Aleksandr Pičuškin

serial killer russo (1974)
Versione del 12 mag 2011 alle 06:53 di Avemundi (discussione | contributi) (ha spostato Alexander Pichushkin a Aleksandr Pičuškin: Traslitterazione corretta)

Alexander Pichushkin, conosciuto anche come il Serial Killer della Scacchiera (Mosca, 9 aprile 1974), è un assassino seriale russo, uno dei più prolifici dopo Andrei Chikatilo; ha compiuto almeno 49 omicidi, fino a circa 61 o 62[1].

Origini

Alexander Pichushkin nacque a Mosca il 9 aprile 1974. Della sua infanzia e adolescenza si sa ben poco, soprattutto perché la passò in un centro di cure mentali, tra una malattia e l’altra. Le sue notizie si riprendono quando, nel 1992, conobbe a scuola un ragazzo chiamato Mikhail Odijchuk, che presto diventò suo grande amico. I due un giorno progettarono un omicidio. Nel giorno prestabilito però Mikhail ebbe dei rimorsi e si rifiutò di partecipare e Alexander, per paura che potesse confessare il fatto a qualcuno, lo uccise: fu il suo primo omicidio[2]. Dopo si trovò un lavoro presso un supermercato e la sua vita iniziò a scorrere normalmente e nessuno lo accusò dell’omicidio.

Il Serial Killer della Scacchiera

10 anni dopo, nel 2002, Pichushkin tornò a uccidere. Secondo la sua futura deposizione, uccideva per un progetto che definiva “grandioso”: eliminare persone di fila per segnare su ogni tassello di una scacchiera che possedeva una croce per ogni vittima; una volta segnate tutte e 64 le caselle, avrebbe portato fine al progetto, una specie di soglia da raggiungere. La sua determinazione letale non lo faceva mai demordere. Il luogo dove tutti gli omicidi si consumarono fu il parco di Biza a Bittsevski, località situata vicinissima a Mosca, la capitale. Le vittime venivano avvicinate con una scusa (un sorso di vodka o la richiesta di una spalla amica che piangesse insieme a lui la morte dell’amato cane). Poi, dopo averci socializzato ed eventualmente brindato, le uccideva o colpendole in testa con la stessa bottiglia o con un martello mentre erano ignare. I corpi venivano gettati nelle fogne del parco, dove non venivano mai trovati[3]. Alexander così iniziò un grosso giro di violenze che lo portò a uccidere alcune decine di persone; curiosamente, non venne mai preso e/o sospettato di niente, nonostante frequentasse il parco abitualmente, un parco dove alcuni visitatori sparivano ogni tanto.

La fine

Nel 2006 venne arrestata una persona che fu accusata di alcune sparizioni nel parco di Biza: non a caso possedeva con sé un martello. Ma non era Pichushkin, era un semplice innocente. Arrabbiato di vedere la sua “opera” attribuita ad un estraneo e spinto dall’egocentrismo, Pichushkin mise a punto un piano per farsi arrestare, abbandonando l’idea di uccidere le 64 persone. Portò a cena con sé una collega di lavoro, chiamata Marina Moskaliova; prima si accertò che avesse avvertito il figlio della sua uscita; poi, dopo averla portata al solito parco la uccise a martellate, senza occultare il corpo, così che venisse subito trovato. Il figlio, vedendo che la madre non tornava, ne denunciò la scomparsa alla polizia. Dopo poco tempo gli agenti trovarono il cadavere sfigurato e quasi irriconoscibile nel parco. Pichushkin, trovato dai poliziotti, minacciò di suicidarsi, cosa che rese il suo arresto molto più difficoltoso[4]. Catturato, venne fatto confessare.

Confessione

Nella lunga confessione, che venne anche trasmessa in televisione, Alexander Pichushkin affermò davanti a un investigatore di essere l’assassino del parco di Biza, confessò il suo modus operandi, il suo strano movente, dove nascose i corpi e il suo primo omicidio. Rivelando tutto mandò lui stesso a monte il suo piano delirante, nonostante ne fosse conscio; ma a lui importava solo che fosse riconosciuto come quello che sarebbe stato chiamato dai media “il Killer della Scacchiera”. La polizia controllò il parco di Biza e trovò nelle fognature 48 cadaveri, uccisi allo stesso modo; insieme a Mikhail, la vittima del 1992, le vittime accertate sono quindi 49. Pichushkin però confessò 61 o 62 omicidi in totale. Si aprì così il processo.

Il processo

Il 29 ottobre 2007 si concluse il processo giuridico: in meno di 3 ore venne giudicato colpevole di 48 omicidi e capace di intendere e di volere (quindi sano di mente). Nonostante in Russia ci fossero alcune leggi sulla pena di morte, fu condannato al carcere a vita[5]. I parenti delle vittime si stanno ancora dibattendo per la pena di morte, ma intanto Pichushkin sta scontando la condanna in cella.

Note

Bibliografia

  • (EN) Alexander Pichushkin, di Frederick P. Miller, Agnes F. Vandome, John McBrewster, edizioni Alphascript Publishing, 2010. ISBN: 6132530002. ISBN-13: 9786132530004.

Collegamenti esterni

Voci correlate

  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie