Lathyrus vernus
La Cicerchia primaticcia (nome scientifico Lathyrus vernus, (L.) Bernh. 1800) è un piccolo arbusto perenne ed erbaceo appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
Cicerchia primaticcia | |
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![]() Lathyrus vernus | |
Classificazione APG IV | |
Regno | Plantae |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Tricolpate basali |
(clade) | Rosidi |
(clade) | Eurosidi I |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Classificazione Cronquist | |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Rosidae |
Ordine | Fabales |
Famiglia | Fabaceae |
Genere | Lathyrus |
Specie | L. vernus |
Nomenclatura binomiale | |
Lathyrus vernus (L.) Bernh., 1800 | |
Nomi comuni | |
Veccione di primavera |
Il genere Lathyrus è abbastanza corposo : comprende da 100 a 200 specie a seconda delle varie classificazioni di cui almeno 40 vivono spontaneamente in Italia.
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia di questa specie (Fabaceae) è chiamata Leguminosae ma anche Papilionaceae.
Il genere di questa specie è polimorfo. Infatti Linneo inizialmente aveva sistemato la specie di questa scheda in un genere a parte, ora divenuto una sezione del genere Lathyrus : Orobus (L.); sezione caratterizzata da piante perenni, prive di cirri ma con strutture fogliari terminanti con una breve “seta” (o resta - filamento terminale rigido).
La variabilità di questa specie si manifesta nella forma e nelle dimensioni delle foglie (vedere il paragrafo “Varietà alpine”). Facilmente si possono trovare individui “stenofili” (con foglie a segmenti filiformi), oppure piante con infiorescenze di dimensioni maggiori della norma.
Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
- Lathyrus vernus proles gaudinii Rouy (1899) (sinonimo = L. vernus subsp gracilis)
- Lathyrus vernus subsp. flaccidus (Ser.) Arcang. (1894) (sinonimo = L. vernus subsp. gracilis)
- Lathyrus vernus subsp. gracilis (Gaudin) Arcang. (1882) (sinonimo = L. vernus subsp. flaccidus)
- Lathyrus vernus subsp. vernus
- Lathyrus vernus var. macranthus Rohlena
Con altre specie Lathyrus vernus forma il seguente ibrido interspecifico :
- Lathyrus ×tournefortii (Lapeyr.) A.W. Hill (1926) – Ibrido fra : Lathyrus occidentalis e Lathyrus vernus
La specie di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Orobus vernus L. (1753) (basionimo di Lathyrus vernus subsp verbus)
- Orobus gracilis Gaudin (1829) (basionimo di Lathyrus vernus subsp gracilis)
Specie simili
- Vicia oroboides Wulfen – Veccia bastarda : molto simile, ma i racemi sono quasi privi di peduncolo e le stipole sono più piccole.
- Lathyrus venetus (Mill.) Wohlf. - Cicerchia veneta : il fusto è striato e con foglie più grandi; il racemo inoltre è più numeroso (fino a 20 fiori); l'habitat è un po' diverso (clima più mediterraneo; si trova nei boschi di castagno, rovere e cerro).
Etimologia
Si dice che il creatore della denominazione del genere sia il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 – 1708). Sembra che pensando alle presunte proprietà afrodisiache di alcune piante del genere abbia accostato due termini : la particella intensiva la e il verbo greco thero (= io riscaldo) e abbia quindi creato il nome del genere lathyrus. In realtà tale nome era conosciuto già nei tempi antichi : Teofrasto lo aveva usato per alcune non meglio identificate leguminose.
Il nome specifico (venus = primavera) fa riferimento alla precocità della fioritura ed è stato assegnato dal naturalista svedese Carl von Linné nel 1753 inizialmente ad un altro genere : Orobus; mentre invece l'assegnazione definitiva al genere attuale è opera del botanico tedesco Johann Jakob Bernhardi (1774-1850).
Gli inglesi chiamano questa pianta con nome di Spring-vetch.
È una pianta alta al massimo 30 – 40 cm, quasi glabra. La forma biologica è del tipo geofita rizomatosa (G rhiz) : quindi sono piante la cui parte sotterranea del fusto (chiamata rizoma), ad ogni nuovo anno produce nuove radici e nuovi fusti (chiamati avventizi).
Radici secondarie da rizoma.
- Parte ipogea: la parte interrata è un rizoma.
- Parte epigea: la parte aerea è eretta e semplice (le foglie e l'infiorescenza si presentano solo nella parte alta del fusto); la sezione del fusto è angolosa.
Le foglie sono paripennate (o pennato-composte in numero pari) con 4 – 8 segmenti largamente lanceolati (quasi ovali) e terminanti con una robusta punta. La lamina fogliare è penninervia. Sono presenti inoltre delle stipole semi astate; mentre la parte apicale della foglia (asse centrale o rachide) si prolunga in una breve resta. Le foglie non sono persistenti, cadono dopo la fioritura. Dimensioni delle foglie : larghezza 10 – 13 mm, lunghezza 22 – 35 mm; dimensioni delle stipole : larghezza 9 mm, lunghezza 18 mm.
L'infiorescenza si compone di pochi fiori (5 – 8 fiori) ed è lungamente peduncolata. I fiori sono penduli dalla tipica forma papilionacea. La fioritura inoltre non è contemporanea ma procede dal basso verso l'alto (fioritura acropeta). Dimensione dei peduncoli fiorali : 4 – 5 mm.
I fiori sono ermafroditi, pentameri (calice e corolla a 5 parti) e zigomorfi.
- K (5), C 5, A (5+5), G 1
- Calice: il calice è a tubo; i denti sono di lunghezze diverse (quello inferiore è più lungo degli altri). Lunghezza del tubo calicino : 4 – 5 mm.
- Corolla: la corolla è composta da 5 petali (corolla papilionata); quello superiore (che normalmente ha funzioni vessillifere) è spatolato, allargato, eretto e ripiegato in alto; i due petali intermedi (le ali) e i due inferiori sono concresciuti a forma di carena ottusa (questa racchiude l'androceo e il gineceo). Alla fioritura è rossa o rosea-violetta, nella fase intermedia è azzurra e alla fine blu-verde. Il vessillo ha 18 – 19 mm di larghezza con un'unghia (parte basale d'attacco) di 10 – 12 mm; la carena è lunga 13 mm; in tutto la corolla è lunga 1,5 – 2 cm.
- Androceo: gli stami sono 10 monadelfi (riuniti tutti alla base in un unico fascetto fino ad un medesimo livello).
- Gineceo: l'ovario è supero e uniloculare (formato da 1 carpello) ; lo stilo è ricurvo con stimma apicale ed è pubescente sul lato superiore.
- Fioritura : questa specie incomincia a fiorire in aprile e termina in maggio.
- Impollinazione : tramite insetti; è da notare che la particolare forma del calice favorisce l'accesso ad insetti del tipo calabroni.
Il frutto è di colore bruno; la forma è lineare e piatta ed è glabro; all'interno sono contenuti diversi semi scuri. Si apre in due valve (è un frutto deiscente). Dimensioni del legume : larghezza 5 – 7 mm, lunghezza 30 – 35 mm.
Distribuzione e habitat
- Geoelemento : il tipo corologico (area di origine) è Eurasiat., ossia una zona compresa tra l'Europa e il Giappone attraverso l'Asia.
- Diffusione : la “Cicerchia primaticcia” si trova in quasi tutta l'Europa; verso oriente arriva fino al Caucaso e alla Siberia. In Italia è comune soprattutto sui rilievi montani, ma è assente nelle isole.
- Habitat : le piante di questa specie vivono di preferenza nei boschi di latifoglie (faggete), ma anche nei querceti.
- Diffusione altitudinale : le quote alle quali è possibile trovare questa pianta vanno dai 400 m s.l.m. del piano collinare ai 1800 m s.l.m. del piano subalpino, passando per il piano vegetazionale montano.
In questo paragrafo vengono descritte le due sottospecie alpine vernus e gracilis (vengono evidenziati soprattutto quei dati che si discostano dalla specie base).
Lathyrus vernus subsp. vernus
- Nome comune : Cicerchia primaverile
- Morfologia : i lobi fogliari sono più ovali (o anche oblanceolati); dimensione dei segmenti fogliari : larghezza 1,5 – 2,5 cm, lunghezza 3,5 – 5 cm.
- Diffusione : è la specie più comune e si trova praticamente in tutte le zone alpine. Il tipo corologico (area di origine) è Eurosib., quindi zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
- Habitat : l'habitat tipico per questa sottospecie sono i boschi di faggio, abete, acero, betulle in ambienti termofili o meso-termofili; con substrato calcareo o calcareo-siliceo, con terreno dal pH basico e con valori nutrizionali e di acqua medi.
- Fitosociologia - questa varietà appartiene alla seguente comunità vegetale :
- Formazione : Comunità forestali;
- Classe : Carpino-Fagetea sylvaticae
- Formazione : Comunità forestali;
Lathyrus vernus subsp. garcilis
- Nome comune : Cicerchia gracile
- Morfologia : i lobi fogliari sono più numerosi (fino a 12) e sensibilmente più lineari; dimensione dei segmenti fogliari : larghezza 0,2 – 1 cm, lunghezza 4 – 12 cm.
- Diffusione : questa varietà si trova più facilmente nelle Alpi orientali (province : UD BL TN BS BG CO SO). Il tipo corologico (area di origine) è S. Eur.-Mont., quindi zone montane dell'Europa meridionale.
- Habitat : si possono trovare nei querceti termofili submediterranei (questa varietà non è presente nel piano vegetazionale subalpino, ma solo in quelli inferiori), ma anche nei boschi di faggio e abeti mesofili; il substrato preferito da queste piante è quello calcareo, con pH basico ma bassi livelli nutrizionali in ambiente abbastanza secco.
- Fitosociologia - questa varietà appartiene alla seguente comunità vegetale :
- Formazione : Comunità forestali;
- Classe : Carpino-Fagetea
- Ordine : Fagetalia sylvaticae
- Alleanza : Aremonio-Fagion
- Ordine : Fagetalia sylvaticae
- Classe : Carpino-Fagetea
- Formazione : Comunità forestali;
Usi
Farmacia
- Sostanze presenti: è considerata una pianta officinale; contiene alcuni glucosidi, acido tannico, oli e sostanze coloranti.
- Proprietà curative: astringente (limita la secrezione dei liquidi) e vulneraria (guarisce le ferite) .
Giardinaggio
La “Cicerchia primaticcia” è una pianta di facile coltura : resiste a temperature anche rigide e a condizioni di scarsa acqua (ha radici abbastanza profonde). La posizione migliore è quella in mezzombra con impasti nutrizionali medi di terreno.
Galleria fotografica
Bibliografia
- Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 631.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 688, ISBN 88-506-2449-2.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 878.
Note
- ^ AA.VV., Flora Alpina, Bologna, Zanichelli, 2004.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lathyrus vernus
- Wikispecies contiene informazioni su Lathyrus vernus
Collegamenti esterni
- Flora delle Alpi Marittime, su floramarittime.it. URL consultato il 01-11-2008.
- Flora Italica, su piccoloweb.com. URL consultato il 01-11-2008.
- Flora Italiana, su luirig.altervista.org. URL consultato il 01-11-2008.
- Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 01-11-2008.
- Flora Italiana, su luirig.altervista.org. URL consultato il 01-11-2008.