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| Agostino O.E.S.A. vescovo della Chiesa cattolica | |
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| Incarichi ricoperti | 
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Agostino (fl. 1340-1371) è stato un religioso e vescovo cattolico italiano[1].
Biografia
Membro dell'ordine degli eremitani di Sant'Agostino, è documentato come vescovo titolare di Selimbria nel 1340; è annoverato dal Gams come suffraganeo di Coira nel 1360 e di Bressanone nel 1368, e dall'Eubel come suffraganeo di Trento nel 1363[1].
Il suo primo atto pervenutoci viene steso a Laces il 28 maggio 1340, quando scioglie dalla scomunica un tal Enrico e suo figlio Utel di Castel Annenberg. Nel 1354, delegato dal vescovo di Como Bernardo, consacra la chiesa di Sant'Antonio di Locarno e una chiesa dedicata alla Trinità in contrada Tregua, e nel 1358 consacra a vescovo Pietro, dell'ordine dei Predicatori, con il titolo di Lodomeria[1].
Nel 1360 è detto "commissario del vescovo di Sabina (Egidio Albornoz) legato della crociata in Italia, e sottodelegato del vescovo di Frisinga", ed è autorizzato dal papa a riconciliare chiese e cimiteri che erano stato profanati durante la guerra tra Ludovico V di Baviera e Carlo IV di Lussemburgo, come la chiesa di San Pancrazio e relativo camposanto in val d'Ultimo, il 26 marzo di quell'anno; il successivo 20 maggio si qualifica come "vicario di Pietro vescovo di Coira" e, su incarico di Federico di Castelbarco, che era amministratore del vescovo di Trento, autentica l'atto di consacrazione della cappella dei Re Magi di Postal fatto nel 1330 da Giovanni di Budua e la riconsacra, essendo stata ricostruita dopo le devastazioni della battaglia; così pure il 28 maggio riconcilia cimitero e chiesa di Santo Spirito all'ospedale di Laces[1].
Nell'ottobre 1361 fa la dedicazione delle chiese di San Pietro a Rencio e San Giorgio a Banco; nel 1363 consacra la chiesa di San Marco a Trento, che era stata ingrandita; nel 1368 consacra la chiesa dei Santi Quirico e Giulitta di Termeno, e concede indulgenze alla chiesa di Sant'Andrea di Terlago e all'altare del cimitero di Caderzone. Ad un certo punto deve aver lasciato il Trentino, perché l'ultimo documento che lo riguarda è sempre una concessione d'indulgenza, steso nel 1371 come vicario del vescovo di Arezzo Giacomo de Mutis di Romena[1].
Note
Bibliografia
- Simone Weber, I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, Aor, 1932.
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