Template:Comune Gottolengo (IPA: [got to lén go][1] e Otalènc in dialetto bresciano) è un comune italiano di 5.148 abitanti[2] della provincia di Brescia in Lombardia. Si trova nella zona della Bassa Bresciana, il punto più meridionale e con più comuni di tutta la provincia.

Gottolengo è un importante sito archeologico, dato l'alto numero di reperti dissotterrati a partire dalla metà degli anni venti nella zona di Castellaro. Oggi il comune è anche un centro industriale, ma conserva ancora numerose tracce di vita contadina alla quale il paese è rimasto attaccato fino a non molti decenni fa. La piccola e ormai disabitata frazione di Solaro si trova a nord del centro abitato.

Geografia fisica

Territorio

Il territorio di Gottolengo è compreso nella pianura Padana; situato vicino ai confini delle province di Cremona e di Mantova, è inserito nell'area della Bassa Bresciana, il territorio pianeggiante a sud della provincia; il paese è per ciò interamente pianeggiante, fatta eccezione della zona del Castellaro, costituita da una collinetta che costituisce il punto più elevato di Gottolengo.

Il principale fiume passante per il paese è il Gambara, nome attribuitogli poiché attraversa l'omonimo comune, con il quale Gottolengo confina.

 
Caratteristica immagine della campagna gottolenghese

Numerosi e fondamentali per l'economia del paese sono anche i vari canali artificiali, destinati all'irrigazione dei campi coltivati.[3]

Gottolengo confina con i paesi di Leno e Ghedi, Isorella, Gambara, Pralboino e con Pavone del Mella. L'unica frazione del paese è costituita dalla località di Solaro che si trova sulla strada comunale per Ghedi.

Riguardo al rischio sismico, Gottolengo è posto in una zona ritenuta a basso rischio sismico, malgrado la vicinanza al Lago di Garda area classificata a medio rischio sismico dopo il terremoto del 24 novembre 2004.[4]

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Brescia Ghedi.

Il clima è quello tipico dei comuni dell'alta val Padana: l'estate è caratterizzata da caldo afoso con elevata umidità, mentre l'inverno è invece rigido e spesso nebbioso, con sporadiche nevicate durante i mesi più freddi. Il comune è classificato nella zona E.[5]

BRESCIA GHEDI
(1961-1990)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 4,37,912,817,122,026,128,627,524,118,210,45,25,817,327,417,617,0
T. min. media (°C) −2,8−0,72,96,811,315,317,817,213,98,73,1−1,6−1,77,016,88,67,7
T. max. assoluta (°C) 16,4
(1983)
22,0
(1990)
23,2
(1990)
27,1
(1987)
31,2
(1975)
34,8
(1962)
36,1
(1983)
35,0
(1983)
31,6
(1973)
26,8
(1986)
19,0
(1972)
17,0
(1989)
22,031,236,131,636,1
T. min. assoluta (°C) −19,4
(1985)
−11,1
(1987)
−8,6
(1971)
−2,0
(1973)
0,2
(1987)
7,1
(1986)
9,4
(1980)
8,1
(1986)
3,8
(1972)
−1,7
(1973)
−8,2
(1988)
−11,0
(1986)
−19,4−8,67,1−8,2−19,4
Nuvolosità (okta al giorno) 5,54,64,24,44,33,93,03,03,23,95,35,35,14,33,34,14,2
Precipitazioni (mm) 59,653,963,869,291,775,072,584,862,483,778,653,8167,3224,7232,3224,7849,0
Giorni di pioggia 7678986666861924202083
Umidità relativa media (%) 86817576737172727579858684,374,771,779,777,6
Vento (direzione-m/s) W
3,3
E
3,4
E
3,7
E
3,6
E
3,3
E
3,2
E
3,2
E
3,2
E
3,1
E
3,2
E
3,3
W
3,2
3,33,53,23,23,3

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Gottolengo.
 
L'antica lapide romana posta nell'abside della chiesa

La zona in cui sorge l'odierno comune di Gottolengo cominciò ad essere abitata fin dal 1500 a.C., quando i primi uomini di origini barbariche iniziarono a stabilirsi nella zona del "Castellaro" costruendo dapprima semplici palafitte. Essi si stanziarono proprio in quel luogo, poiché esso era il punto meglio protetto e più alto del circondario.[3] Tuttavia, la località fu abbandonata già sul finire dell'età del bronzo per un altro villaggio meglio protetto, cioè il luogo in cui oggi sorge e si sviluppa l'attuale centro abitato. Questo fatto è testimoniato dalla presenza della cosiddetta Lapide dei Quattuorviri che indicava la presenza di una torre romana; oggi la lapide si trova inserita nell'abside della chiesa parrocchiale sulla quale si trova la seguente iscrizione:[7] [8]

(latino)
«C. MVTIVS SEX. F.
P. POPILLIVS M. F.
Q. MVCIVS P. F.
M. CORNELIVS P. F.
IIII VIR. TURREM EX. D. D.
AD. AVGENDAS LOCAVER
IDEMQVE PROBAVERE
»
(italiano)
«Caio Murzio figlio di Sesto
Publio Pupilio figlio di Marco
Quinto Mucio figlio di Publio
Manio Cornelio figlio di Publio
Quattuorviri con decurionale decreto
per incremento collocarono questa torre»

Alla fine del VI secolo il territorio gottolenghese cadde in mano ai Longobardi, i quali successivamente lo donarono alla nascente Badia Leonense, abbazia diretta da benedettini; l'edificio religioso fu fatto costruire da Desiderio nel 758, re originario di Brescia, città nella quale aveva già fondato con l'ausilio della moglie Ansa un altro monastero, retto da sua figlia Anselperga, prima badessa del convento.[9]

 
La santella di S.Gottardo ubicata nella zona dell'ex lazzaretto, sulla strada comunale per Gambara

In epoca tardo medioevale e rinascimentale Gottolengo divenne un borgo murato di media importanza,[6] dapprima sotto il dominio dei monaci della Badia, poi sotto l'egemonia dei Visconti ed infine sotto il controllo della Repubblica di Venezia. Intorno al 1521 però il borgo venne saccheggiato dai Lanzichenecchi e cadde in uno stato di miseria e abbandono.
Gottolengo venne riconosciuto sempre nel 1521 dal governo francese e insignito di tre gigli di Francia, che ancora oggi appaiono sullo stemma del paese,[10] per aver aiutato la Repubblica di Venezia nella resistenza contro Massimiliano d'Asburgo.[11]

Nel 1836 Gottolengo venne flagellato da una terribile epidemia di colera; venne infatti fondato proprio in quel periodo un lazzaretto, ubicato al di fuori del centro abitato, nel quale si raccoglievano tutti gli ammalati, per non far infettare la popolazione sana che viveva entro le mura del comune.

Dal paese partirono molti soldati per il fronte durante la Grande guerra, oggi ricordati come eroi della patria nel monumento ai caduti di Gottolengo, che sorge lungo la strada provinciale per Leno. Il paese fu messo a dura prova durante la Seconda guerra mondiale; infatti quando i combattimenti finirono e la località venne liberata dagli Angloamericani, la cittadina era ormai caduta in uno stato di assoluta miseria. Fu solo con la rivoluzione industriale del secondo dopoguerra che nel paese iniziò a mutare l'assetto economico: ai vecchi mestieri e alle tradizionali attività agricole-artigianali si vennero affiancando nel tempo varie attività industriali. Tuttavia nel paese è rimasto tuttora molto vivo lo spirito agricolo di un tempo che riveste un'importanza economica e sociale ancora oggi fondamentale.[3]

Simboli

File:Gottolengo-Stemma.png

Lo stemma gottolenghese è molto semplice e consiste in uno scudo diviso in tre fasce: in quelle superiore ed inferiore è dorato, mentre in quella centrale è a sfondo rosso. Questa fascia contiene anche i tre gigli d'oro di Francia che furono riconosciuti al comune per aver aiutato i veneziani nella lotta contro Massimiliano I del Sacro Romano Impero; lo scudo è sormontato dalla corona dei comuni e contornato da rami di quercia e alloro legati da un nastro tricolore.

Gottolengo possedeva fino a non molto tempo fa un altro stemma, più sontuoso e decorato; assegnatogli durante l'epoca napoleonica esso è stato successivamente soppresso dal regime fascista per poi ritornare in uso durante gli anni del secondo dopoguerra; su di esso erano presenti vari tamburi, una testa di cavallo, armi e bandiere. Tuttavia l'antico stemma era sprovvisto della corona dei comuni che oggi è presente al di sopra dello scudo; recentemente il vessillo è stato semplificato e riadattato, ma conserva ancora i gigli di Francia, simboli indelebili della storia di questo comune della Bassa Bresciana.[3]

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

La parrocchiale

La parrocchiale gottolenghese, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, venne edificata nel 1746 e conserva al suo interno un organo Serassi, costruito attorno alla seconda metà dell'Ottocento, che è stato di recente restaurato.[12] La chiesa, costruita secondo lo stile barocco, è inoltre ricca di numerosi affreschi come il Martirio di San Pietro posto in cima all'abside, sotto il quale si trova la zona del coro; oltre a vari altari in marmo, la chiesa racchiude al suo interno anche statue in legno raffiguranti il Cristo morente in croce e la Madonna.
In essa vengono officiate le principali funzioni religiose del paese.

Il complesso di San Girolamo

 
Il campanile in mattoni della chiesa di San Girolamo

Il Convento dei Carmelitani, sorto nel 1479 e soppresso nel 1797, fu poi trasformato in ospedale in tempo di guerra; oggi al suo interno sono state costruite delle strutture abitative. Al suo fianco sorge la chiesa intitolata a S.Girolamo dal caratteristico soffitto a capanna e con affreschi di vari pittori locali. La chiesa custodisce una statua lignea cinquecentesca della Madonna del Carmine, oggetto di grande devozione da parte della popolazione. L'altare maggiore della chiesa è in legno laccato in oro con numerose finiture ed elaborazioni; oltre ai dipinti del santo al quale è dedicata la chiesa, numerosi sono gli affreschi raffiguranti santi cari alla tradizione bresciana tra i quali Santa Lucia, Santa Apollonia e Sant'Antonio abate.[3]

Il santuario dell'Incidella

 
Retro del santuario dell'Incidella
  Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario dell'Incidella.

Alle porte del paese venendo da Isorella o da Solaro si può ammirare il santuario detto dell'"Incidella", costruito nel 1600 sopra una cappella preesistente; prima si accedeva al luogo santo attraverso un antistante porticato a tre arcate, abbattuto a seguito di un incidente automobilistico avvenuto negli anni Sessanta, dato che la strada correva proprio accanto al santuario; oggi è stato realizzato un ampio spiazzo antistante il santuario, e si sta quindi pensando di ricostruire il portico sul modello di quello antico.[13]

Architetture civili e militari

Edificio sito di fronte alla piazza del paese è il teatro comunale Zanardelli, in stile Liberty, di recente ristrutturato. Sul fianco della piazza sorge la Casa Torre, resto di un fortino che un tempo costituiva l'accesso principale dell'antico borgo; il torrione, era infatti una parte di un antico sistema murario oggi estinto ed era circondato da un torrente, era dotato di un ponte levatoio attraverso il quale si accedeva al suo interno.[14] La torre è oggi adibita a piccolo museo del territorio, dove sono conservati i reperti archeologici rinvenuti sul territorio nella zona del Castellaro. Un'antica leggenda di origine longobarda narra che al suo interno vi sia costudita una chioccia d'oro con pulcini.[15] Un altro piccolo pezzo di storia gottolenghese è la casa dove soggiornò Giuseppe Garibaldi; oggi al suo interno vi sono piccoli appartamenti, ma la targa commemorativa, che ricorda la sosta dell'eroe, è stata risparmiata dai recenti restauri.

Siti archeologici

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castellaro (Gottolengo).

Il territorio di Gottolengo come già accennato in parte, fu a partire dai primi anni del secolo scorso un luogo di ricerche scientfiche e rinvenimenti archeologici. La zona in cui avvennero i primi ritrovamenti fu un'area composta da un basso altopiano posta ai limiti sud del centro abitato gottolenghese, questo posto è oggi detto "Castellaro". Nel corso degli anni da questo luogo riaffiorarono vari oggetti di vita quotidiana come rudimentali telai, armi, resti di bronzo e un curioso corno in terracotta. La maggior parte dei reperti sono attribuiti a popolazioni quali Cenomani e Romani.[16] Ora parte dei ritrovamenti sono costuditi all'interno del piccolo museo comunale di Gottolengo costruito all'interno della casa-torre.[16] Numerose sono inoltre le lapidi romane fra le quali quella compresa nell'abside della parrocchiale.[17]

Società

Evoluzione demografica

Fra il XIX e il XX secolo diversi gottolenghesi abbandonarono il paese in cerca di fortuna nelle Americhe (USA e Argentina in particolare) o in Australia. Negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale la popolazione del comune raggiunse il suo picco più alto, infatti la frazione di Solaro oggi semideserta contava numerosi residenti che abitavano le enormi cascine a corte tipiche della Val Padana e anche alcune strutture pubbliche.
Da Gottolengo nel Secondo dopoguerra partirono numerose persone per andare ad abitare nelle grandi città del nord Italia come Milano, Torino, Genova e Brescia e trovare lavoro nelle nascenti fabbriche.
Negli ultimi tempi, nel comune è in atto una forte crescita di cittadini extracomunitari.[18] Abitanti censiti[19]

Etnie

Oggi il paese, come ormai molti altri dell'Italia e specialmente della Val Padana, è diventato un centro multietnico, con una presenza significativa di cittadini stranieri. Considerando tutte le comunità presenti nel territorio, vi risiedono in totale 622 persone, che rappresentano circa il 12% della popolazione; le comunità maggiormente rappresentate sono: [18]

Religione

Sul territorio comunale esiste un'unica parrocchia appartenente alla diocesi di Brescia.[20]
Gottolengo è stata fra le prime parrocchie italiane ad accogliere il percorso del Cammino Neocatecumenale (1970), grazie anche alla presenza del gottolenghese Mario Pezzi, considerato uno dei tre fondatori dell'iniziativa cattolica.[21] Oggi nel comune esistono ben dieci comunità distinte che seguono il Cammino e raccolgono un alto numero di aderenti anche fra i giovani.[22]
La religione maggiormente praticata in paese è, come per l'Italia, quella cattolica; gli stranieri invece sono in prevalenza induisti e musulmani.

Cultura

Istruzione

Scuole

Sul territorio comunale esistono due strutture scolasiche riunite in un unico complesso:[23]

Musei

L'unico museo presente sul territorio è costituito dalla raccolta di resti archologici costudita all'interno dell'antico fortilizio denominato "casa-torre" posto sulla destra della piazza. La collezione si compone di numerosi oggetti litici e in metallo di uso quotidiano, vasellame vario, monete, resti di armi come coltelli e tessere di mosaico. Le visite vengono effettuate solo su richiesta, poichè il museo è ancora in fase di riconoscimento ufficiale.[16]

Media

Radio

In Gottolengo trasmette una piccola stazione televisiva, la TeleradioGottolengo, o più semplicemente TRG; la sede è gestita dai curati di Gottolengo, oggi alla sua guida vi è l'attuale prevosto. La programmazione è dedicata quasi esclusivamente ad informazioni a livello locale o religioso. [24]

Stampa

Nel paese viene stampato a tiratura timestrale un giornale per i parrocchiani, "Il Redone", i cui principali argomenti sono di carattere religioso, tuttavia in alcuni articoli vengono affrontati temi culturali e sociali.[25] La sede si trova nel centro pastorale di Gottolengo.

Teatro

 
Il teatro Zanardelli o teatro comunale visto dalla piazza

Una fra le principali sedi della cultura gottolenghese è il teatro Zanardelli in cui ogni anno vengono proposte varie opere eseguite da diverse compagnie.[26] Le commedie dialettali sono spesso eseguite dall'unica compagnia teatrale con sede in Gottolengo, la "QUO VADIS", diffusa però solo a livello locale. [24]

Cucina

Prodotto ormai divenuto simbolo della tradizione agricola gottolenghese è la patata, che ogni anno viene esaltato durante la Sagra della patata, che si tiene solitamente nel mese di Settembre. Altri prodotti tipicamenti lombardi, ma appartenenti anche ad altri luoghi, sono i tortelli di zucca, che come vuole la tradizione paesana devono essere consumati la cena della vigilia di Natale e lo spiedo alla bresciana.

Personalità legate a Gottolengo

Eventi

  • Sagra della patata. [29]

La sagra si tiene generalmente agli inizi di settembre, prima dell'apertura delle scuole. L'evento specialmente a carattere espositivo e gastronomico e spesso accompagnato da esibizioni cinofile e automobilistiche. [30]

Geografia antropica

Frazioni

Solaro

  Lo stesso argomento in dettaglio: Solaro (Gottolengo).

Il nome Solaro, di origine romana deriva dalla parola latina "Solarium" che significa terrazzo soleggiato.[3]

Determinante per il paese è stato l'ausilio fornito dalla frazione di Solaro soprattutto in tempi di guerra durante i quali venne usato come un rifugio; posta a metà sulla strada per Ghedi, è immersa completamente nella campagna della Bassa Bresciana. Oggi la località è costituita da una vecchia cascina a corte disabitata tipica della campagna bresciana e da un'antica chiesa dedicata a Sant'Antonio abate, protettore degli animali e personaggio molto venerato nell'area gottolenghese.[15] Nella campagna circostante sorgono poi vecchie e nuove cascine con attorno numerosi campi coltivati. La frazione è collegata al paese tramite una strada comunale di recente allargata, che conduce fino all'imbocco della strada provinciale fra Ghedi ed Isorella.
Solaro fu anche sede scolastica del comune, ma oggi di essa rimane solo una vecchia struttura diroccata, così la sede si è ora spostata in paese.

Economia

 
Strada fra i campi a riposo in autunno

Agricoltura

Il territorio gottolenghese è quasi interamente dedicato alla pratica dell'agricoltura, molti infatti sono i campi coltivati con mezzi intensivi tipici della val Padana e del nord Italia. I principali prodotti della terra sono costituiti dal mais e dal frumento ma, seppur in maniera minore, parte del raccolto è costituito anche dalla soia e dalla patata.
L'allevamento bovino, quello di pollame così come quello suinicolo sono molto sviluppati, mentre è assente quello ovino. Nel paese è praticata pure l'apicultura a livello individuale.

Industria

Gottolengo è famoso per le sue marronate ed è la patria della cotognata bresciana. Nel comune sorge infatti una fabbrica a conduzione familiare che fin dalla prima metà dello scorso secolo produce mostarde e salse varie. Altri stabilimenti presenti nel comune sono quelli in cui vengono fabbricati i punti metallici, quelli dell'industria tessile, quelli che operano nel settore dell' elettricità e nelle industrie casearie.

Infrastrutture e trasporti

Strade

  Lo stesso argomento in dettaglio: Elenco strade provinciali della Provincia di Brescia.

Il comune di Gottolengo è poco servito da strade a livello statale, ma ci sono vie di comunicazioni stradali provinciali come la VIII che congiunge Gottolengo al capoluogo di provincia Brescia e la provinciale n°11. Il paese dato la vicinanza al comune di Leno è ben allacciato alla rete statale grazie alla statale Lenese. Nel paese di Manerbio a circa 20 Km di distanza è attiva un'entrata all'autostrada A21, che collega Brescia con Torino.[31]

Ferrovie

Nel comune non è presente alcuna stazione ferroviaria, tuttavia i collegamenti sono comunque assicurati, data la vicinanza a stazioni come quelle di Brescia e di Cremona poste entrambe ad uguale distanza da Gottolengo. Esse sono poste su linee quali la Brescia-Parma, la Brescia-Cremona e la Milano-Venezia.

Aereoporti

Nel paese di Montichiari si trova l'aeroporto Gabriele d' Annunzio, gestito però dall'aeroporto Valerio Catullo di Verona; l'infrastruttura bresciana non è tanto importante per il trasporto passeggeri, quanto per i carichi di merci, sono quindi pochi i voli da crociera effettuati nell'aeroporto bresciano e questi sono gestiti quasi esclusivamente da compagnie aeree low-cost.[32]

Mobilità urbana

Il servizio di trasporto locale è assicurato da società che operano in tutta la provincia bresciana, come la Trasporti Brescia Sud (che opera nella Bassa e quindi anche nel comune) e la Trasporti Brescia Nord.[33]

Porti

Il comune non è attraversato da alcun fiume a livello navigabile; il porto fluviale più vicino è quello di Cremona, sito nei pressi di Casalmaggiore, che è uno fra i più importanti dell'intero corso del Po.

Amministrazione

Template:ComuniAmministrazione

Sport

 
Uno dei fiumi che scorre nel territorio di Gottolengo, veri centri della pesca alla trota

Gottolengo ha una grande tradizione sportiva; infatti fin dai primi anni dopo la fondazione della Juvolley (società pallavolistica gottolenghese), assunse ben presto un ruolo di grande rilievo nelle squadre locali e regionali, riuscendo addirittura a conquistarsi un posto in serie A durante gli anni settanta, essa divenne così un team a livello nazionale sostenuta da vari sponsor.[34] Oggi la squadra è stata ribattezzata Mollificio BPS, e gioca attualmente in serie C; la pallavolo rimane ancora uno sport molto praticato nella zona.[35]

Un altro sport con molta esperienza alle spalle è il calcio, molto ben sviluppato a Gottolengo, esso attrae ogni anno nuovi ragazzi ed è oggi lo sport più praticato in paese fra i giovani. Nel comune esiste anche un'organizzazione di Karate, una squadra di basket, una scuola di danza. Praticata in zona, seppur a livello amatoriale, è anche la pesca.[36]

Note

  1. ^ Dizionario d'ortografia e pronunzia-Gottolengo, su dizionario.rai.it..
  2. ^ Dato Istat all'1/1/2007.
  3. ^ a b c d e f g Storia di Gottolengo, su gottolengo.com. URL consultato il 07-10-08.
  4. ^ Dati territoriali su Gottolengo, su comuni-italiani.it. URL consultato il 25-12-08.
  5. ^ Zone climatiche, su confedilizia.it. URL consultato il 19-10-08.
  6. ^ a b A.Bonaglia, pp 107-109 e 151
  7. ^ P.Lucini, pp 88-89
  8. ^ CIL V, 04131.
  9. ^ Angelo Baronio, Il `dominatus` dell`abbazia di San Benedetto di Leno, L`abbazia di San Benedetto di Leno. Mille anni nel cuore della pianura Padana, Leno, 26 maggio 2001. .
  10. ^ Stemma comune di Gottolengo, su comuni-italiani.it. URL consultato il 30-09-08.
  11. ^ A.Bonaglia e M.T.Celsa, p 163
  12. ^ La parrocchia, su parrocchiagottolengo.it. URL consultato il 19-10-08.
  13. ^ Il santuario dell'Incidella, su parrocchiagottolengo.it. URL consultato il 19-10-08.
  14. ^ A.Bonaglia, Cartine allegate
  15. ^ a b Alberto Superfluo, L' Oratorio della Madonna d' Incidella, Brescia, Zanetti Editore, 1978.
  16. ^ a b c I reperti archeologici e il museo, su gottolengo.com. URL consultato il 25-01-09.
  17. ^ Le lapidi rinvenute a Gottolengo, su compute-in.ku-eichstaett.de:8888. URL consultato il 22-06-09.
  18. ^ a b ISTAT:presenza di stranieri a Gottolengo, su demo.istat.it. URL consultato il 18-11-08.
  19. ^ Dati tratti da:
  20. ^ La parrocchia di Gottolengo, su diocesi.brescia.it. URL consultato il 05-07-09.
  21. ^ Articolo tratto dal quotidiano "La Repubblica" dedicato al Cammino Neocatecumenale, su chiesa.espresso.repubblica.it. URL consultato il 21-06-09.
  22. ^ Il Cammino a Gottolengo, su parrocchiagottolengo.it. URL consultato il 18-11-08.
  23. ^ Le scuole a Gottolengo, su comuni-italiani.it. URL consultato il 06-07-09.
  24. ^ a b Le associazioni presenti sul territorio, su gottolengo.com. URL consultato il 24-10-08.
  25. ^ Il Redone, su parrocchiagottolengo.it. URL consultato il 25-01-09.
  26. ^ Compagnia teatrale che opera nel teatro gottolenghese, su ilnodo.com. URL consultato il 18-11-08.
  27. ^ La Gelmini frequentava la scuola media di Gottolengo, su ricerca.repubblica.it, La Repubblica. URL consultato il 15-09-10.
  28. ^ Il soggiorno della Montagu a Gottolengo, su quibrescia.it. URL consultato il 06-07-09.
  29. ^ Sagra patata, su gottolengo.com. URL consultato il 05-10-08.
  30. ^ Programma della Sagra della patata (2007) (PDF), su gottolengo.com. URL consultato il 14-07-09.
  31. ^ Dati generali sulle vie di comunicazione dal sito del comune, su gottolengo.com. URL consultato il 16-11-08.
  32. ^ Le compagnie aeree che operano nell'aeroporto bresciano, su aeroportobrescia.it.
  33. ^ Trasporti Brescia, su trasportibrescia.it. URL consultato il 09-10-08.
  34. ^ Salvatore Messineo, La storia della pallavolo bresciana, 2003.
  35. ^ Società di pallavolo gottolenghese, su juvolley.com. URL consultato il 14-11-08.
  36. ^ Pesca gottolenghese, su pescaredone.altervista.org. URL consultato il 19-10-08.

Bibliografia

  • Piero Barocelli, Il Castellaro di Gottolengo, Brescia, 1971.
  • Angelo Bonaglia, Gottolengo dalle origini neolitiche all'età dei Comuni, Brescia, 1985.
  • Angelo Bonaglia, Gottolengo: 1250-1500 Storia e documenti, 2003.
  • Angelo Bonaglia e Maria Teresa Cesa, Gottolengo:il Cinquecento Storia e documenti, 2007.
  • Angelo Bonaglia e Alberto Superfluo, Gottolengo: il Seicento Storia e documenti, 2007.
  • Pierino Lucini, Gottolengo dalla preistoria alla romanità, Brescia, 1988.

Voci correlate

Altri progetti


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