Poliacqua
La poliacqua (o acqua polimerica) è una forma ipotetica di acqua, descritta come un polimero stabile, che è stata oggetto di ricerche e controversie scientifiche tra gli anni '60 e '70 del XX secolo, la cui esistenza fu proposta dal fisico sovietico Nikolaj Fedjakin nel 1962, ma che si rivelò poi essere il risultato di contaminazioni sperimentali. È considerata un classico esempio di scienza patologica.[1]
Storia della scoperta
Nel 1962, il ricercatore russo Nikolaj Fedjakin, mentre stava facendo alcuni esperimenti sulle proprietà dell’acqua, scoprì che facendo evaporare dell’acqua in una camera a vuoto e poi ricondensandola all'interno di capillari di vetro, l’acqua aveva un comportamento peculiare. In particolare, osservò che l'acqua condensata in capillari di vetro mostrava proprietà insolite: formava due strati liquidi, con quello superiore più denso, viscoso e con punti di ebollizione e congelamento significativamente alterati (fino a 300°C e -40°C rispettivamente). E, poiché all’interno del capillare poteva esserci solamente acqua, Fedjakin suppose che il secondo liquido sia acqua con una struttura sconosciuta.[2][3] Il chimico Boris Deryagin dell’Istituto di Chimica-Fisica di Mosca riprese gli esperimenti, utilizzando capillari di quarzo per ridurre le impurità, e pubblicò i risultati su riviste sovietiche, definendo la sostanza "acqua anomala".[4]
Nel contesto della Guerra Fredda, la scoperta attirò l’attenzione internazionale. Deryagin presentò i dati a Nottingham nel 1966, suscitando interesse tra scienziati occidentali come John Bernal, che la definì "la scoperta del secolo".[5][3]
Negli Stati Uniti, Ellis Lippincott e Robert Stromberg analizzarono la sostanza mediante spettroscopia, ipotizzando una struttura polimerica basata su esagoni molecolari, e coniarono il termine polywater.[4][6]
Proprietà attribuite e timori
La poliacqua fu descritta come un gel denso (1,2 g/cm³), con viscosità 15 volte superiore all’acqua normale, stabile a temperature estreme. Si teorizzò che potesse sostituire i tradizionali antigeli o lubrificanti, ma emersero anche paure apocalittiche: alcuni scienziati temevano che, essendo termodinamicamente più stabile, avrebbe potuto convertire tutta l’acqua terrestre, disidratando il pianeta.[6] Questi timori furono alimentati dal romanzo Ghiaccio-nove di Kurt Vonnegut (1963), in cui un ghiaccio instabile provoca una catastrofe globale.[2][5]
Il dibattito scientifico e la smentita
Tra il 1962 e il 1973, oltre 500 articoli furono pubblicati su riviste come Nature e Science.[3] Tuttavia, molti esperimenti fallirono nel replicare i risultati, sollevando dubbi. Nel 1970, il fisico Denis Rousseau analizzò la poliacqua e scoprì che il suo spettro infrarosso coincideva con quello del suo sudore, rivelando la presenza di contaminanti organici e salini (es. sodio, silicio).[6] Ulteriori studi inoltre confermarono che le proprietà "anomale" derivavano da impurità introdotte durante la condensazione.[3] Nel 1973, lo stesso Deryagin ammise su Nature che la poliacqua non esisteva, attribuendo i risultati a errori sperimentali.[3] Richard Feynman criticò l’ipotesi polimerica osservando che, se fosse stata vera, sarebbe esistito un organismo in grado di metabolizzarla, sfruttando l’energia rilasciata.[5]
Contesto culturale e eredità
La poliacqua divenne un fenomeno mediatico, citato in romanzi, film e persino in episodi di Star Trek.
Nell'episodio “The Naked Time” (Star Trek, 1966) e il suo seguito, “The Naked Now” (Star Trek: The Next Generation, 1987) riguardano forme di intossicazione da poliacqua. Nell'episodio originale, un avamposto di ricerca scientifica cade vittima della poli-acqua, che causa all'equipaggio un'incapacità tale da farli morire tutti dopo aver spento i controlli ambientali del complesso. Nel sequel, una nave della Flotta Stellare viene ritrovata alla deriva, con l'equipaggio congelato in vari stati a causa dell'intossicazione da polywater. L'episodio Star Trek: Lower Decks “I, Excretus” presenta brevemente una versione simulata della USS Cerritos afflitta da intossicazione da poliacqua, che porta a un'orgia su tutta la nave, come parte di un'esercitazione sul ponte ologrammi. Beckett Mariner tenta la simulazione, ma non riesce a digerire lo scenario e sceglie di espellersi da una camera di compensazione.
Il racconto “Polywater Doodle” di Howard L. Myers è apparso nel numero di febbraio 1971 di Analog Science Fiction and Fact. Presenta un animale composto interamente di poliacqua, con il metabolismo descritto da Richard Feynman. (Il titolo della storia è un gioco di parole con “Polly Wolly Doodle”).
La poliacqua è l'idea centrale del romanzo di spionaggio/thriller del 1972 A Report from Group 17 di Robert C. O'Brien. La storia ruota attorno all'uso di un tipo di poliacqua per rendere le persone controllabili e incapaci di pensare o agire in modo indipendente.
Note
- ^ Quando la scienza si ammala, su CICAP. URL consultato l'8 febbraio 2025.
- ^ a b Tra bufale, fantascienza e guerra fredda: storia della poliacqua, su Query Online, 15 novembre 2017. URL consultato l'8 febbraio 2025.
- ^ a b c d e Il caso dell'acqua anomala o poliacqua - reccom.org, su reccom.org, 28 dicembre 2018. URL consultato l'8 febbraio 2025.
- ^ a b Science Insider, La magnifica storia della poliacqua, su The Good, the Bad and the Science, 5 aprile 2020. URL consultato l'8 febbraio 2025.
- ^ a b c Attenti a quell’acqua!, su Scienza Express edizioni, 28 gennaio 2025. URL consultato l'8 febbraio 2025.
- ^ a b c Pierpaolo Ferlaino, La (poli)acqua che stava per cambiare il mondo, su windbehindme, 31 luglio 2022. URL consultato l'8 febbraio 2025.