Canis simensis

specie di animali della famiglia Canidae

Il lupo etiope (Canis simensis) è un piccolo lupo rossastro simile alla volpe. È uno tra i più rari e minacciati di tutti i canidi. È noto anche come lupo abissino, sciacallo rosso, volpe rossa e volpe (o sciacallo) del Simien; in amarico viene chiamato täkʷula («lupo») o qey qebero («volpe rossa») e in oromo jedalafardaa («sciacallo dei cavalli»). I nomi numerosi riflettono le antiche incertezze riguardo alla sua posizione tassonomica, sebbene si ritenga attualmente che sia imparentato con i lupi del genere Canis piuttosto che con le volpi a cui somiglia nell'aspetto. Le recenti analisi molecolari sembrano perfino indicare che il lupo etiope sia un discendente del lupo grigio[1]. Ciò significa che il lupo etiope sia l'unico lupo vero e proprio dell'Africa sub-sahariana.

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Lupo etiope

Canis simensis
Stato di conservazione
Critico
Classificazione scientifica
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCarnivora
FamigliaCanidae
GenereCanis
SpecieC. simensis
Nomenclatura binomiale
Canis simensis
Ruppell, 1840
Areale

Vive nelle regioni afro-alpine dell'Etiopia, ad un'altezza di circa 3000 metri sul livello del mare. Ne rimangono solamente sette popolazioni, per un totale approssimativo di 550 adulti. La popolazione più numerosa si trova sulle montagne di Bale, in Etiopia meridionale, sebbene vi siano inoltre popolazioni più piccole sui monti Simien, nel nord del Paese, ed in poche altre aree.

Si nutrono di roditori afro-alpini, soprattutto di ratti talpa africani e di ratti dell'erba abissini (uno studio ha riscontrato che il 96% delle loro prede siano roditori). Possono inoltre catturare anche piccole antilopi, come le redunche ed i piccoli di antilopi più grandi (come il nyala di montagna), così come lepri ed iraci. I lupi etiopi sono diurni.

I monti Semien.

Quando si nutrono di roditori, i lupi etiopi tendono a cacciare da soli, ma sono canidi territoriali e sociali che formano branchi e difendono i loro territori. Il branco, che può comprendere fino ad una dozzina di esemplari con un rapporto tra i sessi di alcuni maschi per femmina, pattuglia e difende il territorio.

Le genti oromo dell'Etiopia meridionale chiamano il lupo etiope «sciacallo dei cavalli» a causa della sua abitudine riportata di seguire le giumente e le vacche che stanno per partorire allo scopo di nutrirsi della placenta.

Claudio Sillero-Zubiri dell'università di Oxford è lo zoologo che ha lavorato di più allo scopo di salvare questa specie di lupo, soprattutto grazie ad i suoi lavori per sviluppare un vaccino orale contro la rabbia per proteggerla da questa malattia trasmessale dai cani locali. Il suo lavoro è supportato dalla Born Free Foundation. Un'epidemia di rabbia scoppiata nel 1990 ridusse la popolazione nota più numerosa, quella del parco nazionale delle montagne di Bale, da circa 440 lupi a meno di 160 in sole due settimane.

Bibliografia

  1. ^ D. Gotelli, C. Sillero-Zubiri, G.D. Applebaum, M.S. Roy, D.J. Girman, J. Garcia-Moreno, E.A. Ostrander, R.K. Wayne, Molecular genetics of the most endangered canid: the Ethiopian wolf Canis simensis, in Molecular Ecology, vol. 3, n. 4, 1994, pp. 301-312. URL consultato il 31 marzo 2008.