Bologna Football Club 1909

club calcistico italiano di Bologna

Il Bologna Football Club 1909, comunemente noto come Bologna, è una società calcistica italiana, fondata nel 1909 nell'omonimo capoluogo. Dal 2008 milita nuovamente in Serie A, massima divisione del campionato italiano di calcio.

Bologna FC 1909
Calcio
File:Bolognafcstemma.png
Felsinei; Rossoblù; Petroniani
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Rosso · blu
InnoCuore Rossoblu
Andrea Mingardi
Dati societari
CittàFile:Bologna-Stemma.png Bologna
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie A
Fondazione1909
Rifondazione1993
PresidenteItalia (bandiera) Albano Guaraldi (Presidente e A.D.)

Italia (bandiera) Gianni Morandi (Presidente onorario)

AllenatoreStefano Pioli
StadioRenato Dall'Ara
(39 444 posti)
Sito webwww.bolognafc.it
Palmarès
ScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudettoScudetto Coppa ItaliaCoppa Italia Coppa Intertoto
Scudetti7
Titoli nazionali1 campionato di Serie B
1 campionato di Serie C
Trofei nazionali2 Coppe Italia
Trofei internazionali1 Coppa Intertoto UEFA
2 Coppa dell'Europa Centrale
1 Mitropa Cup
1 Coppa di Lega Italo-Inglese
Si invita a seguire il modello di voce

Occupa il 53º posto del ranking delle migliori squadre del XX secolo, ottava squadra italiana dell'IFFHS.[1]

Tra i club più titolati del Paese, vanta 7 titoli di campione d'Italia, due Coppe Italia, due Coppa dell'Europa Centrale, una Mitropa Cup, una Coppa Intertoto e una Coppa di Lega Italo-Inglese. Presente in 66 campionati di Serie A (compreso quello 2011/2012), detiene il singolare record di tre scudetti vinti allo spareggio, due dei quali prima dell'introduzione del girone unico, nel 1925 contro il Genoa e nel 1929 contro il Torino, e uno nell'era del girone unico, nel 1963-1964 contro l'Inter. Quello del 1964 è anche l'ultimo scudetto vinto dal Bologna.

Nato come Bologna Football Club, fallì nel 1993 e fu ricostituito societariamente con il nome attuale, dopo aver riacquisito il titolo sportivo della defunta società.

La maglia di gioco è a strisce verticali alternate di colore rosso e blu. Dal 1927 la squadra disputa le proprie gare interne nello Stadio Renato Dall'Ara (nato come Stadio del Littoriale e chiamato, dal dopoguerra fino al 1983, Stadio Comunale), il quale può ospitare 39.444 spettatori.

Storia

La nascita del Bologna Football Club

File:BFC1909 10.jpg
Prima formazione del Bologna FC 1909 con Guido Della Valle, uno dei fondatori.
 
Il Resto del Carlino del 4 ottobre 1909

Il Bologna Football Club viene ufficialmente fondato domenica 3 ottobre 1909 presso la birreria Ronzani di via Spaderie, come sezione "per le esercitazioni di sport in campo aperto" del Circolo Turistico Bolognese. Così riportava il Resto del Carlino del 4 ottobre 1909.[2][3] Venne eletto presidente Louis Rauch, un odontoiatra svizzero, mentre vicepresidente fu Giuseppe Della Valle e capitano Arrigo Gradi. L'iniziativa determinante era però stata quella di un giovane di origine boema, Emilio Arnstein, che aveva già fondato a Trieste il Black Star Football Club. Arnstein, appena arrivato in città, aveva subito cercato giovani che avessero la sua stessa grande passione per il calcio, e, saputo che nella Piazza d’Armi ai Prati di Caprara giocavano dei giovanotti, per lo più studenti, che dagli abitanti della zona erano detti "quei matti che corrono dietro a una palla", si era recato sul posto per incontrarli e convincerli a fondare anche a Bologna un football club. Tra i ragazzi che giocavano ai Prati di Caprara, fuori Porta Saffi, c'erano i fratelli Gradi, lo stesso Rauch e gli studenti del Collegio di Spagna, tra cui Antonio Bernabeu, fratello di Santiago, il presidente del mitico Real Madrid. Arrigo Gradi andava agli allenamenti con la maglia a quarti rosso e blu del collegio svizzero Schönberg di Rossbach nel quale aveva studiato, e presto questi colori divennero quelli della divisa sociale[2].

Nell'inverno del 1910 il Bologna Football Club si rese autonomo separandosi dal Circolo Turistico. Il disegno delle maglie venne modificato – dai quarti si passò alle strisce verticali – mentre rimasero i colori originari, il rosso ed il blu. Dopo la vittoria nel Campionato Emiliano, ottenuta in due diverse partite giocate nello stesso pomeriggio contro la Sempre Avanti e la Virtus, e vinte rispettivamente 10-0 e 9-1, nel maggio del 1910 venne organizzata un'amichevole con l'Internazionale Campione d'Italia in carica, gara che i milanesi vinsero per 1-0 davanti ad un pubblico numeroso; la buona prestazione diede comunque il permesso alla squadra bolognese di iscriversi alla Prima Categoria 1910-1911, il campionato di massima serie.[2]

 
L'andamento del Bologna nei campionati dalla fondazione al 2008

Nei primi due anni il Bologna giocò nel Girone Veneto-Emiliano non riuscendo mai ad accedere alla finalissima per lo scudetto contro la vincente del Girone Ligure-Lombardo-Piemontese; contemporaneamente la società trasferì il suo campo di gioco prima alla Cesoia il 26 febbraio 1911, poi allo Sterlino: il campo venne inaugurato il 30 novembre 1913 con l'incontro Bologna-Brescia terminato 1-1.[2] Anche nei campionati 1912-1913, 1913-1914 e 1914-1915 la squadra emiliana non riuscì a qualificarsi alla Fase Nazionale del Nord Italia.

La prima guerra mondiale interruppe l'attività ufficiale del calcio in Italia, si giocarono praticamente soltanto amichevoli e piccoli tornei. Alla ripresa, iniziò per il Bologna un periodo ricco di successi.

Il primo scudetto

Dopo la sconfitta nella finale del Prima Categoria 1920-1921 con la Pro Vercelli, nel 1922 ci fu l'esordio in squadra di Angelo Schiavio.

Dopo un'altra finale di Lega Nord persa nel 1924 con il Genoa, nella stagione 1924-1925 arrivò il primo scudetto della storia del Bologna FC. L'avversario in finale di Lega Nord, ancora il Genoa, venne sconfitto solo al quinto incontro (2-0), disputato a Milano a porte chiuse per evitare nuovi incidenti tra le tifoserie. In quel match la squadra giocò per la prima volta in tenute dalla maglia verde con colletto nero: a segnare furono Pozzi e Perin. Come sempre accadeva la finalissima con l'Alba Roma, vincitrice della Lega Sud, fu solo una formalità, causa il divario tecnico tra squadre settentrionali e meridionali: due vittorie, 4-0 a Bologna e 2-0 a Roma, portarono per la prima volta il titolo italiano nella città felsinea.

Nel stesso periodo iniziò la costruzione del nuovo Stadio del Littoriale, atto ad ospitare un maggior numero di spettatori. Il 29 maggio 1927 l'impianto venne inaugurato con l'incontro tra le Nazionali di Italia e Spagna (2-0), mentre il 6 giugno venne disputata la prima partita in campionato, una vittoria del Bologna sul Genoa per 1-0 con rete di Martelli.

File:Bologna1925.jpg
La formazione del Bologna Campione d'Italia nel 1924-1925.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Caso Allemandi.

Sempre sulla metà degli anni venti la squadra disputò due positivi tornei, nel 1925-1926 e nel 1926-1927, ma senza vincere; nel 1927 lo scudetto, vinto dal Torino, venne revocato per illecito (in seguito al Caso Allemandi) ma non assegnato al secondo classificato, proprio il Bologna. Tuttavia, nel 1929, lo scudetto tornò in Emilia dopo soli quattro anni: la finale a Roma contro il Torino si chiuse sull'1-0 con gol di Muzzioli su passaggio di Schiavio, giocatore simbolo dell'epoca e, ad oggi[quando?], miglior marcatore assoluto nella storia del club. Altri elementi di quella squadra erano il portiere Mario Gianni, il terzino sinistro Felice Gasperi, il mediano Bernardo Perin e la punta Giuseppe Della Valle.

Le vittorie in campo europeo e la serie di scudetti

Nel 1929-1930 il Bologna poté inaugurare l'era dei campionati a girone unico con lo scudetto sulla maglia. Arrivarono nuovi giocatori dall'America Meridionale: da ricordare Francesco Fedullo, Raffaele Sansone, Michele Andreolo, il goleador Carlo Reguzzoni, Eraldo Monzeglio, Mario Montesanto. Guidata in panchina dall'ungherese Lelovich, subentrato a Felsner nel gennaio 1931, la squadra conquistò la Coppa Europa Centrale 1932, ripetendo l'impresa nel 1934 con la vittoria in finale sull'Admira Vienna.

 
Andreolo, punta della squadra negli anni trenta e quaranta.

Erano tempi di cambiamento a livello societario: nel 1934 arrivò la nomina prima a commissario straordinario e poi a presidente di Renato Dall'Ara, industriale reggiano che otterrà grandi risultati nella sua trentennale presidenza del club. Nel 1934 intanto la Nazionale italiana si laureò campione del mondo grazie ad un gol di Angelo Schiavio in finale; con il campionato 1935-1936 iniziò un periodo d'oro per i bolognesi: ben quattro scudetti (1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, 1940-1941) ed un Trofeo dell'Esposizione vinto a Parigi nel 1937 con un 4-1 sul Chelsea in finale, il Bologna divenne così la prima squadra italiana a sconfiggere una squadra Inglese (la coppa fu però persa nel dopo guerra e ritrovata circa 64 anni dopo). Quel gruppo, guidato da Árpád Weisz prima e di nuovo da Felsner poi, divenne noto come "lo squadrone che tremare il mondo fa".[4]

Dopo le vittorie tra anni trenta e quaranta, seguirono dei campionati meno positivi: in squadra, comunque, trovarono posto giocatori come Gino Cappello e Cesarino Cervellati. Il Bologna si piazzò sempre dietro le squadre dell'asse Milano-Torino e in un due occasioni andò anche vicino alla Serie B. Gli acquisti di Gino Pivatelli, che nella stagione 1955-1956 si laureò capocannoniere con 29 reti in 30 partite, e del giovane Ezio Pascutti, che al suo esordio segnò subito un gol a Vicenza, furono alcune delle poche note liete di un periodo in cui tra l'altro si ebbero più volte contestazioni al presidente Dall'Ara.[5]

Il settimo scudetto (1963-1964)

File:Bo-fc-finale-campionato-63-64.jpg
La formazione del Bologna campione d'Italia 1963-1964.

Agli inizi degli anni sessanta, con l'arrivo di Fulvio Bernardini, già allenatore della Fiorentina campione d'Italia 1955-1956, agli affermati Ezio Pascutti, Francesco Janich e Mirko Pavinato si aggiunsero i giovani Giacomo Bulgarelli e Romano Fogli, più il ventitreenne Paride Tumburus. Il regista tedesco occidentale Helmut Haller e il giovane centravanti danese Harald Nielsen completavano la rosa della squadra.

La stagione Serie A 1962-1963 cominciò all'insegna del bel gioco, al punto da far esclamare all'allenatore rossoblu, al termine della partita vinta 7-1 sul Modena (quinta giornata): «Così si gioca solo in Paradiso!». Nello stesso torneo Ezio Pascutti segnò consecutivamente per le prime 10 giornate (12 gol), record. Le trasferte con le squadre rivali (Juventus, Milan, Roma e Internazionale), il Bologna però le perse tutte: la squadra non andò dunque oltre il quarto posto finale, subendo ben 39 reti, venti più dell'Inter campione.[6]

 
Nielsen, attaccante degli anni sessanta.

Il problema della difesa non impeccabile venne risolto l'anno dopo con l'acquisto del giovane William Negri, già in Nazionale. Nel campionato 1963-1964 il Bologna, dopo un inizio stentato con due pareggi, risalì e il 1º marzo raggiunse il comando in classifica grazie al 2-1 di San Siro sul Milan alla ventitreesima giornata. Solo tre giorni dopo scoppiò il caso doping: cinque giocatori (Pavinato, Fogli, Tumburus, Perani e Pascutti) vennero trovati positivi dopo gli esami effettuati un mese prima in occasione del match con il Torino. I giocatori, l'allenatore e il medico Poggiali vennero squalificati per 18 mesi ed il club penalizzato di tre punti.[7]

Le controanalisi dimostrarono però l'innocenza dei giocatori: i tre punti vennero restituiti e le squalifiche annullate, permettendo il riaggancio in vetta dei rossoblu all'Inter.[7] Il campionato finì così con le due squadre appaiate al primo posto: per la prima volta si rese necessario uno spareggio, da giocare a Roma il 7 giugno 1964. Il 4 giugno, intanto, era morto improvvisamente per infarto il presidente Renato Dall'Ara, mentre erano in corso le discussioni con Moratti, presidente dell'Inter, sui dettagli per lo spareggio.[7] Il Bologna vinse la sfida per 2-0 con reti di Fogli e Harald Nielsen, conquistando il settimo (e finora ultimo) scudetto.

Dal doposcudetto a fine anni settanta

L'annata successiva alla vittoria del settimo scudetto vede la squadra partecipare alla Coppa dei Campioni 1964-1965 ma venire subito eliminata al turno preliminare contro l'Anderlecht, risolto a favore dei belgi nello spareggio di Barcellona per lancio della monetina. Sempre nel 1965 il Bologna chiude sesto in campionato. Viene esonerato Fulvio Bernardini e, dopo una breve parentesi con Manlio Scopigno in panchina, viene chiamato ad allenare il Bologna Luis Carniglia. I risultati arrivano, con il secondo posto nel 1965-1966 e il terzo nel 1966-1967. Col passare del tempo comunque vengono ceduti diversi pezzi del Bologna scudettato, prima Harald Nielsen, poi Helmut Haller, mentre Ezio Pascutti si ritira e William Negri trascorre un anno inattivo per infortunio, prima di essere ceduto pure lui.

File:Bologna73-74.jpg
Il Bologna vincitore della Coppa Italia 1974

Si alternano gli allenatori (tra i quali Gipo Viani e l'ex rossoblu Cesarino Cervellati) e i presidenti, finché nel 1969 viene chiamato ad allenare Edmondo Fabbri. Al primo anno l'ex CT della Nazionale italiana conquista la Coppa Italia: nella partita decisiva la squadra sconfigge il Torino per 2-0 con doppietta di Giuseppe Savoldi chiudendo al primo posto nel girone finale con un punto sui granata (9 a 8).[8] Nelle stagione subito successiva la squadra continua a non raggiungere le posizioni di vetta, chiudendo tra il 1971 e il 1974 rispettivamente al quinto, undicesimo, settimo e nono posto. Proprio nel 1973-1974 i rossoblu, capitanati ancora da Bulgarelli, conquistano un'altra Coppa Italia battendo ai rigori il Palermo nella finale di Roma. L'allenatore di quella squadra era Bruno Pesaola, subentrato nel 1972 a Fabbri.

File:Savoldi.jpg
Giuseppe Savoldi, ceduto al Napoli per due miliardi.

Nel 1975 chiuse la sua carriera Giacomo Bulgarelli, bandiera della squadra per ben 16 stagioni. La fascia di capitano passò a Eraldo Pecci, un altro centrocampista di regia cresciuto nel vivaio. Il centravanti titolare e cannoniere Giuseppe Savoldi, sempre nell'estate 1975, venne ceduto al Napoli per la cifra record di due miliardi[2], mentre lo stesso Pecci fu ceduto al Torino. Le stagioni successive furono tutte caratterizzate da piazzamenti mai oltre il settimo posto. Le annate 1976-1977, 1977-1978 e 1978-1979 furono ancora più negative, nonostante il ritorno di Pesaola, con la salvezza raggiunta in extremis e piazzamenti appena sopra la zona retrocessione, dodicesimo e tredicesimo posto. In particolare, nel 1977-1978 la salvezza fu raggiunta solo all'ultima giornata grazie alla vittoria per 1-0 sul campo della Lazio, mentre l'anno seguente la squadra si salvò solo grazie ad una miglior differenza reti rispetto a Vicenza e Atalanta, avendo pareggiato all'ultima giornata in casa con il Perugia per 2-2 dopo aver rimontato lo 0-2 iniziale.

Dalla Serie A alla discesa in C

Al termine della stagione 1978-1979 se ne andò il presidente Conti: a lui subentrò Tommaso Fabbretti, che subito scelse come allenatore Marino Perani, ala con 15 stagioni da giocatore nel Bologna. Si ebbe anche il ritorno di Giuseppe Savoldi in maglia rossoblu. Il campionato 1979-1980 vide la squadra chiudere all'ottavo posto in classifica. Rimasta però coinvolta nella vicenda di calcioscommesse, venne punita con una penalizzazione di 5 punti da scontare nel campionato successivo. Nella stagione 1980-1981 i felsinei, con in panca l'allenatore Luigi Radice, terminarono in settima posizione nonostante la penalizzazione.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Scandalo del calcio italiano del 1980.

Nel campionato 1981-1982, però, la squadra retrocesse per la prima volta in Serie B dopo aver totalizzato solo 23 punti. Da ricordare la presenza in rosa di un diciassettenne Roberto Mancini, il quale giocò in tutte e 30 le partite stagionali segnando anche 9 reti, miglior marcatore della squadra. Nel 1982, dopo solo un anno da professionista, Mancini venne comprato dalla Sampdoria per 4 miliardi di lire. La prima storica annata in Serie B del Bologna fu anch'essa molto negativa: terminato il torneo al diciottesimo posto, retrocessero in Serie C1, scendendo dunque di due categorie in due anni.

 
Roberto Mancini fece il suo esordio in Serie A con la maglia rossoblù.

All'immediata risalita in B seguirono tre campionati caratterizzati dal vano tentativo di riconquistare la risalita in Serie A e terminati al nono, al sesto e al decimo posto. L'annata 1987-1988 fu invece decisiva: l'arrivo dell'allenatore Gigi Maifredi, voluto dal presidente Luigi Corioni, permise ai bolognesi di ottenere la promozione in massima serie. Nella Serie A 1988-1989, dopo un inizio difficile, il Bologna raggiunse la salvezza classificandosi quattordicesimo nel torneo appena ampliato a 18 squadre; l'anno seguente Maifredi condusse il team alla qualificazione alle coppe europee grazie all'ottavo posto, prima di lasciare la città per rispondere alla chiamata della Juventus.

Il campionato 1990-1991 iniziò con soli due punti nelle prime sei giornate e con il conseguente esonero di Franco Scoglio. Il ritorno in panchina di Luigi Radice non fu sufficiente e il club, con soli 18 punti all'attivo e ben 63 reti al passivo, retrocesse in Serie B. Gli unici risultati positivi della stagione arrivarono dalla Coppa UEFA, in cui i rossoblu sfiorarono le semifinali dopo avere eliminato Hearts of Midlothian e Admira Wacker rimontando in entrambi i casi sconfitte subite all'andata. Nei quarti la squadra dovette arrendersi allo Sporting Clube de Portugal, poi eliminato in semifinale dall'Inter.

Il fallimento del Bologna Football Club, la rifondazione e il ritorno in A

La successiva stagione in Serie B venne chiusa solo al tredicesimo posto, mentre quella successiva, la 1992-1993, addirittura in diciottesima piazza, che significò retrocessione in Serie C1, la seconda in undici anni. Nel 1993, per la precisione il 19 giugno, lo storico Bologna Football Club andò incontro al fallimento.

Dalla sentenza del tribunale la società viene rifondata nel medesimo anno sotto la denominazione Bologna Football Club 1909. Giuseppe Gazzoni Frascara diventa il nuovo presidente, mentre come allenatore viene chiamato Alberto Zaccheroni e come direttore sportivo Eraldo Pecci. Il campionato di Serie C1 1993-1994 vede la squadra mancare la promozione in Serie B dopo aver terminato il girone al quarto posto ed aver perso ai play-off contro la SPAL. Al secondo tentativo, guidata prima dalla coppia Reja-Pecci e poi da Renzo Ulivieri e Gabriele Oriali come direttore sportivo, il club riesce a risalire in B terminando l'anno al primo posto. Nella stagione 1995-1996, sempre allenati da Ulivieri, riescono subito a centrare la promozione in Serie A grazie ad un altro primo posto.

La prima annata dopo il ritorno in massima serie li vede chiudere il campionato al settimo posto, appena fuori dalla zona valida per la partecipazione alle coppe europee. In Coppa Italia, inoltre, la formazione di Ulivieri viene eliminata solo in semifinale dal Vicenza di Guidolin, che poi andrà ad aggiudicarsi il trofeo.

La stagione 1997-1998, la quarta con Ulivieri in panchina, viene ancora conclusa in modo positivo, con l'ottavo posto, piazzamento che dà diritto ai felsinei di partecipare alla Coppa Intertoto, valida per l'ingresso in Coppa UEFA; è questa anche l'unica stagione in rossoblu di Roberto Baggio, ex di Fiorentina e Juventus, autore di ben 22 reti e terzo nella classifica marcatori di Serie A.

Nell'estate 1998 il "Divin Codino" viene dunque ceduto all'Inter; anche Ulivieri lascia, per accasarsi al Napoli. Sempre in quell'estate arrivano un nuovo allenatore, Carlo Mazzone, coadiuvato da Oreste Cinquini come DS, e una nuova punta, Giuseppe Signori, ex Lazio. La squadra vince la Coppa Intertoto, qualificandosi dunque per la Coppa UEFA 1998-1999. Il torneo di Serie A 1998-1999 viene terminato al nono posto, a cui si aggiunge la vittoria nello spareggio con l'Inter valido per l'ingresso in Europa.

Il contemporaneo percorso in Coppa UEFA è anch'esso positivo: la squadra elimina in successione Sporting, Real Betis, Slavia Praga e Olympique Lione, prima di arrendersi a sua volta in semifinale contro l'Olympique Marsiglia, poi finalista perdente con il Parma. Anche in Coppa Italia i bolognesi escono in semifinale, stavolta per mano della Fiorentina.

L'era Guidolin (1999-2003)

Per la stagione 1999-2000 la dirigenza affida la squadra a Sergio Buso, già allenatore della Primavera ed ex portiere rossoblu negli anni settanta. Dopo la settima giornata, e con solo 7 punti in classifica, Buso viene esonerato. Viene allora ingaggiato Francesco Guidolin, anch'egli ex calciatore del Bologna. La squadra chiude il campionato all'undicesimo posto, mentre in Coppa UEFA viene eliminata al terzo turno dai turchi del Galatasaray, poi vincitori del trofeo.

La seconda stagione di Guidolin, la 2000-2001, si conclude con un nono posto a pari punti con la Fiorentina. A guidare i bolognesi in attacco è ancora Giuseppe Signori, autore di 16 reti. L'incerto inizio della stagione 2001-2002 vede alcune contestazioni da parte della tifoseria nei confronti della dirigenza, relative alla campagna acquisti. Questo fatto induce Gazzoni Frascara a dare le dimissioni da presidente ed a nominare al suo posto Renato Cipollini, suo uomo di fiducia. L'annata è comunque positiva e la squadra lotta fino all'ultimo per un posto importante in Europa: all'ultima giornata, però, la sconfitta in casa del Brescia esclude la squadra sia dalla Champions League che dalla Coppa UEFA. Il settimo posto con 52 punti basta però per la qualificazione in Coppa Intertoto.

La stagione 2002-2003 vede la squadra impegnata in estate nell'Intertoto. Al terzo turno e nelle semifinali i felsinei eliminano rispettivamente i bielorussi del BATE Borisov (2-0 e 0-0) e i cechi del Teplice (5-1 e 3-1); nella doppia finale arriva però la sconfitta contro gli inglesi del Fulham (2-2 e 1-3). Nel girone d'andata di serie A il club fa registrare il proprio record di sette vittorie nelle prime sette gare casalinghe, arrivando a 27 punti. Il girone di ritorno è però più negativo, appena 14 punti, e non permette al gruppo di Guidolin di andare oltre l'undicesimo posto.

La terza retrocessione in B e il ritorno in A

Alla vigilia del campionato 2003-2004 Guidolin si dimette e lascia il Bologna. Cipollini richiama in panchina Carlo Mazzone, già allenatore nella stagione 1998-1999. Dopo un ottimo girone di andata, la squadra, che fa registrare tra l'altro due sequenze di tre vittorie consecutive, raggiunge in anticipo il traguardo della salvezza ed il dodicesimo posto in classifica. A fine stagione Giuseppe Signori annuncia l'addio al calcio italiano, dopo 344 partite in A e ben 188 gol, inclusi tre titoli di capocannoniere del campionato. Mazzone invece rinnova il contratto.

L'annata 2004-2005 è inizialmente positiva, anche in virtù di quattordici incontri con una sola sconfitta, e la squadra riesce addirittura a raggiungere un momentaneo settimo posto. Le ultime 15 giornate però vedono i bolognesi totalizzare soltanto 11 punti, con una sola vittoria. Al termine della stagione la squadra si ritrova, in coabitazione con Fiorentina e Parma, a quota 42 punti. Per la classifica avulsa sono le due emiliane a doversi giocare la salvezza, con un doppio spareggio: nella gara di andata al Tardini di Parma è il Bologna a imporsi, per 1-0, mentre in quella di ritorno il Parma espugna il Dall'Ara per 0-2, determinando la retrocessione dei rossoblu in serie B.

File:Promozione.jpg
Festa in Piazza Maggiore dopo la promozione (01/06/2008)

Con la discesa in B Carlo Mazzone lascia il calcio ed il Bologna si affida nuovamente al tecnico Renzo Ulivieri, già allenatore tra il 1994 ed il 1998. Dopo le prime giornate del campionato 2005-2006 l'ex presidente e principale azionista, Giuseppe Gazzoni Frascara, esce di scena cedendo la sua quota all'imprenditore bolognese Alfredo Cazzola, che diventa socio di maggioranza e nuovo presidente. Soci di minoranza restano Renzo Menarini e Mario Bandiera. La squadra procede in maniera altalenante ed in gennaio 2006 Ulivieri viene sostituito da Andrea Mandorlini, che però dopo poche giornate viene esonerato e rilevato da Ulivieri stesso. Terminato il girone d'andata a metà classifica, la squadra manca l'accesso ai playoff promozione.

Nella stagione 2006-2007 allenatore è ancora Renzo Ulivieri. La serie B vive un'importante annata, per la presenza al via di squadre come Genoa, Napoli e Juventus. La stagione del Bologna è abbastanza incolore ed Ulivieri, a poche giornate dal termine del torneo, viene esonerato a favore di Luca Cecconi, suo vice; la mossa però non ottiene gli effetti desiderati e ad andare in A sono, come da pronostico, Juventus, Napoli e Genoa, mentre i rossoblu terminano solo settimi.

Per guidare la squadra nel campionato 2007-2008 viene ingaggiato il tecnico cesenate Daniele Arrigoni. L'organico comprende giocatori come Adaílton, Massimo Marazzina, Davide Bombardini e Cristian Bucchi. Dopo un campionato di testa arriva l'agognata promozione, ottenuta all'ultima giornata e grazie al secondo posto dietro al ChievoVerona.

Riportato il Bologna in serie A, Cazzola trova l'accordo per venderlo al socio di minoranza Renzo Menarini, che il 2 agosto 2008 ufficializza l'acquisto. Cazzola rimane presidente fino al 12 settembre, quando gli subentra Francesca Menarini, figlia di Renzo. Nel campionato 2008-2009 è confermato come allenatore Daniele Arrigoni, che però il 3 novembre, dopo la sconfitta sul campo del Cagliari per 5 a 1, viene esonerato e sostituito dal debuttante Siniša Mihajlović.[9] Il 14 aprile 2009, a 7 giornate dal termine del campionato, Mihajlović viene a sua volta sollevato dall'incarico ed il suo posto è affidato a Giuseppe Papadopulo, tecnico che nel campionato precedente aveva riportato il Lecce in serie A.[10] Il 31 maggio 2009, grazie al successo 3-1 sul Catania di Walter Zenga, il Bologna si assicura la quart'ultima piazza del campionato, e di conseguenza la permanenza nella massima serie. La stagione è caratterizzata dalla straordinaria prolificità del centravanti Marco Di Vaio, autore di 24 reti.

Il centenario e l'instabilità societaria

Nella stagione calcistica 2009-2010 il Bologna FC 1909 festeggia il centesimo anniversario della propria fondazione. Vengono organizzate varie manifestazioni e mostre, numerose sono le iniziative editoriali. I festeggiamenti culminano nel Gran Galà del centenario nella notte del 2 ottobre 2009. Nella successiva partita contro il Genoa del 4 ottobre il Bologna, per deroga della federazione, indossa una riproduzione fedele della sua prima divisa ufficiale.

Nell'estate precedente, esattamente l'11 giugno 2009, era stato ritrovato, nella casa di una delle figlie di Angelo Schiavio, il trofeo del Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937. Durante i lavori di preparazione del centenario era stata rinvenuta un'intervista nella quale il presidente Renato Dall'Ara lodava tutti i suoi ragazzi e in particolare Angelo Schiavio, che aveva già annunciato il ritiro dal calcio giocato ma si era lasciato convincere a partecipare alla spedizione francese. Sempre nell'intervista il presidente affermava che la coppa "apparteneva" al campione bolognese. La coppa viene ritrovata però priva del basamento.

Ad onta dei festeggiamenti la stagione calcistica non parte affatto bene, e di conseguenza dopo 9 giornate l'allenatore Papadopulo viene esonerato e la guida tecnica affidata a Franco Colomba, bolognese di adozione. La squadra ha un grande recupero, a cui fa seguito una nuova crisi di risultati, ma la salvezza viene comunque raggiunta alla penultima giornata e la squadra si piazza di nuovo 17ª.

A fine campionato la famiglia Menarini, contestata dalla piazza e dalla tifoseria, intavola varie trattative finalizzate alla vendita della società e trova un accordo con l'imprenditore sardo Sergio Porcedda, il quale il 7 luglio 2010, rilevate le quote di maggioranza, assume la carica di presidente. La nuova proprietà rinnova completamente lo staff dirigenziale insediando uomini di sua fiducia. Viene invece inizialmente confermato l'intero staff tecnico, ma il 29 agosto, alla vigilia della prima di campionato, l'allenatore Franco Colomba viene sorprendentemente esonerato[11] e sostituito con Alberto Malesani.

La gestione Porcedda, pur avendo dato corso ad un profondo rinnovamento e ringiovanimento del parco giocatori, dopo pochi mesi si rivela totalmente insolvente sul piano finanziario, al punto da causare una penalizzazione di 3 punti, da scontare nel campionato in corso, per inadempienze finanziarie. A metà novembre la società dichiara default ed è sull'orlo del fallimento. Dopo difficili trattative una cordata di imprenditori bolognesi, organizzata dal banchiere Giovanni Consorte e capitanata da Massimo Zanetti, proprietario della Segafredo Zanetti, riesce in dicembre a rilevare interamente le quote della società da Porcedda e Menarini. Massimo Zanetti è il nuovo presidente. Il 20 dicembre il cantante Gianni Morandi, che partecipa alla cordata, viene nominato presidente onorario. La presidenza di Zanetti è però di brevissima durata: il 21 gennaio 2011, in disaccordo con alcuni soci, rimette la carica, che viene assunta dal vicepresidente Marco Pavignani. La presidenza di Pavignani è dichiaratamente di transizione ed il 7 aprile 2011, eseguite le necessarie ricapitalizzazioni societarie, in accordo coi soci viene nominato presidente l'imprenditore bolognese Albano Guaraldi, che il 21 maggio 2011 assume anche la carica di amministratore delegato.

In questa situazione societaria di straordinaria incertezza e difficoltà la squadra realizza un buon campionato, compattandosi intorno al proprio allenatore Malesani ed al cannoniere Marco Di Vaio, autore di 19 reti. Alla 30° giornata la salvezza è praticamente conquistata, ma nelle restanti 8 partite la squadra realizza solo 2 punti, vanificando la possibilità di un buon piazzamento e classificandosi al 16° posto.

Terminato il campionato viene scelto un nuovo allenatore nella persona del bolognese Pierpaolo Bisoli. Viene ingaggiato come consulente tecnico Salvatore Bagni[12]. A poco meno di due mesi dall'assunzione del nuovo incarico, il 25 luglio viene reso noto il licenziamento di quest'ultimo.

Cronistoria

Cronistoria del Bologna Football Club 1909[13]
  • 1909 - Fondazione del Bologna Football Club il 3 ottobre
  • 1910-11 - 3º nel Girone Eliminatorio Veneto-Emiliano
  • 1911-12 - 4º nel Girone Eliminatorio Veneto-Emiliano
  • 1912-13 - 5º nel Girone Eliminatorio Veneto-Emiliano
  • 1913-14 - 6º nel Girone Eliminatorio Veneto-Emiliano
  • 1914-15 - 3º nel Girone Eliminatorio Lombardo-Emiliano
  • 1915-16 - 2º nel Girone Eliminatorio Emiliano della Coppa Federale.
  • 1916-1919 - Attività sporadica a causa della guerra
  • 1919-20 - 3º nel Gruppo C del Girone Semifinale Nazionale
  • 1920-21 - Perde la Finale di Prima Categoria contro la Pro Vercelli
  • 1921-22 - 3º nel Girone A di Prima Divisione CCI
  • 1922-23 - 3º nel Girone B di Prima Divisione
  • 1923-24 - Perde la Finale di Prima Divisione contro il Genoa
  • 1924-25 -   Campione d'Italia (1º titolo)
  • 1925-26 - Perde la Finale di Prima Divisione nello spareggio contro la Juventus
  • 1926-27 - 2º nel Girone Finale di Divisione Nazionale
  • 1927-28 - 5º nel Girone Finale di Divisione Nazionale
  • 1928-29 -   Campione d'Italia (2º titolo)
  • 1929-30 - 7º in Serie A
  • 1930-31 - 3º in Serie A
  • 1931-32 - 2º in Serie A - Vince la   Coppa dell'Europa Centrale
  • 1932-33 - 3º in Serie A
  • 1933-34 - 4º in Serie A - Vince la   Coppa dell'Europa centrale
  • 1934-35 - 6º in Serie A
  • 1935-36 -   Campione d'Italia (3º titolo)
  • 1936-37 -   Campione d'Italia (4º titolo)
  • 1937-38 - 5º in Serie A
  • 1938-39 -   Campione d'Italia (5º titolo)
  • 1939-40 - 2º in Serie A
  • 1940-41 -   Campione d'Italia (6º titolo)
   

Stadi

Colori e simbolo

Divisa

La prima maglia del Bologna, nel 1909, era a quarti rossi e blu, e riproduceva la divisa del collegio svizzero di Schönberg[14]. Nel 1910 il Bologna FC si dissociò dal circolo e le maglie da gioco furono modificate con strisce verticali rosso-blu. Questo tipo di disegno è rimasto praticamente immutato nel tempo, tranne che per la variazione annuale nella larghezza delle bande.

Un'importante eccezione fu quella del 1925: in quell'anno il Bologna vinse il suo primo scudetto indossando un'inedita maglia verde. Tale divisa fu scelta dall'allora dirigente Enrico Sabbatini, per imitazione di quella del Rapid Vienna, che, secondo le sue parole, «...alcuni anni prima scese allo Sterlino e lasciò in tutti una grande impressione di possanza e di invincibilità. Ebbene sia il verde, il colore della speranza, quello che possa dare al Bologna lo Scudetto»[15]. In realtà il cambio di divisa fu anche suggerito dal caldo, che in quei giorni di giugno si faceva particolarmente sentire. La nuova maglia perciò fu di cotone leggero verde scuro, con bordi e calzoncini neri.

Nei decenni successivi la maglia verde fu alternata a quella bianca (spesso con banda trasversale rosso-blu) come seconda divisa. Il suo ultimo utilizzo risale agli anni '80. Nel 1934 la divisa verde fu indossata dalla Sampierdarenese in uno spareggio-promozione giocato contro il Bari sul campo neutro di Bologna: i liguri giocarono infatti con una muta di maglie verdi donata dal presidente del Bologna Dall'Ara, visto che entrambe le squadre si erano presentate in divisa bianca.

A fine anni novanta, la prima maglia subì alcune leggere modifiche, come nelle stagioni 1998-1999 e 1999-2000, quando le strisce rosso-blu più laterali (non quindi le due centrali) si dipartivano dal colletto invece che dalle spalle. Nella stagione 2000-2001 fu adottata una prima maglia con due sole larghe strisce, una rossa e una blu, con i bordi bianchi.

Tra le divise da trasferta va ricordata quella adottata a partire dagli anni cinquanta, che presenta una maglia a sfondo bianco con due strisce oblique, una rossa e una blu, ed eventuali altri profili rossoblu. Poche sono state le variazioni negli anni a seguire.

Negli anni recenti è stata introdotta anche la terza maglia, destinata ad essere usata soprattutto nelle coppe europee, solitamente a sfondo giallo o dorato con profili rossoblu. Nella stagione 2011-2012 per questa maglia viene scelto il colore celeste, in omaggio alla nazionale dell'Uruguay che nella precedente estate conquistò la Copa América 2011 grazie anche al centrocampista del Bologna Diego Perez.

Organico

Rosa 2011-2012

Aggiornato al 1° settembre 2011.[16]

N. Ruolo Calciatore
  P Jean François Gillet
  D Archimede Morleo
  C Rene Krhin
  D Mikael Antonsson
  C Saphir Sliti Taïder
  D György Garics
  A Marco Di Vaio (Capitano)
  A Gastón Ramírez
  A Manuel Gavilán
  C Nico Pulzetti
  C Diego Pérez
  C Federico Casarini
  A Daniele Vantaggiato
  D Luigi Vitale
  A Federico Rodriguez
  D Nicolò Cherubin
N. Ruolo Calciatore
  D Cesare Rickler
  A Alessandro Diamanti
  P Federico Agliardi
  C Gaby Mudingayi
  P Dejan Stojanović
  C Panagiotis Kone
  A Daniele Paponi
  P Filippo Lombardi
  D Simone Loria
  A Riccardo Pasi
  D José Ángel Crespo
  A Henry Giménez
  D Andrea Raggi
  A Massimo Coda
  D Daniele Portanova (vice Capitano)
  A Robert Acquafresca

Staff tecnico

  • Allenatore:   Stefano Pioli
  • Collaboratore tecnico:   Michele Tardioli
  • Preparatore dei portieri:   Franco Paleari
  • Preparatore atletico:   Riccardo Ragnacci
  • Preparatore atletico:   Paolo Aiello
  • Responsabile sanitario:   Gianni Nanni
  • Medico sociale:   Giovanbattista Sisca
  • Team manager:   Marcello Sanfelice
  • Massaggiatore:   Luca Ghelli
  • Massaggiatore:   Luca Govoni
  • Massaggiatore:   Carmelo Sposato

Rose stagioni precedenti

Giocatori

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Campioni del mondo e continentali

 
Giacomo Bulgarelli, recordman di presenze nel Bologna e campione d'Europa 1968.

Medagliati ai Giochi olimpici

Maglie ritirate

 
Niccolò
Galli

Difensore

2011

Allenatori e presidenti

File:Bolognafcstemma.png
Allenatori del Bologna F.C.[13]
File:Bolognafcstemma.png
Presidenti del Bologna F.C.[13]


Palmarès

Trofei nazionali

1924-1925, 1928-1929, 1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, 1940-1941, 1963-1964
1970, 1974

Trofei internazionali

1932, 1934
1998

Trofei minori

1961
1970
1937
  • Coppa Alta Italia: 1
1946
1987-1988, 1995-1996
1994-1995

Trofei giovanili

1967
1973-1982-1993-1994-2004-2005-2009
1965
1972-1973
1988-1989
1981-1982
2000-2001

Record

Aggiornato al 17 ottobre 2008.[19][20]

Presenze


Reti


Coppe e campionati disputati

Campionati nazionali

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
A 81 1910-1911 2011-2012
B 11 1982-1983 2007-2008
C 3 1983-1984 1994-1995

In 90 stagioni sportive disputate a livello nazionale dalla fine della Prima guerra mondiale, compresi 11 tornei di Prima Categoria e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Precedentemente al conflitto, il Bologna aveva partecipato come ospite a 5 tornei locali di Prima Categoria del Comitato Regionale Veneto.

Finali di coppa vinte

Data Competizione Stadio Partita Risultato
10 luglio 1932 Coppa Europa Centrale   Bologna, Stadio Littoriale Bologna - First Vienna 2-0
17 luglio 1932 Vienna, Hohe Warte Stadion First Vienna - Bologna 1-0
5 settembre 1934 Coppa Europa Centrale   Vienna, Stadio Prater Admira Vienna - Bologna 3-2
9 settembre 1934 Bologna, Stadio Littoriale Bologna - Admira Vienna 5-1
28 luglio 1946 Coppa Alta Italia[21] Novara, Stadio Comunale Novara - Bologna 1-2
4 agosto 1946 Bologna, Comunale Bologna - Novara 4-1
14 marzo 1961 Mitropa Cup   Nitra, Stadio Zoborom Slovan Nitra - Bologna 2-2
4 aprile 1961 Bologna, Comunale Bologna - Slovan Nitra 3-0
10 giugno 1970 Coppa Italia   Bologna, Comunale Bologna - Torino 2-0
2 settembre 1970 Coppa di Lega Italo-Inglese Bologna, Comunale Bologna - Manchester City 1-0
23 settembre 1970 Manchester, Maine Road Manchester City - Bologna 2-2
23 maggio 1974 Coppa Italia   Roma, Stadio Olimpico Bologna - Palermo 5-4 (calci di rigore)
11 agosto 1998 Coppa Intertoto File:UEFA - Intertoto.svg Bologna, Stadio Dall'Ara Bologna - Ruch Chorzow 1-0
25 agosto 1998 Chorzow, Stadio Ruchu Ruch Chorzow - Bologna 0-2

Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937

Parigi
6 giugno 1937
Bologna4 – 1
referto
ChelseaColombes

Partecipazioni alle Coppe europee

Competizioni UEFA G V N P GF GS Miglior Risultato
  Coppa dei Campioni 3 1 1 1 2 2 Primo Turno (1964/65)
  Coppa delle Coppe 4 1 2 1 4 4 Sedicesimi di Finale (1970/71) / (1974/75)
  Coppa UEFA 48 24 14 10 76 43 Semifinale (1967/68) / (1998/99)
File:UEFA - Intertoto.svg Coppa Intertoto 12 7 2 3 22 12 Campione(1998)
Totale 67 33 19 15 104 61

Tifosi

Per le partite casalinghe la tifoseria organizzata si riunisce nella curva nord, dal 2009 intitolata a Giacomo Bulgarelli. La curva era in precedenza denominata "Andrea Costa", dal nome della via prospiciente quel lato dello stadio. Per festeggiare il centenario del club, compiutosi il 3 ottobre 2009, i tifosi rossoblu durante la partita di campionato col Genoa hanno organizzato una coreografia che consisteva di 20.000 bandiere distribuite in tutti i settori dello stadio.

Inno

All'ingresso delle squadre in campo viene suonato Cuore rossoblu, canzone scritta per il Bologna da Andrea Mingardi, cantante e tifoso bolognese, in occasione della promozione di Maifredi nel 1988.[22]

Esistono anche altre canzoni scritte per la squadra, come Il sogno continua cantata da Paolo Mengoli,[22] Le tue ali Bologna scritta e cantata a quattro da Luca Carboni, Gianni Morandi, Andrea Mingardi e Lucio Dalla,[22] e Bologna Campione cantata da Dino Sarti.[23]

File:Bolognafcstemma.png
Sponsor tecnici
File:Bolognafcstemma.png
Sponsor ufficiali


Note

  1. ^ Graduatoria IFFHS 19.9.2009, su iffhs.de. URL consultato il 6 maggio 2009.
  2. ^ a b c d e La storia del Bologna stagione per stagione, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 19-10-2008.
  3. ^ La fondazione, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  4. ^ L'uomo che costruì il Bologna che faceva tremare il mondo, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 18-10-2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  5. ^ Dopo le delusioni arriva Bernardini, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  6. ^ Così si gioca solo in paradiso, su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  7. ^ a b c Il settimo ed ultimo scudetto ( di quella mitica stagione si ricordano anche le vittorie contro il Milan e la Juventus , entrambe per 2-1 , nel girone d'andata ), su enciclopediadelcalcio.com, www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2008 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2008).
  8. ^ Tutte le partite: 1969-70, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 19-10-2008.
  9. ^ Il Bologna a Mihajlovic, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 03-11-2008.
  10. ^ Papadopulo è il nuovo allenatore del Bologna, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 14-04-2009.
  11. ^ http://www.bolognafc.it/it/news/pagine/9256/Porcedda--Colomba,-addio-a-malincuore,-ma-non-sposava-il-nostro-progetto-.html
  12. ^ UFFICIALE: Bologna, Bagni nuovo consulente tecnico TMW.com, 21 maggio 2011
  13. ^ a b c Società / Tutte le partite, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 19-10-2008.
  14. ^ 1909: la prima maglia del Bologna Football Club, su tremareilmondofa.blogspot.com. URL consultato il 10 febbraio 2009.
  15. ^ 1925: per la prima volta in maglia verde, su tremareilmondofa.blogspot.com. URL consultato il 10 febbraio 2009.
  16. ^ Bologna Football Club 1909 - La squadra, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato l'8-8-2011.
  17. ^ Scheda su Bernardo Perrin, su bolognafc.it. URL consultato il 4-8-2010.
  18. ^ Scheda su Pietro Genovesi, su bolognafc.it. URL consultato il 4-8-2010.
  19. ^ Lista di tutti i giocatori per numero di presenze, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 17-10-2008.
  20. ^ Lista di tutti i giocatori per numero di reti, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 17-10-2008.
  21. ^ Tutte le partite: 1945-46, su bolognafc.it, www.bolognafc.it. URL consultato il 24-01-2009.
  22. ^ a b c Bologna in coro per Antonioli, in archiviostorico.gazzetta.it, 19 dicembre 2007. URL consultato il 19-10-2008.
  23. ^ Addio a Dino Sarti il cantore di Bologna, in www.repubblica.it, 11 febbraio 2007. URL consultato il 19-10-2008.

Bibliografia

La storia

  • Giuliano Musi, Marco Tarozzi e Michael Lazzari, 100 Storie per 100 Anni, Bologna, Edizioni Minerva, 2010, ISBN 978-88-7381-293-7
  • AA.VV. L’enciclopedia dei cento anni: 1909-2009 Bologna football club il secolo rossoblu, Bologna, Minerva Edizioni, 2009
  • AA.VV. La storia dei cento anni: 1909-2009 Bologna football club il secolo rossoblu, Bologna, Minerva Edizioni, 2009
  • AA.VV. Bologna, Amore mio: memorabilia: 1909-2009 Bologna football club il secolo rossoblu, Bologna, Minerva Edizioni, 2009
  • Gianni Marchesini, Bologna un Secolo d'Amore, Gianni Marchesini Editore, 2009
  • Lamberto Bertozzi e Carlo F.Chiesa, Romanzo popolare, tra colpi di genio e di pistola l'epopea dello scudetto 1924-25, Bologna, Minerva Edizioni, 2009 ISBN 978-88-7381-278-8
  • AA.VV. Bologna serie A: ritorno in paradiso, Bologna, Minerva Edizioni, 2008
  • Beatrice Buscaroli e Carlo Caliceti, Così si gioca solo in paradiso. Bologna e lo scudetto del 1964, Bologna, Minerva, 2004
  • Renzo Renzi, Bologna carogna. Come vincere uno scudetto, Bologna, Pendragon, 2004
  • Simona Artanidi, Andrea Fontana e Paolo Villani, Il golateo: a Bologna le buone maniere si giocano in campo Bologna, Perdisa editore, 2003
  • Andrea Fontana Bologna in campo si ride, Bologna, Perdisa editore, 2002
  • Gianfranco Civolani, Civ il mio Bologna. Dizionario rossoblu, Edimedia, 2002, ISBN888822503X,
  • Nino Comaschi, Nino Comaschi fotografo: cinquant'anni di calcio a Bologna, Bologna, Pendragon, 2001
  • Gianni Marchesini Bologna 1909-1999: 90 anni di storia, San Lazzaro di Savena, Edimedia, 1999
  • Gianfranco Civolani, Carlo Calicetti e Lamberto Righi, 1909 millenovecentonove: novant'anni di emozioni: la rivista che racconta la storia del Bologna calcio, Calderara di Reno, Press Club, 1999
  • Gianfranco Civolani, 20 storie rossoblu: il giornalista bolognese che ha attraversato 40 anni di Bologna calcio racconta uomini, fatti, misfatti, misteri e segreti, Bologna, Fuorithema, 1997, ISBN 88-8062-049-5
  • Franco Cervellati, A come Bologna: le vittorie più belle della rinascita dall'inferno della serie C al paradiso del grande calcio, Bologna, Quasar, 1996,
  • Franco Cervellati, Ho visto un gran Bologna: le vittorie più belle in trent'anni di storia rossoblu dall'ultimo scudetto ad oggi, Calderara di Reno, Press Club, 1996,
  • Alfeo Biagi, Il calcio: dal paradiso all'inferno e ritorno in Storia illustrata di Bologna, V volume Bologna contemporanea: gli anni della democrazia pp 381-400, Repubblica di San Marino, AIEP, 1990
  • AA.VV. Azzurri 1990: storia bibliografica emerografica iconografica della Nazionale italiana di calcio e del calcio a Bologna Roma, La Meridiana, 1990
  • Gianni Marchesini, Bologna 80 anni di gloria, (Voll. 1 - 2), Bologna, Edi Media, 1989,
  • Edmondo Fabbri e Franco Vannini, È il Bologna Bologna, Renografica, 1988
  • Antonio Cozza e Vittorio Zerbini, Cavalcata rosso blu, Desenzano del Garda, Franco Orlandi, 1988
  • Nicola Bosio, Bologna 1988, Milano, Forte, 1988
  • AA.VV., Bologna 97/88: siano tornati in paradiso, Bolona, Spes, 1988
  • Alfeo Biagi, Che Tempi Alfeo Biagi racconta la favola vera dei 7 scudetti e di 7 presidenti del Bologna, Bolona, Spes, 1987
  • Gianfranco Civolani, Lamberto Righi, Bologna: storia e baldoria la storia del Bologna football club, Bologna, I.N.E.I., 1985
  • Gianni Marchesini a cura di, Bologna 1963-64/1983-84, San Lazzaro di Savena, SGM, 1984
  • Gianfranco Civolani, 70 anni di serie A: storia del Bologna calcio, Bologna, Calderini, 1979
  • Federico Zardi, Il caso Bologna, Livorno, Seit, 1964
  • Renzo Renzi, Bologna carogna: cronaca della lotta contro la Lega lombarda, Bologna, Alfa, 1964
  • AA. VV., Bologna Football Club: Il mezzo secolo del Bologna Bologna, Poligrafici Il Resto del Carlino, 1959

Calciatori, Allenatori, Presidenti

I tifosi

Lo Stadio

  • Quercioli Giuseppe, Bologna e il suo stadio : ottant'anni dal Littoriale al Dall'Ara, Pendragon, 2006, ISBN 88-8342-499-9
  • Onofri Sauro Nazario e Ottani Vera, Dal Littoriale allo stadio: storia per immagini dell'impianto sportivo bolognese, Bologna, Consorzio cooperative Costruzioni, 1990
  • Comune di Bologna, "1927-1997, settant'anni di stadio, mostra fotografica: Cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, Bologna dal 29 maggio al 16 giugno 1997, Bologna, 1997
  • Bonuzzi Guglielmo, Il Littoriale di Bologna: le grandi realizzazioni fasciste, Bologna, Edizioni di arte fascista, 1927

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Template:Dmoz
  • Sito ufficiale
  • (DEENIT) Bologna Football Club 1909, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.

Template:Club campioni d'Italia di calcio