Goodyera
Goodyera R.Br., 1813 è un genere di piante Spermatofite Monocotiledoni appartenenti alla famiglia delle Orchidaceae, dall’aspetto di piccole erbacee perenni dalla tipica infiorescenza a racemo.
Sistematica
Le Orchidaceae è una delle famiglie più vaste della divisione tassonomica delle Angiosperme; comprende 788 generi e più di 18500 specie[1]. Il genere Goodyera comprende circa un centinaio di specie (numero non condiviso da tutti i botanici in quanto diverse specie sono contese da altri generi quali Peramium Salisbury e Epipactis Adanson) diffuse soprattutto in Asia e in America; una sola di queste (Goodyera repens) si trova spontaneamente nella flora italiana.
Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine Orchidales mentre la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo ordine delle Asparagales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella a destra).
Queste orchidee sono assegnate alla tribù delle Cranichideae caratterizzate da antere persistenti dotate di polline granulare.
Variabilità e Ibridi
La variabilità delle specie di questo genere si manifesta soprattutto nelle figure delle nervature delle foglie basali. Inoltre le specie di queste genere facilmente si ibridano fra di loro per cui questo genere risulta di difficile organizzazione tassonomica. Alcune specie sono probabilmente allotetraploidi mentre altre potrebbero essere degli ibridi triploidi [2].
Etimologia
Il nome di questo genere (Goodyera) è stato creato dal botanico scozzese Robert Brown (1773 – 1858) in onore di un altro botanico: John Goodyer (1592-1664), un naturalista inglese considerato un precursore della botanica moderna[3][4].
Morfologia
I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.
Sono piante erbacea perenni la cui altezza raramente supera i 30 – 50 cm. La forma biologica di queste orchidee è geofita rizomatosa (G rizh), ossia sono piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Fondamentalmente sono piante glabre ad eccezione dei peduncoli, delle brattee, dei tepali e degli ovari che possono presentarsi cosparsi di peli pluricellulari, glandulosi e appiccicaticci. Sono orchidee terrestri in quanto contrariamente ad altri generi, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma).
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma (vengono emesse dai nodi del rizoma).
Fusto
- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma stolonifero e radicante ai nodi.
- Parte epigea: i fusti aerei sono ascendenti, delicati e ramificati. Alcune specie hanno un portamento prostrato. Facilmente sono pubescenti nella parte alta del fusto.
Foglie
- Foglie basali: sono piante dotate di una rosetta basale. Le foglie hanno una forma intera o ovato-bislunga con apice appuntito. Sono picciolate. La lamina in genere è verde ed è solcata da diverse nervature biancastre e parallele ma anche reticolate (nervatura di tipo anastomosata – per la flora spontanea delle orchidee italiane questa è l'unica eccezione), ma anche marmorizzate o policrome.
- Foglie cauline: quelle del fusto in genere sono ridotte, a forma lanceolato-lineare e sono amplessicauli (abbraccianti il fusto).
Infiorescenza
L'infiorescenza è del tipo spiciforme o a racemo con 5 – 72 fiori. La disposizione dei fiori è più o meno spiralata e unilaterale. I fiori sono sessili. Alla base del ovario (sotto il perigonio) sono presenti delle brattee erbacee a forma lanceolata; queste sono più lunghe dell'ovario.
Fiore
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il colore dei fiori è bianco, bianco-crema, oppure sono venati di verde, avorio o marrone.
- P 3+3, [A 1, G (3)][5]
- Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) a forma lanceolato-ovata, con apice acuto e più o meno liberi. Nel primo verticillo (esterno) il portamento dei 3 tepali ricorda quello di una campanula. Nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è molto diverso rispetto gli altri due laterali che si presentano più ottusi e più simili ai tre tepali esterni.
- Labello: il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno a forma ovato-gozzuta (ossia si presenta “saccato” - a forma di sacco) e termina con una “lingua” (ovato-triangolare) ripiegata verso il basso. Al suo interno si trovano gli organi di riproduzione (il gimnostemio). Il labello non è speronato come in altri generi della stessa famiglia. Il labello è nettarifero.
- Gimnostemio: lo stame con le rispettive antere (si tratta di una antera biloculare) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato gimnostemio o ginostemio[6]. In particolare nelle specie di questo genere le antere sono localizzate sul dorso del gimnostemio e il polline è a consistenza granulare. Il colore del gimnostemio generalmente è giallo alla base e rosso all'apice. L'ovario, infero e sessile, è formato da tre carpelli fusi insieme; inoltre è lievemente pubescente. Il rostello è a forma di spatola (in certe specie può avere due punte).
- Fioritura: fine primavera, inizio estate.
- Impollinazione: sono piante con nettare, quindi l'impollinazione avviene tramite insetti.
Frutti
I frutti sono delle capsula più o meno ovoidali con alcune coste. Questo frutto è deiscente lungo tre di queste coste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi (sono probabilmente i semi più piccoli della famiglia delle Orchidee). Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[7].
Riproduzione
La riproduzione di queste piante avviene in due modi:
- per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra).
- per via vegetativa in quanto i rizomi possono emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui.
Diffusione e habitat
La distribuzione geografica delle specie di questo genere è estesa ad entrambi gli emisferi con prevalenza di quello settentrionale (più precisamente sud-est asiatico). L'habitat tipico sono le zone ombreggiate, fresche e umide dei sottoboschi.
Usi
Giardinaggio
L'interesse maggiore per queste piante è nel giardinaggio specialmente per le artistiche nervature presenti sulle pagine delle foglie. Usualmente i giardinieri dividono il genere in due gruppi: piante rustiche e piante da serra fredda. Le prime prediligono una terra di tipo torboso in zone ombreggiate; le seconde (più delicate) hanno bisogno di una terra più fibrosa e un ambiente più temperato e umido e temono naturalmente il freddo.
Tra le varie specie da giardinaggio qui citiamo le seguenti:
- Goodyera tessellata Lodd. con eleganti foglie marmorizzate.
- Goodyera colorata (Blume) Blume a foglie colore verde-bruno con nervature rosso-brune.
- Goodyera hispida Lindl, una specie dell'Himalaya a foglie verdi con nervature rosa-rosse.
Note
- ^ Strasburger, vol. 2 - pag. 807
- ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 03-11-2009.
- ^ Motta, vol. 2 - pag. 344
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 02-11-2009.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 02-11-2009.
- ^ Musmarra, pag. 628
- ^ Strasburger, vol. 2 - pag. 808
Bibliografia
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 344.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 168, ISBN 8850624492.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 807, ISBN 8872873444.
- Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN 978-88-8039-891-2.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Goodyera
- Wikispecies contiene informazioni su Goodyera
Collegamenti esterni
- Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 03-11-2009.
- Crescent Bloom, su crescentbloom.com. URL consultato il 03-11-2009.
- Botanica Sistematica, su homolaicus.com. URL consultato il 03-11-2009.
- Goodyera Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
- Goodyera GRIN Database
- Goodyera IPNI Database
- Goodyera Royal Botanic Gardens KEW - Database
- Goodyera Tropicos Database
- Goodyera ZipcodeZoo Database
- Goodyera eFloras - Flora of North America - Database