Canosa di Puglia

comune italiano

Template:Comune Canosa di Puglia (Canaus in dialetto locale) è un comune italiano di 31.075 abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia. È collocato sul margine nord-occidentale dell'altopiano delle Murge da cui domina la valle dell'Ofanto e l'estesa pianura del Tavoliere delle Puglie, spaziando dal monte Vulture al Gargano, alla costa adriatica.

Canosa è considerata uno dei principali centri archeologici della Puglia e rappresenta uno dei casi più significativi di città a lunghissima continuità di insediamento. Reperti e vasi canosini sono in tutti i principali musei e collezioni private del mondo ma, naturalmente, testimonianze del suo passato sono disseminate nella città attuale e nel territorio circostante.

Geografia fisica

Territorio

Canosa sorge ad un paio di chilometri dalla sponda destra del fiume Ofanto e ad una ventina di chilometri dal Mar Adriatico, su un territorio livellato, anticamera dell'altopiano delle Murge (tra i 105 e i 140 m s.l.m.). Il versante su cui è edificata la città è prevalentemente argilloso e sabbioso sulla superficie; esso va a coprire uno strato calcareo ("calcareniti di Gravina") che a sua volta costituisce il tipico tufo di colore bianco-giallastro e facilmente disgregabile.

Questa caratteristica morfologica ha permesso la costruzione sotterranea di grotte artificiali, il riadattamento di altre preesistenti (usate nel XIX secolo come cantine), nonché la creazione degli ipogei. Il tufo ricavato dalle escavazioni ha permesso, e permette tuttora, la costruzione di edifici in superficie.

Sono intensi i fenomeni di dissesto del territorio dovuti allo spietramento dello strato superficiale per la messa a coltura di nuovi terreni. Inoltre, si riscontrano rischi di sprofondamento dovuti alla presenza di cavità e canali sotterranei tipici degli ambienti carsici. L'edificato del comune di Canosa è considerato ad alto rischio[1]. Negli ultimi anni si sono verificati numerosi crolli e dissesti, voragini e sprofondamenti di strade ed edifici[2].

Il territorio circostante si estende verso sud fino alle pendici delle Murge, verso ovest fino all'Ofanto (anche confine provinciale) ed è prevalentemente pianeggiante. I bacini del Rendina e del Locone contribuiscono alla fertilità della vasta area (150 km²).

Clima

Canosa gode di un tipico clima temperato, particolarmente mite e confortevole nei periodi primaverile ed autunnale, inverni freddi ed estati miti.

Le temperatura medie mensili risentono fortemente dell'influenza del clima murgiano ed oscillano dai 7,7 °C del mese di gennaio, ai 24,9 °C del mese di agosto. Le precipitazioni piovose annuali si attestano sull'ordine dei 547 mm di pioggia, distribuiti prevalentemente nel periodo da settembre ad aprile [3].

Canosa di Puglia Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 11,412,414,918,523,327,730,730,726,821,416,512,912,218,929,721,620,6
T. min. media (°C) 4,14,36,08,412,316,218,819,016,212,38,55,64,78,918,012,311,0
Precipitazioni (mm) 52584643393022264961626017012878172548
Umidità relativa media (%) 76,675,173,571,168,764,260,261,368,374,476,577,076,271,161,973,170,6

Storia

Età antica

 
Antica mappa della città

Fondata secondo la leggenda dall'eroe Diomede, decantato nell'Iliade, Canosa è stato tra i più importanti centri indigeni della Daunia prima e della Apulia poi.

I primi insediamenti autoctoni (composti dai Dauni, ramo settentrionale del popolo degli Iapigi), stabiliti su quella fascia di terra chiamata dagli archeologi Campi Diomedei, risalgono ad un'epoca di gran lunga precedente a quella diomedea, e precisamente al Neolitico (6000-3000 a.C.), per svilupparsi nell'Età dei metalli. Si va a costituire l'abitato arcaico di Toppicelli, sulla piana ofantina, con presenza di edifici e tombe aristocratiche ricchissime di corredi, appartenenti al ceto di quelli definiti poi "principi dauni".

Nel corso dei secoli, Canosa diviene un importante centro commerciale e dell'artigianato (specie di ceramiche e terrecotte). Con lo sviluppo della Magna Grecia, il centro è influenzato dalla cultura ellenica (morfologicamente e urbanisticamente, Canosa è territorio ideale per la formazione di una polis greca). Nel 318 a.C. Canosa diventa città alleata di Roma, accogliendo i Romani anche dopo la disfatta ad opera di Annibale nel 216 a.C. a Canne, piccolo villaggio nei pressi dell'Ofanto. Dall'88 a.C. diventa municipium e subisce le modifiche tipiche romane: il passaggio della via Traiana (109 d.C.) la costruzione dell'acquedotto di Erode Attico (141), anfiteatro, mausolei e archi. Poco più tardi l'imperatore Antonino Pio eleva il centro al rango di colonia con il nome Aurelia, Augusta, Pia, Canusium.

Età medioevale

Verso la fine del III secolo diviene capoluogo della Regio II Apulia et Calabria, diventando dal IV sede di una tra le più importanti diocesi di Puglia che raggiunse la sua maggior importanza sotto il vescovo san Sabino (dal 514 al 566); la presenza di un quartiere episcopale ha lasciato i pregi artistici dei luoghi di culto e delle architetture civili dimostrano la centralità della città (di cui Barletta era un porto) rispetto al territorio pugliese (da qui l'appellativo "città dei vescovi").

Diventata sede di gastaldato con le invasioni longobarde tra VII e VIII secolo, subisce nel secolo successivo diverse devastazioni per mano dei Saraceni (scacciati intorno all'871).

Solo due secoli dopo Canosa ritrova un certo rilievo (XI - XII secolo) con i Normanni, grazie al particolare interesse mostrato dal principe Boemondo d'Altavilla (che dal 1111 giace nel mausoleo ivi presente) e poi, sotto gli Svevi, da Federico II.

Età moderna

Dall'età imperiale incomincia il declino, perdurato sino al XVIII secolo, accentuato dai molteplici terremoti (1361, 1456, 1627, 1659), dai numerosi saccheggi (in particolare, dei tarantini nel 1451 e dei soldati francesi di Napoleone nel 1803) e dalla perdita della sede Vescovile: Canosa diventava un feudo, gestito però da casati di cui alcuni, in seguito, avrebbero segnato la Storia. Vi si annoverano gli Orsini del Balzo, i Grimaldi di Monaco, i de Gemmis baroni di Castelfoce, gli Affaitati di Barletta, i Capece Minutolo di Napoli[14].

Età contemporanea

File:Imbriani.png
Monumento a Imbriani, via Imbriani angolo via Saffi in una foto d'epoca.

Dopo le guerre d'indipendenza e il disastroso terremoto del 1851, Canosa rimase un paese prevalentemente borghese: a dimostrarlo fu la costruzione di palazzi signorili in tufo locale (su tutti il Sinesi[15], il Fracchiolla-Minerva[16], il Rossi, l'Iliceto[17], il De Muro Fiocco[18] e il Visconti) che cingevano il centro cittadino, a preservare i segni del tempo dell'Acropoli e della Cattedrale.

Passata praticamente incolume alla prima guerra mondiale, Canosa subiva gli effetti del primo terremoto Irpino del 1930 (79 anni dopo quello che costrinse alla ricostruzione di parte della cattedrale di San Sabino e numerosi edifici) e fu quindi costretta alla riparazione degli ingenti danni.

 
Corso San Sabino in una foto d'epoca.

Il 6 novembre 1943, poco dopo l'armistizio (8 settembre dello stesso anno), il paese veniva bombardato. Alcuni palazzi rimasero danneggiati (comprese le adiacenti chiese di San Francesco e San Biagio[19] e parte del Palazzo di Città), altri ancora rasi al suolo, e 57 persone persero la vita. Nell'aprile 2001 il Comune di Canosa è stato insignito della medaglia di bronzo al Valor Civile in ricordo della tragedia[20].

Il 17 settembre 1962, con decreto del Presidente della Repubblica il comune è stato insignito del titolo di Città per le sue tradizioni storiche e per i meriti acquisiti dalla sua comunità.

Nel 1980 Canosa fu nuovamente danneggiata dal terremoto nell'Irpinia. Come già tante volte in passato, la cittadina si ritrovò in una situazione di emergenza, con antichi edifici e alcune chiese dichiarate inagibili.

Attualmente Canosa è un centro basato prevalentemente sull'agricoltura, ma con un vantaggio nel terziario (turismo archeologico) e nell'industria e artigianato (tessile, alimentare e manifatturiera).

File:Stemma canosa 2.png
Stemma del comune di Canosa di Puglia

Simboli

Lo stemma della città possiede un'arma analoga a quella del Regno di Napoli e una identica a quella dell'Impero di Costantinopoli. Lo stemma deriva infatti dall'unione di due casate, quella degli Angiò e quella dei Couternay, dovuta al matrimonio nel 1313 fra Filippo I d'Angiò, principe di Taranto, e Caterina di Valois Courtenay, imperatrice di Costantinopoli.

 

La parte sinistra raffigura l'arma di Filippo d'Angiò: sfondo blu seminato di gigli d'oro con una banda d'argento obliqua e con un lambello rosso nella parte superiore.

 

La parte destra raffigura l'arma dei Courtenay: sfondo rosso con una croce centrale e quattro bisanti crociati, accompagnati ognuno da quattro croci d'oro.

La descrizione araldica è: Partito: nel primo: d'azzurro, alla banda d'argento accompagnata da sei gigli (3,3) col lambello di tre pendenti di rosso nel capo; nel secondo: alla croce d'oro accantonata da quattro crocette il tutto d'oro. Lo stemma è stato ufficialmente approvato con Decreto del Capo del Governo in data 2 agosto 1934. Dal 1962, con decreto del Presidente della Repubblica è cimato dalla corona di città.

Onorificenze

File:Canosa di Puglia-Gonfalone.png
Gonfalone della città
«All'indomani dell'armistizio, abbandonata dai Tedeschi, subì un violento bombardamento che provocò numerosi morti e gravissime distruzioni. La popolazione si prodigò in una generosa gara di solidarietà in aiuto dei superstiti e dei senza tetto, dando prova d'elette virtù civiche e grande spirito d'abnegazione.[20]»
— Canosa di Puglia (BA), 6 novembre 1943

Monumenti e luoghi di interesse

Architetture religiose

Concattedrale di San Sabino

  Lo stesso argomento in dettaglio: San Sabino.
 
Cattedrale di San Sabino

La Basilica di San Sabino fu edificata in età Longobarda (VII-VIII secolo) per mezzo del duca Arechi II, dopo l'abbandono dei siti paleocristiani di San Leucio e San Pietro. Dedicata inizialmente ai Santi Giovanni e Paolo, fu intitolata a San Sabino il 7 settembre 1101, ad opera di Papa Pasquale II, circa quattrocento anni dopo la traslazione delle spoglie del Santo nella cripta sottostante per mezzo del Vescovo Pietro il 1º agosto di un anno imprecisato del secolo VIII. Fu riconosciuta come Cattedrale nel 1916 da Papa Benedetto XV[21].

Inizialmente la pianta della basilica era (ed è tuttora) a croce latina, coperta da cinque cupole basse a vela e un'abside (illuminata da tre finestre, la cui centrale è ricoperta da una vetrata raffigurante il patrono), chiaro esempio di stile romanico-bizantino: al di sotto del presbiterio si accedeva alla cripta, reliquiario del Santo. Le cinque volte poggiano su arcate sorrette da complessive diciotto colonne di marmi persichino, granito e cipollino: queste ultime (sei), con capitelli corinzi, furono recuperate da monumenti ormai devastati. Priva di affreschi e pavimentata con marmo bianco, la Cattedrale giace a tre metri al di sotto della piazza dalla quale si accede.

Dopo il terremoto del 1851, la Cattedrale rimase danneggiata: all'imponente opera di restauro proseguì un deciso ampliamento: venne allungato il "piede" della pianta a croce latina, ricostruita la facciata in tufo locale (con costruzione del Campanile laterale, a tre livelli con torretta ottagonale sovrastata da cupolina semisferica[22]) con tre portali, ognuno dei quali in corrispondenza delle navate, a loro volta integrate da 8 cappelle nella zona più antica[23].

La Cattedrale, nella quale si accede dopo una breve discesa, presenta sull'architrave centrale della costruzione ampliata il simbolo degli Altavilla.

 
Navata centrale della Basilica di San Sabino. In alto si può notare lo stemma della casata degli Altavilla.

Le cappelle corrispondenti alla navata destra, intercomunicanti, contengono nell'ordine: una fonte battesimale, per ciò che riguarda la prima dall'ingresso; un altare e un affresco dedicati alla Madonna della Fonte (protettrice di Canosa) la cui icona pervenne dopo la Prima Crociata nel paese dauno nella seconda, nonché le porte bronzee dell'adiacente Mausoleo di Boemondo; la statua lignea e una tela raffigurante Sant'Alfonso Maria de' Liguori e il sepolcro del Beato Padre Antonio Maria Losito (1838-1917)[24] nella terza. Un crocifisso di legno di metà XX secolo anticipa l'ingresso alla sequenza di cappelle.

Sulla navata sinistra, invece, si ha il sepolcro del Vescovo di Lecce Mons. Francesco Minerva (1904-2004) ad anticipare le tre cappelle seguenti: la prima contenente il tesoro, composto da reliquie, calici, crocifissi e un busto in argento del Santo[25], chiusa da una grata di ferro; la seconda dedicata a Sant'Antonio (ma con tela rappresentante San Francesco d'Assisi); la terza dedicata invece a Sant'Anna. Sul braccio sinistro della croce latina sono presenti altre due cappelle: quella del SS. Sacramento (frontale rispetto all'ingresso), contenente la statua del Sacro Cuore[26] e l'altra di San Giuseppe, all'estrema sinistra.

Il presbiterio presenta l'altare maggiore con ciborio, posto su una base di marmo con tre gradini, sormontato da un baldacchino sorretto da quattro colonne di marmo rosso con capitelli corinzi a piramide ottagonale a due sezioni sorrette complessivamente da 48 colonnine dello stesso marmo, molto simile a quello presente nella Basilica di San Nicola di Bari.

Imponente è anche l'ambone di marmo attribuito ad Acceptus (XI secolo), poggiato su quattro colonne ottagonali. In cima al pulpito dell'ambone vi è un leggio sorretto da un'aquila, sempre in marmo.

Nei pressi dell'abside è posto il seggio episcopale, opera presumibilmente di Romualdo e commissionato dal vescovo Ursone (tra il 1080 e il 1089): di ispirazione bizantina, la cattedra è poggiata su due elefanti stilizzati ed ha alla base una lastra in bassorilievo a rappresentare due aquile.

Nel 2005 è terminato il lungo restauro della Chiesa, iniziato alla fine del XX secolo[27].

Mausoleo di Boemondo

Accessibile dal transetto di destra della cattedrale è il Mausoleo di Boemondo d'Altavilla. Eretto dopo il 1111, anno della morte del Principe, il piccolo edificio presenta una parte superiore caratterizzata da un tamburo poligonale sovrastato da una cupoletta emisferica, che va a "coprire" la pianta quadrangolare, con una piccola abside a destra sorretta da arcate non imponenti. Una doppia porta di bronzo asimmetrica (ora conservata nella cappella laterale della Madonna della Fonte nell'attigua basilica)[28], realizzata probabilmente da Ruggero di Melfi[29] (XI secolo), faceva da ingresso alla cappella, sorretta da due colonne di marmo pentelico. All'interno, oltre alle colonne, di cui una scende in profondità, vi è sul pavimento la lapide di marmo greco con la dicitura "BOAMVNDVS".

La struttura è visibile dalla superiore villa comunale.

Chiese minori e rettorie

 
Chiesa della Madonna di Costantinopoli in una foto d'epoca
  • Chiesa di Sant'Antonio di Padova (rettoria) - Piazza Roma, Loconia
  • Chiesa di Santa Caterina (rettoria) - Via Santa Caterina
  • Chiesa dei Santi Francesco e Biagio - Piazza Martiri XXIII Maggio
  • Chiesa dei Santi Lucia e Teodoro detta anche del Santissimo Purgatorio (rettoria) - Piazza Antica
  • Chiesa della SS. Madonna dell'Assunta - Via Europa
  • Chiesa della SS. Madonna di Costantinopoli (rettoria) - SP Canosa-Montegrosso
  • Chiesa di SS. Maria Immacolata - Via Corsica
  • Chiesa di SS. Maria del Carmelo o Carmine (rettoria) - Piazza Umberto I
  • Chiesa di SS. Maria del Rosario o Rosale - Via Attilio Paulicelli
  • Chiesa della SS. Passione di Gesù Cristo (rettoria) - Via Guglielmo Oberdan
  • Chiesa del SS. Gesù Liberatore - Via Serg. Magg. Nicola Capurso
  • Chiesa dei SS. Gesù, Giuseppe e Maria - Via Santa Lucia
  • Chiesa di San Giovanni Battista - Via Luigi Capuana
  • Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù - Via Duca d'Aosta

Architetture civili

Palazzi storici

Il centro della città è disseminato di palazzi settecenteschi e ottocenteschi di notevole pregio artistico ed estetico.

 
Palazzo Fracchiolla-Minerva
  • Palazzo Casieri in via Varrone
  • Palazzo Iliceto in via Trieste e Trento
  • Palazzo Scocchera via Barletta
  • Palazzo Barbarossa in via Santa Lucia
  • Palazzo Barbarossa in via Garibaldi
  • Palazzo Rossi in piazza Sinesi
  • Palazzo Rossi in corso San Sabino
  • Scuola Bovio in via Bovio
  • Palazzo Sinesi in via Kennedy
  • Palazzo De Muro Fiocco in Piazza della Repubblica
  • Palazzo Fracchiolla-Minerva in piazza Vittorio Veneto
  • Palazzo di Città in piazza Martiri XIII Maggio
  • Palazzo Caporale in via Imbriani
  • Palazzo Visconti in via Kennedy
  • Palazzo sede dell'ex biblioteca in via Imbriani
  • Palazzo Forina in via De Gasperi
  • Scuola Mazzini in via Piave

Teatro D'Ambra

 
Prospetto del Teatro Comunale (ex Teatro D'Ambra)

Il teatro storico della città è il Teatro D'Ambra, ora acquistato dal Comune e rinominato Teatro Comunale. Il Teatro D'Ambra già Teatro Lembo, si trova in via Piave, nelle vicinanze della Cattedrale di San Sabino.
La sua costruzione, commissionata da Raffaele Lembo, facoltoso commerciante locale di grano, risale al 1923 in esecuzione del progetto elaborato dall'ingegnere e architetto Arturo Boccasini, di Barletta, il quale aveva progettato il Teatro Di Lillo di Barletta e aveva collaborato con l'ingegnere Santarelli al progetto del Teatro Margherita di Bari. Il Teatro fu inaugurato alla fine del 1926 quando, iniziando a scarseggiare le risorse economiche, si preferì avviare l'attività pur non avendo completato parte della struttura compresi gli addobbi, i fregi e le decorazioni.

Acquistato dal Comune di Canosa e consegnato alla città il 5 febbraio 2005, lo storico teatro sarà completamente ristrutturato e recuperato per ospitare nuovamente, così come in passato gli spettacoli più belli del panorama artistico italiano e internazionale.

Nel maggio 2006 sono stati bloccati i lavori di ristrutturazione a seguito di una eccezionale scoperta archeologica, rinvenuta sotto la galleria del teatro. Si tratta di un complicato incrocio stradale di età Imperiale con alcune strutture inquadrabili nel corso dell'età arcaica (VIII-VII secolo a.C.).

Alla fine del 2008, data presunta per la fine dei lavori, il Teatro Comunale sarà un teatro come pochi al mondo: accanto agli spettacoli di prosa e di musica, sarà possibile ammirare i tesori archeologici rinvenuti[30].

Dal 1992, Canosa aderisce al circuito del Teatro Pubblico Pugliese per la programmazione, l'organizzazione e la promozione di spettacoli dal vivo, stagioni di prosa, danza, teatro per ragazzi ed eventi speciali. Attualmente il teatro che ospita la programmazione del TPP è il teatro Scorpion. Anche per mezzo di questa iniziativa, diverse sono le compagnie teatrali esercitanti[31].

Masserie

 
Masseria Rossi; attuale Villa Caracciolo
  Lo stesso argomento in dettaglio: Transumanza.

Le masserie erano delle grandi aziende agricole abitate, a volte, anche dai proprietari terrieri. La grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, anche solo stagionali, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti.

Molto diffuse nell'agro canosino, come in tutta la Murgia, spesso le masserie sono state abbandonate per poi essere riutilizzate negli ultimi anni come aziende agrituristiche.

Posta Piana è una zona dell'agro canosino in sui si trovano una serie di masserie utilizzate un tempo come ricovero dei pastori in transumanza. A pianta rettangolare fortemente allungata, i locali avevano tetti a doppia falda, con finestre quasi inesistenti; le poche porte erano poste prevalentemente sui lati corti, mentre sui lati lunghi si predispongono gli abbeveratoi per le bestie.

Altre masserie presenti nel territorio sono:

  • Masseria Barbarossa C.da Cefalicchio
  • Masseria Campanile Canale della Piana delle Murge
  • Masseria Coppe Maltempo Strada Comunale Coppe Fortunato
  • Masseria Covelli vicinanze della ferrovia Barletta - Spinazzola
  • Masseria Donna Rosina Strada Comunale Donna Chiarina
  • Masseria Iannarsi Borgo Loconia
  • Masseria Femmina Morta Canale della Vetrina
  • Masseria Pantanella Di Zezza Strada Comunale Pantanella
  • Masseria Pantanella Di Palieri Strada Comunale Pantanella
  • Masseria Quiraldi S.S. 93
  • Masseria Sant'Andrea
  • Masseria Sinesi vicinanza dell'autostrada Napoli-Canosa
  • Masseria Spagnoletti e Messere S.S. 93
  • Masseria Volturina
  • Posta Locone S.S. 93
  • Posta Leone C.da Cefalicchio
  • Masseria Addone Canale della Piana delle Murge
  • Masseria Coppicella di Sotto Strada Comunale di Sotto
  • Masseria Coppicella di Sopra Strada Comunale di Sotto
  • Masseria Crocifisso Strada Comunale Crocifisso
  • Masseria Fasoli vicinanza dell'autostrada Napoli-Canosa
  • Masseria La Capitana Strada Comunale Salinelle
  • Masseria Nigretti SP Cefalicchio
  • Masseria Pantanella Fortunato Strada Comunale Pantanella
  • Masseria Profico Strada Comunale Salinelle
  • Masseria Rossi Strada Comunale di Madonna di Costantinopoli
  • Masseria Saraceno vicinanza al Torrente Locone
  • Masseria Tesoro Strada Comunale Tufarello

Altro

Villa comunale

La Villa Comunale, posta al centro di Canosa, trae le sue origini nel secolo scorso per interessamento dell'allora sindaco Vincenzo Sinesi che nel 1888 riordinò i tereni adiacenti alla Cattedrale e al Mausoleo di Boemondo donati alla municipalità da alcune famiglie canosine. Viste le necessità del paese, è stata sottoposta a numerose riduzioni della superficie nel corso degli anni, che hanno fatto quindi posto a larghi pedonali.

Oltre alla possibilità di vedere la parte posteriore della Cattedrale e l'esterno del Mausoleo di Boemondo per mezzo di ampie balconate, è presente una imponente cassa armonica per orchestra, un monumento dedicato a Scipione l'Africano, l'ara commemorativa dei Caduti di tutte le guerre e un lapidarium.

Il lapidarium della Villa Comunale è composto da un notevolissimo patrimonio di reperti archeologici lapideidi di epoca dauna e romana: epigrafi, rilievi funerari, capitelli e colonne, architravi e vere di pozzo di ville imperiali.

 
Il monumento dedicato a Scipione l'Africano, nella villa comunale.
 
Lapidarium
 
Ara commemorativa dei Caduti in guerra

Vi sono poi altri parchi dislocati per la città:

Siti archeologici

Il castello

 
Torri del Castello

Quello denominato dai paesani Castello, in realtà era l'acropoli dell'antica Canosa (Castrum Canusii). Le tre grandi torri sono i ruderi del feudo situato in cima all'omonimo colle, a strapiombo sulla valle Ofantina. Originariamente luogo di culto e fortezza di epoca preromana, eretto con blocchi di tufo (come diversi siti canosini), fu ricostruito come bastione con gli stessi materiali dai Normanno-Svevi[32], per poi essere usato come "guardia" dai Grimaldi. Ultimi proprietari, dal 1856, furono i Principi di Canosa Capece Minutolo di Napoli, rimasti concretamente tali fino al 1948[14].

L'usura dei blocchi che lo compongono e il colore degli stessi denota il passaggio delle diverse civiltà che hanno elaborato la struttura in epoche differenti. Il Castello ha inoltre riportato svariati danni dopo i rovinosi bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

Lungo la collina scoscesa dell'acropoli, vi è la parte antica del paese, caratterizzata dalle stradine e le scalinate. Alla base meridionale dell'asperità, giacciono i resti di un anfiteatro romano.

Ipogei e catacombe

 
Ipogei Lagrasta
 
Necropoli di Santa Sofia

Canosa possiede un vero e proprio tesoro sotterraneo, costituito dagli ipogei (molti probabilmente ancora celati). Questi sono stati usati dapprima dai Dauni come catacombe pagane, e, al loro interno, venivano celebrati anche culti funerari, manifestanti una civiltà avanzata per la vastissima epoca (dal 6000 a.C. al II secolo d.C.). Le sepolture negli ipogei (con qualche variazione; dalle rozze tombe a fossa allo stile a grotticella) sono perdurate fino all'epoca romana.

Composti da una dromos conducente a una o più stanze funerarie, gli ipogei contenevano, oltre al defunto (spesso ritrovato in posizione fetale), anche oggetti personali di questo, ritrovabili in urne o deposti in nicchie. Nel corso degli anni, però, molti di questi manufatti (tra cui preziosi monili in oro e bronzo, vasellame in terracotta a figure rosse e askos) sono andati perduti (o in mano a privati) anche a causa dell'opera dei cosiddetti tombaroli. Spesso, in tali siti, sono apprezzabili affreschi allegorici del passaggio del defunto alla vita ultraterrena (dedutio ad inferos).

I più importanti ipogei canosini sono quelli del Cerbero, Lagrasta, Boccaforno e dell'Oplita. Altri reperti recuperati negli ipogei sono visibili presso i locali palazzo Sinesi e Museo Civico.

Il paese pugliese si mostra manna per l'archeologia: poco distante dal centro abitato sorge, nelle profondità di un terreno argilloso, la necropoli di Santa Sofia, di epoca più recente (intorno al IV secolo d.C., periodo paleocristiano), estesa e diversa rispetto agli altri ipogei (risale al tempo delle persecuzioni cristiane), scoperta intorno al 1960 e attualmente in fase di restauro[33].

  • Tomba degli Ori IV Secolo a.C.
  • Ipogei Monterisi-Rossignoli IV secolo a.C.
  • Tomba Varrese IV secolo a.C.
  • Ipogeo del Cerbero IV secolo a.C.
  • Ipogeo Scocchera A IV secolo a.C.
  • Ipogeo Scocchera B (detto Ipogeo Boccaforno) IV secolo a.C.
  • Ipogei Casieri IV secolo a.C.
  • Ipogeo del Vaso di Dario IV secolo a.C.
  • Ipogei Lagrasta II secolo a.C.
  • Ipogeo dell'Oplita II secolo a.C.
  • Ipogeo Matarrese
  • Ipogeo Reimers III secolo a.C.
  • Tomba di Largo Costantinopoli III secolo a.C.
  • Necropoli di Santa Sofia II-IV secolo d.C.
  • Tomba di Via Lavello

Templi e chiese arcaiche

  • Tempio di Giove Toro IV Secolo a.C.
  • Battistero di San Giovanni VI-VIII secolo d.C.
  • Basilica Paleocristiana di San Pietro VI-VII secolo d.C.
  • Basilica di Santa Maria VI secolo d.C.

Basilica di San Leucio

 
Basilica Paleocristiana di San Leucio
 
Particolare della Basilica Paleocristiana di San Leucio

La Basilica di San Leucio è uno dei maggiori esempi dell'architettura paleocristiana in Puglia. Tempio pagano, probabilmente dedicato a Minerva, sino al II secolo d.C., venne trasformato in basilica cristiana tra il IV e il V secolo d.C.

La struttura del Tempio Italico doveva essere il frutto della fusione delle culture magnogreca e centritalica: una struttura di grandi dimensioni, costituita da una cella dedicata al culto posta fra due ampi ambienti, con mosaici policromi, capitelli figurati in tufo intonacato e dipinto, colonne in stile dorico-ionico e grandi sculture di cui, allo stato attuale, non vi è traccia.

La Basilica paleocristiana di San Leucio si impianta sul tempio ellenistico. Per la sua costruzione furono riutilizzate le murature, le colonne e i capitelli preesistenti. L'impianto planimetrico è detto a doppio involucro si compone di un muro perimetrale di forma quadrata (50 m di lato) con esedre su ciascun lato al cui interno c'è un secondo quadrato concentrico con esedre colonnate. L'architettura della basilica è di ispirazione orientale, privilegiando i colori agli ampi spazi. Alla fine del VII secolo, a causa di gravi crolli si procedette ad un restauro, modificando la pianta della basilica che divenne a croce inscritta in un quadrato.

Nel IX secolo venne costruita una cappella adiacente all'abside funzionale ai riti sepolcrali.

Basilica di San Pietro

 
Particolare degli scavi del complesso di San Pietro

Non distante dalla basilica pagana prima, paleocristiana poi, giace la Basilica di San Pietro, prima cattedrale cristiana della città, trasformata poi in sepolcro di San Sabino (556), patrono di Canosa[34]. Anch'essa presentava mosaici e capitelli dorico-ionici.

Il complesso si articola nella grande chiesa a tre navate, con abside e nartece, di San Pietro, preceduta da un ampio atrio portificato e affiancata da un edificio residenziale e da varie altre strutture adibite a funzioni cimiteriali: un lussuoso mausoleo, probabilmente il sepulchrum dello stesso vescovo Sabino, una grande fornace dedita alla cottura di laterizi e una domus, utilizzata probabilmente come dimora vescovile.

Dal 2001 è in corso uno scavo sistematico di tutta la zona da parte dell'Università di Foggia[35] e dell'Università di Bari.

Battistero di San Giovanni

Nella vallata è presente il Battistero di San Giovanni (VI-VIII secolo). Il corpo centrale, di forma dodecagonale, conteneva una vasca battesimale eptagonale. Le composizioni erano soprattutto in marmo e tufo. Il colonnato che sorreggeva la volta a botte è rimasto danneggiato nel corso del tempo, così come sono andate perse le componenti auree e i mosaici che rivestivano la Fonte (elementi tipicamente bizantini, segno dell'elevato numero di popoli che ha conosciuto Canosa nel corso dei secoli). In corrispondenza dei punti cardinali, partivano quattro piccole navate dal dodecagono, andando a formare una struttura a croce greca.

Nel corso del 1800 è stato usato come frantoio. Nonostante ciò, tale uso non ha pregiudicato lo stato dell'edificio.

Dal 2001 è oggetto di ricerca da parte dell'Università degli studi di Foggia[36].

Basilica di Santa Maria

Negli ultimi tempi, al di sotto del Battistero, sono stati rinvenuti due piani distinti della Basilica di Santa Maria, una delle prime chiese paleocristiane dell'intero Meridione[37].

Tempio di Giove Toro

Tempio di età romana è quello di Giove Toro: periptero con sei colonne sui lati corti e dieci sui lati lunghi, laterizi e una scalinata, prende il nome da una statua di Giove trovata sul posto negli scavi ultimati nel 1978[38]. Non era distante dalle antiche terme, in prossimità del centro cittadino.

Altri siti

 
Ponte Romano sull'Ofanto

Tra gli altri monumenti spicca il Ponte Romano sull'Ofanto (I secolo d.C.), che permetteva il passaggio della Via Traiana da una parte all'altra del fiume (ed è stato utilizzato per il traffico stradale fino agli anni settanta), ricostruito ex-novo nel medioevo e restaurato ancora una volta nel 1759. La base è costituita da quattro piloni a forma di punta di lancia e cinque arcate diseguali.

Notabili sono anche la Torre Casieri e i Mausolei Bagnoli e Barbarossa, nonché l'Arco di Gaio Terenzio Varrone, monumenti in opus latericium e opus reticulatum dedicati al passaggio del Console romano in occasione della battaglia di Canne. I primi tre siti conservavano le spoglie di alcuni caduti nella battaglia.

Ancora relativo alla battaglia punica è un rudere di un'abitazione romana in pieno centro cittadino, probabilmente dimora della Matrona Busa, nobildonna canosina, che ospitò i combattenti. Dal 2000 altri scorci dell'antica civitas romana sono stati rilevati nei pressi di palazzi in costruzione.

Infine, le Terme romane (Ferrara e Lomuscio) situate in pieno centro cittadino, sono tornate alla luce negli anni cinquanta. Attualmente sono in fase di recupero a cura della Sovrintendenza. Presentano ambienti absidali arricchiti da mosaici.

Società

Evoluzione demografica

 
Passeggio serale in Corso San Sabino

Abitanti censiti[39]

Lingue e dialetti

«Se c' nà mà scej, sc'manin. Se nan c'na mà scej, nan c'ne sim scèn!»

Il dialetto canosino è un dialetto primario italoromanzo, derivante direttamente dal latino volgare parlato nell'antica Canusium. Linguisticamente fa parte dei dialetti meridionali intermedi parlati nella Puglia centro-settentrionale. Il lessico è nella quasi totalità di origine latina con influenze del greco antico soprattutto nella costruzione della frase ipotetica. Anche la dominazione normanna ha lasciato alcuni vocaboli, senza stravolgere l'impianto lessicale e grammaticale preesistente.

Il dialetto canosino è stato avvicinato dal punto di vista fonetico al francese, ma alcuni studi recenti vi hanno riscontrato lo stesso sistema fonologico del Tubatulaba, una lingua indiana dell'America del Nord del gruppo linguistico Shoshoni, della famiglia delle lingue uto-azteche[40].

Cultura

Istruzione

Canosa è sede di quattro scuole secondarie di secondo grado:

  • Istituto Professionale Statale per l'Agricoltura e per l'Ambiente "1º maggio".
  • Istituto Professionale Statale per il Commercio "Nicola Garrone".
  • Istituto Tecnico Commerciale Statale "Luigi Einaudi".
  • Liceo Scientifico (con altri indirizzi) Statale "Enrico Fermi".

Musei

Museo Civico Archeologico
Canosa di Puglia
 
Ubicazione
Stato  Italia
Localitàprovincia di Barletta-Andria-Trani
IndirizzoVia Terenzio Varrone 45, Canosa di Puglia
Coordinate41°13′N 16°04′E
Caratteristiche
TipoArcheologia
Sito web

Il Museo Civico Archeologico fu istituito nel 1934 e collocato nel settecentesco palazzo Casieri. Ospita circa 2000 reperti archeologici provenienti da scavi in Canosa e in tombe del V - III secolo a.C. Si trovano iscrizioni, sculture, bassorilievi, marmi, monete, gioielli, ceramiche e vasi che risalgono ad un vasto arco di tempo di circa 1500 anni (dal VI -V secolo a.C. al IX-X secolo): dal preistorico, dauno, romano, paleocristiano e bizantino-medioevale.

In passato il Museo è stato privato di alcuni pezzi di inestimabile valore, come ad esempio i prezioni ori della tomba degli Ori. Questi gioielli sono attualmente custoditi presso il museo nazionale archeologico di Taranto, e sparsi nei maggiori musei italiani e europei (fra cui il Louvre di Parigi).

Organizzazione dei reperti:

  Lo stesso argomento in dettaglio: Monetazione di Canusium.
Palazzo Sinesi - Fondazione Archeologica Canosina
Canosa di Puglia
 
Ubicazione
Stato  Italia
Localitàprovincia di Barletta-Andria-Trani
Indirizzovia John Fitzgerald Kennedy 18, Canosa di Puglia
Coordinate41°13′N 16°04′E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Caratteristiche
TipoArcheologia
[Sito ufficiale Sito web]

Palazzo Sinesi è un edificio privato del XIX secolo destinato dal 1994 a spazio espositivo per mostre tematiche e temporanee. È la sede della Fondazione Archeologica Canosina[41] e sede di supporto della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia.

Mostre:

  • La Tomba Varrese, un ipogeo al confine (dal 22 ottobre 2000): collezione di reperti di corredi funerari ritrovati casualmente nel 1912 e nei successivi scavi archeologici. Nell'androne è visitabile l'esposizione dedicata ai reperti dell'Ipogeo dei Serpenti piumati.
  • Municipium: Pubblico e privato a Canosa dopo la guerra sociale (28 marzo - 30 settembre 1998): collezione di reperti della Canusium che vanno dall'istituzione del Municipium (metà del I secolo a.C.) al conferimento del rango di colonia (metà di II secolo a.C.).
  • I vasi dei misteri (16 giugno 1997- 30 gennaio 1998).
  • Il patrimonio ritrovato (24 agosto 1996 - 30 gennaio 1998).
  • Come eravamo (dicembre 1995 - gennaio 1996).
  • Il rito, le offerte, le tombe a Canosa (11 marzo - 4 giugno 1995): collezione di reperti archeologici riguardanti i riti funerari nella Kanusion dal V secolo a.C. fino alla tarda età repubblicana.
  • Sulla via Mediterranea (30 luglio - 30 settembre 1994): collezione di reperti archeologici di una famiglia canosina fra il III e II secolo a.C.
Palazzo Iliceto
Canosa di Puglia
 
Ubicazione
Stato  Italia
Localitàprovincia di Barletta-Andria-Trani
Indirizzovia Trieste e Trento, Canosa di Puglia
Coordinate41°13′N 16°04′E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Caratteristiche
TipoArcheologia
Sito web

Palazzo Iliceto è un imponente palazzo settecentesco destinato a spazio espositivo per mostre tematiche. Nell'arco degli anni è stata sede di svariate mostre. Fino al 2005 è stata la sede del Museo delle Marionette di Canosa, e 2005 è sede della mostra archeologica Il Dio con la folgore. È stato inoltre usato per alcune manifestazioni teatrali nell'estate 2003, e per proiezioni cinematografiche all'aperto nelle estati del 2004 e del 2005.

Mostre:

  • Il Dio con la folgore (dal 18 maggio 2005): si tratta di una mostra archeologica che presenta percorsi e immagini del sacro a Canusium, promossa dalla Fondazione Archeologica Canosina.
  • Il Museo delle Marionette (presentava la preziosa e interessante collezione Dell'Aquila-Taccardi: un ricchissimo assortimento di 52 personaggi di grandi dimensioni in legno di faggio, noce e abete, con abiti d'epoca in seta, armature in rame e alpacca rappresentati nobili spagnoli, cristiani armati, principesse e saraceni, papi, duchi e cardinali. Lo scenario è stato curato dal Parco Letterario "Massimo d'Azeglio - Ettore Fieramosca".
«Se non avete denaro, possiamo accettare il pagamento con castelletti: mettete pure cinque mandorle sul bancone d'ingresso l'una sull'altra»
  • 1939 - 1945: schiavi di Hitler in Renania e Vestfalia (18 maggio 2004 - 30 maggio 2004): una mostra itinerante costituita da un insieme di testimonianze sui lavoratori coatti e sugli internati militari italiani in Renania e Vestfalia. La mostra è stata realizzata dal Museo-Archivio e dalla Geasamtschule Fritz Steinhoff di Hagen.
  • I giorni del sacro (2003) Mostra sulle tradizioni della Settimana Santa a Canosa ed in Puglia.
Museo della civiltà contadina
Canosa di Puglia
 
Ubicazione
Stato  Italia
Localitàprovincia di Barletta-Andria-Trani
Indirizzovia Feudale, Canosa di Puglia
Coordinate41°13′N 16°04′E{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Caratteristiche
TipoEtnografia, Archeologia, Tradizioni popolari e Civiltà contadina.
Sito web

Il Museo della Civiltà Contadina è un museo allestito in un vecchio forno al servizio della zona Castello, aperto dal 12 giugno 2003 e chiuso il 30 settembre 2003, sporadicamente aperto durante l'estate, le feste patronali e durante gli eventi organizzati nella zona Castello.

Il museo, attraverso un vasto allestimento di oggetti originali, ripercorre la quotidianità della vita contadina del secolo scorso, passando in rassegna usi e costumi di una civiltà ormai scomparsa.

Il museo si divide in tre macroaree tematiche:

  • La vita domestica: pignatte, caldaie, cucchiai in legno, fascine per alimentare la fiamma ed altri utensili per la preparazione di pietanze contadine, ma anche arredi, un passeggino, rappresentazioni delle divinità poste sulle facciate delle case a protezione e tutela.
  • L'agricoltura: le forbici da pota, le coperte, i sacchi, i fiscoli, i tini, la pigiatrice, il torchio e botti di varie dimensioni, vomeri, zappe, erpici, stornarella, zappa cavallo e tutti gli oggetti di una civiltà agraria legata alla produzione e al consumo di olio extravergine d'oliva, vino e grano.
  • L'artigianato: una serie di esposizioni ripropongono gli strumenti tradizionali degni di mostra per la sempre maggiore rarità e marginalità: gli attrezzi del fabbro, dello stagnaio, del calzolaio; in più tutto l'occorrente dei mestieri legati alla lavorazione dell'argilla, delle pelli, alla produzione dei formaggi e dei latticini.

Enogastronomia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rosso Canosa, Olio d'oliva, Coratina e Orecchiette.
 
I tipici "strascinati" di grano arso e di farina bianca
(latino)
«Canusi lapidosus, aquae non ditior urna:
qui locus a forti Diomede est conditus olim.»
(italiano)
«A Canosa, località fondata un tempo dal forte Diomede,
oltre a mancar l'acqua, il pane è di pietra.»
 
Il pane a prosciutto (in dialetto ppen a prusutt).

La tradizione gastronomica canosina è fortemente legata alla tradizione contadina e mediterranea.

Uno dei prodotti più caratteristici è la farina di grano arso (in dialetto pugliese gren iars): una farina scura di umili origini, infatti, veniva ottenuta dal grano recuperato dopo la bruciatura delle stoppie dopo la mietitura; dal quale veniva appunto prodotta successivamente la farina dal caratteristico colore scuro. Questo recupero, avveniva da parte di persone che non potevano permettersi la farina "normale", allora i proprietari dei terreni permettevano questa successiva spigolatura. I prodotti più originali e conosciuti che si ottengono mischiando in parti uguali farina bianca e farina di grano arso sono gli strascinati (in dialetto strasc-net) particolari orecchiette e il pane a prosciutto (in dialetto ppen a prusutt) un pane scuro variegato di bianco.

Focacce e salato:

  • il calzone (u' calzaun) focaccia rustica ripiena di cipolla appassita (spesso con porri), con acciughe, olive coratine
  • i taralli bolliti (li taradd scallet) taralli fatti con vino bianco e semi di finocchio
  • li briachidd, tarallini fatti con vino bianco

Primi piatti:

  • i troccoli (li truccl) troccoli con ragù di carne di cavallo e ricotta dura
  • le orecchiette (li cupptidd) orecchiette al ragù
  • gli strascinati con cime di rape (li strascnet e c-m d'rep) pasta fatta in casa con rape, alici soffritte
  • gli strascinati di grano arso (li strascnet d'gren iars) con ragù di carne di cavallo e ricotta dura
  • la martnas, purea di fave con cicorie
  • i cardoni (li cardeun) in brodo di agnello con uova tipico della pasquetta

Secondi Piatti:

  • la braciola (la brasciol), involtino di carne di cavallo al sugo
  • l'agnello (l'agnill) al forno con patate
  • il coniglio (u'cunighj) al ragù o al forno

Dolci:

  • i marzapani (li mazzapen): dolce a base di mandorle
  • i mostaccioli (li mstacciul): dolce a base di vincotto
  • le scarcelle (l squarcidd): dolce pasquale a base di uova, ricoperto di glassa e confettini colorati
  • le sfogliatelle (l sfigghiet) dolce natalizio a base di sfoglie di pasta a forma di nastro ripieni di mandorle tritate, di marmellate di uva o di mele cotogne, garofano, cannella (e acciughe).
  • le cartellate (n'cartddet): dolce natalizio a base di sfoglie di pasta a forma di nastro tagliato con tagliapasta dentellato, fritti e ricoperti di vincotto

Elementi caratterizzanti della gastronomia della città sono inoltre il vino e l'olio extra vergine d'oliva. Il vino Rosso Canosa, prodotto con uva di Troia (detto anche vitigno di Canosa), possiede dal 1979 la denominazione DOC. Ma la produzione vinicola comprende anche vini bianchi e rosati, nonché eccellenti spumanti ricavati. Le principali produzioni con il marchio IGT (Indicazione Geografica Tipica) sono: Nero di Troia, Trebbiano, Cabernet Sauvignon, Rosso Puglia, Sangiovese.

Rinomato è anche l'olio DOP extravergine d'oliva ottenuto da olive coratine.

Canosa nello spettacolo e nella musica

La cittadina dauna è citata in diversi film e gag recitate da Lino Banfi (che si è anche ispirato ad un concittadino nella fiction Vola Sciusciù, prodotta dalla RAI nel 2000). A volte anche in qualche sketch di Diego Abatantuono

Il cantante satirico Leone di Lernia, invece, ha dedicato una canzone a Canosa, basata su un successo dance degli anni novanta, Cana-us Cana-us in cui affermava:

«Voglio tornare a Cana-us Cana-us, dove c'è musica, c'è festa!»

TeleCanosa e RadioCanosa

Canosa è stata sede di una televisione e di una radio autonoma .

Radio Canosa è andata in onda dal 31 dicembre 1976 al 15 agosto 1985 .

Tele Canosa invece dal 1 gennaio 1977 al 31 dicembre 1988.

Mercati

Il mercato alimentare (noto anche come la piazza) si svolge giornalmente in piazza Galluppi, attualmente in fase di recupero, mentre il tradizionale mercato settimanale si svolge ogni giovedì (con alcune eccezioni) nella zona Piano San Giovanni (nota come campo-campo).

Personalità legate a Canosa

Eventi

Febbraio
Marzo
  • Madonna di Costantinopoli (1º martedì del mese) - Pellegrinaggio al santuario della Madonna di Costantinopoli secondo un'usanza che risale all'VIII secolo.
  • Via Crucis vivente Suggestiva rievocazione delle 14 stazioni della Via Crucis, organizzata dalla Parrocchia Santa Teresa.
Aprile
 
La Desolata
 
Le Donne cantano lo Stabat Mater durante la processione della Desolata
  • Processione dell'Addolorata (venerdì precedente la Domenica delle Palme) - È la processione che dà inizio ai Riti della Settimana Santa. La processione vede la partecipazione di un numero altissimo di fedeli, soprattutto donne vestite e velate di nero, spesso scalze. La tradizione la ricorda come la Madonn dù tupp-tuzz' le perché la Madonna, in cerca del figlio Gesù, bussava (da qui tupp-tuzz'le, cioè bussare) alle porte delle chiese prima di giungere alla Cattedrale.
  • I Sepolcri (Rito della Settimana Santa, Giovedì Santo)
  • Processione dei Misteri (Rito della Settimana Santa, Venerdì Santo)
  • Processione della Desolata (Rito della Settimana Santa, Sabato Santo) - È sicuramente la processione più suggestiva della settimana santa. Si parte dalla Chiesa di San Francesco e San Biagio il sabato mattina: bambini vestiti da angioletti aprono la processione mostrando gli oggetti e le frasi della passione di Cristo. Segue la statua della Desolata seguita da un folto coro composto da circa 250 ragazze col volto coperto e vestite di nero, alcune ancora oggi scalze, che urlano (alla maniere straziante delle donne prezzolate) una canto tipico, lo Stabat Mater.
  • Processione della Madonna della Fonte - Alla riscoperta della tradizionale Festa delle Primizie, nella seconda domenica di Pasqua i produttori canosini portano ai piedi dell'antichissima icona, custodita da nove secoli nella cattedrale, alcuni prodotti agricoli locali.
Maggio
  • Settimana dei Beni Culturali
  • Fiera Cittadina (20 e 21 maggio)
Giugno
  • Maria SS. Altomare (1 giugno) - Festa rionale organizzata dalla parrocchia di Gesù, Maria e Giuseppe.
Luglio
  • Premio Diomede - Da un decennio premia i canosini e i pugliesi che si sono distinti per la loro opera meritoria in campo economico, sportivo, sociale, scientifico, artistico e culturale. Tra i premiati: Lino Banfi, Ermanno Leo, Donato Di Gaetano, Samuele Valentino, Francesco Chiancone, Arcivescovo Francesco Minerva, Don Tonino Bello, Michele Paulicelli, Vincenzo Petroni e Sabino Cannone.
  • Madonna del Carmine (16 luglio) - Festa rionale organizzata dalla rettoria del Carmine.
  • "Canosa estate" (31 luglio) - Spettacoli musicali
Agosto
Ottobre
Novembre
Dicembre
 
Una delle rare apparizioni della neve a Canosa
  • Sagra dell'Olio Extravergine d'Oliva
  • SS. Immacolata (8 dicembre) - Festa rionale organizzata dalla parrocchia della SS. Immacolata.
  • Santa Lucia (13 dicembre)
  • Presepe vivente - Rappresentazione del presepe con 150 figuranti che si estende su un'area di 6000 m2 e con un percorso lungo 300 m. La prima edizione risale al 2004. Si sono stimati circa 40.000 visitatori all'anno.
  • Natale in città - Notte bianca
  • Mostra del presepio artigianale Canosapresepi - Rassegna Espositiva di Presepi Artigianali, organizzata dalla sezione locale dell' Associazione Italiana Amici del Presepio

Geografia antropica

Urbanistica

 
Pianta della Città

Canosa, nel corso dei secoli, è cresciuta secondo lo standard delle città-fortezza: nei pressi di un fiume e su un territorio prettamente collinare (dai 7 grossi dossi compresi nei confini cittadini, gli aborigeni, per analogia, chiamano Canosa Piccola Roma[43]). In cima alle alture è visibile anche il mare, verso nord.

Dalla zona dell'Acropoli, costituita da un bastione contornato in discesa da un dedalo di scalinate e stretti vicoli (presenti tutt'oggi), il centro si è esteso fino alla piana sottostante, zona delle tombe dapprima daune, poi romane, infine paleocristiane. La città poi si è evoluta in epoca romana, con la costruzione di edifici, acquedotti, un anfiteatro, luoghi di culto e altre tombe in tufi locali e laterizi. La via Traiana attraversava trasversalmente la civitas, che, per la morfologia dei luoghi, non era costruita in base ai criteri dell'accampamento romano.

Dal IV secolo, sotto san Sabino, questa diocesi pugliese, viene arricchita da palazzi e chiese.

Dagli inizi del XIX secolo a oggi, Canosa ha assunto una fisionomia sempre più precisa: due piazze principali, collegate da un corso che ricalcava l'antica via Traiana (corso San Sabino), stabiliscono il centro cittadino: nella prima (Piazza Vittorio Veneto) è presente la cattedrale di San Sabino; nella seconda (attuale Piazza della Repubblica, già Piazza Colonna[44]) il Municipio (precedentemente un convento) che fungeva da frontespizio all'Acropoli. Diverse strade diramanti da entrambi i larghi conducono ai punti più "strategici" della antica capitale della Daunia. Il percorso prolungato del Tratturo L'Aquila-Foggia sfiorava Canosa nella zona periferica della Madonna di Costantinopoli.

Dagli anni '80 sul Monte Scupolo cresce la Zona 167, destinata inizialmente alle residenze popolari. Attualmente la zona è un secondo centro parallelo (Canosa Alta, già Torre Caracciolo) che accoglie più di un terzo degli abitanti di Canosa, quindi non più destinata solo a cooperative di case popolari, ma a ville, negozi e ristoranti.

Da poco tempo è in corso un piano di riqualificazione di strade e piazze nel territorio comunale. Ad una dozzina di chilometri da Canosa, direzione Lavello, è presente la frazione di Loconia.

Frazioni

  Lo stesso argomento in dettaglio: Loconia.

Oltre alle varie contrade circostanti presenti nel territorio (che identificano la presenza di grandi masserie private), Canosa ha come unica frazione il centro rurale di Loconia, distante 14 km.

Economia

 
Tipico paesaggio dell'agro canosino, con gli alberi d'olivo a fare da contorno.
(latino)
«CANUSINAE FUSCAE
Haec tibi turbato Canusina simillima mulso
Munus erit. Gaude: non cito fiet annus»
(italiano)
«LE STOFFE SCURE DI CANOSA
Ecco il tuo regalo: una stoffa di Canosa molto simile al vino
misto al miele. Sta' tranquillo: non invecchierà così presto»

L'economia canosina è prevalentemente legata all'agricoltura e al settore primario, senza trascurare l'allevamento.

Le risorse storiche, archeologiche e turistiche agevolano l'afflusso di visitatori; la posizione centrale della città rispetto al territorio circostante, invece, ha contribuito a far sorgere imprese soprattutto nei settori tessile e alimentare. Antica "arte", sempre presente, è quella dell'artigianato.

Agricoltura

 
Dall'uva dauna viene prodotto il vino DOC Rosso Canosa.

La posizione geografica pone il territorio canosino tra le Murge e il Tavoliere delle Puglie, a pochi chilometri dall'invaso del Lago Locone. Nonostante problemi di siccità subiti negli ultimi anni[45], le coltivazioni di graminacee, della vite e degli ulivi, in particolar modo, garantiscono l'esportazione su scala mondiale di prodotti locali, come pasta, vini, olive e olio. Grazie alla temperatura mite, tipiche della zona sono le produzioni di fichi, fichi d'India, mandorle, lampascioni, pesche e amarene, senza trascurare altre verdure (rape, "marasciuoli" e rucola in primis), legumi e ortaggi.

Recentemente (2005) non sono mancate polemiche e proteste da parte degli agricoltori a causa della scarsa valutazione sui prodotti locali, a cui sono susseguiti disagi alla circolazione e scontri, con la registrazione di episodi di cronaca nera[46].

L'allevamento, classico della Puglia e favorito già in antichità dal passaggio del Tratturo Regio, è soprattutto ovino e caprino. Nell'agro circostante, quello bovino, praticato in adeguate strutture, garantisce la produzione di latte e formaggi per le industrie casearie dei dintorni.

Artigianato

 
Macchia mediterranea nei pressi di Canosa. In cima alla collina, una tipica masseria.

Ricercata è la lavorazione manuale. La realizzazione artigianale di ceste di vimini o vasi d'argilla è ancora frequente. Resistono ancora antichi mestieri come il calzolaio o l'arrotino.

Industria

Negli ultimi decenni, Canosa si è sviluppata dal punto di vista imprenditoriale. Grazie al settore primario, sono sorte diverse aziende vinicole e olearie, assieme ad un importante pastificio.

L'essere uno strategico snodo stradale ha permesso alla città di ospitare un discreto numero di centri distributivi di merci, come frutta e medicinali.

Utile per l'economia e il prestigio locale è la presenza della sede di una nota industria tessile.

Dai primi anni 2000 è in progetto la realizzazione di un termovalorizzatore nel territorio canosino, che ha portato molte manifestazioni e proteste. Dopo un lungo e complicato contenzioso fra il Comune e l'azienda costruttrice dell'impianto, nel marzo 2007 una sentenza del Consiglio di Stato ha annullato la concessione edilizia per la realizzazione della centrale[47].

Turismo

Come già illustrato, Canosa dispone di un vasto patrimonio utile al turismo.

Gli innumerevoli siti archeologici, correlati da mostre e musei (anche di prossima apertura, come il Museo archeologico provinciale che sorgerà nei pressi del parco archeologico del Battistero San Giovanni) garantiscono una discreta affluenza di visitatori, spesso provenienti dall'estero.[senza fonte]

Nei periodi festivi, attrazioni sono il presepe e la passione viventi, nonché le numerose e vissute processioni.

Altro richiamo è dovuto ancora una volta alle specialità gastronomiche locali.[senza fonte]

Sia a fini turistici che in quanto a produzione di posti di lavoro, è prossima la progettazione di un parco divertimenti (San Giorgio Village) su un'area di circa 1.075.700 m² (tre volte Gardaland e due volte Mirabilandia) nei pressi del casello autostradale. Tuttavia, l'edificazione del sito non è ancora iniziata[48].

Infrastrutture e trasporti

Strade ed autostrade

 
Mappa di avvicinamento di Canosa

Canosa è situata nei pressi di uno dei nodi autostradali più importanti del mezzogiorno. Infatti, dal 1973, l'Autostrada A16 (Napoli-Canosa, detta anche Autostrada dei due mari) interseca l'Autostrada A14 (Bologna-Taranto, detta anche Autostrada Adriatica). Il casello di Canosa dista 172 km da Napoli, 611 km da Bologna e 133 km da Taranto. In occasione dell'apertura del parco divertimenti San Giorgio Village e in previsione di una presenza giornaliera media di 15 - 20 mila autovetture, con punte di 40 - 45 mila unità[49], il casello di Canosa verrà ampliato.

A nord-est dell'abitato moderno corre parallela alla odierna Strada Provinciale 231 Andriese Coratina (ex SS 98) la via Traiana realizzata dall'imperatore Traiano nel 108 d.C. La via Traiana collegava l'antica Benevento a Brindisi. All'altezza di Canosa incontra il fiume Ofanto, all'epoca completamente navigabile. In epoca romana vi era probabilmente un porto per il trasbordo delle merci, che faceva comunque riferimento all'importantissimo porto di Canosa situato a Barletta. Altre strade di notevole importanza sono la Strada Provinciale 231 Andriese Coratina (ex SS 98) e la Strada Statale 93 Appulo Lucana Barletta-Canosa-Lavello.

Ferrovie

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Canosa di Puglia.
 
Stazione di Canosa

Canosa è dotata di una stazione ferroviaria, attualmente impresenziata, sulla linea Barletta-Spinazzola. Il progetto di una linea interna risale al 1861, ma solo nel 1888 viene stipulata una convenzione con la Società Strade Ferrate Meridionali per la costruzione della linea, resa esecutiva con la legge 5550 del 20 luglio 1888, con una spesa prevista di 7.994.460 lire dell'epoca. La linea ferroviaria viene inaugurata in data 1 agosto 1895. Dagli anni novanta la linea è stata fortemente ridimensionata, sono stati ridotti i fasci di binari e le stazioni sono impresenziate.

Mobilità urbana

Canosa è servita da autolinee nazionali e internazionali che conducono in tutte le più importanti città d'Italia e in alcune capitali europee, autolinee extraurbane che collegano la città con i comuni limitrofi e con la maggior parte dei comuni della provincia di Barletta-Andria-Trani, della provincia di Bari e di Foggia e da tre linee urbane.

Le tratte nazionali e internazionali sono gestite da Marino s.r.l. e Marozzi, mentre le autolinee extraurbane che servono il traffico locale vengono operate da:

Vi sono inoltre tre autolinee urbane, gestite dall'azienda Caputo.

Amministrazione

 
Palazzo di Città

Template:ComuniAmministrazione

Gemellaggi

Canosa è gemellata con:

Sport

 
Palazzetto dello Sport

La squadra di calcio della città è la S.S. Canosa. I colori sociali della società sono il rosso e il blu. Attualmente gioca nel Campionato di Promozione, ma in passato ha giocato nel Campionato di Eccellenza e nel Campionato di serie D. Ha inoltre disputato una finale di Coppa Italia Dilettanti.

Ha sede inoltre una società di basket maschile nata nel 2000 A.S. Canusium. Attualmente disputa il Campionato di prima divisione. Vi sono anche due società di volley a capo della Polisportiva Canosa, in ambito maschile e femminile, che attualmente disputano rispettivamente i Campionati di prima e seconda divisione.

Impianti sportivi

Tra gli impianti sportivi presenti in città vi sono:

Tre quelli di proprietà comunale:

  • Stadio Comunale Sabino Marocchino
  • Stadio Comunale San Sabino
  • Palazzetto dello Sport

Galleria fotografica

 
Panorama della Città da Nord-Est
 
Panorama della Città dal Castello
 
Panorama della Città da Sud
 
Panorama della Città al tramonto
 
Piazza Vittorio Veneto
 
Piazza Vittorio Veneto
 
Piazza della Repubblica (Piazza Colonna)
 
Piazzetta Imbriani
 
Piazza Ferrara
 
Piazzetta Volturino
 
Corso San Sabino (visto da Piazza della Repubblica)
 
Cupola del Mausoleo di Boemondo
 
Capitelli, Lapidarium
 
Fregio, Lapidarium
 
Epigrafe, Lapidarium
 
Cassa armonica per l'orchestra
 
Salita nel rione Castello
 
Salita
 
Salita
 
Torre dell'Orologio
 
Battistero San Giovanni
 
Scavi di San Pietro
 
Necropoli di Santa Sofia
 
Nuraghe nell'agro
 
Basilica di San Sabino - Cattedra vescovile
 
Basilica di San Sabino - Il pulpito
 
Basilica di San Sabino - Porte del Mausoleo di Boemondo
 
Basilica di San Sabino - Altare e ciborio

Note

  1. ^ INEA - Istituto Nazionale di Economia Agraria
  2. ^ Interrogazione parlamentare sulla sicurezza statica della Città di Canosa [1]
  3. ^ www.biopuglia.iamb.it/
  4. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani
  5. ^ Servius Marius Honoratus, Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, 11, 246.
  6. ^ Torelli, Mario (1992) "Il quadro materiale e ideale della romanizzazione", in Principi imperatori vescovi, pp. 608-619.
  7. ^ Canussio, Vittorio, (1993-94) Il problema dell'etimo Canusium, in Invigilata Lucernis n.15-16.
  8. ^ Padula, Vincenzo (1871), Protogea ossia l'Europa preistorica, p.136
  9. ^ a b Jacobone, Nunzio (1922), Canusium. Un'antica e grande città dell'Apulia. Ricerche di storia e topografia, pp. 11-13. L'autore riporta le tre ipotesi (quella serviana, greca ed ebraica) respingendole ed ipotizza la derivazione messapica o iapigia.
  10. ^ Analogamente ad altre città pugliesi di simile origine, come ad esempio Venosa o Ginosa.
  11. ^ Schulze, Wilhelm (1963) Zur Geschichte lateinischer Eigennamen (trad. Storia dei maggiori nomi propri latini), p.313
  12. ^ Corrente, Marisa (1992), "L'insediamento di Toppicelli", in Principi imperatori vescovi, pp-63-71.
  13. ^ De Juliis, Ettore Maria (1992), "Le ambre intagliate", in Principi imperatori vescovi, pp.128-130.
  14. ^ a b Questi ultimi poterono fregiarsi del titolo di "Principi di Canosa", attribuitogli ex Regio Decreto del 1914, partendo da Ernesto (1886), fino all'esplicito non riconoscimento dei titoli nobiliari sancito dalla Costituzione. Titolo, comunque, che è diventato parte integrante del nome.
  15. ^ Ora sede della locale Fondazione Archeologica (F.A.C.) [2].
  16. ^ Detto anche Palazzo Vescovile.
  17. ^ Sede del museo delle marionette.
  18. ^ Sede della locale mostra dei presepi.
  19. ^ Ora unificate nell'unica parrocchia dei SS. Francesco e Biagio.
  20. ^ a b L'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi accompagnò l'assegnazione del riconoscimento con una breve nota: "All'indomani dell'armistizio, abbandonata dai tedeschi, [Canosa] subì un violento bombardamento [...]. La popolazione si prodigò in una generosa gara di solidarietà in aiuto dei superstiti e dei senza tetto, dando prova di elette virtù civiche e grande spirito di abnegazione."
  21. ^ Nel transetto di destra alcune lapidi certificano la dedicazione della Basilica a San Sabino e l'elevazione a Cattedrale.
  22. ^ Si presume che nel progetto dell'epoca ve ne fossero due, pressoché identici, ma solo uno fu realizzato.
  23. ^ Di cui sei laterali e due in corrispondenza del braccio sinistro della croce della pianta.
  24. ^ Proprio devoto a sant'Alfonso, morto a Pagani nel 1917 e traslato nella Cattedrale il 9 aprile 1983.
  25. ^ Datato 1767: precedentemente nella stessa cappella vi era un'antica scultura in oro raffigurante il santo, trafugata prima dai longobardi nell'VIII secolo - recuperata in breve tempo - poi da "mano ignota" il 10 novembre 1983.
  26. ^ Il 14 aprile 1912 più persone giurarono di aver visto gli occhi del Cristo muoversi.
  27. ^ Conferma del restauro
  28. ^ Sostituita da due ante in legno.
  29. ^ Secondo altra opinione, di Amalfi.
  30. ^ Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa, Comunicato Stampa 7 marzo 2007.
  31. ^ Si ricordano Tra Palco e Realtà, Dietro le Quinte, Civette e Comò e Idea Teatro '89 : negli ultimi anni, tali compagini hanno recitato anche al di fuori del territorio canosino, spesso in vernacolo.
  32. ^ Si presume che la ricostruzione fu voluta da Federico II di Svevia.
  33. ^ A cura della facoltà di Archeologia dell'Università degli Studi di Foggia.
  34. ^ Solo nella seconda metà dell'VIII secolo (sicuramente il 1º agosto) le spoglie del santo furono traslate nella cripta dell'attuale Basilica di San Sabino.
  35. ^ Il complesso sabiniano di San Pietro a Canosa Università degli studi di Foggia
  36. ^ Canosa: Complesso paleocristiano di S.Giovanni Università degli studi di Foggia
  37. ^ Sempre a cura dell'Università degli Studi di Foggia.
  38. ^ Il "Toro", invece, indicava, in epoca medievale, una zona sopraelevata.
  39. ^ Dati tratti da:
  40. ^ Stehl, Thomas (2004) "Dialetto canosino patrimonio culturale", Il Boemondo VII, 3, pp. 8-9. Il prof. Thomas Stehl è linguista e professore titolare del Dipartimento di Linguistica romanza presso l'Università di Potsdam.
  41. ^ La Fondazione Archeologica Canosina nasce nel 1992 da una operazione di sensibilizzazione della popolazione nei confronti del patrimonio archeologico della città e quasi sempre privato alla città. Per maggiori informazioni: Sito ufficiale
  42. ^ La Compagnia Aurora, fondata da Lorenzo Dell'Aquila, cominciò nel 1882 ed è stata la prima in assoluto a proporre al pubblico pugliese le marionette con armature luccicanti, occhi di cristallo, impegnati in amori e duelli. Sono stata l'ultima compagnia del loro genere a calare il sipario nella seconda metà degli anni ottanta.
  43. ^ Le sette colline sono S. Giovanni, Santa Sofia, San Giorgio, Montescupolo, San Leucio - detto anche dei SS. Quaranta -, Santa Lucia e Murgetta.
  44. ^ Chiamata così per via di una colonna ottocentesca su cui vi è la statua della Madonna, che rappresenta, tra l'altro, l'ingresso alla zona Castello (vecchia Acropoli).
  45. ^ Articolo di Rainews del 9 luglio 2002.
  46. ^ Articolo de La Repubblica del 29 agosto 2005.
  47. ^ Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa , Comunicato Stampa 22 marzo 2007.
  48. ^ Raccolta di informazioni su San Giorgio Village
  49. ^ Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa, Comunicato Stampa 7 dicembre 2006.

Bibliografia

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  • Luigia Sabbatini, Ceramiche di scavo della zona archeologica di Canosa: un'indagine archeometrica, Bari, Proto, 2002.
  • Matteo Ieva, Paola Diomede; Giorgio Postrioti, Canosa dal territorio al castello: i caratteri della strutturazione del territorio in rapporto al sistema difensivo e alla nascita del castellum, Bari, Adda, 2003.
  • AA.VV., (Centro studi storici e socio-religiosi in Puglia; Basilica cattedrale di San Sabino; Fondazione Archeologica Canosina), Canosa: Ricerche storiche, Fasano, Schena, 2003.
  • Francesco Di Muro, Li sciùch d na vòlt: Canosa di ieri e di oggi, Foggia, Centrografico francescano, 1999.
  • Paolo Pinnelli, Articoli e reportage vari, La Gazzetta del Mezzogiorno.

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