Egil

figura mitologica
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Egil è un eroe leggendario della Völundarkviða e della Þiðrekssaga. Il nome deriva dal proto-germanico *Agilaz[1], e la stessa leggenda è raccontata per l'antico inglese Ægil del Franks Casket e per l'Alemannico Aigil della fibbia di Pforzen.

La forma proto-germanica della leggenda può solo essere immaginata, ma sembra che Egil fosse un rinomato arciere che difendeva un dongione assieme alla moglie Aliruna, da numerosi assalitori. La fibbia di Pforzen cita Aigil e Ailrun, forse aggiungendo il fatto che combatterono una battaglia sul fiume Ilz. Il Franks Casket raffigura la scena di Aegil e della moglie chiusi nel dongione, con Aegil che lancia frecce contro gli assalitori.

Völundarkviða

Nella Völundarkviða, Egil è figlio di un re finlandese. Il suo fratello maggiore è Slagfiðr, mentr il minore è Woland. I tr fratelli sposano le valchirie che hanno incontrato sotto forma di cigni. Slagfiðr sposa Hlaðguðr svanhvít, e Woland sposa Hervör alvitr, figlia di re Hlödver, mentre Egil sposa Ölrún, figlia dell'imperatore romano (Kiár di Valland).

Þiðrekssaga

Nella Þiðrekssaga, Egil è un mastro arciere, obbligato da re Nidung a colpire una mela posta sulla testa del figlio. Prepara due frecce, ma riesce a colpirla già con la prima. Quando il re gli chiese cosa volesse farne della seconda, disse che se avesse per sbaglio ucciso il figlio con la prima freccia avrebbe indirizzato al re la seconda. Questa storia è paragonabile alla leggenda di Guglielmo Tell e Palnetoke. Contrariamente alla versione di Tell, il re non tentò di punire Egil per la sua audacia ma, piuttosto, lo elogiò (cap. 128). Woland viene storpiato ed incarcerato da Nidung. Per aiutare il fratello, Egil spara ad alcuni uccelli e ne prende le piume, con cui Woland costruisce un paio di ali. Woland Völund si lega una vescica piena di sangue alla vita e vola via. Nidung ordina ad Egil di sparare al fratello fuggiasco, e questi colpisce la vescica ingannando Nidung, e permettendo a Woland di salvarsi (cap. 135).

Bibliografia

  • Alfred Becker: "Franks Casket. Zu den Bildern und Inschriften des Runenkästchens von Auzon" (Regensburg, 1973), pp 154 - 186, "Zur Wielandsage"
  • Robert Nedoma, Noch einmal zur Runeninschrift auf der Gürtelschnalle von Pforzen in: "Alemannien und der Norden", ed. Naumann (2004), 340-370.
  1. ^ [1]