L' Erba storna montanina (Thlaspi praecox Franz Xavier von Wulfen, 1789) è un'esile e piccola pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.

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Erba storna montanina

Thlaspi praecox
Classificazione APG IV
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Tricolpate basali
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi II
OrdineBrassicales
FamigliaBrassicaceae
Classificazione Cronquist
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseDilleniidae
OrdineCapparales
FamigliaBrassicaceae
GenereThlaspi
SpecieT. praecox
Nomenclatura binomiale
Thlaspi praecox
Franz Xavier von Wulfen, 1789
Nomi comuni

Tlaspi precoce
Tlaspi montanina

Sistematica

La famiglia delle Brassicaceae (assieme alle Asteraceae) è una delle più numerose delle Angiosperme con circa 350 generi e 3000 specie[1], diffusa principalmente nella fascia temperata e fredda del nostro globo. Il genere Thlaspi comprende oltre un centinaio di specie, una quindicina della quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.
Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Brassicaceae all'ordine Capparales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Brassicales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella a destra).
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del genere Thlaspi era chiamata anche Crociferae e a volte Cruciferae.
Il genere Thlaspi è diviso in sezioni. L' “Erba stona montanina” appartiene alla sezione “EUTHLASPI” in quanto non ha odore di aglio, e il frutto è alato[2].

Variabilità

La Thlaspi praecox appartiene ad un genere ancora da chiarire a fondo in quanto le differenziazioni geografiche nelle varie specie creano delle stirpi localizzate di difficile sistemazione tassonomica. La variabilità di questa specie si manifesta nei seguenti caratteri morfologici :

In effetti popolazioni con queste caratteristiche (altezza del fusto 40; numero delle foglie cauline 3 – 7) sono state trovate sulle Prealpi Venete; altre varianti sono state segnalate sugli Appennini. Segnalazioni che comunque andrebbero approfondite in quanto potrebbero trattarsi di specie diverse : Thlaspi montanum L. oppure Thlaspi torreanum Ten.[3] (vedere il paragrafo “Specie simili”).
Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):

  • Thlaspi praecox Wulfen subsp. cuneifolium (Griseb. ex Pant.) A.R.Clapham (1964)
  • Thlaspi praecox Wulfen subsp. praecox
  • Thlaspi praecox Wulfen subsp. tricastanorum Breistr. (1967) (sinonimo = Noccaea praecox)
  • Thlaspi praecox Wulfen var. macranthum Lipsky


Sinonimi

La specie di questa scheda ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Noccaea praecox (Wulfen) F. K. Mey.
  • Thlaspi affine sensu Boiss., non Schott & Kotschy
  • Thlaspi cuneifolium Griseb. ex Pant. (sinonimo della subsp. cuneifolium)


Specie simili

Qui vengono descritte due specie molto simili che più di qualche Autore considera delle sottospecie di Thlaspi praecox e che spesso vengono confuse con la specie di questa scheda[3].Vengono evidenziate solamente le differenze con la specie di questa scheda.
Thlaspi montanum

  • Thlaspi montanum L. (1753) – Erba storna montana/Tlaspi montano
  • Sinonimo : Thlaspi villarsianum
  • Altezza media della pianta : 15 - 40 cm.
  • Radice di tipo rizoma orizzontale allungato.
  • Ogni rosetta basale ha un solo fusto con un racemo più allungato.
  • Dimensioni del fiore : diametro del fiore 8 – 10 mm; lunghezza dei sepali 2,5 – 3 mm; larghezza dei petali 2,5 – 3 mm; lunghezza dei petali 5,5 - 7 mm.
  • Fiorisce un mese dopo la specie di questa scheda.
  • Dimensioni del frutto : larghezza 7 – 8 mm; lunghezza 8 – 9,5 mm; le ali sono più evidenti e lo stilo persistente è lungo 3 – 3,5 mm.
  • Diffusione : in Italia queste piante sono diffuse sui rilievi alpini (provincia di TO) e appenninici, ma è da verificare. Sui rilievi europei si trova nelle seguenti zone : Pirenei, Massiccio Centrale, Massiccio del Giura, Vosgi e Carpazi.
  • Habitat : l'habitat tipico per questa specie sono i prati e pascoli aridi su substrato calcareo.
  • Sistema fitosociologico:
Formazione : delle comunità forestali
Classe : Erico-Pinetea
Ordine : Erico-Pinetalia
Alleanza : Erico-Pinion
Associazione : Molinio-Pinenion

Thlaspi torreanum

  • Thlaspi torreanum Ten
  • Altezza media della pianta : 6 – 15 cm; in generale tutte le dimensioni di questa specie sono più ridotte.
  • A volte sono presenti dei brevi stoloni orizzontali.
  • I piccioli delle foglie basali dell'anno precedente rimangono sulla pianta.
  • Il racemo è contratto a pochi centimetri (massimo 5 cm).
  • Dimensioni del fiore : lunghezza dei sepali massimo 3 mm; dimensione dei petali a forma spatolata : larghezza 3 mm, lunghezza 7 mm.
  • Dimensioni del frutto : larghezza 5 mm, lunghezza 4,5 mm; lo stilo persistente è lungo 2,5 – 3 mm.
  • Diffusione : in Italia queste piante sono diffuse sui rilievi appenninici (centro e sud) a quote oscillanti tra i 800 e 1900 m s.l.m..
  • Habitat : l'habitat tipico per questa specie sono i pascoli montani.
  • Note : potrebbe essere una specie endemica, ma Sandro Pignatti[3] ne mette in dubbio l'autonomia.


Etimologia

Il nome generico (Thlaspi) ha una origine ellenica nel vocabolo (è un verbo) ”thlaò” (= io schiaccio, comprimo), alludendo probabilmente alle forme discoidali appiattite del frutto di questa pianta[2]. Mentre il nome specifico (“praecox”) probabilmente fa riferimento alla sua precoce fioritura[4].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Thlaspi praecox) è stato proposto dal botanico, mineralogista, alpinista e prete Gesuita barone Franz Xavier von Wulfen (5 novembre 1728, Belgrado - 16 marzo 1805 Klagenfurt) nel 1789.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Frühblühendes Täschelkraut; in francese si chiama Tabouret précoce.

Morfologia

 
Il portamento
Località : Pellegai, Mel (BL), 503 m s.l.m. - 29/03/2008

La pianta di questa scheda ha un ciclo biologico perenne, è glabra e di colore glauco. L'altezza media della pianta è di 6 – 15 cm (altezza massimo 30 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; sono inoltre dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.

Radici

La radice consiste in un rizoma breve e obliquo.

Fusto

Ogni rosetta basale di foglie produce diversi fusti. Questi sono eretti, rossicci, glabri e fogliosi.

Foglie

 
Le foglie
Località : Pellegai, Mel (BL), 503 m s.l.m. - 10/03/2007

Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno e sono sagittate-amplessicauli, mentre quelle basali sono disposte a rosetta.

  • Foglie basali: la forma delle foglie della rosetta basale è lanceolata (lievemente spatolata : la massima larghezza della lamina si presenta verso la metà apicale). Dimensione : larghezza 13 mm; lunghezza 15 mm. Sono dentellate ai bordi e la pagina inferiore a volte può essere rossiccia.
  • Foglie cauline: le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno e sono sagittate-amplessicauli. La forma è più o meno lanceolata, sono dentellate solamente nella metà inferiore e alla base possiedono due orecchiette lineari. Il numero delle foglie per fusto oscilla tra 6 e 12. Sono inoltre molto ravvicinate al fusto stesso per cui facilmente lo ricoprono fin quasi all'infiorescenza. Dimensione delle foglie inferiori : larghezza 4 mm; lunghezza 15 mm.

Infiorescenza

 
Infiorescenza
Località : Pellegai, Mel (BL), 503 m s.l.m. - 29/03/2008

L'infiorescenza, priva di brattee ma anche di foglie normali, è un racemo terminale di tipo ombrelliforme con piccoli fiori bianchi. Dopo l'antesi l'infiorescenza si sviluppa in lunghezza (fino a 10 – 20 cm). In questa infiorescenza non esiste un fiore apicale. I peduncoli dei fiori sono eretti. Lunghezza dei peduncoli 7 – 8 mm.

Fiore

 
Il fiore
Località : Pellegai, Mel (BL), 503 m s.l.m. - 29/03/2008

I fiori sono ermafroditi, attinomorfi (in realtà sono fiori dissimmetrici – a due piani di simmetria) e tetrameri (calice e corolla composti da 4 parti). Diametro del fiore 4 – 5 mm (massimo 10 mm).

* K 2+2, C 4, A 2+4, G 2 (supero)[5]
  • Corolla: la corolla è composta da quattro petali di colore bianco (raramente roseo), alternati ai sepali, disposti in croce e tutti uguali fra di loro; la forma dei petali è strettamente spatolata e oblunga. Dimensione dei petali : larghezza (all'apice) 1 – 2 mm; lunghezza 4,5 – 5 mm.
  • Androceo: gli stami sono sei (2 corti più esterni e 4 lunghi più interni) liberi senza appendici; sono inoltre privi di denti e non sono appiattiti. Le antere hanno una forma ovato-cordata e alla sommità sono apicolate (terminati con una punta più o meno robusta). Il colore delle antere è giallastro.

Frutti

Il frutto consiste in una siliquetta deiscente non articolata (suddivisa in segmenti) ma alata e con lo stilo persistente disposto in posizione apicale al frutto, peduncolata e glabra. Rispetto al fusto è in posizione patente e sporge in fuori. La forma è discoide appiattita (obcordata, divisa in due porzioni o logge; queste orecchiette sono più brevi dello stilo. I semi (non alati ma rugosi) sono fissati lateralmente e sono da 2 a 4 per ogni loggia. Larghezza delle ali : 1 – 2 mm. Il frutto è circa 1,5 volte più lungo che largo. Dimensione delle siliquette : larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 6 – 9 mm. Lunghezza dello stilo persistente 2 – 3 mm.

Distribuzione e habitat

  • Geoelemento : il tipo corologico (area di origine) è Orofita – Sud Est Europeo.
  • Diffusione : è considerata una pianta rara con una distribuzione discontinua (è comunque presente sull'arco alpino e sull'Appennini centrali e meridionali). In particolare sull'arco alpino è presente nelle seguenti province : CN TO AO CO BG BS TN BL UD (oltre che nella Carinzia). Mentre al di fuori dell'Italia è presente sui seguenti rilievi europei : Carpazi, Alpi Dinariche e Monti Balcani.
  • Habitat : l'habitat tipico di questa specie sono i pascoli aridi collinari e montani. Il substrato preferito è calcareo con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
  • Diffusione altitudinale : sui rilievi queste piante si possono trovare dai 100 fino ai 1200 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali : collinare e montano.

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[6] :

Formazione : delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche.
Classe : Festuco-Brometea


Galleria fotografica

Note

  1. ^ Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 841, ISBN 8872873444.
  2. ^ a b Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Vol. 3, Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 836.
  3. ^ a b c Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Vol. 1, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 449, ISBN 8850624492.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'08-08-2009.
  5. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 09-08-2009.
  6. ^ AA.VV., Flora Alpina. Vol.1, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 574.

Bibliografia

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, pag. 836.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 449, ISBN 8850624492.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 574.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 841, ISBN 8872873444.

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