Prunus avium

specie di pianta della famiglia Rosaceae
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Il ciliegio (Prunus avium) chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvaggio è un albero originario del Medio Oriente, si tratta di una pianta da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee, genere Prunus. Assieme al Prunus cerasus, esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola.

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ciliegio

Fiori di ciliegio
Classificazione scientifica
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
GenerePrunus
SpeciePrunus avium
Nomenclatura binomiale
Prunus avium
L.

Comprende tre specie importanti dal punto di vista colturale:

Abitazione

Naturalmente poco abbondante e disperso nella foresta, questo albero non è un'essenza pioniera. Esso necessita dunque per espandersi, di un ambiente e di un micro clima forestale. Tuttavia esso viene piantato in popolazioni miste, viali in ranghi che necessitano allora di una protezione imperativa durante i primi anni, perché raggruppati, questi alberi diventano molto appetibili per i caprioli e più sensibili al cancro batterico, e alla cilindrosporiosi, oltre che agli attacchi degli insetti.

Diffusione

Il Ciliegio si trova in Europa, nord ovest dell'Africa, e a ovest in Asia, dalle Isole Britanniche[1] a sud fino in Morocco e Tunisia, a nord fino a Trondheimsfjord regione in Norvegia e in Svezia, Polonia, Ucrania, nel Caucaso, a nord dell'Iran, con anche una piccola popolazione nell'ovest dell'Himalaya.[2][3]

Descrizione

 
Frutto del ciliegio
 
Ghiandola nettarifera su di un petalo caratteristica del Prunus avium

Il genere Prunus è composto da numerose essenze che è difficile a volte differenziare. Il ciliegio si riconosce senza errore grazie a due o tre nettari (piccole ghiandole rosse Ghiandole nettarifere situate alla base delle foglie caduche oblunghe, dentate e pubescenti al di sotto.

Il ciliegio è un grande albero a fusto dritto e cilindrico, a crescita molto rapida. Vive circa 100 anni ed è molto esigente di luce.

La sua corteccia fine ha tendenza ad esfogliarsi.

I suoi fiori bianchi peduncolati sono disposti in piccoli gruppi.

I suoi frutti carnosi (ciliegia) sono rosso fuoco o nero, dolci o acidi.

  • Portamento : Cime stretta e relativamente chiara, a ramificazione sovente regolarmente verticalizzata, almeno nel periodo più giovane. Allo stato adulto, cima arrotondata a rami leggermente ricascanti alle loro estremità.
  • Radicamento : potente, radici profonde e traccianti.
  • Terreno : leggero. Produce una lettiera poco abbondante, di decomposizione facile, generatrice di buon humus dolce e migliorativo.

Botanica

Si tratta di un albero deciduo cresce dai 15 ai 32 m di altezza, con un tronco che raggiunge il diametro di 1,5 m. Gli alberi giovani mostrano una forte dominanza apicale con un tronco dritto e una corona conica simmetrica, che diviene arrotondata ed irregolare negli alberi più vecchi. La corteccia è levigata porpora-marrone con prominenti lenticelle orizzontali grigio-marrone negli alberi giovani, che diventano scure più spesse e fessurate negli alberi più vecchi. Le foglie sono alternate, ovoidali acute semplici, lunghe 7–14 cm e larghe 4–7 cm broad, glabre di un verde pallido o brillante nella parte superiore, che varia finemente nella parte inferiore, hanno un margine serrato e una punta acuminata, con un petiolo lungo 2–3,5 cm che porta da due a cinque piccole ghiandole rosse. La punta di ogni foglia porta anche delle ghiandole rosse.[4] In autunno, le foglie diventano arancioni, rosa o rosse prima di cadere. I fiori sono prodotti all'inizio della primavera allo stesso tempo delle nuove foglie, nascono in corone di due o sei esemplari assieme, ogni fiore pendente su di un peduncolo di 2–5 cm, del diametro di 2,5–3,5 cm diameter, con cinque petali bianchi, stami gialli, ed un ovario superiore; sono ermafroditi, e vengono impollinati dalle api. Il frutto è una drupa di 1–2 cm di diametro (più larga in alcune selezioni coltivate), di un rosso brillante fino ad un viola scuro quando si matura nel mezzo dell'estate, mangiabile, varia da un gusto dolce a qualcosa di astringente e amaro da mangiarsi fresco; esso contiene un singolo guscio lungo 8–12 mm, ampio 7–10 mm e spesso 6–8 mm, il seme (kernel) dentro al guscio è lungo 6–8 mm. I frutti vengono mangiati da numerosi uccelli e mammiferi, che digeriscono la carne e disperdono il seme nei loro escrementi. Alcuni roditori, e alcuni uccelli (notoriamente l'Hawfinch), rompono il guscio e ne mangiano il seme che sta al suo interno. tutte le parti della pianta eccetto il frutto sono tossici perché contengono cyanogenic glycoside.[5][6][7]

L'albero essuda una resina dalle ferite nella corteccia, per mezzo della quale protegge le ferite dalle infezioni provocate dagli insetti e dai funghi.[8]

Alcuni autori botanici del diciottesimo e diciannovesimo secolo ascrivono le origini del ciliegio al medio oriente basandosi sugli scritti di Plinio il Vecchio; tuttavia, il ritrovamento archeologico di semi preistorici in europa contraddice questa tesi (vedere qui sotto).

Nomenclatura

La storia della classificazione è piuttosto confusa. Nella prima edizione de Species Plantarum (1753), Linneo trattò il ciliegio come una varietà singola, Prunus #8 cerasus [var.] ι avium, citando il testo di Gaspard Bauhin Pinax theatri botanici (1596) come riferimento; la sua descrizione, Cerasus racemosa hortensis ("Il Ciliegio con racemes, dei giardini") lo mostra descritto come una pianta coltivata.[9] Linneo poi cambiò da una varietà ad una specie Prunus avium nella seconda edizione del suo Flora Suecica del 1755.[10]

Prunus avium significa "Ciliegio degli uccelli" in Latino, una traduzione fatta da Linneo dei nomi dati dai danesi e dai tedeschi alla specie (Fugle-Kirsebær, Vogel-Kirsche, rispettivamente).[3] In inglese, il nome Bird Cherry si riferisce al Prunus padus.[11]

Nomi regionali

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Coltivazione ed uso

Il legno del ciliegio è di qualità ricercata per il valore commerciale, si tratta di un legno di colore bruno rosato da chiaro a giallastro, a volte usato per rimpiazzare legni preziosi come l'anacardo. E' ricercato dall'industria mobiliare, sia in tronchi che in travi (mobili e sedie di stile). Questa utilizzazione esige degli alberi di bella conformazione. L'importanza di questa domanda per la falegnameria marginalizza le altre utilizzazioni del legno (scultura, tornitura).

Il ciliegio, come tutte le piante da frutto, offre un legno avente delle buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione) ; tuttavia, presenta una facilità di seccaggio e può essere qualche volta molto nervoso.

Frutto

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ciliegia.
 
paio di frutti che crescono dallo stesso stema

Il ciliegio selvatico ha costituito fonte di nutrimento per gli umani per alcune migliaia di anni. I gusci sono stati trovati in depositi archeologici appartenenti ad insediamenti dell'età del bronzo attraverso l'Europa, incluso la Britannia. In un esempio antico, macro fossili di ciliegio selvaggio sono stati trovati tra i detriti di un villaggio della prima era del bronzo e della media età del bronzo e nei resti di un villaggio di palafitte che si trovava sulla riva di un vecchio lago a Desenzano del Garda o Lonato, vicino alla riva sud del Lago di Garda. La data è stimata nella prima età del bronzo IA, carbon dated 2077 più o meno 10 A.C. La foresta naturale a quel tempo era poco vasta. [12]

Circa nell'800 A.C., le ciliegie venivano coltivate in Turchia, e poco più tardi in Grecia.

Come antenato del ciliegio dolce coltivato, il ciliegio selvatico è uno dei due specie di ciliegio che supplisce la maggior parte del commercio mondiale di ciliegie commestibili (l'altro è il Prunus cerasus, principalmente usato per cucinare; poche altre specie hanno avuto una diffusione molto limitata. Vari tipi di coltivazioni del ciliegio sono ora diffuse in tutto il mondo in tutti i luoghi in cui il clima lo permette; il numero di coltivazione è ora molto vasto. Le specie ora sono uscite dalle coltivazioni divenendo naturali in alcune regioni temperate, incluso il sud ovest del Canada, il Giappone, la Nuova Zelanda, ed il nord est e nord ovest degli Stati Uniti.[3]

Ornamentale

Il ciliegio è spesso coltivato come albero da fiore. A causa della dimensione dell'albero esso viene usato nei parchi e meno spesso come albero per le strade o per i giardini. La forma a doppia fioritura, 'Plena', è comunemente trovata, al posto della forma a fioritura singola. [13]

Due ibridi interspecifici, P. x schmittii (P. avium x P. canescens) e P. x fontenesiana (P. avium x P. mahaleb) vengono usati anche ad uso ornamentale. [13]

Falegnameria

Il legno marrone-rosso, molto resistente, viene usato per fare mobili e strumenti musicali.[8]

Altri usi

La resina è aromatica e viene usata come aroma per il chewing gum.

L'industria farmaceutica usa il succo dei pedicelli dei frutti che ha proprietà astringente, antitossica e diuretica.

Storia

Plinio il Vecchio distingue tra Prunus, l'albero,[14] a Cerasus, l'albero delle ciliegie.[15] Plinio aveva già citato un certo numero di coltivazioni alcune specie citate, Aproniana, Lutatia, Caeciliana, eccetera. Plinio le distingue per il sapore da dolce a aspro.[16]

Egli afferma che prima che il console romano Lucius Licinius Lucullus sconfiggesse Mithridates nel 74 A.C., Cerasia ... non fuere in Italia, "Non vi erano ciliegie in Italia". Secondo lui fu Lucullus ad introdurle da Pontus e nei 120 anni trascorsi da allora il ciliegio si era espanso attraverso l'Europa fino alla Britannia.[15]

I semi di un certo numero di specie di ciliegie sono stati tuttavia trovati in ritrovamente archeologici dell'età del bronzo ed in siti archeologici Romani i tutta Europa. Il riferimeno a "dolce" e "aspro" sostiene la moderna teoria che "dolce" fosse riferito al Prunus avium; non vi sono altri candidati trovati tra le ciliegie. Nel 1882 Alphonse de Candolle affermò che semi di Prunus avium furono ritrovati nella Cultura Terramare del nord Italia (1500-1100 A.C.) e in alcuni villaggi archeologici svizzeri di palafitte.[17] riguardo Plinio afferma (p. 210):

Poiché questo errore è perpetuato dalla sua ripetizione incessante nella scuola classica, si deve affermare che gli alberi di ciliegio (almeno quelli di Prunus avium) esistevano in Italia prima di Lucullus, e che il famoso gourmet non ha bisogno di andare così lontano per cercare le specie dai frutti con il sapore amaro.

De Candolle suggerisce che quello che Lucullus portò era un particolar tipo di Prunus avium del Caucaso. L'origine del P. avium è ancora una questione aperta. Le moderne ciliegie coltivate differiscono da quelle selvatiche per la dimensione del frutto più grande, 2–3 cm di diametro. Gli alberi sono spesso coltivati in terreni duri per mantenerli più piccoli e per facilitare il raccolto.[18]

Galleria

Note

  1. ^ British Trees Online
  2. ^ Euro+Med Plantbase Project: Prunus avium
  3. ^ a b c Den Virtuella Floran: Prunus avium (in Swedish; with map)
  4. ^ Jim Conrad's Newsletter. Cherry leaf glands.
  5. ^ Rushforth, K. (1999). Trees of Britain and Europe. Collins ISBN 0-00-220013-9.
  6. ^ Mitchell, A. F. (1974). Field Guide to the Trees of Britain and Northern Europe. Collins ISBN 0-00-212035-6.
  7. ^ Flora of NW Europe: Prunus avium
  8. ^ a b Vedel, H., & Lange, J. (1960). Trees and Bushes in Wood and Hedgerow. Metheun & Co. Ltd., London.
  9. ^ Linnaeus, C. (1753). Species Plantarum 1: 474. Online facsimile.
  10. ^ Linnaeus, C. (1755). Flora Suecica, ed. 2: 165.
  11. ^ Flora dell'Europo del Nord Ovest: Prunus padus
  12. ^ Marinis, R. C. de, Rapi, M., Ravazzi, C., Arpenti, E., Deaddis, M., & Perego, R. (2005). Lavagnone (Desenzano del Garda): new excavations and palaeoecology of a Bronze Age pile dwelling site in northern Italy. In: DellaCasa, P. & Trachsel, M., eds. Wetland Economies and Societies. Proceedings of the International Conference in Zurich, 10-13 March 2004. Collectio Archæologica 3: 221–232 Available online (pdf file)
  13. ^ a b European Garden Flora; Volume IV
  14. ^ Natural History Book XV Section XII.
  15. ^ a b Pliny. Natural History Book XV Section XXX.
  16. ^ N.H. Book XV Sections XXXI-II.
  17. ^ Candolle, A. de (1882). Origine des plantes cultivées. Geneva.
  18. ^ Panda, S., Martin, J. P., & Aquinagalde, I. (2003). Chloroplast DNA study in sweet cherry cultivars (Prunus avium L.) using PCR-RFLP method. Genetic Resources and Crop Evolution 50 (5): 489-495. Abstract

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