Baia Domizia
{{{1}}}⁄{{{2}}} Baia Domizia è una rinomata località turistica balneare della Campania .E' situata nel golfo di Gaeta al confine con il Lazio, dal quale è separata dal fiume Garigliano. Il suo nome deriva dalla sua posizione geografica, la cittadina è stata infatti fondata al centro della baia del golfo di Gaeta e sul litorale Domizio che denomina il tratto di costa che da Torregaveta arriva a Baia Domizia, tangendo l'attuale Via Domiziana SS7 quater. La spiaggia è di origine vulcanica, nata dal vicino vulcano spento di Roccamonfina.Ha una popolazione residente inferiore ai 1000 abitanti.
La località è frazione suddivisa fra il comune di Sessa Aurunca ed il comune di Cellole. Originariamente era frazione interamente compresa nel comune di Sessa Aurunca. Nel 1975 Cellole anch'essa frazione di Sessa ottenne l'autonomia amministrativa.Il territorio della località fu quindi diviso tra i due comuni:la metà sud ed est furono assegnati a Cellole,la parte nord rimase sotto l'amministrazione di Sessa Aurunca.
Indice
Storia
Storia antica del territorio
Il tratto della pineta alla foce del Garigliano era per le popolazioni Italiche prima e per gli antichi Romani un lucus (bosco sacro) dedicato alla dea Marìca, ninfa delle paludi e delle acque, il cui tempio si trovava sull'opposta sponda del fiume, nel territorio di Minturno[1]. Dopo il crollo dell'impero romano,con le continue scorrerie barbariche e saracene divenne impossibile continuare a manutenere i sistemi irrigui e di contenimento delle acque nelle campagne che vennero abbandonate.Questo unitamente alla natura dei terreni, naturalmente ricchi d'acqua portò all'impaludamento delle zone immediatamente a ridosso della linea di costa.Il territorio divenne la grande palude conosciuta come pantano di Sessa. Essendo il fiume una "terra di confine",fu spesso luogo di furiosi scontri tra eserciti.Nel 881 sbarcarono al Garigliano i Saraceni qui si stabilirono in una vera è proria cittadella fortificata,un cosidetto ribat,dal quale partivano per veloci scorribande predatorie in tutta l'Italia centro-meridionale.Nel 915 papa Giovanni X riunì un esercito,nella cosidetta Lega Cristiana,composta da Longobardi, Bizantini che nella prima Battaglia del Garigliano (915) spazzò via l'insediamento saraceno.Per custodire l'area vennero erette una serie di alte torri forticate ,che attraverso segnali luminosi ed acustici avrebbero potuto segnalare l'arrivo di eventuali invasori su tutta la linea di costa a nord e a sud del fiume,alla foce del Garigniano e nelle zone interne più alte.Il principe longobardo di Capua Pandolfo Testadiferro o Capodiferro, edificò attorno al 930 alla foce del garigliano la torre che prese appunto il nome del condottiero Torre di Capodiferro.Secondo alcune fonti storiche molto accredidate l' incontro delle genti campane con il bufalo e con il suo prodotto principe la mozzata,avvenne proprio a seguito della battaglia.I Saraceni avrebbero portato con se nella cittadella fortificata sul Garigliano, dalla Sicilia dalla quale provenivano,alcuni esemplari di Bufali.Dopo la battaglia i Longobardi avrebbero ricevuto come "bottino di guerra" i neri bovini che fino ad allora non conoscevano.La principessa Aloara,offrì ospitalità e asilo anche a molti dei numerosi monaci che i Saraceni avevano catturato e fatto loro schiavi nei tanti monasteri che avevano distrutto e depredato.I monaci avrebbero tramandato quanto appreso dai Saraceni.La mozzarella di bufala campana ,sarebbe nata all'ombra della torre di Capodiferro da questo bizzarro incrocio della storia,dallo scontro più che dall'incontro tra saraceni,longobardi e monaci benedettini. Altre grandi battaglie segnarono la storia del territorio.La seconda Battaglia del Garigliano (1503) tra spagnoli e francesi,che consegnò di fatto tutto il meridione d'Italia al dominio degli spagnoli per oltre tre secoli.La terza Battaglia del Garigliano (1860) tra i Borboni ed i Sabaudi proprio sul Ponte Real Ferdinando sul Garigliano,epilogo della vittoriosa spedizione dei Mille. L'ultima Battaglia del Garigliano (1944) in ordine di tempo fu quella che vide affrontarsi gli eserciti anglo-americani ed i nazisti impegnati nella disperata difesa dalla Linea Gustav .I tedeschi, per rallentare l'avanzata degli alleati, minarono e fecero purtroppo saltare sia la Torre di Capodiferro,che era stata da alcuni anni adibita a Museo della civiltà Aurunca , per merito dello storico ed ex-ministro della pubblica istruzionePietro Fedele che il meraviglioso ponte in ferro sul Garigliano progettato da Luigi Giura .
Origini
L'insediamento è nato come località balneare d'élite agli inizi degli anni '60. La prima pietra fu posata il 7 aprile 1963. Baia Domizia nacque per iniziativa del comune di Sessa Aurunca, nell'intento di valorizzare la pineta il comune indisse un concorso a livello nazionale, per il vaglio dei progetti fu chiamata una commissione di professionisti di chiarissima fama fra cui il Prof. Pacini, a quel tempo sovraintendente ai monumenti. Le difficoltà che l'amministrazione del tempo incontrarono, ne impedirono la realizzazione diretta, così, l'amministrazione allora presieduta dal Notaio Federico Girfatti (poi dimessosi) indussero a vendere la pineta ad una società privata, che si impegnava a terminare il progetto nell'arco di una decade.alcuni imprenditori veneti, riuniti nella SpA "Aurunca Litora"[2], il cui presidente era l'imprenditore padovano Rag. Giuseppe Longato.[3]
Il consiglio comunale di Sessa Aurunca favorì l'iniziativa, come occasione di sviluppare turisticamente la zona marina aurunca. Già nel 1958 era stato bandito un concorso nazionale per la progettazione di un centro turistico in che doveva sorgere presso località "Pantano", mettendo in vendita i terreni al miglior offerente. Il progetto non ebbe tuttavia seguito a causa della scarsa disponibilità di capitali presso l'imprenditoria locale. In Veneto, ad opera di imprenditori locali, era invece già stata fondata nel comune di San Michele al Tagliamento la località turistica di Bibione, in un territorio che presentava molte analogie con quello aurunco.
Il 28 agosto del 1963 venne approvata dalla G.P.A. la vendita dei terreni alla società veneta, i terreni di proprietà comunale in località "Pineta" per un'estensione di 275 ettari, al costo di 450 lire al m2, per un prezzo totale di 1 miliardo, 239 milioni, 228 mila lire. Di cui la società avrebbe pagato subito la somma di L. 904.812.851 ed il resto pari a L. 334.415.149 in quattro rate ad iniziare dal 31-12-1964 fino al 31-12-1967. Il primo contratto di compravendita preceduto da un contratto preliminare del 11-4-1962 fu fatto il 13-10-1962, il controtto definitivo fu stipulato il 22-8-1963.[4]
Nel libro Dossier Baia Domizia, uno scandalo democristiano scritto dal giornalista Silvio Bertocci[5], egli afferma che si trattò di un caso di commistione tra affari e politica, che vedeva implicata la Democrazia Cristiana, la quale all'epoca dominava il consiglio comunale di Sessa Aurunca ed aveva ugualmente una notevole forza in Veneto. Secondo il giornalista si trattò di un'enorme speculazione edilizia, utile per far incassare al partito sostanziose tangenti e creare nuovi rapporti clientelari.
Il progetto
Una pubblicità della società "Aurunca Litora" spiegava che il progetto rispettava l'ambiente naturale preesistente e che solo poche costruzioni sarebbero state visibili dalla spiaggia, mentre l'accesso al mare attraverso la pineta sarebbe avvenuto esclusivamente attraverso viali pedonali.
Il progetto di massima definitivo venne elaborato dall'architetto padovano Renzo Menegazzo.La viabilità doveva essere costituita da un asse centrale curvilineo e da un'unica strada di scorrimento, che intersecava l'asse centrale tramite rotatorie e dalla quale si dipartivano verso le aree residenziali piccole strade a scarso traffico. Le strade raggiungevano una lunghezza complessiva di 26 km ed erano previsti circa un milione e mezzo di m3 di costruzioni (con un indice di 0,7 m3 per m2).
Erano previsti tre "nuclei insediativi" a maggiore densità edilizia, che dovevano sorgere a circa 2 km l'uno dall'altro, intervallati da zone estensive e delimitati da due zone con impianti sportivi, a sud e a nord dell'insediamento: a nord, sul fiume Garigliano avrebbe dovuto sorgere un porto turistico, mentre a sud, approfittando delle sorgenti sulfuree nel confinante territorio di Sinuessa (località di Mondragone) doveva sorgere un impianto termale. Il "nucleo centrale" avrebbe ospitato la maggior parte dei servizi (stazione di pullman, uffici comunali, azienda di soggiorno, banca, centro religioso, centro scolastico, stazioni delle forze di sicurezza, cinema, teatro, sala giochi).
Secondo l'atto di compravendita, il progetto avrebbe dovuto concretizzarsi con le seguenti tappe:
- 1962: rilievi ed elaborazione di un piano regolatore generale;
- 1963: inizio dei lavori infrastrutturali su un terzo dell'area (strade, fognature, rete elettrica e idrica) e della costruzione di un grande albergo, di cinquanta villini e di venti negozi, tra cui un supermercato; inizio della campagna pubblicitaria;
- 1964: costruzione di impianti sportivi, di quaranta bungalows, di motels all'americana; lancio pubblicitario internazionale;
- 1965 inizio della costruzione di altri due alberghi e di tre pensioni; continuazione della campagna pubblicitaria;
- 1966: completamento delle opere stradali ed edilizie;
- entro un decennio completamento del piano di massima.
Il progetto restò invece parzialmente incompiuto: le zone sportive non vennero mai realizzate e furono in seguito definitivamente bloccate dalla legge Galasso del 1985, che stabiliva il divieto di edificazione a meno di 500 m dalla costa.
Lo sviluppo
Per la campagna pubblicitaria internazionale fu creato uno stemma, disegnato forse da Pino Castagna,il ceramista amico del presidente Longato che aveva abbellito con le proprie opere tutti gli hotel della località, con una B contrapposta ad una D inserite in un cerchio, con un'onda al centro: il marchio con le foto della neonata destinazione era presente sulle principali riviste italiane ed europee, in particolare in Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Francia e Paesi scandinavi, da cui arrivarono numerosi villeggianti.
Il villaggio turistico "La Serra" di proprietà svedese,da allora fu da tutti conosciuto come "il villaggio svedese" era riservato ai soli villeggianti scandinavi.Bionde ed eburnee fanciulle esibivano i primi topless,che fecero gridare ai benpensanti allo scandalo e tuonare dal pulpito il vescovo d'allora di Sessa Aurunca che arrivò a definire Baia Domizia la "pietra dello scandalo". La località fu fino alla fine degli anni '70 una delle destinazioni più alla moda di tutto il sud Italia. Per quantità e qualità della vita notturna,rivaleggiò alla pari con Capri e le altre perle della costiera amalfitana,
La località fu frequentata anche da alcuni tra gli artisti e personaggi più in vista dell'epoca, tra i quali Michelangelo Antonioni, John Lennon, Peppino De Filippo Totò, Patty Pravo, il principe Karim Aga Khan IV.A Baia Domizia trascorreva le sue vacanze l'artista futurista Sante Monachesi.Proprio nella località nel 1968 scrisse la terza parte del manifesto del movimento artistico del quale fu fondatore ,il cosiddetto Movimento Agrà ( a-gravitazionale ). [6] .Sempre a Baia Domizia nel '69 si rinchiuse per alcuni giorni in un grande cubo nero che sistemò nella piazza centrale per attuare una sua personale protesta contro la repressione sovietica della primavera di Praga, cosa ebbe grande eco a livello internazionale. Fu un'epoca di grandi feste, come quella per l'inaugurazione dell'hotel "Domizia Palace", e di bella vita presso i locali notturni, dove si esibivano importanti cantanti e gruppi musicali. Nelle stradine della località circolavano i variopinti risciò a pedali e un pittoresco "trenino" faceva la spola tra gli alberghi e la zona centrale con i negozi e i servizi. Le sue stradine erano affollate di turisti provenienti da tutte le parti d'Europa.
Il declino
Nel 1975 il distacco del comune di Cellole da quello di Sessa Aurunca, comportò la drammatica spartizione della località balneare tra i due comuni.Fu divisa in modo talmente grossolano che ancora oggi l'economia dell'area risente degli effetti nefasti che seguirono.La divisione doveva essere provvisoria,in attesa che i politici trovassero tra di l oro un accordo ma divenne purtroppo definitiva.I due comuni invece di preoccuparsi di investire nella località si impegnarono alacremente a sfruttarne le risorse che drenarono e drenano voracemente nelle casse comunali a finanziare la sola crescita interna dei propri comuni.La località fu "munta" senza alcun ritegno. Nel frattempo la crisi economica e sociale degli anni '70 e l'abbandono della Aurunca Litora,verso la fine di quegli anni, senza che l'imprenditoria locale fosse in grado di rimpiazzarla, ne provocarono il lento declino.
Il terremoto dell'Irpinia del 1980 colpì la località indirettamente, attraverso la requisizione di molte seconde case, di alcuni residences e degli hotel per alloggiare i senza tetto, che in alcuni casi vi rimasero a lungo, bloccando di fatto gran parte delle attività turistiche e accelerandone ulteriormente il declino.
La rinascita
Negli ultimi anni si è assistito ad una ripresa dei finanziamenti per migliorare la vivibilità del luogo (impianti di depurazione, percorsi ciclabili, informazioni turistiche) per un rilancio turistico che ha i suoi punti di forza nell'impianto urbanistico e nel rispetto della natura, oltre che nella vicinanza a numerosi luoghi di interesse archeologici e artistici. I due comuni,tramontati i sogni di sviluppo attraverso una improbabile industrializzione,hanno finalmente compreso come l'unica risorsa a loro disposizione sia il turismo.Negli ultimi anni entrambe sono tornati ad investire nella località. Segue un documento del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici riportante i lavori effettuati nel 2001[7].
Ambiente naturale
Gli ultimi 3 km del litorale di Baia Domizia sono compresi nel Parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano. All'interno dell'area è già presente una rete di sentieri che permette di visitarne tutti gli ambienti.
La pineta antropica è a tratti quasi priva di sottobosco. Laddove le condizioni ecologiche lo consentono, lascia il posto alla macchia alta ed infine alla lecceta. Verso il mare domina la macchia mediterranea, ancora intatta su 6 km del litorale. Nella zona vegetano la Romulea rollii il cosiddetto "zafferanetto di Rolli", le orchidacee, con una decina di specie, soprattutto di Ophrys, e il candido e robustoPancratium maritimum (giglio di mare). la vegetazione è arricchita dalla presenza delle piante della duna, pioniere che colonizzano le spiagge grazie ai particolari adattamenti alla salinità e al vento.
La zona retrostante, un tempo paludosa ospita in corrispondenza dei canali di bonifica, uccelli migratori (tra cui il raro airone rosso). Vi si trovano anche le due principali tartarughe terrestri italiane, la Testudo hermanni e la rara Emys orbicularis, e una colonia della tartaruga palustre. Nel 2002 nella notte a cavallo tra l'11 e il 12 luglio è stato effettuato anche un ritrovamento di un nido di tartaruga (Caretta caretta) [8] [9]
Manifestazioni, eventi
- "L'Arena d'Arte il festival internazionale delle sculture di sabbia di Baia Domizia", esposizione di sculture monumentali di sabbia realizzate da rinomati scultori provenienti da tutto il mondo
- "Baia Domizia blues festival internazionale di musica e cultura blues.Si svolge dal 2006. Ha ospitato alcuni tra i più grandi musicisti del genere musicale al mondo ,rientrando nel novero dei più importanti festival blues nazionali.
- ""Premio L'Altra Italia. Vite da premio"Ideato e condotto da Gaetano Cerrito. Cultura, sport, cinema e spettacolo; ricerca scientifica; politica e Istituzioni. Sono le sezioni del Premio tv. L'evento, in programma ogni anno a Giugno in Baia Domizia, è giunto alla V edizione e ha visto quest'anno fra i premiati la figlia del grande Totò, Liliana De Curtis, i fratelli Abbagnale, Gianni Rivera, Barbara Bouchet, Paola Quattrini, Andrea Roncato, Aldo Pinchera, Marida Lombardo Piola, Elena Cattaneo.
- "L'Altra Italia Ideato e condotto da Gaetano Cerrito, definito dalla stampa "il salotto televisivo del Sud", in onda periodicamente su Tele A e su Sky 868. la trasmissione è ormai una bella realtà televisiva che ospita personaggi di caratura regionale, meridionale e nazionale del mondo istituzionale, politico, sociale, scientifico, sindacale, turistico-ambientale, nonché del cinema e dello spettacolo. Insomma, un nuovo modo di fare televisione tendente a sensibilizzare le coscienze della nostra società meridionale e nazionale perché "in Italia non ci siano più due Italie"
Curiosità
- Nella località nel 1969 fu girato lo sceneggiato tv "La donna di cuori" con Ubaldo Lay nella parte del tenente Sheridan con Amedeo Nazzari e Sandra Mondaini
- Nel 2001 vi fu girato gran parte del film Ginostra (film 2002) con Harvey Keitel, Andie MacDowell, Stefano Dionisi, Francesca Neri, Harry Dean Stanton, Asia Argento.
Voci correlate
Note
- ^ Notizie sul santuario della dea Marica, presso Minturno sul sito della Direzione generale per i beni archeologici del Ministero per i beni e le attività culturali; il santuario della dea Marica sul sito della XIX comunità montana del Lazio "Monti Aurunci"
- ^ Seduta di venderdì 7 febbraio 1964 [1]
- ^ Fonte:Sessa Aurunca dalla a alla z PUBBLISCOOP EDIZIONI,1994 ISBN 88-86448-02-3
- ^ Fonte:Sessa Aurunca dalla a alla z PUBBLISCOOP EDIZIONI,1994 ISBN 88-86448-02-3
- ^ Fonte:SILVIO BERTOCCI, Dossier Baia Domizia. Uno scandalo democristiano, Boria, Roma 1977.
- ^ Fonte;sito web arte argomenti /http://www.arte-argomenti.org/manifesti/agra.htm
- ^ Fonte:POR Campania [2]
- ^ Fonte: WWF Aversa[3]
- ^ Fonte: WWF Caserta[4]