Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni di Verona

L'Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni di Verona era un organismo, appartenente alle forze armate dell'impero austriaco, dislocato nella città di Verona (all'epoca appartenenete all'Austra), che si occupò della costruzione e della gestione delle fortificazioni a difesa della zona.


Periodo storico

Bibliografia

  • Vittorio Jacobacci, La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866, Verona, Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno, dicembre 1980.

Voci correalte




















Forte Cimo Grande

Il forte Cimo Grande è una fortificazione edificata tra il 1905 e il 1913



















Ciclopista della Valle dell'Adige

Ciclopista della Valle dell'Adige
Percorso
InizioCadin
FineAvio
Lunghezza80 km
Dettagli
 

La ciclopista della Valle dell'Adige è una pista ciclabile che parte dal confine tra la provincia di Trento e quella di Bolzano e seguendo il corso del fiume Adige arriva fino a Borghetto, a ridosso dell'inizione del Veneto.

Descrizione

Lunga 80 km, la pista collega il nord e il sud del Trentino Alto Adige e la provincia di Verona con quella di Bolzano. Si sviluppa sia sulla riva destra che sinistra dell'Adige, sfruttando strade di campagna e arginali. E' quasi interamente interdetta al traffico, eccetto rari mezzi agricoli che possono attraversarla per arrivare verso i campi coltivati. Il dislivello in qualsiasi dei due sensi di marcia è praticamente inesistente.

La pista parte da poco più a sud di Bolzano ed è facilmente collegata con le altre piste ciclabili della zona ed in particolare con la cilopista che parte da Vipiteno.

Poco prima di arrivare al primo paese, San Michele all'Adige, esiste una variante che porta verso Mezzolombardo e Mezzocorona, denomnaita Teroldego di 7 km. parte una variante. Continuando si raggiunge il paese di Nave di San Rocco, dove si riguadagna la sponda sinistra dell'Adige.

Intorno al quindicesimo km ci si discosta dal fiume per percorrere il centro della valle attraversando il Biotopo Foci dell'Avisio.

La pista cicalbile prosegue costeggiando la città di Trento, si raggiungq quindi i comuni di Mattarello, Besenello e Calliano. A questo punto si riattraversa l'Adige per portarsi verso il paese di Nomi dove è presente un bicigrill struttura di ristoro dedicata ai ciclisti.

Proseguendo si attraversa Rovereto arrivando a suoerare i 50 km complessivi. Si riattraversa il fiume Adige sulla diga di Mori, da non molto lontano parte la pista ciclabile Rovereto-Lago di Garda. Da questo momento si costeggia la ferrovia del Brennero fino ad arrivare ala frazione si Chizzola (Ala).

Ora si prosegue verso il comune di Avio, dominato dal Castello di Sabbionara, gli ultimi 5 km si percorrono tutti sull'argine dell'Adige, fino ad arrivare a Borghetto in corrispondenza del confine con la provincia di Verona.

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Ciclopista della Val di Fassa e Val di Fiemme

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Ciclopista della Val Rendena

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Verona austriaca

Per Verona Austriaca si intende il periodo della storia di Verona in cui la città subì il dominio dell'[Impero Austriaco]] e che va dal 1816 al 1866 quando il Veneto fu annesso al Regno d'Italia.

Quadro storico

La dominazione austriaca

La piazzaforte di Verona: aspetti militari

Le fortificazioni

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema difensivo di Verona.
 
Il Forte Santa Caterina in una foto ottocentesca

Vista l'importanza strategica di Verona, l'austria si produsse in un ampio sforzo per la sua fortificazione. L'impulso a ciò venne sicuramente dal feldmaresciallo Josef Radetzky, comandante dal 1834 dell'esercito austriaco in italia. Tra il 1833 e il 1848, grazie al piano dell'ingegnere militare austriaco Franz von Scholl, si provvedè a fortificare la città con l'ammodernamento dei bastioni di epoca veneziana a proteggere il lato meridionale e con la costruzione di mura e forti per la parte settentrionale. Tra i forti edificati in questo periodo ne ricordiamo alcuni: forte Sofia, forte San Leonardo, forte San Felice.

Terminata la prima guerra d'indipendenza, che nonostante la finale vittoria austriaca aveva minacciato la città di Verona, le autorità occupanti decisero di fare del luogo una perfetta piazza d’evoluzione e di deposito per l’armata imperiale. Si provvedè così a costruire una serie di forti esterni alla città, conosciuti come primo e secondo campo trincerato di Verona (ricordiamo, ad esempio: forte Santa Caterina, forte Chievo, forte Santa Lucia, forte Dossobuono, forte Azzano, ecc..), . Ancora più lontani, atti a prevenire un aggiramento della fortezza di Peschiera e a proteggere la via per il Brennero, furono edificati i forti del gruppo di Rivoli e di Pastrengo.

Logistica e apparati militari

Aspetti sociali ed economici

A causa della sua importanza strategica, Verona, divenne così una fondamentale piazza fortificata. Questo comportò sulla popolazioe civile il dover sottostare alla cosidettà servitù militare. Questo comportava svariati aspetti che incidevano sulla vita di ogni giorno e sull'economia della zona. In particolare vigevano le seguenti restrizioni:

  • Divieti per i civili di avvicinarsi alle struttura militari e transitare su particolari strade
  • Severe regolamentazioni sulle costruzioni civili
  • Restrinzioni alle attività agricole, in particolare vigeva il divieto di piantere alberi ad alto fusto nelle zone di tiro della artiglieria ed in particolare nella zona della 'spianata, campo di esercitazione e di manovra. Le viti non potevano superare il metro e venti centimetri da terra.
  • Permessi per costruzioni industriali, in determinate zone, venivano concessi soltanto con l'obbligo del proprietario di poter smantellare la struttura in meno di 24 ore, se ne fosse stato necessario. Le uniche costruzioni permesse furono così praticamente delle baracche di legno di natura temporanea.

Queste restrinzioni pesarono non poco sull'economia della città, ed in particolare sullo sviluppo urbano e industriale date le precarie strutture che si potevano edificare.

Ad aggravare ciò non mancarono imposte aggiuntive per il mantenimento della guarnigione e numerosi espropri per requisire terre ove costruire fortezze.

Tutto ciò andò ad aggravarsi sempre di più, man mano che la città e dintorni andava fortificandosi. Se prima del 1848 il dominio austriaco non comportava grossi sacrifici alla popolazione, da quell'anno fino al 1866 i divieti e gli obblighi di servitù andarono ad aumentare quasi giornalmente e le tasse radoppiarono.

L'aspetto economicamente positivo di questa occupazione, fu che l'impeto nella costruzioni delle grandiose fortificazioni, portò ad una elevata richiesta di manodopera e di servizi associati. La disoccupazione fu praticamente azzerata fino a farne soffrire addirittura l'agricoltura che si ritrovò con pochi lavoratori in quanto la maggior parte dei braccianti si era spostata verso i cantieri militari. Non mancarono ampi guadagni per alcuni commercianti e costruttori che riuscirono ad aggiudicarsi appalti con l'esercito occupante, ma sostanzialmente la città visse un periodo di stagnazione del suo naturale sviluppo.

Popolazione locale di Verona e militari austriaci non legarono mai particolarmente. Furono poche le famiglie veronesi che offrirono ospitalità agli ufficiali e i soldati della guarnigione, benchè presenti in ogni luogo della città, non furono mai en visti. Questo sentimento fu reciproco e anche gli austriaci limitarono i contatti con gli autoctoni allo stretto necessario, frequentado luoghi tacitamente riservati a loro.

Nonostante questo clima, nella città, non si verificarono mai particolari tumulti o manifestazioni contro l'occupazione. Va ricordato lo sbeffeggio all' imperatore Francesco Giuseppe e alla principessa Elisabetta in visita alla città nel 1857, quando fu lanciato un pupazzo allusivo da un arcovolo dell'arena.

C'è da dire che le numerose sentenze del tribunale militare e la cospicua presenza della polizia austriaca, sconsigliava qualsiasi manifestazione o atto di ribellione; le punizioni sarebbero stare durissime.

Un esempio eclatante della netta separazione tra veronesi e austriaci è che quest'ultimi edificarono anche dei propri cimiteri separati da quelli degli abitanti. Il cimitero austriaco destinato ai soldati deceduti in servizio a Verona era situato nei dintorni di Forte San Procolo, mentre per gli ufficiali era stata predisposta un'ala vicino al cimitero monumentale, dove ora vengono inumate le salme dei bambini. Qui ad esempio possiamo trovare ancora la tomba di Franz von Scholl, abile ingegnere che diresse le costruzioni delle prime fortificazioni della città.


1866: la fine della dominazione

Note

Bilbiografia

  • Vittorio Jacobacci, La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866, Verona, Cassa di Risparmio di Verona Vicenza e Belluno, dicembre 1980.
  • AA. VV, Il Quadrilatero: nella storia militare, politica, economica e sociale dell'Italia risorgimentale, Verona, Comune di Verona, 1967.

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Verona Veneziana

Per Verona Veneziana si intende il periodo della storia di Verona in cui la città è rimasta sotto la dominazione della Repubblica di Venezia. Questo periodo storico va dal 24 giugno 1405, data della dedizione di Verona a Venezia al 1 maggio 1976 con l’entrata in città delle truppe francesi di Napoleone.

Quadro storico

Il dominio Veneziano

Architettura Veneziana a Verona

Note

Bilbiografia

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Inondazione di Verona del 1882

L'inondazione di Verona fu una inondazione del fiume Adige che colpì la città nel 1882.

Precedenti innondazioni della città

L'inondazione del 1882

Note

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Ponte diga del Chievo

Ponte diga del Chievo
Localizzazione
Stato  Italia
CittàVerona
Dati tecnici
Tipodiga
Materialecalcestruzzo armato e acciaio
Realizzazione
Costruzione1920-1923

Note

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Ponte del Saval

Ponte del Saval
Localizzazione
Stato  Italia
CittàVerona
Dati tecnici
Tipo[[]]
Realizzazione
ProgettistaBruno Gentilini, Antonio Pasqualini
Costruzione...-1971

ingegnere Bruno Gentilini e architetto Antonio Pasqualini,

collega la Statale 12 con il quartiere del Saval e con la circonvallazione esterna alla cinta muraria. ponte più largo esistente a Verona.

Note

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Stazione di Domegliara

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Pedemonte

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Strada del Ponale



Canale Camuzzoni

Giulio Camuzzoni


Note

Bilbiografia

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