Citrullus lanatus

pianta dell'anguria

Il termine cocomero (Citrullus lanatus, a volte indicato anche come Citrullus vulgaris) o anguria (dal greco ἀγούριον), indica la pianta e il frutto di una specie della famiglia delle Cucurbitaceae, originariamente proveniente dall'Africa tropicale. Il nome cocomero deriva dal latino cucumis (= cetriolo). Il termine dialettale anguria deriva dal greco tardo angúrion (= cetriolo).

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Cocomero

Il frutto
Classificazione scientifica
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineCucurbitales
FamigliaCucurbitaceae
GenereCitrullus
SpecieC. lanatus
Nomenclatura binomiale
Citrullus lanatus
(Thunb.) Matsum. & Nakai, 1916

Caratteristiche botaniche

Il cocomero è una pianta annuale, con fusto erbaceo rampicante, foglie grandi e pelose con tre lobi, fiori maschili e fiori femminili, frutto voluminoso rotondo oppure ovale.

Caratteristiche del frutto

Il frutto ha un interno rosso, ricco d'acqua (circa 95.3%), dolce, ed è molto zuccherino. Contiene inoltre una grande quantità di semi. Oltre ad apportare un sufficiente quantitativo di zuccheri, e data l'elevata percentuale d'acqua, può sostituire, almeno per una buona parte un pasto giornaliero (pranzo o cena), inoltre porta con sé un cospicuo quantitativo di vitamina A e vitamina C (tali vitamine sono idrosolubili, quindi la vulgaris "acqua del cocomero" porta in sé tutti gli elementi benefici).

 
Semi di un anguria

Anche se in molte lingue, ma non in italiano, ci si riferisce al cocomero come ad un tipo di melone (ad esempio in inglese, watermelon, e in tedesco, Wassermelone), le due piante fanno parte della stessa famiglia ma non appartengono allo stesso genere: il melone (Cucumis melo) appartiene infatti al genere Cucumis.

In lingua italiana il termine "anguria" è prevalentemente utilizzato al nord, mentre il fiorentino e molte varietà centro-meridionali prediligono il termine cocomero. A queste varianti, che sono diffuse e comprese a livello nazionale, se ne aggiungono molte altre a diffusione più locale; ad esempio a Napoli è detto melone d'acqua (rosso) e melone da pane (giallo), o popone; in Calabria zi pàrrucu (zio parroco) o nella provincia di Reggio Calabria "zi pangulu" (zio pancione), cioè rubicondo come il volto del parroco, mentre in Liguria viene chiamato "Pateca" (cfr. il francese pastèque). In Abruzzo viene anche chiamato "citrone".

 
Cocomero a pasta gialla

Storia

David Livingstone, un esploratore dell'Africa, riportò che il cocomero cresceva abbondante nel deserto del Kalahari, dove sembra che esso abbia avuto origine. Lì il frutto cresce selvaggio ed è conosciuto come Tsamma (Citrullus lanatus var citroides). La pianta è riconoscibile per le sue foglie particolari e per l'elevato numero di frutti che produce, fino a cento per ogni esemplare. Per questa ragione è una sorgente di acqua abituale per gli abitanti della zona, oltre a fungere da cibo sia per gli uomini che per gli animali.

 
Pianta di anguria con frutti e tipiche foglie

Non è dato sapere quando il cocomero sia stato coltivato per la prima volta ma il primo raccolto di cocomeri mai registrato avvenne nell'Antico Egitto quasi 5000 anni fa ed è stato documentato in alcuni geroglifici. Il frutto veniva spesso deposto nelle tombe dei faraoni, come mezzo di sostentamento per l'aldilà. Nel mito egizio il cocomero aveva origine dal seme del dio Seth.

Nel X secolo d.C. il cocomero era coltivato in Cina, paese che attuamente ne è il primo produttore mondiale. Nel XIII secolo il frutto venne introdotto in Europa dall'invasione dei Mori.

Avversità

Tra gli insetti, il parassita più importante è l'afide Aphis gossypii. Tra le malattie da funghi, vi sono l'oidio (causato da Erisiphe cichoracearum), la peronospora (causata da Pseudoperonospora cubensis), la muffa grigia (causata da Botrytis cinerea) e il nerume (causato da Alternaria alternata). Tra le micotossine, vi è la patulina.

Nomi regionali

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