Tibet

regione storico-geografica dell'Asia centrale
Disambiguazione – Se stai cercando informazioni sulla regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese, vedi Regione Autonoma del Tibet.

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Bandiera del Tibet prima del 1950. Questa versione è stata introdotta da Thubten Gyatso nel 1912. È utilizzata dal Governo tibetano in esilio e, per questo, vietata dalle autorità cinesi in quanto simbolo di separatismo.

Il Tibet (in tibetano: Bod, pronuncia nel dialetto di Lhasa; in cinese: 西藏; pinyin: Xīzàng; antica grafia Thibet) è una regione dell'Asia centrale. Il Tibet era appartenuto alla Cina da circa 700 anni, dal (1270-1370) impero Yuan che comprende la Cina, la Mongolia e il Tibet, dal 1368 al 1644 Tibet fu uno dei stati vassalli della dinastia cinese Ming, per l’ultima fu dominata dinastia cinese Qing (1644-1911). Tra il 1911 ed il 1950 il Tibet godette di un periodo di indipendenza de fact dalla Cina. La riconquista cinese è iniziata nel 1949 - 1950,[1] la quasi totalità del territorio è sotto la sovranità della Repubblica Popolare Cinese.

A causa dell'altitudine media di 4.900 m, è chiamato anche Tetto del Mondo.

Definizioni ed estensione

 
            Estensione storica reclamata da alcuni gruppi tibetani
Territorio tibetano appartenente alla Rep. Pop. Cinese
Territorio della TAR
Territorio reclamato dall'India come parte del Aksai Chin
Territorio reclamato dalla Cina come parte della TAR
Territorio storicamente sotto la sfera culturale tibetana

Il Tibet non ha una definizione univoca.

Per il Governo tibetano in esilio, il Tibet è la larga zona sotto l'influenza culturale tibetana per parecchi secoli, comprese le province tradizionali di Amdo, Kham (Khams) e Ü-Tsang (dBus-gTsang), ma esclusa la zona sotto l'influenza culturale del Tibet storico all'esterno della Repubblica Popolare Cinese comprendente Arunachal Pradesh, Sikkim, Bhutan e Ladakh, area reclamata soltanto da qualche gruppo tibetano. L'area ha un'estensione di 2,5 milioni di chilometri quadrati, un quarto dell'intera Cina, ed ospita 6 milioni di tibetani.

Per la Repubblica Popolare Cinese, il Tibet è la Regione Autonoma del Tibet, chiamata anche Tibet Autonomous Region o TAR, reclamando anche il territorio del Arunachal Pradesh come appartenente alla stessa. Alcuni cinesi reclamano anche Sikkim, Bhutan e Ladakh come appartenenti alla TAR. La TAR copre solo l'Ü-Tsang e il Kham occidentale, mentre l'Amdo e il Kham orientale appartengono alle province cinesi di Qinghai, Gansu, Yunnan e Sichuan. L'area ha un'estensione di 1,2 milioni di chilometri quadrati, meno della metà della suddetta area culturale rivendicata dal governo in esilio, ed ospita meno di 3 milioni di tibetani.

Clima

Il clima è assai rigido e ventoso e possono esserci escursioni notturne anche inferiori ai -30 °C.

I monsoni provenienti dall'India e dal Nepal, notevolmente ridotti dalla catena himalayana portano alcune leggere precipitazioni in particolare nella parte sud-occidentale tra metà giugno e metà settembre. Il clima è molto secco per tutto il resto dell'anno. Le temperature più basse sono tra i mesi di dicembre e febbraio. D'inverno le precipitazioni nevose sono scarse nella valle e abbondanti nella catena himalayana. I passi del sud rimangono spesso chiusi per la neve durante l'inverno.

A Lhasa (a 3.595 m. sul livello del mare) le temperature massime vanno da qualche grado sopra lo zero d'inverno ai 25 °C d'estate, mentre le minime vanno dai -15 °C ai +10 °C.

Geografia

 
Foto satellitare presa sopra l'altopiano del Tibet

Il Tibet è situato sull'omonimo altopiano (detto anche Plateau tibetano) ad un'altitudine media di circa 4.900 metri. La sua montagna più alta è l'Everest che con i suoi 8.850 metri è la montagna più alta del pianeta e fa parte della catena dell'Himalaya compresa per gran parte nel territorio tibetano.

Città

File:IMG 0942 Lhasa Barkhor.jpg
Piazza del Barkhor, Lhasa

Lhasa è la capitale tradizionale del Tibet e ora costituisce la capitale della Regione Autonoma del Tibet.

Altre città tibetane sono:

Regioni

Il Tibet era storicamente composto da diverse regioni:

Fiumi

I maggiori fiumi hanno origine dal plateau in particolare dalla provincia cinese di Qinghai e dalla zona di Monte Kailash e Lago Manasarovar. I più importanti sono:

Etnie

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tibetani.
 
Gruppi Etnolinguistici del Tibet, 1967 (Guarda la carta intera, con legenda)

Storicamente la popolazione del tibet è costituita primariamente da Tibetani. Altri gruppi etnici includono i Monpa, Lhoba, Mongoli e Hui. Il Governo tibetano in esilio stima che vi siano 7,5 milioni di non tibetani introdotti dal governo cinese per nazionalizzare la regione, contro 6 milioni di tibetani, e ritiene che la recente apertura della ferrovia del Qingzang, che collega Lhasa con Pechino in 40 ore, faciliterà l'afflusso di persone da altre province cinesi. Secondo il Governo cinese, la Regione Autonoma del Tibet è abitata al 92% da Tibetani, mentre nelle altre zone del Tibet storico appartenenti ad altre province cinesi la percentuale è più bassa, smentendo ogni accusa.

Economia

L'economia tibetana è dominata dall'agricoltura e dall'allevamento. Lo yak rappresenta una delle maggiori fonti di sussistenza per le famiglie rurali in quanto viene utilizzato come forza motrice per il lavoro nei campi, per il latte e derivati ed, infine, per la carne.

Gli ultimi anni hanno costituito un'apertura al turismo, quasi esclusivamente interno, recentemente promosso dalle autorità cinesi.

La ferrovia del Qingzang che collega Lhasa con Pechino contribuirà ad incrementare l'economia .

Cultura

 
Leone di pietra a guardia del Palazzo del Potala

Il Tibet rappresenta il centro tradizionale del Buddhismo tibetano, una forma distintiva del Buddhismo Vajrayana. Il buddhismo tibetano è praticato anche in Mongolia e largamente praticato dai Buryat nella Siberia meridionale. Presso le popolazioni tibetane, in specie delle regioni nord-orientali, è, nonostante le persecuzioni che ha subito fino al XIX Secolo, ancora largamente praticato l'ancestrale sciamanesimo pagano pre-buddhista, conosciuto come religione Bön. Il contatto con Buddhismo e Induismo vi ha provocato profonde trasformazioni in senso sincretistico, come ad esempio la nascita di congregazioni e conventi di Lama.

Nelle città è presente anche una piccola comunità di musulmani, conosciuti come Kachee (o Kache), la cui origine deriva da tre regioni: Kashmir (Kachee Yul nell'antico Tibet), Ladakh e paesi centro asiatici turchi. L'influenza islamica in Tibet proviene anche dall'antica Persia. C'è anche una consolidata comunità di musulmani cinesi (Gya Kachee) di etnia Hui cinese. Sembra che le popolazioni provenienti da Kashmir e Laddakh emigrarono verso il Tibet a partire dal XII secolo. I matrimoni e le interazioni graduali hanno portato ad un ampliamento della comunità islamica tibetana nei pressi di Lhasa.

Piccole comunità cristiane, sia nestoriane che cattoliche, vi svolgono un'esistenza al limite della semi-clandestinità essendo state storicamente perseguitate dai buddhisti. Fino ad un recente passato, fra gli abitanti del Tibet, il cui fondo culturale remoto è essenzialmente matriarcale era diffusa la "diandria". Era costume corrente che le donne sposassero due uomini, di soliti fratelli o comunque parenti.

Il Governo cinese, a partire dalla Grande rivoluzione culturale, ha cercato di distruggere i simboli tradizionali della cultura originale tibetana demolendo monasteri, incarcerando monaci e limitando o, addirittura, proibendo (per i funzionari pubblici, le guide turistiche ed altri mestieri) di professare la loro religione e operando vandalismi in alcuni posti sacri ai tibetani. Tuttavia sono stati preservati e parzialmente ristrutturati alcuni palazzi per incrementare il turismo, soprattutto interno.

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Tibet.

Rimangono poche testimonianze delle origini del Tibet, si sa però che inizialmente era popolato solamente da pastori nomadi provenienti dall'Asia centrale. La storia del Tibet come nazione inizia con la nascita del Re Tho-tho-ri-Nyantsen nel 173 a.C. In quel periodo la religione praticata era di tipo sciamanico, detta anche Bön. Del periodo si può ancora ammirare il castello-monastero di Yumbulakhang, nei pressi di Tsedang. Colui che venne considerato come il vero fondatore del Tibet è Re Songsten Gampo XXXIII della dinastia di Yarlung. Nato nel 608 d.C., il Re decise di fare diventare Lhasa la capitale del Tibet, fece costruire lo Jhorkang e introdusse per primo la religione buddista nel regno.

Sotto il regno di Trisong Detsen, col arrivo di Padmasambhava, il buddismo diventa religione di stato per prima volta. Nel 770 venne fondato il monastero di Samye, uno dei primi grandi monasteri buddisti del Tibet. Successivamente con l'ascesa al potere del Re Trisong Detsen, si ritorna alla religione Bön e il Tibet entra in periodo di instabilità politica. Nel 1042 assieme al grande maestro indiano Atisha, arrivano il Tibet una serie di maestri e saggi che diffondono di nuovo il buddismo nel paese. Nel 1072 nacque il grande monastero di Sakya, sede della omonima setta "Sakya-pa", che avrà un ruolo importante nella storia del Tibet. Nel XIII secolo, il Tibet divenne parte dell'Impero mongolo (Dinastia Yuan): con il successo delle truppe mongole giudate da Kulblai Khan il potere centrale passa da Lhasa a Sakya. Nel 1391, nasce Gedun Khapa, il primo Dalai Lama.

Tra il 1670 e il 1750 il Tibet fu incorporato nella Cina, dominata all'epoca della dinastia Qing. Nel 1716, con l'arrivo del Gesuita Ippolito Desideri a Lhasa, iniziano i primi contatti con l'occidente. Nel 1774 la prima missione britannica entra in Tibet, seguita dall'invasione nepalese, che viene fermata grazie all'aiuto delle truppe cinesi chiamate in soccorso dai tibetani.

Nel 1904 il Regno Unito, approfittando dei disordini interni del impero cinese, invade temporaneamente il Tibet arrivando fino a Lhasa e costringendo il Dalai Lama a fuggire in Mongolia. Solamente nel 1912 con la fine del impero cinese Tibet Xinjiang e Mongolia dichiarano indipendenza dalla Cina e il Dalai Lama riprende il pieno potere in Tibet senza alcuna influenza estera. Nel 1933 alla morte del XIII Dalai Lama, Tensing Gyatso diventa il XIV Dalai Lama. Nel 1940, a soli 18 anni di età vennero conferiti all'attuale Dalai Lama i poteri spirituali di capo della comunità buddista del Tibet. In una visione profetica un Dalai Lama del passato raccontò che "quando l'uccello di ferro volerà, verrà l'uomo rosso e la distruzione"

L'1 ottobre del 1949 Mao Zedong a Pechino proclamò la fondazione della Repubblica Popolare della Cina. L'anno seguente l'esercito cinese riconquista nuovamente il Tibet costringendo alla fugga il Dalai Lama verso il Sikkim, ma poco dopo ritorna a Lhasa per le rassicuranti dichiarazioni dei cinesi di non interferire nel Tibet.

La Cina nel corso della storia aveva considerato il Tibet parte del suo territori e così nel 1951 avvenne l'invasione dell'esercito cinese nel Tibet e a Lhasa. Le autorità cinesi inizialmente non interferirono nella politica interna del paese, lasciando il governo tibetano ad esercitare il suo potere. Ma successivamente la situazione deteriorò. Dopo varie rivolte contro le autorità cinesi da parte del popolo tibetano per le violenze e le intolleranze dell'esercito cinese, il Dalai Lama decise di fuggire. In seguito scapparono dal paese una parte dell'elite feudale e dei monaci temendo l'aria di terrore che spirava dalla Cina. Nel 1964 la Cina dichiara formalmente il Tibet "Provincia Autonoma del Tibet" della Cina.

In seguito un periodo molto oscuro nella storia recente della Cina si abbatté sul Tibet. La rivoluzione culturale negli anni dal 1966 al 1976 portò studenti ed estremisti, agitati dal regime, a condannare ogni forma d'opinione diversa dalla loro e monasteri, templi ogni altra forma d'arte vennero distrutte.

Il Dalai Lama non tornerà più in Tibet; la situazione della comunità in esilio, i vari appelli, conferenze e incontri segreti, non hanno portato a nulla. Nel gennaio del 2000 fugge dal Tibet anche il quattordicenne Karmapa Lama, il secondo capo spirituale dei tibetani, attraversando a piedi l'Himalaya, per incontrare il Dalai Lama a Dharamsala in India.

Successivamente, nell'aprile del 2008, sono scoppiate dure proteste in alcune città del Tibet che hanno costretto il governo di Pechino ad autorizzare l'uso della forza, malgrado i numerosi casi, rilevati in Tibet, di violazioni sulla dignità umana. Secondo il Dalai lama in Tibet sta avvenendo un genocidio culturale non preso in considerazione dal mondo occidentale.

Bibliografia

  • Stefano Dallari, Pianeta Tibet. Dal Tibet buddhista un messaggio per la salvezza dell'umanità, foto di Claudio Cardelli e Fosco Maraini, Il Cerchio, Rimini 1993
  • Andreas Gruschke, «Miti e leggende del Tibet. Storie di guerrieri, monaci, demoni e dell’origine del mondo», Neri Pozza Editore, Vicenza 1999
  • Giuseppe Tucci, «Le religioni del Tibet», 1976
  • Marino Omodeo-Salé, Il Tibet e i paesi himalayani - Storia, civiltà, cultura, Mursia, Milano 1989

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Vicini al Governo cinese

Vicini al Governo tibetano in esilio

Fotografie del Tibet