Callaeas wilsoni

specie di uccello
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Il kokako (Callaeas cinereus Gmelin, 1788) è un uccello endemico delle foreste della Nuova Zelanda. Ha il piumaggio color grigio ardesia, una maschera facciale nera e dei bargigli. In passato largamente diffuso in tutta la Nuova Zelanda, il kokako è stato decimato dai mammiferi predatori introdotti, come opossum, ermellini, gatti e ratti, e il suo areale si è ridotto notevolmente.

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Kokako
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdinePasseriformes
FamigliaCallaeidae
GenereCallaeas
Forster, 1788
SpecieC. cinereus
Nomenclatura binomiale
Callaeas cinereus
(Gmelin, 1788)
Sinonimi

Callaeas cinerea

Tassonomia

Il kokako venne descritto per la prima volta dal naturalista tedesco Johann Friedrich Gmelin nel 1788. Il nome specifico cinereus significa «grigio» in latino. Ne sono state descritte due sottospecie. La sottospecie nominale, originaria dell'Isola del Sud, è presumibilmente estinta.

Si ritiene che il kokako sia una delle ultime specie rimaste dei primi Passeriformi che colonizzarono la Nuova Zelanda. È una delle tre specie di Calleidi: le altre due sono il sellarossa (o tieke), in pericolo di estinzione, e l'estinto huia. Sembra che i Calleidi non abbiano parenti stretti, eccetto l'uccello chirurgo, e le loro relazioni tassonomiche con gli altri uccelli sono ancora da determinare[2].

Descrizione

 
Prima piano di un kokako; da notare i bargigli azzurri.

Il kokako dell'Isola del Nord, C. c. wilsoni, ha bargigli di colore azzurro (questo colore, tuttavia, si accentua con l'età: gli esemplari giovani sono rosa chiaro). Il kokako dell'Isola del Sud, C. c. cinereus, al contrario, ha i bargigli quasi tutti arancioni, con solo una piccola chiazza azzurra alla loro base.

Biologia

Il kokako emette uno straordinario richiamo nitido simile al suono di un organo. Questo può essere udito a vari chilometri. Le coppie nidificanti cantano insieme di primo mattino un duetto simile ai rintocchi di una campana che può durare fino a un'ora. Le varie popolazioni di regioni differenti dell'Isola del Nord (non sappiamo se in passato siano esistite anche popolazioni distinte nell'Isola del Sud) producono canzoni molto diverse le une dalle altre che molte persone considerano analoghe ai «dialetti» delle varie lingue umane.

Il kokako non è un buon volatore e solo di rado vola per più di 100 metri. Le sue ali sono relativamente corte e arrotondate. Preferisce saltellare da un ramo all'altro sulle sue robuste zampe grigie. È, però, capace di planare molto bene e quando deve spostarsi si arrampica quasi sempre sugli alberi più alti (di solito podocarpi della Nuova Zelanda come il rimu, Dacrydium cupressinum, e il matai, Prumnopitys taxifolia), per poi planare verso gli alberi vicini. La sua nicchia ecologica viene spesso paragonata a quella degli scoiattoli volanti. La sua dieta è costituita da foglie, fronde di felce, fiori, frutta e invertebrati.

Il kokako e l'uomo

Cultura popolare

Il kokako compare in vari racconti della mitologia maori. In uno dei più celebri è l'animale che porta a Māui l'acqua durante il combattimento di quest'ultimo con il Sole: l'uccello impregna d'acqua i suoi bargigli carnosi e la offre a Māui per spegnere la sua sete. Māui in seguito lo ricompenserà della cortesia allungandogli le zampe fino a farle divenire snelle e resistenti, in modo che possa facilmente saltellare per la foresta in cerca di cibo.

Il kokako compare sul retro delle banconote neozelandesi da 50 dollari.

Conservazione

 
Un kokako prima di essere rilasciato sui Monti Hunua, nei pressi di Auckland.

Il kokako dell'Isola del Nord è un animale minacciato di estinzione e ne rimangono solamente circa 1538 esemplari. Sopravvive in basse densità in alcune foreste primarie grazie all'aiuto dei programmi governativi di controllo degli animali nocivi e ai programmi di riproduzione in cattività, utili a mantenere costante il numero degli individui. Nuove popolazioni sono state reintrodotte sulle isole libere da predatori. In questo modo i conservazionisti sperano che la specie possa sopravvivere ancora a lungo. Nel 2005 questo uccello è stato avvistato nella Foresta di Pureora, nel Parco della Foresta di Whirinaki e nel Parco Nazionale di Te Urewera. Recentemente, 20 kokako provenienti da Urewera sono stati trasferiti a Ngapukeriki, un'area boschiva dove vengono intraprese intense campagne di controllo dei predatori. Il kokako può essere facilmente osservato sull'Isola di Tiritiri Matangi, dove la foresta che si sta rigenerando non è folta abbastanza da impedire l'avvistamento di questo uccello.

Per il kokako dell'Isola del Sud, invece, la situazione è molto peggiore, tanto che il 16 gennaio 2007 è stato dichiarato estinto dal Dipartimento della Conservazione della Nuova Zelanda[3]. Questo uccello, infatti, non è più stato avvistato dal 1967, sebbene ogni tanto siano giunte voci di presunti avvistamenti, peraltro mai confermati. Negli anni '90, i ricercatori della Timberlands, l'ente governativo autonomo che gestiva le foreste della costa occidentale, riscontrarono alcune prove dell'esistenza del kokako nel corso delle loro ricerche sull'ecologia delle foreste primarie per un programma di gestione sostenibile[4]. Tutti i presunti avvistamenti più recenti sono stati smentiti dal Dipartimento della Conservazione[5] [6] .

Note

Bibliografia

  • Murphy S.A., Flux I.A. and Double M.C. (2006) Recent evolutionary history of New Zealand's North and South Island Kokako (Callaeas cinerea) inferred from mitochondrial DNA sequences. Emu 106: 41-48.

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