Piercing

Piercing, o body piercing, (dall'inglese to pierce, "perforare") indica la pratica di forare alcune parti superficiali del corpo allo scopo di introdurre oggetti in metallo (talvolta ornati con pietre preziose), osso, pietra o altro materiale, quale ornamento o pratica rituale.
Sono soggette a questa pratica soprattutto zone del corpo quali: lobo dell'orecchio, sopracciglio, narice e setto nasale, labbro, capezzolo, ombelico e organi genitali (glande, prepuzio e scroto nell'uomo; piccole e grandi labbra, prepuzio clitorideo e Monte di Venere nella donna).
I motivi che spingono a tale pratica possono essere i più vari e possono includere: religione, spiritualità, tradizione, moda, erotismo, conformismo o identificazione con una sottocultura.
Il termine viene talvolta utilizzato anche per definire la pratica del play piercing o "piercing temporaneo", che consiste nel forare parti del corpo temporaneamente, in connessione a pratiche BDSM o rituali/religiose, così come in uso presso gli Aztechi.
Origini
Il piercing ha origini antiche o preistoriche. Lo scopo principale era quello di distinguere i ruoli assunti da ogni membro all'interno della tribù, al fine di regolare i rapporti tra i vari individui sia nel quotidiano che durante le cerimonie, rendendo immediatamente palese tutta una serie di informazioni sull'individuo e al suo rapporto con il gruppo di appartenenza[senza fonte].
Molte sono le "storie del piercing" che circolano su Internet riguardo alle presunte origini di ogni singolo tipo di piercing, in qualche caso si tratta di origini fantasiose, dovute all'immaginazione del solo Doug Malloy, pioniere del piercing moderno.
Orecchio
La perforazione del lobo, o meno frequentemente della cartilagine, dell'orecchio è stata praticata fin da tempi antichi, in particolare nelle culture tribali. Sembra infatti che in nelle tribù antiche, credendo che il metallo fermasse gli spiriti malvagi, perforassero le orecchie cosicché tali spiriti non potessero entrare nel corpo attraverso le orecchie.
La pratica della perforazione del lobo è stata riscontrata spesso in corpi mummificati, compresa la più antica mummia mai scoperta finora, la mummia del Similaun, ritrovata nel 1991 nel ghiacciaio di Similaun sulle Alpi Venoste. Ötzi, così è stata soprannominata la mummia, oltre a numerosi tatuaggi, aveva un foro all'orecchio di 7,11 mm di diametro[1].
La perforazione delle orecchie negli uomini è molto comune nelle culture tribali fino al giorno d'oggi. Ad esempio nel Borneo la perforazione delle orecchie viene fatta ai ragazzi come rito di passaggio: la madre perfora un orecchio e il padre perfora l'altro, ciò simboleggia la dipendenza del figlio dai suoi genitori.
Gli orecchini compaiono anche nella Bibbia, dove vengono indossati da entrambi i sessi. Nel Libro dell'Esodo 32, Aronne fonde gli orecchini per farne il vitello d'oro. Il Deuteronomio 15:12-17 dispone la perforazione dell'orecchio per lo schiavo che sceglie di non venire liberato[2].
Sotto parte dell'Impero Romano, gli orecchini erano molto più comuni tra gli uomini che tra le donne, essendo stato introdotto l'uso da Giulio Cesare. In età elisabettiana l'orecchino era uno status symbol prettamente maschile, indossato da nomi come Shakespeare, Sir Walter Raleigh, e Francis Drake.
Presso gli Aztechi i lobi delle orecchie venivano dilatati per piacere estetico o come segno di appartenenza a una determinata tribù.
I marinai di un tempo credevano che forare il lobo acutizzasse la vista, così da poter ottenere il posto di vedetta, che era fra i più ambiti. I marinai portavano orecchini d'oro, cosicché, se fossero morti in mare e il loro corpo fosse stato trascinato a riva dalla corrente, con essi si sarebbe potuta pagare una sepoltura cristiana: il loro spirito, altrimenti, avrebbe vagato inquieto per l'eternità[3]. Pare inoltre che i marinai che accettavano rapporti omosessuali comunicassero la loro disponibilità al resto della ciurma portando l'orecchino, a differenza di tutti gli altri, al lobo destro[senza fonte].
Naso
Nei Veda, i più antichi libri sacri indiani, si trova un riferimento ai lobi e al naso forati della dea Lakshmi[4].
Nel libro della Genesi 24:22, il servo di Abramo dona a Rebecca, moglie di Isacco, un gioiello per il naso d'oro del peso di circa mezzo siclo. Il termine ebraico Nezem, che appare in questo passaggio della Bibbia, significa "anello per il naso" nel moderno ebraico, ma nell'antico ebraico significa anche "orecchino", da alcuni passi successivi si capisce chiaramente che si tratta di un anello per il naso.
La perforazione della narice è comune tra le tribù nomadi del Medioriente fin dai tempi della Bibbia, ed è storicamente comune in India. Le donne indiane in età fertile, indossano un anello al naso, solitamente alla narice sinistra, poiché la narice è associata con gli organi riproduttivi femminili nella medicina ayurvedica.
Presso molte tribù di nativi americani la perforazione del setto nasale è un marchio dello status maschile. Ad esempio a questa usanza deve il proprio nome la tribù dei Nez percé (letteralmente "Nasi Forati").
La pratica è comune anche tra i guerrieri delle tribù dell'Estremo Oriente e del Pacifico, poiché un osso nel naso conferisce un'apparenza aggressiva.
Aztechi e Incas indossavano un anello d'oro al setto nasale come ornamento, la pratica continua al giorno d'oggi presso gli indiani Cuna dell'isola di Panama.
Uomini e donne Marubo, nel Brasile occidentale, hanno in uso la perforazione del setto nasale, facendovi passare attraverso alcune fila di perline. Ciò è considerato un mezzo per entrare in sintonia con la natura che li circonda[4].
Una differente forma di modificazione estetica è quella praticata dagli aborigeni australiani, che perforano il setto nasale con un lungo stecchetto così da appiattire il naso.
La tribù Bundi di Papua Nuova Guinea perforano il setto del naso come rito di passaggio all'età adulta da parte dei maschi.
L'unico luogo al mondo di cui storicamente si ha notizia che perforazione del setto nasale sia più diffusa tra le donne che tra gli uomini, è nell'area himalayana del Nord dell'India, del Nepal, del Tibet e del Bhutan. Alle donne in queste regioni viene spesso perforata la narice forata in giovane età, mentre il setto viene perforato durante il matrimonio a significare l'appartenenza al proprio sposo.
Labbro
Così come la dilatazione dei lobi delle orecchie, anche il piercing al labbro ha origine nelle culture tribali dell'Africa e dell'America.
Nelle culture precolombiane, la perforazione del labbro era considerato uno status symbol e solamente gli uomini di alto rango potevano indossarlo. Nel Sud America tale tipo di piercing viene chiamato Tembetá.
Presso gli Yanomami si usa perforare il labbro inferiore, inserendovi dei bastoncini. Ciò permette ai giovani innamorati di scambiarsi messaggi erotici velati[4].
La perforazione del labbro nelle culture tribali africane, invece, è un'esclusiva femminile e il significato della pratica cambia da tribù a tribù. Ad esempio presso la tribù Dogon del Mali un anello al labbro viene portato per questioni spirituali; nella tribù Saras-Djinjas del Ciad il labbro della donna viene forato con il matrimonio, così da rappresentare un simbolo di assoggettamento al marito[5]. Infine presso la tribù Makololo del Malawi il labbro delle donne viene perforato per un puro motivo estetico: pochi uomini Makololo andrebbero con una donna che non porta tale tipo di ornamento, considerandola innaturale.
Lingua
Presso gli Aztechi e i Maya, era in uso la pratica della perforazione rituale della lingua: la lingua veniva perforata con una spina di pesce e vi veniva passata attraverso una corda, così da versare sangue e indurre uno stato alterato di coscienza. Tale pratica permetteva al sacerdote di comunicare con le divinità: ferire un organo con cui comunicare, era visto come il sacrificio necessario perché questa trasformazione avvenisse.
I fachiri e i sufi islamici del Medioriente e i medium dell'Estremo Oriente, praticano la perforazione della lingua così da offrire una prova del loro stato di trance.
La ragione per cui gli sciamani degli aborigeni australiani praticano la perforazione della lingua ha una ragione curativa: ciò serve a permetter loro di «succhiare con la loro lingua la magia malvagia dal corpo dei loro pazienti»[6].
A partire dall'inizio del XX secolo molti imbonitori di spettacoli da baraccone, presero in prestito dai fachiri le loro pratiche di perforazione della lingua introducendo i primi barlumi di piercing alla lingua agli spettatori americani ed europei.
Capezzolo
Capezzolo femminile
Hans Peter Duerr, nel suo libro Dreamtime, racconta come nel XIV secolo, presso la corte della regina Isabella di Baviera, fosse divenuta in uso la moda femminile della "grande scollatura": le scollature degli abiti si erano abbassate tanto da scoprire l'ombelico. I seni così esposti, venivano talvolta decorati, i capezzoli venivano colorati con del rossetto, ornati con anelli tempestati di diamanti o piccoli cappucci, e talvolta forati passandovi attraverso delle catenelle d'oro.[7][8].
Sembra che anche tra le signore inglesi di tarda epoca vittoriana (attorno agli anni novanta del XIX secolo) fossero divenuti di moda i cosiddetti bosom rings ("anelli da seno"). La pratica di perforazione dei capezzoli con applicazione di anelli o catenelle, avrebbe avuto lo scopo di aumentare la forma degli stessi, come rimedio contro il capezzolo introflesso, ma anche un puro scopo erotico. La pratica sarebbe stata effettuata da gioiellieri, a quanto pare un gioielliere di Bond Street affermava di aver forato i capezzoli di 40 signore londinesi. Nel medesimo periodo pare la pratica fosse diffusa anche a Parigi con il nome di anneaux de sein ("anelli da seno")[9][10]. Altre fonti si spingono ad affermare che tra le signore vittoriane, ad avere i capezzoli forati, ci fosse anche Lady Randolph Churchill, la madre del primo ministro britannico Winston Churchill[11].
Alcuni documenti di fine ottocento attesterebbero le pratiche sopra descritte, tuttavia l'autenticità e la credibilità di tali fonti sono discusse. Tanto Hans Peter Duerr nel suo Dreamtime, quanto Stephen Kern in Anatomy and Destiny, si basano su informazioni provenienti da pubblicazioni di Eduard Fuchs, sulle quali sono stati mossi dubbi di autorevolezza e affidabilità[12][13][14].
Maggiormente dubbie sembrano essere poi le affermazioni apparse in un articolo tratto da un giornale medico e che attesterebbero l'uso della perforazione del capezzolo femminile anche nella Francia del seicento, presso la corte del re Luigi XIV di Francia, così come accaduto tre secoli prima alla corte della regina Isabella di Baviera, sarebbe infatti divenuta di moda una scollatura tanto ampia da esporre i capezzoli. La moda, una volta attraversata la Manica, avrebbe trovato emuli tra le nobili inglesi che si sarebbero spinte anche a forare i capezzoli inserendovi degli anelli d'oro come ornamento[12].
La stessa fonte riferisce che il piercing al capezzolo sarebbe stato in uso anche nell'Africa sahariana, presso le donne delle tribù berbere Kabyle. La pratica non solo non ha alcun riscontro documentale, ma risulta al quanto improbabile, visto il tipo di materiali di cui dispongono tali tribù che renderebbe assai difficoltosa la guarigione di un simile tipo di piercing[12][15]. Tali pratiche si possono quindi considerare a livello di leggenda.
Completamente priva di alcuna fonte documentale è invece l'origine che attribuirebbe la pratica di una forma di piercing al capezzolo da parte della regina Cleopatra. Alcune fonti affermano che la regina Cleopatra avrebbe avuto il capezzolo sinistro introflesso e che per guarire da questa malformazione sarebbe ricorsa ad una forma di piercing, forando il capezzolo e inserendovi uno o più sassolini[16][17]. Ugualmente priva di alcun supporto documentale è la leggenda che afferma che la pratica sarebbe stata in uso presso le donne della Roma antica al fine di ingrandire e abbellire il seno.
Da diverse fotografie di donne tatuate provenienti dalla Kobel Collection[18], si evince come invece la pratica fosse in uso nella prima metà del XX secolo, prima dell'avvento del moderno piercing. Ethel Granger, riconosciuta nel Guinness dei primati come la donna con la vita più stretta, dato l'utilizzo di corsetti al fine di ridurre il giro vita, durante gli anni venti e trenta, con l'aiuto del marito medico, aveva forato lobi, narici, setto e capezzoli, e successivamente aveva allargato i fori con l'inserimento di anelli di maggiore spessore[12][19]. Charlotte Hoyer, una mangiatrice di spade tedesca degli anni quaranta/cinquanta, aveva svariati piercing, oltre alla lingua, aveva forati entrambi i capezzoli, le piccole e grandi labbra della vulva[20][21]. Kathy, una celebre spogliarellista inglese degli anni sessanta, aveva entrambi i capezzoli forati ornati con vistosi pendent[22].
Capezzolo maschile
Al di là della leggenda, screditata[8][15][17], che affermava essere in uso il piercing ai capezzoli tra i centurioni romani al seguito di Cesare, la letteratura relativa a tale pratica negli uomini è molto più povera rispetto a quella che riguarda la pratica di tale piercing tra le donne.
Dati certi a tal proposito si hanno sugli uomini Karankawa, una popolazione di nativi americani estinta che abitava il golfo del Nuovo Messico, che usavano dipingersi il corpo, tatuarsi e perforare il labbro inferiore e i capezzoli con piccoli pezzi di canna[12][23].
La pratica è inoltre attestata tra i marinai del XX secolo come rito di passaggio al passare di una determinata linea (dell'equatore, dei tropici o la linea internazionale del cambio di data) e varie immagini di marinai tatuati lo confermerebbero[12]. Era inoltre praticata dagli artisti delle fiere, i cosiddetti sideshow, fachiri e uomini tatuati. Tra di essi probabilmente il più celebre artista è Rasmus Nielsen, il cui spettacolo consisteva nel sollevare una incudine appesa ai suoi piercing ai capezzoli[24][25].
Genitali
La perforazione dei genitali, assieme a quello della fronte, era in uso presso la cultura centroamericana olmeca (1500 a.C. circa) e nelle successive culture da essa influenzate[4].
Genitali femminili
Le donne dell'isola di Truk usavano perforarsi le labbra vaginali per inserirvi oggetti che tintinnavano mentre camminavano[26].
Nella letteratura specialistica, viene fatto spesso riferimento alla pratica, in uso presso le donne indiane di perforarsi sia le piccole che le grandi labbra[4].
Genitali maschili
Nelle Filippine era in uso il "bastone del pene", e viene descritto fin dal 1590 nel Codice Boxer[26]. Probabilmente si tratta dello stesso ornamento in uso nel Borneo, presso i Daiachi, e in tutta l'Oceania, noto con il nome di ampallang. Si tratta di una barretta di metallo che viene inserita nel glande dopo averlo perforato. Tale pratica ha uno scopo rituale quanto erotico: un uomo Daiachi non può sposarsi né avere rapporti sessuali con una donna senza aver prima praticato questa forma di modificazione genitale. Per le donne Daiachi infatti tale tipo di piercing procura maggiori stimolazioni di un pene che ne è privo. Presso il Sarawak Museum di Kuching, nel Borneo si trova una ricca documentazione di questa pratica, che parrebbe prendere ispirazione dal pene del rinoceronte bicorno di Sumatra e del Borneo, dotato naturalmente di un osso diagonale nel membro. I portatori di ampallang del Borneo, rendono pubblico questo tipo di modificazione con un piccolo tatuaggio sulla spalla[4].
Altri tipi di piercing
La leggenda di Doug Malloy
Richard Simonton, organista, tecnico audio e imprenditore, introdotto nella comunità hollywoodiana (tra i suoi amici Groucho Marx, Laurence Olivier e Harold Lloyd, oltre al musicista Aram Khachaturian), negli utlimi anni di vita divenne un sostenitore della scena legata alle modificazioni corporee.
Con lo pseudonimo di Doug Malloy, adottato per mantenere l'anonimato - la sua famiglia era infatti totalmente all'oscuro del suo coinvolgimento nelle comunità underground e nello sviluppo del moderno piercing - pubblicò il libro Diary of a Piercing Freak[27], successivamente ristampato con il titolo The Art of Pierced Penises and Decorative Tattoos.
Simonton era in contatto con personalità della scena legata al body piercing quali il tatuatore londinese Alan Oversby (anche conosciuto come Mr. Sebastian), Roland Loomis (anche conosciuto come Fakir Musafar) e Jim Ward. Con quest'ultimo diede vita a quello che chiamò T&P Group (contrazione di Tattooing and Piercing Group), una associazione di appassionati di tatuaggio e piercing, localizzata inizialmente a Los Angeles.
Simonton è autore di una suggestiva "storia del piercing" (Body & Genital Piercing in Brief[28]) che, grazie alla sua pubblicazione su ReSearch 12: Modern Primitives[29] nel 1989, è divenuta col tempo l'unica fonte accreditata per tutte le "storie del piercing" presenti in Internet e pubblicazioni del settore.
La "storia del piercing" di Doug Malloy/Richard Simonton è tuttavia in buona parte frutto della sua fantasia, non avendo alcun supporto documentale, ed è dimostrato essere parzialmente priva di alcun fondamento: a mettere in dubbio l'autenticità di parte di quella storia sono state le ricerche svolte da Jim Ward che ne ha appurato l'infondatezza[8][15][17][30].
Origini del piercing nate dalla fantasia di Doug Malloy e screditate da Jim Ward, sono:
- Il piercing al capezzolo presso i centurioni romani: secondo Doug Malloy nell'Antica Roma di epoca imperiale, presso i centurioni sarebbe stato in uso forarsi i capezzoli applicandovi un anello al fine di assicurarvi la tunica, come segno di virilità e coraggio. Questa affermazione non è né vera né probabile e Jim Ward stesso riferisce che Simonton la trasse vedendo alcune corazze romane sulle quali erano applicati degli anelli su cui veniva effettivamente fissata la tunica[8][15].
- Il piercing all'ombelico presso gli antichi egizi: secondo Doug Malloy presso gli antichi Egizi sarebbe stato in uso perforare l'ombelico delle donne nobili come segno di regalità.
- Il piercing al pene denominato Prince Albert: secondo Doug Malloy il principe Alberto, consorte della Regina Vittoria, avrebbe indossato questo tipo di piercing al fine di tenere scoperto il glande ed evitare odori sgradevoli all'olfatto di sua maestà. Questo tipo di piercing sarebbe inoltre servito a tenere fermo il pene, fissandolo con una catenella alla chiusura laterale dei pantaloni ottocenteschi[13].
Il piercing oggi
La rinascita del piercing moderno deve molto ad alcuni personaggi come Doug Malloy (Richard Simonton), Mr. Sebastian (Alan Oversby), Fakir Musafar (Roland Loomis) e Jim Ward. Si deve a loro l'impegno nella diffusione della pratica, nella realizzazione della gioielleria per piercing e nella definizione di metodi e tempi di guarigione per ogni singolo piercing.
Nel mondo occidentale, di fatto, la pratica ha iniziato a diffondersi in seno alla comunità del tatuaggio: spesso persone pesantemente tatuate hanno preso a forarsi anche lobi, narici, capezzoli e genitali[31]. La pratica era inoltre inizialmente diffusa nei circoli BDSM, poiché parte dei rituali di tali pratiche erotiche, e nelle comunità gay leather statunitensi. Successivamente il piercing ha iniziato ad essere praticato dalle sottoculture giovanili: tra i primi ad utilizzare la perforazione di lobi e narici, ci sono stati gli hippy, tra gli anni sessanta e settanta. A fine anni settanta, e negli anni ottanta, la pratica è poi divenuta di uso comune tra punk e goth. Tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, infine, soprattutto nell'area industrial, si sono diffusi anche piercing più estremi e intimi, come ombelico, capezzoli e genitali. Negli ultimi due decenni il piercing è uscito via via dall'underground per divenire pratica comune anche tra i giovani e tra musicisti, modelle, attori. Sono oggi molto comuni piercing a lobi, sopracciglio, narici, labbro, lingua, ombelico. Meno comuni, ma anch'esse non sono più pratiche da considerarsi ristrette alle sole culture underground o agli attori del cinema porno, sono i piercing a capezzoli e genitali.
Il piercing è praticato dal 60% degli adolescenti aventi un'età compresa tra i 15 e i 19 anni (in Italia è necessario il consenso dei genitori qualora il ragazzo sia minorenne), per il 35% femmine, 25% maschi. La parte del corpo più utilizzata è l'orecchio (89%), seguita dal naso (56%) e dall'ombelico, adornato con brillantini e anellini utilizzati soprattutto dalle ragazze, una della pratiche usate e comunemente chiamata il Dilatatore[senza fonte].
Nella società contemporanea è relativamente comune tra i giovani l'utilizzo del piercing al labbro come rito di passaggio. In uno studio sui giovani israeliani[32] risulta che:
- il 4,3% ha, o ha avuto, dei piercing (esclusi lobi, labbra o cavità orale);
- il 5,7% ha, o ha avuto, piercing al labbro;
- il 6,2% ha, o ha avuto, tatuaggi;
- il 15,7% ha o ha avuto piercing nella cavità orale.
Tipologie
Ogni zona del corpo comprende svariate tipologie di piercing. onguna delle quali viene classificata con un preciso termine. Poiché la rinascita del piercing ha avuto luogo partendo dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, la terminologia utilizzata per definire i singoli piercing è quasi esclusivamente in inglese, tranne quei casi dove i nomi dei piercing hanno origini esotiche, essendo tali pratiche già in uso presso popolazioni tribali.
Viso
Sul viso vengono praticati per lo più piercing superficiali:
- Eyebrow ("sopracciglio"): piercing che viene fatto passare da sopra il sopracciglio a sotto e può esservi inserita una barretta o un anello (captive bead ring).
- Anti-Eyebrow: piercing che viene applicato sulla superficie della pelle, accanto all'occhio, tra la guancia e il sopracciglio.
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Anti-Eyebrow
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Altro esempio di Anti-Eyebrow, prima e dopo la rimozione
Naso
Sono piercing del naso:
- Bridge ("ponte"): piercing che viene applicato sulla superficie della pelle, tra i due occhi, sopra il setto nasale.
- Nostril ("narice"): la narice viene forata applicando un anello o una barretta.
- Septum ("setto"): piercing che viene praticato forando il setto alla base del naso. Può venir applcato un anello o una barretta. Questo tipo di piercing è inoltre sovente soggetto alla pratica dello stretching.
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Piercing Septum al setto del naso
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Bridge
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Narice con anello
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Narice
Bocca
La bocca ha differenti tipi di piercing che possono essere praticati su labbra, lingua o guance.
- Cheek ("guancia"): è un piercing che viene effettuato forando la guancia, dall'esterno verso l'interno della bocca.
- Labret: è il piercing fatto a destra o a sinistra del labbro inferiore.
- Lower Fraenum, anche conosciuto come Smiley: è il piercing fatto al frenulo superiore.
- Madonna, anche noto come Monroe: è il piercing fatto a destra o a sinistra del labbro superiore.
- Medusa: è il piercing fatto al centro del labbro superiore dove c'è l'incavatura del labbro.
- Frowny, o Anti-Smiley: è il piercing fatto al frenulo inferiore.
- Tongue: è il piercing fatto sulla lingua e può essere di diversi tipi.
- Central Labret: è il piercing fatto al centro del labbro inferiore.
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Vari piercing al labbro
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Labret
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Cheek
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Monroe
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Central
Orecchio
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Veri tipi di piercing all'orecchio
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Dilatatore
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Veri tipi di piercing all'orecchio
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Conch
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Lobo allargato
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Helix
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Industrial
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Tragus e lobo
Capezzoli
Esistono differenti modi per perforare il capezzolo, sia esso maschile o femminile, tali piercing assumo tutti il nome di nipple, indifferentemente dal posizionamento del gioiello.
I capezzoli vengono forati normalmente alla base, da parte a parte, orizzontalmente, verticalmente o diagonalmente; il foro attraversa il capezzolo parallelamente al seno. Un anello o una barretta può venir posizionato nel foro. Altre pratiche meno usuali comprendono la perforazione dell'areola del capezzolo, con l'applicazione di barrette, o la perforazione superficiale della punta del capezzolo, perpendicolarmente ad esso. Unitamente al piercing del capezzolo trasversale, spesso successivamente alla pratica dello stretiching (allargamento del foro), può essere altresì praticato un piercing a "T" che dalla punta dello stesso si dirige al centro, in direzione del foro trasversale.
È talvolta in uso la pratica di unire con una catenella i due piercing ai capezzoli. Questi oggetti prendono il nome di nipple chain (catenelle per capezzoli). La gioielleria per questo tipo di piercing comprende, tra le altre cose, anche una barretta unica, lunga circa 50-60cm, che viene inserita in entrami i capezzoli forati orizzontalmente. Normalmente questo tipo di gioiello ha un uso soltanto provvisorio, in quanto rende difficoltosa la torsione del torace.
Questo tipo di piercing è particolarmente diffuso come complemento erotico, in quanto, una volta guarito, rappresenta un continuo sollecitamento di una zona erogena particolarmente sensibile, stimolante per entrambi i sessi. Assume inoltre valenza di simbolo di sottomissione nel rapporto sadomasochista (allo slave vengono applicati gli anelli, mentre al master, delle barrette) e di appartenenza in alcune sottoculture fetish legate al mondo gay/lesbico e alle sottoculture gothic e industrial.
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Piercing ai capezzoli con anello
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Capezzolo maschile con barretta orizzontale
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Piercing dei capezzoli con barretta orizzontale
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Doppio piercing del capezzolo "a croce"
Ombelico
L'ombelico viene perforato normalmente nella parte superiore, con l'applicazione di un anello o di una barretta a "banana". Ma esso può venire perforato anche nella parte bassa o lateralmente. Meno frequente è la pratica del piercing multiplo.
È oggi uno dei piercing più diffusi, unitamente a quello del lobo e della narice. Il termine tecnico di questo piercing è Navel ("ombelico").
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Piercing all'ombelico con bananabell
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Piercing multiplo all'ombelico
Genitali
Nella storia di questa pratica, i genitali esterni di entrambi i sessi sono la parte del corpo che, dopo il viso, vedono praticare con maggior frequenza e in maggiori varianti la perforazione con scopi rituali, di iniziazione o con finalità erotiche.
Fin dall'antichità la pratica di piercing ai genitali ha infatti valenza di iniziazione rituale (come ad esempio il guiche o l'ampallang). Presso gli aztechi era inoltre in uso la pratica dell'autosacrificio rituale consistente nella perforazione del glande da parte del sacerdote. Nella società contemporanea i piercing ai genitali, nati inizialmente nell'ambito delle pratiche sadomasochiste, vengono oggi praticati ampiamente poiché rappresentano uno stimolo erotico: non è infrequente, presso le attrici del cinema hard, l'applicazione del piercing al cappuccio del clitoride. Questo tipo di piercing sembra fornire infatti una maggiore stimolazione erotica.
Genitali femminili
I piercing ai genitali femminili comprendono:
- Cappuccio del clitoride: piercing del cappuccio del clitoride che può avvenire in più modi, assumendo di conseguenza nomi differenti.
- Cappuccio del clitoride orizzontale (Horizontal Hood): il cappuccio del clitoride viene forato orizzontalmente, da parte a parte, passandovi attraverso normalmente un anello.
- Cappuccio del clitoride verticale (Vertical Hood): viene forato il cappuccio del clitoride dall'interno verso l'esterno, inserendo normalmente una barretta.
- Deep Hood: variante del piercing del cappuccio del clitoride orizzontale che avviene passando l'ago non davanti, ma dietro alla clitoride, cioè più in profondità.[33]
- Christina: il piercing viene effettuato forando il punto di incontro delle grandi labbra e procedendo verso il monte di Venere.[34]
- Clitoride (Clitoral): il piercing del clitoride è uno dei più delicati e dolorosi, data la quantità di terminazioni nervose ridotte in poco spazio, avviene forando orizzontalmente o verticalmente il clitoride stesso e passandovi attraverso un anello. Data la sensibilità della parte viene praticato raramente e molti piercer rifiutano di eseguirlo, poiché può comportare il rischio di causare un calo di sensibilità del clitoride.[35]
- Grandi labbra (Outer Labia): piercing che consiste nel forare le grandi labbra, applicando sia barrette che anelli.
- Isabella: è un tipo di piercing che viene eseguito molto raramente, passa verticalmente attraverso cappuccio del clitoride e clitoride stesso, uscendo alla sommità del cappuccio, con l'inserimento di una barretta. Così come per il piercing del clitoride, poiché comporta il rischio di danneggiare le terminazioni nervose, viene praticato molto raramente dai piercer.[38]
- Nefertiti: il piercing Nefertiti è una combinazione dei piercing al clitoride verticale e Christina, e consiste in una lunga barra che entra nel cappuccio del clitoride, all'altezza dell'uretra, ed esce sul monte di Venere.[39]
- Piccole labbra (Inner Labia): piercing che consiste nel forare le piccole labbra, applicandovi normalmente degli anelli.
- Princess Albertina: un piercing molto raro che avviene forando la mucosa genitale dall'uretra vino alla vagina e inserendo un anello. È così chiamato perché considerato la versione femminile del piercing maschile denominato Prince Albert.[40]
- Scrunty: la variante Scrunty consiste nel forare il medesimo lembo di mucosa, ma in senso orizzontale.[41]
- Triangle: piercing che consiste nel forare il punto di incontro tra cappuccio del clitoride e piccole labbra, passando sotto al clitoride. Il nome sembra dovuto al fatto che quando il cappuccio del clitoride viene afferrato con le pinze forma un triangolo.[42]
- Suitcase (let. "valigia"): piercing praticato nel lembo di pelle del perineo, tra la vagina e l'ano. È considerato un piercing pericoloso da praticare, in quanto a rischio di causare peritonite.[43]
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Cappuccio del clitoride verticale
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Cappuccio del clitoride orizzontale, piccole e grandi labbra
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Nefertiti
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Christina
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Fourchette
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Triangle
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Piccole labbra e cappuccio del clitoride
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Suitcase
Genitali maschili
- Ampallang: piercing che attraversa longitudinalmente il glande con una barra. Contrariamente a quanto si pensa questo piercing non risulta per la maggior parte delle persone stimolante durante il rapporto sessuale, che può al contrario irritare la vagina o fuoriuscire durante il rapporto. La zona in cui viene praticato inoltre provoca un notevole sanguinamento a lungo termine, durante la guarigione, che può impiegare anche parecchi mesi. È invece considerata una leggenda metropolitana quella che vorrebbe tale tipo di piercing possibile causa di dissanguamento, a causa della possibilità di ferire i corpi cavernosi del pene. Ciò potrebbe avvenire solamente nel qual caso si utilizzasse un "punzone cutaneo" (dermal punch).[44]
- Apadravya
- Dolphin
- Dydoe
- Prepuzio (Foreskin)
- Frenulo (Frenums)
- Scroto (Scrotal Ladders)
- Guiches
- Piercing allo scroto
- Hafada
- Prince Albert
- Deep Prince Albert
- Reverse Prince Albert
- Pube
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Ampallang
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Piercing al frenulo
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Pube, Prince Albert e Scrotal Ladder
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Guiche
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Apadravya
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Hafada
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Prince Albert
Superficie
In anni recenti si è affermata anche la pratica di perforare non soltanto parti sporgenti del corpo - quali possono essere naso, lobo o capezzoli - ma anche la superficie piana della pelle. Questo tipo di piercing può essere praticato su qualsiasi parte del corpo. A seconda della zona che viene forata, questo tipo di piercing prende nomi differenti.
- Surface ("superficie"): termine generico che definisce tutti i piercing praticati sulla superficie della pelle.
- Addome:
- Hips ("fianchi")
- Schiena:
- Corset ("corsetto"): è un tipo di piercing superficiale che si attua forando una sezione della pelle della schiena, del fianco o del torace, applicando una doppia fila verticale parallela di anelli, attraverso cui viene passato sovente un nastro, a imitazione della chiusura dei corsetti.
- Neck ("collo")
- Torace:
- Cleavage ("décolleté") o Sternum: uno o più piercing superficiali applicati sul torace nella zona del décolleté.
- Madison
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Cleavage
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Doppio Cleavage
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Altro tipo di piercing superficiale del torace
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Madison
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Hips
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Nape
Altro
- Anus ("ano") o Anal piercing ("piercing anale"): è un piercing che attraversa lo sfintere anale. Per ovvie ragioni igieniche è scarsamente praticato e a rischio.[45]
-
Anus
Gioelleria
Attrezzatura
Aspetti medici
Uno degli aspetti tipici che si affrontano nel parlare di questa pratica sono le condizioni igieniche nelle quali operarla e le accortezze indispensabili a evitare la contrazione di malattie e infezioni. Andrebbero utilizzati solo strumenti sterilizzati.
A chi utilizza una protesi valvolare la pratica del piercing, oltre a causare infezioni, potrebbe portare a disturbi visivi di vario genere.[senza fonte]
Le zone più delicate dove fare il piercing sono genitali e superfici cutanee eccessivamente lisce (i cosiddetti surface). Un'eventuale infezione, causa la penetrazione di batteri infettivi nel corpo, potrebbe compromettere l'attività di cuore, reni e fegato. Una malattia molto pericolosa che si può contrarre tramite il piercing in condizioni igieniche non idonee è l'epatite, se gli strumenti non sono correttamente sterilizzati.
Alcuni piercing sono sospetti di provocare, a lungo andare, danni lievi o gravi all'organismo. È stato messo sotto accusa il piercing alla lingua (Tongue), che secondo alcune ricerche dell'Università di Buffalo, provocherebbe deformazioni e danni ai denti, infezioni e ascessi a denti e bocca.[46]
La maggior parte dei piercing non provocano forte dolore al momento della foratura (ma varia ovviamente dalla sensibilità personale nei confronti del dolore) bensì è il periodo di guarigione, come ad esempio nel caso del tongue, a provocare fastidi e gonfiori nei giorni successivi.
Motivi sociali e antropologici
Le motivazioni che spingono a sottoporsi alla pratica del piercing possono essere le più disparate. Molte persone visi sottopongono per un puro fattore estetico, per marcare una appartenenza ad un gruppo sociale, etnico, religioso o ad una sottocultura.
Uno dei fattori che ha contribuito in grande misura alla diffusione del revival moderno del piercing è rappresentato dallo stimolo erotico: i piercing praticati su zone erogene - capezzoli o genitali - una volta guariti, rappresentano un continuo stimolo e aumentano la sensibilità della zona. Il piercing al capezzolo, in particolare, viene talvolta praticato successivamente ad una operazione plastica al seno, in seguito alla quale la sensibilità del capezzolo può diminuire. Il piercing al cappuccio del clitoride, viene spesso praticato per simili ragioni, e non è infrequente presso le attrici del cinema hard. Anche il tongue piercing ha trovato diffusione poiché considerato stimolante sia durante i baci, sia durante il rapporto orale.
Sempre legato all'ambito delle pratiche erotiche, il revival del piercing moderno ha trovato ampio uso nella sottocultura del BDSM, presso cui oltre a rappresentare un forte stimolo erotico, sia come piercing permanente che temporaneo, ha anche una valenza di "sottomissione" al partner da parte dello slave nei confronti del master.
Influenze culturali
- La protagonista del romanzo di Pauline Réage Histoire d'O, pubblicato nel 1954, viene sottoposta al piercing alle grandi labbra della vulva come parte del suo processo di sottomissione sadomasochista.
Note
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Bibliografia
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- (EN) Elayne Angel The Piercing Bible. The Definitive Guide to Safe Body Piercing, Crossing Press, 2009. ISBN 0-597-84258-2
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- (EN) Association of Professional Piercers
- (EN) BME: Body Modification Ezine
- (EN) BMEzine Encyclopedia
- (EN) A.C.E.S. Place - Anthropological, Cultural & Ethnographical Studies Place
- Storia e cultura del piercing su Piercing Magazine n. 1 - 2004
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