Utente:Mr-Shadow/sandbox
Cronologia
1987
Aprile
- 30 aprile consiglio dei ministri: con le camere in regime di proroga l'esecutivo si occupa del disbrigo degli affari correnti mediante l'approvazione o la riproposizione dei decreti legge in scadenza, gli unici provvedimenti che il parlamento può discutere. Viene varato un provvedimento per l'ampliamento della rete di distribuzione del metano nel meridione e sono riproposti due decreti sulla finanzia locale e lo smaltimento dei rifiuti urbani.
La presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Rosa Russo Jervolino, chiede alla Rai di escludere dai programmi contenitore gli esponenti politici,. Allo scopo di garantire pari opportunità a tutti i partiti fino ad avvenute elezioni candidati ed esponenti di partito potranno essere presenti solo nelle tribune elettorali moderate. La decisione è stata dettata dalla mancanza di tempo per l'usuale discussione del documento con le disposizioni per la campagna elettorale ma esplode una feroce polemica per la piena libertà di cui godono i network privati: Giovanni Minoli, che avrebbe dovuto ospitare Giorgio Napolitano in una trasmissione sull'antisemitismo, ritiene incostituzionale che la Rai debba subire limitazioni mentre le reti nazionali private hanno già disposto la distribuzione dei contenuti.[1]
Maggio
- 2 maggio: la Federazione nazionale delle liste verdi, riunita a Mantova, decide a larga maggioranza la partecipazione alle elezioni politiche col simbolo del sole che ride. Il documento finale esclude liste comuni con socialisti e socialdemocratici e collaborazioni col partito radicale.[2]
- 5 maggio: rispondendo a due interviste di Fanfani e De Mita iGiovanni Spadolini, rieletto segretario del PRI, risponde che la terza via laica al dualismo tra DC e PCI è una caratteristica della vita politica italiana, che perfino Alcide De Gasperi e Aldo Moro non hanno mai intaccato. Negli anni del centrismo e del centro-sinistra il ruolo dei laici è stato fondamentale e non subordinato agli interessi del partito di maggioranza relativa.[3]
- 8 maggio: assemblea nazionale PSI: Craxi denuncia un ritorno al compromesso storico. Il segretario socialista accusa la DC di contrapporsi ai comunisti in campagna elettorale per poi corrergli incontro a elezioni effettuate. I soocialisti si presentano alle elezioni rivendicando i meriti di quattro anni di governo, ottenuti nonostante il continuo boicottaggio da parte di De Mita, e invitano gli elettori a preferire i partiti di area laico-socialista.
La Banca d'Italia, alle prese con forti difficoltà della lira sui mercati valutari, presenta un rapporto sull'inefficienza del sistema dei pagamenti italiano, oltremodo arretrato rispetto a quello degli altri paesi industriali. Tommaso Padoa Schioppa esclude un tornaconto e parla di arretratezza culturale del nostro sistema, che obbliga i cittadini a spostarsi con troppe banconote nel portafogli, sobbarcarsi pratiche più lunghe ed affrontare spese che strumenti più moderni (primo fra tutti il [[Bancomat][) potrebbero evitare.[4]
- 9 maggio: la Conferenza episcopale italiana invita gli elettori credenti a votare per la DC e adombra il peccato di omissione per chi non si recherà alle urne. La nota pastorale sottolinea la qualifica di credenti per smorzare le inevitabili polemiche e non nomina direttamente la Democrazia cristiana, limitandosi a indicare chi rispetta i valori della vita, la dignità e la libertà della persona e della famiglia, la pace e lo sviluppo. Una nota de l'Avanti definisce l'intervento anacronistico e accusa i vescovi di essersi lasciati prendere la mano, perdendo di autorevolezza tra i cattolici ed anche tra i non credenti.
Nella campagna elettorale si inserisce prepotentemente il tema dell'energia nucleare. I verdi del sole che ride sostengono che i loro voti per ora sostituiranno quelli del referendum rinviato e schierano due noti fisici anti-nuclearisti, Massimo Scalia e Gianni Mattioli. I repubblicani, sostenitori dell'energia nucleare, vantano il passaggio nelle loro file del professor Felice Ippolito, già presidente del CNEN, trasmigrato dal PCI all'unico partito che sostiene apertamente la necessità delle centrali.[5] - 10-11 maggio: socialisti, socialdemocratici, repubblicani, liberali e radicali protestano per la presa di posizione della CEI sul voto del 14 giugno. Il coro unanime delle segreterie è la parola "intromissione" negli affari interni italiani. Viene contestata alla chiesa una posizione incompatibile col rinnovamento introdotto dal Concilio Vaticano II che, tra gli altri, ha introdotto profondi cambiamenti sul tema della libertà di pensiero dei cattolici nel rispetto della dottrina fondamentale. Monsignor Camillo Ruini fornisce una diversa interpretazione della nota pastorale affermando che vuole dare una mano al paese e non a un singolo partito, che non viene nemmeno nominato. I vescovi chiedono di votare per chi sostiene alcuni valori ritenuti fondamentali.[6]
- 14 maggio: la celebre pornostar Cicciolina, candidata col parito radicale alla camera, risponde alle critiche sostenendo che non esiste incompatibilità tra il suo lavoro e l'impegno politico.
- 18 maggio: dopo una proposta a sorpresa per la riforma della legge elettorale avanzata da De Mita i segretari dei partiti della ex maggioranza si sfidano a colpi di ipotesi.Il segretario democristiano, pur osteggiato da Forlani e Andreotti, propone un sistema simile al doppio turno francese, dove al primo turno si votano i partiti e al secondo la maggioranza di governo secondo le liste apparentate attraverso un premio di maggioranza. L'idea è quella di togliere ai partiti minori un potere contrattuale che si traduce spesso in diritto di veto.Il PCI (Zangheri) propone il sistema uninominale del senato con eliminazione delle preferenze e una sola camera con metà dei componenti. Il PSI, preoccupato per la dispersione del voto nelle liste minori e civiche, propone lo sbarramento del 5% per l'ottenimento dei seggi. I repubblicani sono divisi tra sistema francese e tedesco. Il PLI non si pronuncia. Il MSI sostiene l'elezione diretta del capo dello stato.[7]
- 21 maggio: assemblea nazionale della Confindustria: il presidente, Luigi Lucchini, chiede ai partiti di unirsi in uno schieramento dedicato alle riforme istituzionali che vada oltre maggioranza e opposizioni. L'industria ha vissuto segnali di ripresa ma non riesce a crescere a causa del fisco, della pubblica amministrazione poco trasparente e di una burocrazia ancora ottocentesca. Gli industriali italiani chiedono a grande maggioranza (con la voce autorevole di Gianni Agnelli) la riconferma del pentapartito.[8]
- 22-26 maggio: si infiamma la polemica sulle ingerenze ecclesiastiche nella campagna elettorale. A scaldare il dibattito una frase del cardinale Giuseppe Siri ("ha sbagliato la DC nel 63 quando ha portato i socialisti al governo"), il tentativo del presidente della CEI, cardinale Ugo Poletti, di minimizzare il favore della gerarchia ecclesiastica per la DC (smentito dalle dichiarazioni di mons.Luigi Bettazzi) e l'intervento diretto del pontefice che, a conclusione dei lavori dell'assemblea generale dei vescovi, sostiene che si devono rilanciare i valori cristiani dell'Italia. Ricevuto in udienza da Giovanni Paolo II Ciriaco De Mita afferma che il papa vuole tornare ad esercitare il ruolo di primate d'Italia e fare della DC lo strumento delle sfide moderne della chiesa. Il fronte laico-socialista parla apertamente di crociata e si appella al presidente della repubblica nel suo ruolo di garante della costituzione.
Sulle ingerenze ecclesiastiche fanno sentire la loro voce anche le comunità di base. L'associazione che riunisce il dissenso dalla chiesa istituzionale respinge l'idea ventilata dal papa che i cattolici sono persone immature e non autonome nelle loro scelte, che devono essere docili ai pastori della chiesa. I credenti, proseguono, devono essere docili al messaggio evangelico nel pluralismo delle idee garantito dalla costituzione.
Dopo lo scandalo dei brogli elettorali del 1983 il servizio elettorale del ministero degli interni comunica che i seggi saranno dotati di nuove tabelle per il conteggio dei voti di lista e di preferenza. Il nuovo sistema divide le schede a seconda che contengano o meno i nomi dei candidati, e le somme dovranno essere trascritte nel verbale solo a conti terminati e verificati. L'idea è quella di aggirare la manipolazione delle cifre nel verbale stesso, dove uno 0 trasforma facilmente un 10 in un 100, e stabilire in anticipo il massimo numero di voti di lista e preferenze esprimibili.[9] - 26 maggio: il segretario comunista, Alessandro Natta, ufficializza il programma del partito per la nuova legislatura. Il PCI contesta l'affermazione democristiana che l'alternativa sarebbe un salto nel buio; l'alternanza alla guida del governo è un fatto del tutto normale in una democrazia compiuta, e il collocamento della DC all'opposizione non aprirebbe una crisi della democrazia.
Il presidente del consiglio, Amintore Fanfani, smentisce in modo seccato di aver offerto posti da ministro ad esponenti del partito comunista. La notizia, riferita dal parlamentare repubblicano Adolfo Battaglia, è definita totalmente falsa anche dal segretario comunista Alessandro Natta. L'uso anti-democristiano che se ne sta facendo porta alla precisazione che in sede di consultazioni lo statista aretino ha fatto delle proposte ad alcuni indipendenti di sinistra come Franco Bassanini, e Stefano Rodotà, non iscritti a nessun partito e interpellati per le loro competenze prima che per la vicinanza al partito.[10] - 30 maggio: all'assemblea annuale della Banca d'Italia il governatore, Carlo Azeglio Ciampi, sostiene la necessità di aumentare le entrate dello stato attraverso una maggiore imposizione indiretta e un prelievo sulle utili di borsa. Ritiene inoltre che nella prossima legislatura si deve risolvere una volta per tutte la questione dell'autonomia impositiva dei comuni. L'approssimarsi della scadenza di entrate straordinarie, come quelle legate al condono edilizio, impone l'individuazione di nuove entrate per contenere l'aumento di spesa entro il tasso di inflazione. Il governatore chiede inoltre che si faccia al più presto una scelta sulla politica energetica tra nucleare ed altre fonti, in modo da indirizzare con maggiore precisione i fondi da destinare a progettazioni e costruzioni.Al nuovo governo viene inoltre chiesto di mettere mano ad una riforma del sistema bancario che superi la legge del 1936 ed elimini le limitazioni tra banca di depositi e banca d'affari.[11]
Giugno
- 5 giugno: a pochi giorni dal voto fa scalpore l'arresto dell'avvocato Rocco Trane, collaboratore dell'ex ministro Claudio Signorile e candidato nel collegio Lecce-Brindisi. L'esponente socialista è coinvolto in un'inchiesta della procura di Genova relativa a tangenti su appalti del ministero dei trasporti in tutta Italia per una mazzaetta imposta ad un imprenditore in corsa per un appalto all'aeroporto di Venezia. Signorile accusa il capo della procura di aver agito appositamente dopo un comizio in cui De Mita ha lanciato accuse sulla gestione clientelare dei ministeri da parte dei socialisti. Craxi definisce l'operazione una carognata e solidarizza senza condizioni con Trane e Signorile.[12]
- 11 giugno: nella penultima tribuna elettorale, dedicata al governo, il presidente del consiglio invita a sorpresa a votare per la DC. Dopo aver dichiarato di voler tenere l'esecutivo al di fuori della contesa ed essere rimasto in silenzio Amintore Fanfani chiede la parola al termine della trasmissione per rivendicare i meriti del partito al servizio della libertà, dello sviluppo e della pace.Nel corso dell'appello ammette di aver consultato la Sinistra indipendente nel corso delle consultazioni e respinge l'accusa dei liberali di aver promosso numerosi decreti legge a scopo clientelare ed elettoralistico.[13]
- 14-15 giugno: elezioni politiche: il dato più significativo è il successo dei Verdi, che alla prima apparizione conquistano poco meno di un milione di voti (2,5%) e conquistano 13 seggi alla camera. Tra i partiti di governo crescono la DC (da 32,9 a 34,3%) e il PSI (da 11,4 a 14,3%), in calo gli alleati minori (PSDI da 4,1 a 3,0%; PRI da 5,1 a 3,7%; PLI da 2,9 a 2,1%). Nelle file dell'opposizione si registra una lieve crescita di DP (da 1,5 a 1,7%) e un forte calo del PCI (da 29,9 a 26,6%) e del MSI (da 6,8 a 5,9%).
Note
- ^ Il messaggero, 1 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 3 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 6 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 9 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 10 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 11-12 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 19 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 22 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 23 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 27 maggio 1987
- ^ Il messaggero, 1 giugno 1987
- ^ Il messaggero, 6 giugno 1987
- ^ Il messaggero, 12 giugno 1987