L'Assiette au Beurre
L'Assiette au Beurre è stata la più graffiante e celebre riviste francese di satira politica e sociale. Uscì dal 4 aprile 1901 al 15 ottobre 1912 per un totale di 593 numeri, oltre a 7 speciali. In A differenza di pressoché tutte le altre riviste illustrate del tempo, dove il rapporto parola-immagine era costantemente sbilanciato a favore della parte testuale, ne L’Assiette au Beurre questo rapporto viene completamente stravolto, relegando il testo scritto a un’inaudita marginalità, ovvero a sintetico commento dell’immagine, anticipando così le più moderne forme di pubblicità, in cui notoriamente l’immagine costituisce il tutto. Non si pensi, a questo punto, che con tale peso dato all’illustrazione la rivista assumesse la valenza di un album, di un repertorio d’immagini scollegate, fini a loro stesse. Tutt'altro, e qui sta il secondo aspetto che differenzia questa rivista da tutte le altre del periodo. Pressoché ogni numero era infatti dedicato ad uno specifico tema, tanto che si può guardare la rivista anche come una collana di monografie declinate per immagini.
Scorrendo l’elenco di questi numeri monografici, ci si imbatte certamente nella mondanità che è la costante di pressoché tutte le riviste illustrate del tempo, sebbene posti sotto una luce spesso diversa: la villeggiatura (n. 17 del 1901, di Roubille), lo sport (n. 44 del 1902, di Gosé), i flirts (n. 103 del 1903, di Dedina), i piaceri di Parigi (n. 179 del 1904, di Hellé), solo per fare qualche esempio. L’Assiette au Beurre non fu però uno specchio acritico della società fin de siècle. La maggior parte dei numeri, e sicuramente i più noti e apprezzati, sono dedicati a una caustica analisi delle problematiche del tempo d’ispirazione anarco-socialista , dalle guerre alla violenza delle forze di polizia, dal clericalismo ai monopoli, dalla miseria della classe operaia a quella degli emarginati sociali. Una vasta casistica di temi sociali affrontati sempre con una satira graffiante e mai scontata, affidata di volta in volta -particolarità nella particolarità- a un singolo illustratore, ad eccezione di qualche numero collettivo, sempre e comunque monografico. Un’ultima nota sull’unicità de L’Assiette au Beurre spetta, last but not least, ai suoi illustratori. Nei 600 numeri pubblicati, ovvero 593 numerati più 7 speciali, collaborarono complessivamente 216 illustratori , per un totale di circa 9600 immagini appositamente realizzate. Alcune personalità parteciparono solo con qualche immagine ai pochi numeri collettivi; altri realizzarono almeno un intero numero della rivista, al solito con illustrazioni a piena pagina, metà delle quali a colori; altri ancora realizzarono più e più numeri della rivista, come nel caso di Grandjouan, che con i suoi ben 42 numeri monografici è certamente l’illustratore più rappresentato . Ma, al di là dei numeri e proprio per il suo carattere monografico, L’Assiette au Beurre è indubbiamente il più importante strumento per la conoscenza diretta di molti illustratori, altrimenti documentabili solo tramite illustrazioni sporadiche, sparse nel mare magnum delle riviste illustrate del tempo. Certamente, i numeri più noti della rivista sono quelli disegnati dai grandi nomi della storia dell’arte. Esemplare è a tal proposito il numero forse più noto della rivista, realizzato da Felix Vallotton completamente in litografia, con pagine stampate solo al recto al fine di permettere una presentazione in singoli fogli incorniciati, come suggerito da un avviso posto in quarta di copertina. Le sorprese più piacevoli per lo studioso della storia dell’illustrazione risiedono però nella miniera d’immagini che L’Assiette au Beurre fornisce di illustratori certo mediaticamente meno noti, ineccepibili però nella modernità delle soluzioni grafiche adottate, come nel caso di Gustave Henri Jossot (1866-1951), straordinario nell’utilizzare una personalissima e raffinata stilizzazione derivata dalle stampe giapponesi e dai Nabis. Le tecniche usate per la stampa erano all'avanguardia, alcuni numeri furono addirittura realizzati in litografia.
Il titolo della rivista significa letteralmente "il piatto di burro" ed equivaleva ad un'espressione tipica dell'epoca per indicare benessere, opulenza al limite del disgusto. I più importanti illustratori e artisti dell'epoca collaborarono ad essa consentendo loro molto spesso di arrotondare le loro entrate. I loro nomi? Henri Jossot, Kees Van Dongen, Felix Vallotton, František Kupka, Jacques Villon, Juan Gris, Jules Grandjouan... per citarne solo i più noti; tra gli italiani, ricordiamo infine Umberto Brunelleschi, Ardengo Soffici, Leonetto Cappiello e Gabriele Galantara. L'Assiette au Beurre' è la più feroce e satirica delle riviste illustrate della Belle Epoque. Tra i temi trattati: la prostituzione, il militarismo, la religione, i monopoli, il capitalismo, le guerre, le frodi alimentari, il nazionalismo, la povertà, l'abuso sulle donne, l'alcoolismo, la situazione delle classi più umili... ma anche temi più leggeri, come i café chantant, la moda, il natale, l'amore, i musicisti, i viaggi e la parodia della classe dirigente del tempo, così come quella incentrata sui sovrani esteri in visita a Parigi.
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Collegamenti esterni
Bibliografia in italiano
Duccio Dogheria, "L'Assiette au Beurre. Una rivista all'assalto della Belle Epoque", catalogo della mostra, Rovereto, Biblioteca Civica.
Duccio Dogheria, "L'Assiette au Beurre, rivista d'artista", in “Art e dossier” n. 239, dicembre 2007