Catanzaro

comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Calabria

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«u sempre la metropoli di tutta la Calabria Ultra, prima che venisse in due parti suddivisa, ed ha tuttavolta i superiori dicasteri provinciali e la gran corte civile per le appellazioni, ch'è una delle quattro di qua dal faro, e che comprende tutte le Calabrie nella sua giurisdizione. Oltre alcuni stabilimenti di beneficenza, evvi una reale accademia delle scienze, ed uno de' maggiori licei regi»
«ei l'aquila che volge lo sguardo intorno l'occhio insonne e vegliante dell'innocente e paziente. O Catanzaro, non sei solo il colle splendente, che sorge da lontano l'orizzonte immenso, gli stretti, le tue passeggiate serali ma anche la collina, che si alzava sopra il carro strisciante. Le ali d'aquila, che abbracciano come due mani calde il mondo»


Catanzaro /ˌkatan'ʣaro/ (Catanzaru /ˌkatan'ʦaru/ in dialetto) detta anche "Città dei tre colli"[senza fonte] è una città calabrese capoluogo della Regione Calabria e dell'omonima provincia. Il comune conta 94.381 abitanti[1].

È il centro direttivo, burocratico e politico della regione, oltre ad essere un importante centro turistico estivo ed invernale[senza fonte]. Inoltre è sede dell'Università degli studi "Magna Græcia" , centro d'eccellenza per le facoltà bio-mediche[senza fonte] ed il secondo ateneo calabrese per numero di iscritti[2]. Vista la sua posizione si trova al centro di un area comprendente alcuni comuni costieri da Sellia Marina a Soverato e alcuni comuni della Sila come Gimigliano, Pentone e Sorbo San Basile per un totale di circa 180.000 abitanti. Inoltre va ormai consolidandosi l'espansione verso l'interno dell'istmo che separa la costa Ionica da quella Tirrenica, con la formazione di un area urbana integrata con i comuni immediatamente limitrofi come Caraffa di Catanzaro, San Floro e Tiriolo.

Geografia

 
Lungomare di Catanzaro

Catanzaro si trova in posizione centrale nella regione Calabria ed è facilmente raggiungibile dai principali centri abitati della regione. Si affaccia sul golfo di Squillace, nel mar Ionio, dove secondo alcuni studiosi[3] si trovava il porto del regno dei Feaci, dove, secondo Omero [4], Ulisse fu accolto e raccontò la sua storia . È situata nell'istmo di Catanzaro, che è stato definito la striscia di terra più stretta d'Italia, in quanto soli 35 km separano il mar Ionio dal Tirreno.

Il territorio comunale si estende dal mare fino a un'altezza di circa 600 metri. Comprende una zona costiera sul mar Ionio che ospita 8 km di spiaggia e un porto turistico, le colline retrostanti solcate dalla valle della Fiumarella sede di un forte sviluppo urbanistico, infine i tre colli: del Vescovado, di San Trifone (o di San Rocco) e di San Giovanni (o del Castello) su cui sorge il centro storico della città la città e che si ricollegano con la Sila verso Nord. Per la sua particolare orografia il territorio comunale è bagnato dal mare, ma soggetto a costanti fenomeni nevosi d'inverno.

I corsi d'acqua principale sono il torrente Fiumarella (nel dialetto locale Hjiumareddha), nel quale confluisce il torrente Musofalo, il torrente Corace (anticamente detto Crotalo) il maggiore in termini di portata d'acqua che delimita il confine comunale a sud e il torrente Allì che delimita il confine comunale a nord. Per loro natura i corsi d'acqua sono a carattere torrentizio ed hanno una scarsa portata nella maggior parte dell'anno, mentre si gonfiano dopo le piogge.


Clima

Il clima di Catanzaro è tipicamente mediterraneo, è di tipo tipo temperato, caratterizzato dalla presenza costante di fenomeni ventosi anche di forte intensità nei mesi primaverili ed autunnali.

L'inverno è mite la temperatura media raramente si avvicina allo zero, con una media su base annua di 17°C circa e una media annua delle precipitazioni piovose di 577,05 mm.

CATANZARO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperatura massima media (°C) 13 14 16 20 22 26 30 32 26 22 20 16 21,4
Temperatura minima media (°C) 4 6 10 13 14 17 25 27 17 14 10 6 13.5
Piogge (mm) 71 65 43 31 16 9 7 13 32 48 60 64 459

Storia

Alcune ipotesi fanno risalire l'origine di Catanzaro a un'antica colonia greca nel luogo che inseguito divenne l'antica Scolacium oppure ritengono che sia sorta sulle rovine dell'antica città di Trischines. Altre ipotesi più accreditate individuano la fondazione da alcuni insediamenti posti in ordine sparso nella zona dell'attuale Catanzaro Lido, Tiriolo (anticamente Teura), Santa Maria di Catanzaro, sul colle Trivonà (Trischines) e lungo la valle del Corace che formavano l'antica "Terra dei Feaci". E proprio alla foce del torrente, secondo la leggenda Ulisse fondò l'antica Skilletion.

 
Il centro storico di Catanzaro

Dai ritrovamenti archeologici più recenti, emerge che l'attuale territorio comunale era compreso nell'area abitata fin dall'età del ferro, dalla popolazione dei "Vituli" così chiamati perché adoratori del simulacro del vitello, che i greci ribattezzarono "Italoi" (adoratori del vitello) e governati dal famoso re Italo (dal quale in seguito prese il nome tutta la penisola italiana), fratello di Dardano progenitore dei troiani. Secondo la leggenda due condottieri bizantini Cattaro e Zaro condussero le popolazioni rivierasche della città magno-greca di Skilletion o Skillakion, corrispondente alla romana Scolacium (nei pressi dell'odierna Catanzaro Lido), prima sullo Zarapotamo (oggi Santa Maria di Catanzaro) poi successivamente sul Trivonà, in una un fortezza militare (secondo alcune ipotesi già esistente da qualche secolo nel luogo che attualmente è il quartiere che porta il nome di Grecìa.). La scelta territoriale sarebbe stata legata alle continue incursioni saracene, che spinsero a spostare l'abitato in zone più elevate. Tale fondazione è attribuibile probabilmente alla seconda metà del IX secolo, sebbene una tradizione la riferisca al X secolo, per decisione del generale e poi imperatore bizantino Niceforo Foca, dal quale avrebbe inizialmente preso il nome di "Rocca di Niceforo". Il passaggio da fortezza a centro urbano vero e proprio avvenne ad opera del generale Flagizio che avviò la costruzione di una cittadella, di un recinto fortificato e infine la sistemazione di cisterne e provviste di grani. Potenziato dall’accentramento di popolazione, prese forma urbana ed in seguito fu incastellato e assunse la denominazione di Katantzárion, con il permesso dell'Imperatore ottenuto da Flagizio. Secondo alcune ipotesi, proprio da questo periodo che vide lo sviluppo di officine per la lavorazione della seta importata dall'oriente e delle coltivazioni di gelso, deriva il nome attuale della città dal termine greco "Katartarioi", ovvero filatori di seta.

Agli inizi del X secolo la città bizantina era stata conquistata dagli Arabi, che vi fondarono un emirato[5] e prese il nome arabo di Qatansar. La presenza araba è testimoniata da ritrovamenti ottocenteschi[6] di una necropoli che restituì oggetti con iscrizioni arabe.

Intorno al 1060 Catanzaro fu conquistata dai Normanni di Roberto il Guiscardo che eressero il Castello Normanno. In quest'epoca conobbe una fioritura di arti e dei mestieri, e in particolare la lavorazione della seta, con scambi commerciali sia con le altre regioni d'Italia che con i paesi orientali.

Alla metà del XIII secolo l'imperatore Federico II fece di Catanzaro un diretto possesso della corona. In seguito la città fu feudo delle famiglie Ruffo, Caraffa e Soriano.

Corte d'appello

 
Piazza Matteotti e sullo sfondo la Corte D'appello

E' la principale della regione con competenza sulla provincie di Catanzaro, di Cosenza, di Crotone e di Vibo Valentia. Fu inaugurate nel 1809 con decreto 29 maggio 1809 n. 381 da parte del Gioacchino Napoleone II. Nel 1817, dopo la restaurazione Borbonica assunse la denominazione di Gran Corte Civile per volere di re Ferdinando I. L'antica e definitiva denominazione fu ripristinata dopo lunità d'Italia con decreto del 17 febbraio 1861 da parte di Eugenio di Savoia. Precedentemente già dal 1606 esisteva a Catanzaro la Regia Udienza con sentenza del consiglio Collaterale che vi stabilì definitivamente la sua sede il 6 aprile 1606 proclamendo che "la Regia Udienza non dovevasi più muovere da Catanzaro e che in perpetuum vi Rimanesse"

L'arte della seta e il periodo aragonese

«Hora godendo Catanzaro una perfettissima quiete diedesi alla coltura delle piante sudette, appellate Celsi, o come altri dicono Mori, e col beneficio dell'acque, che l'irrigavan, crebbero in breve con le foglie poi delle quali comincionsi a nutrir il Verme; indi da gusci del detto a cavar nell'acqua bollente la seta; con la pratica d'alcuni Orienteli nella Citta' commoranti imparando molti la testura di quella, ne fecero drappi di varie sorti; onde in modo vi si stabili' l'Arte»

Sulla base di questo testo, si ritiene che l'Arte della Seta sia stata introdotta a Catanzaro nel 1072, da una casta di Orientali che abitava la città. Secondo una tradizione catanzarese, il gelso che il baco sarebbero stati introdotti in Europa, proprio in quel secolo che vide la nascita della città e alcune ipotesi fanno derivare il nome stesso della città dal termine "Katartarioi" ovvero "filatori di seta". È certo che i primi centri europei dove si lavorò la seta, tra la fine del IX e i primi anni del X secolo, sono italiani, per l’esattezza Catanzaro e Palermo. La spiegazione è abbastanza intuitiva: la prima era sotto il dominio dei bizantini, mentre la seconda era araba e, quindi, tutte e due strettamente legate a culture orientali allora molto forti. Agli inizi del Quattrocento, sotto il dominio aragonese si ebbe un ulteriore periodo di sviluppo, dovuto all'antica tradizione della lavorazione e del commercio della seta. Artigiani provenienti dalla città furono chiamati in Francia a Tours quando nel 1466 il re Luigi XI decise di istituire nei propri domini la manifattura della seta. Il telaio meccanizzato che comparve in quel periodo fu detto "di Giovanni il Calabrese".

Quando gli Ebrei vennero banditi da tutti i territori dominati dalla Spagna, anche la tradizione manifatturierà declinò, in quanto opera prevalentemente di questa popolazione. Ne resta traccia nel quartiere tuttora chiamato "Filanda", dove anticamente erano ubicati i laboratori per la tessitura e la filatura della seta.

Il segreto di Catanzaro

Perché l'arte della seta si sia sviluppata solo a Catanzaro è un mistero ancora irrisolto, cosiderando il fatto che a quei tempi tutto il meridione d'Italia era sotto dominio Bizantino. Alcuni studiosi ritengono che il significato stesso del nome primitivo Katantzárion, potrebbe essere fatto risalire al verbo greco Katartizen, il cui significato è preparare, confezionare ed anche lavorare e denota chiaramente l’azione che appartiene ad un qualche processo preparatorio, con riferimento ad un luogo "segreto" (ant) posto sotto (katà) le terrazze (anzar) di un monte. Laggiù (Katacì) oltre il fiume Zaro, il cui accesso, consentito solo a chi conosceva il posto, era controllato dalla porta di Stratò, su cui erano presenti tutte le risorse ambientali per l'impianto di un opificio, l’acqua necessaria in tutte le fasi della lavorazione, il vento per allontanare il cattivo odore, il sole per asciugare la seta. In quel luogo occulto, gli artigiani (Katartarioi) esercitavano la trattura della seta grezza (Katarteon sericon) e con le loro “segrete invenzioni” per la filatura e la torcitura, preparavano il prezioso filo di seta (Katartizein metaxa). La presenza di una tale struttura ovvero uno stabilimento imperiale (risalente alla prima colonizzazione), con manodopera qualificata e speciali attrezzature tecniche, nel quale potrebbero essere confluiti sia gli artigiani espulsi dalle corporazioni e mandati in esilio, sia schiavi orientali giustificherebbe lo sviluppo e la successiva affermazione dell'Arte della seta nella sola Catanzaro, dove più profonde erano le radici bizantine.

Assedio alla Città sotto l'imperatore Carlo V

File:Torre castello normanno cz.jpg
Torre del Castello Normanno

Quando l'imperatore Carlo V divenne re di Napoli, la città dimostrò la propria fedeltà alla corona. Nel 1528 il francese Odet de Lautrec, incaricato dal re francese Francesco I, inviò in Calabria, per conquistarla al regno francese, due contingenti al comando di Simone Tebaldi, conte di Capaccio, e Francesco di Loria, da Tortorella. Ad essi si associarono diversi nobili calabresi e pugliesi parteggianti per la Francia. Il viceré della Provincia di Calabria, D. Pedro d'Alarcon de Mendoza, con 11.000 uomini forniti dai nobili rimasti fedeli alla corona, organizzò la difesa della Calabria eleggendo la Città di Catanzaro, considerata inespugnabile, Piazza d'Armi e Comando generale delle operazioni. La città venne invano assediata fino al 28 agosto e dopo la vittoria l'imperatore le concesse il diritto di utilizzare come suo simbolo, l'Aquila imperiale recante sul petto uno scudo rappresentante i tre colli della città sormontati da una corona, e reggente col becco un nastro azzurro col motto Sanguinis Effusione . Nello stesso periodo Catanzaro batté moneta, del valore di un carlino. Recava su una faccia la scritta "OBSESSO CATHANZARIO" e sull'altra "CAROL.V S IMP".


Descrizione dello stemma

File:Stemma Cz - Aquila Reale.JPG
Stemma della città
«Fa la città per la sua impresa un'aquila imperiale con la testa rivolta a destra, armata di corona, con le ali e coda sparse, in atto di sollevarsi a volo, nel di cui seno, che forma uno scudo, vi sono tre monti in campo vermiglio, sopra dei quali vi è una corona; tiene l'aquila col becco una fascia, nella quale sta questo motto delineato: "Sanguinis effusione" per dimostrare che col sangue dei suoi cittadini, mai sempre sparso, in servigio della Cattolica Corona, ha quell'aquila meritato, che le concesse la sempre gloriosa memoria dell'imperatore Carlo V per aggiungerla alla sua antica insegna»

L'elemento centrale dello stemma della città è l'aquila imperiale accordata da Carlo V; lo stemma è completato da uno scudo che riproduce i tre colli su cui si erge la città e da un nastro azzurro, stretto dal becco dell'aquila, su cui è riportato il motto "Sanguinis effusione" ("spargimento di sangue"), motivato dalle perdite riportate in varie battaglie dai combattenti catanzaresi.

Brigata Catanzaro

  • Motto: «Sanguinis mortisque colores gestamus ubique victores.» «Portiamo i colori del sangue e della morte: ovunque vincitori.»
 
Motto della Brigata Catanzaro
«… nella Brigata Catanzaro fatalmente si muore, speranza non c’è»

Si formò a Catanzaro Marina, sotto il comando del Colonnello Ferella Gaetano, nei primi mesi del 1915. Pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra il reggimento era stanziato in Friuli e faceva parte della Terza Armata (Armata del Carso), agli ordini di Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta. Ebbe il battesimo del fuoco partecipando con la Brigata Sassari all'assalto del Trincerone di Bosco Cappuccio che riusci a conquistare con slancio ammirevole. In seguito fu impiegata come brigata d’assalto, in tutte le battaglie dell’Isonzo, fu una delle più valorose e sfruttate Unità dell’Esercito italiano. Formata per lo più da Calabresi (circa 6.000), comprendeva il 141° e 142° Reggimento fanteria Ordine Militare d'Italia (già Ordine Militare di Savoia). Fu protagonista dell’episodio del recupero dei cannoni italiani caduti in mano nemica, dopo un furibondo combattimento in cima al Mosciagh (Altopiano dei Sette Comuni) che si svolse nella notte tra il 27 ed il 28 di Maggio. L'ardita impresa fu marcata dalla differenza di armamento che c'era tra la Brigata italiana e i corrispettivi austriaci. Fu inseguito a questo evento che nacque il nuovo motto della Brigata Catanzaro:

«Su Monte Mosciagh la baionetta ricuperò il cannone»
 
Copertina del La Domenica del Corriere

Lo stesso Cadorna dopo quell'operazione scrisse:

«… Pure, fra tante angosce, una sensazione si faceva strada in me. Era, in principio, assai incerta e debole, e poteva apparire più illusione che speranza. Ma, dal 27 al 28 di maggio mi era parso, a un tratto, che fosse finita per gli austriaci la fase bella del tentativo, l’avanzata irresistibile, quella che ogni giorno ci apriva una ferita di più nella carne …»

Fu proprio dopo quest'episodio che la Brigata ricevette la prima Medaglia d'Oro al Valor Militare.

La rivolta della Brigata del 16 luglio 1917

La brigata Catanzaro, come tante altre, aveva avuto i suoi giorni in linea (23 e 24 maggio) e pur con perdite notevoli era stata ricondotta in trincea (Hermada) 10 giorni dopo. Ritirata nuovamente a Santa Maria La Longa, paesino della bassa friulana il 24 giugno (64% gli effettivi) si paventò da subito un suo reimpiego. Il malcontento divampo tra i soldati, privati del riposo che spettava loro di diritto. Il parroco del paese aveva avuto sentore che qualcosa si andava tramando, dai discorsi fatti nelle osterie. Credette suo dovere mettere sull’avviso il comandante della Brigata, ma fu tranquillizzato dal fatto che quelle erano ritenute normali lamentele. Quando di lì a qualche giorno la Brigata ricevette l’ordine di tornare al fronte, la sommossa divampò. Alle 22.30 del 15 luglio, con un violento fuoco di fucileria, razzi multicolori ascesero il cielo per dare il segnale della rivolta ad altre Brigate. Viene dato l’allarme al Comando Supremo a Udine. Nel cuore della notte gruppi di artiglieria, carabinieri e squadroni di cavalleria circondano la Brigata Catanzaro. Verso le 3 del mattino la rivolta è spenta. Si istruì il processo per direttissima a seguito del quale 28 militari furono condannati a morte, passati per le armi e gettati in una fossa comune. Qualche ora dopo, sotto buona scorta la Catanzaro fu rispedita nella bolgia. Lungo la strada altri dieci vennero condannati e fucilati per insubordinazione di fronte al nemico. Facevano parte di quei 114 uccisi con esecuzione sommaria.

Cosi Gabriele D'Annunzio commento l'accaduto:

«"Di spalle al muro grigio furono messi i fanti condannati alla fucilazione, tratti a sorte dal mucchio dei sediziosi……Siete contadini. Vi conosco alle mani. Vi conosco al modo di tenere i piedi in terra. Non voglio sapere se siete innocenti, se siete colpevoli. So che foste prodi, che foste costanti. La legione tebana, la sacra legione tebana, fu decimata due volte. Espiate voi la colpa? O espiate la patria contaminata?……Il Dio d'Italia vi riarma e vi guarda."»

Sviluppo urbanistico

 
Catanzaro nel 1928, foto scattata dal dirigibile Esperia
 
Catanzaro sud

A causa della situazione orografica l'espansione urbanistica della città si è avuta soprattutto dopo la seconda guerra mondiale: verso nord sono sorti i quartieri San Leonardo, Bellamena e Stadio, e quindi, lungo la strada per la Sila, quelli di Pontepiccolo, Pontegrande, Piterà e Sant'Elia. L'espansione urbana si è sviluppata, mediante la costruzione di nuovi ponti verso est con i quartieri Siano, Campagnella e Cava e verso ovest con il quartiere Gagliano.

Negli ultimi 20 anni l'abitato si è espanso verso la costa, lungo la valle della Fiumarella e del Corace, verso i quartieri di Sala, Santa Maria, Pistoia, il Corvo, Lido e Giovino e intorno a preesistenti piccole frazioni che sono state inglobate nella città, come il quartiere Mater Domini.

Con il recente sviluppo urbanistico si sta delineando un modello di città "tripolare" organizzata per funzionalità, in cui il centro cittadino rimarrà polo d'indirizzo politico e organizzativo, il quartiere Lido centro turistico e il nuovo quartiere Germaneto centro universitario e direzionale.

Valutazione della città

Anno Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Tenore di vita (Sole 24 Ore) Ecosistema Urbano (Legambiente) Ordine pubblico (Sole 24 Ore)
2003 93° posizione 90° posizione 91° posizione 43° posizione
2004 86° posizione (+7) 90° posizione 91° posizione (+1) 41° posizione (+2)

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[7]


Economia

L' economia catanzarese è stata caratterizzata da periodi di forte sviluppo alternati a fasi di declino. Agli inizi del secolo è sede del "primo congresso eucaristico" della regione oltre ad essere un punto di riferimento commerciale e industriale, risalgono a questo periodo la nascita di numerose fabbriche, situate nella zona sud, come la "Tonnina" (produzione del tannino) di proprietà francese, la "Ladoga" e la "Gaslini" oltre ad altre fabbriche situate nelle zone di Santa Maria e Sala. Durante la seconda guerra mondiale si assiste ad un declino economico dovuto alla chiusura della maggior parte della precedenti attività produttive. Nel dopoguerra inizia un forte ripresa, in questo periodo è sede della prima Fiera Campionaria del meridione. Attualmente l'economia è incentrata nei settori dei servizi telematici alle imprese e alle amministrazioni pubbliche. Il settore della pubblica amministrazione fa registrare il più alto numero di adetti, seguito da quello dei servizi. Il settore industriale è per lo più rappresentato da aziende di media e piccola dimensione incentrato su produzioni per il mercato locale e nazionale. È il principale mercato agricolo della regione, sede del COMALCA (Centro agroalimentare regionale) è anche un importante centro alimentare con numerosi oleifici, pastifici e distillerie. E' al 79° posto nel classifica nazionale per reddito pro-capite con 16.356 € si attesta al primo posto tra i capoluoghi di provicia calabresi.


Settore Industrie Servizi Amministrazione Altro
Numero di imprese 1.151 2.716 633 2.227
Adetti per settore 5.048 5.577 26.673 7.314
Percentuale sul totale 11,32% 12,50% 59,79% 16,39%

Luoghi di interesse

Chiese

File:Duomocatanzaro.jpg
Il Duomo

L'attuale Duomo sorge nel sito della prima cattedrale, eretta nel 1121 in epoca normanna e dedicata a Santa Maria Assunta e agli Apostoli Pietro e Paolo. La chiesa venne fortemente rimaneggiata nel 1511 con una facciata rinascimentale, che crollò a causa del terremoto del 1638. Distrutta dai bombardamenti nell'agosto del 1943 venne ricostruita.

Santissimo Rosario: sorto alle spalle della cattedrale, presenta una facciata rinascimentale e interno a navata unica, coperta da volta a botte lunettata, con transetto e quattro cappelle per lato; all'incrocio tra navata e transetto si eleva una cupola priva di tamburo. La costruzione risale al XV o XVI secolo, con numerosi rifacimenti, dovuti ai danni dei terremoti del 1638, del 1783 e del 1832, dopo il quale era rimasta chiusa fino al 1891. E' annessa la Congrega del XVII secolo con intagli lignei e stucchi.

San Rocco, settecentesca, presenta navata unica e cappelle laterali e conserva stucchi decorativi e affreschi moderni.

La basilica dell'Immacolata, dedicata alla patrona della città, era sorta inizialmente come chiesa dedicata alla Trinità nel 1254. Rimaneggiata tra il 1750 e il 1763con l'aggiunta delle navate laterali e la cupola. Tra il 1783 e il 1833 svolse le funzioni di cattedrale, essendo stato il Duomo" danneggiato dal terremoto. La facciata venne ricostruita nel 1913 e venne rimaneggiato anche il campanile. Ha tre navate con cappelle gentilizie e transetto.

Sant'Omobono risale probabilmente all'XI-XII secolo.

Santa Maria del Carmine, edificata nel XVII secolo e rimaneggiata nel secolo seguente, presenta una facciata modificata nel XX secolo e l'interno a navata unica con cappelle laterali. La chiesa era annessa all'omonimo convento carmelitano ed all'oratorio del sec. XVII.

Santa Teresa, o dell'Osservanza, con l'annesso convento, secondo la tradizione sarebbe sorta in luogo di una precedente cappella, dedicata alla Madonna della Ginestra. Alll'interno vi si aprono la cinquecentesca cappella del Santo Sepolcro, che ospitava reliquie della Terra Santa, e la cappella del Santissimo Crocefisso. Conserva la statua della Madonna delle Grazie, opera di Antonello Gagini.

San Giovanni, sorse sull'elevazione maggiore della città, in corrispondenza dei resti dell'antico castello tra il XV e il XVI secolo e venne rimaneggiata nel Seicento; in seguito venne aggiunta la scalinata ottocentesca. All'interno presenta navata unica, cappelle laterali comunicanti e transetto.

La chiesa Monte dei Morti e della Misericordia, seicentesca, presenta un ricco portale barocco al centro della facciata e interno a croce greca, con incrocio coperto da una cupola priva di tamburo, e cappelle laterali.

La chiesa Santa Maria di Portosalvo costrutita agli inizi dell'ottocento è dedicata alla patrona dei pescatori e delle vittime del mare, L'interno è a croce greca con un unica navata.

Monumenti

Fontana monumentale Il Cavatore.

L'Ancora Imponente monumento ai caduti del mare situato sul lungomare. È composto da una struttura in cemento di 10 mt su cui è "poggiata" una grande "ancora" di bronzo alta circa 6 mt.

A Gutta Situata sul lungomare è una boa circolare (6 mt di diametro), usata per l'attracco dei pescherecci, che si disperse dopo una grande mareggiata negli anni '70. Il ritrovamento è avvenuto nel 1994; è stata ristrutturata e ora arricchisce uno spazio a verde adiacente il lungomare.

Monumento al Generale Stocco La statua in marmo del 1898 dello scultore Francesco Scerbo sita in piazza Osservanza creata in onore del generale garibaldino Francesco Stocco

Statua dell'Assunta La statua è istallata su un alto piedistallo situato nella cima del campanile dell'omonima basilica è dello scultore calabrese Giuseppe Rito.

Statua ai caduti della grande guerra situata in piazza Anita Garibaldi riporta i nomi dei caduti catanzaresi della Grande Guerra. E' alta circa 6 mt è raffigura un angelo in marmo con il volto in bronzo di un soldato.

Teatro Politeama

File:Teatropoliteamacatanzaro.jpg
Catanzaro - Teatro Politeama

Il teatro Politeama, situato nel centro storico, è stato inaugurato nel 2002, su progetto di Paolo Portoghesi. Occupa lo spazio dove si trovava l'omonimo cinema e teatro costruito negli anni Trenta e un vicino mercato coperto della stessa epoca. Il palcoscenico è uno dei più avanzati in Italia dal punto di vista tecnologico ed è il "cuore" del teatro: largo 22,30 m. e profondo 20 m., ha un'altezza di 30 m.. La sala centrale a forma di ferro di cavallo, intorno a cui si articola l'edificio, riprende la tradizione del teatro classico all'italiana. Lo spazio disponibile è di 53.000 m3 e di 5.700 m2.

Viadotto Bisantis

File:Viadotto Bisantis.jpg
Viadotto "Bisantis" (ponte Morandi)

Conosciuto come Ponte di Catanzaro, è considerato uno dei simboli della città. Si tratta di un viadotto stradale ad unica carreggiata, costruito su una sola arcata, che collega il centro storico di Catanzaro con il rione De Filippis situato dall'altro lato della valle sulla Fiumarella. Fu costruito su progetto dell'ingegnere Riccardo Morandi e per questo è anche conosciuto come Viadotto Morandi. Il ponte è il più alto d'Europa tra quelli ad una sola arcata, e per molti anni è stato il ponte europeo con la maggiore ampiezza dell'arcata.

Misure:

  • ampiezza d'arco (luce) 231 m;
  • altezza da fondo valle 110 m;
  • lunghezza sede stradale 468,45 m;
  • larghezza della struttura scatolare dell'arco: in chiave 10,50 m e alla base 25 m.

Musei

  • Museo provinciale "Villa Margherita". Contiene collezioni di monete, vari reperti ed una raccolta di materiale preistorico.
  • La Casa della Memoria voluta dall'artista catanzarese Mimmo Rotella, inventore del decollage, si pone come obiettivo la divulgazione e la promozione dell'arte contemporanea.
  • Museo delle Carrozze. Un ampio edificio stile medioevale ospita la collezione di preziose carrozze del barone De Paola; annesso museo della civiltà contadina.
  • Museo Risorgimentale. Contiene vari cimeli, biffettiere, armi dell'epoca garibaldina e delle guerre d'Africa e di Spagna, carte cospirative, i diari di guerra e i documenti mazziniani. Sito nei locali concessi dal Distretto Militare Regionale.
  • Museo della Seta presenta collezioni di attrezzature e documentazioni della lavorazione e della commercializzazione della seta.
  • Gipsoteca Jerace (di prossima inaugurazione in via Alessandro Turco) raccoglie le opere in gesso e marmo del famoso scultore Francesco Jerace.
  • MU.S.MI. Museo Storico Militare - Brigata Catanzaro, situato nel Parco della Biodiversità Mediterranea, presenta una vastissima collezione di armi, equipaggiamenti militari e mappe d'epoca dal 1600 fino alla seconda guerra mondiale. Tra le caratteristiche del museo è la riproduzione delle trincee, con effetti sonori che riproducono le ambientazioni della Grande Guerra.
  • "Museo Diocesano" presso l'Arcivescovado, con opere provenienti dal Duomo e da altre chiese.

Ville e giardini

  • Parco della "Biodiversità mediterranea" È un vasto parco comprendente aree a prato, un giardino botanico all'italiana (comprendente 20.000 piante da siepi, 2.000 piante d'alto fusto e 200 specie) e due laghetti. Sono presenti anche numerose specie di uccelli, mammiferi mediterranei. Al suo interno sono presenti: percorso Jogging e ciclabile di 4,5 km; area pattinaggio di 2.561,28 mq; parco giochi di 3.500 mq; laghetto delle piante acquatiche; laghetto dei Cigni; labirinto Verde; teatro da 700 posti; area bar; servizi igienici; parcheggio di mq 1.665
  • Pineta e giardino botanico "Li Comuni" ubicato nel quartiere Siano, importante centro per il turismo integrato mare-monti. Si estende su una superficie di 700 ettari e al suo interno si sviluppano tracciati vari per circa 30 km. È diviso in tre grandi aree: la prima è interamente salvaguardata a fruibilità ridotta e specializzata (escursioni, itinerari guidati,ecc.); la seconda, a larga fruibilità; la terza in cui si concentrano i parcheggi, gli spazi per la didattica, l’orto botanico, i laghetti e il teatro.
  • "La pineta di Giovino", situato nel quartiere Lido, è una vasta pineta parallela alla spiaggia attualmente sono in fase di realizzazione spazi per la didattica, aree campeggio e il prolungamento del lungomare.
  • Giardini di San Leonardo - Piazza Montegrappa mq. 700
  • Villa Pangea - Via De Gasperi/Stretto Cappuccini mq. 750
  • Villa Genziana - viale Tommaso Campanella, quartiere Mater Domini, mq. 2.700
  • Area Verde Porta di Mare “Pino Longo” - via D. Marincola Pistoia mq. 3.000
  • Area Verde Fortuna – loc. Fortuna di fronte Area Polifunzionale Magna Grecia
  • Area Verde - Viale De Filippis di fronte Regione Calabria mq.800
  • Area Verde - viale dei Normanni, Piano Casa mq.540
  • Area Verde CZ Sala – viale Degli Angioini di fianco Chiesa mq.200
  • Area Verde – quartiere S. Maria mq.460
  • Area Verde - quartiere Gagliano mq.150
  • Area Verde del Lungomare – una lunga striscia di verde di 3.800 mq. attraversata da una pista ciclabile
  • Villa Margherita Piazza Trieste – Viale dei Normanni mq. 10.900 . Nella seconda metà del secolo XIX la città di Catanzaro vive una sorta di rinascita socio–economica che si riflette nel campo delle scelte e decisioni tecnico-amministrative in materia di lavori pubblici a livello urbano. In questo clima di frenetica attività urbanistico – edilizia, si concretizza la felice idea di dotare la città di un giardino pubblico che Norman Douglas definì “meraviglioso” e Lenormant, Gissing ed altri descrissero per le ammirevoli, intrinseche caratteristiche paesaggistiche. Sindaco dell’epoca fu Francesco De Seta. Per sua volontà, dal 1878 al 1880, un impervio terreno utilizzato ad orto e vigneto venne trasformato nell’attuale parco la cui peculiarità è da individuare proprio nelle caratteristiche orografiche e posizionali che, tra l’altro, sono tipiche dell’intero versante che ad oriente costituisce le propaggini del più antico agglomerato della città. Già il 20 agosto del 1870, una prima proposta progettuale che contemplava l’utilizzazione dell’esiguo giardino di pertinenza dell’ex Palazzo della famiglia De Nobili, venne respinta dagli Organi preposti all’esame, per essere successivamente rielaborata dall’Ufficio tecnico comunale a seguito dell’ampliamento dell’area originaria conseguente all’acquisto del vigneto Cricelli e di altre piccole aree ad esso confinanti, e definita nella conformazione planimetrica e compositiva che ancora oggi è possibile apprezzare. Il Piano di massima venne redatto nel 1875 e, con Regio Decreto del 1876, venne dichiarata la pubblica utilità dei lavori in esso previsti.

Dal punto di vista urbanistico, ed in “chiave” moderna, la realizzazione della Villa comunale, infatti, rappresenta il primo intervento di riqualificazione urbana operato nella nostra città. L’opera, infatti, razionalizzava, completava ed attribuiva attuali significati urbanistici alla sistemazione della Via Principe Umberto (oggi via Jannoni) nonché alla trasformazione del Convento di S. Chiara in caserma che all’epoca venivano attuati. Il primo giardino pubblico della città, in occasione della visita della Famiglia reale, venne intitolato alla regina Margherita il 21 gennaio 1881. L’epigrafe, sistemata all'ingresso sulla facciata del Museo provinciale, così ricorda l’evento:

«IL MUNICIPIO DI CATANZARO ACCLAMANDO OSPITI DESIDERATISSIMI

IL RE UMBERTO I E LA REALE FAMIGLIA A DI XXI GENNAIO DEL MDCCCLXXXI QUESTI CLIVI CHE ADORNI DI PALME E DI FIORI SCENDONO DAL MATERNO APPENNINO A VIGILARE LE MARINE DEL IONIO INTITOLAVA A LA REGINA MARGHERITA FIORE FRA TUTTI GENTILE MADRE LODATA FRA TUTTE E DAGLI ULIVI E DAI LAURI LIETI DEL SUO SORRISO A UNA FORTE E PROSPERA ITALIA TRAEVA GLI AUSPICI»

Anni dopo, anche a causa della mancanza di adeguate risorse finanziarie, la Villa comunale subì interventi manutentivi e strutturali non sempre confacenti alle peculiari caratteristiche ambientali del sito. Dal punto di vista formale il “disegno” del parco sfugge ad una qualunque logica e rigore geometrico. Anche le singole aiuole sembrano disegnate a “mano libera” ed i percorsi pedonali si generano dai vuoti planimetrici che le aiuole stesse residuano. Nella Villa comunale di allora, in una città come la nostra, priva di ampie piazze e di spazi urbani socializzanti, si svolgevano attività ludiche ma anche culturali e di tradizione. Sul palco della musica si avvicendavano le bande più famose dell’epoca: quella dei Carabinieri, del Comune di Acquaviva delle Fonti, quella di Catanzaro e di tanti altri comuni viciniori. Il folklore calabrese era sempre presente con spettacoli che si svolgevano in uno scenario naturalistico unico, affascinante ed indimenticabile. Oggi, le eccezionali caratteristiche naturalistiche ed ambientali della “Villa Margherita” risultano protette. Con D.M. 10 gennaio 1972, infatti, la zona comprendente la “Villa”, nonché le aree ed i fabbricati ad essa circostanti, sono stati dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi della L. 29 giugno 1939, n. 1497, sulla protezione delle bellezze naturali.

Cultura

Biblioteche

  • Biblioteca comunale "Filippo De Nobili", è la più importante biblioteca cittadina e possiede attualmente circa 120.000 opere tra volumi ed opuscoli;
  • Biblioteca provinciale "Bruno Chimirri", ha una dotazione di oltre 20.000 volumi.
  • Archivio di Stato, costituito da oltre 50.000 documenti, fra cui ben 1359 pergamene (1307-1859). I documenti cartacei datano dal secolo XVI. Sono da segnalare, in particolare, i seguenti fondi: l'Archivio delle Ferriere di Mongiana, la Cassa sacra e la Regia udienza, gli atti notarili antichi, documenti sul brigantaggio e sui moti patriottici.
  • Biblioteca della Camera di Commercio
  • Biblioteca dell'Università "Magna Græcia"
  • Biblioteca Arcivescovile "Antonio Lombardi"
  • Biblioteca del Seminario Regionale Pontificio "San Pio X"
  • Biblioteca del Comando Militare Regionale "Calabria";

Università e Accademie

E' la seconda università calabrese per numero di iscritti (è imperniata sulle facoltà principali di medicina, ingegneria ,farmacia e giurisprudenza) ed è un centro oncologico d'eccellenza.

Istituita con D.P.R. n° 1162 del 30.10.1972, ha una bacino d'utenza che comprende le provincie di Vibo Valentia, Crotone e Cosenza. L'istituto è composto da 11 dipartimenti.

Istituito all'interno dell'università conta 400 posti circa ed è dotato di avanzate tecnologie per la lotta ai tumori. E' inoltre un centro oncologico d'eccellenza

Fondato nel 1912 è un istituto aggregato alla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale è tra i 15 seminari regionali esistenti in tutta Italia per la formazione di nuovi sacerdoti.

Sede distaccata del conservatorio musicale F. Torrefranca di Vibo Valentia

Con l'istituto Silvio D'amico di Roma e la scuola civica parificata Paolo Grassi di Milano è il terzo polo artistico nazionale. I corsi sono di durate triennale, alla fine dei quali dopo aver superato un esame, viene rilasciato il diploma di attore professionista riconosciuto in tutta Italia e nei paesi dell'Unione Europea

Istituto per la ricerca, la formazione e l'innovazione educativa. Opera in collaborazione con il MIUR e l'Unione Europea

L'offerta formatica comprende tre corsi di laurea in Giurisprudenza, Economia e Scienze Politiche oltre a diversi corsi di perfezionamento e master. Altre sedi distaccate sono a Reggio Calabria e Palmi


Teatro

La tradizione teatrale della città risale al tardo Seicento quando in occasione della nascita dell'erede al trono spagnolo, ci furono quasi due mesi di rappresentazioni che animarono piazza San Giovanni. Le attività teatrali si continuarono a svolgere nelle piazze cittadine e in un piccolo teatro in piazza Duomo, distrutto dal terremoto del 1783.

In seguito venne costruito lo storico Teatro Comunale, progettato dall'architetto Vincenzo De Grazia nel 1818 e terminato nel 1830. Il teatro rappresentava opere di Pergolesi, Rossini, Goldoni, Giacosa e D'Annunzio, Scribe, Sardou, Mirabeau, Dumas, Ibsen, Tolstoj, Shakespeare, Dostoevskij. Ne calcarono il palcoscenico i più noti artisti del tempo, da Ermete Novelli a Ermete Zacconi, da Giovanni Emmanuel a Gustavo Salvini.

In seguito alla crisi economica e sociale che investì la città dopo la prima guerra mondiale, il teatro declinò e venne infine demolito nel 1938, mentre l'attività teatrale continuò in modo diseguale con il teatro Masciari, fino alla costruzione del teatro Politeama nel 2002.

Attualmente è sede dell'Accademia internazionale "Officina teatrale". Il terzo polo artistico italiano con Milano e Roma.

Mass Media

Giornali

Le testate giornalistiche con sede a Catanzaro sono:

Altre testate regionali con sedi distaccate a Catanzaro sono:

TV

Catanzaro è sede due importanti emittenti televisive regionali terrestri e di una satellitare:

  • Telespazio TV, fondata nel 1976 da Tony Boemi, è la principale emittente televisia calabrese con una copertura del 95% che comprende anche parte delle Basilicata e della Sicilia.
  • Calabria Channel, emittente satellitare, sul canale 875 di Sky con copertura internzionale che comprende tutti gli stati europei e i paesi extra europei che si affacciano sul mediterraneo

Radio

Eventi Musicali

 
Alcune ore prima dell'inizio del concerto di Vasco
  • Il 24 Settembre 2004 durante il "Buoni O Cattivi tour" si è tenuto l'unico concerto di Vasco Rossi gratuito, di fronte a 400.000 persone (record di presenze). Lo stesso Vasco lo ha ribattezzato Vascstock

Folklore e tradizioni

Il santo patrono

Il culto di san Vitaliano venne introdotto, con la traslazione delle reliquie del santo, giunte dal santuario di Montevergine e da Benevento, in una apposita cappella della cattedrale voluta dal conte Pietro Ruffo nel 1311. Dopo la rovina della cappella le reliquie furono trasferite ufficialmente dal vescovo Nicolò Orazio nel 1583. Secondo la tradizione dal suo sepolcro sarebbe trasudato un liquido miracoloso detto "manna".

Il santo è ricordato il 16 luglio, in ricordo probabilmente della prima traslazione delle reliquie, ma viene celebrato a Catanzaro anche in occasione della domenica in albis. Nel 1922 fu celebrato solennemente il settimo centenario dell'arrivo delle reliquie



Maschera tipica del "'Giangurgolo"

File:Giangurgolo1.jpg
"Giangurgolo"

La maschera, il cui nome significa "Giovanni dalla gola piena", nacque come presa in giro degli imitatori dei cavalieri siciliani spagnoleggianti. La figura è caratterizzata da un lungo naso, un'andatura bellicosa e da un cappello di feltro a cono. Grande mangiatore, consuma carretti di maccheroni, molto pane e intere botti di vino, adopera la spada per inezie, ma è sempre pronto a fuggire come il vento.

Gastronomia

La gastronomia di Catanzaro, che affonda le sue radici nella tradizione tipicamente mediterranea, è caratterizzata da una predominanza di sapori forti e decisi.

Il piatto forte della tradizione gastronomica locale è il morzeddhu, di solito servito caldo nella pitta, pane casereccio piuttosto schiacciato e dalla forma circolare, tagliato a libretto. L'ingrediente base è costituito dalle interiora di vitello senza il cuore (diuneddhi), con conserva di peperoni piccanti, sale, origano, alloro, e vino rosso.

Vari i primi piatti ("pasta e ceci con finocchi selvatici", "pasta dei mietitori", con un sugo a base di cipolle, zucchine e patate, e la "pasta con le alici", preparata con alici sotto sale, mollica di pane e peperoncino piccante. Molto utilizzata la carne di maiale e di manzo. Le lumache (vermituri) vengono mangiate con un sugo di di pomodoro aromatizzato con foglie di alloro, origano e peperoncino piccante.

Da segnalare le conserve, come alici o sarde salate, melanzane sott'olio, o in agrodolce (alla schipece).

Tra i dolci i monaceddi (uova sode farcite di cacao e fritte), la pitta 'nchiusa e le cuzzupe, ciambelle decorate con uova, tipiche di Pasqua.

Tra i vini si segnala la Malvasia.

Eventi e manifestazioni

  • Notte Piccanteultima settimana di settembre
  • Naca: processione del Venerdì Santo
  • Festa di San Giuseppe: 1° maggio, via Mattia Preti, rione Piano Casa
  • Festa del pane: 13 Giugno - Chiesa del Monte, via XX Settembre
  • Festa di San Vito: 13-15 giugno viale Crotone a Catanzaro Marina
  • Festa del patrono san Vitaliano: 16 Luglio
  • Mirabilia (rappresentazione storica in costume)) 9/16 luglio in coincidenza con la Festa di San Vitaliano
  • Festa della "Madonna di Porto Salvo" a Catanzaro Marina: ultima domenica di luglio
  • Fiera di San Lorenzo quartiere Mater Domini: 5/10 agosto
  • Festa della Maria SS. delle Grazie a Pontegrande: prima domenica di settembre
  • Festa della Madonna dei Cieli: terza domenica di settembre
  • Festa dell'Uva e fiera del Vino: seconda settimana di settembre
  • Settembre al Parco delle Biodiversità
  • Marinfest: rassegna musicale a Catanzaro Marina - Agosto/Settembre
  • Festival dell'autunno: settembre/dicembre all'Auditorium "Casalinuovo"
  • Catanzarock: autunno (selezione regionale Arezzo Wave)
  • Mostra dei presepi: dicembre
  • CatanzaroJazz: mesi primaverili




Personaggi illustri

  • Renato Dulbecco, nato nel 1914, premio Nobel per la medicina nel 1975.
  • Bernardino Grimaldi, (1837-1897), ministro dell'Agricoltura nel corso del terzo governo Depretis, si dimise dal suo incarico pronunciando la famosa frase l'aritmetica non è un opinione a seguito della richiesta di abolizione della tassa sul macinato.
  • Giovanni Patari (1866-1948), poeta e scrittore in dialetto calabrese
  • Giuseppe Celi (1947), pittore figurativo contemporaneo.
  • Domenico Scarpino. Nato a Catanzaro fu il primo fotografo ritrattista della Calabria, uno dei primi in Italia. Nel 1917 lo Studio fotografico Scarpino fu insignito dall'allora ministro Samberini del "Brevetto della Real Casa" con facoltà di tenere esposto lo stemma reale nell'insegna dello studio

Studiosi e filosofi

  • Francesco Acri ([1863]-1913]), filosofo.
  • Umberto Bosco, nato a Catanzaro nel 1900 e morto a Roma nel 1987, storico e filosofo, critico della letteratura italiana. .
  • Fausto Squillace (1878-1930), diffusore della sociologia in Italia.
  • Felice Tocco (1845-1911), filosofo e storico delle eresie.
  • Emilia Zinzi, storica dell'arte, si è occupata delle problematiche storiche urbanistiche e del territorio e ha contribuito alla valorizzazione ed alla riscoperta del patrimonio architettonico-urbanistico della regione e alla scoperta del sito archeologico di Scolacium.


Enti istituzionali

 
Regione Calabria

Catanzaro, capoluogo della regione, è sede della giunta regionale della Calabria, ospita tutti gli assessorati regionali, tutte le istituzioni di valenza regionale ed anche sede del Consolato del Marocco


Sport

Calcio

  • U.S. Catanzaro 1929, è la società calcistica calabrese con più presenze in campionati professionistici (7 in Serie "A" e 28 in Serie "B"). È stata finalista nell'edizione 1965-1966 di Coppa Italia (sconfitta ai supplementari dalla Fiorentina) e semifinalista nelle edizioni del 1977-1978(sconfitta dalla Juventus) e 1981-1982 (sconfitta dall' Inter). Nella stagione 1981-1982 si classificò in Serie "A" al quinto posto con la Sampdoria, non rientrando nella coppa Uefa per differenza reti. Nella stagione 2005/06 si è classificata all'ultimo posto, venendo retrocessa nella serie C1: per la stagione successiva non viene iscritta al campionato e, dopo 77 anni scompare dal calcio professionistico. Grazie al lodo Petrucci viene costituita una nuova società, l' F.C.Catanzaro, presieduta dall'avv. Giancarlo Pittelli, attualmente iscritta alla serie C2.

Beach Soccer

  • Catanzaro Beach Soccer, milita nel campionato di serie A ed è la squadra più titolata in Italia, con quattro scudetti e una Coppa Italia. Inoltre si è qualificata al terzo posto nel Mondialito di beach soccer per club, svoltosi in Portogallo.
  • Panarea Catanzaro, milita nel campionato di serie A.

Calcio a 5

  • "Stirparo Catanzaro Calcio a 5", milita nel campionato di serie B.
  • "TassoFisso Catanzaro", milita nel campionato di serie B.

Pallacanestro

  • "Abramo Pallacanestro Catanzaro", attualmente è la principale squadra di basket calabrese e milita nel campionato di B2.
  • "Virtus Catanzaro", milita nel campionato di C2.

Pallavolo

  • "Stirparo Catanzaro", milita nel campionato di B2.
  • "Nuova Tirrenia", milita nel campionato di serie C.
  • "Aquila Cz", milita nel campionato di serie C.

Rugby

  • "Catanzaro Rugby"

Pallamano

  • "Handball Club Catanzaro", milita in serie C

Ciclismo


Impianti sportivi

  • Stadio Nicola Ceravolo, costruito agli inizi del 1900 e inaugurato nel 1919, ha una capienza di 24.000 posti (attualmente ridotta ad 11.000)ed è lo stadio più antico della regione;
  • PalaGallo(noto come "PalaCorvo") (Basket, calcio a 5, pallavolo, arti marziali, scherma) situato nel quartiere Lido, zona Corvo, ha una capienza di 3.500 posti
  • PalaGreco (Basket, calcio a 5, pallavolo, arti marziali) situato nel quartiere Stadio ha una capienza di 3.000 posti
  • PalaGiovino (Basket, calcio a 5, pallavolo, pallamano) situato nel quartiere Lido, zona Giovino, ha una capienza di 2.000 posti
  • PalaFermi (Basket, calcio a 5, pallamano) situato nel quartiere Lido ha una capienza di 1.000 posti circa
  • Stadio A.Curto (Calcio, Rugby)situato nel quartiere Lido ha una capienza di 1.000 posti
  • Poligiovino (Calcio, Calcio a 5, atletica leggera, nuoto, arti marziali, scherma) impianto sportivo polifunzionale comprendete una campo da calcio con una capienza di 2.500 posti, pista d'atletica, piscina con 750 posti e strutture per la pratica di varie specialità sportive.
  • Centro sportivo S'Elia (Calcio, atletica leggera, Rugby)
  • Campo scuola Pontegrande area attrezzata per le specialità d'atletica leggera
  • Piscina Comunale situata nel quartiere Pontepiccolo
  • Campi da Tennis Dopolavoro situati nel quartiere Marina
  • Pista campestre Pineta di Giovino area attrezzata per la corsa campestre.

Trasporti pubblici urbani e metropolitani

 
Stazione funicolare quartiere Sala.
File:Lineacz.jpg
Funicolare nel tratto da Sala a Piazza Roma.

Aeroporti

La città è servita da due aeroporti. Il principale è lo scalo internazionale di Lamezia Terme a circa 30 Km distanza e collegato tramite la Strada Statale 280 dei Due Mari. L'altro è lo scalo di S'Anna situato nel comune di Isola Capo Rizzuto, distante 45 Km e collegato tramite la strada statale 106 Jonica.

Stazioni Ferroviarie

Le principali stazioni ferroviarie sono:

  • Catanzaro Lido, situata nella zona sud è il nodo ferroviario principale della città e della costa Jonica da Taranto a Reggio Calabria ;
  • Catanzaro di recente costruzione è situata nel quartiere Germaneto;
  • Catanzaro Santa Maria;
  • Catanzaro Sala;

Principali arterie stradali

Per la sua posizione centrale la città è un importante snodo stradale di collegamento della costa jonica con quella tirrenica: è attraversata dalla strada statale 106 Jonica che da Catanzaro Lido si collega all'Autostrada A3 tramite la strada statale 280 dei Due Mari.

Funicolare

La Funicolare di Catanzaro, è il mezzo di trasporto più funzionale per chi deve raggiungere il centro provenendo dai quartieri a sud della città. Le stazioni sono tre: "Sala", "Piano Casa" e "Piazza Roma". Il tempo di percorrenza è di circa 5 minuti. Il servizio è gestito dalle Ferrovie della Calabria

Principali caratteristiche dell'impianto: dislivello: 158,23 m; lunghezza della linea: 678,37 m; pendenza media: 28,14 %; capacità di ogni vettura: 70 persone; tempo minimo di corsa: 130 secondi; potenzialità massima per senso di marcia: 1575 persone ogni ora; velocità massima di esercizio: 7 m al secondo.

Autobus urbani e metropolitana

Il sistema dei bus urbani comprende 49 linee ed è gestito dalla società AMC (Azienda per la mobilità di Catanzaro).

File:Czmetrò.jpg
Metropolitana fermata San Giovanni

La metropolitana di Catanzaro, gestita delle Ferrovie della Calabria ha un traffico annuale di circa 1.600.000 passegeri. È costituita da due linee: la "Linea urbana", che attraversa tutto il comune dai quartieri sud a quelli nord della città e comprende 11 stazioni, e la linea "Comuni dell'hinterland", che consente un rapido collegamento con i comuni limitrofi della città, conta 20 treni e interessa 12 comuni per un totale di 180.000 abitanti.


Stazioni della "Linea urbana"

    • Lido
    • Aranceto
    • Corvo
    • Pistoia
    • Santa Maria
    • Dulcino
    • Catanzaro Sala
    • San Giovanni
    • Piazza Matteotti
    • Via Milano
    • Quartiere Gagliano
    • Madonna del Pozzo


Stazioni della linea "Area Urbana"

Lavori in corso

Sono in pieno svolgimento i lavori di urbanizzazione della Valle del Corace, area limitrofa ai quartieri di Germaneto, Santa Maria e Lido. Il letto del torrente Corace sarà trasformato in un importante snodo stradale, ferroviario e metropolitano. È in fase di conclusione la variante alla SS 280, che percorrera in lungo il letto del torrente congiungendosi alla nuova variante della SS 106 all'altezza del quartiere Santa Maria e terminando in prossimità della foce con l'uscita nel quartiere Lido.

Il pendolo di Catanzaro, come è stato soprannominato, è un tratto a cremagliera ATB progettato per superare le pendenze tra il quartiere di Germaneto-Santa Maria di Catanzaro-Catanzaro Lido-Catanzaro centro. La gestione è prevista da parte delle Ferrovie della Calabria e del comune di Catanzaro, il progetto prevede l'origine della linea dalla nuova stazione di Catanzaro centrale, già realizzata nel quartiere Germaneto. Il costo previsto è di 40 milioni di euro e si prevede il completamento entro il 2009.

Una nuova linea di metropolitana leggera è stata progettata nel tratto Catanzaro Lido-Germaneto-Settingiano: attualmente è in fase di realizzazione e si prevede il termine dei lavori entro il 2009. È stata inoltre progettata una seconda linea di metropolitana leggera ("metropolitana Jonica") sul percorso Botricello-Catanzaro-Soverato, che consentirà il collegamento tra i comuni della costa ionica.

La “cerniera di Catanzaro”. Sistema di infrastrutture che collegherà i centro storico la stazione nel quartiere Sala. Partirà dalla stazione di Sala è sarà composto da due direttrici di collegamento: la prima consisterà in una passerella meccanizzata consentirà di raggiungere la stazione della Funicolare e da lì Piazza Roma; la seconda prevede una serie di ascensori che permetteranno di raggiungere il quartiere Bellavista.

Hanno detto di Catanzaro...

«……la parte alta della città che sembra voglia svincolarsi dal declivio collinoso su cui riposano le sue case, e forse desiosa di azzurro e di verde tende a stendersi, risalendo coi suoi fabbricati, ancora in alto, verso le montagne presilane che poi azzurramente cupe degradano sino, a poco a poco, a raggiungere le acque silenziose del classico golfo di Squillace. E’ sempre bello a vedere questo giardino, nei tepidi pomeriggi di autunno e nelle primavere aulenti, nelle fresche mattine d'estate e nelle luminose giornate d'inverno…»
«Io le voglio un gran bene a quella città di Catanzaro, e piacevolmente mi ricordo sempre di tante persone che vi ho conosciute piene di cuore e di cortesia, ingegnose, amabili, ospitali [...]»
«...credo che quel greco Flagizio, lasciando il mare dove per acque stagnanti è un'aria grave e malsana, sia salito sul monte dove ora inalzasi Catanzaro: e vedendo per uno spazio interminato una bellissima varietà di sottoposte colline, dipinte di varii colori dai verdi seminati, dalle vigne, dagli ulivi, e tra queste colline a piedi della città una fertile valle irrigata da molti ruscelli, e che corre per cinque miglia insino al mare; ed il mare che larghissimo si spande dal Capo Colonne presso Cotrone sino alla punta di Stilo; invaghito da tanta stupenda bellezza, abbia chiamato quel monte oros katanderon , che vale sul florido , quasi volesse dire il monte che soprasta le colline e la valle fiorente . Cangiandosi poi l'n in a (mutazione comunissima del dialetto dorico e nei dialetti di tutte le lingue) hassi la parola katandaron , la quale pronunciata colla d, come si pronunzia dai greci moderni, corrisponde limpidamente alla parola Catanzaro. […]Bellissimo adunque è il nome della città di Catanzaro: ed ella sarà veramente florida se alla bellezza del sito congiungerà un'altra più desiderabile e lodevole bellezza, quella cioè delle buone arti e dei modesti costumi[...]»
«Qui mi sento bene, anzi molto bene, perché è qui che è più bello vivere […]. Nella mia geografia ancora sta scritto che tra Catanzaro e il mare si trovano i Giardini delle Esperidi»
«“(…)Diligenti sono i Catanzaresi, solerti, intenti alle scienze del foro e della magistratura, alle belle arti, all'industria, alla mercanzia. La loro più grande industria, come altrove si è detto, è quella della seta, del velluto e delle stoffe, introdotte in Catanzaro la prima volta da Roberto Guiscardo. La gioventù, in generale è buona, leale, generosa, ospitale, nobile ne' portamenti, fervida nell'amore della patria; facile però delle volte e inchinevole all'ira, allo sdegno e alla vendetta. Nelle donne si ammira generalmente, un fior di beltà, un riso ch'è tutto grazia, semplicità e modestia.”»
«In attesa di vedere attuati i progetti che loro meditano, conduciamo una vita molto beata a Catanzaro, che è la più graziose e potente della città della Calabria e indubbiamente la più gradevole per risiedervi. La sua posizione, su un colle, a due miglia dal mare, è salubre e graziosa. I suoi abitanti sono affabili, laboriosi e sono i soli in tutta la regione che usino cortesie verso i francesi.»

Amministrazione comunale

Template:ComuniAmministrazione

Galleria immagini

Altri progetti

Simboli della città

Trasporti

Curiosità su Catanzaro

Rispetto alle città di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, Catanzaro dista circa 50 km in linea d'aria.

Dai quartieri nord della città in alcune giornate particolarmente limpide è possibile vedere contemporaneamente il mar Tirreno e il mar Ionio e l'isola di Stromboli[senza fonte]

Altro

Note

  1. ^ Popolazione residente al 1 Gennaio 2007 secondo i dati Istat
  2. ^ Secondo le statistiche del Ministero dell'Università e della Ricerca gli iscritti per l'anno accademico 2006-2007 sono stati 12.472, contro i 31.771 dell'Università di Arcavacata di Rende e i 10.309 dell'Università di Reggio Calabria.
  3. ^ Hans-Helmut und Armin Wolf, Der Weg des Odysseus : Tunis, Malta, Italien in den Augen Homers,Tübingen : Wasmuth, c1968.
  4. ^ Omero, Odissea.
  5. ^ Del 903 è un riferimento, riportato nel Codice Arabo-Siculo dell'Airaldi, alla conquista della città da parte dell'emiro Aba el Aabass.
  6. ^ Domenico Marincola Pistoia, Notizia storiche intorno a Catanzaro ed alla Calabria.
  7. ^ Dati tratti da:

Riferimenti bibliografici

Collegamenti esterni


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