Research Unix

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Research Unix è un termine che si riferisce alle varie versioni del sistema operativo Unix sviluppate per i computer computer DEC PDP-7, PDP-11, VAX e Interdata 7/32 e 8/32, realizzate dal Bell Labs Computing Sciences Research Center, comunemente conosciuto come Dipartimento 1127.

Storia

 
Versione Unix 7 per il PDP-11, eseguito in SIMH

Il termine "Research Unix" è stato introdotto per la prima volta in un articolo pubblicato nel Bell System Technical Journal (Volume 57, Numero 6, Luglio/Agosto 1978)[1]. Questa denominazione è stata coniata per distinguere questa iterazione del sistema operativo Unix da altre versioni interne sviluppate nei laboratori Bell Labs, come PWB/UNIX e MERT, che avevano subito modifiche significative rispetto alle prime versioni del Computer Systems Research Group (CSRC). L'uso del termine "Research Unix" è stato inizialmente sporadico, ma ha acquisito maggiore rilevanza a partire dalla versione 8 del sistema, estendendosi successivamente anche alle versioni precedenti. Prima dell'ottava edizione, il sistema era comunemente conosciuto semplicemente come "UNIX" (in maiuscolo) o come "UNIX Time-Sharing System."

La quinta edizione di Unix è stata distribuita da AT&T alle istituzioni educative, mentre la sesta edizione è stata resa disponibile anche per le organizzazioni commerciali. Le istituzioni accademiche dovevano versare una tariffa di 200 dollari, mentre le aziende erano tenute a pagare 20.000 dollari, una cifra significativa destinata a scoraggiare un utilizzo commerciale del sistema.

Nonostante questa differenziazione tariffaria, la sesta edizione si è rivelata essere la versione più diffusa negli anni '80. Per identificare le versioni specifiche di Research Unix, si faceva comunemente riferimento all'edizione del manuale corrispondente, poiché le prime versioni erano state sviluppate in modo organico senza una distribuzione al di fuori dei Bell Labs. Di conseguenza, la prima edizione è considerata la versione iniziale, mentre la decima rappresenta l'edizione finale di Research Unix.

Questi dettagli evidenziano la storia complessa dello sviluppo di Research Unix e il suo ruolo cruciale nell'evoluzione dei moderni sistemi operativi Unix e Unix-like.

Un altro modo comune di indicare la versione è "Unix versione x" (o "Vx"), dove x rappresenta la versione del manuale. Tutte le moderne edizioni di Unix (ad eccezione dei sistemi Unix compatibili come Coherent, Minix e Linux) derivano dalla settima edizione.

A partire dall'ottava edizione, il sistema operativo Research Unix ha mostrato una forte correlazione con BSD, poiché si decise di utilizzare 4.1cBSD come base per questa versione. In un post pubblicato su Usenet nel 2000, Dennis Ritchie descrisse queste ultime versioni di Research Unix come più simili a BSD piuttosto che a System V, il quale includeva anch'esso del codice derivante da BSD. Ritchie osservò:

«Research Unix ottava edizione è partito (così mi sembra) da BSD 4.1c, ma con molto materiale sostituito dal nostro. Si è proseguito allo stesso modo per la nona e la decima edizione. Il set di comandi ordinario, ritengo, era a tratti più simile a BSD piuttosto che a SysVish, ma rimaneva piuttosto eclettico.»

Questa evoluzione sottolinea l'importanza della collaborazione tra i vari sviluppatori e le influenze reciproche tra i sistemi operativi, contribuendo così alla formazione delle moderne distribuzioni Unix-like.

Versioni

Edizione del manuale Data di rilascio Descrizione
Edizione 1 3 novembre 1971 La prima edizione del manuale Unix, pubblicata il 3 novembre 1971, è stata modellata sulla versione del manuale del PDP-11. Questa edizione includeva la Thompson shell,[2] i comandi mail, cp e su. Il sistema operativo era stato sviluppato per due anni [3], essendo stato portato dal PDP-7 al PDP-11/20 nel 1970
Edizione 2 12 giugno 1972 Nella seconda edizione del manuale Unix, il numero totale di installazioni era di 10, una cifra che fu considerata "più di quello che ci si aspettava" secondo la prefazione al manuale. Questa edizione includeva il comando echo [4] e il primo compilatore C, segnando un passo significativo nell'evoluzione del sistema operativo.
Edizione 3 febbraio 1973 Vengono introdotti il linguaggio di programmazione C, Unix pipe, crypt, e yacc. I comandi sono divisi tra /bin e /usr/bin, chiedendo all'utente di indicare il percorso (/usr era invece il mount point per il secondo hard disk). Il numero di installazioni totali era 16.
Edizione 4 novembre 1973 La prima versione scritta in C. Vennero anche introdotte: groups, grep e printf.[3] Il numero delle installazioni era indicato come: "più di 20". Il manuale venne formattato con troff per la prima volta. La versione è descritta da Thompsons e Ritchie nella rivista Communications of the ACM,[5] e rappresenta la prima presentazione pubblica del sistema operativo.[3]
Edizione 5 giugno 1974 Fu largamente distribuita alle istituzioni educative. Venne introdotto: find, dd e lo sticky bit. Era progettato per le macchine PDP-11/40 e altri 11 modelli con indirizzi a 18 bit. Installazioni "oltre le 50".
Edizione 6 maggio 1975 Include: ratfor e bc. La prima versione distribuita anche agli utenti commerciali,[6] con il port all'hardware non-PDP. Nel maggio 1977 venne rilasciata una versione MINI-UNIX, una versione ridotta per macchine low end tali PYP-11/10.
Edizione 7 gennaio 1979 Include Bourne shell, cpio, sed, ioctl, awk, f77, spell e stdio. Vennero introdotti la maggior parte degli strumenti di PWB/UNIX insieme a un kernel largamente modificato con più dell'80% di codice nuovo rispetto al V6. Nel febbraio un port chiamato 32V fu progettato per l'hardware del DEC VAX; 32V era la base per la 4BSD.
Edizione 8 febbraio 1985 È una versione modificata di 4.1cBSD per il VAX, con la shell di System V e I socket sostituiti da STREAMS. Usato interamente e concesso solo per uso educativo.[7] Il terminale Blit divenne l'interfaccia grafica primaria. Fu aggiunto un file system di rete che permette l'accesso remoto ai file come /n/hostname/path e una API. È la prima versione senza assembly nella documentazione.
Edizione 9 settembre 1986 Venne incorporato il codice di 4.3BSD e distribuito solo internamente. Incorpora una versione generalizzata degli Streams ICP introdotti nella versione 8. La chiamata al mount system era estesa a uno streaming di un file, a sua volta collegato a un programma user level. Questo meccanismo serviva a implementare la connessione di rete nello spazio utente.[8] Altre innovazioni includono make and Sam.[9] Secondo Denni Ritchie la V9 e la V10 erano “concettuali”: i manuali esistevano ma nessuna distribuzione del sistema operativo “in maniera completa e coerente” fu rilasciata.[7]
Edizione 10 ottobre 1989 L'ultimo Research Unix. Nonostante il manuale venne pubblicato al di fuori di AT&T da Saunders College Publishing,[10] non vi erano distribuzioni complete del sistema operativo.[7] Le novità includono tool grafici di typesetting, strumenti per lavorare con troff, un interprete per il linguaggio C, programmi di animazione e molti altri strumenti poi distribuiti in Plan 9: Mk build tool e la shell rc. V10 fu anche la base per il sistema operativo IX di Doug McIlroy e James A. Reeds.[11]

Le versioni 3, 4 e 5 non dovrebbero essere confuse con UNIX 3.0, UNIX 4.0 e UNIX 5.0 rilasciate da AT&T UNIX Support Group. Dopo la versione 10 lo sviluppo di Unix ai Bell Labs fu interrotto in favore di Plan 9 (che condivide parte del suo spazio utente con V10).

Note

  1. ^ Byte Magazine Volume 08 Number 10 - UNIX, 1983-10. URL consultato il 12 aprile 2024.
  2. ^ La Thompson shell è stata la prima shell di Unix, introdotta nella prima versione del sistema operativo Unix nel 1971 e sviluppata da Ken Thompson. Questa shell fungeva da semplice interprete di comandi, non progettato per la scrittura di script, ma ha comunque introdotto diverse funzionalità innovative per l'interfaccia a riga di comando.
  3. ^ a b c McIlroy, A Research Unix reader: annotated excerpts from the Programmer's Manual, 1971–1986 (PDF), su cs.dartmouth.edu, CSTR, n. 139, Bell Labs, 1987.
  4. ^ Il comando echo è uno strumento versatile e ampiamente utilizzato per la visualizzazione di messaggi e la gestione dell'output nei terminali Unix. È particolarmente utile nella scrittura di script per comunicare informazioni all'utente o per registrare dati in file.
  5. ^ D. M. Ritchie e K. Thompson, The UNIX Time-Sharing System, in CACM, vol. 17, n. 7, 1974, pp. 365-375. URL consultato il 26 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2005).
  6. ^ Fiedler, Ryan, The Unix Tutorial / Part 3: Unix in the Microcomputer Marketplace, in BYTE, ottobre 1983, p. 132. URL consultato il 30 gennaio 2015.
  7. ^ a b c Dennis Ritchie, [TUHS] Re: V7 UNIX on VAX 11/750, su minnie.tuhs.org, 27 giugno 2003. URL consultato il 9 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2014).
  8. ^ David L. Presotto e Dennis M. Ritchie, Interprocess Communication in the Ninth Edition Unix System, in Software—Practice and Experience, vol. 19, 1990. URL consultato il 26 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2015).
  9. ^ M. D. McIlroy (1987). A Research Unix reader: annotated excerpts from the Programmer's Manual, 1971–1986 Archiviato il 10 luglio 2012 in Internet Archive.. CSTR 139, Bell Labs.
  10. ^ Unix Tenth Edition Manual, su cs.bell-labs.com, Bell Labs. URL consultato il 25 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2015).
  11. ^ The IX Multilevel-Secure UNIX System, su cs.dartmouth.edu.

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