Broncopneumopatia cronica ostruttiva

affezione cronica polmonare caratterizzata da una ostruzione bronchiale, con limitazione del flusso aereo solo parzialmente o per nulla reversibile

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Per Broncopneumopatia cronica ostruttiva in campo medico, si intende una condizione cronica e solo parzialmente reversibile delle vie aeree, lentamente progressiva, causata da un'infiammazione cronica delle vie aeree e del parenchima polmonare. Considerata la quarta causa di morte in Europa e negli USA (almeno 65.000 morti all'anno,[1]) studi recenti stanno notando che la mortalità sta aumentando a livello mondiale[2][3].

Storia

Il termine è stato introdotto negli anni 60.

Epidemiologia

L'incidenza totale risulta del 6-8%, colpisce principalmente maschi adulti, ma si è notato negli ultimi anni un aumento considerevole dei casi che riguardano le donne. Essendo il fumo di sigaretta il fattore di rischio principale, si è calcolato che il 15-20% dei fumatori abituali contragga tale malattia, tuttavia alcuni fumatori non mostrano mai i sintomi della broncopneumopatia.[4] Inoltre vi è correlazione anche per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico, questo a causa dei gas di scarico ambientali, in particolare il PM10 chiamato anche particolato fine, ma si presuppone che sia soltanto una forma di causa aggiuntiva.

Per quanto riguarda il consumo di sigarette nelle donne, il numero di fumatrici era considerato bassissimo fino al 1960, ma tale rapporto cambiò rapidamente negli anni successivi, fino alla fine del 1990 quando si stimò che più di una donna su 5 fumava regolarmente.[5] La malattia alla fine del secolo scorso ha avuto una crescita esponenziale, la sua presenza nella sola Inghilterra in sette anni è aumentata nel 25% nei uomini e 69% delle donne.[6]

In realtà vi sono prove che i dati sarebbero più alti di quelli indicati, questo perché durante varie autopsie, (l'esame che si effettua su un cadavere per scoprire la causa della sua morte) si sono trovati segni di enfisema.

Eziologia

Cause maggiori

L'origine è una flogosi di carattere cronico che perdura da anni e interessa le vie respiratorie nell'individuo, tale infiammazione comporta una graduale perdita delle funzioni dei polmoni, e tale disfunzione non è completamente reversibile anche se viene trattata, [7] tale infiammazione cronica viene causata principalmente dal fumo[8].

Cause minori

Fra le cause meno comuni vi è l'altra forma di assunzione del fumo, quella indotta chiamata fumo passivo.

L'esposizione ambientale e professionale a polveri sottili e sostanze chimiche è un'altra causa di BPCO.

Inoltre è da diverso tempo sospettata una predisposizione genetica alla malattia, questo spiegherebbe l'insorgere in date persone a differenza delle altre con pari fattori di rischio, infatti si registra una carenza di α1-antitrispina.

Associazione con altre malattie

Nella maggior parte dei casi, ma non sempre, la BPCO si associa ad almeno una di queste due malattie:

  • Enfisema polmonare, distensione permanente delle porzioni distali al bronchiolo terminale in seguito alla distruzione delle pareti in assenza di fibrosi
  • Bronchite cronica, presenza di tosse cronica produttiva non attribuibile ad altre cause per almeno tre mesi consecutivi in almeno due anni successivi.

Sintomatologia

I sintomi compaiono dopo anni di consumo abituale di sigarette: studi sui fumatori hanno riscontrato che le persone che hanno fumato almeno 20 sigarette al giorno per 20 anni si manifesta una forma di tosse spesso produttiva a carattere compulsivo intorno alla quarta decade.[9] Altri sintomi sono:

Esistono due tipologie di malato di BPCO, indicati con una terminologia anglosassone:

  • Pink puffer - magri, scavati, espirazione prolungata a labbra socchiuse (auto-peep), assumono spesso la posizione del cocchiere (seduto con appoggio di gomiti o mani) per migliorare la respirazione accessoria e diaframmatica. Poco catarro, leggera ipossia, enfisema e dispnea molto severa.
  • Blue bloater - Cianosi a riposo o da minimi sforzi, edemi agli arti inferiori e rantoli e ronchi alle basi polmonari. In un quadro maggiormente evolutivo che porta a insufficienza respiratoria cronica e scompenso cardiaco destro.

La maggior parte dei pazienti tuttavia presenta un quadro intermedio molto variabile con prevalenza di taluni aspetti su altri.

Diagnosi

La diagnosi deve tener conto dei fattori di rischio ed essere accompagnata da un esame spirometrico (in condizione di stabilità clinica) che registri una riduzione del flusso aereo. I valori di FEV1 risulteranno inferiori all'80% dei valori ottimali di riferimento. La misurazione viene ripetuta a distanza di 40 minuti dopo la somministrazione di 400μg di β2 agonista, un broncodilatatore.

  • Se non migliorano i risultati, ma solo la sintomatologia, è possibile la diagnosi di BPCO: indice di Tiffenaud (FEV1/VC) ridotto.
  • L'incremento del FEV1 sia di 200 ml che del 12% rispetto al valore pre-broncodilatatore è considerato un indice prognostico favorevole.
  • Se il valore di FEV1 torna nella norma si esclude diagnosi di BPCO, è verosimile una diagnosi di asma.

Altri esami utili alla diagnosi e all'indice prognostico di mortalità sono:

  • Saturazione emoglobinica arteriosa - se inferiore al 94% è utile eseguire:
  • Emo gas analisi
  • Test 6 Minutes Walking
  • Calcolo dell'indice di massa corporea (BMI)
  • Calcolo del grado di dispnea

Diagnosi differenziale

Diverse sono le malattie che hanno un'insorgenza simile per cui devono essere differenziate tramite easmi specifici, per una corretta diagnosi:[11]

Risulta utile allo scopo una radiografia toracica.

Terapia

  • Il primo intervento è agire sui fattori di rischio: ridurre l'esposizione ad inquinanti domestici e/o esterni, smettere di fumare, che porta (in una percentuale variabile nei casi e negli studi) ad un arresto nella sua progressione a distanza di 1-3 anni.[8]
  • Si rende necessaria l'ossigenoterapia.
  • Come trattamento farmacologico vengono curati anche i sintomi più persistenti e fastidiosi come la tosse, utili in tal senso i broncodilatatori.[12]. Le infezioni batteriche intercorrenti alle vie aeree vengono trattate con una terapia antibiotica.
  • Fisioterapia respiratoria
  • Interventi chirurgici in casi altamente selezionati che comprendono:
    • Riduzione del volume polmonare - riduce l'iperinflazione polmonare
    • Bollectomia - rimozione di una bolla enfisematosa
    • Trapianto polmonare

Prognosi

A 10 anni dall'insorgenza della broncopneumopatia cronica ostruttiva la sopravvivenza è del 40%.[4]

Note

  1. ^ Joseph C. Segen, Concise Dictionary of Modern Medicine pag 98, New York, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-3917-3.
  2. ^ Celli BR., Update on the Management of COPD., in Chest., vol. 133, giugno 2008, pp. 1451-1462.
  3. ^ Halpin D., Mortality in COPD: inevitable or preventable? Insights from the cardiovascular arena., in COPD., vol. 5, giugno 2008, pp. 187-200.
  4. ^ a b Giovanni Bonsignore, Bellia Vincenzo, Malattie dell’apparato respiratorio terza edizione pag 241-242, Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-2390-5.
  5. ^ Public Health Service. Office of the Surgeon General. Centers for Disease Control and Prevention, Women and Smoking A Report of the Surgeon General, in National Center for Chronic Disease Prevention and Health Promotion, 2001.
  6. ^ Soriano JB, Maier WC, Egger P,, Recent trends in physician diagnosed COPD in women and men in the UK., in Thorax, vol. 55, 2000, pp. 789–794..
  7. ^ American Thoracic Society and European Respiratory Society., Standards for the diagnosis and treatment., in COPD Guidelines, 2004.
  8. ^ a b Sundblad BM, Larsson K, Nathell L., IHigh rate of smoking abstinence in COPD patients: Smoking cessation by hospitalization, in Nicotine Tob Res., vol. 10, maggio 2008, pp. 883-890..
  9. ^ Research Laboratories Merck, The Merck Manual quinta edizione pag 419-420, Milano, Springer-Verlag, 2008, ISBN 978-88-470-0707-9.
  10. ^ Begin P, Grassino A, Inspiratory muscle dysfunction and chronic hypercapnia in chronic obstructive pulmonary disease, in Am Rev Respir Dis, vol. 143, 1991, pp. 905–912.
  11. ^ Keith Stone, Humphries L.Roger, Guida pratica alla diagnosi e alla terapia in medicina d’urgenza 1° edizione pag 39, Milano, McGraw-Hill, 2005, ISBN 88-386-3908-6.
  12. ^ Edmonds ML, Evidence-based emergency medicine. Antibiotic treatment for acute bronchitis, in Ann Emerg Med, vol. 40, 2002, p. 110.

Bibliografia

  • Giovanni Bonsignore, Bellia Vincenzo, Malattie dell’apparato respiratorio terza edizione, Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-2390-5.
  • Keith Stone, Humphries L.Roger, Guida pratica alla diagnosi e alla terapia in medicina d’urgenza 1° edizione, Milano, McGraw-Hill, 2005, ISBN 88-386-3908-6.
  • Research Laboratories Merck, The Merck Manual quinta edizione, Milano, Springer-Verlag, 2008, ISBN 978-88-470-0707-9.

Voci correlate

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