Atalanta Bergamasca Calcio

club calcistico italiano di Bergamo
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L'Atalanta Bergamasca Calcio è la principale società calcistica di Bergamo.

Atalanta B.C.
Calcio
Detentore della Coppa Ali della Vittoria Detentore della Coppa Ali della Vittoria
Orobici, la Dea, Nerazzurri
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Nero e azzurro
Simbolidea Atalanta
InnoDea
Roby Facchinetti
Dati societari
CittàFile:Bergamo-Stemma.png Bergamo
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie A
Fondazione1907
PresidenteItalia (bandiera) Antonio Percassi
AllenatoreItalia (bandiera) Stefano Colantuono
StadioAtleti Azzurri d'Italia
(26.562 posti)
Sito webwww.atalanta.it
Palmarès
Coppa Italia
Titoli nazionali5 Campionati di Serie B
1 Prima Divisione
Trofei nazionali1 Coppe Italia
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Con 51 campionati di Serie A "a girone unico" disputati, l'Atalanta è la squadra col maggior numero di partecipazioni alla massima serie fra le rappresentanti di città non capoluogo di regione, ed è perciò considerata come "la regina delle provinciali". È inoltre la squadra che ha disputato più campionati di massima serie fra quelle che non si sono mai aggiudicate uno scudetto, la squadra con più vittorie all'attivo in un campionato di secondo livello del calcio italiano (6 successi, a pari merito col Genoa) e più promozioni nella massima serie (13 volte)[1]. Raggiungendo la semifinale di Coppa delle Coppe nel 1988, allorquando militava in Serie B, divenne ed è tuttora la squadra che ha ottenuto il miglior risultato di tutta Europa nelle coppe europee giocando in un campionato cadetto.[2]

L'Atalanta è all'undicesimo posto su 60 squadre nella classifica perpetua della Serie A.

Storia

Agli albori del calcio

L'Atalanta Bergamasca Calcio, trae le sue origini dalla scissione dalla Giovane Orobia 1901. La prima società di calcio a Bergamo fu comunque il Foot Ball Club Bergamo, fondato da emigranti svizzeri nel 1903, che prese parte a campionati lombardi F. I. F. fino al 1910 (dal 1909-10 campionati FIGC).

Fondata il 17 ottobre 1907 da Eugenio Urio, Giulio e Ferruccio Amati, Alessandro Forlini e Giovanni Roberti come Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici "Atalanta", l'Atalanta deriva il suo nome dall'omonima atleta della mitologia greca. Nel 1913 crea la sezione calcio, sodalizio ufficialmente riconosciuto dalla FIGC solo nel 1914 all'atto dell'inaugurazione e collaudo del campo.

 
Stagione 1913-14

Il primo campo, situato in via Maglio del lotto, provvisto di tribuna con 500 posti a sedere era a ridosso della ferrovia, tanto che all'inaugurazione nel maggio 1914 un treno in fase di ingresso in stazione rallentò ulteriormente per permettere ai viaggiatori di assistere ad alcune fasi della partita.

Nel 1914-15 partecipa alle eliminatorie del campionato di promozione lombarda, classificandosi seconda nel girone B e riportando un lusinghiero quarto posto nel girone finale.

Dopo la sospensione dell'attività dovuta alla Grande Guerra, la società ripartì di slancio impegnandosi alla ristrutturazione di un vecchio ippodromo in disuso, la Clementina, in zona Daste vicino al confine con Seriate, per affrontare nel migliore dei modi l'ammissione alla massima categoria FIGC dell'epoca.

Nel frattempo, nel 1911 la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma aveva assorbito il Football Club Bergamo e nel marzo 1913 aveva iniziato l'attività ufficiale.

La rivalità tra Bergamasca ed Atalanta cresce fino ad esplodere nel 1919, quando la FIGC impose una sola squadra nel campionato di Prima Categoria alla città di Bergamo: per decidere chi dovesse prendere quel posto, venne organizzato uno spareggio secco in campo neutro.

Dopo aver battuto per 2-0 i concittadini della Bergamasca nella sfida disputata a Brescia il 5 ottobre 1919, l'Atalanta si guadagna così l'accesso alla Prima Categoria della stagione 1919-20, dove si classifica terza nel girone B Lombardo.

Nel febbraio 1920, dopo una assemblea memorabile, la Società per gli Sports Atletici Atalanta e la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma si fondono assumendo la denominazione di Atalanta e Bergamasca di Ginnastica e Scherma, poi semplificata nell'attuale Atalanta Bergamasca Calcio. Come divisa ufficiale vengono adottati i colori nero (portato in dote dalla precedente maglia dell'Atalanta, che era bianco-nera) ed azzurro (dalla Bergamasca, che aveva una colorazione bianco-blu).[3]

Le prime sfide

 
Atalanta-Dominante Genova, 23-12-1928, inaugurazione stadio Mario Brumana

L'Atalanta disputa vari anni nei gironi interregionali e nel 1925 assume Cesare Lovati (ex giocatore del Milan) come primo allenatore professionista. Nel tentativo di arrivare nelle categorie nazionali, in quello stesso anno arrivano anche i primi stranieri: gli ungheresi Lukacs e Hauser. Due anni più tardi viene ingaggiato anche il primo allenatore straniero (Imre Payer) ed il primo massaggiatore (Sala).

Il 1928 è un anno molto importante per la società e per la città di Bergamo, poiché viene costruito uno stadio molto più grande, intitolato all'eroe fascista Brumana. In quei tempi venne considerato uno dei più belli in assoluto, con due tribune contrapposte, di cui una addirittura coperta. Quello stadio, dopo ampliamenti ed adattamenti è tuttora utilizzato con il nome "Atleti Azzurri d'Italia" anche se, per la verità, dimostra tutti i suoi anni, tant'è che è al centro di un annoso dibattito sull'eventualità di un totale restyling o di un suo “pensionamento”. Nel 1929-30, con l'istituzione del girone unico italiano, l'Atalanta, fallita l'ammissione alla massima serie durante il campionato di qualificazione 1928-1929, viene ammessa al campionato nazionale di Serie B per la prima volta.

Seguono campionati in cui la squadra milita dignitosamente nel campionato cadetto, anni in cui si distinguono numerosi giocatori bergamaschi come Vittorio Casati, Francesco Simonetti, i fratelli Riccardo e Giacomo Cornolti, Francesco Bettoni, Giulio Panzeri e Luigi Tentorio.

Un sussulto lo si ha al termine della stagione 1932-1933, quando, per problemi economici, la società rischia di non iscriversi al campionato. Ne seguirà una colletta tra sportivi e la cessione di Carlo Ceresoli, l'elemento più rappresentativo, all'Ambrosiana-Inter. Come vedremo il privarsi dei “pezzi pregiati” per sanare il bilancio, negli anni seguenti diventerà una costante.

Nel calcio che conta

Finalmente nel 1936-37, con l'allenatore Ottavio Barbieri alla guida di una squadra composta prevalentemente da bergamaschi, raggiunge la Serie A. La partita d'esordio nella massima serie vide la Juventus ospite al Brumana, che per l'occasione si riempì al limite della capienza, con più di 15.000 spettatori. La stagione però, nonostante l'entusiasmo, si concluse con l'immediata retrocessione. Nell'estate seguente, la dirigenza cedette Bonomi alla Roma per una cifra sbalorditiva per l'epoca: 120.000 lire.

File:Atalanta anni .jpg
Una formazione dell'Atalanta nella stagione 1961-62

Ma il ritorno nella massima serie non si fece attendere, tant'è che nel 1939-40 l'allora presidente Nando Bertoncini affidò all'allenatore Ivo Fiorentini un'ottima squadra che centrò nuovamente la promozione in serie A. L'anno successivo la squadra si tolse grandi soddisfazioni, rifilando tre gol a Juventus e Milan, sconfiggendo il Bologna campione d'Italia e classificandosi al 5º posto finale. L'Atalanta continua la sua esperienza in serie A, con alla guida l'allenatore ungherese Nehadoma, fino al 1942-1943, quando i campionati vengono sospesi per lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Al termine del conflitto, il presidente Turani, con una cordata di personalità del tempo, mette mano al portafogli per risanare un buco nel bilancio della società e, alla riapertura delle frontiere, porta a Bergamo gli ungheresi Kincses e Olajkar: solo il primo riuscì a disputare una buona stagione, mentre il secondo non incise sul rendimento della squadra. In questi anni la squadra staziona stabilmente nella massima serie, acquisendo la nomea di provinciale terribile. Sono gli anni del portiere Bepi Casari, ma anche degli stranieri svedesi e danesi. Tra questi diedero un ottimo contributo Bertil Nordahl (fratello del più celebre giocatore del Milan Gunnar), Leschly Soerensen e Karl Hansen, poi ceduto alla Juventus grazie ad un blitz di Gianni Agnelli. Ma ciò che fece scalpore fu l'acquisto, da parte di Achille Lauro, armatore e sindaco di Napoli, dell'attaccante Hasse Jeppson per la cifra di 105 milioni di lire. Ci furono addirittura interpellanze parlamentari per via della cifra spesa, giudicata scandalosa e fuori da ogni logica.

File:Bassetto.jpg
Nane Bassetto, autore di 56 reti con l'Atalanta

Gli anni '50 videro stabilmente l'Atalanta in Serie A, e numerosi furono i giocatori rappresentativi: Rasmussen, Nane Bassetto, Angeleri (tuttora primatista di presenze in maglia neroazzurra), Longoni, Rota e Severo Cominelli, giocatore con il maggior numero di marcature fino al 2006-07, superato da Cristiano Doni.

Nel 1955 la squadra orobica fu protagonista della prima diretta televisiva per una partita di calcio: la partita contro la Triestina fu infatti trasmessa dalla RAI. Due anni più tardi l'Atalanta fu protagonista di un campionato vissuto nei bassifondi e quando si salvò, all'ultima giornata, espugnando il campo di Padova, fu accusata di combine e quindi retrocessa. Un'onta che venne cancellata un anno più tardi quando i presunti testimoni ed accusatori, tra cui Giovanni Azzini, confessarono di avere inventato tutto, e la società venne riabilitata. Nel frattempo però la squadra, guidata dall'allenatore Karl Adamek, si era conquistata sul campo l'immediato ritorno in serie A.

La Coppa Italia

File:Atalanta1962-63.JPG
2 giugno 1963, l'Atalanta conquista la Coppa Italia

Gli anni sessanta videro l'acquisto di stranieri che diedero importanti contributi (Humberto Maschio, Flemming Nielsen e Gustavsson), l'udienza concessa da Papa Giovanni XXIII (bergamasco pure lui), e le prime apparizioni in Europa grazie alla Mitropa Cup.

Ma l'apice venne raggiunto nella stagione 1962-63 quando la società nerazzurra conquistò la Coppa Italia. Questo trofeo, che tuttora è l'unico trofeo di una certa importanza conquistato a livello di prima squadra, arrivò a Bergamo dopo una vittoria per 3-1 in campo neutro a San Siro contro il Torino, con tripletta dell'attaccante bergamasco Angelo Domenghini. La storica formazione era la seguente: Pizzaballa, Pesenti, Nodari, Veneri, Gardoni, Colombo, Domenghini, Nielsen, Calvanese, Mereghetti e Magistrelli. Di questi, ben sette erano bergamaschi. L'anno seguente vi fu il debutto in Coppa delle Coppe, dove però l'Atalanta venne subito eliminata dallo Sporting Lisbona dopo uno spareggio.

Gli anni dell'incertezza

Nel 1964 muore il presidente Turani, che viene sostituito da Attilio Vicentini, coadiuvato dall'ing. Luigi Tentorio. La squadra continua il suo cammino nella massima serie fino al 1968-69 quando, complice la cessione al Bologna del bomber Savoldi, retrocede in serie B dopo dieci anni. Alla presidenza Baracchi subentra a Vicentini, ma dopo un solo anno il nuovo “patron” diventa Achille Bortolotti.

Dopo un anno di purgatorio ritorna in A grazie all'allenatore Giulio Corsini, capace di amalgamare una squadra di giovani (tra tutti Gaetano Scirea, Adelio Moro e Giovanni Vavassori). Purtroppo, dopo una salvezza risicata, nel 1972-73 l'Atalanta incappa in un'altra stagione-no, nella quale subisce la sconfitta più pesante di sempre (9-3 a San Siro contro il Milan) e retrocede per differenza reti, nonostante fosse sufficiente raccogliere soltanto un punto nelle ultime 3 giornate per salvarsi.

Questa volta la permanenza tra i cadetti dura più del solito, tant'è che per il ritorno nel massimo campionato bisognerà aspettare fino all'anno 1976-77, promozione ottenuta da Titta Rota soltanto dopo gli spareggi a Marassi contro Cagliari e Pescara. L'anno seguente la squadra ottiene una tranquilla salvezza, ma nel 1978-79, a causa dell'inconsistenza del parco giocatori, si ritorna in B. L'anno seguente viene mancata la promozione e nell'anno 1980-81 l'Atalanta sprofonda addirittura in Serie C1.

Il rilancio

È il punto più basso nella storia della società bergamasca. Il presidente Achille Bortolotti cede il comando al figlio Cesare. Questo adotta una politica lungimirante e centra l'immediato ritorno tra i cadetti dopo una marcia trionfale guidata dall'allenatore Ottavio Bianchi. L'anno successivo serve come assestamento, utile come trampolino di lancio per la squadra che, guidata da Nedo Sonetti, nel 1983-84 vince il campionato riportando la città ai livelli di qualche lustro addietro.

Il 1984-85 vede nella serie A italiana molti campioni stranieri del calibro di Michel Platini, Diego Armando Maradona, Hans Peter Briegel, Karl-Heinz Rummenigge, Zico e Sócrates quindi l'Atalanta, per non sfigurare, acquista gli svedesi Lars Larsson e Glenn Peter Strömberg. Se il primo non lascerà il segno, il secondo diventa un pilastro insostituibile del centrocampo nerazzurro, dove resterà per molti anni, tanto da diventare capitano della squadra. Nello stesso anno comincia a farsi notare Roberto Donadoni, destinato ad una grande carriera.

La permanenza nella categoria prosegue fino alla stagione 1986-87 quando, complice la sfortuna, l'Atalanta retrocede all'ultima giornata. Ma, nonostante questo, la squadra di Sonetti riesce a raggiungere la finale di Coppa Italia, dove viene sconfitta dal Napoli campione d'Italia. Si qualifica quindi di diritto per la Coppa delle Coppe.

Le avventure continentali

Proprio la stagione 1987-1988 è quella della svolta, con il giovane ed emergente allenatore Emiliano Mondonico. La stagione è memorabile: promozione in serie A, ma soprattutto una cavalcata entusiasmante in Europa, dove raggiunge la semifinale della coppa delle Coppe. Partita in sordina in quanto squadra partecipante al campionato cadetto, l'Atalanta elimina nell'ordine i gallesi del Merthyr Tydfil, i greci dell'Ofi Creta ed i portoghesi dello Sporting Lisbona, in una sorta di rivincita della sfida di quasi cinque lustri prima, con il gol-qualificazione di Aldo Cantarutti nella città lusitana.

Apertesi le porte della semifinale, l'Atalanta, piccola squadra provinciale, rimane sola a difendere i colori dell'Italia nelle competizioni continentali: il sogno, tuttavia, s'infrange contro i belgi del Malines (in fiammingo Mechelen), futuri vincitori del trofeo, che il 20 aprile 1988 eliminano gli orobici nello stadio di Bergamo (doppio risultato di 2-1 per i giallo-rossi).

L'anno successivo vede l'Atalanta ai nastri di partenza con una squadra di tutto rispetto, che annovera il centrocampo probabilmente più forte della propria storia: Stromberg, Fortunato, Nicolini, Bonacina e Prytz. Le attese vengono mantenute con un ottimo sesto posto finale, che le vale la qualificazione in Coppa UEFA. L'avventura europea però non è fortunata come la precedente, poiché l'eliminazione arriva al primo turno per mano dei russi dello Spartak Mosca. Il campionato 1989/90 vede di nuovo tra i protagonisti l'Atalanta, la quale, anche grazie all'acquisto dell'argentino Claudio Paul Caniggia, con un bel 7º posto, riesce a bissare la qualificazione europea dell'anno precedente.

Ma i festeggiamenti per la bella stagione sono smorzati dalla notizia della morte, avvenuta in un incidente stradale, del proprio presidente Cesare Bortolotti. La presidenza torna al padre Achille Bortolotti, che traghetterà la società fino all'acquisto del pacchetto azionario da parte dell'immobiliarista Antonio Percassi.

La squadra nel frattempo ottiene buoni risultati nella Coppa UEFA 90/91, dove elimina i croati della Dinamo Zagabria, i turchi del Fenerbahce ed i tedeschi del Colonia, ma non può fare nulla nello scontro “fratricida” contro l'Inter nei quarti di finale. Il campionato vede un avvicendamento alla guida tecnica tra Frosio e Giorgi, che conclude la stagione in una posizione di tranquillo centro classifica. Negli anni seguenti, in cui si alternano gli allenatori Giorgi e Lippi, la squadra si mantiene nei quartieri alti della classifica di serie A, senza però centrare altre qualificazioni in Coppa UEFA.

L'era Ruggeri

L'anno 1993/94 doveva essere quello del rilancio, tanto che il presidente Percassi decise di puntare su un tecnico emergente, Guidolin, per portare il cosiddetto "calcio-spettacolo" a Bergamo. Acquistò addirittura Franck Sauzée, centrocampista dell'Olympique Marsiglia campione d'Europa. Ma le attese vennero completamente disattese e la squadra, dopo un campionato passato nei bassifondi dell classifica, retrocesse al penultimo posto, nonostante l'avvicendamento tra Guidolin e Prandelli (tecnico delle giovanili).

Il presidente decide di cedere la proprietà ad Ivan Ruggeri, che riaffida la squadra ad Emiliano Mondonico, il quale la riporta subito in serie A dopo una prima parte di campionato alquanto sofferta, con la squadra ai limiti della zona retrocessione, ma con un girone di ritorno in cui la squadra inanella numerosi risultati positivi centrando la promozione all'ultima giornata, dopo una sorta di spareggio con la Salernitana.

Negli anni successivi, nel massimo campionato, la squadra orobica disputa due buone stagioni, nelle quali si classifica a metà graduatoria, lanciando giovani giocatori come Christian Vieri e Filippo Inzaghi: quest'ultimo riesce nel 1996/97, unico giocatore nerazzurro della storia, a vincere il titolo di capocannoniere nel massimo campionato, con ben 24 centri. L'annata viene però funestata dalla tragica fine dell'attaccante Federico Pisani, vittima di un incidente stradale nel febbraio 1997. A lui viene di diritto intitolata la curva Nord dello stadio di Bergamo, quella riservata ai tifosi atalantini.

L'anno successivo, nonostante le ottime premesse ed un discreto inizio di stagione, la squadra non tiene fede alle attese, ritrovandosi quasi subito ad arrancare nei bassifondi della classifica. La retrocessione tuttavia si materializza soltanto all'ultima giornata, ponendo termine al ciclo di Emiliano Mondonico sulla panchina nerazzurra.

Per la stagione 1998-1999 ci si affida a Bortolo Mutti, vecchia gloria degli anni '80, per cercare un immediato ritorno nella massima serie, ma la promozione non arriva, soprattutto a causa della sterilità offensiva e dei troppi pareggi.

Il nuovo millennio

 
Cristiano Doni storico bomber nerazzurro

Per l'anno 1999/2000 si punta su Giovanni Vavassori, altra vecchia gloria, che bene aveva fatto come allenatore del settore giovanile. Ed i risultati arrivano, dato che centra la seria A al primo tentativo, utilizzando numerosi giovani cresciuti nel proprio vivaio. L'entusiasmo è talmente alto che l'anno successivo, il 2000/01, l'Atalanta si ritrova al comando del campionato più bello del mondo dopo il primo mese, giocando un calcio divertente e redditizio. Nel prosieguo della stagione la squadra accusa una leggera flessione, che però non le impedisce di concludere con un onorevole settimo posto.

Il presidente Ruggeri cerca allora di far fare il salto di qualità alla squadra, cedendo qualche giovane alle squadre economicamente più forti, ma acquistando giocatori di fama tra i quali spicca il nome di Comandini: 30 miliardi di lire per il suo acquisto, il più caro della storia atalantina [4]. Ma i nuovi non si amalgamano e la stagione termina con una posizione anonima. Si evita la retrocessione con i gol di uno strepitoso Cristiano Doni, convocato poi per i Mondiali di Corea-Giappone del 2002. Ma l'anno seguente il miracolo non si ripete, e la "banda" allenata da Vavassori retrocede al termine di una stagione difficile, culminata con l'esonero dell'allenatore (a favore di Giancarlo Finardi, tecnico della formazione primavera) e la sconfitta nello spareggio-salvezza giocato contro la Reggina. Si prova a risalire immediatamente con la guida tecnica di Andrea Mandorlini e l'impresa riesce nuovamente, anche se non senza sofferenze, al termine di un lunghissimo campionato (ben 46 partite) in cui nella prima parte la squadra si mantiene a lungo in testa ed eguaglia il record societario di 24 partite senza sconfitte, mentre nella seconda fase accusa un calo di rendimento che la porta fino al quinto posto, ultimo utile a salire nel massimo campionato.

Ma l'altalena tra le categorie continua, ed una nuova retrocessione colpisce la squadra di Delio Rossi, subentrato a stagione in corso al tecnico artefice della promozione dell'anno prima, nonostante un'incredibile rimonta nel girone di ritorno. Ci si affida quindi al giovane tecnico romano Stefano Colantuono, che riporta nella categoria superiore la squadra dopo un solo anno di assenza, al termine di una stagione colma di record per la serie cadetta, concludendo al primo posto senza particolari affanni. La direzione della squadra gli viene confermata anche per il 2006/07, stagione in cui l'Atalanta si regala un ottimo ottavo posto, a ridosso della zona-UEFA, ponendosi come una delle rivelazioni della massima serie.

Al termine della stagione però, mister Colantuono decide di abbandonare Bergamo per trasferirsi al Palermo, e la società decide di puntare su Luigi Delneri.

Il centenario

Il 17 ottobre 2006, presso la sala Congressi Papa Giovanni XXIII a Bergamo, sono state presentate le iniziative per celebrare i cento anni di storia della cosiddetta "regina delle provinciali". Tra i vari eventi si è svolta una notte bianca a Bergamo, denominata Notte NerAzzurra, con spettacoli, apparizioni di ex calciatori atalantini, concerti e fuochi d'artificio.

I festeggiamenti sono terminati il 17 ottobre 2007[5] con un programma di appuntamenti musicali e sportivi, tra cui soprattutto un prestigioso triangolare con Porto e Stella Rossa (vinto dai lusitani con i bergamaschi al secondo posto) e la partecipazione al Trofeo Teresa Herrera con Real Madrid, Deportivo La Coruña e Belenenses, cui si aggiungono mostre dedicate alla Dea.

Di padre in figlio

A gennaio 2008 un aneurisma colpisce il presidente Ruggeri che, a causa della persistente criticità delle proprie condizioni, ad aprile dello stesso anno viene affiancato alla presidenza dalla figlia Francesca, in qualità di vice-presidente, e dal figlio Alessandro in qualità di amministratore delegato. Nel frattempo la squadra si mantiene in una tranquilla posizione di centro classifica, dando talvolta la sensazione di poter addirittura conquistare un posto in Coppa UEFA. La qualificazione europea tuttavia non arriva, lasciando a ricordo di una buona annata la doppia vittoria contro il Milan ed un ottimo nono posto in classifica.

Il 3 settembre 2008 viene nominato presidente il figlio Alessandro.[6] La stagione vede la squadra navigare costantemente nelle zone centrali della classifica dando spesso, come nella precedente annata, l'illusione di potersi inserire nel discorso per la qualificazione in Coppa UEFA. Nemmeno questa volta si materializza l'accesso in Europa, ma l'annata è caratterizzata da numerose soddisfazioni quali le sconfitte rifilate all'Inter campione d'Italia, Roma, Lazio, Napoli, Udinese, ottenute con un gioco molto spettacolare.

Per l'anno successivo il presidente Alessandro Ruggeri ingaggia Angelo Gregucci come nuovo allenatore. La sua avventura sulla panchina neroazzurra però si conclude già il 21 settembre 2009 quando, dopo quattro sconfitte in altrettante partite di campionato viene esonerato in favore di Antonio Conte. Quest'ultimo però, in seguito alla brutta sconfitta casalinga subìta per mano del Napoli il 7 gennaio 2010, e complice una pesante discussione con la curva atalantina,[7] si dimette dopo aver conquistato 13 punti in altrettante partite.[8] La società decide di affidare temporaneamente la panchina all'allenatore della primavera Walter Bonacina, vecchia gloria neroazzurra,[9] ingaggiando successivamente Bortolo Mutti, alla sua seconda esperienza alla guida della squadra bergamasca.[10] Il rendimento migliora tra le mura amiche, non supportato però dai risultati ottenuti in trasferta: in tutto il girone di ritorno i bergamaschi riescono infatti a conquistare un solo punto lontano da Bergamo. La retrocessione quindi si materializza alla penultima giornata, in seguito alla sconfitta patita a Napoli[11].

Il ritorno di Percassi

 
La squadra in occasione della consegna della coppa "Ali della Vittoria" nel 2011

La stagione 2009-2010, oltre alla retrocessione, porta pure un'irreparabile rottura dei rapporti tra la dirigenza ed il resto del mondo atalantino (in primis tifosi e stampa), dovuta ad una serie di scelte sportive e gestionali rivelatesi errate, nonché ad un'assoluta mancanza di comunicazione tra le parti.[12] Fu così che il 14 maggio 2010 Alessandro e Francesca Ruggeri, detentori del pacchetto azionario di maggioranza della società, annunciano la messa in vendita della proprietà neroazzurra.[13] Seguono settimane di intense trattative svoltesi nel più assoluto riserbo, durante le quali si alternano più nomi tra i papabili alla presidenza[14], fino al 4 giugno 2010, quando Antonio Percassi riesce ad acquisire il 70% delle azioni della società, ritornando alla guida degli orobici dopo sedici anni.[15] Come allenatore viene scelto Stefano Colantuono che, dopo la mancata promozione in Serie A con il Torino della stagione precedente, torna alla guida degli orobici dopo tre anni,[16] mentre come Direttore Generale viene scelto Roberto Spagnolo.[17] Alla fine della stagione l'Atalanta centrerà l'obbiettivo societario, riuscendo sia a ritornare in serie A con tre giornate di anticipo che a vincere il campionato con 79 punti. Questa promozione, la tredicesima della storia societaria[1] permette all'Atalanta di stabilire il nuovo record di promozioni dalla serie cadetta al massimo campionato ed eguagliare il Genoa come numero di vittorie del campionato (6). Infine il 29 maggio, allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia squadra riceve dal presidente di Lega la Coppa Ali della Vittoria che spetta ai vincitori della Serie B.

Il 1 giugno 2011 Cristiano Doni viene indagato nell'ambito dell'Operazione Last Bet: un'inchiesta su scommesse illegali nel calcio, basate sulla manipolazione dei risultati delle partite del campionato di Serie B e di Lega Pro[18]. La società, coinvolta in base al principio della responsabilità oggettiva, decide di tutelare la sua immagine affidandosi a un team di avvocati[19]. Inizialmente vengono inflitti 7 punti di penalizzazione per la stagione 2011-2012 con la condanna a tre anni e 6 mesi di squalifica a Cristiano Doni e Thomas Manfredini. Successivamente, i punti di penalizzazzione vengono ridotti a 6 e Manfredini viene prosciolto. L'Atalanta, pur continuando le azioni legali a difesa della società, inizia il campionato infilando un pareggio e tre vittorie consecutive, che, senza penalizzazione, avrebbero permesso ai bergamaschi di rimanere soli in vetta del campionato dopo 4 giornate.

Cronistoria

Cronistoria dell'Atalanta Bergamasca Calcio
  • 17 ottobre 1907: Fondazione della Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici "Atalanta".
  • 1908: si affilia alla F.G.I.[20] (Federazione Ginnastica Italiana) e alla F.I.F. con cui disputa dei tornei a carattere locale.
  • 1909/14: non partecipa ad alcun campionato di calcio.
  • 1914: si affilia alla F.I.G.C. e inaugura il suo primo campo polisportivo il 24 maggio.
  • 1914-15: 2ª nel girone B della Promozione Lombarda, ammessa alla Finale. 4ª nel Girone Finale della Promozione Lombarda. Con lo scoppio della guerra i campionati vengono sospesi.
  • 1915-16: partecipa a tornei indetti dal Comitato Regionale Lombardo, con la squadra riserve.
  • 1916/18: a causa della partenza di troppi giovani per il fronte rinuncia a continuare l'attività ufficiale e vende il campo di Via Maglio del Lotto.
  • 1918: ricostituita la società disputa vari tornei precampionato e prima dell'inizio della stagione 1919-20 inaugura lo stadio della Clementina riadattando un ex ippodromo.
  • 5 ottobre 1919: vince a Brescia lo spareggio con la Bergamasca ed è ammessa in Prima Categoria.
  • 1919-20: 3ª nel girone Eliminatorio B del Comitato Regionale Lombardo.
  • Febbraio 1920: si fonde con la Bergamasca di Ginnastica e Scherma diventando Atalanta e Bergamasca di Ginnastica e Scherma.
  • 1920-21: 4ª nel girone Eliminatorio E del Comitato Regionale Lombardo. Ripescata ad integrazione dei quadri.
  • 1921-22: 3ª nel girone Eliminatorio B del Comitato Regionale Lombardo. Il Compromesso Colombo la assegna d'ufficio alla nuova Seconda Divisione.
  • 1922-23: 2ª nel girone Semifinale B di Seconda Divisione.
  • 1923-24: 3ª nel girone B di Seconda Divisione.
  • 1924-25: 7ª nel girone B di Seconda Divisione dopo spareggi con Trevigliese e Lecco.
  • 1925-26: 4ª nel girone A di Seconda Divisione.
  • 1926-27: 2ª nel girone B della cadetta Prima Divisione Nord, ex Seconda Divisione.
  • 1927-28: 1ª assoluta nella cadetta Prima Divisione Nord. Promossa in Divisione Nazionale.
  • 1928: Inaugura lo Stadio Brumana, ora denominato Stadio Atleti Azzurri d'Italia.
  • 1928-29: 14ª nel girone A della Divisione Nazionale. Retrocessa in Serie B.
  • 1929-30: 8ª in Serie B.
  • 1930-31: 6ª in Serie B.
  • 1931-32: 4ª in Serie B.
  • 1932-33: 16ª in Serie B.
  • 1933-34: 5ª nel girone B della Serie B.
  • 1934-35: 7ª nel girone B della Serie B.
  • 1935-36: 10ª in Serie B.

Colori e simboli

Colori

Dal 1907, anno della sua fondazione, l'Atalanta indossa la casacca bianconera a strisce verticali sottilissime. I pantaloncini sono normalmente neri. In seguito alla fusione avvenuta nel 1920 con la Società Bergamasca di Ginnastica e Scherma adotta i colori sociali nerazzurri: viene eliminato il bianco, colore comune delle due squadre, e portato in dote alla nuova divisa sociale l'altro rispettivo colore, nero per l'Atalanta, azzurro per la Bergamasca. Nei primi anni della sua vita, l'Atalanta Bergamasca di ginnastica e scherma indosserà maglie a quarti nerazzurre: le strisce arriveranno poco più avanti.

Divisa dell'Atalanta prima della fusione
Divisa della Bergamasca prima della fusione
Prima divisa dopo la fusione
Divisa nerazzurra classica


Simboli ufficiali

La denominazione della società deriva dalla figura mitologica di Atalanta. Spesso la società bergamasca viene soprannominata la Dea ma in maniera erronea. Infatti, la bellissima eroina da cui si era preso spunto non era effettivamente una dea bensì una ninfa.

Il logo ufficiale della squadra è costituito proprio dal viso della ninfa, ritratto di profilo, su sfondo nerazzurro.

Strutture

Stadio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Atleti Azzurri d'Italia.
 
Il Comunale

L'Atalanta gioca le sue partite interne allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia, da sempre di proprietà del comune.

Lo stadio fu costruito nel 1928 e prese il nome di "Mario Brumana", in onore di un martire fascista. Prima di allora, la società bergamasca giocò le partite casalinghe dapprima in via Maglio del Lotto (dal 1914 al 1918) e successivamente alla Clementina (dal 1919 al 1928).

La struttura venne inaugurata per ben due volte: la prima, in forma generale, il 1 novembre 1928 in occasione della partita Atalanta-Triestina (4-1). La seconda avvenne in pompa magna il 23 dicembre dove l'Atalanta batté la Dominante di Genova per 2-0 alla presenza di numerose autorità e di un foltissimo pubblico.[21]

Lo stadio, per gli esperti di allora, fu definito come uno dei più belli d'Italia.

Con la caduta del fascismo, lo stadio cambiò nome: prima semplicemente in "Comunale" e successivamente nella dicitura odierna dedicata agli "Atleti Azzurri d'Italia". Durante gli anni lo stadio venne notevolmente modificato fino ad assumere la conformazione attuale.

Centro di allenamento

Gli allenamenti della squadra si svolgono invece a Zingonia, presso il "Centro Bortolotti" che è anche la sede attuale[quando?].

Società

Organigramma societario

Dal sito ufficiale della società:[22]

 
Staff attuale dell'area amministrativa
  • Presidente: Antonio Percassi.
  • Amministratore delegato: Luca Percassi.
  • Consiglieri: Enrico Felli, Isidoro Fratus, Marino Lazzarini, Maurizio Radici, Roberto Selini, Mario Volpi.
  • Direttore generale: Roberto Spagnolo.
  • Amministrazione controllo e finanza: Gianmarco Gandolfi.
  • Segretario generale: Fabio Rizzitelli.
  • Direttore tecnico: Pierpaolo Marino.
  • Direttore sportivo: Gabriele Zamagna.
  • Responsabile area scouting: Giuseppe Corti.
  • Team Manager: Mirco Moioli.
  • Responsabile settore giovanile: Mino Favini.
  • Responsabile comunicazione: Elisa Persico.
  • Addetto stampa: Andrea Lazzaroni.
  • Direttore marketing: Enrico Busto.
  • Licensing manager : Sara Basile.
  • Responsabile biglietteria: Omar Valenti.
  • Delegato stadio: Carlo Valenti.


 
Cronologia degli sponsor tecnici
  • dal 1976-77 al 1979-80: Umbro
  • 1980-81: Le Coq Sportif
  • dal 1981-82 al 1983-84: Puma
  • dal 1984-85 al 1985-86: NR
  • 1986-87: N2
  • dal 1987-88 al 1988-89: Latas
  • dal 1989-90 al 1990-91: NR
  • dal 1991-92 al 1993-94: Lotto
  • dal 1994-95 al 2006-07: Asics
  • dal 2007-08: Erreà
 
Cronologia degli sponsor ufficiali


L'Atalanta e la Nazionale italiana

In seguito è riportata la classifica delle presenze e delle reti di giocatori dell'Atalanta che hanno giocato nella Nazionale Maggiore

Presidenti e allenatori

Presidenti

 
Presidenti
  • 1920-1926 Enrico Luchsinger
  • 1926-1927 Antonio Gambirasi
  • 1927-1930 Pietro Capoferri
  • 1930-1932 Antonio Pesenti
  • 1932-1935 Emilio Santi
  • 1935-1938 Lamberto Sala
  • 1938-1944 Nardo Bertoncini
  • 1944-1945 Guerino Oprandi
  • 1945-1964 Daniele Turani
  • 1964-1969 Attilio Vicentini
  • 1969-1970 Mino Baracchi
  • 1970-1974 Achille Bortolotti
  • 1974-1975 Enzo Sensi
  • 1975-1980 Achille Bortolotti
  • 1980-1990 Cesare Bortolotti
  • 1990 Achille Bortolotti
  • 1990-1994 Antonio Percassi
  • 1994-2005 Ivan Ruggeri
  • 2005 Giacomo Randazzo
  • 2005-2008 Ivan Ruggeri
  • 2008-2010 Alessandro Ruggeri
  • 2010-oggi Antonio Percassi

Allenatori

 
Gli allenatori dell'Atalanta
 
Gli allenatori dell'Atalanta

Giocatori

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

Palmarès

Competizioni nazionali

1962-63
1939-40; 1958-59; 1983-84; 2005-06; 2010-11
1927-28
1981-82

Competizioni giovanili

Nazionali

1992-1993; 1997-1998
1948-1949
1999-2000; 2000-2001; 2002-2003

Internazionali

1969; 1993

Statistiche e record

Partecipazioni ai campionati

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Divisione Nazionale 2 1928-1929 1945-1946
Serie A 51 1937-1938 2011-2012
Seconda Divisione 4 1922-1923 1925-1926
Prima Divisione 2 1926-1927 1927-1928
Serie B 28 1929-1930 2010-2011
Serie C1 1 1981-1982

In 88 stagioni sportive dall'esordio a livello nazionale nella Lega Nord nel 1922: sono compresi 2 tornei di Divisione Nazionale (A) e 6 tornei relativi al secondo livello del calcio italiano (4 di Seconda Divisione e 2 di Prima Divisione). In precedenza l'Atalanta ha partecipato in ambito FIGC a 4 tornei locali del Comitato Regionale Lombardo. L'Atalanta è rimasta inattiva in competizioni nazionali negli anni dal 1915 al 1919 e dal 1943 al 1945 a causa dei conflitti bellici.

Statistiche di squadra

Piazzamenti nei campionati

ATALANTA: Piazzamenti ottenuti in campionati a girone unico
Stagione Serie Pos G V N P GF GS Pt
1929-30 B 34 11 15 8 37 26 37
1930-31 B 34 15 11 8 62 35 41
1931-32 B 34 13 13 8 57 42 39
1932-33 B 16º 32 9 5 18 52 60 23
1933-34 B 24 9 8 7 31 24 26
1934-35 B 28 12 6 10 38 35 30
1935-36 B 10º 34 13 6 15 25 50 32
1936-37 B 30 14 11 5 48 25 39
1937-38 A 15º 30 4 8 18 22 50 16
1938-39 B 34 15 13 6 43 26 43
1939-40 B 34 19 9 6 62 31 47
1940-41 A 30 11 9 10 45 38 31
1941-42 A 13º 30 8 8 14 34 47 24
1942-43 A 30 11 6 13 34 44 28
1945-46 A-Nord 26 7 7 12 21 28 21
1946-47 A 38 11 15 12 40 52 37
1947-48 A 40 16 12 12 48 41 44
1948-49 A 14º 38 11 9 18 40 58 31
1949-50 A 38 17 6 15 66 60 40
1950-51 A 14º 38 10 12 16 48 69 32
1951-52 A 12º 38 13 8 17 54 61 34
1952-53 A 34 10 12 12 52 53 32
1953-54 A 10º 34 10 11 13 54 53 31
1954-55 A 15º 34 8 12 14 35 38 28
1955-56 A 15º 34 11 9 14 50 55 31
1956-57 A 14º 34 9 13 12 36 44 31
1957-58 A 17º 34 6 16 12 29 49 28
1958-59 B 38 18 15 5 62 30 51
1959-60 A 11º 34 9 13 12 31 39 31
1960-61 A 34 9 13 12 35 41 31
1961-62 A 34 13 12 9 39 38 38
1962-63 A 34 12 10 12 43 44 34
1963-64 A 34 7 16 11 26 43 30
1964-66 A 13º 34 7 16 11 19 28 30
1965-66 A 14º 34 9 11 14 24 37 29
1966-67 A 11º 34 9 13 12 28 43 31
1967-68 A 13º 30 10 5 15 26 42 25
1968-69 A 16º 30 4 11 15 25 45 19
1969-70 B 15º 38 8 17 13 30 29 33
1970-71 B 38 15 17 6 41 25 47
1971-72 A 10º 30 9 8 13 21 26 26
1972-73 A 15º 30 5 14 11 16 33 24
1973-74 B 11º 38 11 14 13 24 24 36
1974-75 B 38 14 11 13 37 36 39
1975-76 B 38 13 12 13 26 24 38
1976-77 B 38 19 11 8 44 26 49
1977-78 A 30 6 15 9 28 32 27
1978-79 A 15º 30 6 12 12 20 33 24
1979-80 B 38 11 16 11 29 24 38
1980-81 B 19º 38 9 12 17 28 40 30
1981-82 C1 34 17 15 2 42 15 49
1982-83 B 38 10 17 11 30 27 37
1983-84 B 38 16 17 5 49 28 49
1984-85 A 10º 30 5 18 7 20 32 28
1985-86 A 30 7 15 8 27 26 29
1986-87 A 15º 30 7 7 16 22 32 21
1987-88 B 38 14 19 5 50 34 47
1988-89 A 34 11 14 9 37 32 36
1989-90 A 34 12 11 11 36 43 35
1990-91 A 10º 34 11 13 10 38 37 35
1991-92 A 11º 34 10 14 10 31 33 34
1992-93 A 34 14 8 12 42 44 36
1993-94 A 17º 34 5 11 18 35 65 21
1994-95 B 38 17 15 6 49 36 66
1995-96 A 13º 34 11 6 17 38 50 39
1996-97 A 10º 34 11 11 12 44 46 44
1997-98 A 16º 34 7 11 16 25 48 32
1998-99 B 38 14 19 5 44 27 61
1999-00 B 38 17 12 9 51 34 63
2000-01 A 34 10 14 10 38 34 44
2001-02 A 34 12 9 13 41 50 45
2002-03 A 15º 34 8 14 12 35 47 38
2003-04 B 46 19 20 7 59 36 77
2004-05 A 20º 38 8 11 19 34 45 35
2005-06 B 42 24 9 9 61 39 81
2006-07 A 38 12 14 12 56 54 50
2007-08 A 38 12 12 14 52 56 48
2008-09 A 11º 38 13 8 17 45 48 47
2009-10 A 18º 38 9 8 21 37 53 35
2010-11 B 42 22 13 7 61 35 79

Pos = Posizione di classifica; G = Partite giocate; V = Partite vinte; N = Partite pareggiate; P = Partite perse; GF = Gol fatti; GS = Gol subiti; Pt = Punti

Partecipazioni alle coppe nazionali

Competizione Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Coppa Italia 61 1935-1936 2011-2012
Coppa Italia di Serie C 1 1981-1982

Partecipazioni alle competizioni internazionali

Competizione Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Coppa dell'Amicizia 3 1959-1960 1968
Coppa Mitropa 4 1962 1984-1985
Coppa delle Alpi 2 1963 1964
Coppa delle Coppe 2 1963-1964 1987-1988
Coppa Piano Karl Rappan 2 1965-66 1978
Coppa Anglo-Italiana 2 1972 1994-1995
Coppa UEFA 2 1989-1990 1990-1991

Record

Statistiche individuali

Qui di seguito le classifiche dei calciatori con più presenze totali (in gare ufficiali dalla stagione 1914-15 ad oggi) ed in campionato (dalla creazione del girone unico) con la maglia dell'Atalanta, i più prolifici in fatto di gol, gli allenatori con più presenze in campionato:

 
Presenze in campionato
 
Presenze in gare ufficiali
 
Marcatori in campionato
 
Marcatori in gare ufficiali

N.B.: tra parentesi le stagioni

Tifoseria

Storia

 
Coreografia della Curva Nord in occasione della finale di Coppa Italia del 1995-96

Secondo un recente sondaggio, fatto dal quotidiano la Repubblica, la squadra conta di circa 119.000 tifosi in Italia,[23] in cui la grande maggioranza proviene dalla città e dalla provincia.

I primi gruppi di tifo organizzato nacquero verso la metà degli anni '60 quando si formò il primo centro di coordinamento del tifo orobico, denominato Club Amici dell'Atalanta.[24] Prima di allora il tifo come lo si intende al giorno d'oggi era pressoché inesistente.

Il 12 dicembre 1971 durante una trasferta organizzata dal Club Amici, un gruppo di amici decide di creare il primo gruppo organizzato di tifosi nerazzurri: nascono cosi gli Atalanta Commandos che si posizionarono dapprima nella curva Sud dello stadio Comunale e successivamente in curva Nord (ora intitolata a Federico Pisani), luogo in cui si riunisce tutt'oggi il tifo atalantino.[25] Il gruppo, di stampo apolitico, porta ad un'innovazione del tifo a Bergamo, con cori e striscioni e basandosi sul concetto della non-violenza. Di anno in anno, l'organizzazione fa sempre più proseliti, e si distingue anche fuori dallo stadio, organizzando partite di calcio,camminate,pullman propri e distribuendo un giornalino per diffondere la "mentalità" ultras.

Pochi anni più tardi, sull'esempio dei Commandos, nascono nuovi gruppi in curva Nord; tra i più importanti citiamo il gruppo Ultras-Fossa(di stampo meno pacifista del precedente), gli Sbandati e le Brigate Neroazzurre.

Quest'ultime, nacquero da uno costola degli stessi Commandos, nei quali non condividevano l'eccessiva moderatezza, dando un'impronta più trasgressiva. Da qui in avanti, per le Brigate inizia un'ascesa continua che le porterà in breve tempo a diventare uno dei club ultrà più ammirati e rispettati di tutta Italia.

La nuova mentalità favorevole allo scontro trova molti consensi, soprattutto tra gli ultrà più giovani, il che portò ad una profonda divisione all'interno della curva e negli stessi gruppi. Nacquero cosi le prime tensioni e i primi scontri con gli altri gruppi di tifosi, su tutti quelli del Genoa, del Torino, e delle milanesi. Più avanti, si andranno ad inasprirsi i rapporti anche verso altre tifoserie diffondendo in tutto lo Stivale la fama di tifoseria "calda".[26]

Agli inizi degli anni '80 il tifo a Bergamo è in una fase cruciale di profondo cambiamento: si sta progressivamente spostando verso la linea più dura ed estrema portata avanti dalle Brigate (che nel frattempo avevano assorbito il gruppo degli Ultras) e che in poco tempo era diventato il gruppo leader della Nord.

Il 14 ottobre 1982, dopo un declino dovuto all'escalation del nuovo modo di tifare, vengono sciolti ufficialmente i Commandos.[27]

Nel 1983 nascono nuovi gruppi da una serie di scissioni nelle Brigate e che poco più tardi si uniranno per formare un nuovo gruppo che segnerà, negli anni seguenti, la storia del mondo ultrà italiano: i Wild Kaos. Il motivo della scissione dal gruppo più importante della tifoseria bergamasca era lo stesso che aveva comportato la separazione dai Commandos: troppo poco casino.[28]

Per quasi vent'anni, questi due gruppi (Brigate e Kaos) hanno retto le redini della Nord sebbene non ci fossero sempre stati buoni rapporti tra le due compagini. Questi attriti erano dovuti soprattutto alle diverse ideologie politiche (le Brigate erano storicamente di sinistra, mentre i Kaos erano filoleghisti); in parecchie situazioni i due gruppi sono anche venuti alle mani.[29][30] Diventa molto sentito in questo periodo, il derby lombardo contro il Brescia che portò a numerosi episodi di violenza prima, durante e dopo la partita.

Nei primi anni del nuovo millennio questi gruppi organizzati si sciolsero e, complici leggi molto restrittive, il fenomeno-violenza è andato diminuendo sempre più.

Dal 2005 in Curva Nord l'unico gruppo di tifo organizzato rimasto sono i Dell'Atalanta Supporters, gruppo nato da ex-membri di Bna e Wild Kaos con l'intento di unificare il tifo bergamasco sotto un'unica entità apolitica, in modo da rilanciare la Nord.

Da segnalare, le numerose iniziative che la tifoseria ha portato e porta avanti: oltre alle coreografie, manifesti e giornalini, dal 2002 è diventata d'abitudine tradizionale la Festa della Dea: una festa popolare a base di musica, cucina nostrana con l'intrattenimento di protagonisti nerazzurri contemporanei e non. Oltre a questo la tifoseria da tempo porta avanti iniziative di solidarietà, anche attraverso la raccolta di fondi. Ad esempio dopo il terremoto dell'Aquila del 2009 la tifoseria atalantina ha sostenuto L'Aquila Rugby con 15.000 euro: l'incasso dell'edizione 2009 della Festa della Dea, più 5.000 euro provenienti da sottoscrizioni libere.

In Curva Sud, dal 2006 ex membri delle Bna, insieme ad altri sottogruppi formano il gruppo Forever Atalanta.

Gemellaggi

File:AbbonamentiAta2.PNG
L'andamento del numero di abbonati dal 1961 al 2011

La tifoseria bergamasca è simpatizzante con le seguenti squadre:[31]

Rivalità

Le rivalità della tifoseria bergamasca sono quelle con le seguenti squadre:[31]

Organico

  Lo stesso argomento in dettaglio: Atalanta Bergamasca Calcio 2011-2012.

Rosa attuale

Rosa, numerazione e ruoli sono aggiornati all'11 ottobre 2011.

N. Ruolo Calciatore
  D Stefano Lucchini
  D Daniele Capelli
  D Thomas Manfredini
  D Gianpaolo Bellini (capitano)
  C Ezequiel Schelotto
  C Giacomo Bonaventura
  C Maximiliano Moralez
  D Federico Peluso
  P Ciro Polito
  C Carlos Carmona
  A Germán Denis
  C Luca Cigarini
  C Simone Padoin
  C Leonardo Pettinari
N. Ruolo Calciatore
  D Andrea Masiello
  C Fabio Caserta
  C Cristiano Doni[33] (vice-capitano)
  A Manolo Gabbiadini
  D Michele Ferri
  C Matteo Brighi
  P Andrea Consigli
  A Matteo Ardemagni
  C Cristian Raimondi
  P Giorgio Frezzolini
  C Ferreira Pinto
  C Nadir Minotti
  A Guido Marilungo
  A Simone Tiribocchi

Maglie ritirate

 
Tifosi




 
Federico
Pisani

Attaccante

1997

Staff tecnico

Staff tecnico aggiornato al 19 agosto 2011.[34]

 
Staff dell'area tecnica
  • Allenatore: Stefano Colantuono.
  • Preparatore atletico: Marco Montesanto.
  • Preparatore dei portieri: Mariano Coccia.
  • Collaboratori tecnici: Michele Armenise, Roberto Beni.
  • Recupero infortunati: Francesco Vaccariello.
  • Responsabile sanitario: Lucio Genesio.
  • Massaggiatori: Alfredo Adami, Marcello Ginami, Renato Gotti.


Archivio Stagioni

Il settore giovanile

Storia

L'Atalanta ha sempre seguito con particolare attenzione l'attività a livello giovanile. La prima persona che si impegnò ad allestire un paio di squadre di giovani fu Giuseppe Ciatto. Ciatto fu un vero e proprio uomo tuttofare: ogni aspetto organizzativo veniva affrontato e risolto da lui.

Nel 1949 l'Atalanta conquista il titolo italiano Ragazzi cominciando a sfornare giocatori di buon livello.

Sul finire degli anni '50 l'ingegner Tentorio (allora commissario straordinario) avverte la necessità di cominciare ad investire nei giovani, viene deciso di dar vita a un vero settore giovanile, con una sua struttura indipendente da quella della prima squadra. Affida l'incarico a Giuseppe Brolis che si mette al lavoro attorniandosi di collaboratori di fiducia, crea rapporti con società del Veneto e del Friuli, costruisce una rete di osservatori e assume allenatori giovani e motivati. I ragazzini vengono affidati a Raffaele Bonifaccio che di quei ragazzini diventa lo scopritore, il maestro sul campo, ma anche l'educatore. Arrivano a Bergamo giovani da fuori provincia che si allontanano dalle realtà nelle quali sono cresciuti ma soprattutto dalle loro famiglie: Brolis avverte la necessità di seguirli anche nella loro vita privata stipulando un accordo con la Casa del Giovane che diventa la seconda casa di molti ragazzi del vivaio.

Con il passare degli anni viene ampliato il raggio d'azione del settore, creando vere e proprie società satelliti disposte in tutto il territorio.

Un passo cruciale nella storia del settore giovanile bergamasco avviene agli inizi degli anni '90 con il presidente Percassi che attua una nuova politica degli investimenti, soprattutto a livello giovanile. Egli riesce a convincere Mino Favini a lasciare Como affidandogli responsabilità con ampia libertà di gestione e assicurandogli tutti i mezzi che ritiene opportuno investire.

Il vivaio non solo continua a incrementare la "produzione" di giocatori per la prima squadra, ma comincia ad ottenere affermazioni di prestigio nelle più importanti manifestazioni nazionali, diventando un esempio per molte società. L'Atalanta della gestione Favini dal 1991 al 2010 ha conquistato con le squadre giovanili ben 12 titoli nazionali.

Nonostante frequentemente si privi dei suoi giovani più promettenti, la società riesce sempre a trovare nuova linfa nel settore giovanile ed a lanciare nuovi promettenti volti nel mondo del calcio, molti dei quali bergamaschi d'origine, cosa assai rara nelle squadre professionistiche.[35]

Principali successi del settore giovanile

Molti sono i successi a livello giovanile, essendo il vivaio dell'Atalanta, gestito da Mino Favini, uno dei più stimati d'Europa: secondo una classifica stilata dal Centro studi di Coverciano, la società bergamasca possiede il migliore settore giovanile d'Italia ed il sesto in Europa, dietro a Real Madrid, Barcellona e tre squadre francesi. Il parametro utilizzato è quello dei giocatori di prima divisione prodotti dal vivaio. Nella stagione 2007-2008 22 giocatori provenienti dal vivaio dell'Atalanta hanno giocato nel campionato di serie A, 32 in quello di B e 3 all'estero.[36]

Di seguito vengono riportati, in ordine cronologico, i successi dei vari settori giovanili della società bergamasca:

Note

  1. ^ a b c Compresa la vittoria della Prima Divisione 1927-1928, secondo livello del calcio italiano di allora
  2. ^ Filippo Maria Ricci, Millwall, una giornata in paradiso, in Corriere della Sera, 22 maggio 2004, p. 47. URL consultato il 23 maggio 2010.
  3. ^ Nel 1907 nasce l'Atalanta, su atalanta.it. URL consultato il 23 maggio 2010.
  4. ^ Comandini, da mister 30 miliardi alla consolle del dj, su tuttoatalanta.com, 18 maggio 2011.
  5. ^ Cento anni e non sentirli, su it.uefa.com, uefa.com, 19 ottobre 2007.[collegamento interrotto]
  6. ^ Alessandro Ruggeri nominato presidente, su atalanta.it.[collegamento interrotto]
  7. ^ Ecco il video di Controcampo dove Conte perde le staffe, su algeri.net, 7 gennaio 2010. URL consultato il 23 maggio 2010.
  8. ^ Conte si è dimesso, su algeri.net, 7 gennaio 2010. URL consultato il 23 maggio 2010.
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Bibliografia

  • "Cent'anni di Atalanta" vol.1 e 2, di E. Corbani e P. Serina, ed. SESAAB, 2007
  • Daniele Belotti, Atalanta folle amore nostro - 30 anni di storie della Curva Nord, Bergamo, Studio Lito Clap, 2005.

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  • (DEENIT) Atalanta Bergamasca Calcio, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.