Ferrovia Cervignano-Aquileia-Pontile per Grado
Template:Infobox Linee ferroviarie in Italia La ferrovia Cervignano – Aquileia – pontile per Grado era una linea ferroviaria oggi non più in servizio. Essa collegava la stazione di Cervignano del Friuli (oggi Cervignano-Aquileia-Grado) con l'imbarco dei traghetti destinati a Grado, posto presso la località Belvedere del comune di Aquileia.
Cenni storici
La breve linea ferroviaria fu costruita dall'Imperial Regia Società Ferroviaria Friulana (Friauler Eisenbahn Gesellschaft, FEG) assieme ad altre linee del basso Friuli austriaco.
La linea fu aperta al traffico il 16 luglio 1910[1]. L'esercizio del traffico passeggeri e merci fu svolto originariamente dalle Imperial Regie Ferrovie statali austriache (kkStB) con treni provenienti dalle principali destinazioni dell'Impero austro-ungarico.
A seguito dell'occupazione italiana del settore dell'Isonzo al principio della Prima guerra mondiale, nel maggio 1915 la linea passò in gestione provvisoria alla Società Veneta, [2]. A seguito del Trattato di Saint Germain en Laye, la linea passò ai territori italiani. Nel 1920 le Ferrovie dello Stato acquisirono direttamente l'esercizio[3], mentre la proprietà della linea fu mantenuta dalla FEG, i cui capitali erano in mano a soggetti divenuti cittadini italiani.
La linea fu soppressa il 1° luglio 1937, perché l'inaugurazione del ponte stradale per Grado aveva avvantaggiato il traffico stradale.
Dalla fine del 2008 sono cominciati i lavori di smantellamento e sostituzione con una pista ciclabile.
Caratteristiche
Percorso
Linea per Udine
| |||
Linea per Venezia
| |||
0+000 | Cervignano-Aquileia-Grado
| ||
Linea per Trieste
| |||
3+263 | Terzo d'Aquileia
| ||
5+516 | Aquileia
| ||
11+680 | Belvedere
| ||
12+326 | Pontile per Grado
| ||
12+503 |
Note
- ^ Alessandro Tuzza, Trenidicarta.it - Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, su trenidicarta.it. URL consultato il 14-06-2009.
- ^ Giovanni Cornolò, La Società Veneta Ferrovie, 2^ ed., Ponte San Nicolo, Duegi Editrice, 2005. pp. 56-57.
- ^ Giovanni Cornolò, op. cit., pp. 65-66.