Template:Comune Faenza (Fênza in romagnolo) è un comune di 56.131 abitanti della provincia di Ravenna.

Posta sulla via Emilia fra Imola e Forlì, praticamente al centro della Romagna, si trova ai piedi delle prime colline preappenniniche.

È sede vescovile della diocesi di Faenza-Modigliana ed è storicamente nota per la produzione ceramica.

Storia

L'antichità

Le origini della città si perdono nella mitologia. Pare, infatti che i coloni attici che, risalendo l'Adriatico, fondarono Ravenna, si fossero spinti nell'entroterra fondando l'insediamento di Foentia. La città crebbe come centro commerciale sotto etruschi e celti grazie alla posizione favorevole offertale dall'incrocio fra il fiume Lamone, la via salaria che attraverso gli appennini portava il sale in etruria e campania e la strada che poi i romani avrebbero lastricato e chiamato Aemilia. In seguito alla conquista romana nel II secolo a.C. fu colonia d'insediamento (Faventia, che significa "la favorita degli dei") e si sviluppò grazie alla produzione agricola, tessile e ceramica. Qui, nel 82 a.C. il sillano Quinto Cecilio Metello Pio sconfisse l'esercito del populares Gneo Papirio Carbone, durante le guerre civili della tarda repubblica romana. Decaduta a partire dal II secolo d.C., è ricordata dalle cronache per la battaglia combattutasi nel 542, nella quale Totila e l'esercito ostrogoto sconfissero i Bizantini. Al VII secolo risale la prima cinta muraria, costruita per difendere la città dai Longobardi.

Il Medioevo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Manfredi (famiglia).

Fu nuovamente prospera a partire dall'VIII secolo. Dominata in epoca alto-medioevale dai vescovi, divenne nel XII secolo libero comune. Faenza fu famosa per la sua propensione alle guerre e fu perciò coinvolta nei principali avvenimenti anche a livello nazionale. Inizialmente fedelissima all'imperatore, e questo trova conferma anche dalla visita di Federico Barbarossa che qui si fermò per diverso tempo con tutta la sua corte, aderì in seguito alla Lega Lombarda (1178). Nel periodo guelfo fu spesso in contrasto con la ghibellina Forlì. Nel 1241 fu assediata e presa dall'imperatore Federico II, con l'aiuto dei forlivesi e di Teobaldo Ordelaffi. In seguito passò sotto il potere di Maghinardo Pagani, signore di Palazzuolo, che approfittò della divisione fra guelfi e ghibellini. Maghinardo ebbe un ruolo molto importante nella storia della città e si dimostrò un ottimo politico ed un astuto stratega.

Questa peculiarità guerresca di Faenza, comune a quasi tutte le città romagnole dell'epoca, accompagna la città in diverse menzioni nella Divina commedia. Faentino è, in particolare, Frate Alberigo dei Manfredi, collocato nella terza zona dell'ultimo cerchio dell'inferno, quello i traditori degli ospiti, al canto XXXIII, ed è l'ultimo peccatore (quindi il peggiore) a dialogare con Dante. L'onore della città è riscattato, fortunatamente, al XXI canto del Paradiso dove compare San Pier Damiani.

 
La piazza quattrocentesca

Raggiunse la massima fioritura sotto la signoria dei Manfredi (dal 1313, e in particolare di Carlo II Manfredi, sotto il quale venne rinnovato il centro urbano con la costruzione della cattedrale e del palazzo del popolo. In epoca rinascimentale divenne celebre per la produzione di oggetti in ceramica, esportati in tutta Europa. Per questo motivo il toponimo stesso è diventato sinonimo di maiolica in molte lingue, tra cui il francese (faïance) e l'inglese (faience).

Nel 1500 la città fu assediata dalle truppe mercenarie di Cesare Borgia, alle quali resistette per 6 mesi guidata dal sedicenne Astorgio Manfredi, poi catturato a tradimento e imprigionato a Roma dal Valentino. Pochi anni dopo il corpo del giovane signore fu ritrovato nelle acque del Tevere. All'assedio di Faenza il Guicciardini, che non esalta certo il Valentino come l'amico Machiavelli, dedica un passo della sua "Storia d'Italia":

«Il Valentino era pieno di sommo dolore che, avendo oltre alle forze Franzesi uno esercito molto fiorito di capitani e soldati Italiani (...), e avendosi promesso, co' suoi concetti smisurati, che né mari né monti gli avessino a resistere, gli fusse oscurata la fama de' principii della sua milizia da uno popolo vivuto in lunga pace, e che in quel tempo non aveva altro capo che un fanciullo»

Crollato il fragile regno del Borgia, con la morte del padre papa Alessandro VI fu brevemente occupata dai veneziani (1509/1510) ed entrò quindi a far parte dello Stato della Chiesa. Durante il governo di Guicciardini della Romagna pontificia, gode di particolare favore, tanto che lo storico vi soggiornò per quasi tutto il 1525. È in questa fase che Faenza attrae tanti perseguitati religiosi dell'Europa del nord e dell'est tanto da essere definita città protestante.

La Chiesa non tardò a prendere le necessarie contromisure. Infatti dopo il concilio di Trento, è sede del Tribunale della Santa Inquisizione per la Romagna, che porta via dalla città gli immigrati e gli artisti stranieri immigrati negli anni precedenti.

Dal dominio pontificio ad oggi

 
Evangelista Torricelli dal frontespizio di Lezioni accademiche d'Evangelista Torricelli.

Nel 1608, la città diede i natali al noto fisico e matematico Evangelista Torricelli discepolo di Galileo e inventore del barometro.

Nella seconda metà del XVIII secolo Faenza divenne un'importante centro del neoclassicismo italiano. Nel 1797 vicino Faenza, sul Senio, si combatté la battaglia decisiva (ma dall'esito scontato) fra le milizie pontificie e l'esercito di Napoleone. Abbiamo un piacevole resoconto della battaglia nelle memorie di Monaldo Leopardi, il padre di Giacomo:

«"Tutte le milizie pontificie ascendevano a circa diecimila uomini - racconta Leopardi senior -, e un quarto di questa gente si era adunata a poco a poco in Faenza. Imola, perché troppo vicina a Bologna, erasi abbandonata, e la resistenza doveva farsi sul fiume [Senio] che corre fra le due città suddette. (...) Il giorno 2 di febbraio del 1797, alla mattina, i Francesi attaccarono, forti di circa diecimila uomini. I cannoni del ponte spararono, e qualche Francese morì. Ben presto però l'inimico si accinse a guadare il fiume; e vistosi dai popolani che i Francesi non temevano di bagnarsi i piedi: "Addio", si gridò nel campo. "Si salvi chi può" e tutti fuggirono per duecento miglia, né si fermarono sino a Fuligno. Non esagero, ma racconto nudamente quei fatti che accaddero in tempo mio, e dei quali vidi alcuna parte. Un tal Bianchi, maggiore di artiglieria, venne imputato di avere caricati i cannoni con li fagiuoli. Ho letto la sua difesa stampata, e sembra scolpato bastantemente; ma il fatto dei fagiuoli fu vero, e questa mitraglia figurò nella guerra fra il Papa e la Francia"»

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Nenni con il Guardaportone di Montecitorio

Sotto l'occupazione napoleonica Faenza fu sede tra il 1803 e il 1815 dell'unico liceo del dipartimento del Rubicone, che comprendeva l'intera Romagna, grazie all'impegno dell'intellettuale faentino Dionigi Strocchi (che diresse dal 1806 al 1809) e dell'amico Vincenzo Monti.

Nel 1891 è nato a Faenza Pietro Nenni, leader storico del socialismo italiano, considerato tra i padri della repubblica.

Nel 1895 il Conte Carlo Zucchini, anima instancabile per molti anni delle associazioni cattoliche faentine, condusse le forze politiche cattoliche e liberali alla guida della città, stabilendo un tale preponderanza che per Faenza venne coniata l’espressione di "isola bianca", per distinguerla dal resto della "rossa" Romagna dove prevalevano le forze socialiste e repubblicane.

Il punto di maggior splendore della Faenza post unitaria fu raggiunto nel 1908 con l'Esposizione Torricelliana, una manifestazione imponente che fu visitata ed inaugurata dal Re in persona portando Faenza alla ribalta nazionale. L'esposizione raccoglieva nelle sale dell'ex convento di San Maglorio i prodotti ceramici contemporanei (provenienti da tutta Europa). Insieme ad esse sono stati esposti tanti esemplari prodotti da antiche fornaci italiane. Conclusasi l'Esposizione grazie ai doni degli espositori nacque il Museo che è oggi famoso in tutto il mondo, con tanti visitatori e uno dei vanti della città.

Faenza è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione ed è stata insignita della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. Nella lotta partigiana si distinse particolarmente Benigno Zaccagnini, leader storico della Democrazia Cristiana (dal 1975 al 1980).

Luoghi di interesse

Il Museo Internazionale delle Ceramiche

 
Fiaschi di ceramica faentina

Il Museo Internazionale delle Ceramiche, fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini, è diventato un importante centro culturale di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo e può proporre al pubblico un'ampia campionatura di quanto è stato prodotto dall'antichità classica fino ai giorni nostri. Il Museo è attualmente interessato da un ampio processo di trasformazione che, grazie all'aumento degli spazi espositivi, permetterà (ed in parte ciò è già visibile) una più razionale e comprensibile presentazione delle opere al pubblico.

Il percorso prende avvio con le ceramiche precolombiane, proposte con il supporto di una raffinata didattica, cui seguono quelle dell'antichità classica dalla preistoria all'epoca romana - e quindi i manufatti provenienti dall'Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea) e dal Medio Oriente. Al piano superiore del vecchio quadrilatero è presentata l'evoluzione delle ceramiche di Faenza dal Basso Medioevo al Rinascimento, che può essere messa a confronto con la produzione del Rinascimento italiano, ripartita per le varie regioni. Una sezione illustra i successivi sviluppi della ceramica italiana dal Seicento all'Ottocento, dove è possibile ammirare le settecentesche ceramiche faentine della manifattura dei Conti Ferniani, mentre nella Sala Europa si può ammirare una selezione dei prodotti delle principali manifatture europee. Di notevole interesse è il presepe Zucchini, esposto in una sala apposita, raro esempio di presepe monumentale faentino ottocentesco realizzato per la famiglia dei Conti Zucchini dallo scenografo Romolo Liverani. Il Museo non si rivolge solo alle ceramiche del passato, ma è attento a quanto ancora oggi si produce nel settore. Ecco allora i vasti spazi dedicati al contemporaneo che prende le mosse dalle opere dei Premi Faenza, un concorso internazionale che si celebra dal 1938. La sezione accoglie, oltre ad una selezione di designer, anche capolavori di artisti universalmente riconosciuti come Picasso, Matisse, Rouault, Léger, Chagall, Fancello, Fontana, Leoncillo, Burri, Martini, Melotti, Nespolo, Baj, Arman, Matta. Infine, nella nuova sala conferenze, il visitatore può accedere a una multivisione sulla genesi del Museo.

La Piazza

«Appoggiato con la schiena ad una colonna egli guardava il Duomo. L'enorme portone di mezzo era socchiuso, e sull'arco del suo vano si agitava lievemente un drappo rosso, segnacolo di qualche festa religiosa in quel giorno; la scalinata di granito pareva più bianca nel sole, la fontana gorgogliava da tutti i propri zampilli. avvolta in un pulviscolo d'acqua tenue come un vapore. Tutto quel largo dinanzi al Duomo e sino in fondo alla piazza rimaneva deserto, nessun fiacchero stazionava ancora presso il caffè, l'omnibus del grande albergo era già ritornato dalla stazione; solo qualche bicicletta passava tratto tratto nel vuoto, silenziosamente.»
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La Fontana monumentale del XVII sec.

I maggiori monumenti della città sono raccolti nelle due piazze contigue cittadine, sistemate a partire dal 1313: "Piazza del Popolo" e "Piazza della Libertà". La prima accoglie gli edifici medioevali del "Palazzo del Podestà" e del "Palazzo del Municipio", mentre nella seconda sorge la cattedrale, di fronte ad essa il loggiato del "Portico degli Orefici", e a lato una fontana monumentale, con sculture in bronzo del XVII secolo.

All'ingresso della Piazza del Popolo sorge la Torre dell'Orologio, fedele ricostruzione post-bellica della torre seicentesca posta nell'incrocio tra il cardo e il decumano della Faventia romana.

Duomo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Faenza.

La Pinacoteca e gli altri musei

 
Crocifisso ligneo del maestro dei Crocifissi Francescani (sec. XIII) conservato nella pinacoteca comunale

La Pinacoteca ha origine nel 1797, quando l'amministrazione comunale acquistò un'importante collezione di stampe, disegni, gessi e dipinti dall'artista Giuseppe Zauli, cui ben presto si aggiungesero altre opere d'arte, provenienti dai conventi e dalle chiese soppressi in forza delle leggi napoleoniche. Essa venne aperta al pubblico nel 1879, nell'ex convento dei Gesuiti, ora chiamato Palazzo degli Studi. Da allora, e fino ai nostri giorni, il patrimonio artistico è stato notevolmente aumentato da ricche donazioni di privati, da depositi di Enti pubblici, dai reperti archeologici emersi a seguito delle attività edilizie.

Altri musei sono il Museo civico di Scienze naturali di Faenza e il Museo dell'età neoclassica. Il "Museo Carlo Zauli", fondato dopo la sua morte nel 2002 nel laboratorio dell'artista, scultore e ceramista, raccoglie le sue opere in una collezione permanente.

Palazzo Milzetti e gli altri edifici neoclassici

 
Ingresso di Palazzo Milzetti

Tra gli altri beni monumentali del centro storico, Palazzo Milzetti, il più ricco e significativo palazzo neoclassico della regione (in cui si segnalano gli straordinari affreschi di Felice Giani), il palazzo dei conti Laderchi (eccezionali i decori del salone delle feste o "Galleria di Psiche" e dello "Studiolo d'astronomia") e il Teatro Masini, in piazza Nenni (già "della Molinella"), progettato e costruito tra il 1780 e il 1787 dall'architetto Giuseppe Pistocchi, su richiesta dell'Accademia dei Remoti: conserva una struttura con pianta di ferro di cavallo, fornita di quattro ordini di palchi, separati da colonne di vario stile. La fascia superiore è arricchita da decorazioni plastiche e venti statue raffiguranti divinità dell'Olimpo.

La chiesa della Commenda

La chiesa di Santa Maria Maddalena, conosciuta anche come "della Commenda" venne fondata nel XII secolo nel borgo Durbecco, in direzione di Forlì.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Commenda.

La chiesetta di San Lazzaro

La duecentesca chiesetta di San Lazzaro, a 4 km da Faenza, attualmente adibita a tempio ai caduti sulla strada.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesetta di San Lazzaro (Faenza).

La torre di Oriolo

 
La Torre di Oriolo

Presso il borgo collinare di Oriolo dei Fichi, in direzione sud-ovest, si trova un mastio manfrediano del XV secolo, a pianta esagonale e della tipologia architettonica detta "a doppio puntone".

Il Voltone della Molinella

 
Il voltone della Molinella

Il Voltone della Molinella conduce dalla piazza principale, piazza del Popolo al teatro comunale Masini. La volta ad ombrello è decorata a grottesche da Marco Marchetti nel 1566.

Ambiente e luoghi di interesse naturalistico

 
Il voltone della Molinella

Il territorio di Faenza presenta un ambiente agricolo, suddiviso tra i vigneti dei pendii collinari e i coltivati, con tracce dell'antica centuriazione romana in pianura.

Nella zona sono presenti il "Parco carsico della grotta Tanaccia" e il "Parco naturale Carnè", vasta area verde dotata di centro visite e ristoro. Un percorso, tra boschi e ruderi di fortificazioni medievali, si svolge da Croce San Daniele a Ca’ Malanca, nell'alta Valle del Sintria. E proprio a Cà Malanca si trova il Museo della Resistenza, nel luogo dove si svolse un'importante battaglia, quando, nell'ottobre del '44, la 36° Brigata Garibaldi riuscì a rompere l'accerchiamento tedesco e a ricongiungersi con gli inglesi, pagando un prezzo di sangue altissimo.

Cultura

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Il Teatro Comunale Masini

La città è legata alle sue radici culturali romagnole, ed in particolare al suo dialetto. Assieme a Forlì si spartisce la fama di dialetto tipico romagnolo, anche se fra i due vi sono significative differenze. Difatti in questo territorio perfino fra due frazioni separate da pochi chilometri di strada possono riscontrarsi differenze di idiomi e accenti. Se poi ci si allontana dalla Romagna centrale, la lingua tende a perdere questa o quella peculiarità a mano a mano che si avanza verso la periferia, in quanto subisce gli influssi delle zone circostanti.

In età neoclassica, architetti come Giuseppe Pistocchi, Giovanni Antonio Antolini, Pietro Tomba e artisti come Felice Giani e i suoi seguaci, lo scultore Antonio Trentanove, Giovan Battista Ballanti Graziani, furono artefici di una profonda trasformazione culturale della città.


L'amministrazione comunale di Faenza sta oggi costruendo il primo distretto culturale evoluto in Italia, modello in cui la cultura assume il ruolo di protagonista nella definizione di nuovi percorsi di sviluppo locale.

Al centro del progetto Moto d’idee - Faenza verso il distretto culturale evoluto, elaborato da goodwill (http://www.good-will.it) con la direzione scientifica di Pier Luigi Sacco, vi è la convinzione che la cultura possa rappresentare una vera e propria forma di welfare per i cittadini, spingendo questi ultimi a riscoprire la propria città, a dare voce ad esigenze e bisogni, a partecipare ai processi di pianificazione urbana, a cogliere tutte le opportunità economiche, sociali, formative e culturali. Come conferma, infatti, il Rapporto Jan Figel, promosso nel 2006 dalla Commissione Europea, nel passaggio da un’economia industriale ad un’economia della conoscenza, i settori economici trainanti sono proprio quelli culturali: il fatturato complessivo delle creative industries è di 654 miliardi di euro, pari al 2,6 % del PIL europeo, mentre l’occupazione già nel 2004 si attestava al 3,1 % sul totale dell’EU 25.

La città di Faenza, seguendo tali tendenze, ha dato il via ad un “moto d’idee”, che impegna, in un percorso comune, tutte le forze sociali e culturali, imprenditoriali e formative del territorio. L’implementazione del progetto è affidata alle idee e alle competenze di quattro gruppi di lavoro, partecipati dalla pubblica amministrazione, dalle organizzazioni culturali, dai giovani faentini e da goodwill. Sono il Laboratorio Cultura, polo di ricerca, sperimentazione e produzione culturale che coinvolge 12 organizzazioni culturali attive sul territorio, il gruppo dedicato alla comunicazione del progetto e all’attivazione del sito http://www.motodidee.org, l’associazione DO - nucleo culturale, che raccoglie i giovani della città nell’ex magazzino comunale degli oggetti smarriti, oggi centro multidisciplinare di aggregazione giovanile e di stimolo creativo, inaugurato lo scorso giugno con l’evento “Do - rave culturale”. C’è, infine, il gruppo impegnato nell’organizzazione del festival dell’arte Contemporanea, che si svolgerà il prossimo maggio 2008, per rafforzare la relazione tra cultura e cittadini, accrescere il senso di appartenenza, sostenere e promuovere il talento locale, riposizionare Faenza nel panorama internazionale dei centri di produzione artistico - culturale, dare vita, a partire dalle istituzioni e dalle associazioni culturali della città, ad una offerta integrata capace di attrarre talenti da tutto il mondo e di aprire un confronto creativo.

Faenza è oggi un vero e proprio laboratorio per lo sviluppo partecipato del territorio, a cui guardano con interesse crescente sempre più soggetti a livello nazionale e internazionale, a partire dalla Regione Emilia Romagna.

Con l’attività di ogni gruppo, la progettualità spontanea e originale dei giovani e un’attenzione particolare all’arte contemporanea, quale leva per attivare processi innovativi di sviluppo fondati sulla creatività, la città sta crescendo, convogliando la tradizione e la vitalità culturale che la caratterizzano in una visione di lungo periodo e in obiettivi condivisi.


Feste, fiere

  Lo stesso argomento in dettaglio: Palio del Niballo.
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Il Palio del Niballo

Importanti sono le Manifestazioni internazionali della ceramica d'arte contemporanea e antica che si svolgono nella cittadina nei mesi di settembre e ottobre richiamando artisti, collezionisti e amanti della maiolica da tutto il mondo.

A fine novembre si svolge la manifestazione che in assoluto porta in città il maggior numero di visitatori: il Meeting Etichette Indipendenti (MEI), evento in cui si radunano case discografiche e musicisti che si definiscono indipendenti dalle major discografiche. Partecipano musicisti di caratura nazionale con concerti nelle 3 serate di durata della manifestazione.

La quarta domenica di giugno si disputa invece il "Palio del Niballo": una giostra di ispirazione medievale fra i 5 rioni della città, nata nel 1959. Questo avvenimento è accompagnato nelle settimane prima dalla Bigorda, una giostra per cavalieri giovani e dalla gara delle bandiere e dei musicanti. Inoltre, nella sera del 5 gennaio, si celebra la "Nott de bisò", altro avvenimento legato al Palio, in cui si beve il tradizionale "Bisò" (nome dialettale del Vin Brulè), che dà anche il nome alla festa.

La manifestazione Manfreda, una sorta di sagra paesana dove tantissimi cittadini si vestono con costumi storici, fa parte della FIGS (Federazione Italiana Giochi Storici): infatti la piazza faentina ha sfornato molti campioni, sia sbandieratori sia cavalieri, che hanno gareggiato da sempre a livello nazionale.

Dal 23 al 25 maggio 2008 si è svolta la prima edizione del festival Internazionale dell'arte Contemporanea.

Realtà culturali, sportive e sociali rilevanti

A fine maggio si svolge la "100 Km del Passatore". È una ultramaratona, considerata da molti folcloristica ma molto impegnativa, che richiama ogni anno circa 1000 partecipanti da tutto il mondo. La difficoltà non è solo nella distanza (100 km certificati IAU/IAFF) ma anche nel dislivello: la partenza è a Firenze (128 metri slm) e si devono attraversare gli Appennini giungendo alla quota massima sul Passo della Colla di Casaglia (913 m slm) per poi scendere verso Faenza (34 m slm). L'importanza di tale gara nel panorama delle ultramaratone è data dal fatto che più volte è stata campionato europeo e nel 1991 anche campionato del mondo. Altre importanti manifestazioni sportive sono la Coppa Bartoli, ed in generale le molte corse ciclistiche presenti nella zona. Sempre riguardante al ciclismo si può far notare una ex squadra professionistica che adesso si occupa di categorie giovanili la s.c. faentina che ha raggiunto di recente il su centenario nel 2007.

Associazione sportiva importante per la città è un team di Formula 1: il gruppo, fondato nel 1979 da Giancarlo Minardi con il nome di Team Minardi, è stato poi acquistato nel 2005 dalla austriaca Red Bull e ribattezzato Scuderia Toro Rosso. Minardi è attualmente presente in Formula 3000 con il Minardi Team by GP Racing.

Molto importante per lo sport agonistico faentino è anche la presenza della squadra di pallacanestro femminile, l'attuale Germano Zama, rimasta quasi ininterrottamente ai vertici della pallacanestro femminile italiana di A1 dalla stagione 1951-52 ad oggi, vincendo nel 2007 la Coppa Italia. Faenza vanta anche una squadra di pallacanestro maschile che milita in B2 ed il Raggisolaris Faenza che recentemente ha raggiunto la promozione nell'omonimo campionato.

È presente anche la squadra di pallanuoto a Faenza che milita nel campionato Promozione dell'Emilia Romagna, il Nuoto Club 2000 Pallanuoto Faenza.

Nel calcio non ci sono realtà di rilievo: a parte il Faenza Calcio (relegato comunque in Eccellenza), le altre squadre cittadine militano al massimo in seconda categoria. Molto più praticato in città è invece il calcio a 5, con 44 squadre iscritte al campionato faentino del Futbolito e 20 al torneo delle Mimose.

Faenza vanta anche una squadra nel campionato di serie C1 di rugby a 15, il Faenza Rugby.

A Faenza ha sede anche la Filodrammatica "A.P. Berton", una delle prime filodrammatiche d'Italia, esistente dal 1883. È una associazione estremamente attiva dal punto di vista teatrale, rinomata in particolare per le commedie in dialetto romagnolo. Dal 1994 ha una sede stabile: il Teatro dei Filodrammatici.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Immagini della ceramica Faentina

Personalità legate al comune

Amministrazione comunale

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Città gemellate

Bibliografia

  • Archi Antonio, Piccinini M. Teresa, Faenza come era: architettura e vicende urbanistiche, chiese e conventi, famiglie e palazzi, Tip. Lega, Faenza 1973
  • Montanari Antonio, Guida storica di Faenza, Tip. Marabini, Faenza 1882
  • Saltini Antonio, Salomoni M. Teresa, Rossi Cescati Stefano, Via Emilia. Percorsi inconsueti fra i comuni dell'antica strada consolare, Edagricole, Bologna 2003, ISBN 88-506-4958-4

"Faenza è la mia città"

Collegamenti esterni

[http://www.ceramichefaenza.it ceramica artistica Template:Provincia di Ravenna

  1. ^ Dati tratti da: