Castel Goffredo
Castel Goffredo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Mauro Falchetti [1] (centrodestra) dal 15-4-2008 |
Territorio | |
Coordinate | 45°18′00″N 10°29′00″E |
Altitudine | 53 m s.l.m. |
Superficie | 42 km² |
Abitanti | 12 223[3] (30-04-2011) |
Densità | 291,02 ab./km² |
Frazioni | Berenzi, Bocchere, Casalpoglio, Coletta, Gambina, Giliani, Lisnetta, Lodolo, Lotelli, Perosso, Poiano, Profondi, Romanini, Sant'Anna, Selvole, Valzi, Villa, Zecchini |
Comuni confinanti | Castiglione delle Stiviere, Medole, Ceresara, Casaloldo, Asola, Casalmoro, Acquafredda (BS), Carpenedolo (BS), |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 46042 |
Prefisso | (+39) 0376 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 020015 |
Cod. catastale | C118 |
Targa | MN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[4] |
Cl. climatica | zona E, 2 428 GG[5] |
Nome abitanti | castellani o goffredesi |
Patrono | san Luca evangelista[2] |
Giorno festivo | 18 ottobre |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Castel Goffredo (IPA: /kas'tɛl ɡof'fredo/,[7] (Èl) Castèl in dialetto mantovano[8][9][10]) è un comune italiano di 12.223 abitanti[11] della provincia di Mantova in Lombardia.[12] Situato nella pianura padana e nell'alto mantovano al confine con la provincia di Brescia, è il settimo comune più popoloso della provincia.[13]
Feudo autonomo gonzaghesco dal 1444 al 1602,[14] qui nel 1511 Aloisio Gonzaga diede origine al ramo cadetto dei “Gonzaga di Castel Goffredo”, che si estinse nel 1593.[15]
È nota come la "città della calza"[16][17] per la presenza di numerose industrie di calzetteria maschile e soprattutto femminile.[18] È sede del distretto industriale tessile numero 6,[19] composto da 15 comuni mantovani, bresciani e cremonesi.[20][21]
Geografia fisica
Territorio
Il territorio di Castel Goffredo, esteso per 42,24[22] km², appartiene alla zona subcollinare posta ai piedi delle alture che delimitano il lago di Garda verso la pianura padana.
L'altitudine ufficiale di Castel Goffredo, corrispondente al punto sul quale sorge il Palazzo Comunale, è di 53 metri sul livello del mare.[22]
Il comune confina a nord con Castiglione delle Stiviere, a est con Medole e Ceresara, a sud con Casaloldo e Asola, ad ovest con Casalmoro, Acquafredda e Carpenedolo.[23]
La città dista 35 km da Mantova, 36 km da Brescia e 145 km da Milano.
Idrologia
Caratteristica della zona è la presenza di fontanili[24] (dei quali è stata redatta una cartografia nel XVIII secolo)[25] e di risorse idriche sotterranee, probabilmente alimentate anche per effetto dell'infiltrazione delle acque del Garda attraverso i rilievi morenici.[26]
Numerosi corsi d’acqua e torrenti di rilevante valore naturalistico-ambientale percorrono il territorio comunale:[27]
- il torrente Tartaro (o Tartaro Fabrezza) nasce nella frazione Lame di Carpenedolo, attraversa da nord a sud il comune di Castel Goffredo, passa per Casaloldo, Mariana, Redondesco e Mosio e sfocia nel fiume Oglio.[28] Il corso d'acqua è stato citato anche dal novelliere Matteo Bandello, ospite dal 1538 al 1541 del marchese Aloisio Gonzaga,[29] nei suoi Canti XI;[30]
- il torrente Osone nasce nel territorio di Castel Goffredo, percorre l'abitato di San Martino Gusnago, bagna Castellucchio e sfocia nel Mincio nelle vicinanze di Grazie di Curtatone;[31]
- il torrente Fuga (o Seriola Fuga) nasce a nord di Castel Goffredo in località Profondi e percorre la zona ovest della città, passa per Casaloldo e sfocia a Mosio nel fiume Oglio.[28] Questo fiume formava anticamente il baluardo difensivo di Castel Goffredo;[32]
- il Tartarello nasce alla periferia nord della città e ne attraversa tutto il centro abitato sfociando poi nella Fuga;[33]
- la seriola Gozzolina nasce nel territorio di Castiglione delle Stiviere e percorre la zona nord-est di Castel Goffredo.[34]
Interessante per il microambiente naturale è la zona che si trova nella frazione Perosso, a nord del capoluogo, dove la ricca vegetazione permette la vita di gamberi di fiume e la sopravvivenza di numerosi uccelli acquatici.[24]
Geologia e morfologia
Il territorio della provincia di Mantova ha avuto origine dalle vicende intervenute durante l’era quaternaria. L’assetto geologico della zona è caratterizzato dalla media pianura idromorfa, presente nella provincia nella stretta fascia del nucleo urbano di Castel Goffredo. Nella media pianura i sedimenti diventano prevalentemente sabbiosi, talvolta con lenti di ghiaie e si verifica l’emergenza dei fontanili.[35]
Sismologia
Classificazione sismica: zona 3[36] (sismicità medio-bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20 marzo 2003.
Clima
Il clima di Castel Goffredo è quello tipico dell’alta pianura padana di tipo temperato sub‐continentale: gli inverni sono moderatamente rigidi, poco piovosi e con giornate di nebbia; le estati sono calde ed afose con precipitazioni a carattere temporalesco; le primavere e gli autunni sono generalmente piovosi.
- Classificazione climatica: zona E 2428 53.[37]
Mese | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temperatura massima media[38](°C) | 4 | 8 | 13 | 17 | 22 | 26 | 29 | 28 | 24 | 18 | 10 | 5 | 17 |
Temperatura minima media[38](°C) | -3 | -1 | 3 | 7 | 11 | 15 | 18 | 17 | 14 | 9 | 3 | -2 | 7,5 |
Piovosità media[39](mm) | 60 | 54 | 64 | 69 | 92 | 75 | 73 | 85 | 62 | 84 | 79 | 54 | 71 |
Umidità relativa[40](%) | 86 | 81 | 75 | 76 | 73 | 71 | 72 | 72 | 75 | 79 | 85 | 86 | 77.6 |
Venti (dir.-nodi) | WNW-5 | W-5 | W-5 | W-5 | W-5 | W-5 | W-5 | W-5 | W-5 | WNW-5 | WNW-5 | WNW-5 | -- |
Storia
Sull'origine del toponimo "Castel Goffredo" ci sono diverse ipotesi: molti sono stati coloro che con i loro studi e ricerche hanno cercato di trovarne il significato, soprattutto sul nome "Goffredo". Lo storico Francesco Bonfiglio (1846 - 1929), sulla base di alcune indicazioni storiche, farebbe risalire il nome della città ad un documento datato 1107 dove già si parla di Castellum Vifredi.[41] Nelle carte antiche il paese è chiamato con nomi diversi: Castel Sufrè, Castel Zufrè, Castel Giufrè, Castel Giufrìdo, Castel Zanfrìdo. L'etimologia latina “suffere” porta al nome Castrum Suffers che significa "Castello forte", resistente e quindi a Castello Suffrè o Zuffrè.[42]
Studi recenti farebbero risalire il nome Vifredi ad un adattamento fonetico e grafico invalso nel medioevo, che vorrebbe trasformato Vifredus in Guifredus e quindi in Guffredus.[43]
Un'altra ipotesi vorrebbe rimandare il nome "Goffredo" al vescovo di Brescia[44] Goffredo di Canossa[45] (957 - 979), prozio della contessa Matilde, che teneva estesi possedimenti nell'area.[46]
L'esatta grafia del nome è Castel Goffredo,[47] anche se anticamente e attualmente viene scritto Castelgoffredo.[48]
Il territorio di Castel Goffredo è stato abitato sin dall'età del bronzo.[49] La zona è stata quindi interessata sia dalla colonizzazione etrusca, come testimoniato dal ritrovamento di alcuni utensili di uso quotidiano quali tazze e brocche per l'acqua,[50] che dalla civiltà romana a partire dal I secolo d.C.[51]
È del 1107 la prima citazione di Castello Vifredi[42] come agglomerato urbano. Tra l'800 e il 1115 Castel Goffredo appartenne alla contea di Brescia.[52] In seguito la città si diede lo statuto di libero comune e quando Brescia non fu in grado di offrire la sua difesa, nel 1337 preferì porsi sotto la protezione di Mantova e dei Gonzaga.[53]
Dopo alterne dominazioni dei Visconti (1337),[54] dei Gonzaga (dal 1337 al 1348),[54] di nuovo dei Visconti (dal 1348 al 1404),[55] dei Malatesta (dal 1404 al 1426), della Repubblica di Venezia (dal 1426 al 1431 e nuovamente dal 1439 al 1441)[56] ed infine dei Gonzaga (a partire dal 1441),[56] nel 1466 con Alessandro Gonzaga[57] Castel Goffredo divenne la capitale di un piccolo feudo autonomo. Durante il suo marchesato venne ampliato il borgo ed eretta la seconda cinta muraria di difesa.[58] La città rimase quindi sotto i Gonzaga fino al 1707.[56]
Con il marchese Aloisio Gonzaga[59] nel 1511 nacque il ramo cadetto dei “Gonzaga di Castel Goffredo”. Nel palazzo di residenza (Palazzo Gonzaga-Acerbi) egli creò una corte sfarzosa, frequentata da poeti (Matteo Bandello[29] e Pietro Aretino[60]), artisti e diplomatici (Cesare Fregoso).[29] L'imperatore Carlo V, ospite di Aloisio il 28 giugno 1543, ottenne le chiavi della fortezza.[61] Aloisio Gonzaga morì il 19 luglio 1549 e la sua fu una successione travagliata. Gli succedette inizialmente il primogenito Alfonso Gonzaga[62] che governò la città dal 1549 al 1592, anno in cui morì assassinato, per motivi ereditari, alla corte di Gambaredolo per mano dei sicari del nipote Rodolfo Gonzaga[63] di Castiglione, fratello di san Luigi.
Rodolfo prese possesso della fortezza e governò Castel Goffredo con terrore.[65] Il popolo castellano non accettò i soprusi e organizzò una congiura che portò all'assassinio del marchese il 3 gennaio 1593, mentre si recava alle funzioni religiose nella Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo.[66] Con la sua morte senza figli maschi si concludeva anche la storia della località come feudo autonomo gonzaghesco[67] e la breve signoria dei "Gonzaga di Castel Goffredo".[68]
La città venne quindi aggregata al ducato di Mantova (1603) da Vincenzo I Gonzaga[69] e ne seguì le sorti sino al 1707 quando l'ultimo dei Gonzaga, Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers, fu destituito dall'imperatore Giuseppe I d'Asburgo e costretto all'esilio.[70] L'occupazione austriaca determinò l'occupazione della città e la requisizione dei magazzini di rifornimenti[70] e fra il 1705 e il 1706 soldati austriaci saccheggiarono Castel Goffredo, traendo in ostaggio anche alcuni abitanti.[71] Nel 1796 Napoleone Bonaparte spinse gli austriaci oltre il Mincio e nel 1797 l'Austria cedette la Lombardia ai francesi.[72] Il 13 maggio di quell'anno Castel Goffredo fu occupata dalle truppe francesi.[73] Si susseguirono i governi austriaci nel 1799, francesi dal 1801 al 1814 e di nuovo austriaci sino al 1866.[74]
Negli anni del 1848 Castel Goffredo fu il centro cospirativo antiaustriaco dell'alto mantovano e contò la presenza di numerosi patrioti,[75][76] capeggiati dal castellano Giovanni Acerbi, che diventerà in seguito intendente dei Mille di Garibaldi.[77]
La congiura venne scoperta e portò come conseguenza la tragica pagina dei Martiri di Belfiore.[78] Nel 1859, dopo la battaglia di Solferino e San Martino che coinvolse anche il territorio di Castel Goffredo,[79] la città venne aggregata al Regno di Sardegna e nel 1861 entrò a far parte del Regno d'Italia. Il 1925 segnò la svolta economica ed industriale di Castel Goffredo: aprì infatti il primo calzificio, il Noemi, destinato a scrivere la storia della industrializzazione dell'area.[80] Il 19 settembre 1926 Castel Goffredo fu sconvolta dall'assassinio ad opera dei fascisti del maestro cattolico Anselmo Cessi.[81]
Dopo la seconda guerra mondiale Castel Goffredo ha avuto un grande sviluppo economico,[18] divenendo un centro industriale di primaria importanza per l'industria tessile, grazie alla consistente produzione di calze da donna, collants e filati.[18]
Ha acquisito il titolo di città nel 2002.[82]
Simboli
- Blasonatura stemma
- Blasonatura gonfalone
Onorificenze
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose in città
Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo
- In stile rinascimentale, è la chiesa parrocchiale di Castel Goffredo e in essa vengono officiate le principali funzioni religiose della città. Collocata in Piazza Mazzini e sistemata in modo asimmetrico rispetto all’asse della piazza,[85] fu edificata nella seconda metà del Quattrocento,[86] ampliata nel 1516[86] e poi ricostruita tra il 1588 e il 1590 da Bernardino Facciotto, architetto del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga, per volontà del marchese Alfonso Gonzaga, signore di Castel Goffredo.[87] Ha una facciata su due ordini con paraste e timpano. L'interno è a croce latina suddiviso in tre navate da colonne di marmo botticino.[88]
Chiesa di Santa Maria del Consorzio
- Ignota l'epoca di costruzione,[89] venne eretta entro la prima cinta muraria dell'antico borgo di Castelvecchio e si apriva sull'attuale Piazza Gonzaga. Nel XIII secolo appartenne alla "Congregazione di Santa Maria di Castel Goffredo" per mutuo soccorso, che la chiamò inizialmente chiesa di Santa Maria. Venne ricostruita totalmente nel 1434 in stile tardo gotico. Abbattuta nel 1986 per fare posto ad un edificio di civile abitazione, della antica chiesa si conserva solo l'abside poligonale con volta a ombrello, alcune epigrafi aloysiane e il portale in marmo bianco (1532) posti sul fianco della Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo,[90] alcuni affreschi del Cinquecento ed il campanile quattrocentesco,[91] con bifore e monofore.
- In stile rinascimentale, fu terminata nel 1587[92] a navata unica per conto della "Confraternita dei Disciplini". Possiede un campanile seicentesco[92] e all'interno sono presenti resti di affreschi della fine del XVI secolo sulla vita di san Giovanni Battista e il pregevole altare maggiore in marmi policromi del 1772,[93] opera degli artisti rezzatesi Angelo e Giambattista Lepreni. Sconsacrata dal 1960, attualmente è sede di importanti mostre ed eventi culturali. Si trova in via Disciplini.
Chiesa di San Giuseppe
- Chiesa in stile barocco situata in via Andrea Botturi, nei pressi della Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo, era nel Cinquecento un edificio adibito a scuderie ed artiglierie[94] dei Gonzaga.[95] Con decreto del 1728 del principe Filippo d'Assia,[25] governatore di Mantova, fu ceduto alla "Compagnia del Santissimo Sacramento" che, nel 1729, lo trasformò in luogo di culto,[95] funzione che continua a ricoprire.
Architetture religiose fuori città
Oratorio di San Michele Arcangelo
- Situato alla periferia sud della città in via per Casaloldo nella frazione Zecchini, fu edificato nel 1719 in stile neoclassico. All'interno è presente un altare in legno finemente lavorato, opera del 1721 di Giovanni Battista Barilli.[96]
- Il convento, appartenuto anticamente al territorio di Castel Goffredo,[97] sorge alla periferia est della città in via dell'Annunciata, ora nel comune di Medole. Ebbe origine da una donazione fatta da Guglielmo Luchino (o Venturella Lucchini) di Castel Goffredo di un oratorio privato con casa ed orto contigui (esistenti già nel 1445[98]), assegnata agli Eremitani di Sant’Agostino con breve di Papa Callisto III del 1455.[99] Il complesso, in stile gotico, è costituito da tre fabbricati disposti attorno al giardino, comprendenti quattro sale a volto, il chiostro, un rustico e la piccola chiesa.[100]
Chiesette rurali ed edicole sacre
La zona circostante Castel Goffredo, corrispondente alla rispettive frazioni, è stata interessata dalla costruzione di oratori campestri e chiesette sparse nella campagna fin dal XVI secolo.[101][102]
Numerose sono anche le edicole sacre sparse sul territorio comunale che costituiscono un vero e proprio luogo di culto, vantano antiche tradizioni e sono il segno di una religiosità assai diffusa.[103]
Architetture civili
- Residenza castellata risalente al 1350,[104] occupa l'intero fronte settentrionale di Piazza Mazzini.[105][106] In stile neoclassico, subì diverse modifiche, la più importante nel Settecento. È stata la residenza di tutti i signori che si sono succeduti a Castel Goffredo, iniziando dai Gonzaga di Mantova.
Palazzo Municipale o Palazzo della Ragione
- La "Casa del Comune" è un edificio risalente al 1490.[25] In stile neoclassico,[107] presenta la facciata divisa in due parti: al piano terreno la "Loggia delle grida" dove si riuniva la vicinia e sopra la sala consiliare dal soffitto affrescato che nell'Ottocento ospitava il teatro comunale[108] ed attualmente espone la raccolta comunale d'arte con opere riguardanti Castel Goffredo del Novecento.[109] Occupa il lato ovest di Piazza Mazzini.
- Tipica corte rinascimentale costruita alla periferia est della città in via Ceresara agli inizi del Cinquecento per volontà del marchese Aloisio Gonzaga, era la residenza di villeggiatura dei signori "Gonzaga di Castel Goffredo".[110] Qui, nel 1592 fu assassinato Alfonso Gonzaga, marchese di Castel Goffredo.[111] Vi risiedette anche Caterina Gonzaga, figlia di Alfonso, che nel 1615 fece erigere l' Oratorio di San Carlo.[14] Attualmente si trova in parziale disuso.
Palazzo Riva (in campagna)
- Edificio a sud della città in stile neogotico risalente al 1840, ora in disuso, era la residenza estiva ed azienda agricola della nobile famiglia Riva di Castel Goffredo.[112] Intorno al 1840 in alcuni locali del palazzo, Bartolomeo Riva iniziò la coltura del baco da seta su scala industriale, sul modello francese della bigattaia di Camille Beauvais.[49] È sito in via Molino Nuovo.
Casa e Palazzo Riva (in città)
- Edificati nel Cinquecento e situati tra Piazza Mazzini e via Roma, erano la residenza cittadina della nobile famiglia Riva. Si conservano ancora al piano terreno il portale in marmo, un loggiato con colonne in marmo e al primo piano un salone impreziosito da affreschi e stucchi.[113] Qui nel maggio del 1848 venne accolto Vittorio Emanuele II, futuro re d'Italia, ospite di Bartolomeo Riva.[114]
Villa Beffa
- In stile rinascimentale della seconda metà del XVI secolo,[115] è sita in via Beffa a 2 km. dal centro ed è appartenuta alla famiglia Beffa, residente a Castel Goffredo dal 1337.[115]
Villa Maddalena
- Edificio in stile tardo liberty del 1927, è posta in via Ospedale ed è circondata da un parco secolare.[116]
La Palazzina
- Palazzetto cinquecentesco[117] sito in via Perosso alla periferia nord della città presso il quale Giuseppe Acerbi verso il 1820 impiantò a scopi scientifici circa 1.500 tipi di vite diversi.[118]
Vecchio ospedale
- Edificato agli inizi del Cinquecento,[25] era la sede della "Congregazione di Santa Maria di Castel Goffredo" per mutuo soccorso che, nel 1784, istituì un piccolo ospedale. Attualmente è un edificio privato, posto all'angolo tra via Mantova e piazzale Marconi.[25]
Casa del Pretore.
- Collocata all'angolo tra via Botturi e via IV novembre, è un edificio risalente al 1600.[119] Fu in seguito trasformato in asilo infantile (1630) e poi in casa del commissario distrettuale quando Castel Goffredo divenne capoluogo di distretto.[25]
Monte di Pietà
- L'edificio è situato nel vicolo Monte Scuole (ex vicolo del Monte) dal 1877,[25] anno in cui fu trasferita dal comune la sede del vecchio Monte di Pietà, dal 1798 posta nella Chiesa di Santa Maria del Consorzio.[120] Il fabbricato fu poi adibito a uso scolastico.
Architetture militari
- Di origine medievale, appartenne alla prima cinta muraria di Castel Goffredo, con i suoi 27 metri[121] svetta su Piazza Mazzini ed è popolarmente considerata il simbolo di Castel Goffredo. La sua fondazione risale al XIII secolo[122][123] e dal 1438 vi è alloggiato l’orologio pubblico.[124]
Torrazzo
- Di costruzione medievale[125] con coronamento a sbalzo sostenuto da mensoloni,[126] fu innalzato probabilmente nella seconda metà del XIV secolo[126] ad uso abitazione del vicario rappresentante dei Gonzaga di Mantova.[125] Chiude Palazzo Gonzaga-Acerbi sul fianco destro in Piazza Mazzini.
- Dell'antica fortezza di Castel Goffredo,[127] documentata da una pergamena[128] come esistente già nel 1337,[129] ampliata dai marchesi Gonzaga e smantellata nell'Ottocento, si conserva ancora un tratto importante di cinta fortificata con redondone in pietra, corrispondente al perimetro nord del Palazzo Gonzaga-Acerbi in via Monte Grappa.
Altri luoghi e monumenti di interesse
- Risultato di un progetto rinascimentale[123] e coincidente con l'antico foro romano,[123] è il cuore della città, sulla quale si affacciano il Palazzo Gonzaga-Acerbi, la Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo, il Palazzo Municipale e i caratteristici portici con i negozi dei commercianti. Da sempre centro politico della città, in essa si svolgono le principali manifestazioni folcloristiche. Nella storia ha subito diversi cambi di denominazione: Piazza del Ponte dell'Olmo, poi Piazza d'Armi, Piazza Umberto I e quindi Piazza Mazzini.[130]
Portici di Piazza Mazzini
- Di origine cinquecentesca e selciati nel 1838 con lastre arenarie di Sarnico,[131] chiudono Piazza Mazzini sul lato sud e sono caratterizzati dalla presenza di diverse attività commerciali.[108] All'interno del centro storico e sino agli inizi dell'Ottocento era presente un altro ordine di portici, che percorreva l'antica contrada del Ponte dell'Olmo (ora via Botturi) partendo da contrada Colonna (attuale via Acerbi).[25]
Castelvecchio (Castellum vetus)
- È la parte più antica di Castel Goffredo, di origine medievale e costituiva il primo nucleo abitato.[132] Comprende piazza Gonzaga, piazzetta Castelvecchio, adibita a spettacolo all'aperto e concerti, e i caratteristici vicoli stretti: vicolo Pozzo, vicolo Carlo V, vicolo Teodoro da Castel Goffredo, via Manzoni (antica contrada Cavallara) e vicolo Cannone.
Via Mantova
- L'antica contrada Picaloca è la principale via di accesso al centro storico per chi proviene da est. Sulla sinistra spiccano il campanile con l'abside della Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo e sullo sfondo è immediatamente visibile la torre civica.[133]
Via Andrea Botturi
- Fiancheggiata da negozi, era l'antica contrada del Ponte dell'Olmo che congiungeva Piazza d'Armi (ora Piazza Mazzini) con contrada del Poino, in uscita dalla città fortificata. Sulla via si affacciano la Chiesa di San Giuseppe, la Casa del Prevosto, di origine quattrocentesca e la Casa del Pretore, del 1600.[133]
Via Roma
- Denominata contrada Astazzoni collegava da ovest l'ingresso al centro storico. È fiancheggiata dai portici cinquecenteschi.
Monumento ai caduti
- Scultura in marmo bianco, opera di Timo Bortolotti, del 1925 posta in piazzale della Vittoria.[108]
Monumento a don Aldo Moratti
- Scultura in bronzo del 1986, opera di Luciano Scalzotto, posta nella centrale via Mantova, raffigurante il sacerdote che conduce a mano una bicicletta e un ragazzo che tende la mano verso don Aldo.[134]
Monumento a Giovanni Acerbi
- Scultura in bronzo raffigurante il busto del patriota, collocato su un basamento di marmo bianco all'interno dei giardini pubblici di piazzale Marconi.[133] Realizzato nel 1999 su disegno dello scultore-pittore Vindizio Nodari Pesenti (1879 - 1961).
Monumento ai Granatieri di Sardegna
- Realizzato nel 1970 é formato da una lastra orizzontale e da una verticale in marmo rosso che sorregge la fiamma dei Granatieri. Collocato nei giardini pubblici di piazzale Marconi.[133]
Il Crocefisso
- Crocefissione in legno d'ulivo posta in prossimità del centro storico, in via Cesare Battisti. L'originale, in legno policromo del XV secolo, è collocato all'interno della Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo.[135]
La Pigna
- Si tratta di un segnacolo funebre romano collocato su una colonna di marmo bianco,[136] posto nei giardini pubblici di piazzale della Vittoria, chiamato La Pigna per la sua forma. In origine la colonna si trovava al quadrivio "Colonna" tra via Garibaldi, via Botturi e via Acerbi[137] e sorreggeva il leone di San Marco, simbolo della dominazione veneta su Castel Goffredo.[138] Rimase in questo luogo sino al 1827.
Annunciazione
Aree naturali
Giardini pubblici
- Sono collocati quasi nel cuore del centro cittadino: occupano l'area antistante la seconda cerchia delle mura di Castel Goffredo, ora demolite, corrispondenti a piazzale della Vittoria e piazzale Marconi. Ospitano al loro interno diversi monumenti commemorativi.[139]
Parco la fontanella
- Ex colonia estiva elioterapica inaugurata nel 1930,[140] ora trasformata in parco pubblico e sede di spettacoli all'aperto. È dotata di sala convegni per manifestazioni pubbliche e si trova in piazzale Martiri della Liberazione.
Lungo Tartaro
- È un percorso ciclopedonale che permette di passeggiare nei pressi del torrente Tartaro, tra via Monteverdi e via Ubertini, a contatto con la vegetazione fluviale e la fauna costituita da anatre, oche selvatiche e gallinelle.[141]
Tenuta Sant'Apollonio
- Parco giardino situato alla periferia ovest di Castel Goffredo, a circa 3 km dal centro, in via Casalpoglio. Sorto nel 1973 e gestito da una ONLUS locale, consta di un'area di 70.000 mq comprendente aree fiorite, specie arboree della pianura padana e un grande giardino di piante officinali.Comprende anche un bosco con alberi di alto fusto e laghetti dove vivono aironi, germani, garzette e pesci.[142]
Alberi monumentali
- Il censimento degli alberi monumentali effettuato dalla Provincia di Mantova nel 2005[143] ha riconosciuto la presenza nel territorio di Castel Goffredo di 5 piante: una magnolia in frazione Bocchere, un pioppo bianco in località Pellizzario, un pioppo nero, un gelso bianco e un olmo campestre, tutti in frazione Casalpoglio.
Società
Evoluzione demografica
Al 31 dicembre 2009 Castel Goffredo era il 7º comune più popoloso della provincia di Mantova,[13] il comune superiore a 5.000 abitanti con il più alto tasso di natalità nella provincia (13,5%)[144] e il comune con l'età media più bassa nella provincia (39 anni).[144]
Al 31 dicembre 2010 la popolazione era pari a 12.094 abitanti.[144] L'aumento della popolazione è dovuto soltanto ai flussi migratori perché il saldo naturale è negativo.[145]
Abitanti censiti[146]

Etnie e minoranze straniere
Evoluzione della popolazione straniera[147] | ||
Anno | Popolazione straniera |
Percentuale del totale[148] |
2001 | 666[149] | 6,76%[149] |
2002 | 881[150] | 8,65%[151] |
2003 | 1.110[152] | 10,60%[153] |
2004 | 1.324[154] | 12,38%[155] |
2005 | 1.502[156] | 13,85%[157] |
2006 | 1.658[158] | 15,02%[159] |
2007 | 1.944[160] | 17,12%[161] |
2008 | 2.234[162] | 19,06%[163] |
2009 | 2.370[164] | 19,94%[165] |
Castel Goffredo, come quasi tutti i comuni della provincia di Mantova, è una città multietnica,[166] con una presenza significativa di cittadini stranieri (19,94%).[13]
Al 31 dicembre 2009 risiedevano in totale 2.370 persone appartenenti alle seguenti principali nazioni di origine:[167]
Lingua e dialetti
Oltre alla lingua italiana, a Castel Goffredo non sono ufficialmente riconosciute altre lingue. Il dialetto locale è il dialetto mantovano, ma, essendo la località posta nell'alto mantovano al confine con la provincia di Brescia, si parla un dialetto fortemente contaminato dal vernacolo bresciano.
Religione
Già nel XIII secolo a Castel Goffredo era presente una casa degli Umiliati,[168] congregazione religiosa dedita alla preghiera e alla lavorazione della lana. Risale al 1288 la presenza in città della “Congregazione di Santa Maria di Castel Goffredo” (o "Congregazione della Misericordia"), movimento dedito alla preghiera e alla carità, che aveva la sua sede nella Chiesa di Santa Maria del Consorzio.[169][170] Nel 1543 in alcune località nello stato gonzaghesco (Castel Goffredo, Gonzaga e Viadana) si manifestarono le prime teorie luterane, che misero preoccupazione nel cardinale Ercole Gonzaga, vescovo di Mantova.[171] Nel 1568, per volere del marchese Alfonso Gonzaga, si insediò a Castel Goffredo la famiglia Norsa di Mantova che istituì il banco dei pegni.[172] Fu creata anche la sinagoga, collocata nell'attuale vicolo Remoto.[173]
Sono presenti attualmente due parrocchie: parrocchia di Sant'Erasmo nel centro storico e parrocchia di San Lorenzo in frazione Casalpoglio, che sino al seconda metà del 1700 appartenevano alla diocesi di Brescia, per passare poi alla diocesi di Mantova,[174] vicariato San Carlo Borromeo.[175] Del territorio castellano faceva parte anche la parrocchia autonoma di Santa Margherita in frazione Bocchere, che dal 1986 è stata estinta e accorpata alla parrocchia di San Martino Gusnago.[176] Il 1 gennaio 1725 il consiglio comunale di Castel Goffredo dichiarò san Luca patrono della città.[2] La religione maggiormente praticata nel comune è, come per l'Italia, quella cattolica; gli stranieri invece sono in prevalenza induisti, sikh e musulmani.[13] In città esistono anche alcune famiglie di Testimoni di Geova.
Tradizioni e folclore
- Festa di Sant'Antonio abate (17 gennaio)
- È la festa del mondo agricolo. Si svolge in piazza Mazzini con benedizione mattutina dei frutti della terra e delle macchine agricole. Segue la distribuzione di ciambella dolce e schiacciata salata.[108]
- Carnevale di Castel Goffredo (Ultimo venerdì di carnevale)
- Storico carnevale, tra i più antichi d'Italia, risalente al 1872[177] che ha la sua maschera caratteristica in Re Gnocco, monarca dai pieni poteri. Ogni quattro anni, nel giorno della sua incoronazione, il "venerdì gnoccolaro", pronuncia il discorso della corona e ai suoi sudditi affamati vengono distribuiti gratuitamente gli gnocchi. Quindi dà il via ai festeggiamenti, con sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati nella rinascimentale Piazza Mazzini.[178]
- Fiera di San Giuseppe (19 marzo)
- Caratterizzata dalle esposizioni agricolo-floreali.[108]
- Festa di Sant'Erasmo e della città (2 giugno)[177]
- In occasione della ricorrenza del compatrono di Castel Goffredo si organizzano concerti, visite alla città ed esposizioni. Viene anche assegnato dal Comune l'Erasmo d'oro al cittadino che ha maggiormente illustrato la città nel campo della cultura.[108]
- Fiera di San Luca (18 ottobre)
- Antica fiera istituita, assieme al mercato del giovedì, con decreto del 1º luglio 1457 da Alessandro Gonzaga, I marchese di Mantova.[179] Si svolge nel centro storico della città ed è caratterizzata dalla presenza di numerose bancarelle e un ampio luna park allestito per l'occasione.[108]
- Il mercato
- Il mercato ambulante del centro storico è una delle tradizioni popolari più antiche e significative della città, essendo stato istituito con decreto del 1° luglio 1457 dal marchese Alessandro Gonzaga.[180] Al giovedì si svolge in parte del centro storico e in piazzale Martiri della Liberazione.[181]
Ricerca
È presente l'Istituto Scientifico di Riabilitazione di Castel Goffredo, aperto nel 1990, ospedale di rilievo nazionale ad alta specializzazione per quanto attiene alla Medicina riabilitativa.[182]
Cultura
Istruzione
Biblioteche
La biblioteca comunale è situata in piazza Giacomo Matteotti.[183] Possiede attualmente un patrimonio di circa 18.000 volumi (di cui 6.000 per ragazzi), disposti a scaffale aperto. Si può interrogare il catalogo on-line della biblioteca attraverso l'OPAC (Online Public Access Catalog) del Catalogo Collettivo delle Biblioteche della Provincia di Mantova.[184] Su appuntamento è possibile consultare la documentazione anteriore al 1870 dell'archivio storico del comune di Castel Goffredo, di cui è disponibile l'inventario on-line (inventario archivio storico).
Scuole
Sul territorio comunale sono presenti le seguenti tipologie di scuole:[185]
- Scuole dell'Infanzia: 2
- Scuole Primarie: 1
- Scuole Secondarie di I grado: 1;
- Scuole Secondarie di II grado: 1 (Istituto Tecnico Industriale).
Musei
La Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo e il suo Tesoro.
- L'unico museo della città è rappresentato dalla Cappella del Tesoro della Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo in piazza Mazzini, nel quale sono esposte alcune delle opere d'arte più preziose legate alla storia della chiesa, che racconta attraverso sculture, manoscritti, argenti e reliquiari l'evoluzione della fede e dell'arte dal Quattrocento al Settecento.[186][187]
La Cappella del Tesoro fa parte di un progetto più ampio in via di allestimento la cui apertura è prevista per il 2013, il MAST (Museo Archivio Storia),[188] che sarà costituito da: Museo Corsini-Tosani, museo della città e del territorio dell'alto mantovano, in cui saranno conservate opere d'arte che appartengono alla storia di Castel Goffredo; Archivio storico parrocchiale, ricco di documenti antichi risalenti al Trecento; Antica libreria del clero di Castel Goffredo, costituita da oltre mille volumi, alcuni rarissimi, di filosofia, storia, diritto e teologia risalenti al Quattrocento; Biblioteca di storia dell'arte e di storia locale, composta al momento di ottocento volumi, con specializzazione nella scultura lignea.[189]
Media
Radio
- Radio Alfa. Ha la sua sede nella centrale via Botturi ed è stata una delle prime emittenti radiofoniche dell'alto mantovano essendo stata fondata nel giugno 1977. Trasmette localmente in FM 88.8Mhz.[190]
Stampa
- Il Tartarello. Rivista trimestrale di cultura e attività castellane, fondata all'inizio del 1977. Edita da Edizioni Vitam, ha la sua sede in via Beffa a Castel Goffredo. Pubblica articoli legati alla storia locale, biografie di personaggi e tradizioni del territorio.[191]
- In Piazza. Periodico del comune di Castel Goffredo, nato nel 2001.[192]
Arte
Nella prima metà del Novecento l'alto mantovano ed in particolare Castel Goffredo[193] e Castiglione delle Stiviere sono stati i luoghi prediletti di ritrovo e di frequentazione artistica dei pittori mantovani facenti parte del movimento artistico chiamato "Chiarismo lombardo", lasciando una traccia importante della zona nei loro dipinti. Avevano eletto come maestro il professore castiglionese Oreste Marini e facevano parte del gruppo, tra gli altri, i pittori Maddalena (Nene) Nodari, nata a Castel Goffredo, Umberto Lilloni e Angelo Del Bon.[194]
Musica
L'origine del gruppo musicale "Banda cittadina di Castel Goffredo" si fa risalire al 1852. Ha partecipato a numerosi raduni bandistici. Dal 1996 è gemellata con la banda musicale di Valbrona (CO) e con la Filarmonica Santa Cecilia di Zele in Belgio. E' composta attualmente da 42 elementi.[195][196]
Cucina
La cucina castellana è tipica dell'arte culinaria mantovana, profondamente legata ad antiche tradizioni contadine e al forte legame con le zone vicine, soprattutto l'Emilia-Romagna. I piatti caratteristici sono i primi piatti di pasta ripiena, tortelli e agnoli in testa.[197]
- Primi piatti
- Tortello amaro di Castel Goffredo – è il piatto tipico locale, risalente ai tempi dei Gonzaga. Questa specialità di pasta ripiena viene cucinata utilizzando l'erba amara (o erba di San Pietro) tipica della zona, infine viene condita con abbondante burro fuso.[198] In onore di questo piatto tipico ogni anno, nella terza settimana di giugno, si tiene la tradizionale festa.[199]
- Tortelli di zucca – piatto tradizionale per la sera della vigilia di Natale, fatto con la sfoglia d'uovo e farcita da un impasto di zucca bollita, amaretti, mostarda, formaggio grana e noce moscata. Sono conditi con burro fuso e una spolverata di grana grattugiato.[200]
- Gnocchi di patate – vengono preparati con patate lesse, farina, pane secco e conditi con ragù di carne o pomodoro. Piatto tipico del Carnevale di Castel Goffredo, cucinato in onore di Re Gnocco, viene distribuito gratuitamente in piazza l'ultimo venerdì di carnevale.
- Beèr en vì – nome dialettale del Bere in vino, è una minestra in brodo di carne alla quale viene aggiunto il vino rosso.
- Tridarì – nome dialettale di Pasta trita, è un composto di pasta all'uovo e farina bianca che, fatto seccare, viene tritato e servito in minestra di brodo di carne.[201]
- Secondi piatti
- Gallina ripiena - viene preparata utilizzando una gallina al cui interno è aggiunto un impasto costituito da pane grattugiato, sale, amaretti dolci, verdure, cipolla, carne tritata, mortadella. Viene lessata in acqua e servita calda.[202]
- Salame cotto - piatto insaccato di carne suina a grana medio-fine e sottoposto a cottura in acqua bollente.
- Luccio in bianco - è un piatto a base di pesce d'acqua dolce dei torrenti locali lessato in acqua e pulito dalle lische. Si può gustare anche con una salsa composta da capperi, prezzemolo, acciughe, aglio e cipolla.[203]
- Frittata – a base di uova e formaggio, viene aromatizzata con erba amara, germogli di luppolo, pesciolini di acqua dolce (in dialetto bos) o con le rane.[204]
- Dolci
- Chisœl - è una focaccia preparata con farina, zucchero, burro, mandorle dolci, pinoli, uovo, scorza di limone e cotta al forno. Si può gustare intingendola nel vino bianco secco.[205]
- Bisulà - è una ciambella preparata con di farina bianca, zucchero, burro, uova, latte, aromi e lievito.[206]
- Sügol - nome dialettale di Budino di mosto d'uva, preparato durante la vendemmia con mosto di uva rossa e farina.[207]
- Polenta dolce fritta – preparata con farina di cereali, acqua e sale. Viene fritta nell'olio e spolverata di zucchero.
Tipici sono anche i dolci fritti preparati in occasione del carnevale: Frittelle (Frètule in dialetto), Castagnole (Castagnòcc in dialetto)[208] e Lattughe (Latüghe in dialetto).[209]
Personalità legate a Castel Goffredo
- Publio Virgilio Marone (70 a.C. - 19 a.C.), famoso poeta. Il filologo e latinista prof. Davide Nardoni,[210] dell'Università di Cassino, sulla base di un attento esame filologico, sostiene che l'effettivo luogo di nascita sia proposto nella zona di Castel Goffredo.[211]
- Girolamo Scolari (1459 - 1535), religioso. Fu il padre spirituale e biografo della beata Osanna Andreasi.[212]
- Girolamo Redini (XV secolo), religioso. Fu consigliere alla corte di Francesco II Gonzaga e fondatore della congregazione degli “Eremiti di Santa Maria in Gonzaga”.[213]
- Anselmo Botturnio (1470 - 1530), teologo di fama che nel 1530 si occupò dello scisma della chiesa di Roma da parte del re Enrico VIII d'Inghilterra.[214]
- Aloisio Gonzaga (1494 - 1549), nobile. Fu il capostipite del ramo cadetto dei "Gonzaga di Castel Goffredo".[215]
- Teodoro da Castel Goffredo (XVI secolo), amanuense presso l'Abbazia di San Benedetto in Polirone di San Benedetto Po.[216]
- Alfonso Gonzaga (1540 - 1592), nobile e secondo marchese dei "Gonzaga di Castel Goffredo".[217]
- Ferrante Gonzaga (1544 - 1586), nobile. Fu I marchese di Castiglione e padre di san Luigi Gonzaga.[218]
- Orazio Gonzaga (1545 - 1587), nobile e futuro marchese di Solferino.[219]
- Rodolfo Gonzaga (1569 - 1593), nobile, terzo ed ultimo marchese dei "Gonzaga di Castel Goffredo".[220]
- Giuseppe Acerbi (1773 - 1846), esploratore ed egittologo.[221] Fu il primo uomo della storia a raggiungere Capo Nord via terra.[222]
- Carlo Gozzi (1780 - 1846), religioso e letterato. Fu il primo storico di Castel Goffredo.[223]
- Bartolomeo Riva (1804 - 1865), nobile. Nel 1839 iniziò a Palazzo Riva la coltura del baco da seta su scala industriale.[224]
- Omero Zanucchi (1814 - 1865), patriota legato alla congiura dei Martiri di Belfiore.[225]
- Luigi Pesci (1819 - ?), patriota nella cui abitazione furono scoperti i documenti antiaustriaci che portarono alla congiura dei Martiri di Belfiore.[226]
- Andrea Botturi (1823 - 1902), parlamentare e sindaco della città di Mantova.[227]
- Giovanni Acerbi (1825 - 1869), patriota e intendente della Spedizione dei Mille di Garibaldi.[228]
- Giuseppe Guerzoni (1835 - 1886), patriota e scrittore. Fu segretario di Garibaldi.[229]
- Anselmo Cessi (1877 - 1926), educatore e vittima del fascismo.[230]
- Aldo Moratti (1877 - 1951), religioso ed educatore è ricordato come formatore dei giovani e portatore di aiuto ai poveri e malati.[134]
- Gian Cesare Pico (1882 - 1972), pedagogista. Nel 1909 fu fondatore della "Società ortografica italiana".[231]
- Giuseppe De Luigi (1908 - 1982), pittore che soggiornò a Castel Goffredo nel secondo dopoguerra.[232]
- Lina Aimaro (1914 - 2000), soprano che soggiornò a Castel Goffredo.
- Maddalena (Nene) Nodari (1915 - 2004), pittrice ed esponente del Chiarismo lombardo.[194]
- Andrea Garbin (1976), poeta.
Visitatori illustri a Castel Goffredo
- Carlo V (1500 - 1558), imperatore, il 28 giugno 1543.[233]
- San Carlo Borromeo (1538 - 1584), cardinale e delegato apostolico, nel 1580.[234]
- Carlo Emanuele III di Savoia (1701 - 1773), re di Sardegna, il 3 luglio 1735.[235]
- Ranieri d'Asburgo (1783 - 1853), viceré del Regno Lombardo-Veneto, il 7 ottobre 1837.[236]
- Vittorio Emanuele II (1820 - 1878), futuro re d'Italia, nel maggio del 1848.[114]
- Giuseppe Garibaldi (1807 - 1882), generale, nei giorni 27-28-29 aprile 1862.[237][238]
- Giuseppe Sarto (1835 - 1914), vescovo, futuro Papa Pio X, il 5 agosto 1889.[239]
Eventi
- Premio letterario Giuseppe Acerbi. Nato nel 1993 con lo scopo di divulgare l'immagine di Castel Goffredo e del territorio mantovano nel mondo, è dedicato a Giuseppe Acerbi, illustre personaggio di Castel Goffredo del 1773, che fu viaggiatore ed esploratore. Nel mese di luglio avviene la proclamazione del vincitore.[240]
Geografia antropica
Urbanistica
Il centro storico di Castel Goffredo, ricostruito sul reticolo centuriale[241][242] e la disposizione nord-sud ed est-ovest delle vie rimanda alle origini di epoca romana (I secolo d.C.).[242]
Il primo nucleo difensivo, denominato Castellum vetus ("Castelvecchio")[243] e risalente al X secolo,[244] sorgeva ed era delimitato dalle attuali piazza Mazzini (Palazzo Gonzaga-Acerbi), piazza Castelvecchio e vicolo Cannone ed era circondato da un fossato; l'ingresso era posto in corrispondenza dell'attuale via Manzoni.
All'inizio del XV secolo l'abitato costruito a ridosso di "Castelvecchio" fu circondato da un secondo ordine di mura[245] e da un fossato originato dal corso dei torrenti Fuga e Tartarello.[32] Nella città fortezza vi erano inoltre sette torrioni difensivi[246] e quattro porte di accesso poste nelle attuali vie Mantova (porta di Picaloca), Manzoni (porta di sopra), Botturi (porta del Povino) e Poncarali (porta di Poncarale).[247] Le vie del centro storico hanno mantenuto la fisionomia medioevale.[25]
Fino alla prima metà dell'Ottocento, l'abitato di Castel Goffredo (4.000 abitanti circa)[25] si sviluppava principalmente all’interno del limite dell'antico borgo.
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento iniziò lo sviluppo del borgo al di fuori della cinta difensiva, abbattuta nel 1893. Negli anni tra il 1900 ed il 1911 vi fu un aumento significativo della popolazione, che passò a 5.400 abitanti.[25] In questo periodo nel territorio castellano si svilupparono le numerose frazioni circostanti (18), molte delle quali si dotarono di chiesa e scuola.[25]
Nel 1915 vennero soppresse le fosse che delimitavano le mura esterne.[248] Intorno al 1920[249] sorsero le prime costruzioni di civile abitazione nella zona a sud-est del paese, corrispondente alle attuali via Bonfiglio e viale Europa. In questi anni nasce a Castel Goffredo la prima industria tessile, il calzificio Noemi, destinato ad incidere profondamente nello sviluppo economico ed urbanistico della città.
Dal secondo dopoguerra lo sviluppo è stato ininterrotto[250] e la crescita urbanistica della città è andata di pari passo con la industrializzazione dell'area, di primaria importanza per il settore tessile. Negli anni sessanta si è assistito alla crescita dei laboratori artigianali tessili, che impiegavano principalmente risorse a carattere famigliare. Successivamente, intorno agli anni settanta, si è insediata la prima zona industriale della città.[25] In questo periodo è avvenuta anche la trasformazione del territorio agricolo a causa dell'inurbamento e l'alterazione al sistema vegetazionale.[25]
L'aumento considerevole della popolazione e delle industrie ha portato, negli anni settanta, alla pianificazione a livello comunale, affidando la programmazione delle nuove espansioni a strumenti urbanistici (Piano Regolatore Generale). Nel periodo vengono ampliati anche i servizi, con la costruzione del nuovo ospedale e della scuole media statale e materna.[25]
Frazioni
Il comune è composto da 18 frazioni che sono:[133][251]
- Berenzi, a sud-est di Castel Goffredo.[133] Ospita l' Oratorio di Santa Maria Formosa del 1713;[252]
- Bocchere, a ovest dal capoluogo,[133] sulla strada provinciale che conduce a Ceresara. Accoglie la Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita del 1750;[253]
- Casalpoglio, ad ovest del capoluogo, è un abitato di origini romane[254] (Casalis Polionis)[42] è una delle frazioni più popolose del comune ed ha una parrocchia propria.[175] In questa zona è stata rinvenuta una lapide sepolcrale di epoca romana, conservata presso il Museo Civico di Brescia, finemente lavorata, dedicata da P. Magius alla moglie.[94] Da ricerche condotte nella zona Casalpoglio risulterebbe essere il luogo di nascita del poeta latino Virgilio. Infatti il filologo e latinista prof. Davide Nardoni,[210] dell'Università di Cassino, sulla base di un attento esame filologico, sostiene che l'effettivo luogo di nascita (15 ottobre 70 a.C.) sia proposto nella zona di Castel Goffredo.[211] Di particolare interesse è la chiesa di San Lorenzo, con affreschi settecenteschi e la pala con il Martirio di San Lorenzo. Già comune autonomo, facente parte fino al 1867 della provincia di Brescia,[255] fu accorpato nel 1928 dall'attuale comune.[255]
- Coletta, a ovest della città;[133]
- Gambina, a ovest del capoluogo, sulla strada provinciale per Acquafredda;[133]
- Giliani, a est di Castel Goffredo,[133] sulla strada provinciale per Ceresara;
- Lisnetta, a est del capoluogo;[133]
- Lodolo, a nord-est di Castel Goffredo.[133] È presente l' Oratorio dell'Immacolata Concezione del 1719.[256] Nelle vicinanze si trova il Convento dell'Annunciata, del XV secolo;[252]
- Lotelli, a ovest del capoluogo;[133]
- Perosso, a nord dalla città.[133] La zona è ricca di fontanili[24] e accoglie l' Oratorio di San Francesco d'Assisi del 1730;[257]
- Poiano, a ovest del capoluogo,[133] sulla strada provinciale per Acquafredda. Ospita l' Oratorio di Santa Maddalena del 1729;[253]
- Profondi (o Perosso sopra), a nord rispetto al comune;[133]
- Romanini, a ovest del centro,[133] sulla strada che conduce alla frazione di Casalpoglio. Nei pressi del borgo è sito l' Oratorio di Sant' Apollonio del 1642;[252]
- Sant'Anna, a est del capoluogo, sulla strada provinciale per Ceresara.[133] In contrada Ceresole sorge l' Oratorio di Sant'Anna, del 1727, che ospita al suo interno la tela settecentesca L'educazione della Vergine, opera del pittore mantovano Giuseppe Bazzani del 1730.[258]
- Selvole, alla periferia nord di Castel Goffredo,[133] sulla strada provinciale per Carpenedolo. Ospita l'Oratorio di Sant'Elena del 1740;[253]
- Valzi, a nord della città,[133] confinante con la frazione Selvole;
- Villa, a ovest dal capoluogo,[133] sulla strada che conduce a Casalmoro. Qui è posta la piattaforma ecologica del comune di Castel Goffredo;
- Zecchini, a sud del capoluogo sulla strada provinciale per Casaloldo,[133] è quasi interamente inglobata nella zona industriale.[25] Il luogo, caratterizzato dalla presenza di mulini (nella città ve ne erano altri tre: Poino, Rovere e Silvello) già nel 1497,[259] prendeva nome da una segheria a forza motrice idrica presente sul posto. Del nucleo abitato fa parte anche l'Oratorio di San Michele Arcangelo del 1719.[260]
Altre località del territorio
- Gambaredolo, piccolo borgo situato ad est del capoluogo.[133] La corte rinascimentale, voluta da Aloisio Gonzaga come residenza estiva dei "Gonzaga di Castel Goffredo", è nota alla storia per essere stata teatro il, 6 maggio 1592, dell'assassinio del marchese Alfonso Gonzaga e signore di Castel Goffredo, per mano dei sicari del nipote Rodolfo di Castiglione. Nel 1615 Caterina Gonzaga, figlia di Alfonso, fece erigere l' Oratorio di San Carlo;[115]
- Rassica, si trova ad ovest del capoluogo.[133] In questa zona, ricca di acqua, sono stati scoperti alcuni reperti archeologici (tre cuspidi di freccia in selce e frammenti umani) dell'età del bronzo;[261]
- San Pietro, località sita ad ovest di Castel Goffredo, ai confini con San Martino Gusnago.[133]
Fanno parte del territorio comunale anche gli agglomerati sparsi in campagna di Boccardi, Cascina Frino, Malcantone, Poiano di mezzo, Ravenoldi e Traversino.[262]
Economia
Agricoltura
Il territorio di Castel Goffredo è provvisto di numerose cascine e campi coltivati, che vengono riforniti per l'irrigazione anche dalle abbondanti acque delle numerose risorgive presenti.[24] Ben poco resta dei gelsi, presenti nella zona sin dal XV secolo, che nell'Ottocento fecero prosperare il settore tessile cittadino.[263] Le coltivazioni sono costituite principalmente da granoturco, frumento, soia e pomodoro per l'industria conserviera. Sono presenti sul territorio diverse aziende con allevamenti di bovini e suini.[264]
Industria e artigianato
Sono presenti sul territorio 751 attività commerciali e artigianali tra imprese, ditte, negozi e professionisti.[265][266]
- Calze e filati
- Castel Goffredo è conosciuta in tutto il mondo come la "città della calza" ed è al centro dell'importante distretto industriale numero 6[19] per la produzione di calzetteria femminile,[18] nel quale lavorano circa 12.000 addetti.[19] Già nel XIII secolo annoverava la presenza in città di una casa di Umiliati,[168] religiosi e lavoratori della lana. L'inizio della calza tessuta con macchinari si deve a William Lee, inglese di Calverton, che nel 1596, inventò il primo telaio a mano.[25] Intorno al 1840 Giuseppe Acerbi iniziò un esperimento importante: l'allevamento autunnale dei bachi da seta nella sua tenuta “La Palazzina”.[267] Nello stesso periodo un altro castellano, Bartolomeo Riva, presso la sua residenza estiva di “Corte Palazzo” dava vita alla coltura del baco su scala industriale, sul modello francese della bigattaia di Camille Beauvais.[49] Nel 1846 Castel Goffredo contava sul suo territorio tre filande e quattro filatoi che rappresentavano l'embrione di un futuro distretto tessile. Gli inizi della sua industrializzazione risalgono al 1925,[268] quando aprì il primo calzificio, il Noemi (dal cognome dei due proprietari).[269] Questa azienda iniziò la propria attività grazie all'importazione dalla Germania di alcuni telai meccanici che permisero l'inizio della produzione di calzetteria con sistemi semi-industriali. Da questa prima esperienza, e grazie all'iniziativa di alcuni ex operai che avevano lavorato al calzificio, negli anni cinquanta sorsero i primi laboratori artigianali di calzetteria e la prima azienda produttrice di filato che con il passare degli anni si trasformarono in grandi aziende tessili (Levante Spa, Fulgar Spa).
- Fari e proiettori
- Negli anni ottanta si è molto sviluppato il settore della produzione di fari e proiettori per teatri, discoteche e illuminazione di monumenti,[270][271] con diverse aziende che esportano in tutto il mondo. Tra le aziende importanti del settore si annovera Coemar.[272]
Servizi
I servizi sono garantiti da 466 attività che dichiarano 1.537 addetti pari al 15,63% della forza lavoro occupata e 61 attività amministrative con 427 addetti pari al 4,59% della forza lavoro occupata.[273]
- Servizio acquedotto
- A Castel Goffredo è presente l'acquedotto comunale, gestito da SISAM che si occupa anche di depurazione delle acque.[274]
- Casa di riposo
- Edificio comunale Il Gelso situato in zona sud della città, si sviluppa su due piani ed accoglie 30 anziani.[275]
- Cittadella della sanità
- Struttura comunale sita nel centro della città che ospita medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale ed ambulatori specilistici dipendenti dal Distretto socio-sanitario di Asola.[276] Nei giorni di sabato e domenica funziona il servizio di guardia medica.[277]
- Piattaforma ecologica
- Nella zona periferica della città in frazione Villa sorge la piattaforma ecologica comunale per la raccolta differenziata dei rifiuti gestita da SIEM.[278]
Turismo
Lo sviluppo turistico della zona è legato principalmente alla vicinanza della città di Castel Goffredo con il lago di Garda e con le colline moreniche circostanti.[279]
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il comune di Castel Goffredo è attraversato da nord a sud dalla strada provinciale che collega Casaloldo e Medole e da ovest a est dalla strada provinciale che collega Ceresara e Acquafredda. La strada provinciale collega il comune di Carpenedolo.[280]
Autostrade
I caselli autostradali più vicini a Castel Goffredo sono:[280]
- Autostrada , casello di Desenzano del Garda, km 22
- Autostrada , casello di Mantova Nord, km 38
- Autostrada , casello di Parma, km 61
- Autostrada , casello di Cremona, km 43
Ferrovie
File:FS-logo.PNG Le stazioni ferroviarie più vicine a Castel Goffredo sono quelle di:[281]
- Desenzano del Garda per la linea Milano – Venezia, 26 km
- Asola per la linea Brescia - Parma, 10 km
Mobilità urbana
Nel 1839 venne istituita a Castel Goffredo una messaggeria di tre corse alla settimana che collegava Brescia a Mantova.[282] Dal 1930 al 1933 Castel Goffredo era servita dalla linea della Tranvia Cremona-Asola con tram a carrozza unica chiamato "Norge", che collegava il basso lago di Garda fra Desenzano e Cremona.[283]
Il comune di Castel Goffredo è attualmente servito dall'azienda APAM di Mantova, che collega le città di Brescia e Mantova.[284]
Piste ciclabili e percorsi cicloturistici
Castel Goffredo è dotata di alcune piste ciclabili[285] e di percorsi cicloturistici nella campagna circostante, a contatto con la natura:
- Percorso del torrente Osone: itinerario di circa 7 km che si svolge a est della città, zona di origine del fiume;[141]
- Percorso del torrente Tartaro Fabrezza: itinerario di circa 9 km che si svolge nella zona nord di Castel Goffredo, ricca di risorgive;[141]
- Percorso del torrente Fuga: itinerario di circa 9 km, in parte sterrato, che si svolge nella zona sud-ovest del capoluogo.[141]
Amministrazione
Template:ComuniAmministrazione
Amministrazioni precedenti
Gemellaggi
Altre informazioni amministrative
Nel 1928 venne annesso al territorio municipale il comune di Casalpoglio, facente parte fino al 1867 della provincia di Brescia.[287]
Sport
- Calcio
- L’ "Associazione Calcio Castellana"[288] nasce ufficialmente nel 1973 con l’affiliazione alla FIGC. I colori sociali sono il bianco e il celeste, è presieduta da Giorgio Bignotti e milita attualmente in serie D.[288] Nella stagione 2009-2010 i biancocelesti, nel girone D ma allargato alla Toscana, hanno calcato anche i campi di Pisa, Pontedera, Carpi e Chioggia.[289] Il 2010-2011 porta a Castel Goffredo un’altra grande novità: il primo derby con il Mantova.[290] La prima partita ufficiale in assoluto tra le due squadre avviene in Coppa Italia, dove al turno preliminare la Castellana viene sconfitta per 2-1.[291]
- Tennis tavolo
- La "Tennistavolo Castel Goffredo"[292] è una delle società più prestigiose a livello nazionale ed europeo e tra le più titolate d'Italia.[293] Nasce nel 1977 come squadra nelle attività dell'oratorio e subito iniziano i primi successi in campo provinciale.[292] Il traguardo più importante viene raggiunto nel 1984, quando la squadra femminile esordisce per la prima volta in serie A.[292] Le giocatrici più preparate fanno parte della nazionale italiana di tennistavolo e nel 2003 conquistano la vetta d'Europa.[292] Alcune atlete hanno partecipato alle Olimpiadi di Atene del 2004 e di Pechino del 2008.[292] Nel 2002 - 2004 la società vince sia lo scudetto femminile che quello maschile.[292] Risultato storico femminile nel 2006 e nel 2007: Campioni d'Europa.[292] Nel 2009 la squadra maschile conquista lo scudetto mentre la formazione femminile torna al vertice della serie A nel 2010. Sempre nel 2010 entrambe le squadre accedono alle semifinali di Champions League.[292] In totale i titoli italiani conquistati sono 13 per la squadra femminile[292] e 4 per quella maschile.[292]
Impianti sportivi
- Stadio comunale
- La struttura all'aperto con capienza di 3.000 persone accoglie le partite casalinghe della Associazione Castellana Calcio che ha militato nel campionato di calcio 2010 - 2011 di serie D.[288] È posto in via Svezia.
- Palazzetto dello sport
- Recente struttura coperta posta in via Svezia con capienza di circa 1.500 posti. Al suo interno si svolgono le principali attività sportive indoor: pattinaggio artistico, pallavolo, basket, calcetto, palla tamburello, tiro con l'arco ed è utilizzato per le partite casalinghe di Champions League della "Tennistavolo Castel Goffredo". Viene anche utilizzato per meetings, eventi culturali e musicali.[294]
- Palatennistavolo
- Struttura coperta posta in via Puccini con capienza di circa 500 posti che viene utilizzata come campo di gara ufficiale della "Tennistavolo Castel Goffredo" maschile e femminile.[292]
- Centro sportivo don Aldo Moratti[295]
- Struttura coperta posta in via Puccini con capienza di circa 200 posti che ospita il campo di gara della "Società bocciofila Castel Goffredo".
Personalità sportive legate a Castel Goffredo
- Nikoleta Stefanova, tennistavolista della "Tennistavolo Castel Goffredo", con il quale ha vinto due Champions' League e sei scudetti.[296]
- Wenling Tan Monfardini, tennistavolista della "Tennistavolo Castel Goffredo", con il quale ha vinto sette scudetti.[297]
- Alessia Arisi, tennistavolista della "Tennistavolo Castel Goffredo", con il quale ha vinto due scudetti.[298]
Note
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- ^ Per la prima volta il nome del borgo veniva citato in un'opera letteraria. - Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora Lucretia Gonzaga de Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose per dentro poeticamente descritte - Le III parche, canto V (1554 circa).
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non valido; il nome "calze" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ a b c Osservatorio Nazionale Distretti Italiani, su osservatoriodistretti.org. URL consultato il 14 giugno 2011.
- ^ Il Distretto di Castel Goffredo si estende sul territorio di tre comuni della provincia di Brescia (Acquafredda, Remedello, Visano), uno della provincia di Cremona (Isola Dovarese) e undici della provincia di Mantova (Asola, Casalmoro, Casaloldo, Casalromano, Castel Goffredo, Castiglione delle Stiviere, Ceresara, Mariana Mantovana, Medole, Piubega, Solferino).
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- ^ I dati ISTAT si riferiscono al 31 dicembre di ogni anno.
- ^ I valori sono calcolati sulla base dei dati contenuti nei bilanci demografici della popolazione residente.
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Altre fonti
- 1999 – Immagina. Castel Goffredo: l'evoluzione di un territorio, CD-ROM, a cura del comune di Castel Goffredo.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Comune di Castel Goffredo, su comune.castelgoffredo.mn.it. URL consultato il 26 luglio 2011.
- Castel Goffredo. Guida per il turista, su italiatua.it. URL consultato il 4 maggio 2011.
- Castel Goffredo. Immagini di una antica signoria, su digilander.libero.it. URL consultato il 4 maggio 2011.
- Comuni italiani. Castel Goffredo, su comuni-italiani.it. URL consultato il 4 maggio 2011.
- Castel Goffredo on line, su castelgoffredonline.it. URL consultato il 4 maggio 2011.
- Convento dell'Annunciata, su conventodellannunciata.it. URL consultato il 4 maggio 2011.