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La Città di Avezzano è un comune di 41.027 abitanti della provincia dell'Aquila: è il centro principale della Marsica ed è sede della Comunità montana Marsica 1.

Geografia

La città negli ultimi anni ha conosciuto un forte sviluppo dell'attività edilizia, questo fenomeno ha portato l'espansione del nucleo urbano a nord dei confini comunali. Il nucleo originale della vecchia città è situato a sud, verso la piana del Fucino. Proprio qui sorgono i quartieri storici di Avezzano. Tra questi spicca il popoloso rione di San Nicola che comprende il Castello Orsini-Colonna, la Chiesa di San Giovanni Decollato e il carcere di San Nicola da cui il quartiere prende il nome.

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Avezzano.

Trovandosi al centro di un altopiano pianeggiante noto come Piana del Fucino, Avezzano presenta un clima più rigido rispetto alla media delle città abruzzesi, con temperature medie che nel mese più freddo (gennaio) si aggirano sui 2,3 °C e in quello più caldo (luglio) sui 21,9 °C. [senza fonte] Gli estremi termici sono da record negativo per le città abruzzesi : -27 gradi centigradi toccati in pieno centro urbano e ben -33.5 nella limitrofa stazione di telespazio,raggiunti entrambi nel gennaio del 1985. Le precipitazioni sono relativamente abbondanti (circa 820 mm annui) e concentrate soprattutto nel tardo autunno.[senza fonte] In inverno è frequente la neve,che può divenire copiosa in alcuni casi e con manto nevoso che può perdurare al suolo diversi giorni.

Frazioni

Le frazioni sono: Antrosano sul declivio di base del colle albense; Case Incile sull'imbocco fucense dell'Emissario romano del Fucino; Castelnuovo sotto la catena montuosa di Monte Uomo e vecchio feudo medievale; Cese sui Piani Palentini sotto il monte Salviano; Paterno sul versante fucense di Monte Uomo e vecchio feudo medievale; San Giuseppe di Caruscino sul versante fucense nel luogo dove era una delle stanghe da pesca del Fucino nel Medioevo; San Pelino vecchia frazione fucense di Massa d'Albe; Borgo Via Nuova nella piana fucense lungo la strada voluta dai Colonna nel ‘500 e Strada 10 e 40 del Fucino.

mappa delle frazioni di Avezzano

Storia

Il nome

  1. Una delle spiegazioni probabili è quella del toponimo prediale Avidianum (o fundus Avidianus) dal gentilizio Avidius, che è ben attestato ad Alba Fucens.

Quindi, il nome altomedievale di Avezano era dovuto alla presenza di un «fondo avidiano», ossia di una proprietà agricola appartenente alla famiglia di Avidio, con relativa villa romana.

  1. Un'altra ipotesi fa derivare il nome da Ave Iane, per l'esistenza in zona di un tempio dedicato a Giano Bifronte con vicino una scritta "Ave Giano", da cui appunto "Avezzano".
  2. Altra ipotesi è che, il nome della città, derivi da "Advezziarum", vista la presenza in zona, in età romana, di molti membri della famiglia Vezzia.[1]
  3. Il toponimo dialettale auzzàne è diffuso indistintamente dalla provincia di Rieti alla valle del Liri (Roccamonfina) per indicare dei boschi prevalentemente di Ontani (Alnus glutinosa), che fa pensare anche per Avezzano un'etimologia formata su alnetianus, con metafonia ALN> au, ovvero bosco di Ontani (vista la vicinanza con gli ambienti umidi)
 
Il castello Orsini prima del sisma del 1915.

Medioevo

Il nome di Avezzano compare per la prima volta nella storia, nell'anno 854 d.C., nel Cronicon del Cardinale Leone Marsicano, allorché viene citata la chiesa di S. Salvatore; altra citazione la si ritrova in un diploma di Berengario II del 953, riguardante i possedimenti del monastero di Barreggio. Altri documenti hanno evidenziato che Avezzano come vico esisteva già agli inizi del Medioevo: in una lapide scoperta nella zona si evince chiaramente che nel 1156 Avezzano era cinta di mura e che signore della città, nel 1181, era Gentile di Paleara, Conte di Manoppello.

In una pergamena del 1371 si ha invece notizia di una sentenza con la quale la Regina di Napoli, Giovanna D'Angiò, sposata con il Re d'Ungheria, dava franchigia e l'immunità popolare, con soggezione solo al Re, ad un avezzanese, mentre in un'altra pergamena, scritta in latino e risalente al 1441, vengono messi a nudo usi e costumi dell'epoca, le strade, le contrade, le voci, i vocaboli e financo i motivi di una vertenza sorta tra luchesi ed avezzanesi in ordine al possesso del territorio "La Penna" edificata dai romani durante le operazioni di bonifica del Fucino.

Altra testimonianza storica: nel 1268, dopo la vittoria di Carlo D'Angiò su Corradino di Svevia, Avezzano viene elevata a centro di contado, anche se per motivi inspiegabili, continuò ad essere definita "Contado di Albe".

La città fu feudo dei Marsi, dei Normanni e per diverso tempo degli Svevi. Nel 1331 Avezzano fu saccheggiata e distrutta da Francesco Del Balzo, Duca di Andria, poiché gli avezzanesi avevano parteggiato apertamente in favore di Filippo, principe di Taranto, genero ma nemico del Duca Francesco.

La città risorse sulla vecchia rocca dei Paleara al tempo degli Orsini, che nel 1490 vi eressero un castello, ma in particolare si sviluppò dopo l'elevazione a capoluogo di distretto che comprendeva gran parte dei centri della Marsica.

Il Terremoto del 1915

  Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto di Avezzano.

Il terremoto di Avezzano fu un drammatico evento sismico avvenuto il 13 gennaio 1915, che colpì l'intera area della Marsica, situata nell'interno Abruzzese. Fu uno dei più catastrofici terremoti avvenuti sul territorio italiano: causò più di 29.000 vittime su un totale di 120.000 persone residenti nelle aree disastrate.

Avvenne alle ore 07:48 raggiungendo l'undicesimo grado della scala Mercalli e nei successivi mesi ci furono circa 1000 repliche. La scossa fu avvertita in tutta l'Italia centrale e non solo, con effetti pari o superiori al VII grado Mercalli.

Avezzano venne completamente rasa al suolo, le vittime furono tantissime, più di 10.700 su un totale di 11.000 abitanti, e i pochissimi sopravvissuti (in gran parte feriti) rimasero senza tetto poiché tutti gli edifici crollarono su se stessi tranne uno, al quale è stata applicata targa commemorativa di quella terribile vicenda. Il terremoto isolò completamente la zona e la notizia del disastro fu segnalata solamente nel tardo pomeriggio; i soccorsi, partiti la sera tarda del 13 arrivarono solamente il giorno dopo a causa dell'impraticabilità delle strade causata da frane e macerie.

Più di 9000 uomini, fra militari, enti e civili vennero impegnati per i soccorsi, i trasporti dei feriti agli ospedali e la distribuzione dei viveri. A coloro che si distinsero maggiormente fra i soccorritori, venne concessa una medaglia di benemerenza.

L'evento sismico mise in evidenza la mancanza di preparazione dello Stato per fronteggiare eventi di tale gravià. Sipari, deputato del collegio di Pescina, portò la protesta di quelle vittime che probabilmente si sarebbero potute salvare se i soccorsi fossero stati più tempestivi.

Il terremoto del 1915 interessò un settore della catena appenninica fino ad allora caratterizzato da una sismicità poco significativa. Il giudizio era basato sul fatto che prima del 1915 non vi erano stati terremoti così disastrosi; come spesso accade, parte della popolazione che ovviamente non era competente di geologia, diede la colpa a qualche evento umano esterno e recente, che in questo caso fu il prosciugamento del lago Fucino, ma ovviamente, come per tutti gli altri terremoti della zona, precedenti e successivi, la causa fu lo slittamento di un'importante faglia. Avezzano era una cittadina di circa tredicimila abitanti; il prosciugamento del lago Fucino faceva sentire i primi influssi sull'economia dell'area, non solo nell'agricoltura ma anche nel settore terziario. La scossa in pochi istanti distrusse il vecchio centro e provocò la morte di circa 10.000 persone; i danni agli edifici furono così gravi da consentire il recupero solo di poche abitazioni. Avezzano perse i suoi monumenti importanti: il Castello Orsini e la cattedrale di S. Bartolomeo e negli anni che seguirono subì, come tutta la regione, un ulteriore forte calo demografico. Una delle cause fu la guerra che impegnò le risorse nazionali per lungo tempo determinando la scarsità di materiali e di manodopera. Dopo una breve ripresa negli anni '20, la ricostruzione si fermò di nuovo a causa di una crisi economica. Nelle località colpite dal terremoto si possono vedere ancora oggi “casette asismiche”. Alcune di esse sono state trasformate in stalle o rifugi e insieme ai ruderi ancora visibili del terremoto, rappresentano la memoria storica e tangibile dell'evento.

Avezzano oggi

Nonostante il disastro del terremoto e i bombardamenti del 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale che distrussero la città per la seconda volta, Avezzano seppe riprendersi raggiungendo in pochissimi anni un incremento demografico incredibile e un posto di rilievo in quasi tutti i settori produttivi. Oggi, grazie all'indiscussa evoluzione, Avezzano è una città in piena ascesa, tra le più dinamiche dell'Abruzzo. Ha valorizzato le risorse locali, potenziato l'imprenditoria agricola e incrementato il tessuto economico e industriale favorendo l'insediamento di numerose industrie che hanno determinato una radicale trasformazione della vita sotto il profilo sociale, culturale, economico e turistico.

Monumenti e aree di interesse culturale

Avezzano non può certo definirsi una città artistica interessante, dal momento che, con il terremoto del 1915, non è rimasto in piedi nulla del centro originario.

Uniche tracce dei monumenti antichi sono due portali in pietra della chiesa di San Nicola (conservati nella sede del Museo Comunale); la facciata e il campanile della chiesa di San Giovanni Battista (già chiesa di San Francesco), con un bel portale laterale, proveniente però dalla distrutta chiesa di Santa Maria in Vico; il Museo Lapidario Marsicano, che si trova nella sede municipale; i ruderi del castello Orsini ora ristrutturato e sede del Museo di Arte Moderna di Avezzano.

Nelle vicinanze sono degni di interesse la chiesetta della Madonna di Pietraquaria, sul Monte Salviano, l'emissario torloniano del Fucino (il cosiddetto Incìle) e i Cunicoli di Nerone che, in realtà, furono fatti costruire da Claudio per la regimentazione del lago del Fucino, visto che questo non possedeva un emissario.


Della Avezzano moderna sono da evidenziare: la struttura regolare della città, con lunghe strade dritte e alberate; la piazza e la villa Torlonia (con gli uffici dell'Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo in Abruzzo, ex Ente Fucino); le caratteristiche villette in stile Liberty; la nuova chiesa cattedrale di San Bartolomeo, con l'ampia e luminosa piazza Risorgimento; le moderne chiese di San Rocco, della Madonna del Passo della Santissima Trinità, ornate di opere d'arte abbastanza recenti, quasi tutte di artisti marsicani; il Memorial ai piedi del Monte Salviano, eretto in ricordo delle vittime del terremoto.

Tra i reperti preistorici ed archeologici si ricordano la Grotta di Ciccio Felice, alle pendici del Salviano; un insediamento preistorico individuato nei pressi della Circonfucense, in corrispondenza della Strada 6; il complesso archeologico romano di Alba Fucens (nel comune di Massa d'Albe).

Feste e folklore

Un tempo Avezzano e le sue frazioni erano ricche di manifestazioni folkloristiche e di usanze caratteristiche. Oggi quasi nulla è rimasto del folklore tradizionale (ad esempio, è caduta in disuso la festa dell'ex-protettore San Bartolomeo Apostolo), fa eccezione la devozione per la Madonna di Pietraquaria (la cui festa cade il 27 aprile). Per tale ricorrenza, ancora oggi gli avezzanesi accendono i fuochi devozionali (i "focaracci"), la sera del 26, con i rami secchi raccolti dai ragazzi secondo un rituale caratteristico, quello dello "strascìno". permane anche l'usanza di recarsi a piedi al santuario della Madonna, portando con sé la "mutìna" (la merenda): un'usanza che si protrae per tutto il mese di maggio. Si narrano molte leggende attorno alla tradizione dei focaracci, ma la più ricorrente parla di una disputa tra Avezzanesi e Cesaroli (abitanti di Cese) su quale delle delle 2 fazioni dovesse ottenere la protezione della Madonna di Pietraquaria. Così si decise di porgere la statua della Madonna con lo sguardo rivolto verso sud, cosicché sarebbe stata lei a scegliere chi proteggere. Gli Avezzanesi, per attirare il suo sguardo, accesero degli enormi fuochi, la Madonna incuriosita si voltò verso Avezzano e ne divenne la protettrice.

La festa di Sant'Antonio abate, che una volta coinvolgeva tutta la città, oggi si organizza ancora nel rione popolare di San Nicola, dove il 17 gennaio viene aperta al culto la chiesetta dedicata al santo. Di caratteristico non vi è quasi nulla, fatta eccezione della distribuzione di immaginette del santo eremita e di una "panetta" un po' in sordina (si tratta, per lo più, di ragazzi che vanno in giro per le case a fare la questua).

Tra le altre manifestazioni: la processione del Venerdì Santo, organizzata a turno dalle due confraternite di San Giovanni e San Rocco, e le varie feste rionali, una per ogni parrocchia della città. Per avere diritto di cittadinanza nell'organizzazione di tale processione, nel 1834, la confraternita di San Rocco entrò in conflitto con quella di San Giovanni. Nel corso degli anni si verificarono veri e propri scontri tra i membri delle due confraternite, con feriti, arresti e condanne. In passato venivano organizzate due processioni distinte: quella di San Giovanni aveva luogo la sera del giovedì con la visita alla Collegiata ed a San Rocco prima di percorrere le strade della città, la mattina del venerdì era prevista quella di San Rocco, che seguiva il tragitto tradizionale fino a Santa Maria in Vico. La disputa durò circa un secolo, solo nel 1945 monsignor Domenico Valeri, vescovo dei Marsi, riuscì a mettere d'accordo i parroci ed i rappresentanti delle rispettive parrocchie proponendo che la processione venisse organizzata negli anni pari dalla confraternita di San Giovanni e negli anni dispari dalla congrega di San Rocco.

Cittadini illustri

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Amministrazione comunale

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Musei

Sport

La locale squadra di calcio era la Nuova Avezzano Calcio, rifondata nel 2000 dopo che un tracollo finanziario aveva portato allo scioglimento del vecchio team, l'Avezzano Calcio Srl, fondato nel 1919. Ora la squadra della città è l' Associazione Sportiva Pescina Valle del Giovenco, che ha ottenuto la deroga per giocare allo Stadio "Dei Marsi" di Avezzano.

Di miglior fortuna gode invece la squadra di rugby, l'Avezzano Rugby, nel 2006 promossa per la prima volta in serie A, ma retrocessa in Serie B, dove tuttora milita nella stagione 2007/2008

La città è sede dell'unica società di Hockey su prato esistente in Abruzzo, L'Hockey Avezzano, avente sede sociale in Via dei Gladioli. Tuttora la squadra milita nel campionato di Serie B, partecipando al girone laziale-umbro-marchigiano.

Avezzano è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia:

Da 10 anni ospita un importante manifestazione di atletica leggera di levatura internazionale, il "Meeting Marianella", al quale hanno partecipato anche Fiona May, Fabrizio Mori, Stefano Baldini e svariati campioni olimpici e mondiali.

Nel 2009 ospiterà le gare di pugilato dei Giochi del Mediterraneo 2009.

Curiosità

  • È sede principale dell'Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo in Abruzzo (ARSSA).
  • È sede dei corsi universitari di Fisioterapia e Infermieristica dell'Università degli studi dell'Aquila.
  • È sede distaccata del corso di Giurisprudenza dell'Università di Teramo.
  • È sede del LUG MarsicaLUG [2].
  • La Città di Avezzano sul finire del 2006 ha superato 40.000 abitanti; da anni è stata avanzata la proposta di istituzione della Provincia dei Marsi con capoluogo Avezzano che comprenderebbe circa 130.000 abitanti.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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