Ancona
| Ancona comune | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Amministrazione | |
| Sindaco | Fiorello Gramillano (Pd) dal 22-6-2009 |
| Territorio | |
| Coordinate | 43°37′00″N 13°31′00″E |
| Altitudine | 16 m s.l.m. |
| Superficie | 123,71[1] km² |
| Abitanti | 102 997[2] (31-12-2010) |
| Densità | 832,57 ab./km² |
| Frazioni | Aspio, Candia, Casine di Paterno, Gallignano, Ghettarello, Massignano, Montacuto, Montesicuro, Paterno d'Ancona, Poggio di Ancona, Sappanico, Varano. |
| Comuni confinanti | Agugliano, Camerano, Camerata Picena, Falconara Marittima, Offagna, Osimo, Polverigi, Sirolo |
| Altre informazioni | |
| Cod. postale | 60121-60131 |
| Prefisso | 071 |
| Fuso orario | UTC+1 |
| Codice ISTAT | 042002 |
| Cod. catastale | A271 |
| Targa | AN |
| Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
| Cl. climatica | zona D, 1 688 GG[4] |
| Nome abitanti | anconetani, anconitani |
| Patrono | san Ciriaco di Gerusalemme |
| Giorno festivo | 4 maggio |
| Cartografia | |
| Sito istituzionale | |

Ancona (IPA: /anˈkona/, Ancona in anconitano) è un comune italiano di 102.997 abitanti[2], capoluogo della provincia omonima e delle Marche.
Affacciata sul mare Adriatico, possiede uno dei maggiori porti italiani[5]. Città d'arte con un centro storico ricco di monumenti e con una storia millenaria, è uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione.
Protesa verso il mare, la città sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il più ampio porto naturale dell'Adriatico centrale. I Greci di Siracusa, che fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma di questo promontorio e per questo motivo chiamarono la nuova città Αγκών, "ankon", che in greco significa gomito. L'origine greca di Ancona è ricordata dall'epiteto con la quale è conosciuta: la "città dorica".
Geografia fisica
Territorio
La città di Ancona sorge nella costa dell'Adriatico centrale su un promontorio formato dalle pendici settentrionali di monte Conero o monte d'Ancona (572 m s.l.m.). Questo promontorio dà origine ad un golfo, il golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale. Ad Ancona il sole sorge e tramonta sul mare; questo fenomeno è unico in tutto l'Adriatico italiano ed è dovuto alla forma a gomito del suo promontorio, bagnato dal mare sia ad est che ad ovest.
La città possiede varie spiagge, sia di costa alta sia di costa bassa. Tra quelle del primo tipo la più centrale è quella del Passetto, con grandi scogli bianchi, tra i quali la Seggiola del Papa (uno dei simboli della città) e lo scoglio del Quadrato. Altre spiagge rocciose raggiungibili con impervi sentieri si susseguono verso Sud; tra esse si deve ricordare almeno la lunga spiaggia libera di Mezzavalle. La più nota spiaggia a Sud di Ancona è Portonovo, posta sotto il Monte Conero, con tipici sassi bianchi e arrotondati, sede di attrezzature turistiche. A Nord del porto la costa è invece bassa; in questa zona è da ricordare la spiaggia attrezzatissima di Palombina, sabbiosa, di carattere urbano e con un'aria vivacemente popolare, con panorama sul golfo dorico e bordata dalla linea ferroviaria.
Dal punto di vista orografico il territorio urbano è contraddistinto da un'alternanza di fasce collinari e di vallate, qui descritte andando da nord a sud. La fascia di colline più settentrionale, affacciata direttamente sul mare, comprende il colle Guasco, il colle dei Cappuccini ed infine monte Cardeto. Più a sud si trova la vallata un tempo detta Piana degli Orti, oggi attraversata dai tre corsi principali e dal Viale della Vittoria. Vi è poi la seconda fascia collinare, con il colle Astagno, il colle di Santo Stefano, monte Pulito, monte Pelago ed infine il monte Santa Margherita. La vallata che si trova ancora a sud è costituita da valle Miano e dal Piano San Lazzaro, occupato dal quartiere omonimo, il solo pianeggiante della città. A meridione di questa valle si estende quindi la fascia di colline periferiche; le ultime zone urbanizzate occupano la vallata dei Piani della Baraccola.
Il luogo dove sorge Ancona rientra nella zona a sismicità medio-alta, è classificata di livello 2 dalla Protezione civile.[6]
Clima
Il clima di Ancona (classificazione climatica: zona D, 1688 GR/G) è caratterizzato dall'unione di elementi tipicamente continentali con altri spiccatamente mediterranei. Lo si può accomunare a quello di altre città del versante nord del Mediterraneo centro-orientale, quali Salonicco o Istanbul. Se dal punto di vista termico sono evidenti le influenze mediterranee, che stemperano i rigori invernali e la calura estiva, dal punto di vista pluviometrico la città non conosce la "secca" estiva tipica delle altre località a clima mediterraneo (l'andamento delle piogge è quantomai regolare, con addirittura un massimo assoluto proprio ad agosto[7]).
Gli inverni sono moderatamente freddi e umidi (media gennaio +5 °C), con precipitazioni e nebbie abbastanza frequenti (sebbene gennaio sia il mese meno piovoso dell'anno, con una media di 43 mm). La neve cade raramente in città, mentre è meno infrequente nelle frazioni collinari che circondano il capoluogo. In ogni caso le precipitazioni nevose sono probabili ogni qual volta si ha un'irruzione d'aria fredda dai quadranti settentrionali (nord Europa) o da quelli orientali (Russia e Balcani), in quanto le masse d'aria fredda o gelida si umidificano passando sopra il mare Adriatico. Il decennio 2000-2010 è stato comunque il meno nevoso della storia recente di Ancona, ma anche nell'ultima parte degli anni novanta si è assistito a un drastico calo delle nevicate rispetto agli inverni precedenti. Basti pensare che tra il primo e il secondo dopoguerra la città aveva una media nivometrica di oltre 20 cm annui, pari o superiore a quella di molte località di pianura del nord Italia, mentre negli ultimi anni non si segnala alcun fenomeno nevoso degno di menzione (almeno fino al dicembre del 2010, quando tra il 14 e il 19 del mese sono cadute punte di oltre 30 cm. in centro)! Altre nevicate di rilievo, con accumuli da 20 ai 50 cm., si sono comunque verificate nel gennaio 1985, nel dicembre 1996 e nel febbraio 1999. Le temperature negative sono abbastanza comuni (i giorni con gelate sono in media 35 nel corso di un anno – dati riferiti all'aeroporto di Ancona/Falconara) e in passato si sono avute minime fin sui -10 / -15 °C.
Le stagioni intermedie sono assai variabili e presentano caratteristiche ora proprie della stagione precedente, ora di quella successiva (basti pensare ai colpi di coda invernali, possibili fino ad aprile inoltrato, o alle temperature estive riscontrabili ogni tanto sia ad ottobre che a novembre).
L'estate è invece calda e piuttosto afosa (media agosto +22.5 °C), data la vicinanza del mare. I temporali sono frequenti specie ad agosto e inizio settembre, quando possono assumere le caratteristiche di veri e propri nubifragi. Picchi di caldo notevoli si hanno in concomitanza di avvezioni dal vicino nord-Africa.
I venti caratteristici di Ancona e della zona circostante sono i seguenti: la Bora da N-N/E, che spira a volte con violenza e che è in grado di causare rovinose mareggiate; il Burian, vento proveniente dalle steppe russe che giunge sulla città carico di gelo e neve (questo vento è ormai sempre più una rarità nello scenario meteo-climatico cittadino)[senza fonte]; lo Scirocco da S/E, umido e spesso piovoso (afoso d'estate); il Garbino da W – S/W, vento di caduta dall'Appennino che spira con maggiore frequenza in autunno e in primavera, ma possibile in ogni stagione. Questo vento provoca sbalzi termici notevoli, facendo impennare la temperatura e causando vistosi cali dell'umidità relativa (effetto fohn). D'inverno può portare a valori massimi anche di +20° e oltre, mentre d'estate fa sì che le temperature tocchino valori di oltre +35° (il record assoluto, di +40.8 °C, risale al luglio 1968).
Gli eventi meteorologici più significativi della storia di Ancona sono:
- l'alluvione del 5 settembre 1959, quando caddero oltre 200 mm di pioggia in poche ore: la città fu sconvolta da una grave inondazione che colpì tutta la parte bassa, provocando 10 vittime e danni ingentissimi.
- il nevone del 1929, quando cadde oltre un metro di neve nell'area urbana.
Storia
Alcune costanti caratterizzano la storia bimillenaria della città: anzitutto il legame con il mare, poi un particolare attaccamento alla libertà e all'indipendenza, che condusse a ripetuti assedi, infine un disinteresse per l'espansione territoriale. In definitiva, Ancona fu una città che si difese spesso e con energia, non si impegnò mai in guerre di conquista, e dedicò le sue forze migliori alla navigazione e alle attività portuali. Questa unità di intenti della popolazione permise spesso di superare gli interessi di parte; perciò i conflitti sociali che in alcune epoche caratterizzarono la storia di altre città non furono mai significativi.
Contrariamente a ciò che succede in altre regioni, Ancona è capoluogo di regione non perché dominò in qualche epoca il territorio circostante (la Marca di Ancona fu una realtà più geografica che politica), ma perché, oltre ad essere da sempre il centro più importante, ha nella sua storia l'esempio più evidente dello spirito di autonomia e di indipendenza tipico di tutte le città delle Marche, regione contraddistinta proprio dalla pluralità.
Periodo antico
I primi insediamenti sorsero nell'età del bronzo e nell'età del ferro Ancona fu un villaggio piceno. Divenne una città nel 387 a.C.: in quell'anno un gruppo di Greci siracusani, esuli dalla tirannide di Dionisio, desiderosi di ripristinare la democrazia e attratti dal grande porto naturale, fondò la città sulle pendici del colle ora chiamato Guasco; sulla sommità del colle sorse l'acropoli, con il tempio dedicato a Afrodite.
All'arrivo dei Romani nelle Marche Ancona attraversò un periodo di transizione tra la civiltà greca e quella romana. Dal 113 a.C. Ancona può ormai dirsi città romana, e svolgeva per Roma la funzione di porto aperto verso l'Oriente; per questo l'imperatore Traiano ne ampliò il porto.
Medioevo
Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente Ancona, come tutta la penisola, fu soggetta prima al dominio di Odoacre e poi degli Ostrogoti (493-553). Dopo la guerra gotico-bizantina fu tra i possessi dell'Impero Romano d'Oriente e dopo l'arrivo in Italia dei Longobardi rimase ancora possesso dell'Impero Bizantino, costituendo insieme a quattro altre città della Pentapoli marittima. Nel 774 la città passò allo Stato della Chiesa. Con l'istituzione del Sacro Romano Impero la città fu posta a capo della Marca di Ancona, che dopo aver assorbito le marche di Camerino e di Fermo, comprese quasi tutta l'odierna regione Marche.
Alla fine del XII secolo Ancona iniziò a reggersi come libero comune e repubblica marinara. Per difendere la propria indipendenza si scontrò sia con il Sacro Romano Impero, che tentò ripetutamente di ristabilire il suo effettivo potere, sia con Venezia, che non accettava nell'Adriatico altre città marinare. Nell'assedio del 1173 si distinguono le gesta di Stamira, l'eroina anconitana, e del sacerdote Giovanni di Chio.
Periodo moderno
Agli inizi del XVI secolo, a causa della scoperta dell'America e della caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi, il centro dei commerci si era ormai spostato dal Mediterraneo all'Atlantico e per tutte le città marinare italiane, compresa Ancona, iniziò un periodo di recessione che raggiunse il suo apice nel XVII secolo.
La perdita della libertà fu segnata dalla costruzione della Cittadella progettata da Antonio da Sangallo il giovane con il pretesto di offrire difesa da un imminente attacco da parte dei Turchi, ma in realtà realizzata per mantenere la città strettamente sotto il dominio papale. Il 19 settembre 1532, infatti, papa Clemente VII vincolò Ancona alla Santa Sede
La perdita della libertà condusse a partire dalla fine del 1500 ad una lenta decadenza che durò un secolo e che si interruppe solo con la concessione del porto franco da parte del papa Clemente XII, nel 1732. Oltre a dare alla città questo nuovo status, Clemente VII incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di ampliare il porto. Grazie a queste misure, la città visse un nuovo momento di benessere, legato alla ripresa della grande navigazione.
Periodo contemporaneo
Nel 1797 Napoleone occupò la città e dopo poco venne proclamata la Repubblica Anconitana, che nel 1798 venne annessa alla Repubblica Romana. Dopo alterne vicende ed assedi che la videro passare in mano francese ed austriaca, fu annessa nel 1808 al Regno Italico napoleonico.
Con la Restaurazione, nel 1815, tornò a far parte dello Stato Pontificio. Ancona partecipò ai Moti del 1830-1831 che vennero repressi con processi e condanne. Al termine della Prima guerra di indipendenza, nel 1849, Ancona si dichiarò libera dal dominio papale e appartenente alla Repubblica Romana. Il papa allora chiamò gli austriaci per riprendere il possesso delle sue terre. Compagna di Venezia e di Roma, la città di Ancona per settimane resistette eroicamente all'assedio austriaco. Per l'eroismo e l'attaccamento agli ideali di libertà e di indipendenza dimostrati nel 1849 Ancona venne insignita della medaglia d'oro come "benemerita del Risorgimento nazionale".
Nel 1860, dopo la sconfitta di Castelfidardo, le truppe pontificie si rifugiarono ad Ancona per tentare l'ultima difesa dei territori pontifici. Seguì un difficile assedio da parte delle truppe sarde. Il 29 settembre le truppe dei generali Enrico Cialdini e Manfredo Fanti entrarono vittoriose ad Ancona, seguite dopo pochi giorni da Vittorio Emanuele II. Nel novembre dello stesso anno un plebiscito ufficializzò l'ingresso di Ancona, Marche ed Umbria nel Regno d'Italia.
Nel decennio tra il 1860 e il 1870, a causa della situazione geopolitica nazionale, Ancona rivestì un ruolo militare di primo ordine e fu dichiarata piazzaforte di prima classe insieme a sole altre quattro città italiane. A cavallo della prima guerra mondiale, due momenti diversi videro la città sulla ribalta nazionale: nel 1914 la Settimana Rossa e nel 1920 la Rivolta dei Bersaglieri, episodio culminante del Biennio rosso. Nel periodo della prima guerra mondiale si ricordano il precoce bombardamento navale di Ancona e le azioni della Regia Marina in Adriatico.
Durante il ventennio fascista la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico, con l'apertura del viale della Vittoria e la costruzione del quartiere Adriatico. Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale Ancona, a causa della sua importanza strategica, subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, il 1º novembre 1943 fu uno dei più tragici; in pochi minuti migliaia di persone persero la vita, di cui trecento all'interno di un solo rifugio di fortuna, ed un intero rione della città storica (rione Porto) venne quasi cancellato. In seguito alla Battaglia di Ancona, il 18 luglio 1944 il generale Władysław Anders a capo dell'esercito polacco entrò ad Ancona e la liberò dai tedeschi.
Nel secondo dopoguerra Ancona si riprese velocemente dalle pur gravi ferite della guerra. Si sono abbattute poi sulla città subì tre gravi calamità naturali (un'alluvione nel 1959, un terremoto nel 1972 e una frana nel 1982), ed anche questa volta la ripresa fu rapida.
Da segnalare negli ultimi anni vi è nel 1959 la fondazione dell'Università con l'apertura della prima delle attuali facoltà (Economia e Commercio), l'inaugurazione del grande Parco del Cardeto (dedicato nel 2010 al poeta Franco Scataglini), la riapertura del ristrutturato Teatro delle Muse nel 2002 (dedicato nel 2010 al tenore Franco Corelli) e l'intensificazione dei traffici del porto nelle comunicazioni con l'Europa balcanica e la Grecia. Nel 2008 il governo ha scelto Ancona come sede del Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica, nella storica Cittadella cinquecentesca.
Nel 2013 Ancona celebrerà i suoi 2400 anni di storia, contati a partire dalla fondazione greca.
Simboli
Dallo Statuto[1] comunale si ricavano le descrizioni dello stemma, del bollo e del gonfalone.
Stemma
Il Capo d'Angiò è d'azzurro, al lambello di rosso di quattro pendenti con tre gigli d'oro sottostanti allineati. Lo scudo è sormontato da corona murale dalle cinque torri ed è affiancato da due ramoscelli (d'ulivo e di quercia rispettivamente a destra ed a sinistra di chi guarda) che si incrociano in basso, con nastro sovrapposto recante la scritta: "ANCON DORICA CIVITAS FIDEI".»
Bollo
"ANCON DORICA CIVITAS FIDEI" orientata in senso orario e preceduta in alto da una croce scorciata espansa fra due stelle.»
Gonfalone
Gli ornamenti esterni, dorati, sono costituiti da due cordoni laterali per parte, di differente lunghezza, con nappe terminali che si annodano prima all'asta trasversale pomellata e quindi a quella verticale, al cui incontro è un nastro azzurro con frange dorate, decorato agli estremi con il guerriero dorato come allo stemma. L'asta è sormontata dal guerriero d'oro armato di spada sul cavallo corrente.»
Onorificenze
La città di Ancona è la sedicesima tra le 27 città decorate con medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento.
— stata insignita il 18 maggio 1899.[8]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
I più importanti edifici religiosi della città sono:
- Duomo di San Ciriaco, svettante sul vertice del promontorio, uno dei simboli della città
- Chiesa di Santa Maria della Piazza, capolavoro di arte romanica
- Chiesa di San Francesco alle Scale (portale di Giorgio da Sebenico del 1454, interno del XVIII secolo) con i dipinti di Lorenzo Lotto, Andrea Lilli e di Pellegrino Tibaldi
- Chiesa di Santa Maria di Portonovo, situata nella contrada di Portonovo, è una chiesa romanica importante per la Storia dell'Arte a causa della sua pianta singolare; è costruita in posizione suggestiva sotto Monte Conero e quasi sulla spiaggia
- Chiesa del Santissimo Sacramento (interno del XVIII secolo di Francesco Ciaraffoni, con statue di Gioacchino Varlè)
- Chiesa del Gesù (1743), di Luigi Vanvitelli
- la sinagoga di via Astagno
- il Campo degli Ebrei (XV – XIX secolo), ampio e antico cimitero israelitico panoramicamente situato nei pressi dell'orlo della falesia;
- Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa, detta degli Scalzi (XVIII secolo), a pianta centrale, con la grande cupola ricoperta di rame che domina il panorama della città.
- Chiesa di San Domenico (Carlo Marchionni, 1763), che conserva dipinti di Guercino e del Tiziano
Inoltre sono interessanti:
- Chiesa di Santa Maria della Misericordia
- Chiesa di San Francesco d'Assisi, detta dei Cappuccini, eretta su disegno di Frà Angelo da Cassano d'Adda, con pale d'altare e decorazioni interne di Frà Paolo Mussini
- Santa Maria Liberatrice,la piccola chiesa cinquecentesca in Piazza Padella (Piazza Posatora), di pianta circolare, eretta per voto popolare dal Comune (come testimonia il civico stemma in pietra sopra la porta d'ingresso) in ringraziamento per la cessata epidemia di peste
- Chiesa di San Biagio
- Chiesa dei Santi Cosma e Damiano
- Chiesa di San Giovanni Battista, con i dipinti di Andrea Lilli e di Federico Zuccari
- Chiesa della Santissima Annunziata, dall'interno ottocentesco, recentemente concessa alla locale comunità rumena ed adibita di conseguenza al rito cristiano-ortodosso (Parrocchia di San Dasio di Durostorum)
- Chiesa di San Gregorio Illuminatore, attualmente[quando?] in restauro, dalla particolare ubicazione (è situata sopra l'anfiteatro romano)
- Chiesa della Sacra Famiglia
- Chiesa del Sacro Cuore
- Chiesa del Santissimo Crocifisso
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie
- Chiesa di Santa Croce
Si segnala, per motivi di completezza, la presenza di resti di edifici distrutti dalla guerra o da cambi di destinazione:
- chiesa di Sant'Agostino dal portale gotico-rinacimentale (1460) unico resto della sua costruzione
- ex chiesa di San Giuseppe degli Scolopi
- chiesa di San Pietro resti (base dell'abside)
- chiesa di San Giacomo i resti della settecentesca costruzione
- ex chiesa di San Francesco ad Alto, dal 1863 con l'ex convento ridotta in sede di un ente militare.
Architetture civili
Le più importanti costruzioni civili dal punto di vista storico-artistico sono:
- Arco di Traiano (Apollodoro di Damasco, 115 d.C.)
- Palazzo del Senato, dalla facciata romanica del (XIII secolo)
- Palazzo degli Anziani, gotico del 1250, con l'imponente prospetto verso il porto che lo rendono quasi un grattacielo medievale, ha la facciata principale rifatta nel Seicento; nel Medioevo era sede del libero Comune
- Palazzo Benincasa, costruito nel XV secolo in stile gotico.
- Loggia dei Mercanti, gotica del 1451 (Giorgio da Sebenico, con l'interno decorato nel XVI e nel XVIII secolo
- Palazzo del Governo, rinascimentale (Francesco di Giorgio Martini, 1484), con la sua Torre civica
- Palazzo Ferretti, tardo rinascimentale (1560), sede del Museo archeologico nazionale delle Marche, progettato e affrescato da Pellegrino Tibaldi, con dipinti anche di Taddeo e Federico Zuccari
- Palazzo Bosdari del XVII secolo, dal 1973 sede della Pinacoteca civica.
- Lazzaretto, costruito da Luigi Vanvitelli nel 1733 su un'isola artificiale pentagonale da lui stesso realizzata all'interno del porto
- Arco Clementino (Luigi Vanvitelli, 1733)
- Teatro delle Muse, neoclassico
- Palazzo delle Poste (Guido Cirilli, 1926)
- Palazzo del Comune (Amos Luchetti Gentiloni, 1931) che conserva la grande tela del Giuramento degli Anconitani (Francesco Podesti, 1850)
- Mercato delle Erbe, architettura di ghisa e vetro in stile liberty del 1926, che ancora accoglie un affollato e caratterisitico mercato; si affaccia sul tratto di Corso Mazzini che ospita l'altrettanto caratteristico mercato delle bancarelle
- monumento ai caduti, al Passetto, (Guido Cirilli, 1932), monumento relativamente recente, eppure diventato in breve uno dei simboli della città
- Sede della Regione Marche, di Vittorio Gregotti, notevole esempio di architettura contemporanea costruita in armonia di volumi e di materiali con la vicina Cittadella
- Palazzo Bonarelli,in via Pio II,resti di un antico palazzo cui faceva da fondamenta e cantina parte dell'anfiteatro romano,oggi sede del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Inoltre si segnala la presenza dei seguenti edifici:
- Domus gentilizia di palazzo Camerata
- Palazzo Bonarelli,in via Pizzecolli-20, dimora gentilizia del Settecento la cui facciata è attribuita al Ciaraffoni architetto anconetano
- Villa Favorita, di influenze vanvitelliane, recentemente[quando?] restaurata dopo decenni di abbandono ed ora sede di rappresentanza dell'ISTAO
- Palazzo Jona, settecentesco, a cui lavorò lo stesso Vanvitelli
- Palazzo Ajò, settecentesco, esempio di dimora ebraica del ceto benestante
- Palazzo Malacari, la settecentesca dimora nobile in un rione popolare
- Palazzo Cresci Antiqui, settecentesco (con notevoli resti precedenti)
- Villa Ferretti, unica costruzione superstite dell'allora Piana degli Orti, ora sede del ristorante "Giardino", attribuita al Sangallo
Architetture militari
- Porta Pia (Filippo Marchionni, 1787);
- la Cittadella (Antonio da Sangallo il Giovane, 1532),
- Campo Trincerato, adiacente alla Cittadella, ora adibito a parco pubblico
- caserma Villarey, riconvertita a sede della Facoltà di economia del Politecnico delle Marche (1868)
- Forte Cardeto (1798) e la polveriera Castelfidardo (1866)
- Torre di Guardia ed il Fortino Napoleonico a Portonovo
- nei dintorni sono interessanti i castelli di Ancona: Sirolo, Numana, Falconara, Offagna, Agugliano, Polverigi, Sappanico, Cassero, Paterno, Gallignano, Montesicuro, Poggio, Massignano, Varano, Rocca Priora, Castel d'Emilio, Bolignano. In particolare vanno segnalate le fortificazioni di Rocca Priora, Castel d'Emilio, Sirolo e Offagna, con una rocca ben conservata, costruita su un colle panoramico dagli anconitani nel XV secolo per difendere il loro territorio. Ora Offagna, come altri castelli di Ancona, è comune a sé.
Piazze, strade e altri luoghi urbani
- Via XXIX Settembre – passeggiata affacciata sulle banchine portuali, dalla quale si ha una bella vista sugli arrivi e sulle partenze delle navi; da questa via si può ammirare uno dei più classici panorami della città, dominato dal Duomo e dal Faro che si specchiano sul mare e dominano dall'alto i vecchi rioni arrampicati sui colli del Guasco e dei Cappuccini.
- Piazza del Papa – Questa piazza, ufficialmente detta del Plebiscito, è il cuore dei rioni più antichi della città; vi si trova la statua di Clemente XII (Agostino Cornacchini, 1738), il Palazzo del Governo, la chiesa di San Domenico e la Torre civica (1581); numerosi tavolini di bar all'aperto permettono di godere dell'atmosfera della piazza sorseggiando bibite.
- Piazza del Teatro – Questa piazza, ufficialmente detta "della Repubblica" è il punto di unione tra centro e porto; vi si ammira uno scorcio delle banchine, con i traghetti in partenza per la Grecia e i paesi balcanici; vi si affaccia il prospetto principale del Teatro delle Muse (Pietro Ghinelli, 1821).
- Pineta del Passetto – Affacciata sul mare, da essa si può ammirare un bel panorama sulla costa alta; lo sguardo spazia fino a Conero e ai lontani scogli delle Due Sorelle; dalla Pineta si può raggiungere la riva del mare percorrendo la scalinata del Monumento ai caduti oppure servendosi di un ascensore panoramico.
- costa rocciosa del Passetto – È caratterizzata da grandi scogli pittoreschi e dalla presenza, alla base delle rupi, di caratteristiche grotte, scavate dai pescatori fin dalla metà dell'Ottocento per usarle come ricovero per le barche.
- Viale della Vittoria, con begli esempi architettonici degli anni venti e trenta.
- Corso Garibaldi o Corso Nuovo, Piazza Roma e Piazza Cavour (1865-1868), esempi di urbanistica post-unitaria
- Corso Mazzini o Corso Vecchio, che comprende un tratto di origine medievale sinuoso e pittoresco ed un tratto ottocentesco, rettilineo ed occupato da un amatissimo mercato di bancarelle; alla metà circa del Corso Vecchio sorge la Fontana delle Tredici Cannelle.
- Fontana del Calamo o delle Tredici Cannelle (Pellegrino Tibaldi, 1560). Secondo la tradizione chi deve partire ed ha bevuto l'acqua di questa fontana si assicura il ritorno in città.
- Piazza Roma, tradizionale luogo di incontro, con la fontana dei Cavalli (Lorenzo Daretti, 1758)
- via del Comune (Via Pizzecolli), antica e caratteristica salita verso il Duomo, che ogni tanto si apre verso il porto con scorci panoramici
- via ad Alto, suggestiva scalinata che risale a margine del vecchio ghetto e arriva di fronte all'ex chiesa di San Francesco ad Alto
- il belvedere di Capodimonte (nei pressi di Piazza del Forte), il miglior punto di osservazione per vedere l'isola pentagonale del Lazzaretto
- il Molo nord, da percorrere fino alla Lanterna Rossa, interessante per la presenza del forte dell'antica Lanterna (1774) e soprattutto per il panorama sul porto e sulla città
- il Ghetto ebraico, con le sue strade strette che si arrampicano sul Colle Astagno
- il Faro vecchio (1859), in un contesto panoramico e naturale davvero suggestivo
- di un certo interesse sono le pesche di Torrette, ovvero delle casette in legno sospese sul mare per mezzo di pali, che una volta servivano per la pesca di passo: versioni locali del trabucco del medio-basso adriatico
Siti archeologici
- arco di Traiano, uno dei simboli della città, non si può considerare inserito in un'area archeologica, in quanto esso è sempre stato visibile durante i secoli.
- anfiteatro romano (I secolo d.C.), con annessi spazi termali dai quali affiorano mosaici con epigrafe. Alcuni settori dell'anfiteatro sono ancora oggetto di scavi e dunque sono di difficile lettura per il profano. La zona dell'ingresso principale, visibile da Piazza del Senato, è invece godibile da tutti ed è comunemente detta "Arco Bonarelli" in quanto costituiva le cantine dell'omonimo palazzo.
Si segnalano inoltre le seguenti altre zone:
- resti delle mura ellenistiche (Colle Guasco) (IV – III secolo a.C.)
- resti del tempio ellenistico – romano dedicato alla dea Venere (sottostante Duomo S. Ciriaco) (I secolo a.C.)
- resti di tombe ellenistico – romane (C.so Matteotti) (I secolo d.C.)
- resti del foro romano (basamenti di colonne) (P.zza del Senato- Via Ferretti) (I secolo d.C.)
- resti dei magazzini del porto romano (Lungomare Vanvitelli) (II secolo d.C.)
- resti delle mura romane (Lungomare Vanvitelli) (II secolo d.C.)
- resti di strade romane in basolato (Via degli Orefici, C.so Mazzini) (II secolo d.C.)
- resti di impianto industriale romano (porporificio) con piscina (III secolo d.C.) e necropoli paleocristiana (P.zza Pertini – parcheggio sotterraneo)
- peristilio di un edificio romano (Vicolo Orsini, Via Matas) (I – II secolo d.C.)
- resti di una domus romana affioranti sotto il palazzo della Corte d'Appello (C.so Mazzini) (I – II secolo d.C.)
- resti della cosiddetta casa del Capitano del porto (Lungomare Vanvitelli) (XII secolo d.C.)
Si segnalano inoltre reperti archeologici di notevole pregio:
- monete del periodo ellenistico con marchio "ankon" (IV – III secolo a.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche)
- lapide funeraria del periodo ellenistico (III – II secolo a.C.) (Museo della Città)
- frammento di capitello corinzio del tempio di Venere (I secolo a.C.) (Museo Diocesano di Ancona)
- testa della statua dell'Imperatore Augusto (analoga al reperto Augusto di via Labicana) (I secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche)
- affreschi in stile pompeiano provenienti da domus romana di Via Fanti (I – II secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche)
- mosaico con figure animali rinvenuto in Corso Garibaldi – Galleria Dorica (I – II secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche)
- affresco raffigurante Oceano rinvenuto in Corso Garibaldi (I – II secolo d.C.) (Deposito Soprintendenza Archeologica delle Marche)
Aree naturali
I giardini e i parchi urbani
La città è ben dotata di parchi, tipicamente panoramici perché posti sulle parti più alte delle colline.
Parchi posti sulla costa alta
- il Parco del Cardeto, il più vasto della città (circa 35 ettari) è caratterizzato da numerose testimonianze storiche e da un'elevata naturalità. Si estende lungo la falesia e occupa la sommità di due colline: Monte Cardeto e il Colle dei Cappuccini. Al suo interno zone di prato naturale, di boschetti sempreverdi, di macchie di ginestre; le fioriture spontanee (tra cui quelle di varie orchidee selvatiche) si susseguono lungo il corso dell'anno.
- il Parco del Passetto, con piscina e sentiero che conduce al mare.
Parchi posti sulla dorsale collinare interna
Tra essi i più interessanti sono:
- il Parco della Cittadella, frequentatissimo, cinto dalle mura del Campo Trincerato ed ancora mancante dell'area fortificata da cui prende il nome; recentemente quest'ultima è stata destinata a sede dell'Iniziativa Adriatico Ionica e ciò permetterà finalmente di restaurarla e quindi di estendere il parco anche nell'area della vera e propria Cittadella di Ancona[11]. All'interno del parco le antiche strutture militari convivono con una vegetazione in gran parte spontanea; interessante la presenza di un percorso dedicato alla conoscenza tattile e olfattiva del mondo vegetale; esso è destinato a tutti, ma in particolar modo a coloro che hanno disturbi della vista;
- il Pincio, piccolo, ma di grande importanza storica dato che è il più antico della città, essendo sorto dopo la presa di Roma del 1870. Il nome ricorda infatti il famoso Pincio della capitale, nel quale Mazzini fece porre le statue degli Italiani più celebri. Per rievocare il suo omonimo romano, il Pincio di Ancona è ricco di sempreverdi, ha un impianto geometrico dei sentieri ed ha un belvedere da cui si gode di un'ampia vista sulla città.
Parchi dei quartieri periferici
Tra essi si ricordano:
- il Parco Belvedere, a Posatora (affacciato sul porto turistico)
- il Parco Unicef, a Montedago, recentissimo, ma con un certo valore paesaggistico.
- il Parco dell'ex Crass, al Piano San Lazzaro, che fu fondato nel 1901 come giardino dell'Ospedale Psichiatrico, ha gli alberi più rigogliosi della città, dato che da molti anni sono risparmiati dalle potature: magnolie, tassi, platani, tigli, lecci sono dei veri monumenti naturali. È interessante anche per l'organizzazione degli spazi in grandi cortili verdi collegati da porticati coperti da capriate in legno. Questi camminamenti rendono il parco visitabile anche con la pioggia. Nonostante la presenza della sede del Corpo Forestale dello Stato, ci si deve rammaricare per una preoccupante diffusione di gravi fitopatologie, specie sui tassi e sugli ippocastani.
- Il Parco degli Ulivi, che occupa un vecchio uliveto, è situato tra i quartieri di Collemarino e Palombina.
Giardini storici
Tra essi si ricorda:
- Villa Santa Margherita, nella zona del Passetto, (nota anche con i nomi di Villa Almagià e di Villa Gusso); nata nel 1889, è organizzata come un giardino romantico, con eleganti elementi architettonici, splendide palme, ippocastani, tassi, un ginkgo secolare e un singolare viale di tigli potati a candelabro. Negli ultimi anni sono stai eliminati tutti i grandi vasi di agrumi che d'inverno trovavano ricovero nell'aranciera; potature malfatte hanno favorito l'insorgere di fitopatologie specie nel viale di tigli, che ha subito abbattimenti notevoli, senza alcuna sostituzione; i perimetri delle aiuole, prima realizzati in cristalli di gesso, come tradizione della città, sono stati sostituiti con cordoli di pietra bianca completamente inadatti. Nota positiva è invece il restauro dell'aranciera, del loggiato panoramico e del belvedere, elementi tipici dei giardini antichi.
Viali e piazze alberate
I viali cittadini più importanti sono: corso Carlo Alberto, via Giordano Bruno, via Torresi, via Tavernelle, via Marconi, viale Leonardo da Vinci, tutti alberati a platani. Il Viale della Vittoria, apprezzatissima passeggiata cittadina, è nel complesso la strada alberata nelle condizioni migliori: potature rispettose, piazzole ampie, manutenzione costante.
Le piazze alberate storiche sono piazza Cavour, piazza Cappelli e piazza Stamira; sono nate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso, ed ancora conservano i caratteri originali. Tipica del periodo è la presenza di cycas e di palme di varie specie: palma di San Pietro, della California, delle Canarie, della Cina.
Il Parco del Conero
Una gran parte del territorio comunale di Ancona rientra all'interno del Parco regionale del Conero, caratterizzato da ampi boschi sempreverdi di macchia mediterranea, da scogliere a picco sul mare, da spiagge raggiungibili solo a nuoto, da una campagna di alto valore paesaggistico e ricca di prodotti tipici, come la lavanda, il miele, l'olio, i legumi.
Peculiarità della città è il fatto che il Parco del Conero comprende anche aree prettamente urbane: tra esse la zona del Passetto (con le rupi, il parco, la spiaggia e le scogliere) e delle valli di Pietralacroce, che dal centro abitato scendono verso il ciglio delle rupi e verso il mare.
Il parco ha senz'altro fornito uno strumento prezioso di tutela della zona; d'altro canto esso ha provocato una valorizzazione economica di tutte le case coloniche, che si stanno trasformando in ville suburbane, con inevitabili conseguenze negative sulla fruibilità pubblica delle aree naturali e sulla stessa permanenza dei valori naturalistici[12].
Una delle caratteristiche più importanti del Parco del Conero è il rapporto strettissimo tra boschi, campagna e il mare, raggiungibile percorrendo stretti e panoramici sentieri che scendono lungo le rupi. Si deve purtroppo registrare a questo proposito una nota dolente: la decisione dell'amministrazione comunale e della Capitaneria di Porto di chiudere, per motivi di sicurezza, tutti i sentieri che conducono al mare. Di fatto, quindi, oggi (2011) molte delle zone del Parco più caratteristiche ed importanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico sono precluse alla visita di turisti ed abitanti. La preoccupazione per la sicurezza sembra eccessiva alle associazioni naturalistiche, che ricordano che, seguendolo stesso criterio, si dovrebbero chiudere al pubblico tutte le coste alte e le zone montuose d'Italia, soggette agli stessi tipi di rischio.
I fondali marini
Da anni è in discussione al Ministero dell'Ambiente l'ipotesi di istituire un parco marino nel mare che bagna la costa orientale della città e il Parco del Conero, motivata dalla presenza di fondali di grande ricchezza naturalistica: non è certo comune in Adriatico incontrare, ad esempio, madrepore, gorgonie e tante specie di nudibranchi. In una costa così frequentata e nella quale il rapporto con il mare è intenso ed antico, si dovrà tutelare la zona senza impedire gli usi tradizionali e innocui per la natura, come la balneazione, la nautica a vela o a remi e la piccola pesca amatoriale.
Orto Botanico Universitario e Selva di Gallignano
Nei pressi della frazione di Gallignano si trova la selva omonima, interessante esempio del bosco autoctono di caducifoglie che una volta caratterizzava le colline marchigiane; nei secoli passati la messa a coltura di quasi tutto il territorio collinare delle Marche ha risparmiato solo questa selva, quella di Castelfidardo e quella dell'Abbadia di Fiastra.
La selva di Gallignano è il cuore dell'Orto Botanico dell'Università di Ancona ed è anche la sua maggiore peculiarità, in quanto in altri orti botanici, normalmente, non ci sono zone di bosco autoctono. Le collezioni di piante, tipiche di ogni orto botanico, si trovano negli ex terreni agricoli dai quali la selva era circondata. Alcune collezioni permettono di conservare ex-situ alcune specie endemiche adriatiche, specie alimentari spontanee e piante officinali locali.
La Selva di Gallignano si estende su una superficie di circa cinque ettari ed è posta sul versante settentrionale del colle di Gallignano, tra 100 e 200 m di altezza. Essa è unarea floristica protetta[13] ed è riconosciuta come emergenza botanico-vegetazionale di eccezionale interesse dal Piano Paesistico Ambientale Regionale; inoltre è unoasi faunistico-venatoria[14] e sede di un centro di educazione ambientale[15].
Ricorrenze tradizionali
Tra gli appuntamenti tradizionali più importanti si segnalano i seguenti.
Festa del mare
La festa del mare si tiene nella prima domenica di settembre e consiste in un'animatissima processione di centinaia di imbarcazioni che dal porto si recano al largo per onorare i caduti del mare con una cerimonia religiosa. A terra spettacoli, sfilate, concerti e la fiera "degli Archi", il rione marinaro della città. Conclude la giornata un attesissimo spettacolo di fuochi d'artificio, a specchio delle acque del porto.
La festa del mare ha fatto da catalizzatore per altre iniziative più recenti, ma già molto seguite: intorno alla prima domenica di settembre si svolgono il festival musicale multiculturale "Adriatico Mediterraneo" (nato dalla trasformazione del festival di musica klezmer[16]) e la spettacolare regata del Conero.[17]
La Venuta
La festa della Venuta, che si tiene le sere dell'8 e del 9 dicembre accendendo grandi falò in varie parti della città ed anche in campagna; il 10 dicembre infatti si festeggia la Madonna di Loreto, e la tradizione vuole che i fuochi odierni ricordino quelli che nel 1200 servirono ad illuminare la strada alla Santa Casa che in volo stava giungendo nel vicino centro di Loreto[18]. Nel 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra Tommaso, l'usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche[19].
Carnevale
Il Carnevale è da secoli molto onorato in città[20]. Dagli anni cinquanta in poi viene festeggiato con sfilate di maschere nelle vie del centro ed è stato recentemente denominato "Carnevalò".
La maschera storica della città era Papagnoco, nato nella metà dell'Ottocento dalla fantasia di un burattinaio anconitano. Dalla ribalta dei teatrini passò presto ad essere usato come maschera. Ne fu proibito l'uso, per decreto regio, nel 1861, probabilmente per la sua carica troppo trasgressiva. Papagnoco era il tipico contadino trasferitosi in città; dal contrasto fra le sue origini e l'ambiente urbano nascevano le situazioni comiche che lo caratterizzavano. Rozzo, paccó (spaccone), vestito di grigio con fazzoletto rosso al collo e cappello a larghe falde nero, era armato di un bastone con il quale minacciava i cittadini, che con la sua mentalità agreste accusava di malcostume. Nella ribalta dei burattini, spalla di Papagnoco era Burlandoto, anch'esso poi diventato una maschera. Rappresentava la guardia della dogana papalina, sciocco e dalla divisa rappezzata e sudicia, burlato dai popolani e dai contrabbandieri[21].
La nuova maschera carnevalesca anconitana, scelta nel 1999 con votazione popolare, è Mosciolino, ideata dal grafico Andrea Goroni[22]. Prende nome dalla conchiglia più amata dagli anconitani: il mosciolo (mitilo). Mosciolino ha l'aria di un ragazzino scanzonato, caratterizzato da orecchie a sventola, un po' a punta come quelle di un folletto, da uno sguardo birichino e dal naso a sgnaffarì (cioè "a patatina", un po' schiacciato e all'insù). Porta maglia e calzamaglia di color giallo ocra scolorito dal sole. Sopra la maglia ha una casacca senza maniche, azzurra e due bande ondulate bianche e bordate di giallo oro. Questa casacca nei dieci anni di esistenza della maschera si è leggermente modificata: ora è decorata da alghe verdi, pezzi di rete da pesca e sul margine inferiore, da mezzi gusci di mosciolo (mitilo). Alghe si trovano anche tra i capelli. Sulla testa porta un cappuccio lungo, azzurro, con una banda simile a quella della casacca. sulla punta di questo cappuccio è attaccato un mosciolo intero oppure la figura di un pesciolino. Le scarpe sono con risvolto e appuntite. La storia di questa maschera è narrata nel paragrafo "Miti e leggende".
Fiera di maggio
La fiera di San Ciriaco, o Fiera di Maggio, che si tiene in città fin dal XIV secolo, si tiene dal 1º al 4 maggio in onore del Santo Patrono[23], vede i fedeli salire al Duomo per onorare il corpo del martire paleocristiano, esposto nella cripta solo nel mese di maggio. Da un punto di vista più profano, centinaia di bancarelle invadono per l'occasione le strade del centro, cosa assai particolare per una città delle dimensioni di Ancona. Dagli anni anni cinquanta in poi, la visita di un luna park accompagna sempre la settimana della fiera. A volte un certo numero di bancarelle viene localizzato in piazza del Papa, sede storica delle fiera insieme alle vie che conducono al Duomo. Il noto film di Visconti Ossessione ha una scena in cui i protagonisti si aggirano sul piazzale del Duomo tra la bancarelle della Fiera di Maggio. La fiera, che è una delle più grandi del centro Italia per numero di bancarelle è frequentatissima da parte degli abitanti di tutta la provincia e di quelle limitrofe.
Festa della Madonna del mare
Nel giorno di Ferragosto, da circa un secolo (ma le origini sono più antiche), gli abitanti del castello del Poggio, una delle frazioni di Ancona, festeggiano la "Madonna del mare". La festa si articola in una processione durante la quale i membri della confraternita di S. Lucia si recano dal Poggio a Portonovo accompagnando l'immagine della Madonna del pescatore[23]; da qui la processione continua su imbarcazioni che raggiungono il largo dove si svolge il rituale delle corone gettate tra le onde in onore delle vittime del mare. La processione continua fino a raggiungere la chiesa di Santa Maria di Portonovo, dove si svolge la funzione religiosa.[24]
Festival del dialetto
Ogni settembre dal 1970 si svolge nella frazione di Varano il Festival del Dialetto, che dal 1995 ospita anche compagnie teatrali di tutta la regione. In occasione della rassegna teatrale si svolge nel paese anche la mostra "Rosso Conero DOC", dedicata al noto vino prodotto da epoca immemorabile nell'area del Conero.
La salita al monte
Un'antica tradizione (almeno vecchia di due secoli) vuole che in primavera gruppi di giovani partano quando ancora è notte per salire al Monte d'Ancona (il Conero) a vedere l'alba sul mare, con la vista che spesso si allarga ai monti della opposta sponda dalmata[25]. Dal dopoguerra in poi l'uso è cambiato, ma ancora centinaia di persone si recano al Monte in primavera o in estate, ma in macchina e non solo all'alba[26].
Festa del Covo
La Festa del Covo, sorta di santificazione della vita dei campi, è un'antica tradizione della frazione di Candia. Si tiene alla fine di agosto almeno dalla fine del XIX secolo fu interrotta solo durante le due guerre mondiali e dal 1955 al 1988. Il Covo è un modellino di un tempietto o di una chiesa realizzato con un'impalcatura di legno e ricoperto di spighe di grano e paglia; posto su un tipico biroccio[27] marchigiano, viene trainato da mucche o da buoi scelti tra i più belli ed ornati con fiocchi, campanelli e specchietti. Il biroccio è seguito da contadini vestiti con i vecchi abiti tradizionali, che dopo aver sfilato per le vie di Candia giungono al centro della città.
Società
Evoluzione demografica
| Anno | centro urbano | frazioni e case sparse | totale |
|---|---|---|---|
| 1174 | 11 000 | - | - |
| 1565 | 18 435 | - | - |
| 1582 | 20 500 | 7 270 | 27 770 |
| 1656 | 10 326 | 6 707 | 17 033 |
| 1701 | 8 644 | 7 568 | 16 212 |
| 1708 | 8 274 | 7 920 | 16 194 |
| 1725 | 7 000 | - | - |
| 1763 | 13 828 | - | - |
| 1769 | 10 078 | 12 950 | 23 028 |
| 1770 | 14 000 | - | - |
| 1809 | 17 072 | 14 159 | 31 231 |
| 1816 | 18 776 | 13 860 | 32 636 |
| 1828 | 22 697 | 14 119 | 36 816 |
| 1844 | 22 757 | 20 460 | 43 217 |
| 1846 | 22 704 | 21 249 | 43 953 |
| 1853 | 22 999 | 21 834 | 44 833 |
| 1861 | 17 403 | 29 827 | 47 230 |
| 1871 | 28 031 | 17 650 | 45 681 |
| 1881 | 28 557 | 20 331 | 48 888 |
| 1901 | 34 159 | 27 443 | 58 602 |
| 1911 | 38 978 | 26 410 | 65 388 |
| 1921 | 46 395 | 22 126 | 68 521 |
| 1931 | 48 670 | 26 702 | 75 372 |
| 1936 | 56 065 | 22 574 | 78 639 |
| dicembre 1939 | 62 313 | - | - |
| luglio 1944 | 4 000 | - | - |
| novembre 1946 | 44 779 | - | - |
| marzo 1950 | 57 022 | - | - |
| dicembre 1950 | 59 630 | - | - |
| 1951 | 61 996 | 23 767 | 85 763 |
| 1961 | 75 019 | 25 466 | 100 485 |
| 1971 | 88 410 | 21 379 | 109 789 |
| 1981 | - | - | 106 432 |
| 1991 | - | - | 101 285 |
| 2001 | 90 565 | 9 942 | 100 507 |
Abitanti censiti[29]

Per la corretta lettura dei dati si ricorda che nel 1928 vennero accorpati ad Ancona i comuni di Paterno, Montesicuro e Falconara Marittima; quest'ultimo nel 1948 ritorna ad essere autonomo.
Nella storia dell'evoluzione demografica di Ancona si nota il brusco calo avvenuto nel 1944 per lo sfollamento della popolazione verso le città e le campagne limitrofe a causa dei numerosi bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Altre cause del calo di popolazione sono la grave epidemia del XVIII secolo, il terremoto del 1972 e, in misura minore, la frana del 1982.
Ancona ha avuto il massimo degli abitanti nel 1971. Da allora si è assistito ad un lieve calo, favorito dai saldi naturale (differenza fra nati e morti) e migratorio (differenza fra immigrati ed emigrati) entrambi negativi dal 1979.[30] Dopo un minimo di 98000 abitanti, registrato nel 1999, si è registrato un progressivo incremento della popolazione, grazie soprattutto al consistente flusso migratorio, che ha riportato la città a superare di nuovo le centomila unità, attestandosi a più di 102.000 abitanti nel rilevamento anagrafico di dicembre 2008.
Etnie e minoranze straniere
Ad Ancona il fenomeno della presenza di cittadini stranieri in città non è nuovo, in quanto la presenza del porto ha sempre richiamato folti gruppi di persone da paesi anche lontani, che spesso si organizzavano in comunità vere e proprie. Le principali nei secoli furono: l'ebraica (con i due rami levantino ed italiano, ognuno fornito di propria sinagoga); l'albanese; la ragusea (aveva il suo riferimento nella chiesa di San Biagio); la greca (aveva il suo riferimento nella chiesa di Sant'Anna dei Greci); l'armena (la cui chiesa era San Gregorio illuminatore). Anche i musulmani hanno sempre frequentato la città, tanto che nel periodo medievale ad essi erano stati assegnati alcuni locali nel palazzo del Comune. La presenza in città di varie etnie è testimoniata anche dall'esistenza, all'indomani dell'Unità d'Italia, di tre cimiteri: quello ortodosso (il Campo de' Greci, oggi[quando?] scomparso), quello protestante (il Campo degli Inglesi, ancora visitabile), quello ebraico (il Campo degli Ebrei, recentemente sistemato).
Oggi la presenza di cittadini stranieri è rimarchevole, e caratterizzata da un buon inserimento. Nelle tabelle sottostanti si riassume la situazione degli ultimi anni.
| Anno | Totale | Maschi | Femmine | Minorenni | Acquisizioni di cittadinanza italiana |
|---|---|---|---|---|---|
| 2002 | 3 506 | 1 724 | 1 782 | 36 | |
| 2003 | 3 989 | 2 030 | 1 959 | 803 | 39 |
| 2004 | 5 292 | 2 609 | 2 683 | 564 | 63 |
| 2005 | 6 086 | 2 959 | 3 127 | 929 | 140 |
| 2006 | 6 780 | 3 341 | 3 439 | 1 502 | 119 |
| 2007 | 7 345 | 3 687 | 3 658 | 1 648 (892 nati in Italia) | 167 |
| 2008 | 8 245 | 4 153 | 4 092 | 1 840 (996 nati in Italia) | 167 |
| 2009 | 9 603 | 4 792 | 4 811 | 2 098 (1 197 nati in Italia) | 134 |
| 2010 | 10 708 | 5 361 | 5 347 | 2 364 (1 372 nati in Italia) | 163 |
Al 31 dicembre 2007 in Ancona risiedevano 4 147 famiglie con almeno uno straniero, di cui 3 800 con capofamiglia straniero.[32] Dal 2003 al 2008 anni si è avuto un raddoppio della presenza degli stranieri in città, che nel 2010 ha superato il 10% del totale degli abitanti. La maggior parte degli stranieri vive nei quartieri di Piano San Lazzaro, degli Archi e nella zona della Stazione centrale; a testimoniare questo fatto l'elevato numero di negozi e ristoranti etnici presenti in questi quartieri.
| Paese | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 |
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Albania | 790 | 1 021 | 1 176 | 1 367 | 1 406 | 1 535 | 1 619 |
| Romania | 338 | 451 | 531 | 591 | 1 042 | 1 485 | 1 754 |
| Bangladesh | 311 | 406 | 531 | 628 | 753 | 984 | 1 194 |
| Tunisia | 413 | 461 | 476 | 517 | 531 | 578 | 602 |
| Perù | 332 | 410 | 470 | 498 | 524 | 588 | 670 |
| Filippine | 404 | 446 | 467 | 476 | 487 | 522 | 565 |
| Cina | 303 | 349 | 381 | 370 | 355 | 373 | 396 |
| Ucraina | 178 | 260 | 292 | 319 | 348 | 398 | 426 |
| Marocco | 160 | 165 | 181 | 211 | 227 | 269 | 309 |
| Polonia | 75 | 114 | 142 | 174 | 206 | 238 | 257 |
| Rep. Dominicana | 132 | 144 | 152 | 158 | 180 | 193 | 214 |
| Ghana | 102 | 116 | 137 | 141 | 156 | 173 | 191 |
| Moldavia | 34 | 53 | 85 | 104 | 150 | 213 | 252 |
| Nigeria | 85 | 97 | 110 | 120 | 125 | 135 | 144 |
| Iran | 103 | 89 | 91 | 99 | 97 | 98 | 95 |
| Croazia | 86 | 82 | 95 | 83 | 78 | 72 | 65 |
| Grecia | 265 | 163 | 119 | 79 | 70 | 72 | 71 |
La maggior parte degli stranieri di Ancona provengono dall'Albania, dalla Romania e dal Bangladesh. Il numero degli Albanesi è in costante crescita; il fenomeno è dovuto alla vicinanza e la facilità di arrivo dovuto al continuo transito di traghetti fra il porto di Ancona e l'Albania. Il paese che ha avuto il maggior incremento, in termini relativi, negli ultimi anni è stata la Moldavia (+23%); mentre come popolazione assoluta è stata la Romania (+704), seguita dal Bangladesh. Al contrario la popolazione greca ha subito un fortissimo calo (-26%).
Comunità ebraica di Ancona
Ancona è sede di una delle più antiche e significative comunità ebraiche d'Italia. A testimonianza della sua storia rimangono l'antico ghetto con le due sinagoghe e il suggestivo cimitero (uno dei più vasti ed antichi d'Italia) nel Parco del Cardeto: il Campo egli Ebrei.
Lingue e dialetti
Il dialetto cittadino, che alcuni considerano un vernacolo vista la limitata zona di suo utilizzo (circoscritta praticamente alla sola città) viene quasi unanimemente considerato il dialetto più settentrionale del gruppo umbro-laziale-marchigiano (secondo la linea Roma-Perugia-Ancona), poiché già a Senigallia, che dal capoluogo dista solo 25 km, l'accento gallo-italico è molto forte. Secondo la tradizione il vernacolo anconitano sarebbe nato nel rione Porto, in una piccola piazza ora non più esistente, detta la Chioga, nella quale si mescolavano tre parlate: quella locale dei purtulòti (portolotti), lavoratori portuali, quella dei marinai levantini (provenienti dall'Oriente) stabilitisi in città e quella dei Buranèli, ovvero le famiglie originarie dalla laguna veneta, trasferitesi ad Ancona in cerca di fortuna e dedite alla pesca come attività e sussistenza[33] Nel corso del tempo si è modificato e reso assai singolare dagli influssi dovuti agli scambi del porto. Nel dialetto anconetano convivono elementi di tre parlate dell'Italia peninsulare: infatti malgrado la già citata appartenenza al gruppo dialettale umbro-laziale-marchigiano, non è difficile accorgersi di influssi sia galloitalici (e dunque settentrionali), sia meridionali, per quanto questi ultimi siano piuttosto limitati. Le caratteristiche gallo-italiche più evidenti nel vernacolo di Ancona sono lo sdoppiamento di tutte le consonanti geminate tranne la s e l'utilizzo dell'articolo el anche davanti alla s impura e alla z, fenomeni comuni anche ai dialetti veneti, romagnoli e lombardi.
Istituzioni, enti e associazioni
Tra le istituzioni di cui Ancona è sede vi sono:
- Consiglio regionale delle Marche
- Università Politecnica delle Marche
- Soprintendenza archeologica delle Marche
- Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici delle Marche
- Soprintendenza archivistica delle Marche
- Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica (emanazione del Ministero degli Esteri)
- Direzione Regionale Marche della Trenitalia S.p.A.;
- Corte d'appello di Ancona;
- Carcere minorile di Ancona;
- Provincia ecclesiastica di Ancona, che comprende:
- Arcidiocesi metropolita di Ancona-Osimo, e le diocesi suffraganee:
- Diocesi di Fabriano-Matelica;
- Diocesi di Jesi;
- Diocesi di Senigallia;
- Prelatura territoriale di Loreto
- Sedi diplomatiche
Strutture sanitarie
La sanità ad Ancona è gestita principalmente dall'"Azienda Ospedaliero Universitaria – Ospedali Riuniti", che si trova accanto alla facoltà di medicina dell'Università Politecnica delle Marche con cui è presente una forte collaborazione, ma sono inoltre presenti anche strutture autonome ed alcune cliniche private.
I dipartimenti sanitari si sviluppano principalmente attorno al polo regionale di Torrette, a cui, tra il 2002 ed il 2004, sono stati accorpati anche l'ospedale "Umberto I" ed il cardiologico "G. M. Lancisi". Sono presenti altri due presidi ospedalieri specialistici, uno in pediatria "G. Salesi" che si trova nel centro della città, l'altro in geriatria "U. Sestilli" sede locale dell'INRCA. È presente anche la casa di cura privata "Villa Igea", nel quartiere Pinocchio.
Qualità della vita
Ancona era decima nella classifica 2001 sulla qualità della vita stilata da Il Sole 24 Ore e Italia Oggi: una delle città dove è più piacevole vivere. Nel 2005 è risultata invece 33ª, e nel 2006 risulta 20ª. Il peggioramento della posizione è dovuto in gran parte al peso negativo che hanno avuto i parametri relativi all'inquinamento dell'aria. Ogni giorno arrivano infatti in città migliaia di pendolari provenienti dai popolosi paesi circostanti, e perciò il problema del traffico è assai rilevante. I quartieri che più soffrono di questa situazione sono soprattutto quello delle Torrette, della Palombina e di Vallemiano, ma la situazione è grave anche al Piano San Lazzaro.[34] Un problema di difficile soluzione è l'assenza di una strada che conduce direttamente dal porto alla rete autostradale. Questa assenza pesa notevolmente sulla qualità della vita, dato che il traffico in uscita dal porto deve attraversare alcuni quartieri cittadini, con le conseguenze immaginabili. Sono anni che le varie amministrazioni discutono sull'itinerario da scegliere per la realizzazione dell'importante arteria, ma ancora non si è giunti ad un accordo. Nel 2010 e 2011 alla spiaggia di Portonovo vien assegnata la bandiera blu.
| Anno | Qualità della vita (Il Sole 24 Ore) | Qualità della vita (Italia Oggi) | Rapporto ecosistema urbano (Legambiente)[35] |
|---|---|---|---|
| 1994 | - | 28 (prima pubblicazione) | |
| 1995 | - | 35 (- 7) | |
| 1996 | - | 36 (- 1) | |
| 1997 | - | 25 (+ 11) | |
| 1998 | - | 28 (- 3) | |
| 1999 | 11 (prima pubblicazione) | 14 (+ 14) | |
| 2000 | 19 | 7 (+ 4) | 20 (- 6) |
| 2001 | 10 (+ 9) | 10 (- 3) | 16 (+ 4) |
| 2002 | 17 (- 7) | non pubblicato | |
| 2003 | 11 (+ 6) | 61 (- 45) | |
| 2004 | 29 | 23 (- 12) | 34 (+ 27) |
| 2005 | 33 (- 4) | 43 (- 20) | 39 (- 5) |
| 2006 | 20 (+ 13) | 37 (+ 6) | 40 (- 1) |
| 2007 | 30 (- 10) | 52 (- 15) | 50 (- 10) |
| 2008 | 23 (+ 7) | 33 (+ 19) | 53 (- 3) |
| 2009 | 18 (+ 5) | 33 (0) | 34 (+ 19) / XVI edizione: 24 (+ 10) |
| 2010 | 25 (- 7) | 20 (+ 13) | XVII edizione: 39 (- 15) |
| 2011 | XVIII edizione: 19 (città medie) |
Tradizioni
Antichissima credenza, attestata fin dal 1500, è quella di bere l'acqua della Fontana del Calamo (comunemente chiamata le Tredici Cannelle) per assicurarsi il ritorno in città[18].
Assai singolare e prova di amore per il mare è la presenza di tre associazioni di "grottaroli", cioè di coloro che usufruiscono delle più di quattrocento grotte artificiali scavate alla base della rupe per ricoverare le barche. Le associazioni sono: "Grotte di Monte Cardeto", "Grotte del Passetto" e "Ginestra del Conero", che interessa tutte le altre spiagge a Sud del Passetto.
Ricorrenze molto sentite in città sono la Festa del Mare, che si tiene la prima domenica di settembre, e la festa della Venuta, che ha luogo tra l'otto e il dieci dicembre. Per maggiori dettagli su di esse vedi al capitolo "ricorrenze".
In città si usano tradizionalmente le carte da gioco piacentine, e ciò è dovuto al fatto che nello Stato della Chiesa, del quale Ancona fece parte dal 1532 al 1860, la città di Piacenza aveva l'esclusiva per la fabbricazione delle carte. In città il gioco di carte più caratteristico è la "petrangola", specie durante le festività natalizie; questo gioco è praticato anche nel resto della regione e in Emilia-Romagna.
Canzoni, Teatro e Poesia
Il dialetto anconitano è usato in poesia, nel teatro e in alcune canzoni popolari. Il poeta che ha reso il dialetto cittadino lingua letteraria è stato Duilio Scandali, a cui sono seguiti molti altri, fino al contemporaneo Franco Scataglini, la cui lingua non è però il dialetto popolare, ma quello trasfigurato dalla poesia. Da più di un secolo numerose compagnie di teatro dialettale si sono susseguite, creando una buona tradizione e l'annuale festival del dialetto di Varano, frazione cittadina che sorge sulle pendici del Conero. Tra le canzoni più note ci sono: l'"Inno del portoloto", "Erane tre surele", "Alba", "El carnevale".
Miti e leggende
Il mito di Diomede
Il mito di Diomede riguarda Ancona nella sua parte centrale, compresa tra la fine della Guerra di Troia e il suo definitivo stabilirsi in Italia; per le parti restanti del mito vedi alla voce Diomede. Dopo la distruzione di Troia Diomede tornò velocemente nella città di Argo, della quale era il re. Diomede scoprì però ben presto che nessuno si ricordava di lui: né i suoi sudditi, né sua moglie. Diomede non voleva cedere alla disperazione, ma ormai non aveva più senso rimanere. Abbandonò perciò le sue armi ed il suo scudo sull'altare del tempio di Era e decise di riprendere le vie del mare insieme a sei compagni, ai quali era legato fin dall'infanzia: Akmon, Likos, Abas, Ida, Rexenor e Niktis. Navigarono verso Ovest, entrando in Adriatico. Durante la navigazione Diomede ripensò alla guerra e capì che ciò che gli era capitato ad Argo era opera di Afrodite, che si era vendicata dell'affronto ricevuto durante la guerra: Diomede infatti l'aveva ferita ed offesa; aver perso il trono e la moglie era la diretta conseguenza della sua hýbris (tracotanza). Ora poteva fare solo una cosa: cercare di ottenere il perdono della dea. Trasformò così il suo navigare in un'opera di diffusione dell'arte della navigazione, per onorare Afrodite, che come è noto oltre ad essere la dea della bellezza e dell'amore, sotto l'epiteto di "euplea" era anche considerata la divinità della buona navigazione. L'eroe si fermava con le sue navi ovunque ci fosse un porto naturale e istruiva le popolazioni sull'arte di viaggiare per mare. Oltre a ciò, insegnava ad addomesticare i cavalli, altra sua grande passione. Si fermò così in un punto della costa dove un gomito di roccia proteggeva un porto naturale: era il luogo dove più tardi sarebbe sorta Ancona. Insegnò agli abitanti l'arte di costruire le navi e di orientarsi con le stelle. Diomede sentì infine di avere ottenuto il perdono di Afrodite, e si stabilì in terra italiana, fondando città e diffondendo la civiltà greca. Alla sua morte, ad Ancona venne eretto sulla riva del mare un tempio in suo onore, sulla cui facciata si leggeva: "Al nostro benefattore" Le fonti di questo mito sono l'Iliade, vari mitografi greci, l'Eneide e alcuni passi di Scilace.
Gli specchi ustori
La leggenda trae spunto da dati storici, come la fondazione di Ancona da parte dei Greci di Siracusa, l'assedio e la conquista romana di questa città, avvenuta nel 212 a.C. e si sofferma sulla figura del celebre scienziato siracusano Archimede. Egli aveva partecipato alla difesa della sua città inventando nuove e straordinarie armi per respingere i Romani, nuovi tipi di fortificazioni, e soprattutto avendo ideato gli specchi ustori, in grado di concentrare i raggi del sole e di rifletterli potenziati verso le navi nemiche per incendiarle. Durante il saccheggio Archimede venne ucciso, e i suoi discepoli, addolorati per la morte del loro grande maestro, cercarono almeno di non far cadere nelle mani dei nemici le sue geniali invenzioni. Pensarono così di inviarli clandestinamente ad Ancona, città fondata proprio dai Siracusani, di lingua e cultura greca e in ottimi rapporti con la propria città madre. Dato che i Romani minacciavano di conquistare anche Ancona gli specchi sarebbero serviti ancora, e vennero nascosti in una grotta che il mare aveva scavato alla base delle rupi sulle quali sorge la città. La città di Ancona però non diventò romana con un atto di forza, ma lentamente e senza colpo ferire. Secondo la leggenda gli specchi ustori sono così ancora nascosti sotto la città, in una cavità delle rupi della quale nessuno ricorda più l'accesso. A volte, però, all'alba, per brevi istanti un raggio di sole riesce a penetrare all'interno della grotta e si riflette sugli antichissimi specchi. Se qualcuno, in quel momento, da una barca guarda verso le rupi, vede un bagliore, quasi un incendio, che poco dopo, quando il sole si solleva dall'orizzonte, svanisce.[36]
La campana sommersa
Sotto lo sperone del Guasco ci sono ancora i resti di un'antichissima roccia sulla quale sorgeva la chiesa di San Clemente: con il nome della chiesa è infatti indicato lo scoglio. La chiesa non esiste più, crollata secoli or sono in mare a causa dell'erosione delle onde. Secondo la leggenda la campana della chiesa è ancora nascosta sul fondo del mare, e durante le tempeste ancora si può sentire il suo suono, in mezzo al fragore delle onde. Non sono però più i fedeli ad essere richiamati, ma le creature del mare, che accorrono a frotte sotto l'antico scoglio. Una variante localizza la campana sommersa al largo di un altro scoglio, quello del Trave. Secondo alcuni il compositore Ottorino Respighi si ispirò a questa leggenda quando compose "La campana sommersa"[37]
I leoni del Duomo e la leggenda del Calmucco
La leggenda del Calmucco è alla base di un'usanza tuttora molto diffusa in città: quella che hanno i bambini di introdurre le mani all'interno delle fauci dei leoni di pietra posti ai lati del portale del Duomo. A causa di questa antica usanza le fauci dei leoni sono levigatissime, così come la groppa, sulla quale i bambini montano a cavallo; la finitura originale della pietra è invece ruvida. La leggenda dice che durante la notte di luna piena d'agosto, nel tempo della canicola, c'è sempre la possibilità che torni il Calmucco, sotto forma di spirito. Egli era stato uno dei più temibili pirati, di quelli che nei tempi più bui del Medioevo provavano ad assaltare la città. Secoli fa, questo Calmucco, sbarcato al porto proprio durante la luna piena d'agosto, era penetrato all'interno delle mura con l'intento di commettere un furto tanto ardito quanto sacrilego: voleva impadronirsi dei leoni del Duomo, anche in segno di sfregio nei confronti di Ancona, che da sempre considera queste statue uno dei suoi simboli più preziosi. Quando il pirata cominciò a manomettere le sculture, però, esse si animarono e gli azzannarono le mani staccandogli tre dita. Preso da terrore, il Calmucco fuggì via a perdifiato, perdendo anche le sue babbucce d'oro. I ragazzini di Ancona allora, nella ricorrenza del tentato furto, nottetempo si recano in gruppo sul piazzale del Duomo e stando bene attenti a non farsi scorgere dai leoni, salgono le scale che conducono al portale del Duomo e pronunciano le parole di rito:
Calmuco, se va be' face un segno
Semo pronti c'un pegno.»
La prova serve ad avere conferma di essere "buoni", il segno è una "stella filante" (stella cadente), il pegno è un bottone o un altro piccolo oggetto che abbia un valore, sia pur minimo. Quando qualcuno del gruppo vede una stella cadente, uno alla volta i ragazzini poggiano il bottone per terra e, velocemente, passano la mano nelle fauci di un leone. Il fatto che i leoni lasciano integre le mani dà ai ragazzini la conferma di essere buoni. A questo punto tutti si allontanano di corsa, passando per lo scalone che riporta verso la base della collina del Duomo[38].
La storia di Mosciolino
Questa è una leggenda moderna, nata in seguito all'adozione di Mosciolino come maschera del Carnevale anconitano, nel febbraio del 1999 grazie ad un concorso ideato da Andrea Chiappa per conto dell'Associazione Ristoratori della Provincia di Ancona e della Confcommercio di Ancona. Il vincitore e ideatore fu il grafico Andrea Goroni. Prende nome dal "mosciolo", nome locale del mitilo. Mosciolino era un ragazzo senza famiglia ed era chiamato così perché lo si vedeva sempre nei pressi del mare e perché spesso si sfamava con i moscioli. Sembrava che fosse nato proprio lì, in mezzo ai bianchi scogli della spiaggia del Passetto, con il retino per la pesca dei frutti di mare in mano. Era amico di tutti gli animaletti del mare. I suoi vestiti erano sbiaditi dal sole e qualche pezzo di rete e qualche guscio di mosciolo spesso rimanevano tra le tasche e le cuciture. I suoi capelli, pieni di sale erano diventati durissimi, e se si guardava bene, tra le ciocche c'era sempre qualche alga. Un giorno mentre era sulla spiaggia sentì un gran chiasso provenire dalla città: musica, risate, trombette e urla di allegria. Incuriosito volle andare a vedere. Si festeggiava il Carnevale, e tutti erano in maschera. Lui si nascose per osservare senza essere visto. Era stata indetta una gara per la mascherina più bella, ma ancora non si era riusciti a trovare una maschera degna della vittoria. Mosciolino osservava tutto incuriosito quando vide un carro che gli sembrò meraviglioso: riproduceva, con grandi figure di cartapesta, Nettuno, re del mare, con un grande tridente e con tutto il corteo. Senza pensarci uscì dal suo nascondiglio per seguire il carro di Nettuno. Così lo videro e rimasero tutti a bocca aperta: non si era mai vista una maschera così bella e fantasiosa. Quando Mosciolino si accorse di essere stato scoperto, si spaventò, ma ormai era troppo tardi, perché lo stavano trascinando verso il palco. Le persone intorno lo tranquillizzarono spiegandogli che aveva vinto un premio per la sua bella maschera. Mosciolino scoppiò a ridere e disse che la sua non era una maschera, ma il suo vestito normale. Vollero premiarlo ugualmente, ma Mosciolino non volle il premio previsto, chiedendo invece di poter fare un giro sul carro di Nettuno. Lo accontentarono volentieri. Così Mosciolino salì sul carro di Nettuno e girò tutta la città. La gente vedendolo passare lo ammirava e gridava: “è nata una nuova maschera!"
Cultura
Istruzione
Biblioteche
- Biblioteca comunale Luciano Benincasa, fondata nel 1669, con più di 100.000 volumi;
- Biblioteca dell'Archivio di Stato;
- Biblioteca della Soprintendenza Archeologica
- Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici
- Biblioteca dell'Accademia Marchigiana di Scienze, Lettere ed Arti
- Biblioteca del Pontificio Seminario Regionale Pio XI;
- Biblioteca dei Frati Cappuccini;
- Biblioteca dei Frati Minori Conventuali;
- Biblioteca dell'Opera Salesiana
- Biblioteca universitaria dell'Istituto Teologico Marchigiano;
- Biblioteca universitaria della facoltà di Economia;
- Biblioteca universitaria della facoltà di Medicina e Chirurgia;
- Biblioteca universitaria della facoltà di Ingegneria;
- Biblioteca universitaria della facoltà di Scienze
- Biblioteca universitaria del Dipartimento di Elettronica ed Automatica;
- Biblioteca universitaria del Dipartimento di Energetica;
- Biblioteca diocesana;
- Emeroteca, conserva copie di 12 quotidiani attuali e gli archivi del Corriere Adriatico (dal 1951) e de Il Resto del Carlino (dal 1953) ed altre testate nazionali.
Università e Istituto Superiore di Studi Musicali
Gli studi universitari moderni ad Ancona iniziano nel 1959 con l'apertura della facoltà di Economia. Nel 1969 viene fondata l'Università degli Studi di Ancona, nel 2003 denominata "Università Politecnica delle Marche". Ha inoltre sede in città l'Istituto Teologico Marchigiano, aggregato alla Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Lateranense.
- Università Politecnica delle Marche
- facoltà di Ingegneria
- facoltà di Economia "Giorgio Fuà"
- facoltà di Agraria
- facoltà di Medicina e Chirurgia
- facoltà di Scienze.
- Pontificia Università Lateranense
- facoltà di Teologia
Per ciò che riguarda gli studi musicali, in città svolge la funzione di Conservatorio l'Istituto Superiore di Studi Musicali "G.B.Pergolesi", attivo dal 1924 e dal 2001 pareggiato a tutti gli effetti di legge ai conservatori di musica statali. Esso comprende i corsi accademici di Chitarra, Clarinetto, Fisarmonica, Flauto, Strumenti a percussione, Pianoforte, Cultura musicale generale, Storia della Musica, Teoria e solfeggio, Pianoforte Complementare, Musica di insieme per fiati.
Musei
Pinacoteca civica Francesco Podesti
La Pinacoteca civica Francesco Podesti è situata all'interno di palazzo Bosdari, in via Pizzecolli. Tra le altre possiamo trovare opere di Carlo Crivelli, del Tiziano, di Lorenzo Lotto, del Guercino, di Sebastiano del Piombo, di Orazio Gentileschi, di Andrea Lilli, di Francesco Podesti.
Museo tattile statale Omero
Il Museo Omero ha sede nei pressi del palazzo della Regione, ma presto troverà la sua definitiva collocazione all'interno del Lazzaretto. È uno dei pochi al mondo, e l'unico in Italia, che permette anche ai non vedenti di avvicinarsi all'arte facendo toccare calchi in gesso a grandezza naturale di famose opere scultoree, modellini architettonici di celebri monumenti, ma anche reperti archeologici e sculture di artisti contemporanei originali. La visita è piacevole e istruttiva per tutti coloro che amano l'arte.
Museo diocesano
Il Museo diocesano di Ancona è allestito nel vecchio Episcopio situato nel piazzale del Duomo, alla sua sinistra. Ricco delle testimonianze di una fede che ha origini antichissime, essendo legato l'arrivo del Cristianesimo al protomartire Santo Stefano, comprende una collezione di sculture, di dipinti, di oggetti sacri e i resti delle chiese abbattute o bombardate (tra tutte le parti recuperate, suggestive quelle della storica chiesa di San Pietro). Tra i pezzi più celebri non possono non essere citati quattro arazzi dai colori vivissimi, tratti da cartoni del Rubens.
Museo archeologico nazionale delle Marche
Il Museo archeologico nazionale delle Marche è ospitato all'interno del cinquecentesco palazzo Ferretti e permette un interessante viaggio nel tempo grazie alle testimonianze ricchissime di tutte le civiltà della regione. Comprende le seguenti sezioni.
- Sezione Preistorica, con reperti che vanno dal Paleolitico, all'età del Bronzo; tra essi i manufatti più antichi delle Marche, ritrovati a Monte Conero e risalenti a circa 200.000 anni fa
- Sezione Protostorica, sezione caratterizzante il museo, grazie alla eccezionale e completa documentazione sull'arte e sulla vita quotidiana del popolo piceno, che abitava nelle Marche nell'età del Ferro; la sezione comprende anche testimonianze dell'invasione gallica del VI secolo a.C., tra cui alcune raffinatissime corone d'oro composte da elementi vegetali
- Sezione Greca, che espone i reperti della necropoli ellenistica di Ancona, con stele funerarie scolpite, oggetti in vetro, gioielli e un modellino ricostruttivo del tempio di Afrodite che sorgeva sull'acropoli della città
- Sezione Romana, ricchissima, la cui riapertura si attende sin dal 1972
- Sezione Medievale, la cui riapertura si attende sin dal 1972
- Collezione numismatica, notevolissima e ancora preclusa al pubblico.
Irrisolta è ancora la questione dei Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola, statue di epoca romana di eccezionale valore: si tratta dell'unico gruppo equestre in bronzo dorato rimastoci dall'antichità. Trovati nel 1946 a Cartoceto di Pergola, salvati da un emissario della soprintendenza dalla vendita all'estero, furono esposti al Museo nazionale fino al 1972, quando a causa del terremoto il museo chiuse. Alla riapertura del Museo si aprì un contenzioso con Pergola, comune nel cui territorio il reperto era stato trovato. Dopo alterne vicende si giunse ad un compromesso alla cui formulazione parteciparono il Ministero, la regione Marche e la Soprintendenza archeologica: vennero eseguite delle copie conformi del gruppo bronzeo, e si decise di esporre alternativamente a Pergola e ad Ancona gli originali e le copie. Il patto venne rotto dal Ministero ed attualmente (2011) le statue originali sono a Pergola, in un museo appositamente istituito. Sul tetto del Museo nazionale svettano le copie ricostruttive delle statue, realizzate in bronzo dorato.
Museo della città
Il Museo della città di Ancona è un museo di storia urbana, situato in Piazza del Papa. Tra i pezzi da segnalare le vedute della città di Luigi Vanvitelli e un grande plastico in legno che ricostruisce la città di Ancona nel 1844.
Galleria d'Arte Moderna
La Galleria d'Arte Moderna è provvisoriamente allestita in due piccole sale all'ultimo piano di palazzo Bosdari, sede della Pinacoteca. Nonostante la mancanza di spazio, presenta opere di autori contemporanei marchigiani e non solo, come Carlo Levi, Ivo Pannaggi, Luigi Veronesi, Corrado Cagli, Valeriano Trubbiani ed Enzo Cucchi.
Museo diffuso urbano
Il Museo diffuso urbano è un vero e proprio museo a cielo aperto all'interno del parco del Cardeto. “Chayim” è il primo itinerario di questo particolare ed originale museo, un percorso tra i luoghi della presenza ebraica che mette in luce l'importanza sociale e culturale di questa comunità per la città di Ancona.
Sala museale Contrammiraglio Guglielmo Marconi
La Sala museale Contrammiraglio Guglielmo Marconi è un museo di storia dedicato alle telecomunicazioni ed in particolare alla radio; ha sede nei locali della ex chiesa di Sant'Agostino. Aperto al pubblico solo su prenotazione, ha visto la luce nel maggio del 2009.
Museo di scienze naturali
Il Museo di scienze naturali Luigi Paolucci, pur essendo un museo nato e cresciuto in città grazie all'opera del noto scienziato anconitano Luigi Paolucci, ha ora sede nel vicino e suggestivo centro di Offagna, uno degli storici castelli di Ancona. Il museo espone una piccola ma significativa parte delle ricchissime collezioni naturalistiche di sua proprietà: fossili, minerali, materiali didattici storici, esemplari impagliati di animali; testimonia i vari aspetti degli ambienti naturali delle Marche.
Teatri
- Teatro delle Muse. Costruito nel 1827 su progetto di Pietro Ghinelli, ha conservato soltanto la struttura esterna e la neoclassica facciata a colonne ioniche. Durante la seconda guerra mondiale il tetto fu parzialmente danneggiato da uno spezzone incendiario d'aereo, cosa che suggerì agli amministratori un'assai discussa demolizione e ricostruzione degli interni in stile moderno, avviando una ristrutturazione durata decenni. Capace di accogliere più di mille spettatori, ospita oggi[quando?] una stagione lirica di livello internazionale, una stagione sinfonica, una di prosa ed una di musica jazz. Da segnalare il sipario tagliafuoco del palcoscenico, decorato da un'opera dell'artista Valeriano Trubbiani.
- Teatro sperimentale Lirio Arena. Inaugurato nel maggio 1960 per far rinascere ad Ancona il teatro drammatico, in attesa della riapertura del Teatro delle Muse, divenne il teatro cittadino e per finanziarne le spese di gestione fu costituito un comitato di sostenitori, che diede solidità finanziaria consentendo alle migliori compagnie italiane di esibirvisi. Nel 1967 si decise l'ampliamento che fu completato solo tra il 1974 e 1979.
- Teatro Metropolitan, gioiello del XIX secolo ubicato nel corso principale, è attualmente (2011) oggetto di complesse opere di ristrutturazione ad uso ricettivo-commerciale, ne rimarrà dell'originale il solo involucro esterno.
- Teatro Goldoni, altro teatro storico realizzato a metà Ottocento. Pur essendo originariamente di notevole valore architettonico, con architettura Liberty e interessanti strutture in ghisa, purtroppo recentemente è stato sventrato per realizzare un cinema multisala.
Sedi espositive
Le mostre d'arte si tengono in genere all'interno del settecentesco Lazzaretto, splendida isola pentagonale all'interno del porto.
Altre istituzioni culturali
- Soprintendenza per i beni artistici, storici ed architettonici delle Marche;
- Soprintendenza per i beni archeologici delle Marche;
- Soprintendenza per i beni archivistici delle Marche;
- Soprintendenza Regionale;
- Deputazione di storia patria per le Marche, con relativa biblioteca;
- Accademia marchigiana di scienze, lettere ed arti, con relativa biblioteca;
- Istituto per la storia del movimento di Liberazione delle Marche, con relativa biblioteca;
Stampa
Ancona nell'arte
La città di Ancona è stata nel corso dei secoli fonte di ispirazione ed oggetto di attenzione da parte di pittori, registi, scrittori, poeti. Riportiamo qui gli episodi più significativi di questo fenomeno.
Cinema
Tra i titoli più significativi si citano i seguenti.
- Ossessione, di Luchino Visconti (1943). Il capolavoro di Visconti, considerato il primo film neorealista, nelle sequenze centrali è stato girato ad Ancona, che qui rappresenta la città portuale, nella quale, grazie alle navi che salpano ogni giorno, è possibile sognare un nuovo destino per la propria vita. La cattedrale, la fiera di San Ciriaco, le salite e le scalinate della città sono rappresentate con vera maestria. In particolare si riconoscono: il cavalcavia di via Marconi, il molo S. Maria, via Cialdini, il Duomo, il porto visto dal colle Guasco, lo scalone Nappi. Alcuni dei luoghi in cui è stato girato il film saranno di lì a poco sconvolti nel tragico bombardamento del 1º novembre 1943, per cui il film è anche una preziosa testimonianza della città d'anteguerra.
- Un'anima divisa in due, di Silvio Soldini (1993). Anche in questa pellicola Ancona rappresenta per i protagonisti, fuggitivi da Milano, il desiderio di una vita migliore. In questo caso non è la presenza del porto, ma la dimensione a misura d'uomo e la vicinanza con la natura a far assumere alla città questo ruolo. Ben presto si accorgeranno però che la vita moderna non risparmia alcun luogo dove ogni apertura al "diverso" viene pagata con l'isolamento e la solitudine.
- La regina degli scacchi di Claudia Florio (1998). Ancona in questo film è nebbiosa, inquietante e, con le sue vie in salita, le sue antiche scalinate, le sue spiagge invernali, fa da sfondo perfetto alla difficile e combattuta introspezione di una giovane ragazza.
- La stanza del figlio di Nanni Moretti (2001). Vincitore della Palma d'oro al 54º Festival di Cannes, è stato girato interamente in città; qui Ancona è usata senza citarla per rappresentare una tipica città dell'Italia di oggi.
Ci sono altri film, o parti di essi, che sono stati girati in città. Ne diamo un elenco decennio per decennio.
- Negli anni sessanta, curiosamente, Ancona è stata usata in vari film, poi proiettati nelle sale di tutta Europa, per rappresentare i luoghi più disparati ed esotici. Ne Il Giustiziere dei Mari (1961, per la regia di Domenico Paolella) le spiagge rocciose di Ancona rappresentano la costa australiana e ne Le prigioniere dell'Isola del Diavolo (1962, sempre di Domenico Paolella), rappresentano invece l'Isola del Diavolo della Guyana francese. A queste due pellicole va il merito di aver conservato le immagini della Riviera del Cònero prima dell'antropizzazione a scopo turistico avvenuta a partire dalla metà degli anni sessanta. È possibile, in particolare, apprezzare gli scogli del Passetto e la spiaggia di Portonovo nella sua naturalità quasi intatta, costellata dalle rare capanne dei pescatori (demolite appunto a metà degli anni sessanta) e dalle rovine del fortino napoleonico, allora in abbandono. Ne La ragazza con la pistola, (1968, di Mario Monicelli) il molo nord di Ancona, nonostante il Duomo che si intravede sullo sfondo, serve per rappresentare il porto di Brighton, in Inghilterra. Al largo della lanterna rossa la protagonista Monica Vitti fugge dal Regno Unito con il traghetto. La scena doveva essere girata realmente a Brighton, come gran parte del resto del film, ma il mare proibitivo nella località inglese ed impegni già presi in Italia subito dopo il film dall'altro protagonista Carlo Giuffrè, spinsero la regìa a ripiegare sullo scalo adriatico, focalizzando la scena sulla corsa sul molo e la nave in partenza.
- Negli anni settanta alcune scene del film di Valerio Zurlini La prima notte di quiete (1972) sono state girate all'interno, allora in rovina, della storica Villa Favorita, restaurata nel 1998. Altro film girato in città negli anni settanta è stato La belva col mitra (1977) del regista Sergio Grieco, del genere poliziottesco; esso documenta l'aspetto della città negli anni settanta, (zona della Stazione, Largo XXIV Maggio, Lazzaretto, spiaggia del Passetto) la vicenda di un criminale evaso con l'intenzione di vendicarsi dei suoi ex complici, che alla fine verrà catturato.
- Negli ultimi cinque anni sono stati girati ad Ancona due film a distribuzione nazionale: nel 2007 Alma, regia Massimo Volponi, che narra la reale vicenda umana dell'equipaggio dell'omonima nave russa, abbandonata dal suo armatore nel porto di Ancona; nel 2010 è uscito nelle sale La Polinesia è sotto casa, regia di Saverio Smeriglio e Andrea Goroni, girato soprattutto nella spiaggia di Portonovo, che ha per argomento la passione per il surf.
Pittura e scultura
Nell'elenco sottostante sono riportate le opere di artisti che rappresentano Ancona. Non sono segnalate le opere di artisti locali; tra queste opere locali si ricordano soprattutto la Veduta della città di Andrea Lilli (XVI secolo) conservata in Pinacoteca, probabile lacerto di una pala d'altare smembrata dopo il 1860, il Giuramento degli Anconitani (XIX secolo), di Francesco Podesti, elemento caratterizzante la Sala Consiliare del Comune[39] , e varie vedute urbane della metà del secolo XIX dei coevi locali Filippo Boni e Barnaba Mariotti.
- Maestro delle imprese di Traiano 115 d.C.: Scena 79 della colonna Traiana, (Roma): Partenza da Ancona dell'Imperatore Traiano per la Seconda Guerra Dacica
- Antonio Danti, 1589 (Musei Vaticani, Galleria delle Carte Geografiche, Roma), Veduta della città e del porto di Ancona;
- Vittore Carpaccio, 1460 (Collezione Tyssen, Madrid), Ritratto di Francesco Maria II della Rovere, con veduta del rione di Capodimonte;
- Vittore Carpaccio, 1526 (Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, Venezia), San Giorgio e il drago; nello sfondo è rappresentato il duomo; Ancona qui serve per rappresentare Silene di Libia;
- Vittore Carpaccio, 1530 (Museo del Louvre, Parigi), La predica di Santo Stefano; sullo sfondo una bella rappresentazione dell'Arco di Traiano;
- Giovanni Bellini, 1430 (Collezione della Cassa di Risparmio, Prato), Crocifissione; sullo sfondo il Duomo e panorama fantastico del colle Guasco;
- Giovanni Bellini, 1516 (Galleria dell'Accademia, Venezia) Sacra Conversazione 'Giovannelli'; sullo sfondo c'è Capodimonte vista dal porto;
- Vittore Belliniano, 1526 (Scuola Grande di San Marco, Venezia), Martirio di San Marco; sullo sfondo il Duomo e il colle Guasco; Ancona qui serve per rappresentare Alessandria d'Egitto;
- Pinturicchio, 1454-1513 (Libreria Piccolomini, Siena), Papa Pio II parte per la Crociata dal porto di Ancona;
- Carlo Crivelli, 1435-1494 (Galleria Nazionale, Londra), Visione del Beato Gabriele Ferretti, con veduta della campagna nei pressi della Chiesa di San Francesco ad Alto;
- Tiziano Vecellio, 1502 circa (Galleria Nazionale di Londra), Noli me tangere; è rappresentata Porta Capodimonte.
- Domenichino, (galleria del Prado, Madrid) Arco di Traiano.
- Giovanni Battista Piranesi, Arco di Traiano.
- Girolamo Gambarato, (attivo dal 1561 al 1628) (Venezia, Sala Maggiore del Palazzo Ducale), La storia di Ancona (il papa giunge ad Ancona accompagnato dall'Imperatore Federico Barbarossa e dal doge e dona a questo un ombrello d'oro).
- Jakob Philipp Hackert, 1780 circa, Veduta del porto di Ancona con l'Arco di Traiano, unica dell'elenco presente in Pinacoteca.
Letteratura
- Catullo (Carmina, 36) cita Ancona parlando dei più celebri luoghi di culto di Venere
- Giovenale (Satire, libro IV) in una celebre immagine parla del "tempio di Venere sorretto dalla dorica Ancona"; è dall'epoca romana, dunque che Ancona viene definita dorica
- Dante Alighieri, nel canto XXI del Paradiso, dice:
e Pietro Peccator fu' nella casa
di Nostra Donna in sul lito adriano".»
È san Pier Damiani a parlare nei versi del Poeta. Il "loco" di cui il santo parla all'inizio è l'eremo di Fonte Avellana, mentre l'identificazione della dimora di nostra Signora sul lido adriatico ha fatto molto discutere. Secondo alcuni si tratterebbe della chiesa di Santa Maria in Porto di Ravenna, secondo altri invece di Santa Maria di Portonovo, presso Ancona. Per ciò che riguarda gli argomenti a favore dell'una o dell'altra ipotesi, si veda la voce "Santa Maria di Portonovo". Nella chiesa di Portonovo è presente una targa con i versi di Dante.
- Michel de Montaigne, dal "Giornale di viaggio in Italia", ove viene descritta come "molto abitata, e in ispecie da greci, turchi e schiavoni, importante per commerci, ben costruita, limitata da due capi montuosi che si protendono verso il mare, su uno dei quali sorge un'ampia fortezza, attraverso cui giungemmo in città, mentre sull'altro – molto vicino – c'è una chiesa. Fra questi due promontori e sulle pendici, sia da un lato sia dall'altro, è sita la città: però la parte principale giace nell'avvallamento e lungo il mare, dove esiste un buonissimo porto, e qui sorge tuttora un grande arco dedicato all'imperatore Traiano, a sua moglie e a sua sorella"[40].
- Giacomo Casanova nei suoi diari si sofferma a lungo a proposito del suo soggiorno ad Ancona (nel vecchio lazzaretto), e ci racconta belle ed intriganti avventure capitategli con due donne incontrate qui[41] .
- Madame de Stael nel romanzo "Corinna ou l'Italie" dà una bella descrizione dell'atmosfera cosmopolita della città nei primi anni dell'Ottocento[42].
- Victor Hugo ne I Miserabili parla dell'ideale di libertà che da Parigi arriva all'orecchio dei patrioti di Ancona radunati nell'ombra degli Archi, davanti all'albergo Gozzi, in riva al mare[43]
- Robert Musil ambienta in Ancona le vicende dei protagonisti del romanzo "Viaggio in Paradiso", prefigurazione de "L'uomo senza qualità"; in particolare si ricordano le descrizioni delle vele nel porto e delle piccole spiagge sotto le rupi[44].
- Joyce Lussu nel romanzo "Anarchici e Siluri" ci riporta indietro nel tempo, facendoci immergere nell'Ancona degli anni 1910, che nella finzione letteraria ospitava Sherlock Holmes alle prese con spie, ricevimenti alle Muse e passeggiate nei boschi del Conero[45].
Autori odierni
- Pelagio D'Afro trasfigura Ancona nella Gomitona de "I ciccioni esplosivi", romanzo in cui la calma della città marchigiana viene turbata da omicidi, esplosioni e trame internazionali, in una cornice grottesca ambientata all'inizio del XXI secolo.
- Riccardo Carmenati ambienta nell'Ancona contemporanea "L'occhio della Favorita" (anno 2011, Edizioni 0111), un intrigo fantapolitico che nell'anno 2012 dovrebbe portare tramite un ordine para-massonico, il cosiddetto Ordine della Rosa d'Oro, al ritorno della monarchia in Italia tramite un non meglio specificato Principe di Casa Savoia. Ambientazioni come la Villa Favorita, Forte Altavilla ed il Viale della Vittoria, oltre che un ritmo incalzante con i Cavalieri della Repubblica identificati come agenti lealisti dello status quo repubblicano, coinvolgendo il giovane protagonista Ottavio, l'amico Samuele ed una ragazza di nome Elena, di cui Ottavio si è invaghito, contribuiscono a fare della città uno sfondo quale sede di un tentativo di golpe che dovrebbe riportare indietro di oltre un sessantennio la forma di governo in Italia.
Storia dell'Arte
Arte Antica
L'arte picena e quella greca sono testimoniate dai reperti, anche di eccezionale qualità, ritrovati nelle antiche necropoli ed esposti al museo archeologico e al museo della città. L'arte greca ha un interessante esempio nei resti del tempio dorico dedicato ad Afrodite, visibili sotto il Duomo, oltre ad un lacerto murario a blocchi regolari nei pressi del lungomare Vanvitelli.
L'arte romana è ben rappresentata dall'Arco di Traiano, di proporzioni slanciate, su un molo anch'esso di epoca traianea. L'anfiteatro, il cui scavo non è ancora completato, è comunque notevole per la porta pompae, detta Arco Bonarelli, e per l'annessa palestra gladiatoria. Il busto dell'imperatore Augusto in veste di pontefice massimo, ritrovato nell'area dell'antico foro, è di pregevole fattura.
Arte medievale
L'arte paleocristiana e bizantina trova testimonianza soprattutto nella pianta del Duomo a croce greca, nella basilica inferiore di Santa Maria della Piazza, nei sarcofagi del museo diocesano.
Ad Ancona l'arte ebbe un notevole sviluppo durante i secoli della Repubblica marinara. Per ciò che riguarda l'architettura romanica si ricorda soprattutto il grande cantiere della cattedrale di San Ciriaco, una delle più importanti chiese romaniche d'Italia che sorge sulle fondamenta di un tempio pagano dedicato a Venere, pregevole anche per le sculture dell'interno e del portale, tra cui i leoni stilofori, tra i simboli della città e per la cupola orientaleggiante. Chiese note a livello nazionale sono anche Santa Maria della Piazza, costruzione romanica (con le interessantissime sculture della facciata e un pregevole portale in stile gotico) e la chiesa di Santa Maria di Portonovo. L'architettura gotica è rappresentata dal Palazzo degli Anziani al quale lavorò Margaritone d'Arezzo. Giorgio Orsini da Sebenico fu artista di transizione tra Gotico e Rinascimento e lasciò in città le facciate della Loggia dei Mercanti, di San Francesco alle Scale e di Sant'Agostino, ricche di sue sculture.
Rinascimento e Manierismo
Per l'architettura rinascimentale va segnalato il Palazzo del Governo, alla cui realizzazione partecipò anche Francesco di Giorgio Martini. Da ricordare anche la Cittadella, uno dei più interessanti esempi europei di fortificazione alla moderna, opera di Antonio da Sangallo il Giovane. La scultura del Quattrocento è ben rappresentata da Giovanni Dalmata. Una scuola di pittura era attiva in città tra Trecento e Quattrocento, e Olivuccio di Ciccarello ne era il maestro. Il pieno Quattrocento in pittura è segnato dall'anconitano Nicola di Mastro Antonio. Pittori rinascimentali di altre regioni che lavorarono ad Ancona furono Piero della Francesca, Carlo Crivelli, Melozzo da Forlì e Lorenzo Lotto, mentre Tiziano inviò in città due grandi pale d'altare. Nel periodo manierista si distinguono i nomi di Pellegrino Tibaldi e dell'anconitano Andrea Lilli, che lavorò molto in tutta Italia.
Barocco e Neoclassicismo
L'arte del XVIII secolo è contraddistinta dall'importante figura di Luigi Vanvitelli. Come ricordato nel paragrafo dedicato alla storia, egli progettò il nuovo Lazzaretto su di un'isola artificiale di forma pentagonale. Inoltre prolungò il molo realizzato secoli prima dall'imperatore Traiano e vi edificò l'Arco Clementino. Queste opere, al di là dei pregevoli aspetti formali anticipanti il neoclassicismo, sono notevoli per il perfetto inserimento nell'ambiente naturale e per gli aspetti tecnici e costruttivi. In città il Vanvitelli realizzò anche la chiesa del Gesù, con la facciata concava che domina il porto dall'alto, seguendone la naturale curvatura. Dopo l'istituzione del porto franco e la ripresa dei traffici, in città ci fu un periodo di fioritura artistica, testimoniato ancora dalle chiese del Santissimo Sacramento di Francesco Maria Ciaraffoni (con le statue di Gioacchino Varlè) e di San Domenico (di Carlo Marchionni), dai tanti palazzi nobiliari affrescati e rinnovati nelle facciate, da Porta Pia (il nuovo ingresso monumentale della città), dalle statue dei continenti all'interno della Loggia dei Mercanti, segno delle nuove correnti di traffico marittimo.
Testimonianze del periodo napoleonico sono soprattutto alcune fortificazioni: la Lunetta di Santo Stefano, Forte Cardeto e il fortino di Portonovo.
Ottocento e Novecento
Nell'Ottocento spicca la figura del pittore Francesco Podesti, che tra accademismo, pittura storica e romanticismo raggiunse la fama internazionale. Fu uno dei ultimi grandi maestri dell'affresco, e con tale tecnica dipinse in Vaticano la sala dell'Immacolata Concezione. Uno dei suoi capolavori, il Giuramento degli Anconitani, è uno dei simboli della città ed è esposto nella sala consiliare del Comune. Il Teatro delle Muse di Pietro Ghinelli ben rappresenta l'architettura neoclassica del primo Ottocento.
Nel periodo post-unitario la città si ingrandì e si rinnovò completamente; interessante dal punto di vista artistico ed urbanistico è tutta la zona della spina dei Corsi, ma sono notevoli anche le tante fortificazioni risalenti al periodo in cui la città era piazzaforte di prima classe.
Durante il ventennio fascista si aprì il Viale della Vittoria e si completò Corso Stamira. Su questo itinerario, ricco di edifici eclettici e in stile Novecento, ma anche di esempi di tardo liberty, Guido Cirilli realizzò il Palazzo delle Poste e il Monumento ai caduti; Amos Luchetti Gentiloni progettò il Palazzo del Popolo (dal dopoguerra sede del municipio) e Pio Pullini ne decorò l'interno con i suoi dipinti; Eusebio Petetti progettò invece il Palazzo del Mutilato.
La seconda guerra mondiale, con i suoi bombardamenti fece sparire importanti testimonianze artistiche della città. Tra queste la chiesa romanica di S. Pietro, la chiesa gotica della Misericordia, la chiesa seicentesca di S. Primiano, la chiesa greca di Sant'Anna in origine intitolata a Santa Maria in Porta Cipriana, edificata nel XIII secolo sulle fondamenta delle antiche mura greche di Ancona, poco prima dell'ampliamento delle nuove mura delle città nel 1221. Si conservano dell'originario arredo alcune icone tardo-bizantine dell'iconostasi, custodite nel museo diocesano della città.
L'arte dei nostri giorni
L'arte contemporanea si distingue per il monumento alla Resistenza con la scultura di Pericle Fazzini, la scultura di Valeriano Trubbiani "Mater amabilis", detta popolarmente "i Rinoceronti", situata in piazza Pertini, per la statua a Pinocchio di Vittorio Morelli, che sorge nell'omonimo quartiere ed è molto amata dai cittadini. Inoltre si segnala il bel cavallo di Aligi Sassu in corso Stamira. Per ciò che riguarda l'architettura è notevole la nuova sede della Regione, di Vittorio Gregotti. Dal punto di vista urbanistico si ricordano le realizzazioni, assai criticate, della "stecca" di unità abitative in Via Scosciacavalli (arch. Sergio Lenci), di Piazza Pertini e dei "toroidi" di Piazza Ugo Bassi, importante snodo del trasporto pubblico urbano.
Cucina
Il simbolo universalmente riconosciuto delle tradizioni gastronomiche di Ancona è lo stoccafisso all'anconetana, celebrato da manifestazioni ricorrenti nell'anno e tutelato da un'apposita accademia. Caratterizzato da un delizioso profumo, da una lunghissima cottura, dalla presenza di patate in pezzi grossi e da una grande abbondanza di vino ed olio di frantoio[46].
Dopo lo stoccafisso l'altro re della cucina anconitana è il mosciolo, nome locale del mitilo o cozza, che da queste parti non si alleva, ma si pesca sulle scogliere naturali. Recentemente il "mosciolo di Portonovo" è stato riconosciuto come "prodotto di origine protetta"[47]. Durante l'estate uno spettacolo tipico della costa alta anconitana è costituito dal gran numero di persone che pescano i mitili in apnea, li puliscono sulla riva con attrezzi fabbricati artigianalmente, li cucinano in vario modo (ci si fanno sughi per la pasta, si preparano impanati alla griglia, o semplicemente alla marinara (alla tarantina), con aglio prezzemolo e limone, li gustano in grandi tavolate sulla spiaggia con amici e parenti.
Antipasti
Gli antipasti più tipici sono a base di frutti di mare, preparati e venduti nei bar più attrezzati ed anche in piccoli chioschi nel centro della città. I più celebri sono: le crocette in porchetta (conchiglie dette in Italiano "piede di pellicano"), i bombetti in porchetta ("in porchetta" significa con aglio, pomodoro e finocchietto selvatico) e i tartufi di mare (nome locale delle uova di mare). Gli antipasti a base di affettati sono accompagnati, specie nel periodo pasquale, dalla pizza di formaggio detta anche pizza di Pasqua, caratterizzata dalla forma a panettone e da grandi pezzi di pecorino nell'impasto.
Primi piatti
Come primi piatti sono da ricordare i vincisgrassi, una sorta di lasagne particolarmente ricche di ingredienti, preparate in occasioni festive. Tutti i privati cittadini, nonché i ristoranti e le trattorie, preparano spessissimo durante l'estate i due primi piatti che celebrano l'amatissimo "mosciolo", cioè il mitilo, insieme ad altri frutti di mare; questi piatti sono gli spaghetti alla pescatora (con il pomodoro) e alla marinara (in bianco). Tra le paste asciutte sono da ricordare anche i ciavattoni allo scoglio (dei grandi maccheroni di produzione locale conditi con frutti di mare e crostacei). La tradizione di preparare in casa la pasta all'uovo è secolare in Ancona e in tutte le Marche. I formati tradizionali il cui consumo è quasi d'obbligo nei giorni festivi sono: le tagliatelle, i cannelloni, i quadrelli, i cappelletti e i ravioli (questi ultimi due ripieni di carne o di ricotta e spinaci). Oggi, però, specie in città, la pasta fresca non si prepara più in casa, ma si acquista nei tanti negozi specializzati. Un altro primo piatto da sempre assai diffuso sono gli gnocchi di patate conditi con il sugo di pomodoro o con il ragù di papera. Essi sono sempre presenti, almeno una volta alla settimana, in ristoranti e trattorie.
Secondi piatti
Oltre allo stoccafisso e ai moscioli, altri secondi tipici sono il brodetto all'anconitana, che è appena meno famoso dello stoccafisso, ed è una delle succulenti varianti della zuppa di pesce adriatica. Da citare anche la saraghina a scottadeto, ossia cotta sulla brace e mangiata caldissima. Altri piatti di pesce tipici sono le seppie con i piselli e il varolo (nome locale della spigola) al forno. Tra le pietanze di carne si ricorda il pollo e il coniglio cucinati in potacchio, cioè con rosmarino, aglio, vino e pochissimo pomodoro. La porchetta, che secondo alcuni sarebbe nata nelle Marche ed è un piatto tipico di tutta la regione, anche ad Ancona è molto apprezzata.
Contorni
Un contorno davvero tipico di Ancona è costituito dai paccasassi (finocchi marini), un'erba succulenta che, come dice il nome, vive nelle spaccature degli scogli marini. I paccasassi sono adatti ad accompagnare il pesce, ma anche per arricchire la pasta all'aglio e olio e, uniti a pezzetti di pecorino fresco, per preparare la pizza dorica. La raccolta dei paccasassi spontanei è proibita, ma basta raccogliere e mettere i semi in terra per ottenere delle piante da "tosare" ogni tanto. Un altro contorno caratteristico è l'insalata di mistiganza, preparata cioè con erbe di campo miste tra cui caccialepri (grattalingua), grugnetti (cicoria selvatica), pimpinella e rùgola (rucola). Molto usata è anche la cucina, un insieme di erbe di campo straginate, cioè lessate e poi passate in padella con aglio, olio, olive nere e una patata lessa. Tra le specie che entrano a far parte della cucina, si ricordano i grispigni (grespini) e le pappòle (papaveri non ancora andati in cima). In primavera nei mercati rionali si trovano i pincigarelli, cioè i fiori di cardo selvatico, deliziosi se cotti in padella con le patate.
Dolci
Tra i dolci che si trovano tutto l'anno si ricordano i ciambelloni, con uvetta e, a volte, ripieni di crema. Durante il periodo della vendemmia sono da assaggiare le ciambelle al mosto, che, tagliate e tostate, danno origine alle fette al mosto. Nelle case si prepara con il mosto e la farina una crema da arricchire poi con noci e pinoli: si tratta dei deliziosi sciughetti d'uva. Specie nell'area del Conero, frutti ottobrini molto apprezzati sono le giuggiole e i corbezzoli. A Carnevale il dolce tipico è la cicerchiata. È composto di piccole sfere (del diametro di un grano di cicerchia) realizzate con un impasto a base di farina, uova, zucchero ed anice, che poi vengono fritte e ricoperte di miele e mandorle. Molto usati in città a Carnevale anche le zéppole, le frappe, le castagnole e gli arancini. Tradizionale e collegata all'antichissima ma ormai scomparsa festa del corbezzolo è la preparazione casalinga dei corbezzoli sotto spirito.
Nei bar più forniti si trovano i tradizionali cornetti anconetani: le polacche. Abbastanza grandi, a pasta gialla con un sottile strato di marzapane e ricoperti da una leggera glassa: un ottimo inizio di giornata per chi fa colazione al bar[48].
I gelati al cono artigianali sono molto diffusi e sono generalmente di ottima qualità[48].
Pa' cu l'oio e crescia
La semplicità e la genuinità della cucina anconitana si esprime in una pietanza molto nota nella regione, il cosiddetto pà cu l'ojo (pane con l'olio), una semplice bruschetta che la popolazione locale mangia nei diversi orari della giornata. Vi è anche una versione estiva e più "povera" fatta con il pane raffermo bagnato con dell'acqua ed uno spruzzo di aceto, insaporito oltre che con l'olio anche con maggiorana fresca, pepe e sale. L'uso anconitano di cibarsi di questa semplice vivanda è conosciuta in tutte le Marche, tanto che gli abitanti delle altre zone della regione usano burlescamente il termine pà cu l'ojo per indicare ogni abitante di Ancona.
La pizza al taglio che dal dopoguerra in poi si è diffusa dappertutto in città è l'erede dell'antica crescia, con la quale ha in comune la presenza di strutto nell'impasto. Sono numerosissimi i negozi specializzati nella preparazione di pizza al taglio che poi vendono al pezzo e non a peso. Le varianti tradizionali sono: bianca con il rosmarino, bianca alla cipolla, rossa semplice e rossa con la mozzarella. A volte lo strutto è sostituito dall'olio di oliva.
Bevande
Il vino bianco più usato in città è senz'altro il Verdicchio, un DOC ottenuto dal vitigno omonimo proveniente dai castelli di Jesi o dalla zona di Matelica. Il rosso cittadino naturalmente è il Rosso Conero, un DOC di antichissima tradizione, che ha come base il vitigno Montepulciano. Le vigne che producono il Rosso Conero sentono l'aria del mare: sono dislocate nelle colline del Parco del Conero. Visitatori e cittadini che vogliono assaporare il rosso di Ancona direttamente nelle cantine di produzione, possono seguire la "strada del Rosso Conero".
Come in tutta la regione molto apprezzati sono il vino di vìsciole (ciliegie selvatiche), ideale per il dopocena e per accompagnare pasticceria secca, e il vin cotto, una specie di brandy di antichissima tradizione contadina.
Nei momenti più freddi dell'anno si usa bere il turchetto, un caffè molto lungo rinforzato con rum, buccia di limone ed anice: una vera carica di energia la cui origine è legata al modo in cui i marinai anconetani correggevano il caffè lungo che si vedevano servire in Grecia e in Turchia, al loro gusto troppo leggero[48].
Tra i prodotti tipici che rischiano di scomparire si ricorda il vinello, ottenuto facendo fermentare il succo dei corbezzoli di Monte Conero, da queste parti detti "cocomeri" o "cocomerini".
Non dimentichiamo inoltre che il celebre Caffè Borghetti trova la sua origine proprio in questa città.
Curiosità legate al nome
Come è avvenuto per altre città italiane (come Roma, Siracusa, ecc.) anche il nome di Ancona è stato usato per denominare città di nuova fondazione nei vari continenti. Così abbiamo un'Ancona nordamericana negli Stati Uniti (nello stato dell'Illinois), un'Ancona sudamericana in Bolivia (cantone del municipio di Tacobamba, nel dipartimento di Potosì) ed un'Ancona oceaniana in Australia (nello stato di Victoria).
La città di Ancona è chiamata Ancône in Francese, Ankona in Polacco, in Albanese, in Lituano e (non sempre) in Turco, Jakin in croato antico, Αγκῶν (Ankòn) in Greco antico e Ανκόνα (Ankona) in Greco moderno; in latino è detta Ancon o Ancona. Nelle lingue che usano l'alfabeto cirillico diventa invece Анкона (Ankona).
A proposito del nome di Ancona in antico croato, ossia Jakin, è interessante ricordare che esistono in Croazia quattro località che derivano il loro nome da questo toponimo, in quanto nel passato erano molto frequentate da navigatori anconitani; esse sono: la baia di Jakišnica nell'isola di Pago, la baia di Jakinska e il promontorio di Jakisnica nell'isola di Melada e infine la località Jakin nell'isola di Brazza[49]. In un noto canto popolare bosniaco si parla inoltre di un giovane jakinlija e di ragazze jakinke[50].
Personalità legate ad Ancona
Tra gli anconetani noti il primato va senz'altro al navigatore Ciriaco Pizzecolli o Ciriaco di Ancona (1391 – 1452) e a Stamira, gli unici ad avere in tutta Italia piazze e vie a loro intitolati. In particolare Ciriaco, vissuto a cavallo del XIV e del XV secolo, è noto anche a livello internazionale, nell'ambito degli studiosi, come padre dell'archeologia, per il suo ruolo centrale negli anni dell'Umanesimo e per le sue attività di ricerca storica e documentaria. Il fatto che Ciriaco navigò avventurosamente in lungo e in largo per l'oriente mediterraneo alla ricerca di tesori archeologici fa di questo umanista il simbolo del legame tra Ancona, la storia e la navigazione. Quindi, avendo già citato Ciriaco Pizzecolli e Stamira, tra le personalità del passato si ricordano:
- Grazioso Benincasa, importante esponente della cartografia nautica del XV secolo.
- Carlo Rinaldini (1615 – 1698), matematico, ingegnere militare, accademico, filosofo e metrologo.
- Gabriele Ferretti (1795 – 1860) cardinale e beato del XIX secolo
- Angelo Pichi (1796 – 1882) generale, patriota e garibaldino
- Benvenuto Stracca (1509 – 1578) economista, fondatore del diritto commerciale
- Francesco Podesti (1800 – 1895) pittore del XIX secolo principale esponente della pittura romana della prima metà dell'Ottocento, lavorò per varie corti d'Europa; in Vaticano, nella sala dell'Immacolata Concezione, realizzò gli affreschi celebranti il dogma.
- Godeardo Bonarelli (1806-1895) pittore contemporaneo del Podesti.
- Mariano Bonarelli (1812-1862) paesaggista, suoi sono molti arredi dei teatri delle Marche.
- Antonio (1803 – 1849) ed Augusto Elia (1829 – 1919) patrioti del Risorgimento, furono in rapporti strettissimi con Giuseppe Garibaldi
- Lorenzo Bucci (1819 - 1849) nobile insurrezionalista e patriota del Risorgimento.
- Giacomo Acqua (1834 - 1874), tenente dei Carabinieri Pontifici e Reali
- Riccardo Zanni (Ancona, 6 dicembre 1835), garibaldino e fornaciaio.
- Vito Volterra (1860 – 1940) matematico noto a livello internazionale, è uno dei principali fondatori dell'analisi funzionale e della connessa teoria delle equazioni integrali.
- Guido Bonarelli (1871-1951), geologo, esploratore e naturalista conosciuto a livello mondiale per l'individuazione del livello di collocamento del petrolio definito "livello Bonarelli"
- Luigi Albertini (1871 – 1941), dal 1900 al 1925 direttore de Il Corriere della Sera, che sotto la sua direzione diventò il più venduto giornale italiano.
- Duilio Scandali (1876 – 1945) poeta del XIX secolo, considerato il padre della poesia dialettale anconitana
- Guglielmo Barnabò (1888 - 1954) attore
- Luigi Gerbella (1892 - ?), ingegnere minerario, presidente della Società Geologica Italiana e direttore generale dell'Agip.
Tra le personalità di tempi più recenti si ricordano invece:
- Vittoria Nenni (1915 - 1943) martire antifascista
- Giorgio Fuà (1919 – 2000) economista
- Ave Ninchi (1915 – 1997) nome d'arte di Ave Maria Ninchi – è stata un'attrice italiana di teatro e cinema, nonché conduttrice televisiva.
- Franco Corelli (1921 – 2003) cantante lirico di fama mondiale
- Emanuele Naspetti (1968) ex pilota di formula 1, campione italiano di formula 3
- Emilio Ferretti (1923 – 2007) comandate partigiano, sindacalista, politico, presidente ANPI Marche
- Galliano Rossini (1927) campione olimpico Melbourne 1956
- Franco Scataglini (1930 – 1994) poeta che portò a fama nazionale il dialetto anconitano, trasfigurato dalla poesia
- Virna Lisi (1937) attrice
- Gaetano Pellegrini (1941 - 2007) campione europeo di pugilato Milano 1968
- Geminello Alvi (1952) scrittore ed economista
Geografia antropica
Urbanistica
Ancona è una tipica città policentrica, dato che sono quattro le piazze che giocano un ruolo centrale: Piazza del Plebiscito (conosciuta come Piazza del Papa), il cuore dei rioni più antichi; Piazza del Teatro (ufficialmente detta "della Repubblica"), punto di unione tra il centro e il porto; Piazza Roma, il centro della zona dei mercati all'aperto e al coperto; Piazza Cavour, la più vasta e alberata, centro dei rioni ottocenteschi. Le ultime tre piazze sono unite da un tridente di corsi paralleli: corso Mazzini (corso vecchio), corso Garibaldi (corso nuovo) e corso Stamira; sono considerati i corsi principali e la zona tra essi compresa è nota con il nome di "Spina dei corsi".
Se quattro sono le piazze centrali e tre sono i corsi, uno solo è il vertice di questa città circondata per due lati dal mare: la sommità del colle Guasco, sul quale sorge il Duomo, vero punto di riferimento, dato che esso è visibile non solo dal porto e dal centro, ma anche da tutte le colline di periferia; la collina della cattedrale è il primo segno inconfondibile della città per chi proviene dal nord o dal mare.
Anche la Cittadella, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane, costituisce un caposaldo scenico di grande effetto per la città; infatti è posta sulla cima del Colle Astagno, affacciato sul porto. Dagli anni cinquanta è immersa in un bosco di pini piantato in occasione di una festa dell'albero per scongiurare le frane che interessavano il versante e dotare la città di una zona di fresca ombra. Il bosco forse sarà oggetto di uno moderato sfoltimento per recuperare una parziale visibilità della fortezza cinquecentesca.
Caratteristica è la presenza di un asse stradale che attraversa tutto il promontorio da Ovest ad Est, da mare a mare: dalle banchine del porto al belvedere sulle rupi del Passetto. Questa direttrice urbana assume vari nomi: nel tratto iniziale è costituita dai tre corsi paralleli già citati, nel tratto finale invece prende il nome di viale della Vittoria.
Dato che la città si adagia su numerose colline, altra caratteristica è la frequenza con la quale si incontrano salite, scalinate, belvedere e punti panoramici. Tra questi ultimi, i più rinomati sono il piazzale del Duomo, Piazza del Comune (B. Stracca), la pineta e la scalinata del Passetto, il belvedere di Capodimonte, quello del Pincio, la lanterna rossa del porto, il faro vecchio, gli spalti di Forte Cardeto, e per finire tutti gli "stradelli" che portano al mare da via Panoramica, dalla piscina del Passetto e dal quartiere di Pietralacroce. Anche i quartieri periferici sono interessanti per i panorami, ad esempio Posatora (dal parco Belvedere).
A nord, la conurbazione di Ancona si estende fino a Falconara Marittima, con la quale c'è una continuità di insediamento lungo la via Flaminia. Considerando anche i comuni confinanti, con alcuni dei quali c'è continuità d'insediamento, l'area metropolitana di Ancona supera i 200.000 abitanti.[51]
Suddivisioni amministrative
Dalle elezioni amministrative del giugno 2009, il territorio è diviso in tre circoscrizioni. In precedenza erano cinque.
Economia
Come il resto della regione, Ancona ha oggi[quando?] un tessuto industriale costituito da piccole aziende di elevato livello, e punta molto sul commercio grazie soprattutto al porto e sul turismo grazie al clima, alla natura, ai suoi chilometri di spiagge, ed al patrimonio storico-artistico-archeologico che racconta più di 3.000 anni di storia. Inoltre, grazie al clima mite e tipicamente mediterraneo, eccelle in alcuni settori dell'agricoltura.
Industrie
Tipica della città è l'industria dei Cantieri Navali, che, di origine antichissima, ancora può contare su un'importante sede dello Stabilimento Fincantieri e su diversi cantieri privati tra i quali gli stabilimenti CRN S.p.A. del "Gruppo Ferretti", uno dei principali produttori mondiali di yacht di lusso, che fanno di Ancona un centro importante della cantieristica italiana. Molto importanti sono le industrie metalmeccaniche, chimiche, farmaceutiche.
Servizi e commercio
Il commercio è l'attività principale della città, per la grande rilevanza che ha il porto con un notevole traffico di merci (tra i primi dell'Adriatico), ma anche di persone; è infatti al primo posto per numero di passeggeri annui (1.500.000). Il porto è al primo posto nell'Adriatico e tra i primi d'Italia anche per le attività della pesca; considerevole è infatti il mercato ittico della città e la Fiera Internazionale della Pesca, che si tiene in città fin dal 1933. Dall'estate 2005 anche alcune crociere fanno scalo nella città dorica.
Moltissimi sono i cittadini impiegati nei servizi, in particolar modo quelli pubblici, mentre il settore del commercio è particolarmente attivo sia nelle strade del centro cittadino, dove la zona dei tre corsi Garibaldi, Mazzini e Stamira è tradizionalmente il centro commerciale della città, sia nelle periferie dove, negli ultimi anni, sono sorti numerosi centri commerciali di grandi dimensioni (Auchan, Carrefour, Ikea, per citarne alcuni), che attirano visitatori e acquirenti da fuori città e fuori provincia.
Fiere
Il quartiere fieristico di Ancona si trova nella zona portuale della città, nel largo Fiera della Pesca, infatti sin dal 1933 si teneva la "Fiera Adriatica della Pesca" che assunse sempre maggior importanza, fino a diventare l'odierna "Fiera Internazionale della Pesca". Durante la seconda guerra mondiale il quartiere fieristico fu interamente distrutto. Ricostruito in breve tempo, venne inaugurato il 25 luglio 1948 alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e assume, di nuovo, carattere internazionale nel 1955. Negli anni ottanta si rinnovano i locali e l'ente fieristico inizia ad ospitare esposizioni di molteplici settori, iniziando la sua rinascita. Con 12 000 m² di superficie espositiva divisi in due padiglioni ed un centro congressi, ospita circa 30 manifestazioni e 250 convegni annui (dati 2002). Dal 1995, assieme al quartiere fieristico di Civitanova Marche, è gestito dall'"ente regionale per le manifestazioni fieristiche".
Turismo
Il turismo ha una sua importanza, non tanto per l'alto numero di persone che si imbarcano (circa 1.500.000 all'anno), che in realtà spesso non escono dall'area portuale, ma per la spiaggia di Portonovo, dotata di alberghi e campeggi.
Il settore alberghiero, ha infatti, aperto la strada ad un concreto sviluppo nel settore turismo, soprattutto in considerazione dell'amplissima gamma e ricchezza nell'offerta storico-culturale, naturalistica, balneare, e dell'intrattenimento che già la sola città può offrire, e che comporta ogni anno la presenza di un gran numero di turisti da tutto il mondo.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Notevoli sono le infrastrutture viarie: per andare verso Nord ci si può servire della Strada Statale 16 Adriatica e del casello di Ancona Nord (a Castelferretti) dell'Autostrada A14 Adriatica. Per andare verso Ovest si prende la statale SS76, quasi interamente superstrada, che confluendo nella Statale SS3 Flaminia poco oltre il confine con l'Umbria porta sino a Roma. Il casello di Ancona Sud (all'Aspio) serve invece per recarsi nel Mezzogiorno d'Italia. La variante alla SS16, svolge funzioni di tangenziale. È stata completata alcuni anni fa la strada di attraversamento della città, in parte sopraelevata, che dal casello di Ancona Sud giunge in prossimità del centro; quest'ultima strada è chiamata bretella o Asse Nord-Sud. Da anni è in discussione una strada a scorrimento veloce che conduca dal porto all'autostrada; sono state proposte diverse soluzioni, come l'uscita a Sud, che ha portato alla realizzazione della SS 681, o l'uscita a Ovest, favorita dall'amministrazione comunale, ma ancora in fase di progettazione.
Ferrovia
La stazione centrale è di transito per la direttrice ferroviaria passeggeri Trenitalia Adriatica (Milano – Bologna – Ancona – Pescara – Bari – Lecce), la quale utilizza le storiche Bologna-Ancona ed Adriatica. È inoltre stazione di testa per la transappenninica Ancona – Foligno – Orte – Roma.
Già sede di uno dei 13 dipartimenti ferroviari italiani, la città è servita anche dalla stazione di Ancona Marittima, usata soprattutto dai pendolari, e da quelle di Ancona-Varano, Ancona-Torrette, Ancona-Stadio e Palombina, destinate al servizio passeggeri regionale.
Porto
La stazione marittima, già situata nel molo Santa Maria, è situata in via Einaudi, nella zona industriale del porto. I collegamenti dal porto di Ancona sono regolari con la Croazia, con l'Albania, con il Montenegro, con la Grecia e con la Turchia.
Aeroporto
L'aeroporto Raffaello Sanzio, situato a Falconara Marittima, ha voli regolari con Roma, Monaco ed alcune città europee.
Trasporto intermodale
Mobilità urbana
La storia del trasporto pubblico in Ancona inizia nel 1883, quando fu costruita in città una linea di tram a cavalli, sostituita nel 1909 con la trazione elettrica.[52] Dopo la seconda guerra mondiale a causa dei danni subiti dai bombardamenti le linee tranviarie furono smantellate completamente e sostituite da un impianto filoviario completato nel 1949 e che ancora caratterizza la città[53]; la rete filoviaria è stata pesantemente ridimensionata dopo il sisma del 1972; negli anni ottanta si tornò a sviluppare le linee filoviarie e ai giorni d'oggi ripetutamente di parla di tornare al numero di linee del dopoguerra.
Caratteristica era la regolare linea di trasporto marittimo effettuata con la motonave Gloria che dal 1959 al 1965 effettuava servizio dal porto a Portonovo.
Oggi il servizio di trasporti pubblici per l'area urbana è costituito dalla rete di filobus e di autobus gestita dalla Conerobus, associata dal luglio 2007 all'A.T.M.A. Azienda Trasporti e Mobilità di Ancona e provincia, che gestisce larghissima parte del trasporto pubblico urbano ed extraurbano ricadente nel territorio della Provincia di Ancona.
La forte presenza di autoveicoli negli ultimi decenni ha portato ad una regolamentazione del traffico con l'istituzione dei parcheggi a pagamento nelle zone centrali e semicentrali dalle 8 alle 20 di tutti i giorni feriali.
La situazione del traffico cittadino è comunque difficile per molte cause, come ad esempio:
- la presenza di un porto internazionale a contatto con il centro cittadino, porto non ancora collegato alla rete autostradale, nonostante i decenni di dibattiti a proposito;
- la mancata realizzazione della rete di trasporto pubblico su ferro (sempre annunciata e mai realizzata) e, secondo alcuni, anche per decenni di mancanza di investimenti nel trasporto pubblico;
- l'altissima densità di automobili; nella città ogni giorno entrano decine di migliaia di veicoli, e ciò che comporta problemi di parcheggi e di ingorghi; l'intessissimo pendolarismo è alimentato anche da famiglie anconitane che, non abitando in città per via dei prezzi degli alloggi, sono andate ad abitare nei comuni limitrofi ma fanno riferimento per scuola, lavoro, tempo libero alla propria città di origine;
- l'oggettiva situazione geografica ed urbanistica di Ancona, costruita su un promontorio triangolare e quindi circondata dal mare su due lati.
Il progetto di una metropolitana di superficie è stato presentato a più riprese a partire dal 1994 e potrebbe rappresentare una soluzione al problema del traffico cittadino e potrebbe anche incrementare la sinergia con i comuni limitrofi. Nel gennaio 2005 è diventata operativa la fermata di Falconara-Stadio a cui si è aggiunta quella di Ancona-Torrette che serve il polo ospedaliero e la facoltà di Medicina. A partire dal 13 giugno 2010 è diventata operativa la fermata di Camerano-Aspio, a sud del capoluogo, finanziata in parte dal colosso IKEA il cui punto vendita sorge nei pressi della fermata stessa. Sono previste 12 fermate al giorno (ridotte nei festivi) dei treni regionali da Ancona centrale – Aspio ed altrettanti nel tragitto Aspio – Ancona Centrale. La durata del viaggio è di soli 9 minuti per coprire i circa 15 km di percorso ed il costo è di euro 1.75. La stazione, quindi, serve anche come centro scambiatore per quanti da sud devono recarsi in centro del capoluogo marchigiano, lasciando l'auto negli ampi parcheggi disponibili.[54] Devono ancora iniziare i lavori di adeguamento per le stazioni di Ancona-Palombina, Ancona-Varano, Senigallia-Marzocca e dell'aeroporto Raffaello Sanzio. Già esistenti le stazioni di Loreto-Porto Recanati, Osimo, Senigallia, Chiaravalle, Jesi, Ancona-Marittima ed Ancona-Stadio.[55]
Amministrazione
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Gemellaggi
Sport
Calcio
L'Associazione Calcio Ancona, fondata nel 1905, vanta due presenze in Serie A (più una terza nel campionato misto di Serie A-B), 27 presenze in serie B, ed ha disputato una finale di Coppa Italia (edizione 1993/1994) persa contro la Sampdoria.
Dopo il fallimento e l'esclusione dell'AC Ancona da tutti i campionati, dal 2010 la principale squadra calcistica della città è l'US Ancona 1905, nata nel 1948 come S.S. Piano San Lazzaro, che milita nel campionato di Serie D.
Calcio a 5
Le squadre principali sono il Cus Ancona Calcio a 5 e la Chevrolet Tre Colli che partecipano al campionato di serie B.
Pugilato
Storicamente una delle attività sportive più amate in città, ancor oggi[quando?] praticato con successo.
Canottaggio
Il Gruppo Sportivo "Armando Maggi" dei Vigili del Fuoco di Ancona vanta la conquista di numerosi titoli italiani. La società negli anni novanta è divenuta famosa grazie alle imprese di Alessandro Corona, tra le quali spiccano la conquista di 5 titoli mondiali e la partecipazione consecutiva a quattro edizioni olimpiche (Barcellona 1992, Atlanta 1996, Sydney 2000, Atene 2004).
Tra il finire degli anni novanta e l'inizio del nuovo millennio sono inoltre da ricordare i risultati ottenuti dai tre anconetani Marco Ciavattini, Tommaso Filippi e Daniele Lo Iacono: titoli italiani e partecipazioni a campionati mondiali nelle categorie Juniores e Under 23.
Ciclismo
Ancona è stata per nove volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1911, l'ultima nel 1999, quando ospitò una cronometro individuale con partenza e arrivo ad Ancona. La città fu inoltre sede di partenza di una tappa nel 1961.
- Tappe del Giro d'Italia con arrivo ad Ancona
| Anno | Tappa | Partenza | km | Vincitore di tappa | Maglia rosa |
|---|---|---|---|---|---|
| 1911 | 8ª | Bologna | 283 | Lauro Bordin | Carlo Galetti |
| 1930 | 10ª | Teramo | 185 | Michele Mara | Luigi Marchisio |
| 1934 | 10ª | Teramo | 214 | Learco Guerra | Learco Guerra |
| 1937 | 13ª | Pescara | 194 | Aldo Bini | Gino Bartali |
| 1946 | 5ª b | Cesena | 128 | Aldo Bini | Fermo Camellini |
| 1952 | 8ª | Roccaraso | 224 | Rino Benedetti | Giancarlo Astrua |
| 1955 | 13ª | Scanno | 251 | Giorgio Albani | Raphaël Géminiani |
| 1975 | 2ª | Modena | 249 | Patrick Sercu | Knut Knudsen |
| 1999 | 9ª | Ancona (cron. individuale) | 32 | Laurent Jalabert | Laurent Jalabert |
Football americano
Nel football americano sono attivi i Dolphins Ancona che partecipano all'Italian Football League.
Lotta greco-romana
La lotta greco-romana si pratica ad Ancona dagli inizi del XX secolo. Attualmente è attiva l'A.S. Propatria Ancona.
Pallacanestro
Nella pallacanestro abbiamo nel campo maschile la Stamura Basket Ancona che partecipa al campionato di Serie B Dilettanti, mentre nel femminile è presente l'Ancona Basket che partecipa con ottimi risultati al campionato di A2.
Pallamano
La principale società della città è la Handball Ancona che partecipa al campionato di serie A di élite.
Pallavolo
Nella pallavolo femminile la squadra principale è la Conero e Ponterosso Volley Club Ancona che partecipa al campionato di B1, mentre in quella maschile è attiva la Dorica Pallavolo Ancona. Nel settore femminile/giovanile, la Quartiere Ponterosso Volley, è la società più importante con circa 200 iscritte dai 5 ai 18 anni.
Ancona ha ospitato partite del campionato mondiale di pallavolo maschile per due tornei: nel 1978 e nel 2010, quest'ultimo al PalaRossini.[57]
Rugby
Nel rugby la SEF Stamura Rugby Ancona partecipa al campionato di C.
Vela
Nella città, nel porto turistico di Marina Dorica, fanno base diversi circoli velici, tra questi il sodalizio ultrecentenario della Sef Stamura, l'Ancona Yacht Club e la sezione locale della Lega Navale. Atleti e imbarcazioni di questi circoli partecipano a regate di ogni livello compresi i campionati del mondo. La manifestazione più importante per la vela d'altura è la Regata del conero, la seconda domenica di settembre e per le derive il trofeo dell'Ammiragliato.
Atletica
La città di Ancona, oltre ad ospitare diversi impianti sportivi dedicati all'atletica leggera, ha il privilegio di offrire ai suoi atleti il "Banca Marche Palas", o "Palaindoor". Inaugurato nel febbraio 2005, il Palaindoor rappresenta attualmente[quando?] l'unico impianto permanente al coperto interamente dedicato all'atletica Leggera. Si tratta dell'unica struttura di questa tipologia in Italia ed una delle poche in tutta Europa.[58]
Pallanuoto
La società cittadina è la Vela Nuoto Ancona. la squadra maschile,dopo una promozione in A2 e un'immediata retrocessione, ora milita nel girone 3 della serie B. anche la femminile milita nella serie B ed anche lei ha fatto l'esperienza dellla serie A2
Impianti sportivi
- Stadio comunale Del Conero, il principale della città
- Stadio Dorico
- Palazzo dello sport "PalaRossini", il principale della città
- Palazzo dello sport "PalaVeneto"
- Palazzo dello sport "Palaindoor"
- Palazzo dello sport "PalaSabbatini" (Panettone)
- Pista di atletica leggera "Italico Conti"
- Palazzo dello sport di Collemarino
- Piscina comunale del Passetto
- Piscina comunale di Vallemiano
- Piscina comunale di Ponterosso
- Piscina comunale "Domenico Savio"
- Diamante comunale "Conero" in zona Montedago
- Palascherma comunale di Pietralacroce
- Palajudo comunale di Ponterosso
Galleria fotografica
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Tramonto a Portonovo
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Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, situato nella zona del Passetto
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Grotte e scali a mare della spiaggia del Passetto
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Statua di Traiano
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Arco di Porta Pia
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Arco di Traiano e Clementino
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Ancona vista da Falconara Marittima
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Targa-ricordo in onore della liberazione del 1944
Note
- ^ a b Statuto approvato il 18 luglio 2010 (PDF), su comune.ancona.it. URL consultato il 28-07-2011.
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ "Ancona è il primo porto italiano per passeggeri e veicoli, con oltre 1,5 milioni di passeggeri e 200.000 TIR ogni anno" (intervista a Luciano Canepa, presidente dell'autorità portuale, pubblicata dal giornale "Il sole – 24 ore" del 17/11/2010)
- ^ Classificazione sismica (PDF), su protezionecivile.it, Protezione civile, 7. URL consultato il 20 marzo 2008. Formato sconosciuto: PDF (aiuto)
- ^ http://www.ilmeteo.it/portale/medie-climatiche/Ancona
- ^ motivazione
- ^ Anno giudiziario 2010, Distretto di Ancona. Relazione dr. Fabio Roia, Consiglio Superiore della Magistratura. 30 gennaio 2010.
- ^ La medaglia è stata conferita con decreto del Presidente della Repubblica il 19 settembre 1960, come riportato nel testo seguente: Tuttitalia, Enciclopedia dell'Italia Antica e Moderna, Volume Marche, Sansoni editore - Firenze e Istituto Geografico De Agostini - Novara (1963)
- ^ Il presidente della Regione Marche Spacca in un'intervista riportata anche sul sito web "www.diariodelweb.it", ha annunciato l'intenzione del Governo di inserire il progetto di recupero della Cittadella (detta anche Fortezza) tra quelli finanziabili. «Un impegno assunto dal precedente Governo – ha dichiarato Spacca – e che ora entra nella fase operativa. Si aggiunge così – ha osservato – l'ultimo tassello per l'avvio dei lavori che restituiranno alla città di Ancona e alla comunità regionale un bene prezioso.
- ^ Sono ormai tipici i casi di chiusura di sentieri o della loro trasformazione in strade carrabili (anche sugli itinerari ufficiali del Parco), di distruzione della vegetazione per realizzare giardini privati, di installazione di recinzioni che di fatto rendono inaccessibili aree verdi che da sempre erano di libero accesso, e ciò vale anche per zone di gran valore panoramico e naturalistico come quelle situate sul ciglio della falesia
- ^ Istituita dalla Regione Marche ai sensi della L.R.52/74
- ^ Istituita dalla Provincia nel 1998
- ^ Istituito nel 1999 dalla Regione Marche
- ^ ancona.it
- ^ Regata del Conero
- ^ a b AA.VV. Tradizioni e costumi d'Italia, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1983
- ^ www.fuochidellavenuta.it
- ^ dal libro Civiltà Anconitana, di F. M. Giochi – A. Mordenti
- ^ Le notizie su Papagnoco e Burlandoto sono tratte da: Mario Panzini, Dizionario del Vernacolo Anconitano voce Papagnoco, editore Controvento, Ancona 2008
- ^ vedi il sito www.anconainforma.it/Eventi/art13033/26_febbraio_09/mosciolino_la_maschera_anconetana_compie_10_anni.html
- ^ a b Tuttitalia, Enciclopedia dell'Italia Antica e Moderna, Volume Marche, Sansoni editore – Firenze e Istituto Geografico De Agostini – Novara (1963)
- ^ Giuseppe Bartolucci – Miti e leggende del Conero Anconitano – edizioni Parco del Conero – 1997
- ^ AA.VV. Tradizioni e costumi d'Italia, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1983; Tuttitalia, Enciclopedia dell'Italia Antica e Moderna, Volume Marche, Sansoni editore – Firenze e Istituto Geografico De Agostini – Novara (1963)
- ^ La forestiera – Impressioni di una signora inglese sulla vita nelle Marche nell'Ottocento – di G. Gretton – edizione Il lavoro editoriale – Ancona – 2003
- ^ un carro di lavoro usato nei campi, vedi anche Museo del Biroccio
- ^ P. Burattini. Stradario – Guida della città di Ancona. Ancona, 1951. Per gli anni successivi si fa riferimento ai dati ISTAT
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Ufficio di Statistica del comune di Ancona
- ^ a b Statistiche ISTAT popolazione straniera. Dati al 1º gennaio di ogni anno.
- ^ Dati ISTAT popolazione straniera 2007.
- ^ Armando Angelucci, sulle riviste L'onda - L'eco dei bagnanti e Flik & Flok; Palermo Giangiacomi Il vernacolo anconitano 1932; Saturno Schiavoni, nella rivista Riguleto; Mario Panzini nel Dizionario del vernacolo anconitano, Controvento editore 2008, vol. I, alla voce "La Chioga"
- ^ Maglia nera ad Ancona per la qualità dell'aria., Il Resto del Carlino, 18 gennaio 2010. URL consultato il 18 gennaio 2010.
- ^ Legambiente - Ecosistema urbano
- ^ La leggenda, di antica tradizione orale, è riportata nel libro di Joyce Lussu "Anarchici e siluri"
- ^ La fonte di questa leggenda è orale, ma è riportata i vari libri di Sanzio Blasi
- ^ La leggenda è riportata anche nel libro "Ancona ieri – un occhiodoro sulla vecchia Ancona" di Giorgio Occhiodoro, volume I
- ^ Il dipinto era stato realizzato per la sala consiliare del Municipio, che fino al 1945 aveva sede nel Palazzo degli Anziani; dopo tale anno, con il trasferimento della sede comunale a Palazzo del Popolo anche il dipinto fu spostato. Nel decennio 2000-2010 il Consiglio comunale decise di riportare la propria sede nel Palazzo degli Anziani, dove verrà nuovamente trasferito il dipinto del Podesti
- ^ Michel Montaigne Viaggio in Italia, Bari, Laterza 1972
- ^ Giacomo Casanova, Storia della mia vita, Mondadori, Milano, 1983-1989
- ^ Madame de Stael, Corinne ou l'Italie, Parigi 1807
- ^ Victor Hugo, I Miserabili, 11º capitolo II volume
- ^ Nando Necini, Le Parole e la città, Il Lavoro editoriale, 2010 ISBN 9788876634697; Robert Musil, Viaggio in Paradiso, in L'uomo senza qualità, Einaudi 1972
- ^ Joyce Lussu, opere scelte, Il lavoro Editoriale, Ancona, 2008
- ^ vedi il volume Stoccafissando – di Bruno Bravetti e il sito www.accademiadellosoccafisso.com
- ^ Presidio "Mosciolo selvatico di Portonovo"
- ^ a b c Guida di Ancona – Il Lavoro Editoriale
- ^ Vladimir SKRAČIĆ, Noms des peuples non croates dans la toponymie adriatique; Marche e Dalmazia tra umanesimo e barocco: atti del convegno internazionale di studio, Ancona 1988
- ^ Esperienze letterarie, Casa Editrice Napoletana; Giuseppe Cingolani, Ancona e il suo porto, sala stampa edizioni, 2004
- ^ Urban Audit
- ^ Foto dei tram in città.
- ^ Sandro Censi e Giorgio Occhiodoro. C'era 'na volta el tranve. Falconara Marittima, Sagraf, 1996.
- ^ Camerano Aspio, inaugurata la nuova stazione ferroviaria., Il Resto del Carlino, 15 giugno 2010. URL consultato il 17 giugno 2010.
- ^ Camerano, martedì inaugura la nuova stazione ferroviaria., Il Resto del Carlino, 10 giugno 2010. URL consultato il 17 giugno 2010.
- ^ Siglato il 15 luglio 1970 al Palazzo degli Anziani di Ancona dai due sindaci Alfredo Trifogli e Milicic.
- ^ Mondiali di pallavolo: Ancona fa il bis dopo quelli del 1978., Il Resto del Carlino, 27 settembre 2010. URL consultato il 28 settembre 2010.
- ^ Scheda del Banca Marche Palas sul sito del Comitato regionale Fidal Marche
Bibliografia
- Mario Natalucci. Ancona attraverso i secoli, 3 tomi, Unione arti grafiche, Città di Castello 1960.
- AA.VV. Ankòn. Una civiltà fra Oriente ed Europa. Adriatica, Ancona 1992.
- M. Ciani, E. Sori, Ancona contemporanea (1860-1940), Clua, Ancona 1992, ISBN 88 85902 50 2.
- R. Giulianelli, Arsenalotti – Il Cantiere navale di Ancona dalla barriera gregoriana alla seconda guerra mondiale, il lavoro editoriale, Ancona 2000, ISBN 88 7663 292 1.
- F. M. Giochi, A. Mordenti, Civiltà anconitana, il lavoro editoriale, Ancona 2005, ISBN 88 7663 397 9.
- R. Giacomini, La rivolta dei bersaglieri e le Giornate Rosse, Assemblea legislativa delle Marche, Ancona 2010.
Voci correlate
- Storia di Ancona
- Settimana Rossa
- Centro storico di Ancona
- Corsari anconetani
- Arcidiocesi di Ancona-Osimo
- Duomo di San Ciriaco
- Miracolo mariano di San Ciriaco
- Associazione Calcio Ancona
- Stadio del Conero
- Aeroporto di Ancona-Falconara
- Porto di Ancona
- Golfo di Ancona
- Monte Conero
- Parco regionale del Conero
- Cittadella di Ancona
- 18ª Divisione fanteria "Messina"
- 93º Reggimento fanteria "Messina"
Altri progetti
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