Template:Comune Travagliato è un comune di 15.781 abitanti della provincia di Brescia sud-ovest del capoluogo. Chiamata la Cittadella del cavallo ospita annualmente, a cavallo tra aprile e maggio, la fiera Travagliatocavalli.

È popolarmente chiamato "il paese dei ladri" per il motivo secondo il quale si riscontrarono alcune difficoltà successive all'ultima guerra.

Storia

Il nome del comune segnala la presenza di tre strade, o più semplicemente come aggettivo Travagliato, di difficile realizzazione. Per i veneziani della Serenissima il comune era Travaleado poi Travajado e adesso Travagiato. Il paese fu un vicus varius comprovato dai documenti del periodo medioevale anteriore al Mille, nei quali si leggono i nomi di Treviade d di Tiviado. La parte iniziale dei nomi (Tre,Tri) è una contaminazione dal latino tres ( = tre), o inter ( = fra), e può dimostrare che il paese è sorto alla confluenza d vie vicinali, o fra vie vicinali. La parte terminale ade ( = ado), nell'alto medioevo si dava a tutti i paese di origine rurale. Il cambio del nome da Treviade in Travaleado è visibile dai documenti del XIV secolo. Il nome attuale è nato dalle sventure subite dal paese nel corso dei secoli: devastazioni, stragi ed epidemie procurate dalla stessa posizione, priva di difese naturali su vie di transito di indubbia importanza. Di questa opinione era il doge Leonardo Loredano quando il 31 dicembre 1512 faceva stilare, sul privilegio concesso alla terra di Travajado, queste parole: "essere la Terra sul passo ( = passaggio) et propinquo alla città, veramente loco d'ogni travaglio". Con la sua estensione territoriale di 17 Km quadrati dal 2001 Travagliato si può vantare del titolo di città.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Cultura, Eventi, Spettacolo

Film documentari e televisione

Parte del film Marco Tullio Giordana "Quando sei nato non puoi più nasconderti" (115' Drammatico 2005) è stato girato a Travagliato

Bibliografia

  • "Le Chiese di Travagliato I"
  • "Le Chiese di Travagliato II"
  • Storia di Travagliato "Memorie e Documenti"
  • "1915 - 1918 Travagliato retrovia del fronte negli scritti dei protagonisti"
  • Mercato e Cavalli a Travagliato
  • "L'Artigianato di ieri... in un museo" (Museo Quattro Torri Travagliato)}}

Personalità legate a Travagliato

Tra le persone che hanno un rilievo storico e sociale per la comunità possiamo senza dubbio citare:

Il Museo delle Quattro Torri

Allestito nei locali dell'ex Ospedale, curato dalla Pro Loco di Travagliato, il Museo Musicale denominato 'Quattro Torri'. Nell'anno 2002 il Comune diventa proprietario della raccolta di un appassionato collezionista, Adolfo Staffoni. Numerosi reperti, di cui alcuni risalenti agli ultimi decenni dell'800 quali Organetti, Organi, Organi da strada, Piani, Automati, fino agli ultimi registratori degli anni '50. Il Museo ospita inoltre numerosi Fonografi e Grammofoni noti con la fattura di: La Voce del Padrone o altrettanto nota con il nome di His Master's Voice (HMV), un' importante etichetta discografica del XX secolo nata nel 1899.

Travagliatocavalli

La fiera di Travagliatocavalli è stata ospitata per la prima volta nel 1980.

Era stata infatti organizzata dall'assessore Domenico Paterlini una rassegna dal titolo "Arte e motori" che consisteva in una sfilata di auto d'epoca e in un concorso fra pittori locali e non chè avevano il compito di ritrarre ciascuno un esemplare di quelle stupende vetture. Per il 1980 però si pensava, invece delle automobili, di offrire una rassegna di attacchi d'epoca. Tale discussione coinvolse anche l'assessore all'Agricoltura e al Commercio Dante Daniele Buizza, il quale propose, oltre alla rassegna culturale, anche un qualche cosa di più concreto per rilanciare il settore al quale era preposto. Ecco nascere quindi l'idea di una fiera agricola che rilanciasse i settori agricolo-zootecnico, artigiano e commerciale locale, da anni trascurati o lasciati all'iniziativa dei singoli interessati. Questa possibilità era data anche dalla vasta area (circa 100.000 mq) e sulla quale stavano sorgendo le prime strutture del Centro sportivo Comunale. Dopo gli indispensabili preliminari e le valutazioni dei pro e dei contro si passò immediatamente al coinvolgimento di quelle persone che più direttamente potevano essere sensibili al problema; si formò così il primo Comitato Fiera che venne convocato ufficialmente per la prima volta il 9 Febbraio 1980. Questo enorme lavoro portato avanti senza interruzione dal Comune di Travagliato viene gestito dal 1985 dalla Travagliatocavalli in maniera invidiabile. Oggi oltre alle classiche competizioni di salto ad ostacoli la fiera ospita anche rodei western, passerelle di eleganza e gare con i carri. Attualmente il polo fieristico si è enormemente esteso occupando tutto lo spazio disponibile del Palazzetto e del Centro Sportivo ulteriormente allargati.

Il Corpo bandistico di S.Cecilia

 
Palazzo della Musica

Il Corpo bandistico di S. Cecilia è stato fondato nel lontano 1845 e ha sede nel "Palazzo della Musica". L'edificio ospita l'Accademia musicale e inoltre sono state adibite ampie aule recentemente messe a nuovo su tutta la parte del primo piano. Attualmente il corpo bandistico ne detiene il possesso e recentemente è stata edificata una seconda ala nella zona retrostante che funge da sala prove e teatro.

Associazioni

La Croce Azzurra

 
La Sede della Croce Azzurra

Il soccorso pubblico della città viene gestito dai volontari della Croce Azzurra, aderente al 118 e sita in Via Napoleone.

Architetture e luoghi di interesse

Il Palacittà

 
Il Palacittà

Questa struttura eretta nel 2003 ospita ogni anno le gare di cavalli e alcuni concorsi ippici in occasione della rassegna "Travagliatocavalli".

Il Palablù

 
Il Palablu

La Piscina Comunale porta il nome di 'Palablù. Questo edificio nasce nel 2004 e si tratta di un progetto pensato a lungo e molto abizioso che vorrebbe riunire e fornire un servizio a tutti i cittadini che vorrebbero usufruirne.

Chiesa Parrocchiale SS. Pietro e Paolo

 
Chiesa Parrocchiale

Le origini della chiesa si perdono nel tempo ma si possono collegare con l'ingresso dei monaci benedettini nel territorio di Travagliato. Infatti i monaci del monastero di S. Faustino Maggiore di Brescia e quelli di S. Pietro in Monte Ursino di Serle presero possesso delle terre in Travagliato rispettivamente nei secoli IX e XI. La chiesa fu costruita ove si trova tuttora. L'edificio attuale, pur trasformato dalle numerose ricostruzioni avvenute nel corso degli anni, è inserita in maniera impropria tra gli edifici circostanti e anche al grande spazio della piazza con la Torre Civica alla quale volge le spalle. Non si tratta di un errore ma più semplicemente l'evoluzione della chiesa e della piazza hanno seguito vie differenti. Nel 1053 la Chiese di Treviade, nome antico di Travagliato, porta il nome di S. Pietro ed è citata per la prima volta nei documenti dell'epoca. Per trovare altre citazioni della chiesa bisogna giungere nel periodo visconteo (1329-1426). Solo in anni abbastanza recenti, nel corso del penultimo restauro del tetto, è finalmente uscito il nome dell'autore dell'architettura; infatti tra la volta e il tetto si legge: ANNO DO./MINI LI SEI LULIO/MDCC/XIII/ANTO./CORBELLIN/F. di Antonio Corbellini. L'edificio attuale fu riedificato nei primi anni del sec. XVIII ed era giunto alla fine dei lavori nel 1713 con il completamento del tetto. L'architettura barocca della chiesa viene ripetuta sia all'esterno che in particolare all'interno di essa. Tale sistema decorativo non viene rispettato per quanto riguarda la facciata in cotto. Essa è ben distinta dal resto della struttura ed è un'opera non finita ma assai ricca di particolari. L'interno, più che l'esterno, rende onore all'immagine unitaria del tempio anche se nelle forme attuali degli altari si giunge fino al tardo Ottocento. La logica degli affreschi passa da una decorazione di tipo Settecentesca a una Neoclassica, ad una Ottocentesca fino a quella Barocca.

I sei altari laterali in marmo policromo, tre per parte, sono inseriti in altrettante brevi cappelle con arco d'ingresso altissimo che è lo stesso motivo che domina la struttura del presbiterio dominato da una finta cupola nella quale è affrescata la scena della Gloria dei Santi Pietro e Paolo in Paradiso.Il primo altare, di cui si conosce l'origine, venne eretto nel 1400 e dedicato a S. Vincenzo Ferreri. Nel 1467 fu istituito l'altare S. Bernardino. L'altare di S. Antonio fu eretto nella chiesa e dotato di cappellania nel 1529. Degli altari della SS. Croce e del SS. Corpo di N. Signore si hanno notizie dal 1540, di quello del S. Rosario e di S. Carlo dal 1648 e di quello dell'Immacolata nel 1737. Nel 2007 è stato ristrutturato il tetto e la facciata.

Chiesa di Santa Maria dei Campi

 
Chiesa S. Maria dei Campi

La piccola chiesa di Santa Maria dei Campi edificata nel XIV secolo e recentemente restaurata, presenta affreschi del pittore Vincenzo Civerchio da Crema. Correva l'anno 1517 quando il pittore dipinse la più grande opera di pittura che la chiesa conservi: l'Assunzione di Maria al Cielo. Nello stesso anno dipingeva anche la bellissima Pietà della facciata. La chiesa ha avuto nel corso dei secoli nomi diversi. Il più antico è quello diS. Maria in Bertachiara che ebbe fino al 1568; fu poi denominata Oratorio Campestre di Santa Maria per poi diventare più semplicemente S. Maria dei Campi dove ogni 15 agosto viene celebrata la liturgia dell'Assunta. La chiesa, sicuramente la più antica del paese, è costituita da una sola navata divisa in tre campate da due arconi a sesto acuto collegate all'abside quadrangolare con un ulteriore arco a tutto sesto. Tali archi acuti che reggono il tetto a vista della navata appartengono al Quattrocento e si muovono nell'ambito del Gotico Padano che ha avuto a Cremona e a Milano le sue masime espressioni. Il portico, edificato nel XVI secolo che si allunga proprio come un antico ed accogliente Protiro, servì a facilitare i fedeli a seguire le cerimonie in occasioni più solenni. Oltre a svolgere una presenza funzionale per i pellegrini è utile osservare anche la strategia architettonica che presenta. Infatti essendo questa una zona assai umida, con la roggia sulla destra e i campi che circondano l'intera struttura, gli intonaci sono rimasti sostanzialmente sani fino a pochi anni or sono proprio per lo scambio d'aria tra interno ed esterno, mediato dal portico che faceva da mitigatore. Con il passare dei secoli la chiesetta andò via via sempre più isolandosi anche perché nel tempo perdeva progressivamente d'importanza la strada, sulla quale era sorta, che collegava Lovernato con Chiari. Per la storia dell'arte, in un certo senso, questo fu un bene perché essa restò in tal modo intatta e non conobbe le trasformazioni e le manomissioni del Barocco che la Parrocchiale imperava.

Questa piccola chiesa trecentesca sorge per la salvezza del paese durante le cruente guerre tra Visconti e Repubblica di Venezia che portarono al lungo dominio di quest'ultima.

Chiesa della Vergine di Lourdes

 
Chiesa di Lourdes

L'intero edificio ha una storia assai complessa ed ha subito trasformazioni radicali nel corso dei secoli. La sua fondazione risale al secolo XIV, come Disciplina, cioè come luogo di raccolta e devozione dei confratelli chiamati Disciplini Bianchi per l'abito e per il flagello penitenziale che si erano scelti. Nel 1798 la Disciplina fu sciolta ed i suoi beni vennero incamerati dalla Repubblica Cisalpina. Oggi, a ricordare l'antica Disciplina, resta solamente l'affresco dell' Annunciazione sul muro esterno dell'abside della chiesetta dedicata alla Madonna di Lourdes. La chiesa è certamente ancora Trecentesca, o al massimo dei primi decenni del Quattrocento, e presenta ancora oggi la bella finestra goticheggiante ad arco ogivale, in cotto, sopra la porta principale d'entrata.

È sita in Via Andrea Maj all'angolo con Piazza Cavour. Sul campanile esterno c'è una piccola insegna in marmo sulla quale è scolpita l'effige dei Flagellanti, ordine che probabilmente aveva in consegna la chiesa anni orsono. Anticamente titolata "Disciplina dell'Annunciazione di Maria", fu trasformata in chiesa della Madonna di Lourdes agli inizi del '900 dall'arciprete don Eugenio Cassaghi che, devotissimo alla Vergine, volle qui riprodurre la grotta di Massabielle. L'apice della sua torre campanaria presenta una fattura di tipo tardo Medioevale, in particolare i quattro merli che la coronano, anche se fu costruita in concomitanza a quella della Parrocchiale nel 1753 e alla base ne ripete lo stile. Oggi la chiesa, essendo di nuovo fatiscente e pericolante, è in attesa di un complessivo restauro.

Chiesa di Santa Maria del Suffragio

La bella facciata Settecentesca non è priva di grazia, ne di carattere. Ancora oggi non è noto l'autore ma è stata progettata da un architetto di talento sicuro e di gusto aggiornato. L'edificio fu eretto tra il 1675 e il 1684 e i lasciti di costruzione erano pervenuti alla confraternita dei Suffraganti a partire dal 1663. La facciata, rimasta intatta, è l'emergenza più notevole dell'edificio sormontata da un classicissimo Timpano triangolare cui sono stati sovrapposti tre pinnacoli in pietra di Botticino, di cui il centrale ne sostiene la Croce. L'interno a Navata unica centrale, indubbiamente, non presenta i sottili bassorilievi della facciata ma ha un suo carattere molto classicheggiante in tutte le sue profilature. Il campanile è elegantissimo ed è formato da tre semplici ordini sovrapposti come in quello della "Disciplina" e della "Parrocchiale" e sembrerebbe essere eretto dal medesimo architetto; d'altra parte non è documentata l'epoca della realizzazione. Al suo apice presenta una sorta di cupola che richiama lo stile Seicentesco delle cupole Fiorentine. Oggi non svolge più il suo ruolo originario ma è adibita a mostre e incontri.

Chiesa di S. Carlo ai Finiletti

Il piccolo Oratorio, che sorge nella campagna nella quale prende la denominazione la cascina stessa, presenta dei caratteri di un Settecento classicheggiante sorto dopo l'anno 1716. Lo scopo della realizzazione di tale tempio era quello di offrire alla gente della campagna la messa domenicale poichè era assai disagevole recarsi in paese a quel tempo, stante che la strada era ad un livello inferiore rispetto all'attuale e spesso impraticabile. La pianta è assai ben delineata e l'intera struttura fu ultimata verso la fine del 1700 avvalendosi di una sagrestia sul lato destro del presbiterio e di un piccolo campanile ad un'arcata. Essa è dedicata all'Arcivescovo di Milano, San Carlo Borromeo perchè reputato straordinario pastore, zelante nell'applicare i Decreti del Concilio di Trento. La forma architettonica dell'edificio è barocca, tipica dell'epoca in cui era sorta. La facciata è rinchiusa fra due semplici lesene sovrastate da una trabeazione e da un timpano al cui vertice si erge una croce in ferro battuto. Un elegante portale in marmo di Botticino dà accesso all'interno, costituito da una navata e da un piccolo presbiterio, tutto illuminato da quattro finestre che lasciano filtrare una luce piuttosto pacata. La campana sulla quale è indicato; "Gaietanus Soletti fecit A.D. MDCCLXXIII", all'epoca della requisizione dei bronzi da parte del governo fascista, fu prelevata dai Finiletti e posta sul campanile della Parrocchiale, ove tuttora è collocata. Ora la chiesetta, patrimonio di fede, di arte e di storia travagliatese, risente della pesantezza della sua origine ed esige, per garantire ai posteri la sua sopravvivenza, un immediato restauro.

La Chiesa-Oratorio di S. Gaetano

L'architettura di questo piccolo e delizioso edificio sacro appartenente al Palazzo già Rampinelli e mostra ben evidenti i caratteri del Settecento bresciano. La cappella gentilizia è uno squisito esempio di architettura sacra del '700 e più precisamente del 1731. Il palazo dovrebbe essere un poco più antico risalente al 1675. L'edificio sacro, che si affaccia su Via Santa Caterina da Siena, presenta una notevolissima facciata barocchetta caratterizzata da lesene, da un piccolo frontone inflesso, da una finestra quadrilobata e da doppie volute svasate e sormontate da obelischi. Presenta una pianta rettangolare molto semplice di unica navata e al di sopre dell'unico altare è stata realizzata, probabilmente poco dopo l'edificazione (1730-40), una magnifica cornice di gusto barocchetto a linee inflesse e spezzate. Al centro di tale elegante incorniciatura, ma senza dubbio alcuni decenni più tardi, è stata collocata una raffigurazione della Madonna con S. Gaetano, di gusto assai classicheggiante, che solo in parte si adatta al gusto barocchetto della chiesa.

La Chiesa di Fatima

Questa chiesetta è collocata nella zona Est di Travagliato sita nel Piazzale di Via Pio XI. La sua nascita si può datare intorno alla metà degli anni '80 più precisamente (1984-87) e voluta dai fedeli travagliatesi in onore della Madonna di Fatima a cui sono devoti. L'intera struttura è opera del Geometra Baldini e si presenta in modo del tutto moderno rispetto a quelle analizzate per il resto del paese. L'architettura e il suo progetto hanno conservato la caratteristica tipica delle chiese di arte romanica minore, con la prevalenza della navata unica e della facciata a timpano in cemento che si conclude con sei pilastri di scarico a terra. La pianta a base rettangolare si presenta in modo molto semplice ed elegante e il pavimento e alcune finiture apportate sono rigorosamente in marmo di Carrara. L'unico altare presente, collocato in conclusione dell'abside bombato, è stato ricavato da quello della vecchia cappella della Ex Casa di Riposo in via Don Angelo Colombo, anch'esso interamente in marmo intarsiato. Al centro della navata si erge uno splendido lampadario costituito da tubolari in vetro di Murano. La sagrestia è stata edificata assieme all'intera struttura ed è collocata alla sinistra di essa assieme al campanile. All'apice di esso vi è collocata una campana forgiata in bronzo offerta dalla famiglia Tonelli in memoria del figlio e battezzata da Don Giuseppe Garzoni, allora Parroco della comunità dal 1970 al 1987. La chiesetta viene ora utilizzata nel mese di Maggio per la preghiera alla Madonna.

Biblioteca Comunale (Ex Ospedale Vantiniano)

 
Ex Ospedale

Il palazzo dell'ex ospedale, progettato ed edificato dall'Architetto Rodolfo Vantini nel XIX secolo a imitazione delle innumerevoli Ville veronesi e vicentine di Andrea Palladio, ospita ora la Biblioteca Comunale. Lo si può trovare nel "Piazzale Ospedale" a nord del paese sulla strada che porta verso Ospitaletto. Nel 1821 la signora Caterina Golini lasciò le sue sostanze per l'edificazione di un ospedale per infermi; fu la prima di una lunga serie di benefattori del nostro ospedale. La commissione delegata alla fabbrica, presieduta dall'arciprete Giacomo Bonomi, fece istanza al governo austriaco per il permesso e nel 1823 incaricò del progetto il gia noto architetto Vantini, allora solo trentaduenne, ma in piena attività con la costruzione del cimitero monumentale di Brescia (il Vantiniano). Il Vantini sottopose alla commissione tre successivi progetti, adeguandoli alle richieste e alle osservazioni sia della commissione travagliatese che dei funzionari tecnici del governo austriaco. Per quanto riguarda la facciata la differenza progettuale era minima e sostanzialmente non ha subito ripensamenti, a dimostrazione della volontà di qualificare l'edificio con una decisa monumentalità, accentuata dall'imponente pronao collonnato di Ordine dorico greco. Nella terza proposta il cortile diventa un'importante elemento pratico ed architettonico: viene corcondato da un imponente colonnato aperto verso l'interno. Nel progetto definitivo inoltre è sparita la cosidetta "attica", (muro posto a mascherare le falde del tetto), sostituita da un elegante cornicione sagomato a sbalzo. Gli altri porticati sono stati chiusi quasi tutti per ricavare vani, lasciando però almeno in evidenza il disegno esterno del colonnato. Restano fortunatamente intatti il nicchione centrale ed un tratto del portico originale, per ora ancora aperto; (c'era una vetrata, ora caduta).

L'inizio dei lavori di costruzione si conclusero dopo 13 anni e il collaudo avvenne il 26 marzo 1837 ad opera di due ingegneri: Francesco Corbolani e Luigi Donegani. Vigili custodi dell'opera e operatrici instancabili di questa istituzioni furono le Suore Ancelle della Carità, qui accompagnate di persona dalla loro fondatrice: S. Maria Crocifissa Di Rosa. Sempre presenti anche durante le calamità che colpirono il paese, curando i malati durante l'epidemia di colera del 1867 e di vaiolo del 1905. Il medico francese Alphons Bertérand durante la campagna del 1859 fece ricoverare qui i feriti e ammalati francesi reduci dalla Battaglia di Solferino e San Martino.

Il Camposanto

Opera di Rodolfo Vantini lo si può trovare in Via San Francesco d'Assisi.

Il Teatro Comunale "Montit" (oggi Micheletti)

Lo si può trovare in Via Vittorio Emanuele II.

Villa Legrenzi

Palazzo delle Scuole Elementari

Il palazzo delle Scuole Elementari nasce nel 1932 grazie al lavoro dell'Ing. Giovanni Capitanio. In quell'epoca gli edifici pubblici fecero veramente un salto di qualità e segnarono di vistosa presenza, oltre che le grandi città, Roma per prima, anche i centri minori e addirittura i centri piccoli e minimi. L'impronta del ventennio fascista è invece criticabile nei grandiosi interventi urbanistici, che col pretesto del risanamento igenico, aprirono squarci in numerosi centri storici, lasciando nuove vie e soprattutto nuove piazze per lo più fredde e prive di vita, anche se monumentali. L'incarico dell'Ing. Giovanni Capitanio fu deliberato il 2 Liglio 1927. Le varie e complicate fasi per l'espletamento della pratica portarono più lontano nel tempo l'inizio dei lavori che infatti avvenne il 21 Gennaio 1933. La mancanza di aree centrali nel paese per edificare il complesso portarono alla scelta di avviare i lavori nella zona Nord del paese che presentava una posizione ottimale e accessibile. La zona, allora, si presentava totalmente aperta verso i campi. Sulla sinistra imperava possente la mole imponente dell'ospedale Vantiniano e sulla destra i campi che si prolungavano a perdita d'occhio fino ai monti. Il progettista, coerentemente con la sua formazione tecnica soprattutto classica, studia un corpo di fabbricato a U, totalmente simmetrico: la facciata principale lunga 104 metri e orientata a Sud è completata a destra e a sinistra da due bracci simmetrici rivolti a nord, che chiudono il cortile posteriore. Sempre a Sud, difronte alla facciata, viene creato un grande giardino con tre ingressi pedonali rivolti verso il Paese. La distribuzione interna è di grande e studiata semplicità: il piano rialzato è riservato ai maschi, con otto aule e ingresso alunni; al primo piano vi sono le aule femminili in simmetria con il fabbricato sottostante. Atrio e scalone sono la parte più scenografica del complesso, secondo una concezzione ancora ottocentesca degli edifici pubblici: i soffitti portano una discreta decorazione pittorica con motivi geometrici. Dopo l'ospedale Vantiniano (1840), a distanza di quasi un secolo (1932), un grande edificio veniva a caratterizzare il paese di Travagliato.

Per l'epoca la costruzione delle Scuole Elementari dovette davvero essere un avvenimento, oltre che una desiderata fonte di lavoro. Dal punto di vista urbanistico una massiccia barriera veniva posta a sbarrare tutto il lato Nord del paese caratterizzandolo definitivamente. Una facciata di 104 metri e alta 12 non è certo un piccolo problema: la soluzione di una simile massa è stata ottenuta con la suddivisione in cinque parti e l'accentuazione delle fasce finestrate. Un'ottica lievemente mossa da piccoli pilastrini copre le falde del tetto e chiude come elemento unificante tutto il perimetro delle facciata, interrotta solo dal corpo centrale. Non mancano i fasci littorii a connotare l'opera della costruzione. La totale simmetria è, come già detto una caratteristica dell'epoca, che pur accettando innovazioni tecniche e funzionali, non riesce a liberarsi di questo dogma ottocentesco.

Palazzo Rota-Mazzocchi

Questo grande edificio, che con i rustici annessi costituisce un intero isolato del paese racchiuso dalla Via 26 Aprile, dal vicolo Ruscello e dalla Piazza Cavour, meriterebbe una notorietà certo maggiore. La sua imponenza purtroppo è limitata visualmente dalla stretta strada che la fronteggia, la Via 26 Aprile (prima via Seriola, poi via 28 Ottobre). Questa limitazione impedisce di cogliere le grandi proporzioni del palazzo che risalirebbero in pieno se fosse fronteggiato da uno slargo o da una Piazza. La data di edificazione si aggira intorno alla seconda metà del '700, più precisamente nel 1768. La famiglia Rota, di origini bergamasche, faceva parte di quelle famiglie possidenti ed istruite che davano uomini al clero, alle armi ea lee professioni. I Rota travagliatesi erano particolarmente benestanti per permettersi una simile grande costruzione. Il palazzo vero e proprio, dalla classica forma a C, con ingrasso nella via suddetta, è costituito da un corpo principale elevato dal grande salone centrale e da due ali più basse simmetriche che si affacciano sul giardino, perchè la fitta vegetazione piena di pini e magnolie, è miseramente scomparsa alla fine degli anni '50. L'elemento più notevole dell'edificio è il porticato d'ingresso, visibile dalla strada attraverso una semplice portale ad arco. Le numerose stanze, poste a vari livelli anche sfalsati, coperte con soffitti piani, non hanno particolari notevoli, ad eccezione del grande salone centrale del primo piano coperto a bote.

Di questo edificio, che immeritatamente è il meno noto dei palazzi travagliatesi, è doveroso auspicare una lunga durata nel tempo e il ripristino del giardino padronale per restituire una notevole immagine ad una intera porzione di abitato.

Palazzo Coradelli-Covi

Non è facile stabilire con certezza in quale momento sella storia il palazzo, in Via Vittorio Emanuele II, abbia preso il nome di Russia. E' possibile ritenere che sia successo nell'immediato dopoguerra, come Corea, Stati Uniti, o Piccolo Giappone, altri nomi dati a quartieri di Travagliato sull'onda delle definizioni popolari influenzate da avvenimenti storici. E' accertato che i primi proprietari del palazzo furono i Coradelli, antica famiglia derivata dal Ducco, feudatari di Trenzano. In documenti antichi i Coradelli vengono spesso chiamati de Coradelli de Duchis e molti membri della famiglia portano il nome di Gianducco. Sono nobili di campagna, sacerdoti, medici, militari, con discrete proprietà terriere fra Maclodio, Trenzano e Travagliato. Sulla facciata del palazzo si vede inciso: A.D.MCLXXXIIII (Anno del Signore 1584). Dopo oltre cent'anni Camillo Coradelli lasciò i suoi beni a Vincenzo, Camillo e Lorenzo Covi, nel primo '700. Anche i Covi, di origine antica bergamasca, erano nobili terrieri di non alto livello se paragonate alle alte famiglie bresciane (Martinengo, Calini, Lechi, ecc...). In una mappa del 1840, recentemente ritrovata, l'attuale Via Vittorio Emanuele è chiamata ancora contrada Covi, anche se, a quell'epoca, la Russia era gia stata ceduta dagli eredei dei Covi, i marchesi Guerieri di Mantova, alla famiglia Zucchetti di Travagliato.

I palazzi in realtà sono due, con caratteristiche molto diverse fra loro, uniti da un corpo rustico. Il primo edificio ha la facciata sulla Via Vittorio Emanuele, caratterizzata da grande semplicità, con piccole finestre molto alte da terra senza contorni. Notevole invece il contorno del portone in marmo bugnato, con arco a tutto sesto, sovrastato da un balconcino con mensole in marmo di Botticino e ringhiera curvilinea. Molto più interessante il prospetto interno sul cortile il cui elemento predominante è il porticato a quattro archi, disuguali e ribassati, sostenuti da eleganti colonne tuscaniche in Botticino. Il soffito è a Volta a crociera e al piano terra vi sono tre saloni a volta. Nel terzo salone è ancora presente un grande camino a cornice e i resti della forte cornice a mensoloni del tetto, di alcuni contorni marmorei veramente di buon livello e lo scalone ampio e scenografico, testimoniano la volontà di adeguarsi a tipologie importanti.

Palazzo Verduri

Palazzo Gobbi

Questo notevole complesso, il più scenografico di tutto il centro storico travagliatese, meriterebbe uno studio più approfondito. L'anno di costruzione è con certezza il 1820, ma le caratteristiche stilistiche e planimetriche richiamano ancora il '700. E' un caso di cortile padronale completo, con ali scenografiche e porticate e con ingresso monumentale dalla strada. L'edificio principale ha al piano terra un portico di ben otto arcate su colonne marmoree e la facciata riporta un delicato gioco di riquadrature con lesene verticali e fasce orizzontali. A tanta ricchezza esterna fa riscontro una notevole semplicità interna, data da un monotono susseguirsi di grandi stanze comunicanti con la galleria, apparentemente prive di elementi decorativi. Notevole il portale d'ingrasso dalla strada, stilisticamente molto ricco anche se eseguito con materiali poveri. La famiglia Ziliani, che possedeva anche l'ex Palazzo Verduro, edificò qui questa dimora e quella ora Bignotti, sempre in Via Francesco Ziliani.

Palazzo Del Comune

File:Municipio di Travagliato (BS).JPG
Municipio

Lo si può trovare in Piazza Libertà

Palazzo Martinengo Cadeo

Lo si può Trovare in Via Napoleone all'angolo con Via San Rocco. Attualmente è di proprietà privata. Qui il 17 giugno 1859 Vittorio Emanuele II, futuro re d'Italia, giunto da Castegnato incontra l'imperatore francese Napoleone III arrivato da Calcio.

Palazzo Rampinelli

Lo si può trovare in Via Santa Caterina da Siena. Qui nacque e abitò Ludovico Rampinelli, amico di Tito Speri e con lui volontario durante la prima campagna per l'indipendenza nel 1848-49. Dalla data trovata incisa su un mattone si ricava l'epoca di costruzione: 18 Gennaio 1675. Ora il mattone è stato murato in una parete sita sotto il porticato della facciata Sud. L'edificio, dalla classica forma a C, presenta la facciata Nord, sulla Via Santa Caterina, piuttosto severa e compatta senza particolari segni architettonici ad eccezzione del portale d'ingrasso a tutto sesto in marmo di Botticino. Sempre sulla strada si nota il grande finestrone della cinta del parco con inferiata curvilinea. Il grande portone in legno è ancora quello originale con inserita una piccola porta pedonale. La facciata Sud è la parte più ricercata e notevole, con un portico di cinque campate a colonne toscane in marmo, archi ribassati e soffitto a crocere. La parte di facciata sovrastante gli archi è molto elaborata, caratterizzata da una spartizione con fasce e lesene in intonaco rilevato che arriva fino al sottotetto. I due corpi avanzati ai lati del portico sono disuguali e piuttosto semplici. Non vi è cornicione di coronamento a mensole come in molti edifici dell'epoca, ma soltanto una semplice gronda in travetti in legno.

Questo edificio è ritenuto in sostanza una "dimora di campagna" più che un palazzo: infatti manca di ogni pretesa di grandiosità a beneficio però di una comoda abitabilità, con spazi larghi ma ancora a misura d'uomo. Per grande fortuna il complesso degli edifici non è stato deturpato dall'ambiente circostante: le strade che lo isolano e soprattutto il grande parco a Sud vincolato a verde, ne costituiscono la dote migliore e ormai rara.

Palazzo Donina

Lo si può trovare un Via Guglielmo Marconi.

Palazzo Averolda

Piazza Libertà

 
La Torre in Piazza Libertà

Presenta una pianta piuttosto rettangolare nella quale si affacciano in modo evidente monumenti di epoca Trecentesca, barocca, barocchetta e tardo Rinascimentale quali la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, edificata dalla confraternita dei Suffraganti, la Chiesa di Lourdes,edificata dall'ordine dei Flagellanti ed è una delle più antiche del paese assieme a quella di S. Maria dei Campi, la Chiesa-basilica dei S.S. Pietro e Paolo e il Palazzo del Comune. Un tempo la Piazza era circondata da giardini e aiuole colme di fiori, di verde e di pini secolari. Recentemente riprogettata da un Architetto svizzero, ora è il luogo di maggiore interesse. Al centro di essa svetta imponente la Torre Campanaria. Lo stile e la sagoma sono semplici e non sembra richiamare epoche molto remote. Con la sua altezza di 36 metri è la torre principale del paese e per diversi anni ha dovuto sopportare le ferite che la Seconda Guerra Mondiale le aveva inflitto. Oggi è ritornata al suo antico splendore con la sostituzione del vecchio orologio, ora collocato nel Museo delle Quattro Torri, e con l'aggiunta della meridiana solare; successivamente sono stati rimpiazzati i vecchi numeri che indicavano le ore con quelli romani. Intorno agli anni '70/'80 difronte alla torre zampillava, in modo particolare nella bella stagione, una fontana ornata di aiuole ora sostituita dal monumento simbolo per eccellenza di Travagliato; il Cavallo.


Piazza Cavour

Monumenti e Parchi naturali

Monumento ai Caduti

Il monumenti ai caduti della Prima Guerra Mondiale lo si può trovare in Piazza Cavour. Eretto nel 1922 a ricordo dei Caduti e Dispersi. Fatto in bronzo, raffigura un cappellano militare che protende la croce sul soldato morente. Nel 1925 i nomi dei caduti furono scolpiti nel marmo sulla facciata della cappella del Cimitero e sulla Torre civica in Piazza Libertà.

 
Monumento ai Caduti


Lago degli Aironi

 
Lago degli Aironi

Fontanile Bissa

Nominato oggi Parco Bissa presentava un terreno fortemente ricco di acqua dal quale fuoriuscivano fonti termali benefiche. Attualmente sono in etinere lavori di riqualificazione ambientale, attraverso la formazione di laghetti per la pesca sportiva ed impianti per lo sport ed il tempo libero, nonché la messa a dimora di piante di alto fusto su un'estensione di circa 200'000 m2.

Sport

Arti marziali

Shotokan Karate Travagliato, società fondata nel 1979.

Calcio

Le squadre locali per il calcio a undici sono l'Aurora Travagliato[1] (campionato promozione - stagione 2009/10) e l'U.S.D. Oratorio San Michele (campionato terza categoria - stagione 2008/09)

Calcio a 5

Pulival Service Calcio a 5 Travagliato, società fondata nel 2005 (campionato Eccellenza stagione 2009/2010).

Ginnastica Artistica

Gruppo Estate '83.

Pallacanestro

La squadra locale per la pallacanestro maschile e' l'U.S.D. Oratorio San Michele (campionato Under 15 - stagione 2008/09)

Pallavolo

La squadra locale per la pallavolo femminile e' l'U.S.D. Oratorio San Michele (campionato seconda divisione - stagione 2008/09)

Pattinaggio

Marco e Emanuela Bornati sono importanti per questo sport avendo praticamente vinto tutti i titoli nazionali e internazionali legati a questa disciplina. hanno vinto i campionati mondiali di coppia del 2008 e con questo titolo hanno finito in bellezza la loro carriera da pattinatori. Emanuela Bornati insegna nell'associazione pattinaggio di Travagliato.

Personalità Legate al mondo dello sport

Travagliato ha dato i natali a due calciatori che hanno legato le loro vincende alle squadre milanesi del Milan e dell'Inter: si tratta dei fratelli Giuseppe e Franco Baresi. Hanno entrambi vestito anche la maglia della nazionale maggiore, Giuseppe per 18 volte, Franco per ben 81 (disputando i campionati del mondo 1982, pur senza giocare, e quelli 1990 e 1994 scendendo in campo). Un altro calciatore professionista travagliatese è Paolo Castellini, cresciuto nelle giovanili della Cremonese ha esordito successivamente nella Prima squadra traferitosi successivamente al Torino ha vestito anche la maglia del Brescia dopo un'esperienza in Spagna è tornato in Italia della squadra del Parma.

Oltre ad essi vi sono anche i calciatori Franco Pancheri, Giovanni Lorini e Fausto Inselvini. Da segnalare tra gli allenatori, Guido Settembrino indimenticabile scopritore di talenti.


Amministrazione comunale

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Gemellaggi

  Beaufort-en-Vallée (comunità comprensoriale di Beaufort-en-Anjou).

Collegamenti esterni

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  1. ^ Dati tratti da: