L'esercito delle 12 scimmie
L'esercito delle 12 scimmie (Twelve Monkeys) è un film del 1995 diretto da Terry Gilliam, prodotto da Charles Roven e sceneggiato da David Webb e Janet Peoples. È stato liberamente ispirato al film La jetée, di Chris Marker, cortometraggio sperimentale francese del 1962. Il film consiste in una storia di fantascienza post apocalittica.
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|---|---|
| Paese di produzione | Stati Uniti |
| Durata | 129 min |
| Genere | fantascienza, thriller |
| Regia | Terry Gilliam |
| Soggetto | Chris Marker (cortometraggio) |
| Sceneggiatura | David Webb Peoples, Janet Peoples |
| Produttore | Charles Roven, Lloyd Phillips |
| Fotografia | Roger Pratt |
| Montaggio | Mick Audsley |
| Musiche | Paul Buckmaster |
| Scenografia | Jeffrey Beecroft, William Ladd Skinner |
| Interpreti e personaggi | |
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L'esercito delle dodici scimmie è il sesto film di Gilliam, unico americano facente parte del gruppo comico britannico dei Monty Python.
Prodotto con un budget di 29,5 milioni di dollari statunitensi, ha avuto vari elogi da parte della critica ed ha incassato circa 169 milioni in tutto il mondo.[1]
Trama
«Il futuro è storia.»
Nel 2035 James Cole è un detenuto che, con la promessa della grazia, viene inviato nel passato per indagare sui fatti che hanno portato all'estinzione del 99% dell'umanità e costretto i sopravvissuti a vivere nel sottosuolo per sfuggire al contagio di un virus letale. I detenuti svolgono il lavoro "sporco" di salire di tanto in tanto in superficie con speciali tute ermetiche, correndo il rischio di venire contagiati a loro volta, per raccogliere le prove riguardo alla responsabilità di una tale catastrofe. I capi di queste comunità sotterranee paiono essere degli scienziati, che fanno di tutto per poter, un giorno, avere le mani sul virus originale, che intanto è mutato, per creare un antidoto e riconquistare la superficie.
Tutte le prove portano ad un sedicente gruppo ecologista, l'esercito delle dodici scimmie, che avrebbe diffuso il contagio per liberare la Terra da quel cancro che ritengono siano gli esseri umani. Particolarmente un murales apparso pochi giorni prima della tragedia porta la scritta "l'abbiamo fatto noi".
Al suo arrivo nel 1990 (sarebbe dovuto giungere nel 1996 ma c'è stato un malfunzionamento nella macchina del tempo), Cole viene arrestato e detenuto in una clinica psichiatrica, dove incontra Jeffrey Goines, anch'egli detenuto, e la dottoressa Kathryn Railly, un'esperta di malattie mentali caratterizzate da presunte capacità profetiche. Inizialmente ritiene Cole malato, ma successivamente inizia a prenderlo sul serio. Goines e Cole stringono una strana amicizia, e quest'ultimo, a causa degli psicofarmaci che gli venivano somministrati, rivela a Goines la sua storia. Goines non crede alle parole di Cole, ma rimane colpito dalla storia della distruzione della maggior parte dell'umanità.
Cole sembra scomparire nel nulla, ma è stato in realtà riportato nel futuro. Dopo un altro errore (viene inviato al tempo della prima guerra mondiale), viene finalmente mandato nel 1996, cioè al tempo del primo contagio.
Qui rapisce la dottoressa Reilly, che dopo gli iniziali momenti di terrore, inizia a collaborare, dopo che James le ha rivelato i dettagli di un caso di cronaca che lo aveva colpito da bambino, cioè nel 1996, e che si rivelano esatti ancor prima che chiunque altro lo venisse a sapere. Insieme scoprono che Jeffrey è il fondatore de l'esercito delle dodici scimmie, nonché figlio di un noto virologo. L'indagine continua, ma Cole viene richiamato nel futuro.
Intanto la dottoressa, ancora scossa dall'esperienza, riconosce in una foto della prima guerra mondiale, riguardante il mistero di un uomo comparso all'improvviso nelle trincee francesi, proprio Cole.
Questi viene di nuovo inviato nel 1996, ma stavolta scopre l'amore, corrisposto, per la Reilly e fa di tutto per rimanere dov'è. Cole si autoconvince di essere effettivamente malato e di essersi inventato di provenire dal futuro, cosa che Reilly inizialmente sosteneva. Ascoltando poi la dottoressa, la quale solo ora si è convinta della veridicità della storia, Cole ritorna nel dubbio di cosa sia la raltà e cosa no. I due decidono che, se il mondo avesse dovuto finire ineluttabilmente, avrebbero aspettato la fine nelle Florida Keys.
Si dirigono verso l'aeroporto e nel taxi scoprono che il piano di Goines era quello di liberare gli animali dello zoo (l'abbiamo fatto noi). Tirano un sospiro di sollievo, ma arrivati all'aeroporto un araldo del futuro (un tal Josè, compagno di cella di Cole e inviato anch'esso per errore al tempo della prima guerra mondiale) gli intima di trovare il vero responsabile e di prendere il virus. Si scoprirà essere un biologo, dipendente del padre di Goines. Nel tentativo di fermarlo prima che prenda l'aereo e sparga il virus per il mondo, Cole viene ucciso dalla sicurezza dell'aeroporto davanti a sé stesso da bambino. La stessa scena viene mostrata all'inizio del film durante un sogno di Cole (che sta ricordando un episodio successo quando era bambino).
Nelle ultime scene sull'aereo viene inquadrato il biologo con i virus che conosce una donna, la dottoressa proveniente dal futuro che è tornata nel passato.
Produzione
Idea, regia e sceneggiatura
L'idea iniziale di girare il film venne al produttore esecutivo Robert Kosberg, che essendo stato un fan del cortometraggio francese La jetée, cominciò a pensare allo sviluppo di L'esercito delle 12 scimmie. Kosberg convinse il regista di La jetée, Chris Marker, ad appoggiare il progetto del film per presentarlo alla Universal Pictures, vedendo quest'ultima come una base perfetta per un film totalmente fantascientifico. La Universal accettò con una certa riluttanza di acquistare i diritti per poter girare un remake di La jetée, ed assunse Janet e David Webb Peoples per scrivere la sceneggiatura.[3] Il produttore Charles Roven scelse Terry Gilliam per la direzione, in quanto credeva che lo stile del regista fosse perfetto per dirigere viaggi nel tempo e per impostare una trama non lineare come quella di 12 Monkeys.[4]
Gilliam, quando firmò per dirigere il film, aveva appena abbandonato un adattamento cinematografico del romanzo storico Racconto di due città (1859, di Charles Dickens).[5] Questo lungometraggio rappresenta anche il secondo film per il quale Gilliam non è sceneggiatore o co-sceneggiatore. Anche se egli ha di solito preferito dirigere in prima persona la trama, fu affascinato dalla bozza presentatagli. Ha infatti commentato: «La storia è sconcertante. Si tratta di tempo, di follia e di una percezione di ciò che il mondo è o non è. È uno studio di follia e di sogni, di morte e di rinascita, ambientata in un preciso mondo a venire».[4]
Gli studi della Universal richiesero più tempo del previsto per dare il semaforo verde al film, sebbene Gilliam avesse già due stelle dello spettacolo (Bruce Willis e Brad Pitt) ed un budget di 29.500.000 dollari statunitensi; la produzione della Universal del film Waterworld (1995, di Kevin Reynolds) aveva infatti portato ad un superamento dei costi previsti. Per ottenere l'approvazione definitiva di L'esercito delle 12 scimmie, Gilliam convinse Willis a ridurre la tariffa che chiedeva normalmente.[6] Per il merito di aver rispettato il budget prefissato e per il ruolo precedentemente avuto nella realizzazione del film Brazil (1985), Gilliam ricevette il diritto di poter decidere le modalità ed il momento dell'uscita del film (final cut privilege).[7] Il sindacato della Writers Guild of America era inoltre scettico nel voler attribuire al produttore Chris Marker di La Jetée il riconoscimento di aver isipirato questo film.[8]
Cast
Le scelte iniziali di Gilliam per quanto riguarda gli attori furono di usare Nick Nolte come James Cole e Jeff Bridges come Jeffrey Goines, ma la Universal obiettò.[5] Gilliam, che aveva incontrato Bruce Willis per la prima volta durante la scelta del ruolo del protagonista Jack Lucas nel suo film La leggenda del re pescatore (1991, il ruolo fu in quel caso affidato a Jeff Bridges), ritenne adatto Willis per interpretare il personaggio principale Cole, che per lui doveva essere «qualcuno che è forte e pericoloso, ma anche vulnerabile».[4]
Gilliam scelse Madeleine Stowe per il ruolo Kathryn Railly, in quanto era stato impressionato dalla sua interpretazione nel film Occhi nelle tenebre (1994, di Michael Apted).[4] Il regista aveva avuto modo di conoscere Stowe durante il suo casting per l'adattamento cinematografico abbandonato di A Tale of Two Cities.[5] Gilliam commento così la sua scelta: «Lei ha questa incredibile bellezza eterea ed è incredibilmente intelligente. Queste due caratteristiche si intonano molto bene con lei, ed il film necessita di questi elementi perché deve essere anche romantico».[4]
Originariamente Gilliam aveva creduto che Brad Pitt fosse inadatto per il ruolo di Jeffrey Goines, ma il direttore del casting lo convinse del contrario.[5] Pitt venne assunto con uno stipendio relativamente basso, al tempo in cui era un attore ancora non di fama mondiale. Con l'uscita di L'esercito delle 12 scimmie, tuttavia, erano stati distribuiti Intervista col vampiro (1994, di Neil Jordan), Vento di passioni (1994, di Edward Zwick) e Seven (1995, di David Fincher), nei quali l'attore ricopre un ruolo di protagoista o co-protagonista, che resero Pitt un attore di primo piano, il ché aggiunse attenzione al film ed incrementò la sua posizione nelle classifiche di incasso.[7] A Philadelphia, mesi prima delle riprese, Pitt trascorse alcune settimane presso l'ospedale della Temple University, visitando ed analizzando il suo reparto psichiatrico per prepararsi al ruolo che doveva interpretare.[4]
Riprese
Le riprese sono avvenute dall'8 febbraio al 6 maggio del 1995. I principali luoghi utilizzati sono stati Philadelphia e Baltimora (tra cui lo storico cinema Senator Theatre).[9][10]
Avendo avuto luogo nel periodo invernale, le riprese sono state oggetto di diversi problemi dovuti alle condizioni climatiche. Ci sono anche stati dei problemi tecnici con gli oggetti meccanici da utilizzare nelle scene ambientate nel futuro. A causa della non linearità della trama del film, sono pervenuti numerosi errori ed alcune scene hanno dovuto essere rigirate. Inoltre Gilliam si infortunò cadendo da cavallo. Nonostante la pausa per quest'ultimo inconveniente ed i problemi avuti con le riprese, il regista riuscì a rimanere all'interno del budget previsto e ci fu una sola settimana di ritardo rispetto ad i tempi di ripresa programmati. Lo scenografo Jeffrey Beecroft ha commentato il loro svolgimento in questo modo: «Sono state delle riprese difficili, non c'erano né molti soldi né tempo sufficiente. Terry è un perfezionista, ma è stato davvero irremovibile nel non superare il budget».[9]
Non avendo a disposizione sale apposite per le riprese, per girare il film sono stati cercati ed utilizzati edifici abbandonati o punti di riferimento di Philadelphia.[8] Le riprese esterne della scena finale all'aeroporto sono state fatte presso l'Aeroporto Internazionale di Baltimora-Washington Thurgood Marshall, mentre per le scene degli interni è stato usato il Pennsylvania Convention Center, del complesso Reading Terminal. Le riprese presso l'ospedale psichiatrico si sono svolte in un'ala del penitenziario Eastern State.[11]
Sul set del film è stato realizzato The Hamster Factor and Other Tales of Twelve Monkeys (inserito poi nelle edizioni DVD), non un classico backstage pubblicitario, ma un vero e proprio documentario, voluto dallo stesso Gilliam come testimonianza del processo creativo (e, per altro verso, come "assicurazione" contro le ingerenze della produzione).[12].
Design, fotografia e scenografia
Gilliam ha utilizzato il medesimo stile cinematografico del suo film Brazil (1985), compresa la direzione artistica e la tecnica cinematografica (tra cui l'uso delle lenti di Fresnel).[6]
La stanza dove nel film Cole viene interrogato dagli scienziati è stata basata su un lavoro dell'architetto Lebbeus Woods. Queste scene furono girate in tre diversi studi: due a Philadelphia ed uno a Baltimora. Lo scopo del regista è stato quello di mostrare l'interrogatorio di Cole attraverso più schermi televisivi, affiché si sia potuto provare «l'incubo della tecnologia. Cercate di vedere i volti sugli schermi di fronte a voi, ma i veri volti e le voci si affievoliscono e rimpiccioliscono e sentite queste minuscole voci nell'orecchio. Per me questo è il mondo in cui viviamo, il nostro modo di comunicare in questi giorni, attraverso dispositivi tecnologici che fingono di fornire comunicazione ma non la possono realmente dare».[13]
Il dipartimento artistico ha fatto sì che tutte le locazioni sotterranee del 2035 presentassero esclusivamente tecnologie precedenti al 1996, al fine di rappresentare un futuro tetro e povero.[7] Inoltre Gilliam, Beecroft e l'arredatrice Crispian Sallis si recarono personalmente a mercati delle pulci e vecchi magazzini per reperire materiali idonei ad allestire i set.[4] La maggior parte degli effetti visivi sono stati curati sotto la supervisione di Gilliam dalla Peerless Camera, uno studio londinese fondato alla fine del 1970 con il supervisore degli effetti visivi Kent Houston. La compagnia The Mill si è occupata di ulteriori revisioni nella composizione digitale, mentre l'istituto Cinesite ha lavorato sulla post produzione della pellicola.[4]
Colonna sonora
Le musiche del film sono state composte, arrangiate e dirette dal musicista inglese Paul Buckmaster. Il tema principale è però basato sul tango Suite Punta del Este del musicista e compositore argentino Ástor Piazzolla.[14]
Testi e musiche di Paul Buckmaster[15].
- "Introduccion" From Suite Punta Del Este (12 Monkeys)
- Coles' Frist Dream / Volunteer Duty / Topside
- Silent Night
- Spider Research / "Introduccion"(We Did It ) / The Proposition
- Time Confusion / To The Mental Ward / Planet Ogo
- Wrong Number / Cole's Second Dream / Dormitory Spider / "Introduccion" (Twin Moons Tango)
- Vivisection (Charles Olins)
- Sleepwalk (B.J. Cole)
- "Introduccion" (Escape To Nowhere) / Scanner Room / Capture And Sedation
- Cole's Third Dream
- Interrogation / Time Capsule / Cole Kidnaps Railly
- Blueberry Hill (Fats Domino)
- What A Wonderful World (Louis Armstrong)
- Coles' Fourth Dream
- Comanche (Link Wray e The Wraymen)
- Earth Died Screaming (Tom Waits)
- "Introduccion" (Quest For 12 Monkeys)
- Fateful Bullet / A Boot From The Trunk / Cole's Longing
- Photo Search / Mission Brief
- Back In '96
- Fugitives / Fateful Love / Home Dentistry
- "Introduccion" (12 Monkeys Theme Reprise) / Giraffes & Flamingos
- This Is My Dream / Cole's Call / Louis & Jose
- Peters Does His Worst
- Dreamers Awake
Accoglienza
Incasso
L'esercito delle 12 scimmie ha avuto distribuzione limitata nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti il 29 dicembre 1995. Una volta avvenuta l'uscita estesa in 1.629 sale il 5 gennaio 1996, il film ha incassato 13.840.000 $ nel primo fine settimana. L'incasso definitivo è stato di 57.140.000 $ negli Stati Uniti e di 111.700.000 $ negli altri paesi, arrivando ad un totale mondiale di 168.840.000 dollari.[1]
Il film ha mantenuto il primo posto nelle classifiche box office per due settimane nel mese di gennaio, prima di cadere con la concorrenza di Dal tramonto all'alba, Goodbye Mr. Holland e La pecora nera.[16]
Critica
Il film è stato valutato positivamente dalla critica. Basandosi su 45 giudizi raccolti dal sito Rotten Tomatoes, emerge che l'87% dei critici ha espresso pareri positivi per 12 Monkeys, con un voto medio di 7.6/10. Nel commento del sito si legge: «La trama è un po' confusionaria, ma le eccellenti prestazioni e gli strabilianti colpi di scena fanno sì che L'esercito delle 12 scimmie sia un risultato eccellente.»[17] Il film ha ricevuto, per Rotten Tomatoes, un insime di valutazioni equilibrate nel loro insieme, ricevendo un tasso di approvazione dell'83% e un punteggio di 6.8/10 nel sondaggio "Top Critics" con 18 recensioni diverse come campione.[18] A titolo di confronto, il sito Metacritic ha calcolato un voto medio di 74/100, basato su 20 diverse recensioni.[19]
Il critico statunitense Roger Ebert ha trovato somiglianze nella visione del futuro tra questo film e sia Blade Runner (1982, anch'esso sceneggiato da David Peoples) che Brazil (1985, diretto sempre da Terry Gilliam). Ebert scrive: «Il film è una celebrazione della follia e del destino, con un eroe che cerca di prevalere contro il caos della sua condizione, ed è inadeguata. Viene presentata una visione fredda, buia ed umida, ed anche nella storia d'amore tra Willis e Stowe egli si sente disperato, piuttosto che gioioso. Tutto questo è fatto molto bene, e più si conosce sui film (soprattutto la parte tecnica), più è probabile che lo si ammiri. E come intrattenimento, si richiama più alla mente che ai sensi».[20]
Il giornalista statunitense Desson Thomson, del The Washington Post, ha elogiato la direzione artistica e la scenografia, motivando la sua approvazione dicendo: «Gli spettacolari Willis e Pitts, le atmosfere di Gilliam ed uno slancio esilarante superano facilmente gli insignificanti difetti del copione».[21]
Il critico Peter Travers, scrivendo sulla rivista Rolling Stone, cita il successo del film per quanto riguarda la regia di Gilliam e l'interpretazione di Willis.[22]
Il recensore James Berardinelli ha affermato che i realizzatori del film hanno avuto un'idea intelligente e creativa relativamente alla parte della trama in cui avviene il viaggio nel tempo. Egli infatti fa notare che il protagonista James Cole, invece di essere inviato nel passato per poterlo cambiare, ha il compito di studiarlo per poter dare un futuro migliore, cosa a detta di Berardinelli singolare e non indifferente.[23]
Il giornalista statunitense Richard Corliss, del TIME ha fatto notare gli aspetti del viaggio nel tempo e la rappresentazione apocalittica di un futuro più desolante. Egli scrive: «Nel suo frenetico mescolio di caos, stragi ed animali dello zoo, L'esercito delle 12 scimmie è un Jumanji per adulti».[24]
Il recensore del sito italiano Filmscoop.it fa notare l'ambiguità dei contenuti e della trama del film, dicendo: [..]Al contrario [di fornire risposte, il film] pone delle domande, stimola alla riflessione, elevandosi qualitativamente e di molto dalla media dei film di genere e questo anche grazie a Terry Gilliam che, pur dirigendo un film "su commissione", lascia l'impronta indelebile del suo stile visionario nella ricostruzione di questo futuro apocalittico.[25]
Non sono tuttavia mancate critiche negative, come quella della critica cinematografica italiana Irene Bignardi del quotidiano La Repubblica, che scrive «[...] Non è tremata invece la mano a Terry Gilliam di fronte all'idea di prendere La jetée di Chris Marker [..] per farne il baraccone postmoderno che va sotto il nome di 12 Monkeys».[26]
Premi e nomine
Brad Pitt è stato nominato per l'Oscar al miglior attore non protagonista, ma è stato battuto da Kevin Spacey nel film I soliti sospetti (1995, di Bryan Singer). Anche il costumista Julie Weiss è stato nominato per il suo lavoro, ed ha perso con James Acheson in Restoration - Il peccato e il castigo (1995, di Michael Hoffman).[27] Tuttavia, Pitt è riuscito a gudagnare il Golden Globe per il miglior attore non protagonista.[28] Terry Gilliam ha invece ricevuto un riconoscimento per la regia al Festival internazionale del cinema di Berlino del 1996.[11]
È stato riscontrato che L'esercito delle 12 scimmie abbia ricevuto dei gradimenti da parte della critica dei film di fantascienza. Il film ha infatti ricevuto una candidatura per il Premio Hugo per la miglior rappresentazione drammatica[29] e l'Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films ha aggiudicato a 12 Monkeys il Saturn Award per il miglior film di fantascienza. Anche Pitt e Weiss hanno vinto dei premi al ventiduesimo Saturn Award. Bruce Willis, Madeleine Stowe, Gilliam e gli sceneggiatori David Webb Peoples e Janet Peoples hanno invece ricevuto la nomination.[30]
Citazioni e riferimenti
Il film si ispira alla pellicola francese La jetée (1962, di Chris Marker); in particolare, entrambi i protagonisti si sentono perseguitati da l'immagine della propria morte. Ambo i film possiedono un'immagine consistente in un avvenimento che si svolge in un aeroporto.[11]
Simile a La Jetée, L'esercito delle 12 scimmie presenta anche elementi hitchcockiani e riferimenti al film La donna che visse due volte (1958, di Alfred Hitchcock). Verso la fine del film, Cole e Railly si nascondono (per fuggire alla polizia) in un teatro che trasmette in sequienza i film di Hitchcock ed il quel momento è proiettata una scena di La donna che visse due volte. Railly poi si traveste con una parrucca bionda, come Judy (Kim Novak) si cammuffa in Madeleine facendo diventare biondi i suoi capelli; James la vede emergere da una luce rossa, come Scottie (James Stewart) vede Judy emergere da una luce verde.[11] È anche udibile un frammento della colonna sonora di Bernard Herrmann del 1958, sempre del film La donna che visse due volte. Railly indossa la stessa giacca che indossa Novak nella prima parte del film. La scena al Muir Woods National Monument della pellicola di Hitchcock, dove Judy (Madeleine) guarda gli anelli di crescita di una sequoia abbattuta e risale gli eventi della sua vita passata, riepilogano e si allacciano alla trama ed agli aventi del film di Gilliam.[11] In realtà, la scena di Muir Woods in La donna che visse due volte è anche riproposta in La Jetée, facendo sì che anche questo collegamento sia in realtà una ulteriore ripresentazione di quel film.
In una scena precedente del film, Cole si sveglia in un letto d'ospedale assieme agli scienziati del suo tempo, i quali stanno parlando con lui in coro. Questo è un omaggio indirizzato alla scena con la canzone "Dry Bones" della serie televisiva The Singing Detective (1986, di Dennis Potter).[31]
Tematiche
«Cole è stato inviato da un altro mondo nel nostro e lui si ritrova di fronte alla confusione in cui viviamo, che molte persone in qualche modo accettano come normale. In questo modo a lui appare anomalo, e ciò che sta accadendo intorno a lui sembra casuale e bizzarro. È lui ad essere matto o lo siamo noi tutti?»
Il film tratta della natura soggettiva dei ricordi e del loro effetto sulla percezione della realtà. Nel lungometraggio si ritrovano diverse volte i protagonisti o gli altri personaggi avere ricordi alterati o falsi; degli esempi possono essere:[8]
- il ricordo di Cole della sparatoria all'aeroporto, alterato ogni volta che egli sogna questo episodio;
- l'uomo affetto da schizofrenia che possiede e racconta dei suoi (falsi) ricordi della sua vita su di un altro pianeta.
I riferimenti al tempo, ad i viaggi nel tempo ed alle scimmie sono seminati lungo tutto il film, tra cui quello dell'episodio "Time Tunnel" della serie animata Picchiarello, trasmesso alla televisione della stanza d'albergo, oppure quello del film Monkey Business - Quattro folli in alto mare (1931, dei Fratelli Marx), trasmesso sulla TV a muro del manicomio, od ancora le varie notizie televisive o radiofoniche sulle scimmie (dibattiti sui diritti degli animali, la scimmia che doveva portare il cibo al bambino caduto nel pozzo, ecc.).[8]
Il film contiene anche un'analisi interpretativa delle attività di declino della civiltà moderna per quanto riguarda i rapporti umani oltre che il tipo di vita dello stesso uomo, declino causato delle interferenze della tecnologia.[8]
«Esistono dati reali che confermano che la sopravvivenza della Terra è compromessa dagli abusi della razza umana. La proliferazione dei dispositivi nucleari, i comportamenti sessuali smodati, l'inquinamento della terra, dell'acqua, dell'aria, il degrado dell'ambiente. In questo contesto non le sembra che gli allarmisti abbiano una saggia visione della vita? E il motto dell'homo sapiens: andiamo a fare shopping, sia il grido del vero malato mentale?»
Il concetto del viaggio nel tempo è trattato in un modo particolare: chi viene trasportato nel passato non può modifcare il presente agendo sul passato in cui è inviato, perché il passato è "già passato" ed immodificabile. Nel film il protagonista ha infatti il solo compito di studiare il passato per poter modificare il presente, cosa di cui egli stesso è convinto per tutta la prima parte del film.[23]
Controversie
Verso l'inizio del film, il protagonista James viene portato nella stanza degli interrogatori e fatto sedere su di una sedia collegata ad un binario verticale saldato al muro, il quale ha la funzione di rialzare la sedia dal pavimento. Una sfera con applicati diversi monitor e telecamere, sostenuta da un gancio metallico, viene sospesa direttamente di fronte a James, sondandolo per valutare i suoi punti deboli da parte dell'equipe di scienziati intenti ad interrogarlo.[32] L'architetto Lebbeus Woods ha querelato la Universal Pictures nel febbraio 1996, sostenendo che la sua opera "Neomechanical Tower (Upper) Chamber" era stata utilizzata nel film senza il suo permesso. Woods ha vinto la causa, ottenendo «un elevato risarcimento a sei cifre» dalla Universal.[32]
Note
- ^ a b (EN) 12 Monkeys - Recensione, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato il 31-05-2011.
- ^ (EN) Copertina del film con il tag-line (JPG), su spleenworld.com. URL consultato il 31-05-2011.
- ^ (EN) Chris Nashawaty, They Call Him Mr. Pitch, Entertainment Weekly, 04-08-2006. URL consultato il 05-06-2011.
- ^ a b c d e f g h Note di produzione del DVD
- ^ a b c d Ian Christie; Terry Gilliam, Gilliam on Gilliam, Londra, Faber and Faber, 1999, pp. 220-225, ISBN 0-571-20280-2.
- ^ a b c Ian Christie; Terry Gilliam, Gilliam on Gilliam, Londra, Faber and Faber, 1999, pp. 226-230, ISBN 0-571-20280-2.
- ^ a b c (EN) The Hamster Factor and Other Tales of Twelve Monkeys, su imdb.com, Universal Home Video, 1997. URL consultato il 05-06-2011.
- ^ a b c d e Terry Gilliam, Charles Roven, commenti audio del DVD, 1998, Universal Home Video
- ^ a b Jill Gerston, Terry Gilliam: Going Mainstream (Sort Of), The New York Times, 24-12-1995.
- ^ Jeff Gordinier, Brass Bald, Entertainment Weekly, 19-05-1995. URL consultato il 07-06-2011.
- ^ a b c d e Ian Christie; Terry Gilliam, Gilliam on Gilliam, Londra, Faber and Faber, 1999, pp. 231-233, ISBN 0-571-20280-2.
- ^ (EN) Reel Views - James Berardinelli, su reelviews.net. URL consultato il 12-06-2011.
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- ^ (EN) Suite Punta del Este, su piazzolla.org, Ástor Piazzolla. URL consultato il 05-06-2011.
- ^ (EN) Info sulle traccie della colonna sonora, su soundtrack.net. URL consultato il 20 luglio 2011.
- ^ (EN) 12 Monkeys - Recensione, su the-numbers.com, The Numbers. URL consultato il 31-05-2011.
- ^ (EN) 12 Monkeys - Recensione, su rottentomatoes.com, Rotten Tomatoes. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) 12 Monkeys - Recensione, su rottentomatoes.com, Rotten Tomatoes. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) 12 Monkeys (1995) - Recensione, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) Roger Ebert, 12 Monkeys - Recensione, Chicago Sun-Times, 01-05-1996. URL consultato il 01-04-2009.
- ^ (EN) Desson Thomson, Gilliam's Barrel of 'Monkeys' Shines, The Washington Post, 05-01-1996. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) Peter Travers, 12 Monkeys - Recensione, Rolling Stone, 25-01-1996. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ a b (EN) James Berardinelli, Twelve Monkeys - Recensione, su reelviews.net, 1996. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) Richard Corliss, Back To The Bleak Future, TIME, 08-01-1996. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ "The Guant", L'esercito delle 12 scimmie - Recensione, su filmscoop.it, Filmscoop.it, 07-10-2009. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ Irene Bignardi, 12 Monkeys - Recensione, La Repubblica (riportato su MyMovies), 1996. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) 1995 (68) Academy Awards, su awardsdatabase.oscars.org, Academy of Motion Picture Arts and Sciences. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) 12 Monkeys, su goldenglobes.org, Hollywood Foreign Press Association. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) Hugo Awards del 1996, su thehugoawards.org, L'organizzazione del premio Hugo Award. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) Saturn Awards, su saturnawards.org, Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films. URL consultato il 02-06-2011.
- ^ (EN) SALON Reviews: 12 Monkeys, su salon.com, Salon Media Group. URL consultato il 05-06-2011.
- ^ a b (EN) Copyright Casebook: 12 Monkeys - Universal Studios and Lebbeus Woods, su benedict.com. URL consultato il 31-05-2011.
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