Trieste

comune italiano, capoluogo del Friuli-Venezia Giulia
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«Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore, come un amore, con gelosia.»

Trieste (Tergeste in latino, Trieste in dialetto triestino, Trst in sloveno, Triest in tedesco, Trieszt in ungherese, Triestén in francese) è un comune italiano di 208.781 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia e della regione autonoma a statuto speciale Friuli-Venezia Giulia. Trieste è una delle 15 città metropolitane italiane. L'area metropolitana cittadina comprende l'intera superficie provinciale[2]. Trieste è stata classificata da il Sole 24 ORE la prima città in Italia per la qualità della vita nel 2005 e nel 2009 [3]

Geografia fisica

Territorio

La città è situata nell'estremo nord-est italiano, vicino al confine con la Slovenia, nella parte più settentrionale dell'Alto Adriatico e si affaccia sull'omonimo golfo. Il territorio cittadino è occupato prevalentemente da un pendio collinare che diventa montagna anche nelle zone limitrofe all'abitato; si trova ai piedi di un'imponente scarpata che dall'altopiano del Carso scende bruscamente verso il mare. Il monte Carso, a ridosso della città, raggiunge la quota di 458 metri sul livello del mare. Il comune di Trieste è diviso in varie zone climatiche a seconda della distanza dal mare o dell'altitudine.

 
Il golfo di Trieste

Al di sotto delle arterie stradali cittadine scorrono corsi d'acqua che provengono dall'altopiano. Liberi un tempo di scorrere all'aperto, da quando la città si è sviluppata, a partire dalla seconda metà del 1700, vennero incanalati in apposite condutture ed ancora oggi percorrono i sotterranei delle odierne via Carducci (precedentemente via del Torrente, appunto), via Battisti (ex Corsia Stadion), viale venti Settembre (ex viale dell' Acquedotto), via delle Sette fontane o piazza tra i Rivi. A sud della città scorre il Rio Ospo che segna il confine geografico con l'Istria.[4] Inoltre l'attuale zona cittadina compresa tra la stazione ferroviaria e Piazza della Borsa, il Borgo Teresiano, venne edificata nel XVIII secolo dopo l'interramento delle precedenti saline per ordine dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria.

Clima

Il clima della città di Trieste secondo la classificazione di Köppen rientra nel tipo mediterraneo. Grazie ad una latitudine intermedia tra il Polo Nord e l'equatore e alla posizione rivierasca, la città di Trieste gode di un clima piuttosto mite d'inverno e caldo, ma non torrido, d'estate. Relativamente al trentennio ufficiale di riferimento della climatologia mondiale (IPCC/WMO) 1971-2000 la media annuale delle temperature presso la stazione meteorologica di Trieste è stata di 15 °C, le temperature medie del mese più freddo (gennaio) si sono attestate attorno ai 6 C°, mentre quelle del mese più caldo (luglio) leggermente al di sopra dei 24 °C. Nei mesi invernali assai raramente le temperature, almeno sulla costa, scendono al di sotto dello zero; viceversa, nelle frazioni carsiche, spesso si registrano minime notturne negative. Scarse sono anche, lungo la fascia costiera, le giornate con neve, nebbia o grandine. L'umidità media annuale è del 64% mentre l'escursione termica giornaliera è di soli 4,5 °C: entrambe risultano tra le più basse in Italia.

Data la peculiarità del territorio cittadino si può affermare che mentre il centro di Trieste, sviluppatosi lungo la costa, presenta delle temperature relativamente miti e una discreta insolazione, le frazioni e le località carsiche sviluppatesi sul retrostante altipiano ad un'altezza tra i duecento e i cinquecento metri hanno un clima decisamente più continentale: a Basovizza, situata a circa 370 metri s.l.m., la temperatura media annua si aggira attorno agli 11 °C con una media del mese più freddo (gennaio) di 1,5 °C e di quello più caldo (luglio) di 20,6 °C.

Al generale clima mite fanno eccezione i giorni, qualche anno rari, qualche altro più frequenti, in cui soffia la cosiddetta Bora, vento che si incunea dal retroterra lungo i bassi valichi che si aprono tra i monti alle spalle della città, per scendere su Trieste e il Golfo. Sebbene per compressione adiabatica la temperatura dell'aria scendendo sulla città si riscaldi comunque di tre o quattro gradi, le raffiche aumentano notevolmente la sensazione cutanea di freddo, anche con temperature relativamente miti. Eccezionalmente la Bora soffia per brevissimi periodi anche d'estate, innalzando talvolta le temperature anche al di sopra dei 35 gradi. Le raffiche di aria di origine continentale provenienti da Est-Nord-Est allo sbocco in Adriatico acquistano ulteriore velocità e in casi eccezionali in mare aperto si possono raggiungere i 50 nodi, come registrato nel dicembre 1996. In alcune zone la bora è più forte e frequente che in altre, e solamente la zona della Costiera, da Miramare a Sistiana, è totalmente immune dall'effetto di tale vento. Molto interessante è l'andamento della frequenza della bora e dei venti orientali in genere, che negli ultimi 100 anni è diminuita di 28 giorni, mentre lo scirocco e i venti meridionali sono aumentati in frequenza di 18 giorni annui. Vista la vicinanza dei rilevi, brevi piogge possono presentarsi durante tutto l'anno (questo è un discrimine rispetto al tipico clima mediterraneo) ma durante i mesi estivi le precipitazioni sono comunque rare e prevalentemente a carattere temporalesco (luglio in genere è il mese più secco). Le precipitazioni raggiungono l'apice della frequenza e dell'intensità a novembre e aprile, quando di norma scende di latitudine il flusso delle correnti perturbate atlantiche.

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Trieste e Questione triestina.
 
Panorama di Trieste

Dalla Preistoria alla colonizzazione romana

Sin dal II millennio a.C. il territorio della provincia di Trieste fu sede di importanti insediamenti protostorici, i castellieri, villaggi arroccati sulle alture e protetti da fortificazioni in pietra, i cui abitanti appartenevano a popolazioni di probabile origine illirica e di stirpe indoeuropea. Fra il X e il IX secolo a.C. la popolazione autoctona entrò in contatto con un'altra etnia indoeuropea, i (Venetici, Heneti o Eneti), da cui venne notevolmente influenzata sotto il profilo culturale. Il nome Tergestum è di origine preromana, con base preindoeuropea: terg = mercato, ed il suffisso –este, tipico dei toponimi venetici [5].

Con le conquiste militari dell'Illiria da parte dei Romani, i cui episodi più salienti furono la guerra contro la pirateria degli Istri del 221 a.C., la fondazione di Aquileia nel 181 a.C. e la guerra istrica del 178-177 a.C., ebbe inizio un processo di romanizzazione ed assimilazione delle popolazioni preesistenti. Tergeste fu colonizzata alla metà del I secolo a.C. in epoca cesariana (Regio X Venetia et Histria), ed è probabile che la fortezza principale era situata sulle pendici del colle di San Giusto. Tergestum fu citata già da Strabone[6], geografo attivo in età augustea, che la definì come frourion (avamposto militare) con funzioni di difesa e di snodo commerciale.

 
Teatro Romano

Tergeste si sviluppò e prosperò in epoca imperiale, imponendosi come uno dei porti più importanti dell'alto Adriatico sulla via Popilia-Annia. Il nucleo abitativo nel 33 a.C. venne cinto da alte mura (ancora visibile la porta meridionale, il cosiddetto Arco di Riccardo) da Ottaviano Augusto (murum turresque fecit) e venne arricchito da importanti costruzioni quali il Foro ed il Teatro.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Dominio vescovile a Trieste 948-1295.

Il passaggio all'Austria

Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la città passò sotto il controllo di Bisanzio fino al 788, quando venne occupata dai franchi. Nel 1098 risultava già diocesi vescovile con il nome latino di Tergestum. Nel XII secolo divenne un Libero Comune e dopo secoli di battaglie contro la rivale Venezia, Trieste si pose sotto la protezione (1382) del duca d'Austria conservando però una notevole autonomia fino al XVII secolo.

Il Porto Franco

 
Castello di Miramare
  Lo stesso argomento in dettaglio: Impero austriaco e Città imperiale di Trieste e dintorni.

Nel 1719 divenne porto franco ed in quanto unico sbocco sul mare Adriatico dell'Impero Austriaco, Trieste fu oggetto di investimenti e si sviluppò diventando, nel 1867, capoluogo della regione del Litorale Adriatico dell'impero (l'"Adriatisches Küstenland"). Nonostante il suo stato privilegiato di unico porto commerciale della Cisleitana e primo porto dell'Austria-Ungheria, Trieste mantenne sempre in primo piano, nei secoli, i legami culturali con l'Italia; infatti, anche se la lingua ufficiale della burocrazia era il tedesco, l'italiano era la lingua del commercio e della cultura. Nel XVIII secolo il dialetto triestino (dialetto di tipo veneto[7]) sostituì il tergestino, l'antico dialetto locale di tipo retoromanzo). Il triestino, parlato anche da scrittori e filosofi, continua ad essere tuttora l'idioma più usato in ambito familiare e in molti contesti sociali di natura informale e talvolta anche formale, affiancandosi, in una situazione di diglossia, all'italiano, lingua amministrativa e principale veicolo di comunicazione nei rapporti di carattere pubblico.

 
Trieste nel 1885
 
Mappa austriaca di Trieste (1888)

L'Irredentismo e la prima annessione all'Italia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Italia irredenta e Austria-Ungheria.

Trieste fu, assieme a Trento, il centro dell'irredentismo[senza fonte], movimento che, negli ultimi decenni del XIX secolo e agli inizi del XX aspirava ad un'annessione della città all'Italia. Ad alimentare l'irredentismo triestino erano soprattutto le classi borghesi in ascesa (ivi compresa la facoltosa colonia ebraica), le cui potenzialità ed aspirazioni politiche non trovavano pieno soddisfacimento all'interno dell'Impero austro-ungarico. Quest'ultimo veniva visto da molti come un naturale protettore del gruppo etnico slavo presente sia in città che in quelle zone multietniche che costituivano il suo immediato retroterra (che iniziò ad essere definito in quegli anni con il termine di Venezia Giulia). In realtà agli inizi del Novecento il gruppo etnico sloveno era in piena ascesa demografica, sociale ed economica, e, secondo il censimento del 1910, costituiva circa la quarta parte dell'intera popolazione triestina. Ciò spiega come l'irredentismo assunse spesso, nella città giuliana, dei caratteri marcatamente anti-slavi che vennero perfettamente incarnati dalla figura di Ruggero Timeus. La convivenza fra i vari gruppi etnici che aveva da secoli contraddistinto la realtà sociale di Trieste (e di Gorizia) subì, pertanto, un generale deterioramento fin dagli anni che precedettero la prima guerra mondiale.

Nel 1918 il regio esercito entrò a Trieste acclamato dalla maggioranza della popolazione, che era di sentimenti italiani. La sicura imminente annessione della città e della Venezia Giulia all'Italia, fu però accompagnata da un ulteriore inasprimento dei rapporti tra il gruppo etnico italiano e quello sloveno, traducendosi talvolta anche in scontri armati. A tale proposito furono emblematici, il giorno 13 aprile 1920, i disordini scoppiati a Trieste in seguito di un attentato contro l'esercito italiano di stanza a Spalato, che aveva causato due vittime fra i militari. Durante i disordini, contraddistinti da un marcato carattere anti-slavo, un gruppo di squadristi triestini presidiò l'Hotel Balkan, ove aveva sede il Narodni dom (Casa Nazionale), centro culturale degli sloveni e delle altre nazionalità slave locali, che fu dato alle fiamme. «Il rogo...mostra con le fiamme, che ben si possono scorgere da diversi punti della città, la forza del fascismo in attesa[8]».

Con la firma del Trattato di Rapallo del novembre 1920, Trieste passò definitivamente all'Italia, inglobando, nel proprio territorio provinciale, zone dell'ex Principesca Contea di Gorizia e Gradisca, dell'Istria e della Carniola.

File:FaroVittoria.jpg
Il Faro della Vittoria.

Il primo dopoguerra e il periodo interbellico

Il periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale fu segnato da numerose difficoltà per Trieste. L'economia della città fu colpita infatti dalla perdita del suo secolare entroterra economico; ne soffrì soprattutto l'attività portuale e commerciale, ma anche il settore finanziario. Trieste perse la sua tradizionale autonomia comunale e cambiò anche la propria configurazione linguistica e culturale; quasi la totalità della comunità germanofona lasciò infatti la città dopo l'annessione all'Italia; con l'avvento del fascismo l'uso pubblico delle lingue slovena e tedesca fu proibito e vennero chiuse le scuole, i circoli culturali e la stampa della comunità slovena. Moltissimi sloveni così emigrarono nel vicino Regno di Jugoslavia. Dalla fine degli anni venti, cominciò l'attività sovversiva dell'organizzazione antifascista e irredentista sloveno-croata TIGR, con alcuni attentati dinamitardi anche nel centro cittadino.

Nonostante i problemi economici e il teso clima politico, la popolazione della città crebbe negli anni venti del Novecento, grazie soprattutto all'immigrazione da altre zone dell'Italia. La prima metà degli anni trenta furono invece anni di ristagno demografico, con una leggera flessione della popolazione dell'ordine di circa l'1% su base quinquennale (nel 1936 si contarono infatti quasi duemila abitanti in meno che nel 1931). Nello stesso periodo, e successivamente, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, furono portate avanti alcune importanti opere urbanistiche; tra gli edifici più rilevanti vanno ricordati il palazzo dell'Università e il Faro della vittoria. Con l'introduzione delle leggi razziali fasciste del 1938, la vita culturale ed economica della città subì un ulteriore degrado dovuto all'esclusione della comunità ebraica dalla vita pubblica.

L'occupazione nazista

Nel periodo che va dall'armistizio (8 settembre 1943) all'immediato dopoguerra, Trieste fu al centro di una serie di vicende che hanno segnato profondamente la storia del capoluogo giuliano e della regione circostante e suscitano tuttora accesi dibattiti. Nel settembre del 1943 la Germania nazista occupò senza alcuna resistenza la città che venne a costituire, insieme a tutta la Venezia Giulia una zona di operazioni di guerra, l'OZAK (Operationszone Adriatisches Küstenland), alle dirette dipendenze del Gauleiter di Carinzia Friedrich Rainer. Egli tollerò in città la ricostituzione di una sede del PFR, diretta dal federale Bruno Sambo, la presenza di un'esigua forza di militari italiani al comando del generale della GNR Giovanni Esposito e l'insediamento di un reparto della Guardia di Finanza. Si riservò però la nomina del podestà, nella persona di Cesare Pagnini, e del prefetto della provincia di Trieste, Bruno Coceani, entrambi ben accetti ai fascisti locali, alle autorità della RSI e allo stesso Mussolini, che conosceva personalmente Coceani. Durante l'occupazione nazista la Risiera di San Sabba - oggi Monumento Nazionale e museo - venne destinata a campo di prigionia e di smistamento per i deportati in Germania e Polonia e per detenuti politici, partigiani italiani e slavi. Si tratta dell'unico campo di concentramento nazista presente in territorio italiano. In seguito, nei primi anni cinquanta la Risiera fu usata come campo profughi per gli esuli istriani, fiumani e dalmati in fuga dai territori passati alla sovranità jugoslava.

L'occupazione jugoslava

L'insurrezione dei partigiani italiani e jugoslavi a Trieste fu contraddistinta da uno svolgimento anomalo. Il 30 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale del quale era presidente don Edoardo Marzari, composto da tutte le forze politiche antifasciste con l'eccezione dei comunisti, proclamò l'insurrezione generale; al tempo stesso le brigate dei partigiani jugoslavi con l'appoggio del PCI attaccarono dall'altipiano. Gli scontri si registrarono principalmente nelle zone di Opicina (sull'altipiano carsico), del Porto Vecchio, del castello di San Giusto e dentro il Palazzo di Giustizia, in città. Tutto il resto della città fu liberato. Il comando tedesco si arrese solo il 2 maggio alle avanguardie neozelandesi, che precedettero di un giorno l'arrivo del generale Freyberg. Le brigate partigiane jugoslave di Tito erano già giunte a Trieste il 1º maggio e i suoi dirigenti convocarono in breve tempo un'assemblea cittadina composta da cittadini jugoslavi e da due italiani. Questa assemblea proclamò la liberazione di Trieste, cosi' presentando i partigiani di Tito come i veri liberatori della città agli occhi degli alleati spingendo i partigiani non comunisti del CLN a rientrare nella clandestinità.

Gli jugoslavi esposero sui palazzi la bandiera jugoslava, il Tricolore italiano con la stella rossa al centro e le bandiere rosse con la falce e martello. Le brigate jugoslave, giunte a Trieste a marce forzate per precedere gli anglo-americani nella liberazione della Venezia Giulia, non contenevano nessuna unità partigiana italiana inserita nell'Esercito jugoslavo, mandate invece a operare altrove. Gli alleati (nello specifico la Seconda divisione neozelandese, che fu la prima ad arrivare in città), riconobbero che la liberazione era stata compiuta dai partigiani di Tito e in cambio chiesero e ottennero la gestione diretta del porto e delle vie di comunicazione con l'Austria (infatti, non essendo ancora a conoscenza del suicidio di Hitler, gli angloamericani stavano preparando il passo ad un'invasione dell'Austria e quindi della Germania).

L'esercito jugoslavo assunse i pieni poteri. Nominò un Commissario Politico, Franc Štoka, membro del partito comunista. Il 4 maggio vennero emanati dall'autorità jugoslava a Trieste, il Comando Città di Trieste (Komando Mesta Trst) gli ordini 1, 2, 3 e 4 che proclamano lo stato di guerra, impongono il coprifuoco (a combattimenti terminati) e uniformano il fuso orario triestino a quello jugoslavo[9]. Limitarono la circolazione dei veicoli e prelevarono dalle proprie case numerosi cittadini, sospettati di nutrire scarse simpatie nei confronti della ideologia che guidava le brigate jugoslave. Fra questi non vi furono solo fascisti o collaborazionisti, ma anche combattenti della Guerra di Liberazione. Alle forze jugoslave interessava infatti dimostrare di essere stati i soli ad aver liberato il capoluogo giuliano[senza fonte].

L'otto maggio proclamarono Trieste città autonoma in seno alla Repubblica Federativa di Jugoslavia. Sugli edifici pubblici fecero sventolare la bandiera Jugoslava affiancata dal Tricolore italiano con la stella rossa al centro. La città visse momenti difficili, di gran timore, con le persone dibattute tra idee profondamente diverse: l'annessione alla Jugoslavia o il ritorno all'Italia. In questo clima si verificarono confische, requisizioni e arresti sommari (che sfociarono anche nel fenomeno delle foibe). Vi furono anche casi di vendette personali, in una popolazione esasperata dagli eventi bellici e dalle contrapposizioni del periodo fascista. Invano i triestini sollecitarono l'intervento degli Alleati. Il comando alleato e quello jugoslavo raggiunsero infine un accordo provvisorio sull'occupazione di Trieste. Il 9 giugno 1945 a Belgrado, Jozip Tito, verificato che Stalin non era disposto a sostenerlo, concluse l'accordo con il generale Alexander che portò le truppe jugoslave a ritirarsi dietro la linea Morgan. Gli alleati assunsero allora il controllo della Città e del suo hinterland.

Il Governo Militare Alleato e gli accordi con la Jugoslavia

 
Vista sull'Adriatico da Piazza Unità d'Italia

Le rivendicazioni jugoslave e italiane nonché l'importanza del porto di Trieste per gli Alleati furono la spinta nel 1947, sotto l'egida dell'ONU, alla istituzione del "Territorio libero di Trieste" (TLT), uno stato cuscinetto. Per l'impossibilità di nominare un Governatore scelto in accordo tra angloamericani e sovietici, il TLT rimase diviso in due zone d'occupazione militare: la Zona A amministrata dagli Angloamericani e la Zona B amministrata dagli jugoslavi. Questa situazione continuò fino al 1954 quando il problema venne risolto confermando la spartizione del territorio libero di Trieste secondo le due zone già assegnate: anzi, furono incorporate alla Jugoslavia alcuni villaggi (Albaro Vescovà, San Servolo, Crevatini, Plavie e Valle Oltra) del comune di Muggia, arrivando fino ai monti che sovrastano la periferia della città. Tale situazione provvisoria fu resa definitiva nel 1975, col Trattato di Osimo stipulato tra Italia e la Jugoslavia.

Alcuni movimenti locali rimarcano tuttavia che gli articoli del Trattato di Pace - firmato e ratificato dall'Italia e dalle 21 nazioni ammesse alla Conferenza di Parigi del 1947 - che istituivano il TLT, de jure mai sono stati abrogati. Recentemente, rispondendo a una loro petizione, il Segretariato delle Nazioni Unite ha confermato per iscritto che tuttora qualsiasi Paese membro dell'ONU potrebbe richiedere la messa all'ordine del giorno della designazione del Governatore del Territorio Libero.

 
La bandiera di Trieste e quella italiana sventolano sui piloni di Piazza Unità

Simboli

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Trieste.

Lo stemma duecentesco della Città di Trieste è costituito da uno Scudo francese antico di color rosso con un'alabarda argento (la cosiddetta alabarda (o lancia) di San Sergio) il tutto sovrastato da una corona muraria da città.

Onorificenze

«Protesa da secoli a additare nel nome d'Italia le vie dell'unione tra popoli di stirpe diversa, fieramente partecipava coi figli migliori alla lotta per l'indipendenza e per l'unità della Patria; nella lunga vigilia confermava col sacrificio dei martiri la volontà d'essere italiana; questa volontà suggellava col sangue e con l'eroismo dei volontari della guerra 1915-18. In condizioni particolarmente difficili, sotto l'artiglio nazista, dimostrava nella lotta partigiana quale fosse il suo anelito alla giustizia e alla libertà che conquistava cacciando a viva forza l'oppressore. Sottoposta a durissima occupazione straniera, subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe, non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria. Contro i trattati che la volevano staccata dalla Madrepatria, nelle drammatiche vicende di un lungo periodo di incertezze e di coercizioni, con tenacia, con passione e con nuovi sacrifici di sangue ribadiva dinanzi al mondo, il suo incrollabile diritto d'essere italiana. Esempio d'inestinguibile fede patriottica, di costanza contro ogni avversità e d'eroismo.[10]»
— 1915-18, 1943-47, 1948-54
Frontemare di Trieste dal molo Audace
Piazza Unità d'Italia di notte

Monumenti e luoghi d'interesse

  Lo stesso argomento in dettaglio: [[[[Provincia di Trieste#Luoghi d'interesse|Provincia di Trieste § Luoghi d'interesse.
 
Piazza Unità d'Italia
 
Palazzo del Municipio
 
Canal Grande
 
Cattedrale di San Giusto
 
Tempio Serbo-ortodosso della SS.Trinità e di San Spiridione

Palazzi

Castelli

Siti archeologici

Luoghi di culto

Altri luoghi d'interesse

Società

Evoluzione demografica

Fra la metà del XVIII e gli inizi del XX secolo Trieste conobbe un'epoca caratterizzata da un notevole sviluppo economico accompagnato da una crescita demografica molto sostenuta, che permise alla città di passare da alcune migliaia di residenti del periodo 1730-1740 ai quasi 230.000 del 1910. Con la fine della prima guerra mondiale e il congiungimento di Trieste all'Italia, il capoluogo giuliano assisté a un progressivo ristagno della propria popolazione a causa delle mutate condizioni geopolitiche in cui si era venuto a trovare alla fine della Grande guerra. Da principale emporio marittimo dell'Impero austro-ungarico e fra i massimi del Mediterraneo, la città e il suo porto iniziarono a declinare, passando ad occupare una posizione sempre più periferica nell'allora Regno d'Italia.

All'indomani della seconda guerra mondiale in città si verificò un altro mutamento delle dinamiche demografiche che l'avevano caratterizzata fino ad allora: l'esodo di molti italiani dalle terre dell'Istria ebbe infatti come meta Trieste, che conobbe ancora una volta un'impennata della popolazione residente, oltre a profonde trasformazioni della propria composizione etnica e del tessuto sociale urbano. In quegli stessi anni, e in particolare a partire dal 1954, con la fine del TLT, oltre 20.000 triestini, spinti da motivazioni di natura economica e sociale, ma anche di indole politica, scelsero l'emigrazione[11], dirigendosi principalmente in Australia, Canada e Sudamerica. Durante gli anni cinquanta e sessanta gli abitanti si mantennero costantemente al di sopra delle 270.000 unità raggiungendo un massimo di 283.000 nel 1968.

Da quel momento la città ha assistito a una progressiva diminuzione della propria popolazione. Le condizioni geo-politiche nuovamente mutate, la mancanza di un entroterra ampio che le desse respiro e la chiusura di molte attività economiche (come i cantieri navali San Marco e le birrerie Dreher) hanno costretto ampi strati di popolazione a trasferirsi altrove alla ricerca di lavoro.

Ne è conseguito un decremento della natalità e un progressivo invecchiamento della popolazione residente con cali demografici che per lungo tempo hanno raggiunto e superato le 2000 unità all'anno.

Nell'ultimo decennio il decremento demografico è stato meno marcato che in precedenza, stabilizzando la popolazione triestina intorno ai 210.000 abitanti. Tale fenomeno è dovuto ad una ripresa della natalità e ad un nuovo e lento processo di immigrazione in massima parte proveniente dall'Europa orientale. La particolarità del territorio provinciale, che conta circa 240.000 abitanti ed è il più piccolo d'Italia, è nei fatti una sorta di conurbazione e un discreto movimento di popolazione è avvenuto negli ultimi anni dal Comune capoluogo verso i Comuni limitrofi.

Nonostante la ripresa demografica cui abbiamo fatto cenno, la città assieme a Genova, Bologna e Venezia, continua ad essere in testa alle classifiche italiane per anzianità della popolazione.

Abitanti censiti[13]

Abitanti censiti[14]

Etnie

 
Un ufficio del comune di Trieste
 
Una scuola elementare in lingua slovena

Trieste è un crocevia di culture e religioni, conseguenza sia della sua posizione geografica di "frontiera" sia delle vicissitudini storiche che ne hanno fatto un punto di incontro di molti popoli; infatti quasi ogni etnia e ogni movimento religioso ha un proprio luogo di culto. Nella città di Trieste attualmente sono presenti accanto alla popolazione italiana, numerosi gruppi etnici minoritari storici tra cui sloveni, croati, serbi, greci e tedeschi e gruppi di recente insediamento tra i quali arabi, rumeni, albanesi, cinesi, africani e sudamericani.

Nel vasto territorio comunale di Trieste, il cui contado si spinge fino al confine con la Slovenia, si incontrano altresì località dell'altopiano carsico con consistenti comunità di lingua e cultura slovena. Il gruppo linguistico sloveno viene tutelato da apposite normative e contributi della repubblica Italiana permettendogli di disporre di una propria rete scolastica, di proprie organizzazioni culturali e sportive e di propri movimenti politici. La comunità slovena era stimata, nel 1971, in circa il 5,7% della popolazione del comune.[15]

Fino alla prima guerra mondiale la comunità di lingua tedesca superava il 5% della popolazione del comune, poi si ridusse drasticamente. La comunità slovena, presente nella città fin dal Medioevo, raggiungeva il 25% della popolazione del comune (revisione del censimento 1910[16]). Durante il ventennio fascista molti sloveni abbandonarono la città a causa di una legislazione linguistica particolarmente iniqua nei loro confronti e di una politica di italianizzazione forzosa.

Prima della seconda guerra mondiale e della conseguente occupazione nazista, inoltre, esisteva anche una florida comunità ebraica (nel 1931 i residenti di religione ebraica erano 4.671, di cui 3.234 aventi la cittadinanza italiana[17]). Questa si è progressivamente ridotta e attualmente conta circa 700 membri.

I primi 10 paesi di provenienza degli abitanti di Trieste con cittadinanza estera al 31 dicembre 2008[18] sono:

Al 31 Dicembre 2008 la popolazione straniera totale a Trieste è di 15795 persone.

Istituzioni, enti e associazioni

A Trieste si trova la sede della CEI (Central European Initiative), un ente internazionale con lo scopo di favorire la cooperazione e lo sviluppo nell'Europa centrale; vi fanno parte 17 paesi dall'Italia alla Bielorussia.

Cultura

Università

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema Trieste.
 
L'Università degli studi di Trieste

Trieste era sede, fin dal 1877, di una reputata Scuola Superiore di Commercio. Nel 1924 la città si dotò di un'Università, che nei decenni successivi acquistò un notevole prestigio e che ospita da tempo numerose organizzazioni scientifiche internazionali e il principale parco scientifico italiano. Trieste infatti è nota come Città della scienza e accoglie una comunità scientifica ed universitaria molto conosciuta e rinomata all'estero che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo e di tutte le culture. Da notare in campo scientifico sono il sincrotrone ELETTRA all'Area Science Park, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) ed il Centro Internazionale di Fisica Teorica.

Musei

Musei civici

I musei del comune di Trieste comprendono il "Museo Revoltella - Galleria d'arte moderna", i "Civici musei di storia ed arte", una rete ("museo multiplo") di undici istituzioni museali triestine (Museo di storia ed arte e orto lapidario", Museo del Castello e Armeria", Lapidario tergestino, Museo d'arte orientale, Museo teatrale "Carlo Schmidl", Museo di guerra per la pace "Diego de Henriquez" Museo della Risiera di San Sabba, Museo di storia patria, Museo Morpurgo de Nilma, Museo Sartorio, Museo del Risorgimento e Sacrario Oberdan e Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa (in collaborazione con le Poste italiane) e i "Civici musei scientifici", costituiti da quattro istituzioni (Museo civico di storia naturale, Acquario marino, Museo del mare e Orto botanico). Altri tre musei fanno parte del "Servizio bibliotecario urbano" (Museo Sveviano, Museo petrarchesco piccolomineo e Museo Joyce Museum), a cui si aggiungono due biblioteche (Biblioteca civica "Attilio Hortis"" e Biblioteca comunale del popolo "Pier Antonio Quarantotti Gambini", l'Archivio diplomatico e l'Archivio storico).

Lo Stadio Nereo Rocco, inaugurato nel 1992, ospita infine una serie di opere d'arte contemporanea, vincitrici di un apposito concorso (Nike, di Paolo Borghi primo classificato, ed opere di Nino Perizi, Marino Cassetti e Franco Chersicola, Livio Schiozzi, Claudio Sivini, Carlo Ciussi, Luciano Del Zotto, Gianni Borta, Enzo Mari e Francesco Scarpabolla. Per il "Polo natatorio" Davide Rivalta ha scolpito l'Ippopotamo in equilibrio sulla sfera.

Musei artistici

Musei storici

  • Civico Museo del Castello e Armeria, dedicato alla storia del Castello di San Giusto e ospitato nei locali dello stesso castello, acquisito dal comune nel 1932 e restaurato nel 1936 l'armeria raccoglie armi tra il XII e il XIX secolo.
  • Civico Museo di storia patria, nato come sezione del Museo di storia ed arte, fu ospitato dal 1925 nella palazzina Basevi. Doveva raccogliere i materiali della vita pubblica e privata della città, ma se ne distaccarono nel 1934 i materiali risorgimentali e nel dopoguerra, in seguito ai danni subiti dalla palazzina e lo spostamento alla sede attuale, la collezione di dipinti fu distaccata presso il Museo Sartorio.
  • Civico Museo del Risorgimento e Sacrario Oberdan, raccoglie cimeli rinascimentali cittadini, precedentemente parte della raccolta del Museo di storia patria, ospitati in un edificio costruito nel 1934 dall'architetto Umberto Nordio sul luogo della scomparsa caserma nella quale era stato giustiziato Guglielmo Oberdan.
  • Civico Museo della Risiera di San Sabba, conserva, in alcune sale del monumento, ristrutturato nel 1965 (architetto Romano Boico), una raccolta di cimeli provenienti dai campi di sterminio tedeschi e oggetti sottratti dai nazisti agli ebrei triestini.
  • Civico Museo di guerra per la pace "Diego de Henriquez", istituito nel 1997, raccoglie cimeli di storia militare riuniti dal collezionista Diego de Henriquez.
  • Lapidario Tergestino, ospitato in uno dei bastioni del Castello, custodisce reperti provenienti dagli edifici della Trieste romana e precedentemente custoditi nell'Orto lapidario.
  • Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, nato dalla collaborazione del Comune con le Poste italiane e ospitato nel palazzo delle Poste del 1894, raccoglie cimeli postali della regione e delle zone limitrofe.
  • Museo Etnografico di Servola, sorto nel 1975, per iniziativa di don Dušan Jakomin, con lo scopo di raccogliere, conservare, esporre e mettere a disposizione di studiosi e di quanti siano interessati, documenti e oggetti legati alla storia, alla cultura e al costume del rione di Servola.

Musei scientifici

  • Civico Museo di storia naturale, inaugurato nel 1846 da un'associazione privata (la "Società di amici della scienza naturale") come "Gabinetto zoologico-zootomico", venne donato alla città nel 1852 e si trasferì nella sede attuale con il nome di "Civico museo Ferdinando Massimiliano". Comprende una sezione botanica, una sezione zoologica, una sezione paleontologica e una mineralogica e svolge attività didattica e di ricerca.
  • Civico Acquario Marino, inaugurato nel 1933 ed ospitato nell'ex "Peschiera Centrale", edificata nel 1913 in stile liberty dall'architetto Giorgio Polli. Ospita esemplari della fauna marina adriatica in un sistema di vasche con acqua prelevata direttamente dal mare.
  • Civico Museo del mare, inaugurato nel 1904 come "Museo della pesca" dalla "Società di pesca e piscicultura marina". A questo si aggiunsero materiali provenienti dall'Istituto nautico "Tomaso di Savoia Duca di Genova" di Trieste, con la trasformazione in "Esposizione marina permanente", affidato alla "Società adriatica di scienze naturali". Nel 1968 divenne il museo attuale con la nuova sede allestita dall'architetto Umberto Nordio. Ospita i materiali sulla storia della marineria triestina.
  • Orto Botanico, fondato nel 1842 dal "Gremio farmaceutico", a cui seguì nel 1861 un giardino per le specie spontanee dell'ambiente carsico. Nel 1903 ricevette il nome attuale.

Musei letterari

Dimore storiche

  • Civico museo Sartorio, ospitato in una villa settecentesca, ristrutturata nell'Ottocento e appartenente alla famiglia Sartorio. Conserva alcuni ambienti con arredi originali e diverse collezioni donate alla città, il Trittico di Santa Chiara, opera di Paolo e Marco Veneziano del 1328 e disegni di Giambattista Tiepolo.
  • Civico Museo Morpurgo de Nilma, ospitato nell'appartamento ottocentesco dei banchieri Morpurgo, con gli arredi originali, donato dalla famiglia al Comune nel 1943.

Altri Musei

 
Umberto Saba
 
Italo Svevo
File:James Joyce Trieste 002.jpg
La statua di Joyce a Trieste

Letteratura

L'ambiente culturale mitteleuropeo e la particolare storia di Trieste hanno favorito fin dall'Ottocento l'affermazione di scrittori triestini e l'arrivo di importanti autori stranieri che nella Città vissero a lungo. L'elenco di sotto comprende i più importanti scrittori nativi di Trieste e altri scrittori celebri che vissero e scrissero le loro maggiori opere nel capoluogo giuliano.

Media

Elenco dei media di diffusione locale fruibili a Trieste:

Quotidiani Periodici Case Editrici TV Radio Internet

Redazioni di Trieste:

Eventi

 
Alessandro D'Alatri riceve il Premio "Città di Trieste" per il cinema
  • Electroblog, festival di musica elettronica (sito).
  • Trieste film festival, festival cinematografico che si tiene in gennaio (sito).
  • Science Plus Fiction, novembre, festival cinematografico dedicato alla fantascienza.
  • Barcolana, la regata velica più affollata del mondo: vi partecipano circa 2000 barche. Si tiene ogni anno la seconda domenica di ottobre.
  • Bavisela, maggio, manifestazione sportiva di richiamo internazionale, maratona, triathlon, skiroll, ecc. (sito).
  • Triskell, festival celtico che si tiene in giugno (sito).
  • ITS - International talent support concorso internazionale di moda accessori e fotografia, si tiene a metà luglio (sito).
  • Piazza Europa - Esposizione di commercio itinerante, settembre, nel Borgo Teresiano commercianti ambulanti da tutta Europa riportano la città ai fasti imperiali, in un clima mitteleuropeo di cui la città è simbolo. L'evento è organizzato dalla Camera di Commercio di Trieste (sito).
  • ERA - Esposizione di Ricerca Avanzata, novembre - dicembre, rassegna biennale di scienza e tecnica organizzata da "Globo divulgazione scientifica", che vede la partecipazione di numerosi istituti di ricerca nazionali ed internazionali.
  • Barcolissima, agosto, musica dal vivo, intrattenimento, specialità gastronomiche ed il concorso "La Nonna di Trieste" presso la pineta di Barcola.
  • Fiera di San Nicolò, dicembre, dal 1923 in viale XX Settembre, con il "vero" San Nicolò che il 6 dicembre regala dolci ai bambini.
  • Mercatini di Natale, dicembre, in piazza Sant'Antonio.
  • Il Presepe Vivente, dicembre, in piazza Sant'Antonio tanti animali vivi ed il cammello Giulio, beniamino di triestini e turisti.
  • La Notte dei Saldi, luglio, negozi aperti fino a notte fonda, concerti e attrazioni in tutta la città nel primo sabato di luglio in occasione dell'inizio dei saldi estivi.

Dal 2007 in città si svolge il Premio Letterario Nazionale "Città di Trieste". Durante l'evento tra gli altri viene assegnato il "Città di Trieste" riconoscimento alla carriera per la letteratura, il cinema e il teatro con la consegna dell'Alabarda d'oro, scultura realizzata dal celebre artista triestino Bruno Chersicla.

Personalità legate a Trieste

Sono molti i triestini celebri nell'ambito di storia, cultura, scienza, sport.

Lista delle personalità legate a Trieste

Architetti

Giornalisti

Imprenditori

Scrittori di lingua italiana

Scrittori di dialetto triestino

Scrittori di lingua tedesca

Scrittori di lingua slovena

Altri scrittori

Personaggi storici

Personalità dell'arte e dello spettacolo

Pittori

Politici e statisti

Santi

  • San Giusto, martire e patrono della città.
  • San Nicolò ( Sankt Niklaus )
  • San Servolo, martire
  • San Lazzaro, diacono e martire
  • San Sergio, martire
  • Sant'Apollinare
  • Sante Eufemia e Tecla, vergini e martiri
  • Beata Maria Teresa Ledochowska, vergine

Sportivi

Studiosi

Astrofisici

Botanici

Critici

Fisici

Matematici

Storici

Geografia antropica

Circoscrizioni e rioni

Circoscrizioni

  1. Altopiano Ovest
  2. Altopiano Est
  3. Roiano - Gretta - Barcola
  4. Città Nuova - Barriera Nuova - San Vito - Città Vecchia
  5. Barriera vecchia - San Giacomo
  6. San Giovanni - Chiadino - Rozzol
  7. Servola - Chiarbola - Valmaura - Borgo San Sergio

Rioni tradizionali e/o frazioni corrispondenti alle circoscrizioni

  1. Borgo San Nazario, Contovello (Kontovel), Prosecco (Prosek), Santa Croce (Križ),
  2. Banne (Bani), Basovizza (Bazovica), Gropada (Gropada), Opicina (Opčine), Padriciano (Padriče), Trebiciano (Trebče),
  3. Barcola, Cologna, Conconello, Gretta, Grignano, Guardiella, Miramare, Roiano, Scorcola
  4. Barriera Nuova, Borgo Giuseppino, Borgo Teresiano, Città Nuova, Città Vecchia, San Vito, San Giusto, Campi Elisi, Sant'Andrea, Cavana
  5. Barriera Vecchia, San Giacomo, Santa Maria Maddalena Superiore
  6. Cattinara, Chiadino, Guardiella, Longera, San Giovanni, Rozzol, Melara
  7. Chiarbola, Coloncovez, Santa Maria Maddalena Inferiore - Raute (Rovte), Santa Maria Maddalena Superiore, Servola (Škedenj), Poggi Paese, Poggi Sant'Anna, Valmaura, Altura

Comparazione: Città ed Aree Metropolitane Italiane

Quindicesima area urbana e area metropolitana del Paese, la prima della Regione, e la seconda del Triveneto, dopo l'area integrata Venezia-Padova-Treviso.

Area metropolitana Pop. Città metro Popolazione
(abitanti)
Superficie
(in km²)
1 Regione Metropolitana Milanese 3.000.000 7.000.000 12.000 km2
2 Regione Metropolitana di Napoli 2.200.000 5.000.000 2.300 km2
3 Regione Metropolitana di Roma 3.800.000 4.340.000 3.089 km2
4 Regione Metropolitana Veneta 360.000 3.270.000 6.680 km2
5 Regione Metropolitana di Torino 1.460.000 1.700.000 1.127 km2
6 Area Metropolitana Fiorentina 600.000 1.500.000 4.844 km2
7 Area Metropolitana della Liguria Centrale 740.000 1.400.000 4.200 km2
8 Area Metropolitana di Palermo 860.000 1.040.000 1.391 km2
9 Area Metropolitana di Bari 620.000 1.000.000 2.270 km2
10 Area Metropolitana di Bologna 580.000 980.000 3.703 km2
11 Area Metropolitana di Catania 580.000 760.000 939 km2
12 Area Metropolitana di Messina 250.000 480.000 1.135 km2
13 Area Metropolitana di Cagliari 370.000 470.000 1.800 km2
14 Area Metropolitana di Reggio Calabria 240.000 380.000 1.165 km2
15 Area Metropolitana di Trieste 220.000 240.000 212 km2

Economia

 
La Borsa vecchia, oggi sede della Camera di commercio
 
La sede legale e direzione del gruppo Allianz in Italia, presso l'ex sede del Lloyd Adriatico

Le attività commerciali e industriali della città sono ancora legate, anche se in misura minore rispetto al passato, al porto. Nonostante l'incidenza negativa di quest'ultimo sul piano economico e occupazionale, la popolazione triestina gode di un alto tenore di vita (nel 2008 la Provincia di Trieste era seconda in Italia dopo quella di Milano[19]) e di elevati livelli di reddito[20].

Nel settore dell'industria ci sono stabilimenti che trattano la meccanica industriale e navale (cantieri), la metallurgia (ferriera), in funzione dalla fine del '800. Uno dei principali insediamenti industriali è la fabbrica della Wärtsilä Italia, ex Grandi Motori Trieste, il più grande stabilimento per la produzione di motori navali in Europa e uno dei più importanti di componenti per centrali elettriche. Lo stabilimento, in continua crescita, ha ricevuto anche delle commesse per le ricostruzioni di centrali in Iraq. Sempre in ambito navale, Trieste è anche sede del gruppo Fincantieri (con cantieri presenti in Italia, Germania e USA), leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e in ascesa nel settore della marina militare.

Grazie allo sviluppo dell'industria meccanica favorito dai numerosi cantieri navali, a partire dai primi anni del XX secolo vennero fondate società per la produzione di veivoli e autoveicoli, raggiungendo il massimo sviluppo a partire dal 1922[21], con l'insediamento di uno stabilimento della Ford e della sede legale della filiale italiana[22], per poi vedere chiudere le attività produttive dal 1931 in poi a causa delle pressioni della Fiat al regime fascista.[23] Le ultime imprese attive nella produzione di autoveicoli chiusero nel secondo dopoguerra.

A Trieste si trovano anche i laboratori della Alcatel e della Telit, importanti compagnie operante nel settore delle telecomunicazioni.

Nel settore alimentare possiamo ricordare importanti società come Illy (caffè), Principe e Sfreddo (salumi), Parovel, Potocco, Pasta Zara, Stock. Sono di fondazione triestina anche la Hausbrandt (caffè) e la Dreher.

Oltre il 90% di tutte le aziende industriali e buona parte di quelle artigianali (es. Zona Artigianale DOLINA) trovano la loro sede nella zona industriale sita nelle valli di Zaule e delle Noghere, a cavallo dei Comuni di Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle/Dolina, amministrata dall'EZIT.

A Trieste è presente un settore avanzato della ricerca scientifica, un Sincrotrone, un centro Avanzato di Fisica Teorica, e terziario avanzato.

La città è sede di compagnie assicurative, fondate a Trieste nel periodo Asburgico : come Generali, SASA Assicurazioni, RAS e Lloyd Adriatico (ora di proprietà di Allianz Italia Spa).

Nella zona di Trieste è, in discussione su pressione della Regione, la costruzione di uno o due gassificatori di GNL: uno a terra in zona Zaule ed uno fuori costa nel Golfo di Trieste.

A Trieste c'e' anche la sede dell'Italia Marittima (ex Lloyd Triestino) società nata nel 1836 ed a oggi una delle più vecchie e longeve compagnie di navigazione del mondo.

Infrastrutture e trasporti

 
Raccordi autostradali e superstrade a Trieste. In verde chiaro le tratte inaugurate nel 2008.
 
La stazione ferroviaria
 
Bus urbani della Trieste Trasporti

Rete stradale e autostradale

Trieste è un importante nodo di comunicazioni tra l'Italia e tutta l'Europa dell'est.

Principali infrastrutture:

Il collegamento con la SS 202 è stato aperto il 19 novembre 2008

È raggiungibile in automobile dall'autostrada A4 Venezia – Trieste (interessata negli ultimi tempi da un progetto di allargamento a tre corsie per ogni senso di marcia visto l'aumento sensibile del flusso veicolare negli ultimi anni) attraverso il primo svincolo presso Sistiana da cui ci si collega alla Strada regionale 14 e si può ammirare il paesaggio sul golfo dalla cosiddetta Strada Costiera. Dopo questa uscita l'autostrada prende il nome di Raccordo Autostradale 13. Altre uscite sono nei pressi di Prosecco ed è stato ultimato e aperto al traffico a novembre 2008 l'ultimo tratto Padriciano – Cattinara. La città è collegata anche alla rete autostradale Slovena. Verso Lubiana il transito avviene attraverso il vecchio valico confinario di Fernetti, mentre verso l'Istria avviene attraverso la bretella verso il valico di Rabuiese che collega la città alla rete autostradale verso Capodistria e Pola.

L'insieme delle strade a scorrimento veloce che collegano l'A4 a Trieste e ai valichi con la Slovenia è definito Grande Viabilità Triestina.

Il sistema delle infrastrutture stradali è ampiamente sfruttato dall'Autostazione di Trieste che garantisce collegamenti in pulmann quotidiani per numerosi centri urbani di Slovenia, Croazia, Serbia e la capitale bulgara Sofia, mentre alcune autolinee collegano, con una frequenza minore, la città con altri stati dei Balcani.

Rete ferroviaria

Trieste è servita dalle linee per Venezia e Udine di RFI S.p.A. che la collegano con il resto del paese; l'austroungarica Ferrovia Meridionale collega la città con Lubiana e Vienna, mentre la Ferrovia Transalpina raggiunge l'attuale Repubblica Ceca. Il traffico passeggeri di Trieste è concentrato nella Stazione Centrale con collegamenti quotidiani EurostarCity, Intercity, Intercity Notte) verso le maggiori località italiane. I treni Euronight per l'Est Europa fermano a Villa Opicina.

Il 2 aprile 2009 ha iniziato l'attività il nuovo terminal DB AutoZug per il trasporto ferroviario con auto al seguito con partenze quattro volte alla settimana per diverse città tedesche.

Dal porto di Trieste partono quotidianamente numerosi treni merci e le cosiddette RoLa (Rollende Autobahn, "autostrade viaggianti"). Le principali destinazioni sono, in Europa: Salisburgo, Villach, Linz, Vienna, Lovosice, Brno, Bratislava, Budapest, Monaco di Baviera e Ulma. In Italia i treni servono Bologna, Milano e Padova, mentre navette merci collegano il porto con l'interporto di Cervignano del Friuli. Sono in corso d'organizzazione sevizi analoghi con gli autoporti di Fernetti e Gorizia.

Trieste è anche attraversata dal cosiddetto Corridoio 5, un corridoio paneuropeo che percorre l'intera Europa da Lisbona a Kiev. Nell'ambito dello sviluppo di questa direttrice sono in progetto opere per il miglioramento della mobilità europea, tra cui il tracciato AV - AC Venezia - Trieste, attualmente in fase di approfondimento delle condizioni progettuali (ipotesi di tracciato con affiancamento Autostrada A4), che comprende anche il progetto sotterraneo Ronchi dei Legionari - Trieste, in fase di modifica dopo la bocciatura nella valutazione di impatto ambientale.

Sono allo studio anche diverse ipotesi per il tracciato Trieste - Divaccia (Slovenia), la tratta transfrontaliera, probabilmente tutta in galleria sotterranea che, attraversata la città, si collegherà alla bretella ferroviaria proveniente da Capodistria per poi dirigersi verso Lubiana.

Aeroporto

Trieste si serve dell'Aeroporto di Ronchi dei Legionari, unico scalo regionale.

Portualità

 
Porto vecchio
  Lo stesso argomento in dettaglio: Porto di Trieste.

Trieste ha un porto di notevoli dimensioni con diversi terminal, da quello container, alle banchine per i traffici Ro-Ro con la Turchia, principale "porta" europea dei prodotti turchi, fondamentali per lo scalo. Rilevanti anche la movimentazione del caffè (un terzo delle importazioni nazionali) e il terminal petrolifero, da cui parte l'oleodotto Transalpino, che rifornisce Austria, Baviera e Repubblica Ceca. Riguardo al traffico passeggeri è in crescita l'attività croceristica che porta ogni estate più di 100.000 passeggeri. È prevista la costruzione della Piattaforma Logistica, uno snodo intermodale porto - ferrovia che riguarderà l'attuale settore del Porto Nuovo dove attualmente sorge la Ferriera di Servola.

Trasporto pubblico locale

Autolinee e tranvie

Il sistema dei trasporti di Trieste è gestito dalla Trieste Trasporti ed è ben sviluppato e distribuito su tutto il territorio comunale e provinciale. La rete di autobus comprende le linee cosiddette "urbane", il cui percorso rimane all'interno del territorio cittadino, nonché diverse linee che collegano la città alle sue frazioni come Basovizza, Prosecco o Opicina sull'altopiano carsico, e l'unica tranvia rimasta in funzione, il tram de Opcina. Altre linee coprono l'intero territorio provinciale raggiungendo Muggia e Sistiana. Dal primo settembre 2008 la Trieste Trasporti ha istituito una linea internazionale che collega la città con Sesana ad un prezzo agevolato (1,00 €).

Collegamenti marittimi

Trieste ha una lunga tradizione nei collegamenti via mare, che servono la città e le zone limitrofe sia nella regione Friuli-Venezia Giulia e l'Istria. Tali linee cessarono di operare nella seconda metà degli anni settanta del XX secolo, per essere ripristinate solo a partire dell'estate 1999. La Trieste Trasporti organizza attualmente le linee di navigazione con il capoluogo verso la cittadina istriana di Muggia e nel periodo estivo sono attivi altri collegamenti verso Barcola e poi Grignano e Sistiana, dalla quale è poi attivo un servizio marittimo per Duino e Monfalcone. Questi servizi sono però curati da compagnie di navigazione locali.

Sempre durante il periodo estivo è attivo un collegamento marittimo gestito dall'APT con la cittadina di Grado.

La società Trieste Lines, invece, ha in gestione il sistema di collegamenti con la costa istriana, con aliscafi veloci che raggiungono Portorose, Parenzo e Rovigno.

Azienda Armatore Linea Periodo Frequenza
Trieste Trasporti TripNavi Trieste - Barcola - Grignano - Sistiana Maggio - settembre 5 viaggi quotidiani
Trieste Trasporti Delfino Verde Navigazioni Trieste - Muggia Intero anno 10 viaggi giorni feriali, 6 festivi
Trieste Trasporti Delfino Verde Navigazioni Sistiana - Duino - Monfalcone Luglio - Agosto 3 corse giornaliere
APT Gorizia Delfino Verde Navigazioni Trieste - Grado Giugno - settembre 3 viaggi quotidiani
Trieste Lines Trieste Lines Trieste - Portorose - Rovigno Maggio - ottobre Fino a 3 viaggi quotidiani d'estate

Distanze stradali

Le distanze sono calcolate dal centro città.

Località italiane

Località straniere

Amministrazione

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Consolati

A Trieste sono presenti rappresentanze consolari[24] di:

Gemellaggi

Accordi di collaborazione

Sport

  Lo stesso argomento in dettaglio: Baseball a Trieste.

Nella città sono presenti numerose società sportive, tra le quali:

Squadre maschili

Squadre femminili

Trieste è stata arrivo di tappa del Giro d'Italia:

Trieste è stata anche partenza di tappa:

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Trieste inverte la rotta gli abitanti sono 182 in più, su ilpiccolo.gelocal.it. URL consultato il 14-01-2010.
  2. ^ [1]
  3. ^ http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/12/qualita-vita-2009.shtml?uuid=8055d2d4-ec79-11de-8611-3bf5bd190b43&DocRulesView=Libero
  4. ^ Atlante Enciclopedia Geografica Garzanti, Garzanti Ed., Milano 1974
  5. ^ Cfr. il sito Archeologica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
  6. ^ Geogr., V, 1, 9; VII, 5, 2
  7. ^ I secolari contatti della città con il mondo mitteleuropeo e in particolare con l'area germanofona e slavofona ha facilitato tuttavia l'introduzione di un certo numero di termini, di origine per lo più tedesca e slovena e, in minor misura, friulana e croata (ma anche ungherese, greca, ebraica, francese e persino turca e di altre lingue) nel lessico triestino. Cfr. a tale proposito: G. Pinguentini, Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino Trieste, Borsatti, 1954
  8. ^ Citazione tratta da Annamaria Vinci, Il fascismo al confine orientale sta in: Claudio Magris e Giovanni Miccoli (a cura di), Il Friuli-Venezia Giulia, della serie Storia d'Italia, le Regioni dall'unità ad oggi, Vol.I, pag. 423, Torino, Giulio Einaudi Ed., 2002
  9. ^ P.A. Quarantotti Gambini, Primavera a Trieste, Mondadori, Milano 1951
  10. ^ Quirinale, 9 novembre 1956
  11. ^ Cfr. Raoul Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio (pag. 227), Milano, Rizzoli, 2005, ISBN 88-17-00562-2
  12. ^ Eugen Gelcich, Studien über die Entwicklungs-Geschichte der Schiffahrt mit besonderer Berücksichtigung der nautischen Wissenschaft, Laibach, 1882.
  13. ^ Dati tratti da:
  14. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  15. ^ Censimento 1971
  16. ^ C. Schiffrer, "Autour de Trieste", Fasquelle Éditeurs, Parigi 1946, p.48; G. Valdevit, "Trieste. Storia di una periferia insicura", Bruno Mondadori, Milano 2004, p. 5; Angelo Vivante, Irredentismo adriatico, Firenze 1912 (ristampato 1945), p. 158-164; Carlo Schiffrer, Historic Glance at the Relations between Italians and Slavs in Venezia Giulia, Trieste 1946, p. 25-34; Pavel Stranj, Slovensko prebivalstvo Furlanije-Julijske krajine v družbeni in zgodovinski perspektivi, Trieste 1999, p. 296-302; Jean-Baptiste Duroselle, Le conflit de Trieste 1943-1954, Bruxelles 1966, p. 35-41
  17. ^ Silva Bon, Gli ebrei a Trieste. Identità, persecuzioni, risposte, Gorizia, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione del Friuli-Venezia Giulia e Libreria Editrice Goriziana, 2000, pag. 29
  18. ^ http://demo.istat.it/str2008/index.html
  19. ^ Qui di seguito si elencano i 6 parametri utilizzati da Il Sole 24 Ore per la determinazione del tenore di vita: 1) Pil pro capite; 2) depositi bancari pro capite; 3) importo medio delle pensioni; 4) consumi delle famiglie (per auto, mobili ed elettrodomestici); 5) indice Foi sul costo della vita; 6) costo delle abitazioni (Elaborazione de Il Sole 24 Ore su dati dell'Istituto Tagliacarne, Abi-Bankitalia, Istat, Inps, Findomestic, Centro Studi Sintesi ed Orizzonti Immobiliari). Cfr. Il Sole 24 Ore del 29 dicembre 2008 (Inserto: Dossier del Lunedì pag. 4)
  20. ^ La Provincia di Trieste, corrispondente sotto il profilo demografico in massima parte alla città di Trieste, aveva, secondo le ultime rilevazioni del 2007 (Il Sole 24 Ore / Istituto Tagliacarne) un Pil di Euro 28.941,25 pro capite (del 17,2% superiore alla media nazionale). Cfr. Il Sole 24 Ore del 29 dicembre 2008 (Inserto: Dossier del Lunedì pag. 4)
  21. ^ Between Agnelli and Mussolini: Ford’s unsuccessful attempt to penetrate the Italian automobile market in the interwar period, Università di MIlano-Bicocca, pag.6
  22. ^ media.ford.com Ford Timeline
  23. ^ Between Agnelli and Mussolini: Ford’s unsuccessful attempt to penetrate the Italian automobile market in the interwar period, Università di MIlano-Bicocca, pag.8, 12
  24. ^ Corpo consolare di Trieste, elenco delle Rappresentanze nel 2009
  25. ^ Ex sede della Luogotenenza imperiale austriaca

Bibliografia

  • Angelo Ara, Claudio Magris: Trieste. Un'identità di frontiera. Torino, Einaudi 2000 (orig. 1982). ISBN 88-06-59823-6
  • Fabio Cusin: Appunti alla storiua di Trieste. Udine, Del Bianco 1983.
  • Trieste, Austria, Italia tra Settecento e Novecento: studi in onore di Elio Apih. A cura di Marina Cattaruzza. Udine, Del Bianco 1996.
  • Marina Cattaruzza: L'Italia e il confine orientale 1866-2006. Bologna, Mulino 2007. ISBN 978-88-15-11394-8

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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Quotidiani

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