Atropa belladonna
La belladonna è una pianta a fiore (Angiosperme dicotiledoni) appartenente, come il pomodoro e la patata, all'importante famiglia delle Solanaceae.
Il nome scientifico, Atropa belladonna, deriva dai suoi letali effetti e dall'impiego cosmetico:
Atropo è il nome della Moira che nella mitologia greca taglia il filo della vita, ciò a ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta causa la morte.
L'epiteto specifico belladonna fa riferimento ad una pratica utilizzata nel Rinascimento: le dame usavano questa pianta per dare risalto e lucentezza agli occhi mediante le capacità dilatative della pupilla.
| Belladonna | |
|---|---|
| Classificazione scientifica | |
| Dominio | Eukaryota |
| Regno | Plantae |
| Divisione | Magnoliophyta |
| Classe | Magnoliopsida |
| Ordine | Solanales |
| Famiglia | Solanaceae |
| Genere | Atropa |
| Specie | A. belladonna |
| Nomenclatura binomiale | |
| Atropa belladonna L. | |
Morfologia
Pianta erbacea e perenne, dotata di un grosso rizoma dal quale si sviluppa un fusto robusto, eretto e ramificato, di altezza compresa tra i 70–150 cm.
Le foglie sono semplici, picciolate, di forma ovale-lanceolata, alternate nella zona superiore a foglie più piccole; come il fusto, sono ricoperte di peli ghiandolari responsabili dello sgradevole odore emanato dalla pianta.
I fiori sono ermafroditi, ascellari e penduli; presentano un calice a 5 sepali ed una corolla a 5 petali di forma campanulata-tubulosa e di colore violaceo cupo; l'androceo è composto da 5 stami con antere molto sviluppate, il gineceo da un ovario biloculare con stilo unico e stigma bifido.
La belladonna fiorisce nel periodo estivo e l'impollinazione è entomogama (tramite Insetti). I frutti sono lucide bacche nere, di piccole dimensioni, contornate dal calice che, durante la maturazione, si accresce aprendosi a stella.
Nonostante l'aspetto invitante e il sapore gradevole, le bacche sono velenose per l'uomo e l'ingestione può provocare una diminuzione della sensibilità, forme di delirio, sete, vomito, seguiti, nei casi più gravi, da convulsioni e morte.
La belladonna cresce sporadica nelle zone montane e submontane fino ad una altitudine di 1400 metri. Predilige i suoli calcarei e i margini di boschi freschi e ombrosi, come le faggete. Allo stato selvatico è presente in Europa centrale, Africa settentrionale e Asia occidentale fino al Pakistan. In Italia si può incontrare nei boschi delle Alpi e Appennini; in Sicilia, ove è conosciuta col nome di "sulatra" (almeno nella zona nord del siracusano), si trova facilmente anche negli agrumeti, in zona collinare attorno ai 400 metri di quota; il succo delle foglie viene usato come rimedio contro le punture di vespa.
Usi
Uso fitoterapico
In fitoterapia la belladonna è usata da tempo immemorabile dai medici per le sue doti spasmolitiche.
L'ingrediente terapeutico principale della pianta è l'atropina o DL-giusciamina. Si trova in tutte le Solanacee: in dosi terapeuticamente rilevanti in Datura stramonium, Hyoscyamus niger, Solanum niger; in dosi più basse in piante coltivate come patate e pomodori.
In medicina accademica (dotta) l'atropina isolata viene ancora usata come dilatatore di pupille e come miorilassante p. e. prima di interventi chirurgici.
Uso omeopatico
Secondo l'omeopatia le pillole ricavate dalla belladonna dovrebbero avere gli effetti terapeutici per le seguenti patologie:
- faringiti, rinofaringiti, tracheobronchiti e tonsilliti in cui si avverte il bisogno di deglutire in continuazione
- febbre durante l'influenza, convulsioni infantili da febbre elevata
- Cefalea vasomotoria violenta, pulsante
- Processi infiammatori locali con arrossamento "brillante", tumefazione, calore intenso e radiante, dolore acuto, violento e pulsante
- Attacchi di delirio, ipersensibilità al rumore e alla luce intensa.[1]
Farmacognosia
Le foglie della belladonna contengono alcaloidi come atropina, scopolamina, L-giusciamina, con un contenuto complessivo di min. 0,3%. Nelle radici raggiunge min. 0,5%.
L'effetto complessivo è parasimpatolitico / anticolinergico per via di un'inibizione competitiva del trasmettitore neuromuscolare acetilcolina del recettore. Questo antagonismo incide prevalentemente sull'effetto muscarinico (meno sul nicotinico, sui gangli e sul terminale neuromuscolare). L'effetto è quindi indirizzato al neurovegetativo parasimpatico periferico di muscolatura liscia e al sistema nervoso centrale:
- tratto gastrointestinale e biliare: cedimento di organi di muscolatura liscia e spasmolitico
- cuore: positivamente dromotropo e cronotropo
- bronchi: dilatazione, spasmolisi
- nervoso centrale: parasimapatico stimolante: effetti su tremore e rigidità muscolare (morbo di Parkinson)
Indicazioni
secondo la Guida all'uso dei farmaci del Ministero Italiano della Salute la belladonna è indicata sotto le voci di:
secondo la Commissione E del Ministero della salute germanico l'atropa belladonna è indicato contro:
secondo le esperienze fitoterapiche popolari anche:
, tremor
Controindicazioni
Disturbi di ritmo tachicardiaco, iperplasia prostatica, glaucoma, edemi polmonari acuti e stenosi meccaniche nel tratto gastrointestinale.
Effetti collaterali
- bocca secca, diminuzione del sudore e
- (in sovradosaggio): disturbi di accomodazione, secchezza e rubor dermico, tachicardia, disturbi di minzione, allucinazioni e stati spastici.
Lesioni anatomiche
Non sono caratteristiche né costanti; consistono generalmente in una congestione intensa dei polmoni, e dei visceri addominali, della retina, delle meningi e del cervello, associata ad emorragie: in un caso osservato da Rosenberg, il cervello, il cervelletto ed il midollo allungato presentavano numerosi focolai d'emorragia capillare.
Interazioni
Amplificazione degli effetti anticolinergici di antidepressivi triciclici, amantadina e chinidina.
Avvelenamento di atropina (solanacee)
Le dosi tossiche sono individualmente molto variabili. I bambini reagiscono al solito più sensibilmente degli adulti.
I sintomi di un avvelenamento suogno:
- mucose secche, difficoltà di lingua e deglutizione
- pupille midriatiche (aperte, senza riflesso) con paralisi di accomodazione e ipersensibilità del soggetto alla luce
- pelle secca e arrossata
- febbre, tachicardia
- atonia intestinale
- eccitazione centralnervosa (irrequietudine, confusione, ev. allucinazioni e spasmi)
- più tardi sonnolenza, coma e arresto respiratorio
Sintomi dell'avvelenamento - Insorgono per lo più molto rapidamente, e sono caratterizzati da un senso di aridità, di secchezza e di stringimento nella bocca e nelle fauci, nausea e raramente vomito, midriasi con insensibilità delle pupille alla luce, ambliopia e poi amaurosi; andatura barcollante (gli ammalati sembrano ebbri e non possono tenersi in piedi); vertigini seguite da deliqui; occhi sporgenti, iniettati di sangue, sguardo fisso, stupido o truce; polso frequente, piccolo o pieno e duro; dispnea; emissione involontaria di feci e di orina (paralisi degli sfinteri). La pelle è calda, sede di prurito intenso, coperta d'un esantema scarlattiniforme. Nei bambini si notano ordinariamente trisma e convulsioni; negli adulti delirio gaio o furioso, con allucinazioni, seguito da coma, convulsioni, talvolta tendenza a mordere, morte per paralisi generale in 24-36 ore. Nei casi non letali si osserva un lento e graduale miglioramento dei sintomi; talvolta insorge la febbre con profusi sudori, e la guarigione avviene dopo 4-8 giorni. L'avvelenamento per atropina non si differenzia da quello per belladonna che per una maggiore rapidità di decorso.
Trattamento di avvelenamenti
- Diagnosi differenziale da bambini: malattie infettive
- Primo soccorso: svuotamento gastrico, fisostigmina. Cura come sindrome anticolinergico centrale
Cura
Emetici, purganti, pompa gastrica. Gli antagonisti dell'atropina sono principalmente la pilocarpina, la morfina e l'idrato di cloralio. La morfina è solo indicata nello stadio dell'eccitamento, e non in quello del collasso terminale: in questo periodo può usarsi l'idrato di cloralio, avvertendo però che il cuore viene maggiormente indebolito dal cloralio che dalla morfina. Non si dovranno pertanto dimenticare gli eccitanti (caffè, alcool, etere; ecc.) ed i rivulsivi cutanei (affusioni fredde sul capo, senapismi sul petto e sui polpacci ecc.).
Preparati galenici
(secondo DAB farmacopoea germanica)
- Belladona pulvis normatus DAB: Dose giornaliera mass. 0.6 gr. Dose singola 0.05 - 0.1 (0.2!) gr.
- Extractum Belladonnae DAB: Dose giornaliera mass. 0.15 gr. Dose singola 0.01 - 0.05! gr.
- Tinctura belladonna normata DAB: 3 / dì 5 - 8 gtt. in acqua
Esempi d'uso
In fitoterapia popolare si usa spesso combinazioni di belladonna con valeriana, camomilla, melissa, frangula...
- Rp. Tinctura antispastica
- Tinct. Belladonnae
- Tinct. Valerianae
- Spir. Menthae pip. aa ad 30.0
- D.S. orale 24! gtt. / dì. Questo è un medicamento / rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista / erborista. (vedi anche Ricetta medica magistrale)
- Rp. Spasmi gastrici
- Fl. Chamomillae (Matricaria recutita) 100
- m.f. species 3 c.t./100 ml
- adde Tinct. Belladonnae gtt. 5 - 10!
- D.S. orale 3 - 5 tazze al dì. Questo è un medicamento / rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista / erborista.
- Rp. mite sedativo
- Fol. Melissae 100
- m.f. species 3 c.t./100 ml
- adde Tinct. Belladonnae gtt. 5
- D.S. orale 3 - 5 tazze al dì. Questo è un medicamento / rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista / erborista.
- Rp. Dismenorrea
- Extr. Belladonnae 0.6
- Extr. Frangulae fluid. ad 40.0
- D.S. orale 25! gtt. / dì. Questo è un medicamento / rimedio. Per ulteriori informazioni chieda al suo medico o farmacista / erborista.
Note
- ^ "Omeopatia", Cassandra Narks, Armenia, Milano, 1997, pag.30
- ^ Guida Uso Farmaci - Guida all'uso dei farmaci
- ^ Guida Uso Farmaci - Guida all'uso dei farmaci
- ^ "Medicinale omeopatico amenorroico", impiegato solitamente dalle donne che soffrono di ectasie per interrompere in un determinato arco di tempo il ciclo mestruale per prevenire malessere quale lipotimia
Bibliografia
- Fintelman V. Weiss R.: Lehrbuch der Phytotherapie; Hippokrates 2002; ISBN 3-8304-5243-8
- Pschyrembel: Klinisches Wörterbuch; De Gruyter 2004; ISBN 3-11-018171-1
- Jean De Maleissye, Storia dei veleni. Da Socrate ai giorni nostri, Bologna, Odoya, 2008 ISBN 978-88-6288-019-0.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Ministero Italiano della salute: Guida all'uso dei farmaci: Antimuscarinici
- Ministero Italiano della salute: Guida all'uso dei farmaci: Antiemorroidari lenitivi
- Ministero Italiano della salute: Guida all'uso dei farmaci: Alginati e preparati per la cattiva digestione
- Escop, the European Scientific Cooperative on Phytotherapy
