Federico Marconcini
Federico Marconcini (Collegno, 2 aprile 1883 – Bruino, 29 giugno 1974) è stato un docente e politico italiano, sin dalla fondazione, professore presso la Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane
Biografia
Crebbe fra Collegno e la Valle di Susa, presso il Castello di Bruzolo, che la sua famiglia possedeva da più di un secolo e dove si stabilì nel 1919, dopo le nozze con Lidia Marconcini Torretta. Lì Federico Marconcini risiedette per gran parte della sua vita, quando non era impegnato con le lezioni universitarie o gli incarichi parlamentari. Uomo dalla profonda fede cristiana, aderì all' Azione Cattolica, nella quale ebbe incarichi rilevanti a livello regionale nel campo della formazione. Durante la Prima guerra mondiale venne decorato al valore militare e creato successivamente cavaliere "per merito di guerra" e poi nel 1957 Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Attività scientifica e professionale
Si laureò in giurisprudenza nel 1907 all'Università di Torino dove insegnava il professor Achille Loria. Fu poi docente, dalla sua fondazione, di Scienza delle Finanze all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ottenne incarichi (solo annuali per problemi politici durante il fascismo) come professore universitario di Politica Economica e Politica Finanziaria all'Università di Torino. Libero docente di Economia Politica, scrisse oltre venti testi scientifici di economia, alcuni saggi storici (come Bruzolo e i suoi Trattati sul Trattato di Bruzolo del 1610 e Cavalcata di secoli attraverso il Valico del Cenisio, editi dalla Società di Studi Storici Segusium) e negli anni '20 un importante profilo su Giuseppe Toniolo, ispiratore di un impegno attivo dei cattolici nella politica e nel sociale.
Attività politica e incarichi
Federico Marconcini compì tutta la sua attività politica nell'ambito del Partito Popolare Italiano prima e della Democrazia Cristiana poi. Aderì alle idee di don Luigi Sturzo fin dalle origini e pose un forte accento sulla politica economica e sulle autonomie locali, anche nel dopoguerra. Iniziò giovanissimo l'attività politica, sulla scorta della Lettera Enciclica Rerum Novarum. Proprio nella chiave della polìs, l'amore per il territorio in cui viveva, va letto l'impegno giornalistico nel settimanale diocesano La Valsusa, fondato nel 1897. Valente oratore, fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano in Piemonte nel 1919, nel quale ricoprì le cariche di consigliere provinciale, Deputato nella XXV Legislatura del Regno d'Italia (1919-21), poi della XXVI (1921-24) e XXVII. Vicino alla Famiglia Reale, partecipò alla Secessione aventiniana, fu fermo oppositore del fascismo e per questo venne perseguitato dal Regime, dichiarato decaduto dalla carica di deputato nel 1926 e costretto a ritirarsi dalla vita politica attiva come Alcide de Gasperi. Nel 1946 venne eletto consigliere comunale a Torino, poi Senatore nella I Legislatura della Repubblica Italiana dal 1948 al 1953, e deputato del Collegio di Torino/Novara Vercelli. Optò per il Senato e si dimise dalla carica di consigliere comunale. Nel 1953 ottenne il successo elettorale nel collegio di Torino Centro, ma non venne eletto per via del meccanismo della legge elettorale. Tra il 1951 e il 1965 fu consigliere della Provincia di Torino, sempre con la Democrazia cristiana. Tra gli incarichi, nel secondo dopoguerra sono da rimarcare la funzione di Capo Delegazione del Governo Italiano a Londra per la sistemazione del debito pubblico dell'Austria e l'essere stato uno dei primi membri italiani del Consiglio d'Europa a Strasburgo.
Ricoprì anche gli incarichi di:
- presidente della Commissione parlamentare di vigilanza per il debito pubblico;
- vice presidente della Commissione speciale del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro;
- consigliere nazionale della Confederazione italiana delle Cooperative;
- membro del Consiglio Interministeriale per le agevolazioni alla media e piccola industria;
- membro del Consiglio di Amministrazione dell'ATIVA (Autostrada Torino - Ivrea - Aosta)