Alpi
- Coppa delle Coppe
- Supercoppa italiana di calcio
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